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Una esperienza di addestramento alla nonviolenza
- Subject: Una esperienza di addestramento alla nonviolenza
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 24 Oct 2002 13:49:14 +0200
Comunicato stampa UNA ESPERIENZA DI ADDESTRAMENTO ALLA NONVIOLENZA AD AMELIA Il 13 ottobre 2002 si e' svolto un incontro di addestramento alla nonviolenza ad Amelia, in provincia di Terni. Dallo scorso anno periodicamente un gruppo di persone impegnate in varie esperienze di pace e di solidarieta' ed in legami di amicizia tra loro, si incontrano per riflettere sulla nonviolenza (dopo un primo incontro nel dicembre 2001, si e' tenuto un ciclo di incontri dal febbraio al giugno 2002; un nuovo incontro, propedeutico ad un nuovo ciclo, si e' svolto il 29 settembre scorso); gli incontri sono aperti a tutte le persone interessate e si tengono presso la "casa del sole" di Amelia, gentilmente messa a disposizione. Domenica 13 ottobre e' stato avviato il secondo ciclo ed e' stata effettuata un'esercitazione, di cui qui di seguito si offre uno schematico resoconto basato sul canovaccio di lavoro proposto dal facilitatore, sui ricordi - non sempre chiarissimi - dello stesso, e sui sintetici appunti messi a verbale. In questo resoconto si e' preferito indicare solo il canovaccio dell'esercitazione, e dar conto di cio' che e' effettivamente accaduto durante - diciamo cosi' - la recita a soggetto (sulla base del minimo canovaccio proposto, agli interpreti era richiesto di agire per improvvisazione) soltanto per quegli accadimenti la cui conoscenza e' indispensabile per comprendere il successivo svolgimento dell'azione (le parti in cui si riferisce di cio' recano a inizio di frase un asterisco). Scopo di questo resoconto non e' infatti una descrizione completa delle dinamiche agite, quanto di indicare la cornice dell'attivita' svolta. * 1. Inizio dell'incontro. I partecipanti (12) si siedono tutti intorno a un tavolo, e l'incontro si apre, come d'abitudine, con la firma del registro delle presenze (che funge anche da verbale) da parte di tutti i partecipanti. 2. Si effettua poi un giro di presentazione reciproca tra i partecipanti (alcune persone partecipavano per la prima volta). 3. La persona cui e' attribuito il compito di facilitatore illustra la proposta di lavoro della giornata: rappresentare con la tecnica del "gioco di ruolo" una raccolta di firme in piazza contro la guerra, proposta elaborata sulla base della decisione presa nel precedente incontro. Il facilitatore illustra brevemente il senso di una esercitazione nella forma del gioco di ruolo: - esplorare conflitti esteriori ed interiori (dinamiche interpersonali ed infrapsichiche): paure, processi escalativi e deescalativi dell'aggressivita', meccanismi della menzogna, dell'obbedienza, della fuga, etc. - sperimentare altri punti di vista (ovvero, piu' precisamente, i propri pre-giudizi - ovvero pre-concetti - su altri ruoli sociali e relazionali e su altri punti di vista e modalita' di ragionamento e di comportamento); - l'esercitazione e' un gioco e come tale deve essere considerata, partecipa chi vuole (gli altri sono spettatori muti durante la recitazione, ma possono anch'essi interromperla in ogni momento e naturalmente partecipano alla discussione che segue ad ogni "scena" della recitazione), in ogni momento si puo' interrompere, in ogni momento chi vuole puo' chiamarsi fuori, etc.; - non si vince niente: vale a dire che non si tratta di trovare soluzioni e "risposte esatte", ma di esplorare situazioni critiche e conflitti complessi; e' un esperimento non competitivo, ed e' il contrario dei "quiz", la cosa piu' interessante infatti e' proprio l'esplorazione di situazioni esistenziali e relazionali che non ammettono risposte semplici e non hanno svolgimenti obbligati; - questo tipo di esercitazioni e' piu' proficuo, a parere del facilitatore, se realizzato in condizioni di stanchezza e di stress, e se l'oggetto della recitazione e' realistico e coinvolgente; per questo il facilitatore proporra' durante la recitazione delle intensificazioni degli elementi conflittuali che rendano piu' critica la