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SICILIA: BASTA STRAGI! Un esposto contro Maroni: chi vuole firmarlo risponda...
- Subject: SICILIA: BASTA STRAGI! Un esposto contro Maroni: chi vuole firmarlo risponda...
- From: "dino frisullo" <dinofrisullo at libero.it>
- Date: Mon, 23 Sep 2002 10:54:46 +0200
RICHIESTA URGENTE Trovate qui sotto il comunicato stampa in cui si preannuncia l'esposto-denuncia (allegato anch'esso in questo messaggio) che sarà depositato MARTEDI' MATTINA alla Procura della Repubblica di Roma contro il ministro Maroni e il governo Berlusconi, per avere di fatto aperto la strada ai trafficanti e alle stragi in mare chiudendo da diciotto mesi ogni possibilità d'ingresso legale in Italia, ed omettendo quindi un obbligo di legge. Chiedo a tutti/e (esponenti dell'associazionismo e dei Forum sociali, parlamentari, operatori del diritto...) di sottoscrivere l'esposto, se lo vorranno, inviando ENTRO LUNEDI' SERA una mail all'indirizzo bastastragi at libero.it . Ovviamente le adesioni, ai fini giuridici, possono solo essere individuali. Questa iniziativa non intende certo sostituirsi alle necessarie mobilitazioni, già in atto in Sicilia e da estendere a livello nazionale, contro questa inaccettabile e infame catena di stragi del proibizionismo. Vuole solo additare con il massimo di forza il nesso fra politiche di chiusura e incentivazione/sfruttamento dell'immigrazione clandestina. Già martedì prossimo lo grideremo davanti al Senato, nella manifestazione degli immigrati (e non solo di loro, spero) che dalle 15 alle 21 accompagnerà la votazione sul "decreto Maroni" sulla regolarizzazione. Un abbraccio a tutti/e Dino Frisullo (rif. tel. 339.6504639) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ (Comunicato stampa inviato oggi, subito dopo l'ennesimo naufragio in Sicilia) IMMIGRAZIONE: NUOVI MORTI IN SICILIA: "CHI CHIUDE GLI INGRESSI LEGALI E' CORRESPONSABILE DELLE STRAGI" GIA' PRONTO UN ESPOSTO CONTRO IL MINISTRO MARONI L'emissione dei decreti per consentire almeno un minimo di ingressi legali nel 2002 è un obbligo di legge per il governo e in particolare per il ministro Maroni, che ha annunciato più volte la sua intenzione di disattenderlo. Per questo Dino Frisullo, segretario di Senzaconfine, e Sergio Zulian, per il comitato M-16 promotore della recente manifestazione di Treviso, raccoglieranno domani altre firme di esponenti dell'associazionismo in calce a un esposto-denuncia che sarà depositato martedì alla Procura di Roma a carico del ministro Maroni e del presidente Berlusconi per omissione in atti d'ufficio, con la possibile aggravante della corresponsabilità nell'incentivo dell'immigrazione clandestina e nelle stragi che ne derivano. Le vittime dell'ultimo massacro di migranti vengono difatti dalla Tunisia, paese al quale nel 2001 furono riservate quote d'ingresso per lavoro: il blocco di questo canale ha gettato nelle braccia dei trafficanti migliaia di giovani tunisini, molti dei quali peraltro fuggono in realtà per motivi politici ma non hanno speranza di ottenere asilo da un paese, come l'Italia, storicamente legato al regime tunisino. Il blocco degli ingressi legali, che dura ormai da diciotto mesi, ha consentito alla grande mafia che gestisce il flusso di profughi e migranti dall'Anatolia e dal Mediterraneo orientale di estendere il suo raggio d'azione al Nordafrica e all'Africa nera, da dove venivano i liberiani morti nell'agrigentino. L'immediata apertura di canali d'ingresso legale, insieme (e non in alternativa) alla legalizzazione di tutto il lavoro nero già presente in Italia, sarà anche al centro della manifestazione in programma martedì pomeriggio davanti al Senato, durante la votazione del "decreto Maroni". Roma, 22.9.02 ------------------------------------------------------------------------------- ESPOSTO DENUNCIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA I sottoscrittiŠŠŠŠŠŠŠŠŠ, nella loro qualità di rappresentanti di associazioni ed organizzazioni di tutela dei legittimi diritti e interessi dei cittadini e dei lavoratori stranieri in Italia, espongono quanto segue. La legge n.286/1998, recante il "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero", all'art. 3 comma 4 prescrive l'emanazione