SICILIA: BASTA STRAGI! Un esposto contro Maroni: chi vuole firmarlo risponda...



RICHIESTA URGENTE

Trovate qui sotto il comunicato stampa in cui si preannuncia
l'esposto-denuncia (allegato anch'esso in questo messaggio) che sarà
depositato MARTEDI' MATTINA alla Procura della Repubblica di Roma contro il
ministro Maroni e il governo Berlusconi, per avere di fatto aperto la
strada ai trafficanti e alle stragi in mare chiudendo da diciotto mesi ogni
possibilità d'ingresso legale in Italia, ed omettendo quindi un obbligo di
legge.

Chiedo a tutti/e (esponenti dell'associazionismo e dei Forum sociali,
parlamentari, operatori del diritto...) di sottoscrivere l'esposto, se lo
vorranno, inviando ENTRO LUNEDI' SERA una mail all'indirizzo
bastastragi at libero.it .

Ovviamente le adesioni, ai fini giuridici, possono solo essere individuali.

Questa iniziativa non intende certo sostituirsi alle necessarie
mobilitazioni, già in atto in Sicilia e da estendere a livello nazionale,
contro questa inaccettabile e infame catena di stragi del proibizionismo.
Vuole solo additare con il massimo di forza il nesso fra politiche di
chiusura e incentivazione/sfruttamento dell'immigrazione clandestina. Già
martedì prossimo lo grideremo davanti al Senato, nella manifestazione degli
immigrati (e non solo di loro, spero) che dalle 15 alle 21 accompagnerà la
votazione sul "decreto Maroni" sulla regolarizzazione.

Un abbraccio a tutti/e

Dino Frisullo (rif. tel. 339.6504639)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

(Comunicato stampa inviato oggi, subito dopo l'ennesimo naufragio in Sicilia)

IMMIGRAZIONE: NUOVI MORTI IN SICILIA:

"CHI CHIUDE GLI INGRESSI LEGALI E' CORRESPONSABILE DELLE STRAGI"

GIA' PRONTO UN ESPOSTO CONTRO IL MINISTRO MARONI

L'emissione dei decreti per consentire almeno un minimo di ingressi legali
nel 2002 è un obbligo di legge per il governo e in particolare per il
ministro Maroni, che ha annunciato più volte la sua intenzione di
disattenderlo. Per questo Dino Frisullo, segretario di Senzaconfine, e
Sergio Zulian, per il comitato M-16 promotore della recente manifestazione
di Treviso, raccoglieranno domani altre firme di esponenti
dell'associazionismo in calce a un esposto-denuncia che sarà depositato
martedì alla Procura di Roma a carico del ministro Maroni e del presidente
Berlusconi per omissione in atti d'ufficio, con la possibile aggravante
della corresponsabilità nell'incentivo dell'immigrazione clandestina e
nelle stragi che ne derivano.

Le vittime dell'ultimo massacro di migranti vengono difatti dalla Tunisia,
paese al quale nel 2001 furono riservate quote d'ingresso per lavoro: il
blocco di questo canale ha gettato nelle braccia dei trafficanti migliaia
di giovani tunisini, molti dei quali peraltro fuggono in realtà per motivi
politici ma non hanno speranza di ottenere asilo da un paese, come
l'Italia, storicamente legato al regime tunisino. Il blocco degli ingressi
legali, che dura ormai da diciotto mesi, ha consentito alla grande mafia
che gestisce il flusso di profughi e migranti dall'Anatolia e dal
Mediterraneo orientale di estendere il suo raggio d'azione al Nordafrica e
all'Africa nera, da dove venivano i liberiani morti nell'agrigentino.

L'immediata apertura di canali d'ingresso legale, insieme (e non in
alternativa) alla legalizzazione di tutto il lavoro nero già presente in
Italia, sarà anche al centro della manifestazione in programma martedì
pomeriggio davanti al Senato, durante la votazione del "decreto Maroni".

Roma, 22.9.02

-------------------------------------------------------------------------------

ESPOSTO DENUNCIA

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA



I sottoscrittiŠŠŠŠŠŠŠŠŠ, nella loro qualità di rappresentanti di
associazioni ed organizzazioni di tutela dei legittimi diritti e interessi
dei cittadini e dei lavoratori stranieri in Italia, espongono quanto segue.