situazione; - Peraltro deve essere chiaro che questa non e' una simulazione verosimile di situazioni reali, ma resta un esercizio fortemente stilizzato ed astratto; cosicche' sia piu' agevole contenere e gestire gli elementi di imbarazzo e di angoscia; ed evitare una eccessiva identificazione nel ruolo del gioco. Il facilitatore fornisce anche alcune indicazioni di condotta preliminari: - controllare la tensione e percepire le dinamiche relazionali e i processi escalativi e deescalativi; - dedicare particolar cura alla respirazione: una consapevole ed efficace respirazione e' di fondamentale importanza per affrontare situazioni di difficolta'; - chiarezza nel comunicare: ergo cercar di parlare uno per volta, usare frasi brevi, chiare, semplici, con un lessico comprensibile da tutti; - consapevolezza nel comunicare: prestare attenzione sia agli aspetti linguistici e fonetici (quindi anche al tono della voce e al ritmo del discorso), sia agli elementi non verbali: postura, gesti, espressioni facciali, contatto oculare - ovvero il guardarsi negli occhi -), sia alla dinamica di feedback (la costante compresenza e il reciproco condizionamento di azione e retroazione dell'interazione comunicativa); - in qualunque momento chiunque (partecipanti e osservatori) puo' fermare il gioco, alzando la mano e dicendo ad alta voce "stop al gioco"; fermato il gioco si apre la discussione; - ricordare che si tratta di una recitazione, e che quindi i partecipanti mentre recitano improvvisando sui canovacci proposti dal facilitatore sono solo delle "maschere", e quanto accade nella recitazione non e' "la realta'", ma solo un esperimento molto stilizzato la cui utilita' non e' di trarne indicazioni per l'azione, ma di far emergere conflitti, difficolta', contraddizioni, ambiguita' che successivamente verranno esaminati durante la discussione tra una scena e l'altra della rappresentazione ed in una discussione per cosi' dire "a mente fredda" in un incontro successivo. Il facilitatore propone anche di scandire il lavoro non soltanto attraverso l'alternanza tra recitazione e discussione, ma inserendo degli intermezzi distensivi tra le principali fasi in cui si articola il training, intermezzi in cui si propone la lettura di alcune poesie di Franco Fortini. La proposta ottiene il consenso di tutti i partecipanti. * 4. costituzione dei gruppi (tre gruppi, due di quattro e uno di tre persone; il facilitatore ovviamente non partecipa ai gruppi). I gruppi vengono costituiti attraverso l'affinita': il facilitatore chiede alle prime tre persone sedute alla sua sinistra di alzarsi e collocarsi in tre angoli diversi della stanza dove ci si riunisce, e di dire quale musica e quale cinema preferiscono; dopo che tutte e tre le persone si sono espresse gli altri partecipanti si dislocano a seconda della condivisione delle preferenze; con un minimo aggiustamento si ottengono i tre gruppi. Formati i gruppi ognuno di essi si riunisce in una stanza diversa per cinque minuti di conversazione libera in cui conoscersi meglio per incrementare l'affinita'. Ci si riunisce di nuovo tutti insieme, il facilitatore chiede ad ogni gruppo di darsi un nome di animale, per il primo gruppo che inizi con la lettera A, per il secondo con la lettera B, per il terzo con la lettera C. Dopo breve riunione ogni gruppo decide la propria denominazione col metodo del consenso (il gruppo A opta per Alce, B per Bassotto, C per Cammello) [di seguito, in questo resoconto, si usera' tuttavia la sola lettera iniziale]. Il facilitatore attribuisce ad ogni gruppo un contrassegno (al gruppo A un adesivo con un disegno, al gruppo B un foglietto di carta colorata - di quella parzialmente adesiva da ufficio -, al gruppo C nessun contrassegno. I contrassegni, collocati sul petto, servono per poter identificare in ogni fase dell'esercitazione a quale gruppo appartengano i personaggi. Per aiutare ancora l'individuazione dei gruppi e dei ruoli durante l'esercitazione ci si avvarra' anche di una collocazione spaziale relativamente stabile (dietro o davanti il tavolo della raccolta delle firme contro la guerra, intorno a cui si sviluppa la prima e piu' ampia fase dell'azione). * 5. lavoro per gruppi preliminare 5. 