Al Sindaco del Comune di Aviano



Al Sindaco del Comune di Aviano

e per opportuna conoscenza:
ai consiglieri comunali di Aviano
al Presidente della Provincia di Pordenone
ai consiglieri provinciali di Pordenone
al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia
ai consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia
al Prefetto di Pordenone
al Questore di Pordenone
al Presidente del Tribunale di Pordenone

e sempre per opportuna conoscenza:
al Comandante della base Usaf di Aviano
ai principali mezzi d'informazione

Egregio Sindaco,

preliminarmente, in primo luogo ci permetta di dirle che apprezziamo
l'impegno per la pace del Comune di Aviano.
E' importante che gli enti locali siano rigorosamente fedeli al dettato
costituzionale ed al suo articolo 11 che esplicitamente dichiara che
"l'Italia ripudia la guerra".
E' importante che gli enti locali rappresentino ed inverino la volonta' di
pace espressa inequivocabilmente dalla legge fondamentale del nostro paese e
fortemente sentita dal popolo italiano, volonta' di pace ribadita ancora nei
giorni scorsi dalle numerose e partecipatissime manifestazioni popolari
contro la guerra ed insieme contro le dittature, contro il terrorismo, per
la difesa della vita di ogni essere umano.

Sempre preliminarmente, in secondo luogo ci permetta di dirle che
comprendiamo come la situazione del Comune di Aviano sia evidentemente
fortemente condizionata dalla presenza della locale base militare americana,
la cui importanza e rilevanza non sono sottovalutabili.
Gli americani costi' residenti o domiciliati sono a tutti gli effetti ospiti
del nostro paese, ed e' giusto e doveroso che ad essi, in quanto esseri
umani, si garantisca una benevola accoglienza, la stessa che a nostro avviso
in ogni luogo dell'unica terra che abbiamo deve essere offerta e garantita a
tutti gli esseri umani.
Nel contempo anch'essi, in quanto e fin quando in Italia si trovano, devono
rispetto e obbedienza alle nostre leggi, e quindi innanzitutto a quanto
stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

Ed ecco l'oggetto di questa lettera: con essa le preannunciamo che qualora
dovesse iniziare una nuova terribile guerra contro la popolazione irachena,
come piu' volte irresponsabilmente preannunciato dal presidente degli Stati
Uniti d'America, e' nostra ferma intenzione agire per ottenere il rispetto
della Costituzione della Repubblica Italiana, e quindi impedire che l'Italia
sia resa complice di una guerra che per la nostra Costituzione e' illegale e
criminale.

Riteniamo infatti che sia dovere di ogni cittadino (ed a maggior ragione di
ogni pubblico ufficiale e di ogni istituzione democratica) difendere la
legalita' costituzionale che a tutti i cittadini italiani fa obbligo di
opporsi alla guerra.

E per quanto ci riguarda ci stiamo predisponendo ad agire riproponendo
l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace, con la quale
bloccare i decolli dei bombardieri dalla base di Aviano ostruendo lo spazio
aereo antistante e sovrastante le piste di decollo occupandolo con dei
palloni gonfiati ad elio e delle mongolfiere di carta recanti componenti
metallici.

Come e' proprio delle azioni dirette nonviolente, ci assumeremo la piena
responsabilita' della nostra iniziativa, la realizzeremo nel modo piu'
trasparente e coerente, la preannunceremo per tempo e richiederemo incontri
preliminari con tutti i soggetti interessati e coinvolti nel teatro delle
operazioni, sia istituzionali che della societa' civile, affinche' essa si
realizzi senza mettere in pericolo l'incolumita' di alcuno e senza
danneggiare i legittimi interessi di alcuno.

