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Newsletter n. 9
- Subject: Newsletter n. 9
- From: Il Movimento di Cunegonda <movimento_cunegonda at hotmail.com>
- Date: Wed, 30 Oct 2002 23:37:07 +0100
Critica del consumo per la democrazia Missione attuale: la fine del monopolio dell'informazione televisiva http://www.cunegonda.info Newsletter n.9, 30 ottobre 2002 "La gente ha cominciato a manifestare sensibilità in proposito e le aziende produttrici si sono adeguate. Tutti continueremmo a essere ottimi consumatori, tranne che saremmo consumatori selettivi; il che è indice di maturità e motore di sviluppo economico. A nuove forme di governo, nuove forme di risposta politica. Questa sì che sarebbe opposizione. Vediamo quanti italiani si sentono di farla. Altrimenti la smettano di lamentarsi, e si tengano il monopolio dell'informazione." Umbero Eco, <http://www.repubblica.it/online/politica/econsumo/econsumo/econsumo.html> Lo sciopero dei consumatori della pasta Cunegonda, La repubblica, 20 aprile 2002. Chi sono i terroristi? Apriamo questa newsletter in ricordo degli oltre 160 morti di Mosca. Oltre 160 e non 119 come vuole il computo dell'informazione televisiva. Per noi anche i ceceni sono esseri umani ai quali è stata tolta la vita. I telegiornali si sono affrettati a produrre servizi speciali sui corpi d'élite russi, sulle loro micidiali strategie d'assalto e sui loro equipaggiamenti ultratecnologici, ma nessun Tg ha messo da subito in risalto la vera notizia: il governo della confederazione russa ha usato un'arma chimica di distruzione di massa contro dei civili, proprio una di quelle armi che noi occidentali stiamo cercando negli arsenali iracheni. La nuova ragion di stato del terzo millennio è passata con la sua falce e ha usato 160 vite, lo ha fatto per un'operazione di immagine di fronte al mondo, lo ha fatto per dimostrare la sua forza, lo ha fatto utilizzando armi proibite da tutte le convenzioni internazionali, e senza lasciare spazio! al dialogo, alla trattativa, al compromesso. Il messaggio è stato chiaro: lo status quo non si tocca e non si scende a patti, la vita umana non ha alcun valore quando è in gioco l'ordine mondiale con i suoi interessi economici. Si direbbe terrorismo contro terrorismo. Ma allora chi sono i terroristi? La libertà secondo il Polo delle libertà Più di un anno fa la coalizione di destra vinse le elezioni e a formare il Governo fu Silvio Berlusconi. Cosa è cambiato nel panorama dell'informazione? Vediamo un po'. Il comandamento del premier, impartito immediatamente ai nuovi responsabili della televisione pubblica recitava così: "la televisione pubblica deve essere imparziale e non faziosa. Biagi, Santoro eŠ come si chiama quell'altroŠ Luzzatto, LuzzottiŠ ah sì, Luttazzi: fuori dalla Rai!". Ora, si può osservare che tale comandamento mostra una struttura bifronte: la prima parte recita un principio generale, la seconda parte fa invece riferimento a persone in carne ed ossa. Ci troviamo di fronte a un'argomentazione entimemica, ovvero a un ragionamento in forma minima. Se dovessimo linguisticamente sviluppare l'argomentazione celata nel comandamento berlusconiano potremmo tradurlo con queste parole: "Biagi Santoro e Luttazzi sono faziosi; i personaggi faziosi e impa! rziali vanno eliminati dai palinsesti, pertanto Biagi Santoro e Luttazzi vanno eliminati dai palinsenti". Ma è proprio in questo ragionamento minimale che possiamo scorgere le contraddizioni e gli errori della gestione della televisione pubblica di questo Governo. In primo luogo, sono stati giudicati come faziosi oggetti culturali che non possono per definizione essere passibili di tale attributo. In particolare, è stata definita faziosa e imparziale la satira, e Luttazzi ha pagato in prima persona. Ora è venuto il turno della trasmissione Blob, il cui speciale "Berlusconi contro tutti" è stato censurato dal presidente Saccà. Ma per definizione