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Al Sindaco del Comune di Aviano
- Subject: Al Sindaco del Comune di Aviano
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 18 Feb 2003 19:15:53 +0100
Al Sindaco del Comune di Aviano e per opportuna conoscenza: ai consiglieri comunali di Aviano al Presidente della Provincia di Pordenone ai consiglieri provinciali di Pordenone al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ai consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia al Prefetto di Pordenone al Questore di Pordenone al Presidente del Tribunale di Pordenone e sempre per opportuna conoscenza: al Comandante della base Usaf di Aviano ai principali mezzi d'informazione Egregio Sindaco, preliminarmente, in primo luogo ci permetta di dirle che apprezziamo l'impegno per la pace del Comune di Aviano. E' importante che gli enti locali siano rigorosamente fedeli al dettato costituzionale ed al suo articolo 11 che esplicitamente dichiara che "l'Italia ripudia la guerra". E' importante che gli enti locali rappresentino ed inverino la volonta' di pace espressa inequivocabilmente dalla legge fondamentale del nostro paese e fortemente sentita dal popolo italiano, volonta' di pace ribadita ancora nei giorni scorsi dalle numerose e partecipatissime manifestazioni popolari contro la guerra ed insieme contro le dittature, contro il terrorismo, per la difesa della vita di ogni essere umano. Sempre preliminarmente, in secondo luogo ci permetta di dirle che comprendiamo come la situazione del Comune di Aviano sia evidentemente fortemente condizionata dalla presenza della locale base militare americana, la cui importanza e rilevanza non sono sottovalutabili. Gli americani costi' residenti o domiciliati sono a tutti gli effetti ospiti del nostro paese, ed e' giusto e doveroso che ad essi, in quanto esseri umani, si garantisca una benevola accoglienza, la stessa che a nostro avviso in ogni luogo dell'unica terra che abbiamo deve essere offerta e garantita a tutti gli esseri umani. Nel contempo anch'essi, in quanto e fin quando in Italia si trovano, devono rispetto e obbedienza alle nostre leggi, e quindi innanzitutto a quanto stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana. Ed ecco l'oggetto di questa lettera: con essa le preannunciamo che qualora dovesse iniziare una nuova terribile guerra contro la popolazione irachena, come piu' volte irresponsabilmente preannunciato dal presidente degli Stati Uniti d'America, e' nostra ferma intenzione agire per ottenere il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, e quindi impedire che l'Italia sia resa complice di una guerra che per la nostra Costituzione e' illegale e criminale. Riteniamo infatti che sia dovere di ogni cittadino (ed a maggior ragione di ogni pubblico ufficiale e di ogni istituzione democratica) difendere la legalita' costituzionale che a tutti i cittadini italiani fa obbligo di opporsi alla guerra. E per quanto ci riguarda ci stiamo predisponendo ad agire riproponendo l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace, con la quale bloccare i decolli dei bombardieri dalla base di Aviano ostruendo lo spazio aereo antistante e sovrastante le piste di decollo occupandolo con dei palloni gonfiati ad elio e delle mongolfiere di carta recanti componenti metallici. Come e' proprio delle azioni dirette nonviolente, ci assumeremo la piena responsabilita' della nostra iniziativa, la realizzeremo nel modo piu' trasparente e coerente, la preannunceremo per tempo e richiederemo incontri preliminari con tutti i soggetti interessati e coinvolti nel teatro delle operazioni, sia istituzionali che della societa' civile, affinche' essa si realizzi senza mettere in pericolo l'incolumita' di alcuno e senza danneggiare i legittimi interessi di alcuno. * Lei ricordera' come gia' nel 1999, durante la scellerata e tragica guerra dei Balcani, realizzammo per alcune ore questa iniziativa, e ci prendemmo cura di controllare l'innalzamento delle mongolfiere affinche' non vi potessero essere pericoli ne' per le persone ne' per le colture agricole e gli insediamenti abitativi; lei ricordera' come gia' nel 1999 ci facemmo carico di comunicare per tempo data e modalita' dell'iniziativa; lei ricordera' come gia' nel 1999 caratterizzamo la nostra iniziativa con il massimo del rigore e della limpidezza, interrompendola immediatamente non appena altre persone - che non prendevano parte ad essa - inscenarono inammissibili comportamenti contrari alla nonviolenza. Lei ricordera' anche che nel 1999 chiedemmo l'autorizzazione del Comune allo svolgimento dell'iniziativa, e tale autorizzazione non avendo ottenuto la nostra azione nonviolenta realizzammo ugualmente sapendo