*

Lei ricordera' come gia' nel 1999, durante la scellerata e tragica guerra
dei Balcani, realizzammo per alcune ore questa iniziativa, e ci prendemmo
cura di controllare l'innalzamento delle mongolfiere affinche' non vi
potessero essere pericoli ne' per le persone ne' per le colture agricole e
gli insediamenti abitativi; lei ricordera' come gia' nel 1999 ci facemmo
carico di comunicare per tempo data e modalita' dell'iniziativa; lei
ricordera' come gia' nel 1999 caratterizzamo la nostra iniziativa con il
massimo del rigore e della limpidezza, interrompendola immediatamente non
appena altre persone - che non prendevano parte ad essa - inscenarono
inammissibili comportamenti contrari alla nonviolenza.

Lei ricordera' anche che nel 1999 chiedemmo l'autorizzazione del Comune allo
svolgimento dell'iniziativa, e tale autorizzazione non avendo ottenuto la
nostra azione nonviolenta realizzammo ugualmente sapendo che questo ci
esponeva anche a sanzioni amministrative, ma ritenendo che fosse prevalente
il dovere di fedelta' al dettato costituzionale e l'esigenza di cercar di
salvare delle vite umane. Anche in questo frangente, se la guerra dovesse
avere inizio, intendiamo agire cosi'.

Con una differenza rispetto al 1999: che se la guerra dovesse iniziare
cercheremo fin dall'inizio di organizzare il blocco dei decolli con la
nostra azione nonviolenta non con un piccolo numero di persone e per un
tempo limitato, ma puntando ad un coinvolgimento popolare e all'obiettivo di
bloccare ad oltranza i decolli degli aerei stragisti.

E' per verificare sul terreno la situazione, e per avere anche questa volta
un rapporto costruttivo - oltre che rispettoso delle specifiche prerogative
e competenze - con tutte le istituzioni locali, che intendiamo fin d'ora
avviare un dialogo con le amministrazioni pubbliche del posto, ed ovviamente
in primis con il Comune di Aviano.

A tal fine nei prossimi giorni la contatteremo direttamente, cosi' come
contatteremo direttamente i rappresentanti delle altre istituzioni cui
inviamo per conoscenza questa lettera.

Cio' che intendiamo fare, le motivazioni e gli obiettivi che ci proponiamo,
sono descritti nella lettera al comandante dela base Usaf di Aviano che ci
permettiamo di allegare alla presente per opportuna conoscenza.

*

Ma con questa lettera intendiamo sottoporre alla sua attenzione anche un
tema ulteriore: qualora la guerra iniziasse, e qualora sciaguratamente -
come pare purtroppo probabile alla luce delle dichiarazioni infauste e a
nostro avviso del tutto illegittime del Ministro della Difesa - le strutture
militari americane in territorio italiano vi venissero coinvolte ed il
governo italiano non si opponesse a questo crimine, ebbene, ci permetta di
sottoporle anche i seguenti quesiti:
a) poiche' in quanto Sindaco lei ha giurato fedelta' alla Costituzione nelle
mani del Prefetto, non crede che avrebbe il dovere di intervenire affinche'
nel territorio del Comune di Aviano non si violi la Costituzione della
Repubblica Italiana?
b) a tal fine non crede di poter e dover disporre con ordinanza che nessuna
azione bellica abbia avvio dal territorio del Comune di Aviano?
c) e quindi non crede che lei stesso in prima persona abbia il potere e il
dovere di agire affinche' nessuna forma di partecipazione o contributo alla
guerra abbia luogo dalla base militare americana sita nel territorio di
Aviano?
Le poniamo questi quesiti, come intendiamo porli a tutti i sindaci nei
territori dei cui Comuni si trovano strutture militari che potrebbero essere
coinvolte nella guerra che si preannuncia, proprio perche' pensiamo che le
istituzioni democratiche devono concretamente agire in difesa della
legalita' costituzionale e contro una guerra che per la nostra legislazione
e' inequivocabilmente illegale e criminale.
Le saremmo grati se anche su questo tema lei ed i suoi collaboratori, cosi'
come l'intero consiglio comunale di Aviano, voleste riflettere con specifico
riferimento alla vostre prerogative e responsabilita', a quanto e' in vostro
potere di fare in difesa della legalita' costituzionale, del diritto
internazionale, della pace, della vita di innumerevoli esseri umani e del
futuro dell'umanita' intera.

