Una esperienza di addestramento alla nonviolenza



Comunicato stampa

UNA ESPERIENZA DI ADDESTRAMENTO ALLA NONVIOLENZA AD AMELIA

Il 13 ottobre 2002 si e' svolto un incontro di addestramento alla
nonviolenza ad Amelia, in provincia di Terni.

Dallo scorso anno periodicamente un gruppo di persone impegnate in varie
esperienze di pace e di solidarieta' ed in legami di amicizia tra loro, si
incontrano per riflettere sulla nonviolenza (dopo un primo incontro nel
dicembre 2001, si e' tenuto un ciclo di incontri dal febbraio al giugno
2002; un nuovo incontro, propedeutico ad un nuovo ciclo, si e' svolto il 29
settembre scorso); gli incontri sono aperti a tutte le persone interessate e
si tengono presso la "casa del sole" di Amelia, gentilmente messa a
disposizione.

Domenica 13 ottobre e' stato avviato il secondo ciclo ed e' stata effettuata
un'esercitazione, di cui qui di seguito si offre uno schematico resoconto
basato sul canovaccio di lavoro proposto dal facilitatore, sui ricordi - non
sempre chiarissimi - dello stesso, e sui sintetici appunti messi a verbale.

In questo resoconto si e' preferito indicare solo il canovaccio
dell'esercitazione, e dar conto di cio' che e' effettivamente accaduto
durante - diciamo cosi' - la recita a soggetto (sulla base del minimo
canovaccio proposto, agli interpreti era richiesto di agire per
improvvisazione) soltanto per quegli accadimenti la cui conoscenza e'
indispensabile per comprendere il successivo svolgimento dell'azione (le
parti in cui si riferisce di cio' recano a inizio di frase un asterisco).
Scopo di questo resoconto non e' infatti una descrizione completa delle
dinamiche agite, quanto di indicare la cornice dell'attivita' svolta.

*
1. Inizio dell'incontro. I partecipanti (12) si siedono tutti intorno a un
tavolo, e l'incontro si apre, come d'abitudine, con la firma del registro
delle presenze (che funge anche da verbale) da parte di tutti i
partecipanti.
2. Si effettua poi un giro di presentazione reciproca tra i partecipanti
(alcune persone partecipavano per la prima volta).
3. La persona cui e' attribuito il compito di facilitatore illustra la
proposta di lavoro della giornata: rappresentare con la tecnica del "gioco
di ruolo" una raccolta di firme in piazza contro la guerra, proposta
elaborata sulla base della decisione presa nel precedente incontro.
Il facilitatore illustra brevemente il senso di una esercitazione nella
forma del gioco di ruolo:
- esplorare conflitti esteriori ed interiori (dinamiche interpersonali ed
infrapsichiche): paure, processi escalativi e deescalativi
dell'aggressivita', meccanismi della menzogna, dell'obbedienza, della fuga,
etc.
- sperimentare altri punti di vista (ovvero, piu' precisamente, i propri
pre-giudizi - ovvero pre-concetti - su altri ruoli sociali e relazionali e
su altri punti di vista e modalita' di ragionamento e di comportamento);
- l'esercitazione e' un gioco e come tale deve essere considerata, partecipa
chi vuole (gli altri sono spettatori muti durante la recitazione, ma possono
anch'essi interromperla in ogni momento e naturalmente partecipano alla
discussione che segue ad ogni "scena" della recitazione), in ogni momento si
puo' interrompere, in ogni momento chi vuole puo' chiamarsi fuori, etc.;
- non si vince niente: vale a dire che non si tratta di trovare soluzioni e
"risposte esatte", ma di esplorare situazioni critiche e conflitti
complessi; e' un esperimento non competitivo, ed e' il contrario dei "quiz",
la cosa piu' interessante infatti e' proprio l'esplorazione di situazioni
esistenziali e relazionali che non ammettono risposte semplici e non hanno
svolgimenti obbligati;
- questo tipo di esercitazioni e' piu' proficuo, a parere del facilitatore,
se realizzato in condizioni di stanchezza e di stress, e se l'oggetto della
recitazione e' realistico e coinvolgente; per questo il facilitatore
proporra' durante la recitazione delle intensificazioni degli elementi
conflittuali che rendano piu' critica la situazione;
- Peraltro deve essere chiaro che questa non e' una simulazione verosimile
di situazioni reali, ma resta un esercizio fortemente stilizzato ed
astratto; cosicche' sia piu' agevole contenere e gestire gli elementi di
imbarazzo e di angoscia; ed evitare una eccessiva identificazione nel ruolo
del gioco.
