La nonviolenza e' in cammino. 459



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 459 del 28 dicembre 2002

Sommario di questo numero:
1. Paul Gauthier, le pietre hanno gridato abbastanza
2. Lidia Menapace, il numero 5/2002 di "Concilium" su I diritti delle donne
3. Per la pace nella rete telematica
4. Letture: Edoardo Albinati, Il ritorno
5. Letture: Lucia Annunziata, No
6. Letture: Fausto Bertinotti, Alfonso Gianni, Per una pace infinita
7. Letture: Ratko Dragutinovic, I Kanjarija. Storia vissuta dei rom
dasikhane' in Italia
8. Letture: Enrico Euli, Marco Forlani (a cura di), Guida all'azione diretta
nonviolenta
9. Letture: Fabio Galluccio, I lager in Italia
10. Letture: Mohandas Gandhi, Per la pace
11. Letture: Joze Pirjevec, Le guerre jugoslave (1991-1999)
12. Riletture: Bruno Bettelheim, Ferite simboliche
13. Riletture: Lucia Borghese, Invito alla lettura di Heinrich Boell
14. Riletture: Barry Commoner, Far pace col pianeta
15. Riletture: Nadine Gordimer, Nessuno al mio fianco
16. Riletture: Siri Nergaard (a cura di), Teorie contemporanee della
traduzione
17. Riletture: Elisabetta Rasy, Ritratti di signora
18. Riletture: Giuliana Segre Giorgi, Piccolo memoriale antifascista
19. Riletture: Lev Tolstoj, La confessione
20. Riletture: Maruja Torres, Amor America
21. Riletture: Virginia Woolf, Momenti di essere e altri racconti
22. Ristampe: Billie Holiday, La signora canta il blues
23. Riedizioni: Carlo Palermo, Il quarto livello. 11 settembre 2001 ultimo
atto?
24. Orsola Casagrande, l'arcivescovo di Canterbury contro la guerra
25. GiuliaD'Agnolo Vallan, l'altra America contro la guerra
26. Ornella Sangiovanni, volontari umanitari a Baghdad
27. Comitato dei lenzuoli, nove consigli scomodi al cittadino che vuole
combattere la mafia
28. La "Carta" del Movimento Nonviolento
29. Per saperne di piu'

1. MAESTRI. PAUL GAUTHIER: LE PIETRE HANNO GRIDATO ABBASTANZA
[Da Paul Gauthier, E il velo si squarcio', Edizioni Qualevita, Torre dei
Nolfi (Aq) 1988, p. 152. Paul Gauthier, costruttore di pace, e' scomparso
questo 25 dicembre]
Le pietre hanno gridato abbastanza e il sangue degli innocenti e' stato
sparso anche troppo.

2. SEGNALAZIONI. LIDIA MENAPACE: IL NUMERO 5/2002 DI "CONCILIUM" SU I
DIRITTI DELLE DONNE
[Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti: menapace at tin.it) per questa
segnalazione del recente volume dell'ottima rivista di teologia. Lidia
Menapace, gia' impegnata nella Resistenza, e' una delle figure piu' luminose
dei movimenti delle donne, di pace, di solidarieta', di liberazione. La
maggior parte dei suoi scritti e interventi e' dispersa in quotidiani e
riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. (a
cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani,
Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia
politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in
collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra
indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo
accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna,
Milano 2001]
Segnalo il numero 5/2002 di "Concilium", importante rivista internazionale
di teologia, edita in Italia dalla Queriniana di Brescia (viene pubblicata
contemporaneamente in sette lingue), che ogni anno nella sua programmazione
include un numero di teologia femminista sempre di grande interesse.
Il numero citato si intitola I diritti delle donne, e contiene contributi di
varia quaIita', ma per lo piu' eccellenti e soprattutto molto  attuali,
perche' inserisce il tema dei diritti nella globalizzazione, segnalando i
pericoli che ne derivano per le donne nel loro complesso e per gli uomini
emarginati (soggetto indicato in inglese con la parola inclusiva wo/men,
come fosse don/mini).
Segnalo in particolare di Rachel Salazar Parrenas il saggio "Tra le donne.
Lavoro domestico straniero e disuguaglianza tra uomo e donna nella nuova
economia globale", un saggio molto sentito e corredato di notizie: in
effetti le donne emigrate che lavorano presso di noi ci agevolano nella
gestione delle nostre famiglie tanto che non potremmo attendere ad altre
attivita' lavorative e di studio se non le avessimo presso di noi, ma
trascurando le loro, lasciando i figli lontanissimi presso i nonni o
affidati a donne ancor piu' povere, per salari miseri: in parte cio' e'
dovuto anche al fatto che la divisione del carico di lavoro domestico e'
ancora non equilibrata tra i generi nei nostri paesi ed e' piu' "facile"
sfruttare selvaggiamente una donna magari filippina, che convincere un uomo
a prendersi la sua parte.
Tutto il fascicolo e' collocato nel contesto di una rigorosa difesa dei
diritti delle donne come diritti umani.
Forse si sorridera', ma per definire i diritti delle donne come diritti
umani specifici e non varianti o appendici dei diritti degli uomini, ci sono
volute due conferenze mondiali delle Nazioni Unite, una a Vienna dove la
delegazione delle donne che voleva sostenere tale tesi non fu nemmeno
ammessa, e quella di Pechino, 1995, la quarta conferenza  delle Nazioni
Unite sulla condizione delle donne sul pianeta, che solennemente affermo'
che i diritti delle donne sono diritti umani e sono universali. Almeno
giuridicamente una grande violenza e' stata sanata.
L'altro saggio che mi pare molto bello e' di Marcela Althaus-Reid, una
ardita e ironica teologa argentina: si intitola "Il diritto della donna a
non essere normale", tutto da leggere anche per il paragone rigorosamente
argomentato tra teologia, capitalismo, globalizzazione e pornografia.