Confidiamo che avremo occasione di incontrarci nel comune impegno per la
pace e per il rispetto della legalita' costituzionale della Repubblica
Italiana.
E speriamo vivamente che la guerra non venga scatenata, ma qualora essa
avesse inizio dovremmo tutti assumerci le nostre responsabilita' ed agire
per quanto in nostro potere a difesa del diritto, della legge, della pace,
della vita umana. Noi lo faremo cercando di bloccare la macchina bellica con
gli strumenti che come cittadini italiani ed amici della nonviolenza abbiamo
a disposizione; coloro che hanno compiti di governo degli enti locali
possono e devono farlo anche avvalendosi degli strumenti che l'ordinamento
giuridico mette specificamente a loro disposizione.

Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti ed
auguri di buon lavoro; saluti ed auguri che la preghiamo di estendere a
tutti i suoi collaboratori ed a tutti i membri del consiglio comunale di
Aviano.
Cordialmente,

Peppe Sini
a nome del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 18 febbraio 2003

Mittente: Peppe Sini
direttore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

* * *

Allegato: Lettera aperta al Comandante della base Usaf di Aviano

Egregio signore,
nei prossimi giorni avvieremo ad Aviano e Pordenone gli opportuni colloqui
con le istituzioni locali ed i necessari sopralluoghi sul terreno in vista
della realizzazione dell'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della
pace con la quale impedire - nel caso abbia inizio la minacciata guerra
illegale e criminale all'Iraq - i decolli degli aerei dalla base di Aviano,
impedendo cosi' il coinvolgimento nella guerra della struttura di cui lei e'
responsabile come del personale ai suoi ordini.
Avremmo naturalmente desiderio e piacere di interloquire anche con lei, e
con la presente siamo a richiederle un incontro al fine di illustrarle le
ragioni della nostra iniziativa, che peraltro lei gia' conoscera' poiche'
gia' la realizzammo, purtroppo solo per poche ore, nel 1999 durante la
guerra dei Balcani.
* Le ragioni della nostra azione diretta nonviolenta
Egregio signore,
la guerra, come ebbe a dire Gandhi, consiste sempre nell'uccisione di esseri
umani, nell'uccisione in massa di esseri umani che non hanno commesso alcun
crimine.
La guerra che si sta preparando, e' convincimento comune, provocherebbe
innumerevoli vittime.
Inoltre essa puo' degenerare, per ammissione stessa dei suoi principali
promotori, in guerra nucleare, ovvero in una guerra che puo' mettere fine
all'intera civilta' umana.
Lei capisce che in questa terribile situazione e' compito di ogni essere
umano, e di ogni istituzione legale, fare tutto il possibile perche' la
guerra non sia scatenata, perche' si salvino quante piu' vite umane sia
possibile, perche' l'intera civilta' umana non sia messa in pericolo.
Non solo: le motivazioni stesse della guerra, come ufficialmente dichiarate
dai promotori di essa, sono logicamente insensate e giuridicamente
delittuose.
Se la motivazione efficiente a scatenare una guerra catastrofica per
l'intera umanita' e' il possesso o la prospettiva del possesso di armi di
distruzioni di massa, con questo criterio occorrerebbe scatenare una guerra
contro innumerevoli paesi del mondo. Non le sembra folle e criminale?
Se la motivazione efficiente a scatenare una guerra catastrofica per
l'intera umanita' e' il legame di personalita' di governo con poteri
criminali e terroristici, con questo criterio occorrerebbe scatenare una
guerra contro innumerevoli paesi del mondo. Non le sembra folle e criminale?
Se la motivazione efficiente a scatenare una guerra catastrofica per
l'intera umanita' e' che il governo di un paese potrebbe a sua volta
scatenare una guerra, con questo criterio occorrerebbe scatenare una guerra
contro innumerevoli paesi del mondo. Non le sembra folle e criminale?
Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: e' chi