la satira non può che essere faziosa e imparziale, e fa parte di quel rumore umano che incessantemente percorre il nostro pensiero e il nostro agire. E' la componente dionisiaca del nostro pensiero che mira a stravolgere l'ordine delle cose, serve a ridere di cose serie e serve a rendere serie cose ridicole. E alla satira si può rispondere solo con una risata, e con altra satira. Zittire la satira è quindi l'atto più grave che si possa compiere da parte di chi si occupa di comunicazione, è un atto dittatoriale, di quelle d! ittature che mirano all'autocensura. Un'ultima osservazione: il Blob censurato era un collage documentaristico di brani d'annata che vedono protagonista il nostro attuale premier. La censura di Saccà è risultata soprattutto un atto offensivo verso il presidente del Consiglio, i cui atteggiamenti sono stati giudicati inopportuni, ineleganti, in definitiva non presentabili, quindi non convenienti per una messa in onda. In secondo luogo, è stata considerata imparziale e faziosa l'informazione giornalistica, e Biagi e Santoro per questo hanno pagato. Ma il lavoro del giornalista è andare là dove lo porta la notizia, senza paura di fare domande, senza timori reverenziali, dal momento che la funzione del giornalista è capire e informare. Il giornalismo non si può quindi zittire se non offendendo gravemente anche chi deve essere informato, cioè noi, e non possono esistere giornalisti imparziali, dal momento che le notizie stesse, la realtà stessa, non sono mai imparziali e neutre di fronte agli occhi di chi vuole esprimere un atteggiamento di critica, intesa in senso kantiano. Questo atteggiamento umano è l'opposto della satira, dal momento che mira a bloccare il quadro della realtà, a renderlo più trasparente, più leggibile, e a spiegare in modo razionale le premesse delle sue argomentazioni. I desaparecidos de! ll'informazione sono una realtà tragica che non conoscevamo ancora in Italia: le epurazioni di giornalisti sono atti gravi sui quali ogni italiano dovrebbe riflettere seriamente. Eccola dunque la libertà del polo delle libertà, una libertà che ci ha fatto raggiungere all'Italia il quarantesimo posto in una speciale graduatoria sulla libertà di espressione, una libertà che non assomiglia per nulla a quella descritta e sostenuta ripetutamente dall'Unione europea attraverso risoluzioni sull'argomento (ricordiamo quella del 17 maggio 2001). Eppure la libertà di espressione e il pluralismo dei mezzi di informazione sono riconosciuti dall'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali, e sono applicati in tutti gli Stati membri dell'Unione europea. Allora viene da chiedersi: l'Italia fa ancora parte dell'Europa? Tagli e ridimensionamenti. Il caso Radiotre Il ridimensionamento di Radiotre, il canale radiofonico culturale che da più di cinquant'anni costituisce l'orgoglio dell'Italia, è stato decretato fin dalla fine del giugno scorso, quando Sergio Valzania ha comunicato, a Cannes, la sua decisione di accorparla con Radiodue. Sparirà così uno dei rarissimi motivi capaci di additarci all'invidia di tutto il mondo. Dal 16 Settembre sono entrati in vigore i nuovi palinsesti e queste sono le novità, già decise nero su bianco: - Scompare Mattinotre (oltre 2.000.000 di ascoltatori); - Lucifero - la parte più mattutina di Mattinotre - è già uscita dai programmi da circa un mese; - Scompare L'Arcimboldo, la bella trasmissione di cronache dell'arte del sabato mattina; - Si dimezzano i tempi concessi a Fahrenheit, il contenitore pomeridiano dedicato ai libri, alla scienza ed all'attualità culturale; - Le Oche di Lorenz restano, ma solo fino a fine anno per ragioni di contratto. Si tratta di una stupenda trasmissione di attualità scientifica, condotta con brio, disincanto e grande professionalità da Sylvie Coyaud, Matteo Merzagora e Silvia Baglioni; - Scompare Budha Bar, breve spazio postprandiale quotidiano dedicato alle