che questo ci esponeva anche a sanzioni amministrative, ma ritenendo che fosse prevalente il dovere di fedelta' al dettato costituzionale e l'esigenza di cercar di salvare delle vite umane. Anche in questo frangente, se la guerra dovesse avere inizio, intendiamo agire cosi'. Con una differenza rispetto al 1999: che se la guerra dovesse iniziare cercheremo fin dall'inizio di organizzare il blocco dei decolli con la nostra azione nonviolenta non con un piccolo numero di persone e per un tempo limitato, ma puntando ad un coinvolgimento popolare e all'obiettivo di bloccare ad oltranza i decolli degli aerei stragisti. E' per verificare sul terreno la situazione, e per avere anche questa volta un rapporto costruttivo - oltre che rispettoso delle specifiche prerogative e competenze - con tutte le istituzioni locali, che intendiamo fin d'ora avviare un dialogo con le amministrazioni pubbliche del posto, ed ovviamente in primis con il Comune di Aviano. A tal fine nei prossimi giorni la contatteremo direttamente, cosi' come contatteremo direttamente i rappresentanti delle altre istituzioni cui inviamo per conoscenza questa lettera. Cio' che intendiamo fare, le motivazioni e gli obiettivi che ci proponiamo, sono descritti nella lettera al comandante dela base Usaf di Aviano che ci permettiamo di allegare alla presente per opportuna conoscenza. * Ma con questa lettera intendiamo sottoporre alla sua attenzione anche un tema ulteriore: qualora la guerra iniziasse, e qualora sciaguratamente - come pare purtroppo probabile alla luce delle dichiarazioni infauste e a nostro avviso del tutto illegittime del Ministro della Difesa - le strutture militari americane in territorio italiano vi venissero coinvolte ed il governo italiano non si opponesse a questo crimine, ebbene, ci permetta di sottoporle anche i seguenti quesiti: a) poiche' in quanto Sindaco lei ha giurato fedelta' alla Costituzione nelle mani del Prefetto, non crede che avrebbe il dovere di intervenire affinche' nel territorio del Comune di Aviano non si violi la Costituzione della Repubblica Italiana? b) a tal fine non crede di poter e dover disporre con ordinanza che nessuna azione bellica abbia avvio dal territorio del Comune di Aviano? c) e quindi non crede che lei stesso in prima persona abbia il potere e il dovere di agire affinche' nessuna forma di partecipazione o contributo alla guerra abbia luogo dalla base militare americana sita nel territorio di Aviano? Le poniamo questi quesiti, come intendiamo porli a tutti i sindaci nei territori dei cui Comuni si trovano strutture militari che potrebbero essere coinvolte nella guerra che si preannuncia, proprio perche' pensiamo che le istituzioni democratiche devono concretamente agire in difesa della legalita' costituzionale e contro una guerra che per la nostra legislazione e' inequivocabilmente illegale e criminale. Le saremmo grati se anche su questo tema lei ed i suoi collaboratori, cosi' come l'intero consiglio comunale di Aviano, voleste riflettere con specifico riferimento alla vostre prerogative e responsabilita', a quanto e' in vostro potere di fare in difesa della legalita' costituzionale, del diritto internazionale, della pace, della vita di innumerevoli esseri umani e del futuro dell'umanita' intera. Confidiamo che avremo occasione di incontrarci nel comune impegno per la pace e per il rispetto della legalita' costituzionale della Repubblica Italiana. E speriamo vivamente che la guerra non venga scatenata, ma qualora essa avesse inizio dovremmo tutti assumerci le nostre responsabilita' ed agire per quanto in nostro potere a difesa del diritto, della legge, della pace, della vita umana. Noi lo faremo cercando di bloccare la macchina bellica con gli strumenti che come cittadini italiani ed amici della nonviolenza abbiamo a disposizione; coloro che hanno compiti di governo degli enti locali possono e devono farlo anche avvalendosi degli strumenti che l'ordinamento giuridico mette specificamente a loro disposizione. Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro; saluti ed auguri che la preghiamo di estendere a tutti i suoi collaboratori ed a tutti i membri del consiglio comunale di Aviano. Cordialmente, Peppe Sini a nome del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 18 febbraio 2003 Mittente: Peppe Sini direttore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * * * Allegato: Lettera aperta al Comandante della base Usaf di Aviano Egregio signore, nei prossimi giorni avvieremo ad Aviano e Pordenone gli opportuni colloqui con le istituzioni locali ed i necessari sopralluoghi sul terreno in vista della realizzazione dell'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace con la quale impedire - nel