1. Al gruppo A viene proposto di impersonare i pacifisti che devono realizzare l'iniziativa pubblica di raccolta delle firme contro la guerra. Si danno 5 minuti affinche' loro: a) stendano un elenco di tutti i passaggi organizzativi da compiere e del materiale da procurare; b) stabiliscano come presentarsi quando realizzeranno l'iniziativa della raccolta pubblica delle firme contro la guerra (comitato, insieme di sigle, singoli, etc.); - elaborare cinque argomenti forti per convincere i passanti a firmare, e metterli per iscritto in un cartello. Mentre il gruppo A fa questo, tutti gli altri assistono in silenzio. 5. 2. Al gruppo B viene proposto di impersonare i passanti avversi ai pacifisti e favorevoli alla guerra. Si danno 5 minuti per: - elaborare cinque argomenti forti a favore della guerra o comunque contro i pacifisti, e metterli per iscritto in un cartello. Mentre il gruppo B fa questo, tutti gli altri assistono in silenzio. 5. 3. Al gruppo C viene proposto di impersonare le forze dell'ordine che dovranno occuparsi della tutela dell'ordine pubblico durante l'iniziativa. Si danno 5 minuti per: - elaborare cinque regole di condotta cui attenersi nel loro servizio, e metterle per iscritto in un cartello. Mentre il gruppo C fa questo, tutti gli altri assistono in silenzio. Si evita di aprire il dibattito sugli argomenti annotati nei tre cartelloni; solo il facilitatore formula alcune possibili argomentazioni ulteriori per i tre cartelli. * 6. Preparazione della scena. Si cambia stanza, e di qui in poi si restera' sempre tutti in piedi durante la recitazione fino all'ultima fase del lavoro. Si dispone al centro della stanza un tavolo, e si realizzano con il contributo di tutti i partecipanti i materiali necessari: si procurano delle penne; si preparano alcuni moduli per raccogliere le firme; si preparano alcuni volantini (manoscritti, composti ciascuno di una sola frase ideata spontaneamente dai singoli partecipanti e se ne preparano cosi' qualche decina; si preparano alcuni "libri", realizzati piegando in due un foglio di formato A4 e scrivendo sulla prima facciata il nome di un autore e il titolo del libro (anche a questo riguardo ogni partecipante spontaneamente scrive autori e titoli che vuole, sia veri che inventati); si preparano degli "stracci di pace" con delle striscie di carta; si predispone una scatola per raccogliere fondi con la scritta: "a sostegno di Emergency"; uno dei partecipanti scrive l'autorizzazione rilasciata dal Comune all'occupazione del suolo pubblico ed anch'essa e' sistemata sul tavolo insieme all'altro materiale. Si leggono tutti i testi scritti. Concluso questo lavoro, la scena e' pronta e la recitazione puo' iniziare. Si legge un testo di Franco Fortini, ci si rilassa un po'. * 7. Scena prima: pacifisti e passanti avversi Il gruppo B fa la parte dei pacifisti; il gruppo A fa la parte dei passanti avversi; il gruppo C fa da osservatore esterno che non partecipa alla rappresentazione. Stop al gioco e discussione. 8. Scena seconda: pacifisti, passanti avversi e passanti neutrali Il gruppo C fa la parte dei pacifisti; il gruppo B fa la parte dei passanti avversi; il gruppo A fa la parte dei passanti neutrali. Stop al gioco e discussione. 9. Scena terza: pacifisti e forze dell'ordine Il gruppo A fa la parte dei pacifisti; il gruppo C fa la parte delle forze dell'ordine; il gruppo B fa da osservatore esterno che non partecipa alla rappresentazione. * In questa scena e'avvenuto il sequestro dei volantini che non erano stati depositati preliminarmente e non recavano l'indicazione del responsabile, del luogo della stampa e della data. Stop al gioco e discussione. 10. Scena quarta: pacifisti, passanti avversi e forze dell'ordine Il gruppo C fa la parte dei pacifisti; il gruppo A fa la parte dei passanti avversi, il gruppo B fa la parte delle forze dell'ordine. Stop al gioco e discussione. 11. Scena quinta: intervento di un provocatore Il gruppo C fa la parte dei pacifisti; un singolo (accompagnato da due altre persone) fa la parte del provocatore con particolare violenza sia verbale verso le persone che fisica sugli oggetti (a piu' riprese afferra e getta in terra i materiali che erano sul tavolo). Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla rappresentazione. Stop al gioco e discussione. 12. Pausa, lettura di una poesia di Franco Fortini, momento di convivialita' con dolciumi portati da alcuni partecipanti e da loro stessi cucinati, e distensione. * 13. Preparazione della scena sesta: preparazione dell'intervento per far cessare l'iniziativa pacifista Dopo l'accaduto (l'azione del provocatore) si assume che le autorita' hanno deciso che per evitare piu' gravi avvenimenti l'iniziativa sia sospesa per motivi di ordine pubblico, e le forze dell'ordine sono incaricate di intervenire a tal fine 14. Scena sesta, parte prima: gli appartenenti alle forze dell'ordine che hanno il compito di far cessare la raccolta delle firme, di sequestrare il materiale, di identificare i pacifisti e di fermare chi oppone resistenza, decidono come agire. Il gruppo B impersonale gli appartenenti alle forze dell'ordine. Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla rappresentazione. * Il facilitatore fa passare un lungo lasso di tempo prima di dichiarare conclusa la scena, cosicche' gli "attori" dopo un primo abbastanza ovvio scambio di opinioni si trovano a dover affrontare un prolungato periodo di silenzio ed imbarazzo, cui fa seguito un alternarsi di dialoghi e silenzi. Stop al gioco e discussione. 15. Scena sesta, parte seconda: i pacifisti decidono la condotta da adottare Il gruppo C impersona i pacifisti. Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla rappresentazione. Stop al gioco e discussione 16. Scena settima: lo sgombero, parte prima: pacifisti e forze dell'ordine Il gruppo B impersona i pacifisti; il gruppo A impersona le forze dell'ordine; il gruppo C fa da osservatore esterno che non partecipa alla rappresentazione. Stop al gioco e immediato passaggio alla scena successiva. 17. Scena ottava: lo sgombero, parte seconda: pacifisti, forze dell'ordine, passanti avversi Il gruppo A impersona i pacifisti, il gruppo B i passanti avversi, il gruppo C le forze dell'ordine. Stop al gioco e discussione. 18. Scena nona: lo sgombero, parte terza: pacifisti, forze dell'ordine, passanti neutrali Il gruppo B impersona i pacifisti; il gruppo C i passanti neutrali; il gruppo A le forze dell'ordine. * In questa fase cogliendo l'occasione dell'intervento a favore dei pacifisti di alcuni passanti neutrali il facilitatore stabilisce che sia giunto alle forze dell'ordine presenti la disposizione, recata da un dirigente autoritario e particolarmente maldisposto, di procedere al fermo di uno dei passanti e portarlo presso la sede delle forze dell'ordine; questo provoca un diffuso sentimento di dispiacere e di solidarieta' tale per cui altre persone, tra pacifisti e passanti neutrali, chiedono di essere fermate anch'esse; la scena si conclude con il fermo e l'accompagnamento presso la sede delle forze dell'ordine di quattro persone. Stop al gioco e discussione. * 19. Esercizi di presa rapida delle decisioni Giunti a questo punto si passa a un diverso tipo di esercitazione: la presa rapida di decisioni. In un tempo molto limitato viene chiesto agli attori di prendere decisioni non semplici in situazioni critiche e fortemente conflittuali. 20. Scena decima: primo esercizio di presa rapida delle decisioni: mentre si attende l'arrivo delle forze dell'ordine di cui si sa che procederanno a far cessare l'iniziativa pacifista, uno dei pacifisti rivela agli altri di di non essere cittadino italiano e di essere senza permesso di soggiorno Un gruppo impersona i pacifisti. Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla rappresentazione. Stop al gioco e discussione. * Durante la dicussione si svolge una intensa riflessione sul "metodo del consenso", una delle fondamentali tecniche deliberative nonviolente. 21. Scena undicesima: stessa situazione, con arrivo delle forze dell'ordine e decisione da parte loro Un gruppo impersona i pacifisti, un gruppo impersona le forze dell'ordine; un gruppo fa da osservatore esterno che non partecipa alla rappresentazione. * Poche' i pacifisti avevano deciso di chiedere alla persona senza permesso di soggiorno di allontanarsi, mentre questi lo fa, le forze dell'ordine che pure hanno notato la manovra, decidono di lasciarlo allontanare. Stop al gioco e discussione. 