Riflessioni su "L'abbandono" di Fiamma Nirenstein



Ho appena finito di leggere il saggio di Fiamma Nirenstein "L'abbandono", e vorrei comunicare alcune riflessioni che ho fatto durante la lettura.

Gia' il sottotitolo del libro - come l'Occidente ha tradito gli ebrei - suggerisce il tema centrale dell'opera: gli ebrei sono stati lasciati soli nel dover affrontare gli attacchi dei palestinesi, perfino dai loro piu' fedeli alleati, gli Stati Uniti. Tutti gli Stati Europei stanno dalla parte dei palestinesi, accusando Israele di non volere la pace. Da questo punto si dipana la riflessione della giornalista, la quale prova a farci vedere le cose con gli occhi degli ebrei. Bisogna riconoscere che ci riesce. Voglio dire che non si deve dimenticare che nel conflitto arabo-israeliano, sono entrambi i popoli a pagare un alto prezzo di vite ed a vivere in una costante angoscia. Dalla parte israeliana, si vuole difendere una civilta' millenaria che, a sentire i discorsi di alcuni capi arabi, si vorrebbe veder distrutta. Dalla parte palestinese, si vuole avere un luogo che sia la propria patria, e che nessuno possa violare. Le decisioni storiche, prese alla fine del secondo conflitto mondiale, non hanno saputo tener conto delle difficolta' che sarebbero nate dalla convivenza di due popoli con radici culturali molto diverse. Eppure oggi, dopo i tanti anni di lotte, di morti, di attentati, sarebbe il momento di rendersi conto che a nulla sono serviti e che sarebbe meglio provare a realizzare una convivenza, in cui ognuno rinuncia ad alcune pretese ed accetta di rispettare la liberta' altrui.

Nella situazione attuale, pensare ad una convivenza risulta essere un'idea assurda, a prima vista almeno. Ma continuare a credere che con la guerra si potra' giungere ad una soluzione non e' meno assurdo. Se tutti gli Stati premessero affinche' arabi ed israeliani si impegnassero a convivere, Israele non si sentirebbe abbandonato a se stesso, ed i Palestinesi capirebbero che non e' possibile impedire che Israele esista.

Forse e' chiedere troppo a nazioni che hanno una cultura bellicista e che considerano la guerra come un mezzo preventivo contro ogni eventuale male, e che forse non hanno interesse a che il conflitto arabo-israeliano cessi.