musiche etniche e sperimentali; - Rimane Prima Pagina, la ormai trentennale rassegna stampa delle 7:30; - RadioTreMondo, la rassegna della stampa online europea ed internazionale delle 7:15, viene spostata in tarda serata. Che è certamente l'ora più adatta per la lettura dei quotidiani; - Rimane, ma forse subirà variazioni, RadioTreSuite, con i concerti in diretta della sera; - Restano La Strana Coppia, Hollywood Party e, (pare) La Barcaccia; - Secondo un autorevole quotidiano nazionale verrebbe anche tolta ai conduttori la facoltà di scegliere le musiche che - si dice - saranno scelte da un computer secondo criteri di adeguamento ai gusti correnti degli ascoltatori. Un brivido ci percorre la schiena - Non è chiara la sorte di Uomini e Profeti, importante trasmissione che ogni sabato e domenica mattina parla di spiritualità, teologia e storia delle religioni. Gli spazi lasciati liberi dalle trasmissioni cancellate sono stati occupati da letture di testi, o da rassegne culturali dedicate a quello o a quell'altro scrittore, pittore, saggista. Ben vengano anche le letture alla radio e le recensioni discorsive su libri e autori, ma a molti sembra che si sia sacrificato il dialogo, la riflessione, la discussione, l'approfondimento, la partecipazione degli ascoltatori, cioè tutto quello che faceva, e fa ancora ma in misura minore, di Radiotre una radio viva e attenta, intelligente e dialogica. Insomma, una radio pensante. Sylvie Coyaud intervistata da Cunegonda La giornalista scientifica Sylvie Coyaud, conduttrice del programma Le oche di Lorenz, in onda tutti i giorni alle 16 su Radiotre, ci ha gentilmente concesso questa breve intervista che vi proponiamo integralmente qui di seguito. Che ruolo possono avere le radio, in particolare Radio Tre, nel panorama italiano dell'informazione, dominato da un monopolio. Oddio, di queste cose so così poco che non sono certa di capire cosa intendi con la parola "informazione". Se parli di aggiornamenti su quanto accade nel mondo, penso che l'informazione - anche nella sua versione perversa di disinformazione - si trovi su Internet. Radio3 è un mezzo di comunicazione del servizio pubblico, marginale, cui i governi precedenti hanno concesso pochi trasmettitori rispetto alle altre reti perché doveva dedicarsi alla cultura. In Italia, questa è ritenuta roba da élite, per pochi intellettuali. Che poi Radio3 abbia 2 milioni di ascoltatori fa pensare che la cultura non sia elitaria o che gli intellettuali italiani sono 2 milioni, un record mondiale. A proposito di radio, voglio dire qualcosa a te e agli amici di Cunegonda che siete specialisti della comunicazione. Alcuni vostri colleghi avrebbero "misurato" che gli ascoltatori hanno un tempo medio di attenzione attorno ai 5 minuti (la durata varia a seconda del! le fonti, ma non supera i 7 minuti), quindi per avere audience le radio dovrebbe spezzettare le proprie trasmissioni parlate in formati brevi, intervallati con musica. Infatti è quello che fanno quasi tutte le radio. Quel tempo di attenzione riguarda il prodotto delle radio commerciali che fanno brusio di fondo e hanno esigenze di incasso pubblicitario. Siccome sono la maggioranza, la mediana sarà statisticamente corretta, ma come diceva Stephen Jay Gould in un famoso saggio, "non è il messaggio". Le radio di informazione e cultura, pubbliche o private, sanno che gli ascoltatori rimangono inchiodati per ore se quello che viene detto li interessa, li stimola o li diverte. Basti pensare alle cronache sportive, o ai monologhi di Paolini, di Lella Costa o di Grillo. Purtroppo, alla RAI sembra che nessuno abbia letto Stephen Jay Gould. E per me che da anni ne scrivo e ne parlo, è un bello smacco. Che aria si respira in questo momento a Radio Tre e quali sono le sorti delle vostre trasmissioni? In particolare, che fine faranno le Oche di Lorenz? A Milano, Radio3 e' presente unicamente con un settimanale del