caso abbia inizio la minacciata guerra illegale e criminale all'Iraq - i decolli degli aerei dalla base di Aviano, impedendo cosi' il coinvolgimento nella guerra della struttura di cui lei e' responsabile come del personale ai suoi ordini. Avremmo naturalmente desiderio e piacere di interloquire anche con lei, e con la presente siamo a richiederle un incontro al fine di illustrarle le ragioni della nostra iniziativa, che peraltro lei gia' conoscera' poiche' gia' la realizzammo, purtroppo solo per poche ore, nel 1999 durante la guerra dei Balcani. * Le ragioni della nostra azione diretta nonviolenta Egregio signore, la guerra, come ebbe a dire Gandhi, consiste sempre nell'uccisione di esseri umani, nell'uccisione in massa di esseri umani che non hanno commesso alcun crimine. La guerra che si sta preparando, e' convincimento comune, provocherebbe innumerevoli vittime. Inoltre essa puo' degenerare, per ammissione stessa dei suoi principali promotori, in guerra nucleare, ovvero in una guerra che puo' mettere fine all'intera civilta' umana. Lei capisce che in questa terribile situazione e' compito di ogni essere umano, e di ogni istituzione legale, fare tutto il possibile perche' la guerra non sia scatenata, perche' si salvino quante piu' vite umane sia possibile, perche' l'intera civilta' umana non sia messa in pericolo. Non solo: le motivazioni stesse della guerra, come ufficialmente dichiarate dai promotori di essa, sono logicamente insensate e giuridicamente delittuose. Se la motivazione efficiente a scatenare una guerra catastrofica per l'intera umanita' e' il possesso o la prospettiva del possesso di armi di distruzioni di massa, con questo criterio occorrerebbe scatenare una guerra contro innumerevoli paesi del mondo. Non le sembra folle e criminale? Se la motivazione efficiente a scatenare una guerra catastrofica per l'intera umanita' e' il legame di personalita' di governo con poteri criminali e terroristici, con questo criterio occorrerebbe scatenare una guerra contro innumerevoli paesi del mondo. Non le sembra folle e criminale? Se la motivazione efficiente a scatenare una guerra catastrofica per l'intera umanita' e' che il governo di un paese potrebbe a sua volta scatenare una guerra, con questo criterio occorrerebbe scatenare una guerra contro innumerevoli paesi del mondo. Non le sembra folle e criminale? Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: e' chi scatena una guerra ad essere l'aggressore. Una guerra di aggressione non puo' essere definita difesa. Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: se si sospetta qualcuno di voler usare armi di sterminio di massa il modo migliore per far si' che lo faccia e' scatenare una guerra. Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: se si vuole difendere la pace e la sicurezza, la guerra e' il modo piu' sicuro per impedire la pace e per distruggere la sicurezza. Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: se gli stati invece di combattere il terrorismo con gli strumenti della polizia e dei tribunali a loro volta commettono stragi indiscriminate di innocenti, essi stessi stati si fanno terroristi, promuovono il terrorismo, lo alimentano e lo riproducono in proporzioni sempre piu' enormi. Occorre restare sul piano della realta' e sul piano del diritto: tra i mezzi e i fini vi e' un nesso cogente: la democrazia si difende con la democrazia, la pace si difende con la pace, i diritti umani si difendono con il rispetto dei diritti umani. Le uccisioni, e massime quel cumulo di uccisioni di cui consiste una guerra, costituiscono la violazione piu' radicale e flagrante dei diritti umani; la guerra costituisce palesemente l'esatto contrario della pace; la guerra e' nelle sue premesse, nella sua fenomenologia e nei suoi esiti precisamente il contrario di quella civile convivenza fondata su regole condivise di cui la democrazia consiste. La guerra che si prospetta mette in pericolo l'intera umanita'; si puo' forse esitare su quale sia la cosa giusta, su quale sia il dovere nostro e di tutti, posti di fronte all'alternativa seguente: se permettere con la propria complicita' o anche solo con la propria ignavia che l'umanita' corra il pericolo di essere distrutta, o se invece si debba cercare di salvarla impedendo la guerra che l'intera umanita' minaccia? Sono cose talmente banali che quasi si ha pudore e si prova disagio a dirle, ma tale e' la situazione odierna che occorre tornare a ripeterle. Se poi veniamo in punto di diritto lei sapra' che la Repubblica Italiana, lo stato nel cui territorio la struttura che lei comanda e' ospitata, ha come fondamento del suo ordinamento giuridico una Costituzione che all'articolo 11 (uno dei "principi