3. STRUMENTI. PER LA PACE NELLA RETE TELEMATICA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 dicembre 2002 riportiamo questo minimo
elenco di siti in inglese contro la guerra; cogliamo l'occasione per
segnalare anche alcuni fondamentali riferimenti italiani:
www.nonviolenti.org e www.peacelink.it]
- www.war-times.org
- www.nonviolence.org/vitw (Voices in the Wilderness, sostiene una campagnia
per la fine delle sanzioni economiche al popolo iracheno)
- www.notinourname.net
- www.unitedforpeace.org
- www.moveon.org/nowar
- http://pax.protest.net
- www.mothersactingup.org
- http://gnva.org (global nonviolence alliance)
- www.peace-action.org; www.stopwar.org.uk
- www.why-war.com/index.shtml
- www.tompaine.com (Tom Paine common sense)
- www.warresisters.org
- http://traprockpeace.org
- http://warincontext.org
- www.votenowar.org

4. LETTURE. EDOARDO ALBINATI: IL RITORNO
Edoardo Albinati, Il ritorno, Mondadori, Milano 2002, pp. 252, euro 8. Il
noto scrittore racconta la sua esperienza di quattro mesi in Afghanistan
come volontario dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

5. LETTURE. LUCIA ANNUNZIATA: NO
Lucia Annunziata, No, Donzelli, Roma 2002, pp. XII + 156, euro 10. La nota
giornalista riflette su "la seconda guerra irachena e i dubbi
dell'Occidente" ed esprime un netto no alla guerra (muovendo da posizioni
che non sono quelle del movimento pacifista). In appendice l'inquietante
documento dell'amministrazione Bush su "La strategia della sicurezza
nazionale".

6. LETTURE. FAUSTO BERTINOTTI, ALFONSO GIANNI: PER UNA PACE INFINITA
Fausto Bertinotti, Alfonso Gianni, Per una pace infinita, Ponte alle Grazie,
Milano 2002, pp. 224, euro 13. Una interessante conversazione sulla pace tra
i due dirigenti del Prc.

7. LETTURE. RATKO DRAGUTINOVIC: I KANJARIJA. STORIA VISSUTA DEI ROM
DASIKHANE' IN ITALIA
Ratko Dragutinovic, I Kanjarija. Storia vissuta dei rom dasikhane' in
Italia, Multimage, Firenze 2000, pp. 160, lire 15.000. Un libro di grande
interesse, arricchito da molti materiali e contributi.

8. LETTURE. ENRICO EULI, MARCO FORLANI (A CURA DI): GUIDA ALL'AZIONE DIRETTA
NONVIOLENTA
Enrico Euli, Marco Forlani (a cura di), Guida all'azione diretta
nonviolenta, Altreconomia-Berti, Milano-Piacenza 2002, pp. 108, euro 7.
Un'agile e utile raccolta di esperienze e strumenti.

9. LETTURE. FABIO GALLUCCIO: I LAGER IN ITALIA
Fabio Galluccio, I lager in Italia, Nonluoghi, Civezzano (Tn) 2002, pp. 228,
euro 13. Una ricerca sulle leggi razziali del '38, sui campi di
concentramento fascisti in Italia, sulla "memoria sepolta".

10. LETTURE. MOHANDAS GANDHI: PER LA PACE
Mohandas Gandhi, Per la pace, Feltrinelli, Milano 2002, pp. 120, euro 6,50.
La traduzione italiana di un raccolta di brevi excerpta gandhiani raccolti e
introdotti da Thomas Merton alla meta' degli anni '60. L'editore incorre nel
solito errore di scrivere nonviolenza come due parole separate. Quando
impareranno mai? Mohandas Gandhi e' il fondatore della nonviolenza. Nato a
Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in
Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione
degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915
torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si
batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte
politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e
sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in
direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948.
Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di
piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno
occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure
vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di
Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un
avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i
suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli;
Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua
autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti
con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della
nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verità, vol. I, Sonda,
Torino-Milano 1991; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col
titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza
nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India,
Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef. Altri volumi sono stati
pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche
come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra
essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce
della verita'. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da
altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin
Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo
Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (su essa
cfr. anche il noto, acuto studio di Giuliano Pontara). Opere su Gandhi: tra
le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente
accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro
di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung,
Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente
detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il
Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il
Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il
Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig, Genova 1998. Una importante
testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per
la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi;
materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri
libri utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William
L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica
Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione è quella di Ernesto
Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e'
quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma. Thomas Merton
(1915-1968) nacque a Prades nei Pirenei francesi da padre neozelandese e
madre americana, ambedue pittori. Stabilitosi negli Usa, e dopo varie
esperienze entrato nell'ordine dei Cistercensi di stretta osservanza
nell'abbazia di Gethsemani nel Kentuky, mori' a Bangkok per un incidente
provocato da un elettrodomestico. Opere di Thomas Merton: in Italia l'
editore Garzanti ha pubblicato molte sue opere, tra esse segnaliamo
particolarmente l'autobiografia La montagna dalle sette balze; l'antologia
delle Poesie; tra i saggi il volume Lo zen e gli uccelli rapaci.

11. LETTURE. JOZE PIRJEVEC: LE GUERRE JUGOSLAVE (1991-1999)
Joze Pirjevec, Le guerre jugoslave (1991-1999), Einaudi, Torino 2001, 2002,
pp. XVIII + 750, euro 14. Una vasta ricostruzione storica di uno dei piu'
prestigiosi studiosi di storia dei paesi slavi.