sabato, molto ridotto nel nuovo palinsesto, e con il nostro quotidiano che nell'ultimo anno ha perso 10 dei suoi 30 minuti per decisione del responsabile di Fahrenheit, il contenitore pomeridiano in cui è inserito. Decisione legittima, visto che Fahrenheit è stato decurtato di oltre un'ora, ma presa senza consultare né noi né lo sponsor, la Fondazione Sigma-Tau. Questa si è dichiarata disposta a rinnovare i propri accordi con la rete per il 2002, ma non è stata ancora contattata dalla nuova direzione. E' aperto un dialogo con la dirigenza Rai che possa cambiare le sorti del vostro canale radiofonico, o tutto ormai è stato deciso? Nessun dialogo, almeno con noi delle Oche. Nel panorama dell'informazione in pochissimi hanno parlato del vostro caso, vi sentire abbandonati? No - per quanto riguarda le Oche almeno - grazie ai mail e alle telefonate preoccupate degli ascoltatori e di scienziati che collaborano con noi e sentono la trasmissione come "loro". A me sembra che si parli di Radio3 - sui giornali dell'opposizione soprattutto, ma questo è normale - e del brusco decadimento della sua qualità. Già questa primavera c'è stata una protesta di intellettuali e artisti di ogni colore, dalla A come Abbado alla Z come Zeffirelli. Una protesta vana. Grazie Sylvie, e buon lavoro! (Punta sulla foto per sapere chi sono quelli...) Regaliamo la Costituzione al ministro Gasparri Vogliamo ricordare al ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri che la libertà di informazione è sancita dalla nostra Carta costituzionale. Prima dell'estate un'iniziativa di comunicazione simile a questa ci aveva portato sulle pagine del settimanale Diario: 250 le lettere arrivate nella redazione del settimanale (ma ora gli iscritti alla newsletter di Cunegonda sono più di tremila!). Il ministro Gasparri è anche il nostro ministro, e, dopo gli ultimi fatti, pensiamo ci debba delle risposte. Potete procurarvi una bella edizione della Costituzione italiana cliccando qui (http://www.cunegonda.info/news/costituzione_italiana.zip) o scaricandola dal nostro sito direttamente dalla pagina dei Downloads, e poi inviarla in allegato all'indirizzo di posta elettronica del ministro Gasparri. La Costituzione è in versione Pdf e può sempre tornare utile a noi e ai nostri figli. A noi, semplici cittadini, per confrontare le azioni di questo governo con il testo sul quale si basa la nostra convivenza civile; ai nostri figli, perché siano più consapevoli che quei princìpi sono costati molto e che è a loro che noi li affidiamo affinché li difendano. Speriamo torni utile anche al nostro ministro, ché tuteli il diritto all'informazione di tutti i cittadini italiani. Ecco gli indirizzi e il testo della lettera da riportare con un semplice copia e incolla. A: gasparri at comunicazioni.it Cc: ildirettore at ilfoglio.it lettere at ilfoglio.it larepubblica at repubblica.it politica at liberazione.it posta at liberazione.it informazione at liberazione.it societa at liberazione.it cronaca at ilmessaggero.it redazione at ilmanifesto.it redazione.cronaca at ilrestodelcarlino.it posta at ilmattino.it segreteria at classcity.it lettere at avvenire.it redazione.milano at ilgiorno.it italiaoggi at class.it online at lastampa.it lettere at lastampa.it lettere at unita.it politiche at unita.it attualita at unita.it economia at unita.it cultura at unita.it direttore at diario.it Gentile Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, Le scrivo in qualità di cittadino italiano, di abbonato Rai e di aderente al movimento di Cunegonda. Non le ruberò molto del suo tempo prezioso, solo poche righe per comunicarLe la mia disapprovazione per quanto sta accadendo in Italia nel panorama dell'informazione radiotelevisiva. Io sono un abbonato Rai che amava vedere trasmissioni come Sciuscià di Michele Santoro. Ora non lo posso più fare. Io sono un abbonato Rai che amava vedere trasmissioni come Il Fatto di Enzo