fondamentali", ovvero dei "valori supremi" del nostro ordinamento giuridico, della nostra repubblica, delle nostre liberta') "ripudia la guerra". Il ripudio della guerra significa che la legge fondamentale del nostro paese fa obbligo a noi italiani di opporci con tutte le nostre forze alla guerra: e' la nostra legge, lei e' nostro ospite, anche lei e' vincolato a rispettarla in quanto in Italia si trova. Lei sapra' anche, non ne dubitiamo, che la stessa Carta delle Nazioni Unite, comune punto di riferimento dell'enorme maggioranza degli stati della terra, fin dal suo preambolo esplicitamente attesta che motivo stesso dell'esistenza delle Nazioni Unite e' di impedire il ritorno del "flagello della guerra". Come vede, tanto la legge italiana, quanto la Carta alla base dell'esistenza e della legittimita' dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, sono esplicite ed inequivocabili: chiedono ai popoli come agli stati di opporsi alla guerra. Vede quindi che sia per ragioni morali, sia per ragioni giuridiche, la guerra che si sta preparando e' un crimine, e ad essa ogni persona di volonta' buona, ed ogni istituzione legale, hanno il dovere di opporsi. * Le finalita' della nostra azione diretta nonviolenta Egregio signore, le finalita' della nostra azione nonviolenta per la pace sono semplici. Impedendo agli aerei della sua base di decollare, ostruendo lo spazio aereo circostante e sovrastante la base con le nostre mongolfiere, intendiamo bloccare l'operativita' bellica della sua base, e con cio' ostacolare un ingranaggio della macchina bellica complessiva. Speriamo che questa azione diretta nonviolenta sia anche un esempio che altri seguiranno: cosi' da poter in prospettiva bloccare l'intera macchina bellica. Cosi' facendo, noi rispettiamo ed inveriamo quanto ci chiede la legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica Italiana; cosi' facendo, noi rispettiamo ed inveriamo quanto ci chiede la Carta delle Nazioni Unite; cosi' facendo, noi rispettiamo ed inveriamo quanto a noi richiesto sia dalla legalita' costituzionale italiana, sia dal diritto internazionale. * La realizzazione della nostra azione diretta nonviolenta Egregio signore, il nostro intendimento e' di sovrastarvi sul piano della forza e di ridurvi in condizione di non nuocere; il nostro obiettivo e' di impedire materialmente la vostra partecipazione alla guerra e con cio' essere di ostacolo alla guerra. Forse, detta cosi', questa affermazione potra' farla sorridere: di solito si pensa che il potere armato e' piu' forte del potere di chi e' disarmato. Di solito si pensa che la violenza prevale sul diritto. Non e' cosi': c'e' una cosa che e' piu' forte della violenza, ed e' la nonviolenza. Noi pensiamo di sovrastarvi sul piano della forza, con la forza della nonviolenza: lo abbiamo gia' dimostrato nel 1999 per poche ore, lo faremo di nuovo, e questa volta agiremo per farlo non per poche ore, ma fino a ridurre a completa impotenza la vostra capacita' di uccidere. Noi non siamo vostri nemici, noi abbiamo dalla nostra parte la protezione e la forza della legge italiana cui anche voi in quanto nostri ospiti dovete obbedienza. Noi agiremo restando sul territorio italiano, voi non potrete ne' ucciderci ne' aggredirci. E noi ostruiremo l'area di decollo dei vostri aerei e voi sarete costretti a non farli decollare. Noi chiederemo alle forze dell'ordine italiane di essere presenti e di intervenire in difesa della legge italiana. Noi chiederemo alle istituzioni italiane di essere presenti e di intervenire in difesa della legge italiana. Voi dovrete rispettare la nostra legge. Noi agiremo con la forza della nonviolenza, con la forza della legalita', con la forza del diritto. Voi non avrete pretesto alcuno per agire contro di noi. Vi dovrete inchinare al diritto. Sara' un bene anche per voi, per la vostra coscienza. Del resto, impedendovi di partecipare alla guerra noi agiremo anche per salvare le vostre vite. Noi pensiamo di mettervi in condizione di non nuocere utilizzando la forza della legge. Quand'anche un governo fedifrago, un parlamento fedifrago, un capo dello Stato fedifrago dovessere violare la legalita' costituzionale italiana avallando la guerra (purtroppo e' gia' accaduto piu' volte dal 1991 in qua, e gli sciagurati responsabili di questo crimine ancora non hanno subito il giusto e necessario procedimento penale e la necessaria e giusta condanna, ma il loro delitto non e' caduto in prescrizione), la legge resta in vigore e tutti i pubblici ufficiali italiani ad essa restano vincolati, e tutti i cittadini italiani a difesa e ad inveramento di essa sono chiamati ad agire. La nostra legge ci chiama a impedire la guerra, e poiche' nella guerra che si prospetta