12. RILETTURE. BRUNO BETTELHEIM: FERITE SIMBOLICHE
Bruno Bettelheim, Ferite simboliche, Sansoni, Firenze 1973, Bompiani, Milano
1996, pp. 240, lire 14.000. Uno studio antropologico con approccio
psicoanalitico del 1962 sui riti di iniziazione, di grande interesse. Bruno
Bettelheim, nato a Vienna nel 1903, reduce dal lager, si trasferi' in
America dove ha fondato e diretto la Orthogenic School per bambini
psicotici. Considerato tra i massimi esperti di psicologia infantile, si e'
tolto la vita nel 1990. Opere di Bruno Bettelheim: Il prezzo della vita,
Adelphi; Sopravvivere, Feltrinelli; I figli del sogno, Mondadori; Dialoghi
con le madri, Comunita'; L'amore non basta, Ferro; Ferite simboliche,
Sansoni; La fortezza vuota, Garzanti; Il mondo incantato, Feltrinelli;
Psichiatria non oppressiva, Feltrinelli; Imparare a leggere (con Karen
Zelan), Feltrinelli; Freud e l'anima dell'uomo, Feltrinelli; Un genitore
quasi perfetto, Feltrinelli. Cfr. anche il libro ricavato da un'ampia
intervista televisiva: Bruno Bettelheim, Daniel Karlin, Uno sguardo diverso
sulla follia, Cittadella.

13. RILETTURE. LUCIA BORGHESE: INVITO ALLA LETTURA DI HEINRICH BOELL
Lucia Borghese, Invito alla lettura di Heinrich Boell, Mursia, Milano 1980,
1990, pp. 252, lire 10.000. Una essenziale e precisa introduzione al grande
scrittore pacifista. Heinrich Boell e' nato a Colonia nel 1917, testimone
degli orrori del secolo, uomo di tenace, intransigente impegno morale e
civile. Premio Nobel per la letteratura nel 1972. E' scomparso nel 1985. La
sua bonta' dovrebbe passare in proverbio. Opere di Heinrich Boell: tra le
opere di narrativa (che sono sempre anche di testimonianza) piu' volte
ristampate: Il treno era in orario (Mondadori), Viandante, se giungi a Spa.
(Mondadori), Dov'eri, Adamo? (Bompiani), E non disse nemmeno una parola
(Mondadori), Racconti umoristici e satirici (Bompiani), Il nano e la bambola
(Einaudi), Opinioni di un clown (Mondadori), Foto di gruppo con signora
(Einaudi), L'onore perduto di Katharina Blum (Einaudi), Vai troppo spesso a
Heidelberg (Einaudi), Assedio preventivo (Einaudi), Il legato (Einaudi), La
ferita (Einaudi), Donne con paesaggio fluviale (Einaudi). Tra le raccolte di
saggi e interventi: Rosa e dinamite, Einaudi, Torino 1979; Lezioni
francofortesi, Linea d'ombra, Milano 1990; Terreno minato, Bompiani, Milano
1990; Fraternita' difficile, Edizioni e/o, Roma 1999. Opere su Heinrich
Boell: Italo Alighiero Chiusano, Heinrich Boell, La Nuova Italia, Firenze
1974; ed appunto Lucia Borghese, Invito alla lettura di Boell, Mursia,
Milano 1990.

14. RILETTURE. BARRY COMMONER: FAR PACE COL PIANETA
Barry Commoner, Far pace col pianeta, Garzanti, Milano 1990, pp. 304, lire
28.000. Un classico saggio di Commoner che riprende e prosegue, vent'anni
dopo, l'analisi de Il cerchio da chiudere. Barry Commoner, biologo, ecologo,
come e' noto e' uno degli autori piu' significativi della riflessione e
dell'impegno ambientalista. Opere di Barry Commoner: Il cerchio da chiudere,
Garzanti; La tecnologia del profitto, Editori Riuniti; La poverta' del
potere, Garzanti; Ecologia e lotte sociali, Feltrinelli (con Virginio
Bettini); La politica dell'energia, Garzanti; Se scoppia la bomba, Editori
Riuniti; Far pace col pianeta, Garzanti.

15. RILETTURE. NADINE GORDIMER: NESSUNO AL MIO FIANCO
Nadine Gordimer, Nessuno al mio fianco, Feltrinelli, Milano 1994, 1999, pp.
264, lire 13.000. Ancora un romanzo della Gordimer utile a capire il nuovo
Sudafrica. Nadine Gordimer, e' una delle piu' grandi scrittrici
contemporanee, sudafricana, impegnata contro l'apartheid, Premio Nobel per
la letteratura. Opere di Nadine Gordimer: oltre i suoi numerosi volumi di
racconti e romanzi (tra cui: Un mondo di stranieri, Occasione d'amore, Il
mondo tardoborghese, Un ospite d'onore, La figlia di Burger, Luglio,
Qualcosa la' fuori, Storia di mio figlio, tutti presso Feltrinelli; Il bacio
del soldato, presso La Tartaruga) segnaliamo Vivere nell'interregno,
Feltrinelli, Milano 1990; Scrivere ed essere, Feltrinelli, Milano 1996.
Opere su Nadine Gordimer: AA. VV., Nadine Gordimer: a bibliography of
primary and secondary sources, 1937-1992, Hans Zell, London 1994.

16. RILETTURE. SIRI NERGAARD (A CURA DI): TEORIE CONTEMPORANEE DELLA
TRADUZIONE
Siri Nergaard (a cura di), Teorie contemporanee della traduzione, Bompiani,
Milano 1995, pp. 448, lire 30.000. Una raccolta di saggi di illustri
studiosi di grande utilita', che vivamente raccomandiamo a quanti vogliono
impegnarsi nella riflessione e nell'azione nonviolenta e devono quindi
ragionare profondamente sulla comunicazione e l'interpretazione.

17. RILETTURE. ELISABETTA RASY: RITRATTI DI SIGNORA
Elisabetta Rasy, Ritratti di signora, Rizzoli, Milano 1995, 1997, pp. 224,
lire 14.000. La fine saggista racconta la giovinezza di Grazia Deledda, Ada
Negri, Matilde Serao.

18. RILETTURE. GIULIANA SEGRE GIORGI: PICCOLO MEMORIALE ANTIFASCISTA
Giuliana Segre Giorgi, Piccolo memoriale antifascista, La Nuova Italia,
Scandicci (Fi) 1999, pp. XLIV + 116, lire 23.000. Un delicato e luminoso
gioiello nella bella collana di testimonianze, documenti e memorialistica
"Dall'azionismo agli azionisti" diretta da Giovanni De Luna.