Biagi. Ora non lo posso più fare. Io sono un abbonato Rai che amava ridere alle battute del programma Satyricon di Daniele Luttazzi. Ora non lo posso più fare. Io sono un abbonato Rai che amava ascoltare su Radio3 trasmissioni come Mattinotre, L'Arcimboldo, RadioTreMondo, Budha Bar, Fahrenheit. Ora non lo posso più fare. Io sono un abbonato Rai che ama vedere il programma Blob. Ora anche questo programma è stato sottoposto a censura preventiva. Caro ministro, non dubito che Lei la conosca molto bene, ma Le faccio ugualmente omaggio di una copia della Costituzione italiana (la trova in allegato a questa mia e-mail). L'articolo 21 recita così: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". Spero vivamente che Lei voglia tutelare questo nostro diritto. Grazie e buon lavoro. Nome e Cognome Un aderente al Movimento di Cunegonda (www.cunegonda.info) Berlusconi e il consumo responsabile "Italiani, state sereni, tanto i vostri stipendi non diminuiscono. Al massimo, guadagnate come l'anno scorso. Continuate a spendere e non risparmiate": è l'invito rivolto da Silvio Berlusconi da Copenaghen, dove partecipava al vertice Asem. Secondo il premier, il catastrofismo sull'economia rischia di innescare davvero una "contrazione" dei consumi, con riflessi "negativi per tutti noi". "Tutte queste voci sull'economia che va male, quanti mal di stomaco inutili provochiamo. Non leggete tutte queste storie - ha ribadito - Lasciate che siano gli esperti del settore a strapparsi i capelli. Il presidente del Consiglio di capelli ne ha pochi, ma non se ne strappa nemmeno uno". Testuali parole del nostro premier che sembrano tracciare un vero e proprio invito ad un consumo responsabile da parte degli italiani, chiamati nell'occasione a salvare le sorti della nostra precaria economia che, si sa, si regge sul ciclo di produzione e consumo! . Ma se queste parole a molti economisti sono sembrate l'ultimo disperato appello di un leader senza più risorse né idee, a molti italiani sono apparse invece offensive. Anche a noi, e almeno per due motivi. Ci chiediamo infatti come possa il capo del governo dimenticarsi che in Italia ci sono centinaia di migliaia di famiglie che ogni mese a fatica riescono a sbarcare il lunario, con lavori precari (o "flessibili", come vuole la più tranquillizzante terminologia ufficiale), senza riuscire a mettere un soldo da parte, con la preoccupazione di poter anche perdere il posto di lavoro come sta accadendo in questi giorni per quanto riguarda la crisi della Fiat. E ci chiediamo anche come il nostro premier possa dimenticarsi di essere invischiato in un conflitto di interessi di dimensioni colossali in virtù del quale il suddetto invito a comprare di più si tradurrebbe automaticamente in un maggiore introito per le casse delle mille attività in mano al nostro presidente del Consiglio, dai libri alle assicurazioni, dalla grande distribuzione alle videocassette. E intanto, i piu' attenti si saranno accorti che proprio in questi giorni, guarda caso, co! mincia a circolare sulle reti Rai e Mediaset uno spot che ci invita tutti a far "girare" l'economia. Vallo a dire a Termini Imerese di far "girare" l'economia. Laggiu' è qualcos'altro che gira in questo momento. Ma allora che politica è una politica che affida i suoi destini unicamente alle leggi del mercato? Solo la spinta al consumo, peraltro "responsabilizzato", può costituire la via maestra verso la stabilità del nostro sistema economico, sociale e politico? Ma allora che politico è colui che di fronte a una congiuntura economica negativa non sa fare altro che invitare a comprare, comprare, comprare? Allora non c'è il rischio che il messaggio trasmesso consista nell'apologia di una sorta di stile di vita etico che coincida necessariamente con uno stile di vita ispirato al consumo? Sono queste le domande che noi speriamo si ponga la nuova sinistra, la nuova classe politica che dovrebbe