Diari dalla Palestina



Cara PEACELINK,
mi chiamo francesca, sono una vostra assidua lettrice(di Verbania)
Avrei un piacere da chiedervi:ho appena ricevuto una relazione da tre italiani (tra cui uno,Nicola,e' un mio amico)che stanno partecipando ad una campagna di interposizione pacifica in Palestina (piu' precisamente a Rafah) con l'Iternational Solidarity Movement. Sarebbe bello se la inseriste nella Homepage non solo per diffondere notizie dirette e ''fresche'' di cio' che sta accadendo nei territori palestinesi ma anche per far conoscere la possibilita' di partecipare a queste campagne pacifiste a piu' persone possibili. Come leggerete in allegato, per rendere piu' efficaci le azioni, sono indispensabili persone che si alternino ad andare li' nel corso dell'anno.

per informazioni riguardo a questo, lascio due recapiti:

Servizio Civile Internazionale:   www.sci-italia.it

Nicola:   wakancrist at libero.it

Grazie 1000
francesca

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Siamo tre ragazzi italiani che stanno partecipando alla campagna di
interposizione civile nonviolenta dell'International Solidarity Movement ISM
www.palsolidarity.org in Palestina dal 15 dicembre 2002 al 15 gennaio 2003.
Ci troviamo a Rafah, nella Striscia di Gaza, dove Israele sta costruendo un
enorme muro per separare la Palestina dall'Egitto strangolandone cosi'
ulteriormente l'economia.
Rafah e' una citta' martire che subisce quoptidianamente l'umiliazione di
questa occupazione che distrugge la vita di tutte le famiglie (vedi
approfondimenti in fondo pagina).

Per evitare il piu' possibile l'irrefrenabile e terrificante distruzione
delle case palestinesi vicine al suddetto muro, nonche' l'uccisione
indiscriminata di civili che vivono in queste zone periferiche, il 3 gennaio
2003 abbiamo dato vita ad una pacifica iniziativa di "camping": abbiamo
installato una tenda nel quartiere denominato 'Block J', in area che si
trova tra i tanks israeliani che proteggono il muro e le case che sono a
rischio di demolizione.
Vista la buona riuscita di questa prima esperienza (i colpi intimidatorii
delle mitragliatrici israeliane sono diminuiti) e la collaborazione degli
abitanti e della societa' civile palestinese, stiamo installando una seconda
tenda in un altra zona.

Purtroppo siamo troppo pochi (oggi solo 13 attivisti internazionali) per
proteggere tutto il territorio e corriamo sempre il rischio che le nostre
tende vengano rimosse dai buldozer israeliani.
Entro fine mese dovremo quasi tutti rientrare nei nostri Paesi e certamente la nostra assenza lascera' campo libero alle azioni militari indiscriminate
di Israele contro i diritti umani e in violazione delle leggi
internazionali.

Pensiamo che sarebbe sicuramente molto utile per la popolazione di Rafah
continuare ad avere una assidua presenza di volontari internazionali che
piantassero quante piu' tende e' possibile a protezione di tutte le zone a
ridosso del muro.
Proponiamo una vera e propria invasione di tende per aiutare i Palestinesi a
riappropriarsi della loro terra, delle loro case, della loro vita.
Cio' potrebbe realizzarsi con un continuo alternarsi di volontari in modo da
garantire un costante aiuto e un necessario ricambio di internazionali.

Stefano, Nicola, Andrea
06/01/2003

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Approfondimenti

>1/I/2003
>Striscia di Gaza.
>-Unico sbocco sul Mar Mediterraneo per la Palestina;
>-con i suoi 1.250.000 abitanti e' una delle zone piu' densamente
>popolate del mondo;
>-60% della popolazione e'"disoccupata"(80% in alcune zone).
>-L'unica strada riservata ai palestinesi e' quella sulla costa(escluse
>ovviamente quelle parti di costa particolarmente fertili che sono
>state illegalmente accaparrate dalle colonie d'Israele).A volte, per
>rappresaglia,tale strada viene bloccata o chiusa per un tot di ore o
>giorni dai tanks dell'esercito.I palestinesi sono quindi,in questo
>caso,costretti a camminare sulla spiaggia e spesso vengono colpiti a
>piacimento dai militari israeliani.
>-I primi accordi di Oslo concedevano ai palestinesi il 13% di costa per
>la pesca; poi la percentuale e' scesa al 9% fino ad arrivare
>all'attuale 2-3%.E' frequente ammirare uomini sulla spiaggia che
>pescano:molti sono ex proprietari di pescherecci che si sono visti
>sequestrare l'imbarcazione o confiscare il carico,senza giusta
>motivazione.Anche il periodo di pesca e' stabilito da Israele.
>-C'e' una costante pulizia etnica indiretta:il governo israeliano
>strangola l'economia palestinese per renderla il piu' possibile
>dipendente dalla sua.Sradica ulivi,eucalipti e palme,schiaccia con i
>suoi tanks le coltivazioni dei contadini.
>Effettivamente la striscia di Gaza e' un enorme lager.
>
>Mi trovo da tre giorni a Rafah.
>L'esercito israeliano,per mantenere il controllo della frontiera con
>l'Egitto, sta costruendo un muro e fa quello che gli pare,senza alcuna
>forma di rispetto per la vita umana.I militari israeliani sparano sempre su
>ogni cosa che si muove,soprattutto di notte,e i cecchini colpiscono
>chiunque.Utilizzano la tecnica del terrore:i tanks si muovono costantemente
>lungo il confine e i loro bersagli sono le case palestinesi abitate da
>famiglie con numerosi bambini.Una gran parte di queste case sono gia' state >abbandonate,poiche' troppo grande il pericolo di essere uccisi.Lo scenario
>che si presenta e' quello di innumerevoli facciate crivellate dai colpi
>della mitragliatrici e di scheletri di case bombardate dai carriarmati e
>dagli elicotteri apaches,nonche' delle macerie di quelle demolite dai
>bulldolzer.
>A Rafah ben 5000 persone sono senza casa.Negli ultimi 2 anni i feriti sono
>1500 di cui 108 sono disabili permanenti (qualche mese fa un ragazzo che
>giocava a pallone nel cortile della sua casa,troppo vicina alla torre dei
>cecchini,e' stato colpito alla schiena d e' rimasto paralizzato).
>Tutti gli abitanti di Rafah conservano un ricordo indelebile dell' esercito >israeliano: al collo, allo stomaco, sulla nuca, sulle gambe, sulle braccia,
>sul viso.Lunghe cicatrici e profonde mutilazioni.
>Sempre negli ultimi 2 anni 205 assassinati,di cui 42 bambini.
>Il 19 dicembre 2002 una ragazza che studiava sul balcone di casa sua e'
>stata uccisa da una pallottola israeliana.
>In questa citta' lo stress e la paura delle esplosioni e degli spari fa si'
>che il 61% dei bambini perda l'appetito e diventi anemico.
>Come se non bastasse gli israeliani devastano le condutture dell'acqua e le
>fogne e quando la municipalita' cerca di ripararle aprono il fuoco dalle
>torri di controllo della zona.
>Il 50% dell'acqua di Rafah e' salata e per berla sono necessari i filtri di
>depurazione.L'altro 50% appartiene alle colonie ebraiche.
>
>Come si fa a pretendere che della gente innocente che vive qui da centinaia >di anni, non si debba difendere da un'occupazione esasperante che devasta
>terreni agricoli,parchi,le giostre per i bambini,le scuole,i monumenti
>della storia di queste persone?Come si fa a stare zitti,a chiudere
>gl'occhi,a rimanere fermi e impassibili?Cosa faremmo noi se venissero dalle >nostre parti a far esplodere le nostre case in piena notte, senza curarsi >di chi ci sta dentro,solo per una marcia avidita' di terra e di soldi?Cosa >faremmo se le nostre case fossero danneggiate o crollassero improvvisamente >a causa delle onde sismiche provocate dalle continue esplosioni utilizzate
>nella costruzione del maledetto e perverso muro?
>E il mondo dov'e'?Cosa fa?
>
>Stefano Orlando