19. RILETTURE. LEV TOLSTOJ: LA CONFESSIONE
Lev Tolstoj, La confessione, Se, Milano 1995, pp. 120, lire 25.000. L'opera
che segna la rottura e il passaggio dal Tolstoj uomo di lettere al Tolstoj
uomo religioso, riformatore, amico della nonviolenza. Lev Tolstoj nato nel
1828 e scomparso nel 1910, non e' stato solo grandissimo scrittore, ma anche
educatore e riformatore religioso e sociale, e propugnatore della
nonviolenza. Opere di Lev Tolstoj: tralasciando qui le opere letterarie (ma
cfr. almeno Tutti i romanzi, Sansoni, Firenze; e alcuni dei piu' grandi
racconti, come La morte di Ivan Il'ic, e Padre Sergio), della gigantesca
pubblicistica tolstojana segnaliamo particolarmente almeno Quale scuola,
Mondadori, Milano; Perche' la gente si droga? e altri saggi su societa',
politica, religione, Mondadori, Milano; Il regno di Dio e' in voi, Bocca,
Roma, poi Publiprint-Manca, Trento-Genova; La legge della violenza e la
legge dell'amore, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona; La vera vita,
Manca, Genova. Opere su Lev Tolstoj: dal nostro punto di vista segnaliamo
particolarmente Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e Tolstoj, Il Mulino,
Bologna; Pier Cesare Bori, Tolstoj, Edizioni cultura della pace, S. Domenico
di Fiesole (Fi); Pier Cesare Bori, L'altro Tolstoj, Il Mulino, Bologna;
Amici di Tolstoi (a cura di), Tolstoi il profeta, Il segno dei Gabrielli, S.
Pietro in Cariano (Vr). Indirizzi utili: "Amici di Tolstoi", c/o Gloria
Gazzeri, via Casole d'Elsa 13, 00139 Roma, tel. 068125697, e-mail:
amiciditolstoi at tiscalinet.it

20. RILETTURE. MARUJA TORRES: AMOR AMERICA
Maruja Torres, Amor America, Feltrinelli, Milano 1994, 2001, pp. 198, euro
6,20. Una serie di reportage che si compone in "un viaggio sentimentale in
America Latina" della prestigiosa giornalista del quotidiano spagnolo "El
Pais".

21. RILETTURE. VIRGINIA WOOLF: MOMENTI DI ESSERE E ALTRI RACCONTI
Virginia Woolf, Momenti di essere e altri racconti, Rizzoli, Milano 1995,
pp. 22, lire 14.000. La raccolta postuma dei racconti brevi di Virginia
Woolf, curata da Leonard Woolf. Virginia Woolf, scrittrice tra le piu'
grandi del Novecento, nacque a Londra nel 1882, promotrice di esperienze
culturali ed editoriali di grande rilievo, oltre alle sue opere letterarie
scrisse saggi di cui alcuni fondamentali per una cultura della pace. Mori'
suicida nel 1941. Le sue opere sono state tradotte da vari editori,
un'edizione di Tutti i romanzi  (in due volumi, comprendenti La crociera,
Notte e giorno, La camera di Jacob, La signora Dalloway, Gita al faro,
Orlando, Le onde, Gli anni, Tra un atto e l'altro) e' stata recentemente
pubblicata in una collana ultraeconomica dalla Newton Compton di Roma. Tra i
saggi due sono particolarmente importanti per una cultura della pace: Una
stanza tutta per se', Newton Compton, Roma 1993; Le tre ghinee, Feltrinelli,
Milano 1987. Tra le molte opere su Virginia Woolf per una prima introduzione
cfr. Quentin Bell, Virginia Woolf, Garzanti, Milano 1974; Mirella Manconi
Billi, Virginia Woolf, La Nuova Italia, Firenze 1975; Paola Zaccaria,
Virginia Woolf, Dedalo, Bari 1980; segnaliamo anche almeno le pagine di
Erich Auerbach, "Il calzerotto marrone", in Mimesis, Einaudi, Torino 1977.

22. RISTAMPE. BILLIE HOLIDAY: LA SIGNORA CANTA IL BLUES
Billie Holiday, La signora canta il blues, Feltrinelli, Milano 1979, 2002,
pp. 300, euro 8. La vicenda umana e artistica della grandissima voce del
jazz.

23. RIEDIZIONI. CARLO PALERMO: IL QUARTO LIVELLO. 11 SETTEMBRE 2001 ULTIMO
ATTO?
Carlo Palermo, Il quarto livello. 11 settembre 2001 ultimo atto?, Editori
Riuniti, Roma 2002, pp. 344, euro 14,50. Riedizione con aggiornamenti del
noto libro del 1996. Carlo Palermo e' nato ad Avellino nel 1947, ha condotto
come magistrato alcune inchieste di fondamentale importanza su armi e droga,
mafia e politica, subendo per questo persecuzioni dai poteri corrotti e un
attentato mafioso (strage di Pizzolungo) da cui si e' salvato a stento
riportandone lesioni permanenti. Successivamente ha lasciato la magistratura
ed e' stato consigliere regionale del Lazio, poi deputato nella XI
legislatura, poi consigliere regionale e provinciale a Trento. Svolge come
avvocato unicamente attivita' di difensore di parti civili in alcuni
processi di mafia. Opere di Carlo Palermo: Riflessioni di un giudice,
Editori Riuniti, Roma 1987; L'attentato, Publiprint, Trento 1992; Il quarto
livello, Editori Riuniti, Roma 1996, 2002; Il giudice, Reverdito, Trento
1997; Il papa nel mirino, Editori Riuniti, Roma 1998; Ustica, Avvenimenti,
Roma 1998. Una sintesi della sua inchiesta del 1980-1984 e' stata
pubblicata, in Armi & droga: l'atto d'accusa del giudice Carlo Palermo,
Editori Riuniti, Roma 1988 (con un saggio introduttivo di Pino Arlacchi).
Segnaliamo inoltre una intervista in opuscolo, a cura di Michele Gambino,
Armi & droga: la mia inchiesta, suppl. ad "Avvenimenti", Roma 1992. Opere su
Carlo Palermo: Maurizio Struffi, Luigi Sardi, Fermate quel giudice,
Reverdito, Trento 1986.