La legge n.286/1998, recante il "Testo unico delle disposizioni concernenti
la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero",
all'art. 3 comma 4 prescrive l'emanazione annuale da parte del Presidente
del Consiglio dei ministri, sentiti i Ministri interessati e le competenti
commissioni parlamentari, di "uno o più decreti" per definire "le quote
massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro
subordinato (Š)".Tale normativa è da considerarsi in vigore per l'anno in
corso, dal momento che la nuova legislazione sull'immigrazione, che rende
facoltativa e non più obbligatoria l'emissione di decreti annuali sulle
quote e le modalità d'ingresso, non è entrata in vigore se non in settembre
e manca tuttora dei regolamenti destinati a renderla operativa.
In ogni caso anche la nuova normativa prevede che l'opportunità di emettere
i decreti in questione, e la loro misura, siano oggetto di consultazione
con le commissioni parlamentari e gli enti locali.
Non solo il governo non ha provveduto ad emettere tali decreti nell'anno in
corso, ma il ministro del Lavoro, che nella prassi corrente è designato a
proporli, ha dichiarato più volte alle agenzie di stampa il suo rifiuto di
ottemperare all'obbligo di legge. Così il 29 agosto 2002 (Ansa) dichiarava
che "Nel 2002 non faremo nessun nuovo decreto sui flussi, e nel 2003
valuteremo sulla base dell'esito della regolarizzazione", e il 17 settembre
ribadiva (Ansa) che il Governo sarebbe impegnato a "superare il decreto
annuale sui flussi con una programmazione come quella già prevista per gli
stagionali".
Infatti nel corso del 2002 con decreti ad-hoc dello stesso Ministero del
Lavoro è stato consentito l'ingresso legale in Italia esclusivamente a
quote di lavoratori stagionali destinati in larga prevalenza
all'agricoltura, e destinati all'espatrio a fine lavoro.
Nel frattempo tutte le organizzazioni imprenditoriali dell'industria e
dell'agricoltura, nonché gli apparati statali di gestione di taluni servizi
(es. sanità), denunciavano ripetutamente la vitale necessità di forza
lavoro aggiuntiva non stagionale ma stabile, in misura calcolata da diverse
fonti (es. Banca d'Italia) nell'ordine delle centinaia di migliaia di unità
ogni anno, e queste prese di posizione venivano amplificate anche dalla
stampa internazionale.
Questa richiesta di lavoro stabile non può confondersi, come fa il Governo
e in particolare il ministro Maroni, con l'emersione di quote di lavoro
straniero già esistente, trattandosi con tutta evidenza della richiesta di
forza-lavoro aggiuntiva e non sostitutiva di quella già impiegata
irregolarmente.Nella totale assenza, per tutto l'anno in corso, di canali
d'ingresso legale per lavoro non stagionale in Italia, e nell'evidenza di
un'ampia domanda di lavoro insoddisfatta in Italia, si è amplificato a
dismisura il canale irregolare, come attesta la stima diffusa dal Ministero
dell'Interno (vedi ad es. Il Manifesto del 17 settembre 2002),
presumibilmente inferiore alla realtà, di 14.042 ingressi illegali in
Italia nei primi sette mesi dell'anno, a fronte di 10.565 ingressi illegali
nel periodo corrispondente del 2001.
L'ingresso illegale, gestito spesso da organizzazioni criminali senza
scrupoli, ha comportato nell'anno in corso un incremento spaventoso di
tragedie dell'immigrazione (morti per annegamento, asfissia ed altro),
anche a causa dell'irrigidimento delle misure di controllo delle coste e
delle frontiere che ha indotto i vettori non a rinunciare al loro traffico,
ma a mettere più facilmente a repentaglio la merce umana abbandonandola in
mare o rinchiudendola ermeticamente nei cassoni dei Tir.

Tutto ciò premesso, i sottoscritti chiedono a codesto Tribunale di
verificare se nei comportamenti descritti del Ministro del Lavoro, nonché
dell'intero governo, non sia da identificarsi una grave omissione in atti
d'ufficio, nonché una correlata responsabilità nell'oggettiva
incentivazione dei canali illegali d'ingresso e nel favoreggiamento
rispetto a coloro che li gestiscono e ne lucrano, e dunque una
corresponsabilità anche negli esiti spesso tragici della situazione
descritta.

I sottoscritti chiedono di essere informati degli esiti del presente
esposto anche in caso di archiviazione, e designano come proprio domicilio
legale ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ.

Roma, ŠŠŠŠŠŠŠŠ..

ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ..