IRAQ: LE PAROLE DEI POLITICI



fonte: Bollettino ONG "Un ponte per..."

Numero 18
settembre 2002

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HANNO DETTO:

SULL'ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA DELL'IRAQ DEL RIENTRO DEGLI ISPETTORI ONU:

"Esprimo vivissima soddisfazione. E' una notizia molto positiva che lascia presagire un allontanamento del pericolo della guerra."

(Roberto Formigoni, Presidente della regione Lombardia, 17 settembre 2002)

"La decisione dell'Iraq e' una opportunita' che non va sprecata, un primo risultato di quanti si sono battuti per scongiurare una nuova guerra. Chidiamo al governo italiano di concorrere a una iniziativa della UE per una soluzione politica."

(Piero Fassino, Segretario dei DS, 17 settembre 2002)

"Berlusconi non puo' continuare ad evitare il Parlamento come ha fatto fino ad ora: discuta in questa sede la posizione del governo italiano e dimostri di favorire i venti di pace andando nella capitale irachena per sostenere l'invio degli ispettori Onu e spezzare i pericoli di guerra."

(Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente dei Verdi, 17 settembre 2002)

"Ci auguriamo che la decisione di Saddam faccia desistere gli Usa dal dichiarare guerre sciagurate. Non ci sarebbe alcun vantaggio in una guerra contro l'Iraq."

(Cesare Rizzi, Capogruppo in Commissione Esteri, Lega Nord Padania, 17 settembre 2002)

"Bisogna valutare attentamente se questa proposta da parte di Saddam Hussein corrisponda poi a una volonta' concreta e reale."

(Silvio Berlusconi, Presidente del consiglio e Ministro degli esteri ad interim, 18 settembre 2002).

"L'obiettivo non e' quello di bombardare l'Iraq a tutti i costi - ma costringere Saddam ad ispezioni efficaci e ad eliminare tutte le eventuali armi non convenzionali presenti sul territorio. L'Italia e l'Europa si adoperino con tutti i mezzi per ottenere il risultato sena incendiare il Medio Oriente."

(Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente dei Verdi, 18 settembre 2002)

SULLA GUERRA:

"Non si puo' fare la guerra per cambiare il regime in Iraq."

(Rocco Buttiglione, ministro per le politiche comunitarie, 18 settembre 2002)

"Neppure al peggior regime si puo' imporre la democrazia con la guerra. Se adottassimo questo criterio, di guerre dovremmo farne a decine. (...) La guerra all'Iraq non sarebbe solo moralmente condannabile, sarebbe un disastro politico e culturale. Verrebbe percepita da milioni di persone come la guerra dell'Occidente, anzi della Cristianita', all'Islam, ai paesi arabi. Terremoterebbe una regione gia' caldissima. La sconsigliano mille e una ragione."

(Roberto Formigoni, Presidente della regione Lombardia, intervista al Manifesto, 19 settembre 2002)


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