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DOSSIER ILVA - parte 7/7 (fine) a cura di PeaceLink
- Subject: DOSSIER ILVA - parte 7/7 (fine) a cura di PeaceLink
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Tue, 10 Sep 2002 16:34:50 +0200
22 luglio 2002
Documento: 20020722 01966 ZCZC0094/SXA U ECO S0A R64 QBXB ACCIAIO: UE,MINISTRI ESTERI APPROVANO RINVIO MISURE ANTI-USA 'RATIFICATA' PROPOSTA COMMISSIONE DI VENERDI' SCORSO (ANSA) - BRUXELLES, 22 LUG - I ministri degli esteri dell'Ue hanno oggi 'ratificato' il rinvio a fine settembre di una decisione sull'eventuale applicazione di misure punitive contro gli Stati Uniti nella controversia sull'acciaio. I capi delle diplomazie dell'Unione europea - in una dichiarazione approvata stamane - hanno in sostanza confermato, come previsto, la linea d'azione proposta dalla Commissione Ue alla fine della scorsa settimana, che aveva gia' ricevuto il sostegno dei rappresentanti permanenti dei Quindici a Bruxelles. Nella dichiarazione, i ministri sottolineano di attendersi che dagli Stati Uniti giungano entro il 31 agosto ''altre esenzioni economicamente significative'' di imprese europee dai dazi aggiuntivi varati nel marzo scorso dall'Amministrazione Bush. ''Il Consiglio tornera' ad occuparsi di questo tema prima della fine di settembre'', aggiunge il documento.(ANSA). MY 22-LUG-02 11:15 NNNN ZCZC0118/SXA R ECO S0A R46 QBXB ACCIAIO: UE,MINISTRI ESTERI APPROVANO RINVIO MISURE ANTI-USA (2) (ANSA) - BRUXELLES, 22 LUG - I ministri, nella dichiarazione approvata oggi sul contenzioso dell'acciaio con gli Usa, ricordano che l'Ue e' determinata ad ottenere in sede WTO una sentenza che sancisca l'illegalita' dei dazi aggiuntivi decretati dagli Stati Uniti: la pronuncia del Wto - qualora Washington non metta ''immediatamente'' fine alle misure - inneschera' automaticamente provvedimenti di compensazione da parte europea per un valore complessivo di 2,24 miliardi di dollari. Ma prima della sentenza della WTO resta aperta la possibilita' di una prima reazione dell'Ue contro una 'lista' piu' contenuta di prodotti 'made in Usa': tutto dipendera' dalle esenzioni che l'Amministrazione americana concedera' alle imprese siderurgiche europee. Venerdi' scorso, di fronte ad una nuova concessione Usa che ha portato il totale delle esenzioni finora garantite a 290 milioni di euro, la Commissione europea aveva proposto agli stati membri di non far scattare immediatamente le misure di rappresaglia. L'obiettivo e' ottenere ulteriori esclusioni e compensazioni da parte degli Usa nelle prossime settimane. Sara' sulla base di un nuovo rapporto dell'esecutivo Ue che i ministri degli esteri decideranno, entro fine settembre, se dare o meno via libera alle sanzioni. (ANSA). MY 22-LUG-02 12:11 NNNN
30 agosto 2002
Sì' del Wto ai dazi europei sui prodotti Usa
30 agosto 2002
Articolo messo in Rete alle 17:56 ora italiana (15:56 GMT)
Punibili i tagli fiscali in favore degli esportatori americani
GINEVRA (CNN) -- Prima battaglia vinta dall'Europa nella guerra commerciale in corso fra le due sponde dell'Atlantico: l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) venerdì ha infatti permesso all'Unione europea l'imposizione di dazi dal valore complessivo di 4 miliardi di dollari (poco più di 4 miliardi di euro) come contromisura per il taglio fiscale operato dagli Usa a favore degli esportatori.
Funzionari pubblici statunitensi avevano a suo tempo ammesso di aver infranto le regole imposte dal Wto, ma avevano concluso che la stima più equa del "risarcimento" fosse pari a 1,1 miliardi di dollari.
La Ue intende ora consultare ambienti industriali per stilare una lista di prodotti che potrebbero essere presi di mira dalle contromisure. In ogni caso, se confermata (una relazione ufficiale in tal senso della Wto è attesa nella tarda serata di venerdì), si tratterà della più cospicua forma di "rappresaglia" mai autorizzata da quando l'organismo con sede a Ginevra è stato fondato (gennaio 1995).