24. VOCI DI PACE. ORSOLA CASAGRANDE: L'ARCIVESCOVO DI CANTERBURY CONTRO LA
GUERRA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 dicembre 2002]
Nel suo primo discorso ufficiale come capo della chiesa anglicana il
neoeletto arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ha usato parole
durissime contro l'ipotesi di una guerra in Iraq.
Paragonando gli strateghi inglesi e americani ai tre saggi che, in cammino
verso Betlemme, informarono re Erode della nascita di Gesu' provocando cosi'
la strage di centinaia di bambini, l'arcivescovo ha detto che "si sta per
commettere l'errore piu' grande". Come le vittime di Erode, gli innocenti
bambini, anche le vittime di Usa e Gran Bretagna saranno soprattutto civili
innocenti.
Nel suo messaggio di Natale l'arcoivescovo Williams ha aggiunto che "siamo
tutti intrappolati nella stessa rete... sprofondiamo sempre di piu' nella
tragedia" e questo "nonostante la tecnologia, le comunicazioni,
l'intelligence dei tempi moderni" che sembrano non servire a nulla, dal
momento che a morire continuano ad essere gli innocenti.
Parole durissime quelle del capo della chiesa anglicana che ha direttamente
accusato anche in passato il governo Blair e l'amministrazione americana di
voler "provocare nuova sofferenza" ad un mondo gia' sofferente.
Come gia' in passato anche nel discorso di Natale l'arcivescovo ha chiesto
ai due governi di trovare una soluzione diplomatica, di scongiurare una
guerra "il cui prezzo da pagare per l'umanita' intera sarebbe enorme". Nel
primo anniversario degli attacchi dell'11 settembre, Williams aveva detto
che la guerra contro l'Afghanistan poteva essere descritta con un eufemismo:
"il male minore". Ma la guerra contro l'Iraq, ha detto senza mezzi termini,
sarebbe una tragedia di proporzioni immani.
Con parole destinate a suscitare polemiche, l'arcivescovo ha anche aggiunto
in una trasmissione della Bbc Radio 4, che i kamikaze e i metodi militari di
Stati Uniti e Gran Bretagna hanno "alcune qualita' in comune". Entrambi
infatti "vedono solo da lontano i loro obiettivi". Infatti "i terroristi, i
kamikaze - ha aggiunto - sono persone che sono arrivate al punto in cui
possono soltanto vedere da lontano i loro obiettivi: quella distanza
sufficiente a non distinguere piu' i volti, a non incrociare gli sguardi, a
non immaginare chi siano quelle persone e che cosa amino".
Ma la violenza, "tutta la violenza, - ha insistito l'arcivescovo - funziona
proprio perche' e' distante, dipende dal non vedere certe cose". Per questo
"con i metodi altamente tecnologici in uso in questi anni la tentazione di
prendere per esatta la vista che ci viene offerta da lontano, e' enorme. E
questo significa che dovremmo riuscire a considerare l'opzione militare come
qualcosa su cui riflettere molto piu' che in passato".
Le parole della massima autorita' della chiesa anglicana sono state accolte
con favore soprattutto dal movimento contro la guerra che sta preparando
manifestazioni ed eventi che culmineranno nella manifestazione nazionale del
15 febbraio a Londra. E sono parole ancora piu' rilevanti se si considera il
crescente malcontento all'interno della comunita' islamica inglese: recenti
sondaggi rivelano esplicitamente che la maggioranza dei cittadini musulmani
britannici ritengono che in realta' la "guerra contro il terrorismo
internazionale" sia una guerra all'Islam. In Gran Bretagna dopo l'11
settembre sono aumentati come un po' ovunque gli attentati e gli attacchi di
stampo razzista rivolti contro la comunita' islamica. Del resto lo stesso
parlamento ha approvato una delle legislazioni antiterrorismo piu'
repressive d'Europa, che prevede, tra le altre cose, l'internamento senza
processo. Vittime di questa nuova misura sono decine di giovani di religione
islamica che da mesi sono rinchiusi in carceri di massima sicurezza senza
nemmeno un'accusa o una prova.

