Newsletter N. 9 el 28 ottobre 2002



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*** Associazione Culturale Telematica ***
  ********** "Metro Olografix" **********
    Newsletter n. 9  del 28 ottobre 2002
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IN PRIMO PIANO
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Niente tasse senza rappresentanza
Di Wu Ming 1

Le reazioni delle multinazionali dell`entertainment minacciate da quella
che chiamano ``pirateria`` si fanno sempre più isteriche e scomposte,
tanto da somigliare a veri e propri spasmi, irrefrenabili contrazioni
dei muscoli.
Muscoli pieni di acido lattico, muscoli di scagnozzi reduci da troppi
pestaggi, muscoli a cui si è voluto chiedere troppo, e chi troppo
vuole... stringe pugni pieni di mosche, e presto avrà le orbite
brulicanti di vermi.
Stiamo assistendo alla fine della ``cultura di massa`` come l`abbiamo
conosciuta, la ``pirateria`` è la punta di lancia del cambiamento.
La ``pirateria`` è il contrattacco dei consumatori esasperati da prezzi
irrealistici, da gabelle e balzelli ingiustificabili, da vere e proprie
estorsioni legalizzate, dalla miope cupidigia di chi controlla il
mercato.
Se ai tempi di Napster le major discografiche si fossero sforzate di
comprendere le esigenze reali da cui era nato il file sharing e fossero
venute incontro ai consumatori (abbassando i prezzi, adottando politiche
più elastiche e ragionevoli in materia di riproduzione domestica), forse
ora sarebbero in grado di assorbire i colpi.
Hanno scelto tutt`altra strada: repressione, denunce, pressioni
lobbistiche sui legislatori per inasprire le leggi sul diritto d`autore.
Risultato: profitti in caduta libera.
Se la sono voluta.
Oggi è forse troppo tardi per rinsavire e dare retta a Craig Barrett,
presidente della Intel: ``[...] chi compra un cd deve avere la
possibilità di copiarlo quando vuole, e di ascoltarlo su qualunque
supporto, in ogni momento in ogni luogo. Mentre le major vorrebbero che
tu pagassi ogni volta che ascolti una canzone. Pensino invece a
risolvere i veri problemi [...] Controllare lo scambio di files su
Internet è come aprire una lettera privata di una persona. L`industria
dell`entertainment è affetta da tecnofobia. Hanno proposto persino di
mettere nuove tasse sui prodotti high tech. Ma si ricordino: `No
taxation without representation`. E loro non rappresentano i
consumatori. Anzi.`` (L`Espresso, 17 ottobre 2002).
La ``pirateria`` è un processo di riappropriazione delle tecnologie
digitali, degli odierni mezzi di (ri)produzione, per costruire reti
orizzontali, di condivisione, di autogestione.
I ``pirati``, i bandidos, i cangaceiros della cultura stanno mettendo in
ginocchio i potentati discografici e multimediali.
Prima di loro erano scesi i battipista, movimenti che hanno contestato
la proprietà intellettuale a colpi di DIY, cut- up, sampling, culture
jamming, plunderphonics...
La calata dei barbari è partita da lontano.
Eppure gli odierni padroni del vapore sono stati colti alla sprovvista,
pensavano di poter conservare i loro privilegi col minimo sforzo, ogni
tanto sguinzagliando i cani da guardia a mordere il culo di chi saltava
il muro di cinta.
Ora siamo già nel cortile, loro cominciano a patire l`assedio, i cani
ringhiano ma ciascuno di noi ha in saccoccia una polpetta avvelenata.
La ``pirateria`` è un processo sociale, non è soltanto ``trasgressione``
e ``violazione`` dell`esistente, ma annuncia che stiamo varcando i
vecchi confini, preconizza e lascia intravedere nuove relazioni sociali,
nuove comunità, nuove forme libere della cultura.
La proprietà intellettuale come la conosciamo oggi è un`imposizione