Il facilitatore fornisce anche alcune indicazioni di condotta preliminari:
- controllare la tensione e percepire le dinamiche relazionali e i processi
escalativi e deescalativi;
- dedicare particolar cura alla respirazione: una consapevole ed efficace
respirazione e' di fondamentale importanza per affrontare situazioni di
difficolta';
- chiarezza nel comunicare: ergo cercar di parlare uno per volta, usare
frasi brevi, chiare, semplici, con un lessico comprensibile da tutti;
- consapevolezza nel comunicare: prestare attenzione sia agli aspetti
linguistici e fonetici (quindi anche al tono della voce e al ritmo del
discorso), sia agli elementi non verbali: postura, gesti, espressioni
facciali, contatto oculare - ovvero il guardarsi negli occhi -), sia alla
dinamica di feedback (la costante compresenza e il reciproco condizionamento
di azione e retroazione dell'interazione comunicativa);
- in qualunque momento chiunque (partecipanti e osservatori) puo' fermare il
gioco, alzando la mano e dicendo ad alta voce "stop al gioco"; fermato il
gioco si apre la discussione;
- ricordare che si tratta di una recitazione, e che quindi i partecipanti
mentre recitano improvvisando sui canovacci proposti dal facilitatore sono
solo delle "maschere", e quanto accade nella recitazione non e' "la
realta'", ma solo un esperimento molto stilizzato la cui utilita' non e' di
trarne indicazioni per l'azione, ma di far emergere conflitti, difficolta',
contraddizioni, ambiguita' che successivamente verranno esaminati durante la
discussione tra una scena e l'altra della rappresentazione ed in una
discussione per cosi' dire "a mente fredda" in un incontro successivo.
Il facilitatore propone anche di scandire il lavoro non soltanto attraverso
l'alternanza tra recitazione e discussione, ma inserendo degli intermezzi
distensivi tra le principali fasi in cui si articola il training, intermezzi
in cui si propone la lettura di alcune poesie di Franco Fortini.
La proposta ottiene il consenso di tutti i partecipanti.
*
4. costituzione dei gruppi (tre gruppi, due di quattro e uno di tre persone;
il facilitatore ovviamente non partecipa ai gruppi).
I gruppi vengono costituiti attraverso l'affinita': il facilitatore chiede
alle prime tre persone sedute alla sua sinistra di alzarsi e collocarsi in
tre angoli diversi della stanza dove ci si riunisce, e di dire quale musica
e quale cinema preferiscono; dopo che tutte e tre le persone si sono
espresse gli altri partecipanti si dislocano a seconda della condivisione
delle preferenze; con un minimo aggiustamento si ottengono i tre gruppi.
Formati i gruppi ognuno di essi si riunisce in una stanza diversa per cinque
minuti di conversazione libera in cui conoscersi meglio per incrementare
l'affinita'.
Ci si riunisce di nuovo tutti insieme, il facilitatore chiede ad ogni gruppo
di darsi un nome di animale, per il primo gruppo che inizi con la lettera A,
per il secondo con la lettera B, per il terzo con la lettera C. Dopo breve
riunione ogni gruppo decide la propria denominazione col metodo del consenso
(il gruppo A opta per Alce, B per Bassotto, C per Cammello) [di seguito, in
questo resoconto, si usera' tuttavia la sola lettera iniziale].
Il facilitatore attribuisce ad ogni gruppo un contrassegno (al gruppo A un
adesivo con un disegno, al gruppo B un foglietto di carta colorata - di
quella parzialmente adesiva da ufficio -, al gruppo C nessun contrassegno. I
contrassegni, collocati sul petto, servono per poter identificare in ogni
fase dell'esercitazione a quale gruppo appartengano i personaggi.
Per aiutare ancora l'individuazione dei gruppi e dei ruoli durante
l'esercitazione ci si avvarra' anche di una collocazione spaziale
relativamente stabile (dietro o davanti il tavolo della raccolta delle firme
contro la guerra, intorno a cui si sviluppa la prima e piu' ampia fase
dell'azione).
*
5. lavoro per gruppi preliminare
5. 1. Al gruppo A viene proposto di impersonare i pacifisti che devono
realizzare l'iniziativa pubblica di raccolta delle firme contro la guerra.