scatena una guerra ad essere l'aggressore. Una guerra di aggressione non
puo' essere definita difesa.
Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: se si
sospetta qualcuno di voler usare armi di sterminio di massa il modo migliore
per far si' che lo faccia e' scatenare una guerra.
Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: se si vuole
difendere la pace e la sicurezza, la guerra e' il modo piu' sicuro per
impedire la pace e per distruggere la sicurezza.
Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: se gli
stati invece di combattere il terrorismo con gli strumenti della polizia e
dei tribunali a loro volta commettono stragi indiscriminate di innocenti,
essi stessi stati si fanno terroristi, promuovono il terrorismo, lo
alimentano e lo riproducono in proporzioni sempre piu' enormi.
Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: tra i mezzi
e i fini vi e' un nesso cogente: la democrazia si difende con la democrazia,
la pace si difende con la pace, i diritti umani si difendono con il rispetto
dei diritti umani. Le uccisioni, e massime quel cumulo di uccisioni di cui
consiste una guerra, costituiscono la violazione piu' radicale e flagrante
dei diritti umani; la guerra costituisce palesemente l'esatto contrario
della pace; la guerra e' nelle sue premesse, nella sua fenomenologia e nei
suoi esiti precisamente il contrario di quella civile convivenza fondata su
regole condivise di cui la democrazia consiste.
La guerra che si prospetta mette in pericolo l'intera umanita'; si puo'
forse esitare su quale sia la cosa giusta, su quale sia il dovere nostro e
di tutti, posti di fronte all'alternativa seguente: se permettere con la
propria complicita' o anche solo con la propria ignavia che l'umanita' corra
il pericolo di essere distrutta, o se invece si debba cercare di salvarla
impedendo la guerra che l'intera umanita' minaccia?
Sono cose talmente banali che quasi si ha pudore e si prova disagio a dirle,
ma tale e' la situazione odierna che occorre tornare a ripeterle.
Se poi veniamo in punto di diritto lei sapra' che la Repubblica Italiana, lo
stato nel cui territorio la struttura che lei comanda e' ospitata, ha come
fondamento del suo ordinamento giuridico una Costituzione che all'articolo
11 (uno dei "principi fondamentali", ovvero dei "valori supremi" del nostro
ordinamento giuridico, della nostra repubblica, delle nostre liberta')
"ripudia la guerra".
Il ripudio della guerra significa che la legge fondamentale del nostro paese
fa obbligo a noi italiani di opporci con tutte le nostre forze alla guerra:
e' la nostra legge, lei e' nostro ospite, anche lei e' vincolato a
rispettarla in quanto in Italia si trova.
Lei sapra' anche, non ne dubitiamo, che la stessa Carta delle Nazioni Unite,
comune punto di riferimento dell'enorme maggioranza degli stati della terra,
fin dal suo preambolo esplicitamente attesta che motivo stesso
dell'esistenza delle Nazioni Unite e' di impedire il ritorno del "flagello
della guerra".
Come vede, tanto la legge italiana, quanto la Carta alla base dell'esistenza
e della legittimita' dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, sono esplicite
ed inequivocabili: chiedono ai popoli come agli stati di opporsi alla
guerra.
Vede quindi che sia per ragioni morali, sia per ragioni giuridiche, la
guerra che si sta preparando e' un crimine, e ad essa ogni persona di
volonta' buona, ed ogni istituzione legale, hanno il dovere di opporsi.
* Le finalita' della nostra azione diretta nonviolenta
Egregio signore,
le finalita' della nostra azione nonviolenta per la pace sono semplici.
Impedendo agli aerei della sua base di decollare, ostruendo lo spazio aereo
circostante e sovrastante la base con le nostre mongolfiere, intendiamo
bloccare l'operativita' bellica della sua base, e con cio' ostacolare un
ingranaggio della macchina bellica complessiva.