L'Unione europea aveva richiesto il diritto di imporre sanzioni contro gli Stati Uniti dopo che il Wto, l'anno scorso, aveva dichiarato che un sistema di sconti fiscali compreso tra il 15 e il 30 per cento in favore di aziende americane con partecipazione straniera configurasse un illecito aiuto finanziario e una violazione delle regole commerciali internazionali.
Tra le aziende favorite dagli Stati Uniti nel quadro delle Foreign Sales Corporations figurano anche la Microsoft, la Boeing e la Walt Disney.
Dalla vertenza in atto resta per il momento esclusa quella relativa ai dazi sull'acciaio, altro scottante capitolo della guerra commerciale Usa-Ue.
(Fonte: sito web CNN Italia)
Ginevra, 30 ago - La Wto ha autorizzato l'Unione Europea ad imporre sanzioni per 4 miliardi di dollari nei confronti degli Usa in relazione ai vantaggi fiscali che questi ultimi hanno accordato ai propri esportatori. Lo si apprende da una fonte diplomatica a Ginevra.
Nel novembre 2000 la Ue aveva fissato in 4 mld di dollari per anno il mancato guadagno che le imprese europee avevano registrato per effetto di una disposizione fiscale Usa, chiamata Fsc, che garantisce uno sconto fiscale del 30% alle societa' esportatrici. Nello scorso gennaio la Wto aveva confermato in appello la condanna della Fsc, ma aveva rimandato la valutazione del danno per le imprese europee. Gli Stati Uniti, che hanno annunciato una riforma di questa norma, avevano stimato in 900 mln di dollari l'ammontare del mancato guadagno.
Europ@notizie Il Sole 24 ore on line (30/8/02)
Bruxelles, 30 ago - La Commissione si e' detta "soddisfatta" per la decisione della Wto di autorizzare l'Ue ad attuare sanzioni per un valore di 4 miliardi di dollari contro gli Stati Uniti per la cosiddetta "Foreing Sales Corporation", il regime americano che concede vantaggi fiscali agli esportatori Usa. Bruxelles chiede ora a Washington di "abrogare rapidamente" il regime, in vigore dal 1984.
Europ@notizie Il Sole 24 ore on line (30/8/02)
UE: 20 ANNI DI DISACCORDI COMMERCIALI CON USA (ANSA) - ROMA, 30 AGO - Stati Uniti e Unione europea si fronteggiano con posizioni diverse al vertice sulla Terra in corso a Johannesburg sulle politiche da adottare per aiutare uno sviluppo sostenibile dei Paesi poveri. Ma fra le due sponde dell'Atlantico c'e' una lunga storia di contrapposizioni di interessi, legate soprattutto al problema dei sussidi governativi alla produzione. In tema di guerre commerciali del resto gli Usa non hanno risparmiato nulla e nessuno: se all'Europa hanno riservato non pochi grattacapi con ultimatum, minacce e sanzioni, non sono stati avari di 'avvertimenti' con nessuno, dal Giappone (nemico 'storico' sull'acciaio, ma fiero avversario anche per le auto, i rullini fotografici e i porti) al Canada (motivo del contendere: legno e birra), fino ad arrivare ad un contenzioso con Honduras e Costarica sulle mutande, e piu' in generale la biancheria intima, accusando nel 1995 i due Paesi centroamericani di danneggiare con pratiche di dumping (prezzi al ribasso, non regolari) la propria industria. Ecco un sintetico riepilogo delle principali 'guerre commerciali' Usa-Ue. 1982, L'ACCIAIO - E' il 'leit-motif' del protezionismo americano e adesso George W. Bush vuol proteggere la produzione nazionale con dazi fino al 30% all'importazione. Sempre presente nel confronto commerciale con i Paesi del Sud Est asiatico, l'acciaio e' stato protagonista gia' 20 anni fa, nell'1982, di un contenzioso con l'Europa, all'epoca Cee, in quella occasione affiancata anche dall'Urss. 1983, FARINA E SPAGHETTI - Nel 1983 fu la volta delle esportazioni di prodotti agricoli ('casus belli', la vendita di farina Usa all'Egitto - tradizionale 'cliente' Cee - a prezzi che battevano ogni concorrenza) e quella degli 'spaghetti', dove a finire sul banco degli imputati fu soprattutto l'Italia, accusata da Washington di aver invaso da costa a costa i supermercati con fettuccine, penne e rigatoni a prezzi stracciati grazie a sussidi governativi 'illegali': una disputa durata anni, alla quale la Cee rispose bloccando le importazioni di limoni e noci 'made in Usa'. 