Si danno 5 minuti affinche' loro:
a) stendano un elenco di tutti i passaggi organizzativi da compiere e del
materiale da procurare;
b) stabiliscano come presentarsi quando realizzeranno l'iniziativa della
raccolta pubblica delle firme contro la guerra (comitato, insieme di sigle,
singoli, etc.);
- elaborare cinque argomenti forti per convincere i passanti a firmare, e
metterli per iscritto in un cartello.
Mentre il gruppo A fa questo, tutti gli altri assistono in silenzio.
5. 2. Al gruppo B viene proposto di impersonare i passanti avversi ai
pacifisti e favorevoli alla guerra. Si danno 5 minuti per:
- elaborare cinque argomenti forti a favore della guerra o comunque contro i
pacifisti, e metterli per iscritto in un cartello.
Mentre il gruppo B fa questo, tutti gli altri assistono in silenzio.
5. 3. Al gruppo C viene proposto di impersonare le forze dell'ordine che
dovranno occuparsi della tutela dell'ordine pubblico durante l'iniziativa.
Si danno 5 minuti per:
- elaborare cinque regole di condotta cui attenersi nel loro servizio, e
metterle per iscritto in un cartello.
Mentre il gruppo C fa questo, tutti gli altri assistono in silenzio.
Si evita di aprire il dibattito sugli argomenti annotati nei tre cartelloni;
solo il facilitatore formula alcune possibili argomentazioni ulteriori per i
tre cartelli.
*
6. Preparazione della scena.
Si cambia stanza, e di qui in poi si restera' sempre tutti in piedi durante
la recitazione fino all'ultima fase del lavoro.
Si dispone al centro della stanza un tavolo, e si realizzano con il
contributo di tutti i partecipanti i materiali necessari: si procurano delle
penne; si preparano alcuni moduli per raccogliere le firme; si preparano
alcuni volantini (manoscritti, composti ciascuno di una sola frase ideata
spontaneamente dai singoli partecipanti e se ne preparano cosi' qualche
decina; si preparano alcuni "libri", realizzati piegando in due un foglio di
formato A4 e scrivendo sulla prima facciata il nome di un autore e il titolo
del libro (anche a questo riguardo ogni partecipante spontaneamente scrive
autori e titoli che vuole, sia veri che inventati); si preparano degli
"stracci di pace" con delle striscie di carta; si predispone una scatola per
raccogliere fondi con la scritta: "a sostegno di Emergency"; uno dei
partecipanti scrive l'autorizzazione rilasciata dal Comune all'occupazione
del suolo pubblico ed anch'essa e' sistemata sul tavolo insieme all'altro
materiale.
Si leggono tutti i testi scritti.
Concluso questo lavoro, la scena e' pronta e la recitazione puo' iniziare.
Si legge un testo di Franco Fortini, ci si rilassa un po'.
*
7. Scena prima: pacifisti e passanti avversi
Il gruppo B fa la parte dei pacifisti; il gruppo A fa la parte dei passanti
avversi; il gruppo C fa da osservatore esterno che non partecipa alla
rappresentazione.
Stop al gioco e discussione.
8. Scena seconda: pacifisti, passanti avversi e passanti neutrali
Il gruppo C fa la parte dei pacifisti; il gruppo B fa la parte dei passanti
avversi; il gruppo A fa la parte dei passanti neutrali.
Stop al gioco e discussione.
9. Scena terza: pacifisti e forze dell'ordine
Il gruppo A fa la parte dei pacifisti; il gruppo C fa la parte delle forze
dell'ordine; il gruppo B fa da osservatore esterno che non partecipa alla
rappresentazione.
* In questa scena e'avvenuto il sequestro dei volantini che non erano stati
depositati preliminarmente e non recavano l'indicazione del responsabile,
del luogo della stampa e della data.
Stop al gioco e discussione.
10. Scena quarta: pacifisti, passanti avversi e forze dell'ordine
Il gruppo C fa la parte dei pacifisti; il gruppo A fa la parte dei passanti
avversi, il gruppo B fa la parte delle forze dell'ordine.
Stop al gioco e discussione.
11. Scena quinta: intervento di un provocatore
Il gruppo C fa la parte dei pacifisti; un singolo (accompagnato da due altre
persone) fa la parte del provocatore con particolare violenza sia verbale
verso le persone che fisica sugli oggetti (a piu' riprese afferra e getta in
terra i materiali che erano sul tavolo).
Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla
rappresentazione.
Stop al gioco e discussione.
12. Pausa, lettura di una poesia di Franco Fortini, momento di convivialita'
con dolciumi portati da alcuni partecipanti e da loro stessi cucinati, e
distensione.
*
13. Preparazione della scena sesta: preparazione dell'intervento per far
cessare l'iniziativa pacifista
Dopo l'accaduto (l'azione del provocatore) si assume che le autorita' hanno
deciso che per evitare piu' gravi avvenimenti l'iniziativa sia sospesa per
motivi di ordine pubblico, e le forze dell'ordine sono incaricate di
intervenire a tal fine
14. Scena sesta, parte prima: gli appartenenti alle forze dell'ordine che
hanno il compito di far cessare la raccolta delle firme, di sequestrare il
materiale, di identificare i pacifisti e di fermare chi oppone resistenza,
decidono come agire.
Il gruppo B impersonale gli appartenenti alle forze dell'ordine.
Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla
rappresentazione.
* Il facilitatore fa passare un lungo lasso di tempo prima di dichiarare
conclusa la scena, cosicche' gli "attori" dopo un primo abbastanza ovvio
scambio di opinioni si trovano a dover affrontare un prolungato periodo di
silenzio ed imbarazzo, cui fa seguito un alternarsi di dialoghi e silenzi.
Stop al gioco e discussione.
15. Scena sesta, parte seconda: i pacifisti decidono la condotta da adottare
Il gruppo C impersona i pacifisti.
Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla
rappresentazione.
Stop al gioco e discussione
16. Scena settima: lo sgombero, parte prima: pacifisti e forze dell'ordine
Il gruppo B impersona i pacifisti; il gruppo A impersona le forze
dell'ordine; il gruppo C fa da osservatore esterno che non partecipa alla
rappresentazione.
Stop al gioco e immediato passaggio alla scena successiva.
17. Scena ottava: lo sgombero, parte seconda: pacifisti, forze dell'ordine,
passanti avversi
Il gruppo A impersona i pacifisti, il gruppo B i passanti avversi, il gruppo
C le forze dell'ordine.
Stop al gioco e discussione.
18. Scena nona: lo sgombero, parte terza: pacifisti, forze dell'ordine,
passanti neutrali
Il gruppo B impersona i pacifisti; il gruppo C i passanti neutrali; il
gruppo A le forze dell'ordine.
* In questa fase cogliendo l'occasione dell'intervento a favore dei
pacifisti di alcuni passanti neutrali il facilitatore stabilisce che sia
giunto alle forze dell'ordine presenti la disposizione, recata da un
dirigente autoritario e particolarmente maldisposto, di procedere al fermo
di uno dei passanti e portarlo presso la sede delle forze dell'ordine;
questo provoca un diffuso sentimento di dispiacere e di solidarieta' tale
per cui altre persone, tra pacifisti e passanti neutrali, chiedono di essere
fermate anch'esse; la scena si conclude con il fermo e l'accompagnamento
presso la sede delle forze dell'ordine di quattro persone.
Stop al gioco e discussione.
*
19. Esercizi di presa rapida delle decisioni
Giunti a questo punto si passa a un diverso tipo di esercitazione: la presa
rapida di decisioni. In un tempo molto limitato viene chiesto agli attori di
prendere decisioni non semplici in situazioni critiche e fortemente
conflittuali.
20. Scena decima: primo esercizio di presa rapida delle decisioni: mentre si
attende l'arrivo delle forze dell'ordine di cui si sa che procederanno a far
cessare l'iniziativa pacifista, uno dei pacifisti rivela agli altri di di
non essere cittadino italiano e di essere senza permesso di soggiorno
Un gruppo impersona i pacifisti.
Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla
rappresentazione.
Stop al gioco e discussione.
* Durante la dicussione si svolge una intensa riflessione sul "metodo del
consenso", una delle fondamentali tecniche deliberative nonviolente.
21. Scena undicesima: stessa situazione, con arrivo delle forze dell'ordine
e decisione da parte loro
Un gruppo impersona i pacifisti, un gruppo impersona le forze dell'ordine;
un gruppo fa da osservatore esterno che non partecipa alla rappresentazione.
* Poche' i pacifisti avevano deciso di chiedere alla persona senza permesso
di soggiorno di allontanarsi, mentre questi lo fa, le forze dell'ordine che
pure hanno notato la manovra, decidono di lasciarlo allontanare.
