Testimonianza di due volontari Italiani in venezuela




San Felix, 12 dicembre 2002
Cari amici, ecco qui un piccolo aggiornamento dal Venezuela. E’ un comunicato che abbiamo inviato ieri allo SVI (Servizio Volontario Internazionale) in occasione di una conferenza stampa. Pensiamo che possa interessare anche a voi. Non si tratta di un’analisi della situazione nazionale, ma solo di come noi vediamo le cose da qui e di come le vede la gente con cui stiamo condividendo il progetto SVI.
Attualmente si vive in due paesi: quello mediatico e quello reale.
Nel paese della televisione (ovvero tutti i canali privati nonche’ i giornali), siamo praticamente in guerra, il paese e’ paralizato e lo restera’ finche’ il loco (pazzo) rinuncera’ alla Presidenza, o interverranno i militari per eliminarlo o le Nazioni Unite o meglio ancora gli Stati Uniti. I mezzi di informazione trasmettono quasi a reti unificate, senza interruzioni pubblicitarie, con una banda nera di “Lutto Attivo” (a causa dei tre morti della Piazza Altamira, gli unici morti in Venezuela degni di un lutto nazionale) per tutta la giornata solo speciali sulla crisi, il “massacro” della Piazza Altamira, gli eroici dirigenti dell’impresa nazionale del Petrolio (PDVSA) che hanno sabotato vari impianti produttivi dell’azienda ecc... Secondo questi canali la situazione sembra veramente tragica, sull’orlo di una guerra civile, i sondaggi dicono che ormai tutti sono contro il Presidente meno una piccolissima minoranza di violenti, fanatici e armati circoli bolivariani. Poi c’e’ il paese reale, quello dove viviamo noi: i negozi sono aperti, le attivita’ procedono normalmente, la gente lavora, addobba le case con le luci di Natale, compra i giocattoli per il 24 di dicembre... Noi, su esplicita richiesta delle persone con cui lavoriamo, continuiamo con le attivita’ di routine: stiamo preparando una festa comunitaria per il 22 di dicembre e nessuna persona del gruppo ha messo in discussione una modifica del programma, cosi’ come proseguono le attivita’ dei portavoce di strada, dei gruppi produttivi, dei gruppi si salute, del progetto di recupero dei bambini di strada. Ancora una volta a Brescia si commentera’: il prolema e’ che voi siete parziali, siete chavisti, siete fanatici... Quello che possiamo dirvi e’ che qui le persone con cui noi lavoriamo sono al 99% a favore del processo liderizzato dal Presidente, molti lo sono da sempre, altri si sono convinti nei giorni del colpo di stato, quando si sono resi conto di quel che sarebbe successo se avessero vinto i golpisti. Un altro dato interessante e’ il fenomano del “cacerolazo”, tutte le sere a partire dalle sette comincia questa forma di protesta tipicamente latina: si esce in strada con una pentola (“cacerola”) e un cucchiaio o un coperchio e si fa sentire la propria opinione, in questo caso contro lo sciopero indetto da Federcamara e CTV e in appoggio alla Costituzione. L’altra sera dieci minuti prima delle sette abbiamo sentito i nostri vicini di casa che manifestavano con petardi, padelle e una copia della Costituzione, poi siamo usciti in auto a fare il giro della citta’ per renderci conto personalmente della situazione. Possiamo testimoniare che mai nella nostra vita, nemmeno in occasione di una vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio, avevamo visto tanto entusiamo e partecipazione popolare: tutti gli incroci, le piazze, le rotonde, le strade principali erano letteralmente invase dalla gente, con le pentole, i tamburi, la musica, i cappellini rossi, la Costituzione, le bandiere. Abbiamo incontrato molte manifestazioni grandi e un’infinita’ di piccoli gruppi, che non avendo trovato un mezzo di trasporto per raggiungere una concentrazione, si riuniva nel proprio quartiere, come era il caso dei nostri vicini di cui vi parlavamo. Manifestazioni pacifiche e contagiose, distribuite non solo a San Felix, la parte povera, ma anche a Puerto Ordaz, la zona ricca dove ha preso forza ultimamente il gruppo “Clase media en positivo” e “Profesionales de Venezuela”. Per quanto il suono delle “cacerolas” ogni sera, da una settimana a questa parte, risuoni ovunque dalle sette di sera fino quasi a mezzanotte, da parte dei mezzi di comunicazione non viene nemmeno una parola, a volte si commenta brevemente che un piccolo gruppo di manifestanti chavisti violenti ha inscenato un’ultima disperata manifestazione in appoggio al Presidente. Molti amici con cui siamo in contatto ci dicono che quanto succede qui in citta’ avviene allo stesso modo in altre parti del paese e in misura maggiore a Caracas. Cio’ nonostante sembra che non serva a niente, perche’ l’opposizione per bocca del presidente della CTV ha gia’ dichiarato che bisogna liberarsi di Chávez “in qualsiasi modo”. Concludiamo ora in pochi punti che ci piacerebbe servissero a definire in modo chiaro la nostra posizione. 1. Il governo di Chávez non e’ perfetto, ha molti difetti e problemi, sono molte le critiche che abbiamo da fare a questi tre anni di gestione, pero’, lo ripetiamo ancora una volta come sempre abbiamo fatto in tutti i nostri comunicati, e’ un governo democratico, liberamente eletto dalla popolazione (e riconfermato varie volte dalla stessa in differenti occasioni come per la formazione dell’assemblea Costituente, la votazione alla nuova Costutuzione e le elezioni successive all’entrata in vigore della stessa). Il governo di Chávez, a differenza di tutti i precedenti in Venezuela, non ha nemmeno un prigioniero “politico”, nessun giornale e’ stato chiuso e nessuna televisione e’ stata sanzionata. 2. Cio’ nonostante sappiamo che l’appoggio popolare, di questi poveri che vivono con meno di un dollaro al giorno e che per la prima volta si sentono rappresentati e identificati nella figura del Presidente, non e’ sufficente a mantenere in piedi un governo o un sistema democratico. Ben altri sono gli interessi e i poteri in gioco. 3. Noi, come volontari e come osservatori internazionali, denunciamo fortemente quanto sta avvenendo qui: un tentativo di colpo di stato (questa volta non militare ma economico) ai danni di una libera democrazia, con l’appoggio manipolatore dei mezzi di comunicazione, con l’appoggio parzializzato della gerarchia della Chiesa cattolica locale e tra l’indifferenza internazionale.
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Un saluto e un abbraccio a tutti voi.
Federica  e Giacomo

IL CIRCOLO BOLIVARIANO DI ITALOVENEZOLANI "ANTONIO GRAMSCI" SOTTOSCRIVE E DA LA SUA TUTALE ADESIONE A QUESTO COMUNICATO



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