Speriamo che questa azione diretta nonviolenta sia anche un esempio che
altri seguiranno: cosi' da poter in prospettiva bloccare l'intera macchina
bellica.
Cosi' facendo, noi rispettiamo ed inveriamo quanto ci chiede la legge
fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica Italiana;
cosi' facendo, noi rispettiamo ed inveriamo quanto ci chiede la Carta delle
Nazioni Unite; cosi' facendo, noi rispettiamo ed inveriamo quanto a noi
richiesto sia dalla legalita' costituzionale italiana, sia dal diritto
internazionale.
* La realizzazione della nostra azione diretta nonviolenta
Egregio signore,
il nostro intendimento e' di sovrastarvi sul piano della forza e di ridurvi
in condizione di non nuocere; il nostro obiettivo e' di impedire
materialmente la vostra partecipazione alla guerra e con cio' essere di
ostacolo alla guerra.
Forse, detta cosi', questa affermazione potra' farla sorridere: di solito si
pensa che il potere armato e' piu' forte del potere di chi e' disarmato. Di
solito si pensa che la violenza prevale sul diritto. Non e' cosi': c'e' una
cosa che e' piu' forte della violenza, ed e' la nonviolenza.
Noi pensiamo di sovrastarvi sul piano della forza, con la forza della
nonviolenza: lo abbiamo gia' dimostrato nel 1999 per poche ore, lo faremo di
nuovo, e questa volta agiremo per farlo non per poche ore, ma fino a ridurre
a completa impotenza la vostra capacita' di uccidere.
Noi non siamo vostri nemici, noi abbiamo dalla nostra parte la protezione e
la forza della legge italiana cui anche voi in quanto nostri ospiti dovete
obbedienza. Noi agiremo restando sul territorio italiano, voi non potrete
ne' ucciderci ne' aggredirci. E noi ostruiremo l'area di decollo dei vostri
aerei e voi sarete costretti a non farli decollare.
Noi chiederemo alle forze dell'ordine italiane di essere presenti e di
intervenire in difesa della legge italiana.
Noi chiederemo alle istituzioni italiane di essere presenti e di intervenire
in difesa della legge italiana.
Voi dovrete rispettare la nostra legge.
Noi agiremo con la forza della nonviolenza, con la forza della legalita',
con la forza del diritto. Voi non avrete pretesto alcuno per agire contro di
noi. Vi dovrete inchinare al diritto. Sara' un bene anche per voi, per la
vostra coscienza. Del resto, impedendovi di partecipare alla guerra noi
agiremo anche per salvare le vostre vite.
Noi pensiamo di mettervi in condizione di non nuocere utilizzando la forza
della legge.
Quand'anche un governo fedifrago, un parlamento fedifrago, un capo dello
Stato fedifrago dovessere violare la legalita' costituzionale italiana
avallando la guerra (purtroppo e' gia' accaduto piu' volte dal 1991 in qua,
e gli sciagurati responsabili di questo crimine ancora non hanno subito il
giusto e necessario procedimento penale e la necessaria e giusta condanna,
ma il loro delitto non e' caduto in prescrizione), la legge resta in vigore
e tutti i pubblici ufficiali italiani ad essa restano vincolati, e  tutti i
cittadini italiani a difesa e ad inveramento di essa sono chiamati ad agire.
La nostra legge ci chiama a impedire la guerra, e poiche' nella guerra che
si prospetta voi potreste essere coinvolti, la nostra legge ci chiama a
impedire la vostra partecipazione ad essa.
Non dimenticate di essere nostri ospiti. Non dimenticate che dovete
obbedienza e rispetto alle leggi del paese che vi ospita. Non dimenticate
che il nostro ordinamento giuridico "ripudia la guerra". E non dimenticate
che proprio perche' vi ospitiamo abbiamo a cuore anche la vostra
incolumita', ed abbiamo quindi il dovere di impedirvi di fare del male ad
altri e a voi stessi.
Sara' in nome della legge, con la forza della legge, che vi impediremo di
prender parte alla guerra, questo mostruoso crimine contro l'umanita'.
* Un'ovvia assicurazione
Egregio signore,
Come forse gia' sapra', il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo e' una