annuale da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti i Ministri interessati e le competenti commissioni parlamentari, di "uno o più decreti" per definire "le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato (Š)".Tale normativa è da considerarsi in vigore per l'anno in corso, dal momento che la nuova legislazione sull'immigrazione, che rende facoltativa e non più obbligatoria l'emissione di decreti annuali sulle quote e le modalità d'ingresso, non è entrata in vigore se non in settembre e manca tuttora dei regolamenti destinati a renderla operativa. In ogni caso anche la nuova normativa prevede che l'opportunità di emettere i decreti in questione, e la loro misura, siano oggetto di consultazione con le commissioni parlamentari e gli enti locali. Non solo il governo non ha provveduto ad emettere tali decreti nell'anno in corso, ma il ministro del Lavoro, che nella prassi corrente è designato a proporli, ha dichiarato più volte alle agenzie di stampa il suo rifiuto di ottemperare all'obbligo di legge. Così il 29 agosto 2002 (Ansa) dichiarava che "Nel 2002 non faremo nessun nuovo decreto sui flussi, e nel 2003 valuteremo sulla base dell'esito della regolarizzazione", e il 17 settembre ribadiva (Ansa) che il Governo sarebbe impegnato a "superare il decreto annuale sui flussi con una programmazione come quella già prevista per gli stagionali". Infatti nel corso del 2002 con decreti ad-hoc dello stesso Ministero del Lavoro è stato consentito l'ingresso legale in Italia esclusivamente a quote di lavoratori stagionali destinati in larga prevalenza all'agricoltura, e destinati all'espatrio a fine lavoro. Nel frattempo tutte le organizzazioni imprenditoriali dell'industria e dell'agricoltura, nonché gli apparati statali di gestione di taluni servizi (es. sanità), denunciavano ripetutamente la vitale necessità di forza lavoro aggiuntiva non stagionale ma stabile, in misura calcolata da diverse fonti (es. Banca d'Italia) nell'ordine delle centinaia di migliaia di unità ogni anno, e queste prese di posizione venivano amplificate anche dalla stampa internazionale. Questa richiesta di lavoro stabile non può confondersi, come fa il Governo e in particolare il ministro Maroni, con l'emersione di quote di lavoro straniero già esistente, trattandosi con tutta evidenza della richiesta di forza-lavoro aggiuntiva e non sostitutiva di quella già impiegata irregolarmente.Nella totale assenza, per tutto l'anno in corso, di canali d'ingresso legale per lavoro non stagionale in Italia, e nell'evidenza di un'ampia domanda di lavoro insoddisfatta in Italia, si è amplificato a dismisura il canale irregolare, come attesta la stima diffusa dal Ministero dell'Interno (vedi ad es. Il Manifesto del 17 settembre 2002), presumibilmente inferiore alla realtà, di 14.042 ingressi illegali in Italia nei primi sette mesi dell'anno, a fronte di 10.565 ingressi illegali nel periodo corrispondente del 2001. L'ingresso illegale, gestito spesso da organizzazioni criminali senza scrupoli, ha comportato nell'anno in corso un incremento spaventoso di tragedie dell'immigrazione (morti per annegamento, asfissia ed altro), anche a causa dell'irrigidimento delle misure di controllo delle coste e delle frontiere che ha indotto i vettori non a rinunciare al loro traffico, ma a mettere più facilmente a repentaglio la merce umana abbandonandola in mare o rinchiudendola ermeticamente nei cassoni dei Tir. Tutto ciò premesso, i sottoscritti chiedono a codesto Tribunale di verificare se nei comportamenti descritti del Ministro del Lavoro, nonché dell'intero governo, non sia da identificarsi una grave omissione in atti d'ufficio, nonché una correlata responsabilità nell'oggettiva incentivazione dei canali illegali d'ingresso e nel favoreggiamento rispetto a coloro che li gestiscono e ne lucrano, e dunque una corresponsabilità anche negli esiti spesso tragici della situazione descritta. I sottoscritti chiedono di essere informati degli esiti del presente esposto anche in caso di archiviazione, e designano come proprio domicilio legale ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ. Roma, ŠŠŠŠŠŠŠŠ.. ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ..
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