Stop al gioco e discussione.
22. Scena dodicesima: secondo esercizio di presa rapida delle decisioni:
mentre si attende l'arrivo delle forze dell'ordine di cui si sa che
procederanno a far cessare l'iniziativa pacifista, uno dei pacifisti rivela
agli altri di avere con se' una quantita' di una sostanza psicotropa per uso
personale
Un gruppo impersona i pacifisti.
Tutti gli altri assistono da osservatori esterni che non partecipano alla
rappresentazione.
Stop al gioco e discussione.
23. Scena tredicesima: stessa situazione, con arrivo delle forze dell'ordine
e decisione da parte loro
Un gruppo impersona i pacifisti, un gruppo impersona le forze dell'ordine;
un gruppo fa da osservatore esterno che non partecipa alla rappresentazione.
* Poche' i pacifisti avevano deciso di chiedere di allontanarsi alla persona
che aveva con se' una quantita' di una sostanza psicotropa per uso
personale, questi si allontana. Ma le forze dell'ordine avendo notato la
manovra, e ritenendo (su specifica indicazione del facilitatore) che il
personaggio sia uno spacciatore, intervengono per arrestarlo.
Stop al gioco e immediato passaggio alla scena sucessiva.
24. Scena quattordicesima: stessa situazione, con arrivo di passanti
Un gruppo impersona i pacifisti; un gruppo impersona le forze dell'ordine;
un gruppo impersona i passanti.
* Si crea una situazione piuttosto confusa, nella quale la persona accusata
di essere uno spacciatore e dapprima trattenuta dalle forze dell'ordine
riesce comunque ad allontanarsi.
Stop al gioco e discussione.
25. Pausa e distensione.
*
26. Scena quindicesima: interrogatorio nella sede delle forze dell'ordine di
una persona fermata
Cambia lo scenario, non si e' piu' nella piazza, ma nella sede delle forze
dell'ordine (scenografia: una scrivania, due sedie da un lato, una sedia dal
lato opposto).
Una persona rappresenta una persona fermata; due persone rappresentano i
pubblici ufficiali che conducono l'interrogatorio; tutti gli altri assistono
da osservatori esterni che non partecipano alla rappresentazione.
Strop al gioco e discussione.
* Emerge l'esigenza di avere una seppur minima conoscenza delle disposizioni
di legge e degli aspetti procedurali di una situazione come questa.
27. Scena sedicesima: i pacifisti che non sono stati fermati, ed altri
pacifisti che non erano presenti ma sono stati chiamati telefonicamente, si
riuniscono per decidere cosa fare dopo quanto accaduto
Si torna a sedersi tutti intorno a un tavolo (il tavolo di grandi
dimensioni, in una diversa stanza, quella in cui si e' svolta la fase
preliminare dell'incontro di cui si e' riferito ai punti 1-5), tutti
partecipano alla discussione, una meta' dei partecipanti impersona i
pacifisti che erano presenti quando e' stata interrotta l'iniziativa
pacifista e sono stati eseguiti i fermi; un'altra meta' dei partecipanti
rappresenta i pacifisti che non erano presenti ma sono stati chiamati
telefonicamente.
Stop al gioco e discussione.
* Emerge l'esigenza di chiamare subito un avvocato che intervenga
tempestivamente a tutela delle persone fermate; di chiedere a un
rappresentante del Comune (che aveva autorizzato l'occupazione di suolo
pubblico dell'iniziativa pacifista) di intervenire a sua volta a tutela
delle persone fermate; di recarsi presso la sede delle forze dell'ordine, e
con la massima civilta' ed il massimo garbo informarsi della situazione dei
fermati, chiedere un colloquio sia con i fermati che con qualche
responsabile delle forze dell'ordine, e dichiarare la propria intenzione di
restare li' finche' la situazione non si sia chiarita con piena
soddisfazione di tutti e nel rispetto piu' rigoroso di quanto stabilito
dalla legge.
28. Fine dell'attivita' di rappresentazione; attivita' distensive: canto di
alcune canzoni in coro, lettura di una poesia di Franco Fortini.
*
29. Giro di opinioni sull'esercitazione svolta.
30. Scambio informale di informazioni e congedo dei partecipanti.

Centro di ricerca per la pace di Viterbo
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Viterbo, 24 ottobre 2002