25. VOCI DI PACE. GIULIA D'AGNOLO VALLAN: L'ALTRA AMERICA CONTRO LA GUERRA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 dicembre 2002]
Artists Say Win Without War - gli artisti dicono vincete senza la guerra.
L'iniziativa contro l'intervento armato in Iraq, promossa da un folto gruppo
di personalita' hollywoodiane (tra cui Martin Sheen, Mia Farrow, Carl
Reiner, Helen Hunt, Anjelica Huston, Kim Basinger, Matt Damon, David
Duchovny, Susan Sarandon, Tim Robbins...), e' stata in seguito pubblicata
sotto forma di pagina/annuncio pubblicitario su "New York Times" e
"Washington Post", ed e' l'ultima di una lunga serie di analoghe inserzioni
a pagamento sui quotidiani per attaccare la politica di Bush.
Tra le piu' recenti di queste iniziative contro la guerra, oltre a quella
degli artisti (a cura di MoveOn.org e di TomPaine.common sense), la pagina
di un gruppo di accademici - che diceva: "13.026. Oggi e' il numero dei
firmatari di una petizione, domani potrebbe essere il conto delle vittime" -
e un'altra di dottori e personale medico (dell'organizzazione Physicians for
Social Responsibility): "Votate no alla guerra preventiva".
La piu' efficace tra tutte rimane l'inserzione intitolata "Not in Our Name"
(firmata da personalita' della cultura e della politica americana come
Ramsey Clark, Bell Hooks, Gloria Steinem, Gore Vidal, Kurt Vonnegut...).
Va notato, nell'uso della grafica, che almeno due delle inserzioni si sono
servite dell'immagine patriottica dello Zio Sam con il dito puntato. Nella
prima, il vecchio signore con la barba bianca che viene usato per il
reclutamento dei militari, dice: "Voglio che sospendi il fuoco" suggerendo,
invece dell'intervento armato, un embargo piu' aggressivo e un blocco
navale; mentre un'altra sostituiva al severo, candido Zio Sam, vestito a
stelle e strisce, il ritratto di Osama bin Laden che, dito puntato anche
lui, dice agli americani: "Voglio che tu invada l'Iraq!". L'annuncio spiega
perche' un intervento militare gioverebbe ad Al Queda e conclude citando
Clint Eastwood-Callaghan: "Make my day".
Inserzioni contro la guerra come queste, sono usatissime fino dai tempi del
Vietnam, ci spiega Bill Bielding, capo di Common Cause, un'organizzazione di
monitoraggio del processo legislativo, fondata nel 1970 dall'ex ministro
della salute di Johnson, John Gardner, e che, nel 1971, e' stata uno dei
pionieri del genere, avendo acquistato una pagina che diceva: "Solo una
persona puo' fermare la guerra in Vietnam: tu".
L'annuncio che Common Cause ha pubblicato contro l'intervento in Iraq per
due giorni di seguito sul "New York Times" e' stato pagato da una coppia di
newyorkesi che, dopo essere stata subissata di telefonate per aver
pubblicato a titolo personale una pagina simile contro l'impeachment di Bill
Clinton, ha incaricato Common Cause di gestire la loro iniziativa pacifista.
L'annuncio, spiega ancora Bielding, e' costato 38.000 dollari al giorno,
meta' della tariffa che normalmente il quotidiano newyorkese richiede per
inserzioni di questo tipo in bianco e nero, ed e' stato co-firmato, tra gli
altri, da Mario Cuomo, Walter Cronkite, Arthur Schlesinger Jr., Amy Tan e da
Orville Shell. A seguito della pubblicazione dell'annuncio, Cuomo e Cronkite
sono stati intervistati in televisione e dopo che Susan Sarandon lo ha
citato in un rally a Central Park, Common Cause ha ricevuito 40-50.000
chiamate di sostegno.
Una pagina pubblicitaria simile, costata 56.000 dollari e apparsa sul
"Washington Post" sotto forma di lettera al presidente Bush e' stata la
ragione per cui l'Institute for Public Accuracy ha deciso di coinvolgere
Sean Penn in un viaggio in Iraq.
Con sedi a Washington e a San Francisco, Accuracy investe una media di
350.000 dollari all'anno per diffondere informazione altrimenti poco
accessibile al pubblico e facilitare contatti con analisti politici di
settore. "La nostra organizzazione aveva gia' sponsorizzato una delegazione
analoga in Iraq, il settembre scorso. Era composta di diplomatici", ci
spiega da San Francisco Norman Solomon, direttore del gruppo. "La lettera di
Penn era stata, allo stesso tempo, molto visibile ed eloquente. Non abbiamo
mai trattato con celebrities, in passato, ma invitare un artista della sua
fama ci dava l'opportunita' di dar rilievo ad alcuni temi che ci stanno a
cuore. E a Penn la proposta e' interessata perche', come ha dichiarato in
piu' occasioni, voleva vedere di persona certe cose riguardo alla situazione
umanitaria".
Solomon garantisce che l'itinerario in Iraq - comprensivo di una visita
all'ospedale per bambini Al Mansour, al sobborgo di Saddam City, a un
impianto di depurazione dell'acqua distrutto dai bombardamenti, e di
incontri con il ministro della sanita', con il direttore dell'Unicef a
Baghdad, con esponenti dell'Unicef che lavorano nelle scuole e con il vice
primo ministro Tariq Aziz - e' stato programmato insieme a Penn, e afferma
di essersi aspettato fin dall'inizio le reazioni negative che hanno accolto
l'attore al ritorno in patria. "Sarabbe stato impossibile pensare che la
macchina mediatica della destra, controllata da Rupert Murdoch, non si
sarebbe scatenata. Mi riferisco in particolare al "New York Post" e al Fox
News Channel (i reportage da Bagdad apparsi su "New York Times", "Washington
Post" e sull'inglese "The Guardian" erano, invece, molto misurati, ndr). Ma
la veemenza della reazione suggerisce che il nostro viaggio e' stato una
cosa positiva. E comunque le tattiche sono le stesse dai tempi del Vietnam:
qualunque personalita' di una certa notorieta' parlasse contro la guerra
veniva attaccata selvaggiamente".
Dal punto di vista di Solomon, i paragoni con le immagini di Jane Fonda
riprese ad Hanoi e usati per infierire su Penn, non sono adeguati: "A quel
tempo Jane Fonda era almeno parzialmente a favore del governo del Nord
Vietnam. Solo un pazzo sosterrebbe la politica dell'attuale governo
iracheno. E poi Sean a Baghdad si e' mosso in modo molto diverso". Ma
sostiene anche, nonostante i distorcimenti e gli attacchi, che non e' vero
che il movimento contro la guerra in Iraq sia meno trattato dai media di
quanto non lo fosse quello contro il Vietnam: "Sono attivo politicamente dal
1967. Prima di allora, a partire dal 1965, non si leggeva nulla del
movimento pacifista e poi, quando hanno cominciato a parlarne, era
essenzialmente in chiave molto negativa. Certo, oggi qualitativamente e
quantitativamente si potrebbe fare di piu', ma almeno ci sono stati pezzi
sul "New York Times" e sul "Washington Post", anche in prima pagina. Il
fatto e' che questo movimento contro la guerra non e' una forza compatta,
nonostante ci siano sinergie importanti, come Global Exchange e United for
Peace. La sua forza sta nella decentralizzazione ma, se sei decentralizzato,
e' difficile trovare visibilita' a livello nazionale. E comunque, quando
comincera' la guerra, sara' difficile ottenere qualsiasi tipo di spazio
almeno per qualche settimana. Io credo che, oggi come oggi, in Usa ci sia un
movimento contro la guerra ampio e di una certa importanta. Ma quello a
favore e' molto istituzionalizzato e molto potente".
Chiudiamo la telefonata chiedendo un commento sulle reazioni irachene alla
visita di Sean Penn e sulle dichiarazioni imputate all'attore: "Il governo
iracheno ha un ministero della propaganda totalmente inetto. Quel comunicato
stampa che hanno emesso - secondo cui Sean Penn garantiva che in Iraq non
esistono armi di distruzione di massa - era falso, e cosi' abbiamo dovuto
smentirli. Era meglio che stessero zitti. Se lavorassero per Madison Avenue
non durebbero un giorno".