1985, LE SCARPE - Si profila una 'guerra delle scarpe' (con l'Italia in primo piano anche in questo caso), sventata dal presidente americano Ronald Reagan, che non accoglie la richiesta della commissione Usa al commercio di contingentare le importazioni di calzature. 1986, IL MAIS - Ad accendere gli animi erano state le tariffe della Spagna (appena entrata nella Comunita' europea) sulle importazioni di mais e sorgo statunitense: una mese di febbrili trattative e, nel gennaio '87, viene firmata la pace. Ma la guerra riesplode nel 1990-91. 1987-89, GLI ORMONI - La nuova guerra nasce dal fatto che la Cee ha vietato l'uso di ormoni nell'allevamento dei bovini, e non e' disposta ad importare carne 'gonfiata' dagli Usa. Nel 1988 il 'trade bill', la legge sul commercio approvata da Washington, acuisce le gia' forti tensioni sulla carne agli ormoni ma anche sugli aiuti europei ai prodotti agricoli europei, e apre il fronte dei sussidi all' 'airbus'. Il primo febbraio '89 la Cee proibisce l'importazione di carne Usa con ormoni e gli Usa reagiscono colpendo, con dazi aggiuntivi del 100 per 100, una serie di prodotti europei, tra cui il vino e i pomodori conservati. Un mese dopo, viene firmata la tregua, ma la soluzione definitiva del caso non e' ancora stata trovata. 1990-91, LE TV - Washington accusa l'Europa di voler limitare l'accesso dei programmi televisivi americani. 1994-2001, LE BANANE - E' la guerra piu' famosa: nasce quando gli Usa accolgono al richiesta della Chiquita di indagare sulle quote di importazione decise dall'Europa. Una guerra che dura sette anni, che vede scattare nel '99 le sanzioni americane contro numerosi prodotti europei (dazi del 100% per circa 200 milioni di dollari l'anno), e che si e' conclusa solo l'estate scorsa, quando l'Ue ha adottato un nuovo sistema di import a quote. (ANSA). KII
4 settembre 2002
ACCIAO, URSO INCONTRA FEDERACCIAI
Il Vice Ministro: "Adesso siamo più forti, il protezionismo è un danno a se stessi"
Il Vice Ministro alle Attività Produttive con delega al Commercio Estero, on. Adolfo Urso, incontrerà domani 5 settembre il Presidente, Giuseppe Pasini, e il Direttore Generale di Federacciai, Enrico Badiali.
L’incontro servirà a fare il punto della situazione sul contenzioso dell’acciaio su Stati Uniti e Unione Europea dopo l’ufficializzazione delle prime esenzioni di prodotti italiani dai super dazi Usa.
Sono infatti 45 le prime esclusioni ottenute da prodotti di imprese italiane dalle restrizioni stabilite dall’amministrazione di Washington su 412 totali che riguardano l’Ue per un totale di 90mila tonnellate metriche.
Le aziende beneficiate sono quattro delle cinque che avevano fatto richiesta: Acciaierie Valbruna spa, Industria Meccanica Ligure, Foroni spa Fabbrica Raccordi Oleodinamici.
"Noi auspichiamo ha detto Urso che gli Stati Uniti si rendano definitivamente conto che le misure protezionistiche sono state controproducenti: hanno avuto già un effetto boomerang per le industrie e per i consumatori americani e, nel contempo, hanno seriamente danneggiato l’immagine del loro Paese persino nei confronti dell’Unione Europea. Siamo certi che si stia facendo strada questa convinzione e proprio per questo riteniamo che la Commissione Europea debba continuare nell’azione già intrapresa con l’obiettivo di raggiungere una soluzione politica che eviti quella che potrebbe diventare la più grande guerra commerciale degli ultimi anni, 33 volte superiore alla guerra delle banane conclusasi solo pochi anni fa".
Roma, 4 settembre 2002 http://www.mincomes.it/news/news2002/cs040902.htm
Fonte:Ministero attività produttive (sito ex Ministero Commercio Estero) http://www.mincomes.it/
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