recentissima (non ha più di trecento anni) ma ha già fatto il suo tempo,
è ormai vissuta come intollerabile.
Si faranno strada altre formulazioni, meno rigide e vincolanti, il
copyleft del ``software libero`` è probabilmente la base più solida su
cui costruire.
Ma, come sempre è successo nella storia, il cambiamento faticherà a
imporsi se mancherà l`alleanza (anche informale) tra ``democratici`` e
``ribelli``, tra riformatori e bandidos, tra copyleft e ``pirateria``.
Il file sharing, la masterizzazione di CD, il cracking di software
proprietario sono già atti politici, azioni contro la tirannide, anche
oltre l`effettiva consapevolezza di chi li compie.
Sono la guerriglia partigiana che combatte sulla Linea Gotica del
copyright, e prepara il terreno per la risalita degli Alleati.
Come le forze dell`Asse sull`Appennino, le multinazionali e gli enti
amministrativi al loro soldo hanno perso la testa, e collezionano figure
di merda:
- - da due anni provano a mettere in commercio CD presuntamente
``anti-copia``, creando disagi agli acquirenti, con l`unico esito di
stimolare l`intelligenza collettiva a trovare il modo di crackarli;
- - la famigerata RIAA (Record Industries Association of America)
vorrebbe rastrellamenti di massa, esige che gli Internet Providers
stilino e rendano pubbliche le liste di chi scarica MP3;
- - alcune major, convinte che siano i giornalisti musicali a
``rippare`` i promo cd e diffondere le canzoni prima della loro
uscita nei negozi, stanno fornendo ai recensori lettori portatili
sigillati con la colla, per impedire l`estrazione del cd.
Ma in questo modo i lettori non saranno riutilizzabili, andranno
buttati nella rumenta.
Una mossa ridicola e anti-economica, di puro sperpero, dettata
dalla disperazione.
Non ci credete?
La notizia è qui:
<http://www.newscientist.com/news/news.jsp?id=ns99992804>
Se credono di poter frenare un epocale processo di cambiamento con
questi mezzucci...
Non dovrebbe impressionarci la campagna di allarmismo che precede
il lancio in pompa magna da parte di Intel & Microsoft di TCPA/
Palladium (implementazione dell`hardware che dovrebbe bloccare
l`esecuzione e la riproduzione di ogni materiale ``protetto``):
per come si presenta il panorama, quest`innovazione potrebbe
creare problemi inimmaginabili a chi l`ha inventata, acuendo ogni
contraddizione già esistente in materia di privacy, copyright e
diritti dei consumatori; ad esempio, c`è una contraddizione tra le
sopracitate dichiarazioni di Barrett e uno degli effetti che in
teoria produrrà Palladium: inibire la masterizzazione per uso
privato.
C`è da attendersi una rivolta da parte degli utenti.
Insomma, in un modo o nell`altro Palladium finirà per produrre
dialetticamente il proprio contrario, l`innovazione dal basso che
costringerà le corporations a escogitare qualcos`altro, e così
via, ogni volta salendo di livello come in un videogioco
spara-spara.
E` successo in ogni fase del progresso mediologico, succederà
ancora, a dispetto dei tentativi capitalistici di produrre in
vitro la ``fine della Storia``.
Come collettivo di scrittori veterani delle battaglie contro le
attuali leggi sulla proprietà intellettuale, e tra i pochissimi ad
adottare una ``licenza di pubblicazione aperta`` in letteratura
(una dicitura copyleft che permette la riproduzione dell`opera),
Wu Ming è attento a ogni sviluppo di questo processo.
L`aurora è appena cominciata, e gli uccelli riprendono a cantare.
Dalle major, prima che il sole sia alto, ci attendiamo altre
azioni involontariamente dadaiste.
Dalla società civile, organizzata nelle forme che riterrà più
adeguate, possiamo attenderci la cacciata dei capi, capetti e
crumiri dell`industria culturale.
Vorwaerts, kamaraden!


