Appello sulle diversità culturali - FSE



LA CULTURA NON E' UNA MERCE
DIVERSITA' E' LIBERTA'

C'è chi pensa che nel III millennio, grazie alle straordinarie innovazioni
tecnologiche e alla globalizzazione che esse hanno prodotto, la
comunicazione e lo scambio culturale fra i popoli saranno sempre più
intensi, aprendo così la porta ad una società realmente libera  e
multiculturale.

Non è vero.

Perché alla moltiplicazione dei canali di comunicazione fa riscontro la
drammatica riduzione delle fonti che dovrebbero alimentare quei canali,
concentrando il potere della circolazione della creatività culturale nelle
mani di pochi grandi gruppi economico-finanziari.

"La tecnica apre la porta, il capitale la richiude".

Ciò che è in atto è un processo di colonizzazione, pianificato e
pervicacemente perseguito,  per imporre stili di vita e costumi,
atteggiamenti culturali e consumi. Per annientare ogni diversità,
omologando il gusto e le coscienze su scala planetaria con lo strapotere di
un unico modello culturale. Un processo di colonizzazione che porta con sé
povertà e miseria, e non solo culturale.

Il mondo culturale è sempre più povero: il liberismo economico, così come
uccide la varietà delle semenze, delle piante, della fauna, così
marginalizza e distrugge le identità culturali, impedendo la loro libera
espressione, il dialogo tra di esse e la loro fertile contaminazione. Nel
settore audiovisivo, già oggi lo scambio si è enormemente ridotto: in
Europa non vediamo il film dei nostri vicini, solo l'1% di quelli degli
altri continenti. Il monopolio è nelle mani degli Stati Uniti che impongono
a tutti le loro immagini, e attraverso queste i loro valori, le loro
visioni, i loro comportamenti.

Di fronte a questo scenario planetario si impone una scelta etica:
accettarlo passivamente come un destino, come vorrebbero i sostenitori del
mercato falsamente libero, ma in realtà monopolistico, e quindi l'esatto
contrario del "mercato"; oppure schierarsi con convinzione contro ogni
forma di monopolio, per una difesa delle diversità culturali, per
salvaguardarne la ricchezza e per affermare la nostra libertà di creatori e
fruitori.

Diversità è ricchezza e libertà.

Dobbiamo reagire, finché siamo in tempo.

Il Forum Sociale Europeo iscrive nel suo ordine del giorno la battaglia per
la salvaguardia delle diversità culturali e chiede che l'Unione Europea
riaffermi presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio il principio
dell'eccezione culturale, per impedire che siano cancellate le pur fragili
regole che in Europa e altrove sono state poste a difesa della libera
circolazione di tutte le culture.

La cultura non è una merce.


Arci, France Attac, Etats Generaux de la Culture



Michela Mazzali
UCCA - Unione Circoli Cinematografici Arci
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