opporsi a questo miope apparato ideologico. Consumare di meno e, quando possibile, non consumare affatto: questo è il principio sul quale poter costruire un futuro sostenibile. A questo proposito, cosi' recita Franca Rame nel suo ultimo spettacolo! : "cosa succederà quando il Terzo Mondo fra poco monterà a sua volta nello sviluppo tecnologico? Non abbiamo altra soluzione. Come dice il Premio Nobel per la fisica Arthur Bumbenstein: "Di qui non si esce: o diminuiamo il consumo, o diminuiamo i consumatori". La soluzione più semplice è naturalmente eliminare i consumatori o almeno dimezzarli. Per nostra fortuna ormai nel mondo le nazioni che possiedono l'atomica sono la grande maggioranza. Cosa aspettate a usarle per il bene dell'umanità?". Antonio Mazza, Vivere semplice "Perché non dovremmo fare altro che consumare merci? Perché abbiamo la cronica impressione che i soldi oggi non bastano mai? La risposta è che siamo schiavi di un modello mentale economicistico che ci ha trasformati in servi del lusso. Ma ormai, bastonati dalle tasse e bombardati dalla pubblicità, tutti sentiamo il bisogno di sperimentare strategie di risparmio individuali, semplici, domestiche, che eliminando i consumi superflui sappiano comunque garantire una buona qualità della vita". Queste sono le prime parole che leggiamo sulla quarta di copertina di Vivere semplice, come spendere bene quel poco che c'è rimasto: la filosofia dell'anticonsumismo felice, un libro che consigliamo a tutti, non solo perché potrebbe essere accolto in pieno come il manifesto ideologico del Movimento di Cunegonda, ma anche perché è ricco di idee, riflessioni illuminanti e tantis! simi consigli pratici. Il volume scritto dal giornalista Antonio Mazza ed edito da Castelvecchi, si presenta come un piccolo trattato di filosofia pratica, una sorta di manuale dell'anticonsumismo, organizzato secondo una struttura bipartita. Nella prima parte l'autore ripercorre la storia del consumismo, soprattutto di quel consumismo totalizzante e dilagante che si è sviluppato a partire dal boom economico degli anni Sessanta e che, con l'aiuto dello Stato, ha messo "definitivamente alle corde il già abbastanza stressato cittadino, facendo di lui un patetico, grottesco e terribilmente vulnerabile pollo ruspante". Gli appelli dell'attuale presidente del Consiglio ad un consumo responsabile che contribuisca a risanare la macchina economica sembrano confermare in pieno questa analisi. Nella seconda parte del libro il lettore trova un ampio glossario in cui, argomento per argomento, vengono presentate tutte le possibili soluzioni alternative per non far! si stritolare dai meccanismi del consumo indotto. Così, argomenti come "assicurazione", "telefonino", "New age", "moda", "tempo libero", e persino "erotismo" vengono analizzati sotto la lente del fenomeno consumistico per poi dimostrare come trovare la via d'uscita a questa invisibile morsa attraverso semplici comportamenti quotidiani. Come recita il titolo, si tratta di una piccola filosofia dell'anticonsumismo felice, e vorremmo sottolineare l'aggettivo "felice", perché liberarsi dal bisogno del superfluo non può che riavvicinarci a uno stile di vita più etico, e, in definitiva, più sereno. Antonio Mazza, Vivere semplice, Roma, Castelvecchi, 2000, pp.217. Disintossicarsi dal consumismo Una critica del consumo presuppone anche una riflessione sui meccanismi psicologici che fanno dell'individuo un consumista, in altre parole, una persona che è anche maggiormente suggestionabile dal continuo bombardamento mediatico che è poi il vero e proprio motore che spinge ognuno di noi a comprare cose. A Torino, Adelia Piva ha istituito una comunità che prende in carico i ragazzi dipendenti dal consumismo, primo esempio in Italia. Comprare, essere attratti dagli oggetti, sentire la pulsione incontrollata verso l'oggetto in se stesso, ecco i sintomi di quella che può essere considerata