TECNOLOGIA&INTERNET
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Computer e vuoto politico
L'innovazione segna il passo in molti settori hi tech, mentre magari
galoppa in settori «tradizionalissimi» come la cultura alimentare. Colpa
anche di una sfera politica che pretende di cavalcare il consenso e la
curiosità inttorno alle nuove tecnologie, senza neppure provare a capirne
le reali implicazioni sistemiche. Il caso del «piano stanco» del ministro
Stanca
FRANCO CARLINI
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art69.html
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/27-ottobre-2002/art69.html

Contrappunti/ La politica dei computer
di Massimo Mantellini - Si parla di Palladium che altro non è, però, che il
pronipote delle licenze d'uso sui software. Il problema non è il software
proprietario ma l'oro di certuni appoggiato sopra le libertà degli altri
http://punto-informatico.it/p.asp?i=41928


TEMI&APPROFONDIMENTI
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** GLI HACKER ETICI TORNANO A DIRE LA LORO **
All'interno dell'area che Smau02 dedicherà nuovamente alla
sicurezza informatica, quest'anno verrà dato spazio ancora
maggiore rispetto all'edizione passata all'Ethical hackers'
speech organizzato dall'associazione Italian Blackhats.
[Pubblicato su www.zeusnews.it il 23-09-2002]
di Raoul Chiesa
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=1547

Blackhats.it è un'associazione di ricerca indipendente e senza
fini di lucro formata da professionisti e ricercatori della
sicurezza informatica: si ispira ai principi di diffusione della
conoscenza e passione per la tecnologia e il progresso, che
stanno alla base dell'etica e della cultura hacker, e nasce per
dare voce e spazio al lavoro di quella parte dell'underground
digitale italiano e dei professionisti del settore che si
riconoscono in questi valori.

L'ethical hackers' speech dello scorso anno è stata la prima
occasione pubblica con cui si sono fatti conoscere gli ethical
hackers di questa associazione, con una prima sessione di 4 ore.
Nel corso del 2002 il gruppo è cresciuto numericamente e ha
presenziato a Infosecurity 2002, dove la mattinata di studio
organizzata per l'occasione riscosse un ottimo successo tra il
pubblico; inoltre, alcuni dei blackhats italiani hanno
partecipato a Webbit02 nello scorso luglio, all'interno di vari
workshop tematici.

Durante la giornata di sabato 26 ottobre sarà possibile per il
pubblico di SMAU02 partecipare a sessioni monotematiche su
argomenti dell'ICT Security: crittografia, social engineering,
attacchi man in the middle, sicurezza del web sono solo alcuni
dei titoli in programma. Come sempre la partecipazione attiva del
pubblico è molto gradita e vi sarà spazio per una tavola rotonda,
dal tema "Sicurezza, Underground, Privacy e Anonimato vs
Professionalità nel proprio lavoro", che vede tra gli ospiti
giornalisti del video e della carta stampata specializzata,
manager di grandi aziende, e ovviamente una compagine dei
blackhats.

Rimanendo fedeli a uno dei capisaldi dell'etica hacker, tutti gli
interventi nel corso dell'ethical speech sono improntati alla
diffusione delle conoscenze senza condizionamenti di tipo
commerciale ed alla pratica dell' "hands-on" sulle tecnologie, in
una visione vendor-independent e priva di richiami a brand
commerciali: durante il periodo di SMAU verrà infine condotta
anche un'indagine sulle reti wireless presenti all'interno
dell'area fieristica e sul loro livello di sicurezza; i risultati
di questa sessione di "war walking" saranno presentati nel corso
della giornata di sabato.

La locandina completa della giornata è disponibile qui, dove sono
disponibili anche i resoconti delle passate partecipazioni a
eventi e relativi papers in differenti formati.


NEWS DALL'ASSOCIAZIONE
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30 novembre e 1 dicembre 2002:
partecipazione alla Fiera del Radioamatore (ARI) a Silvi.


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a cura di Loris D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/
hanno collaborato a questo numero
Alessio "isazi" Sclocco
http://www.olografix.org/isazi/
Massimo "Manray" Politi






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