26. VOCI DI PACE. ORNELLA SANGIOVANNI: VOLONTARI UMANITARI A BAGHDAD
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 dicembre 2002]
L'Hotel Al Fanar, affacciato sul Tigri, e' diventato in questi anni il
quartier generale delle organizzazioni non governative che lavorano in Iraq.
Modesto ma accogliente, ha un'atmosfera calda e familiare. Qui vivono e
lavorano, fra gli altri, i francesi di Enfants du monde e di Premiere
Urgence, gli italiani di Un ponte per, e diversi altri.
Siamo venuti per capire meglio cosa fanno.
Non e' facile la vita delle ong in Iraq: i dodici anni di embargo hanno
inferto danni molto gravi al tessuto sociale del paese e praticamente
cancellato la sua societa' civile. Interlocutore unico e obbligato della
loro attivita' e' la Iraqi Red Crescent Society, la Mezzaluna Rossa
irachena, e la convivenza non e' facile. Differenze di mentalita' e pesanti
intoppi burocratici, assieme alla dignita' degli iracheni, che mal
sopportano di essere diventati - da paese ricco e sviluppato - una nazione
costretta a vivere di assistenza, ostacolano attivita' e progetti.
La vicenda che ci raccontano a Enfants du Monde e' emblematica.
L'organizzazione, attiva dal 1995 nel settore dell'assistenza ai bambini
orfani, portatori di handicap e ai bambini di strada, ha per partner il
ministero del lavoro e degli affari sociali. La nomina di un nuovo ministro
ne ha quasi paralizzato l'attivita': i progetti sono bloccati senza che sia
stata fornita una spiegazione.
Incontriamo anche i Mennoniti: gruppo americano-canadese di ispirazione
religiosa, che ha radici nel messaggio biblico, e in Iraq lavora con
l'Islamic Relief Agency. Ci parlano di un loro progetto nel settore
dell'agricoltura - in particolare della coltivazione dei pomodori - che mira
a migliorarne la produzione attraverso la fornitura di semi di alta
qualita', venduti ai contadini a un prezzo minimo. Tutti comunque
sottolineano che, al di la' dell'importanza degli aiuti umanitari, il
fattore centrale e' la lotta per l'abolizione delle sanzioni.
Ma all'Al Fanar adesso non ci sono solo le ong. Da poco piu' di due mesi
sono arrivati anche i membri dell'Iraq Peace Team: americani organizzati dal
gruppo pacifista Voices in the Wilderness, che da anni si batte contro
l'embargo con i metodi della nonviolenza. Non sono molti, ma sono
determinatissimi.
Kathy Kelly, coordinatrice e figura carismatica, ci racconta la sua
esperienza. Questo e' il suo diciassettesimo viaggio in Iraq. Era qui
durante la guerra del Golfo, con il Gulf Peace Team: una ottantina di
pacifisti internazionali che si accamparono al confine fra Iraq e Arabia
Saudita nel tentativo di fare interposizione nonviolenta contro la guerra.
Vennero evacuati prima dell'inizio dell'attacco di terra. A guerra finita
Kathy torno' e rimase in Iraq fino all'agosto 1991. Nel 1995 ha fondato
Voices in the Wilderness nel suo appartamento di Chicago: i suoi membri
rischiano fino a 12 anni di carcere e oltre un milione di dollari di multa
per le loro delegazioni di solidarieta' in Iraq (ad oggi piu' di 50) in
violazione della legge federale degli Usa. Nell'estate 2000 Kathy ha vissuto
oltre due mesi a Bassora, con altri cinque membri del suo gruppo. Sono stati
ospiti di famiglie povere per provare di persona (e far sapere negli Usa al
ritorno) come si vive sotto l'embargo. Adesso e' qui con una ventina di
altri attivisti: fra loro anche alcuni membri dei Christian Peacemaker
Teams, gruppo di ispirazione cristiana.
Hanno intenzione di restare anche nel caso in cui scoppiasse la guerra, per
essere testimoni dei suoi effetti sulla popolazione civile. Lanciano un
appello perche' tanti altri si uniscano a loro. L'albergo sul Tigri potrebbe
diventare troppo piccolo.