una vera e propria dipendenza, al pari di quella che danno le droghe. Sulla base di queste considerazioni è nato a Torino il primo centro in Italia per la ''disintossicazione'' dal consumo patologico. L'iniziativa fa capo al Gruppo Abele di Don Luigi Ciotti. La comunità di recupero ha sede nella ex fabbrica Ceat,! nel quartiere operaio di Barriera Milano, e viene gestita dai ragazzi del gruppo Acmos da tempo impegnati nel campo del disagio giovanile. Ma come è fatta una comunità di questo genere? I ragazzi vengono accolti da uno stile di vita per loro atipico: frugale, a tratti dal sapore quasi francescano. Dieci sono i posti disponibili, in stanze arredate in modo spartano, i pasti sono recuperati tra quelli avanzati nelle mense scolastiche, il panorama materiale che li circonda è sobrio ed essenziale. Dal vivere il consumismo, il ragazzo si ritrova a vivere per tre o quattro settimane l'anticonsumismo. L'iniziativa nasce dalle richieste dei genitori dei ragazzi "malati" di consumismo: l'obiettivo è capire che si può vivere con il minimo indispensabile e che l'esistenza non ha bisogno di consumi sfrenati, e soprattutto farlo insieme ad altri ragazzi. Per saperne di più: <http://www.gruppoabele.it/>www.gruppoabele.it Firma la petizione contro il ponte sullo Stretto Ci eravamo già occupati del ponte sullo Stretto di Messina, e dei problemi socioeconomici legati ad una sua effettiva costruzione. E' necessario mobilitarsi attivamente contro tale progetto ed è necessario che siano i cittadini italiani ed europei in prima persona a dichiararsi non interessati alla costruzione di questo assurdo manufatto. Ora è possibile firmare una petizione popolare contro lo Stretto collegandosi al sito http://www.messinasenzaponte.it Par condicio Torino. Caso eccezionale. Morto da più di un'ora, resuscita. Apparentemente senza danni al cervello. Esatto. Arresto cardiaco di settantadue ore, risveglio senza danno cerebrale. Ma qualcuno nutre dei dubbi in proposito. La prima frase detta dal paziente al risveglio è stata: "Meno tasse per tutti". Qualche danno c'è. Quante polemiche ridicole. Ma in che Paese viviamo? Ho portato un po' di rassegna stampa. [esibisce un rotolo di carta igienica] Maurizio Gasparri di AN ha detto che porto iella. E' vero, sono micidiale. Ma la porto solo alle persone che dico io: caro Gasparri. Auguri. Su "Libero" di Feltri, Forattini si chiede: "Perché Luttazzi parla del tumore di Berlusconi e non delle emorroidi di Mussi?". La risposta è semplice: non sapevo che Mussi avesse le emorroidi. La domanda a questo punto è un'altra: come fa a saperlo Forattini? Com'è che hanno Rutelli? Hanno fatto un vertice dell'Ulivo. Dopo lunghe discussioni hanno scelto un uomo di polso e con notevole vastità di vedute. Ma quell'uomo ha rifiutato l'incarico e loro hanno ripiegato su Rutelli. [Tratto da Daniele Luttazzi, Satyricon] Sostengono il monopolio televisivo Valida fino al 31 dicembre 2002 Reparto acque Uliveto Rocchetta San Pellegrino Vera Ferrarelle Levissima Panna Acqua Parmalat Reparto formaggi Vitasnella Yogurt Joy Parmalat Reparto sottozero Gelati Motta Gelati Algida Reparto dolciumi Nesquik Nestea Mulino Bianco Oro Saiwa Succhi Santal Succhi "I Briosi" Reparto Paste Pasta Barilla Sughi Barilla Sughi Star Reparto oli - alimentari Tonno e patè Riomare Maionese Calvè Latte FrescoBlu Altro Sgrassatore Smac Omino Bianco Depilatori Veet Detersivi Sole/Ava Mondadori Napisan Borotalco Roberts Fiat Prodotti L'Oreal Sulla base del monitoraggio volontario Core Ringraziamo Umberto Eco, tutti coloro che ci sostengono e incoraggiano, e tutti quelli che ci aiuteranno a rendere la nostra cara Italia un po' più democratica e libera. Un saluto cordiale Movimento di Cunegonda Critica del consumo per la democrazia Missione attuale: la fine del monopolio dell'informazione televisiva http://www.cunegonda.info
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