struttura impegnata per la nonviolenza e con la nonviolenza, cosicche' tutte
le nostre iniziative hanno lo scopo di salvare vite umane e non di metterle
in pericolo, ne' minacciarle, ne' offendere l'incolumita' e la dignita' di
esseri umani.
Cosicche' ci sta a a cuore anche la vita, l'incolumita' e la dignita' sua e
delle persone ai suoi ordini.
Con la nostra azione diretta nonviolenta in nessun momento metteremo in
pericolo la vita, l'incolumita', la dignita' sua e dei suoi collaboratori.
Anche di questo abbiamo voluto fin d'ora esplicitamente informarla.
Cosi' come ci sembra che possa essere utile esplicitamente informarla che
noi siamo tuttora oppositori della dittatura di Saddam Hussein e lo eravamo
gia' quando scelleratamente il nostro paese, ed il suo, quella dittatura
rifornivano di armi; che noi siamo intransigentemente oppositori del
terrorismo e dei poteri criminali, delle dittature e del razzismo; che noi
siamo intransigentemente impegnati per i diritti umani di tutti gli esseri
umani, e contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti e contro tutte le
armi.
Ed ugualmente ci pare utile informarla esplicitamente che noi siamo solidali
con il popolo iracheno (vittima della dittatura, delle precedenti guerre,
del criminale embargo, delle azioni aeree belliche angloamericane mai
interrotte, della guerra che si prospetta), cosi' come con il popolo
americano, con quello afghano come con quello palestinese, come con quello
israeliano, come con tutti i popoli del mondo. Tutti i popoli hanno diritto
a esistere, tutti gli esseri umani hanno diritto a vivere.
* Per saperne di piu' sull'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per
la pace
Egregio signore,
qualora desiderasse maggiori informazioni sull'azione diretta nonviolenta
delle mongolfiere per la pace, oltre a quelle che le inviammo a piu' riprese
nel 1999 ci permettiamo di suggerirle di leggere quanto recentemente abbiamo
riportato nel n. 491 del 29 gennaio 2003 del nostro notiziario telematico
quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (che trovera' agevolmente nella
rete telematica, riprodotto alla data relativa, nella lista "Peacelink news"
del sito pacifista di Peacelink - www.peacelink.it -, e che puo' anche
richiederci direttamente al nostro indirizzo di posta elettronica:
nbawac at tin.it).
* Per concludere
Egregio signore,
ci perdonera' se questa lettera invece di inviargliela privatamente la
diffondiamo subito anche ai mezzi d'informazione ed a molti altri
interlocutori.
Ma stiamo parlando di una vicenda pubblica quanto altre mai. E la nostra
iniziativa e' e deve essere pubblica: fa parte della scelta della
nonviolenza di essere leali, onesti, veritieri, di annunciare sempre in
anticipo le proprie intenzioni, di non nascondere nulla, di essere sempre
pronti al dialogo, di avere a cuore l'incolumita' e la dignita' di tutti.
Avremmo davvero vivo piacere di poterla incontrare, di poter interloquire
con lei, sia in un colloquio de visu che attraverso le altre forme di
comunicazione che lei preferisse.
Vogliamo continuare a sperare che la guerra non ci sara', che la volonta' di
pace autorevolmente espressa da tante donne ed uomini di volonta' buona, da
tante autorita' morali e politiche, possa prevalere ed essere sufficiente ad
impedire nuovi massacri.
Lo stesso annuncio fin d'ora della nostra azione diretta nonviolenta che
realizzeremmo qualora la guerra iniziasse, e' ovviamente inteso a
contribuire a prevenire e impedire la guerra, inducendo i poteri promotori
della guerra a riflettere sul fatto che la loro potenza militare non e' poi
cosi' incontrastabile come puo' sembrare a taluni.
Egregio signore,
voglia gradire distinti saluti ed auguri di buona permanenza nel nostro
paese, saluti ed auguri che la preghiamo di estendere ai suoi familiari ed
ai suoi collaboratori.

Peppe Sini, direttore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 12 febbraio 2003

* * *