voi potreste essere coinvolti, la nostra legge ci chiama a impedire la vostra partecipazione ad essa. Non dimenticate di essere nostri ospiti. Non dimenticate che dovete obbedienza e rispetto alle leggi del paese che vi ospita. Non dimenticate che il nostro ordinamento giuridico "ripudia la guerra". E non dimenticate che proprio perche' vi ospitiamo abbiamo a cuore anche la vostra incolumita', ed abbiamo quindi il dovere di impedirvi di fare del male ad altri e a voi stessi. Sara' in nome della legge, con la forza della legge, che vi impediremo di prender parte alla guerra, questo mostruoso crimine contro l'umanita'. * Un'ovvia assicurazione Egregio signore, Come forse gia' sapra', il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo e' una struttura impegnata per la nonviolenza e con la nonviolenza, cosicche' tutte le nostre iniziative hanno lo scopo di salvare vite umane e non di metterle in pericolo, ne' minacciarle, ne' offendere l'incolumita' e la dignita' di esseri umani. Cosicche' ci sta a a cuore anche la vita, l'incolumita' e la dignita' sua e delle persone ai suoi ordini. Con la nostra azione diretta nonviolenta in nessun momento metteremo in pericolo la vita, l'incolumita', la dignita' sua e dei suoi collaboratori. Anche di questo abbiamo voluto fin d'ora esplicitamente informarla. Cosi' come ci sembra che possa essere utile esplicitamente informarla che noi siamo tuttora oppositori della dittatura di Saddam Hussein e lo eravamo gia' quando scelleratamente il nostro paese, ed il suo, quella dittatura rifornivano di armi; che noi siamo intransigentemente oppositori del terrorismo e dei poteri criminali, delle dittature e del razzismo; che noi siamo intransigentemente impegnati per i diritti umani di tutti gli esseri umani, e contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti e contro tutte le armi. Ed ugualmente ci pare utile informarla esplicitamente che noi siamo solidali con il popolo iracheno (vittima della dittatura, delle precedenti guerre, del criminale embargo, delle azioni aeree belliche angloamericane mai interrotte, della guerra che si prospetta), cosi' come con il popolo americano, con quello afghano come con quello palestinese, come con quello israeliano, come con tutti i popoli del mondo. Tutti i popoli hanno diritto a esistere, tutti gli esseri umani hanno diritto a vivere. * Per saperne di piu' sull'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace Egregio signore, qualora desiderasse maggiori informazioni sull'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, oltre a quelle che le inviammo a piu' riprese nel 1999 ci permettiamo di suggerirle di leggere quanto recentemente abbiamo riportato nel n. 491 del 29 gennaio 2003 del nostro notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (che trovera' agevolmente nella rete telematica, riprodotto alla data relativa, nella lista "Peacelink news" del sito pacifista di Peacelink - www.peacelink.it -, e che puo' anche richiederci direttamente al nostro indirizzo di posta elettronica: nbawac at tin.it). * Per concludere Egregio signore, ci perdonera' se questa lettera invece di inviargliela privatamente la diffondiamo subito anche ai mezzi d'informazione ed a molti altri interlocutori. Ma stiamo parlando di una vicenda pubblica quanto altre mai. E la nostra iniziativa e' e deve essere pubblica: fa parte della scelta della nonviolenza di essere leali, onesti, veritieri, di annunciare sempre in anticipo le proprie intenzioni, di non nascondere nulla, di essere sempre pronti al dialogo, di avere a cuore l'incolumita' e la dignita' di tutti. Avremmo davvero vivo piacere di poterla incontrare, di poter interloquire con lei, sia in un colloquio de visu che attraverso le altre forme di comunicazione che lei preferisse. Vogliamo continuare a sperare che la guerra non ci sara', che la volonta' di pace autorevolmente espressa da tante donne ed uomini di volonta' buona, da tante autorita' morali e politiche, possa prevalere ed essere sufficiente ad impedire nuovi massacri. Lo stesso annuncio fin d'ora della nostra azione diretta nonviolenta che realizzeremmo qualora la guerra iniziasse, e' ovviamente inteso a contribuire a prevenire e impedire la guerra, inducendo i poteri promotori della guerra a riflettere sul fatto che la loro potenza militare non e' poi cosi' incontrastabile come puo' sembrare a taluni. Egregio signore, voglia gradire distinti saluti ed auguri di buona permanenza nel nostro paese, saluti ed auguri che la preghiamo di estendere ai suoi familiari ed ai suoi collaboratori. Peppe Sini, direttore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 12 febbraio 2003 * * *
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