22. Scena dodicesima: secondo esercizio di presa rapida delle decisioni: mentre si attende l'arrivo delle forze dell'ordine di cui si sa che procederanno a far cessare l'iniziativa pacifista, uno dei pacifisti rivela agli altri di avere con se' una quantita' di una sostanza psicotropa per uso personale Un gruppo impersona i pacifisti. Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla rappresentazione. Stop al gioco e discussione. 23. Scena tredicesima: stessa situazione, con arrivo delle forze dell'ordine e decisione da parte loro Un gruppo impersona i pacifisti, un gruppo impersona le forze dell'ordine; un gruppo fa da osservatore esterno che non partecipa alla rappresentazione. * Poche' i pacifisti avevano deciso di chiedere di allontanarsi alla persona che aveva con se' una quantita' di una sostanza psicotropa per uso personale, questi si allontana. Ma le forze dell'ordine avendo notato la manovra, e ritenendo (su specifica indicazione del facilitatore) che il personaggio sia uno spacciatore, intervengono per arrestarlo. Stop al gioco e immediato passaggio alla scena sucessiva. 24. Scena quattordicesima: stessa situazione, con arrivo di passanti Un gruppo impersona i pacifisti; un gruppo impersona le forze dell'ordine; un gruppo impersona i passanti. * Si crea una situazione piuttosto confusa, nella quale la persona accusata di essere uno spacciatore e dapprima trattenuta dalle forze dell'ordine riesce comunque ad allontanarsi. Stop al gioco e discussione. 25. Pausa e distensione. * 26. Scena quindicesima: interrogatorio nella sede delle forze dell'ordine di una persona fermata Cambia lo scenario, non si e' piu' nella piazza, ma nella sede delle forze dell'ordine (scenografia: una scrivania, due sedie da un lato, una sedia dal lato opposto). Una persona rappresenta una persona fermata; due persone rappresentano i pubblici ufficiali che conducono l'interrogatorio; tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla rappresentazione. Strop al gioco e discussione. * Emerge l'esigenza di avere una seppur minima conoscenza delle disposizioni di legge e degli aspetti procedurali di una situazione come questa. 27. Scena sedicesima: i pacifisti che non sono stati fermati, ed altri pacifisti che non erano presenti ma sono stati chiamati telefonicamente, si riuniscono per decidere cosa fare dopo quanto accaduto Si torna a sedersi tutti intorno a un tavolo (il tavolo di grandi dimensioni, in una diversa stanza, quella in cui si e' svolta la fase preliminare dell'incontro di cui si e' riferito ai punti 1-5), tutti partecipano alla discussione, una meta' dei partecipanti impersona i pacifisti che erano presenti quando e' stata interrotta l'iniziativa pacifista e sono stati eseguiti i fermi; un'altra meta' dei partecipanti rappresenta i pacifisti che non erano presenti ma sono stati chiamati telefonicamente. Stop al gioco e discussione. * Emerge l'esigenza di chiamare subito un avvocato che intervenga tempestivamente a tutela delle persone fermate; di chiedere a un rappresentante del Comune (che aveva autorizzato l'occupazione di suolo pubblico dell'iniziativa pacifista) di intervenire a sua volta a tutela delle persone fermate; di recarsi presso la sede delle forze dell'ordine, e con la massima civilta' ed il massimo garbo informarsi della situazione dei fermati, chiedere un colloquio sia con i fermati che con qualche responsabile delle forze dell'ordine, e dichiarare la propria intenzione di restare li' finche' la situazione non si sia chiarita con piena soddisfazione di tutti e nel rispetto piu' rigoroso di quanto stabilito dalla legge. 28. Fine dell'attivita' di rappresentazione; attivita' distensive: canto di alcune canzoni in coro, lettura di una poesia di Franco Fortini. * 29. Giro di opinioni sull'esercitazione svolta. 30. Scambio informale di informazioni e congedo dei partecipanti. Centro di ricerca per la pace di Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Viterbo, 24 ottobre 2002
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