27. ESPERIENZE ANTIMAFIA. COMITATO DEI LENZUOLI: NOVE CONSIGLI SCOMODI AL
CITTADINO CHE VUOLE COMBATTERE LA MAFIA
[Riproduciamo di seguito la presentazione che di questo testo (un volantino
del Comitato dei lenzuoli, riportato in "Una citta' per l'uomo" n. 5/6,
dicembre 1992, pp. 55-56, da cui lo abbiamo ripreso) facevamo
ripubblicandolo alcuni anni fa: "Quello che segue è il testo di un volantino
diffuso nel 1992 dal "Comitato dei lenzuoli", un'esperienza di mobilitazione
della societq' civile realizzata esponendo alle finestre di casa appunto dei
lenzuoli con scritte che affermassero il rifiuto del consenso alla mafia.
Con la strage di Capaci prima, e con la strage di via d'Amelio poi, il
potere mafioso aveva adottato la pratica del terrore per riaffermare un
regime di occupazione; l'esperienza dei lenzuoli, unita a molte altre,
attesto' vivamente e con grande visibilita' una nitida e massiva resistenza
popolare all'occupazione mafiosa, una resistenza popolare che tuttora
perdura, poiche' tuttora perdura il potere mafioso. Il volantino che di
seguito riproduciamo richiama l'attenzione su una questione decisiva: la
lotta alla mafia comincia dai costumi, dagli stili di vita, dall'esempio che
con la propria concreta condotta si offre, dall'impegno in prima persona,
dal voler veder chiaro e porre rimedio; ovvero: dalla ricostruzione di una
rete di rapporti sociali caratterizzati dalla solidarieta', dalla lealta',
dal senso del dovere, della reciprocita', del rispetto degli altri; dalla
sollecitudine per il bene comune, dal ripudio della violenza e della frode,
dal rifiuto della logica dei lupi e dei vampiri". Per un minimo
approfondimento: R. Alajmo, Un lenzuolo contro la mafia, Gelka, Palermo s.
d. (ma 1993); Comitato dei lenzuoli di Roma (a cura di), Ad occhi aperti.
Nove consigli scomodi contro la mafia nel quotidiano, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1996. Cfr. anche Umberto Santino, Storia del movimento antimafia,
Editori Riuniti, Roma 2000; AA. VV., Dalla parte di Libera, Edizioni Gruppo
Abele, Torino 1995 (ivi particolarmente l'intervento di don Luigi Ciotti,
Libera significa liberi); vedi inoltre Umberto Santino, Oltre la legalita',
Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 1997; un
opuscolo sintetico ed efficace e' Augusto Cavadi, Liberarsi dal dominio
mafioso, Edizioni Dehoniane, Bologna 1993; molto utile Augusto Cavadi (a
cura di), A scuola di antimafia, Centro siciliano di documentazione Giuseppe
Impastato, Palermo 1994]
Vogliamo fare sapere a tutti che siamo contro la mafia. Diamo un segnale.
Ogni mese dal 19 al 23 le date delle stragi di Falcone e Borsellino
appendiamo un lenzuolo alla finestra, con una scritta qualsiasi contro la
mafia, o anche solo con la scritta per non dimenticare.
1. Impariamo a fare fino in fondo il nostro dovere, impariamo a rivendicare
i nostri diritti, a non mendicarli come favori. Impariamo a considerare
nostri i beni e i servizi pubblici, dall'autobus al verde, dalla strada al
monumento; solo cosi' ne arresteremo il degrado e li difenderemo
dall'incuria e dall'abuso mafioso.
2. A casa: educhiamo i bambini alla democrazia, contro ogni violenza,
insegnamo il rispetto delle leggi e la solidarieta' verso i diversi e i
deboli di ogni razza, religione e cultura.
3. Sul posto di lavoro: in ufficio o in ospedale, al comune o alla regione
se c'e' sospetto di tangenti o di sperpero del denaro pubblico o di
favoritismi dobbiamo andare a fondo, cercare alleati tra i colleghi, senza
escludere di rivolgerci a un magistrato.
Se insegnanti: non perdiamo occasione per parlare di mafia, per additarla
come associazione a delinquere tesa al profitto illecito e improntata alla
vigliaccheria.
Se studenti: rivendichiamo servizi efficienti, lezioni puntuali, esami
regolari e senza favoritismi. Denunciamo i professori assenteisti.
Se commercianti: quando riceviamo offerte di protezione o strane richieste,
questo e' il racket del pizzo, rivolgiamoci a Sos Imprese tel. 091/6811016.
Se invece gia' paghiamo il pizzo cerchiamo alleati nella categoria,
associamoci contro il racket come hanno fatto i commercianti di Capo
d'Orlando.
4. Nella pubblica amministrazione: per ogni disfunzione o ritardo, per avere
accesso a ogni tipo di documento amministrativo, impariamo a servirci della
legge regionale n. 10 del '91 sulla trasparenza, consultiamoci con l'
associazione "Movimento 9 maggio" (data dell'uccisione di Giovanni
Bonsignore) telefono provvisorio 091/6111166, oppure rivolgiamoci al numero
telefonico istituito dalla Prefettura per agevolare i cittadini tel.
091/338317.
5. Al medico, al meccanico, al ristorante, all'avvocato chiediamo regolare
fattura o ricevuta fiscale, rifiutiamo l'arroganza dell'evasione.
6. Per strada: se abbiamo la disgrazia di assistere a un fatto di sangue o a
una rapina collaboriamo con gli inquirenti, raccontiamo tutto cio' che
abbiamo visto.
7. Boicottiamo gli affari della mafia: a chi si buca spieghiamo che lui si
rovina e la mafia si arricchisce; non compriamo sigarette di contrabbando
ne' "roba" da fumare; non frequentiamo locali sospetti di essere gestiti da
mafiosi.
8. Prima dopo e durante le elezioni: rifiutiamo di scambiare il voto con un
qualche favore.
Nulla cambiera' finche' voteremo per i partiti che ci hanno governato per
molti decenni consentendo alla mafia di inquinare la vita pubblica,
consegnando pezzi dello stato in mano alla mafia.
9. Interveniamo per prevenire nelle giovani generazioni l'adesione al
modello mafioso.
Impegnamoci, senza entusiasmi soltanto momentanei, nel volontariato;
scopriamo la solidarieta', strappiamo i ragazzi al degrado culturale, solo
cosi' la mafia avra' difficolta' ad imporre i suoi modelli e a reperire
manovalanza.
Segnaliamo: Centro Sociale San Saverio tel. 091/6374478 e "Laboratorio Zen
Insieme" tel. 091/6824401.
A cura del Comitato dei lenzuoli.

28. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

29. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it;
angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 459 del 28 dicembre 2002