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Dall'11 settembre alla guerra in Afghanistan - ricostruzione storica a cura di PeaceLink
- Subject: Dall'11 settembre alla guerra in Afghanistan - ricostruzione storica a cura di PeaceLink
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Sat, 07 Sep 2002 12:55:04 +0200
Settembre 2001
11 settembre - Devastante attacco nel cuore degli Stati Uniti
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15 settembre - Nasce la Global Peace Campaign
Il pacifista giapponese Kazuhiro Imamura (imamurak at pf.catv.ne.jp) e Woody Powell, ex-combattente americano nella guerra di Corea e Presidente del Movimento "Veterani per la pace" (www.veteransforpeace.org) globalizzano in tutto il mondo messaggi contro la guerra. Parte così il 15 settembre, quattro giorni gli attentati negli Usa, la Global Peace Campaign (www.peace2001.org). Il messaggio di Woody Powell, un netto "no alla guerra", viene diffuso (gratis) su internet e (a pagamento) sui quotidiani in varie parti del mondo. Tra le iniziative promosse dalla Global Peace Campaign vi è anche l'istituzione di un premio per la pace, il "Global Peacemaker Award" (www.bestgame.org), per coloro che si adoperano, sia con le idee sia con i fatti, per l'eliminazione del terrorismo e della guerra nel mondo.
All'inizio di Novembre 'Veterans for Peace' americano e 'Global Peace Campaign' giapponese si accordano per portare il Fuoco della Pace giapponese negli Stati Uniti. Una monaca buddhista porta il fuoco (mai spento) di Hiroshima a Pearl Harbour in occasione dell'anniversario dell'attacco di Pearl Harbour. Il fuoco arriverà poi in Messico. L'arrivo a Los Angeles del Fuoco della Pace dal lontano Giappone crea un effetto suggestivo. Una volta negli Stati Uniti all'inizio del Anno Nuovo, il Fuoco ripartirà per Seattle, dove comincerà una grandissima marcia della pace, 'Marcia della Pace Seattle-New York' (15 gennaio-12 marzo).
(Per ulteriore informazione si veda: http://www.dharmawalk.org)
16 settembre - Sunday Mail: "Esercito segreto di Bin Laden addestrato in Scozia"
Mentre Bush minaccia di colpire i paesi che hanno dato ospitalità ai miliziani di Bin Laden, emerge una cosa tanto grave quanto imbarazzante: è stata la Gran Bretagna ad addestrarli in passato. I primi campi di addestramento dei guerriglieri di Bin Laden sono infatti stati due campi scozzesi, rispettivamente nei pressi di Criffel, nel Dumfries e nella remota penisola di Applecross nella Scozia occidentale. La fonte di queste informazioni è "Il Giornale" del 17/9/01 nel quale la corrispondente Erica Orsini da Londra annota: "Soldati impeccabili, con un debole per i western di John Wayne. Così erano i mujaheddin, l'"esercito" segreto di Osama Bin Laden, che fu addestrato ad uccidere nei campi militari britannici, tra le colline ricoperte d'erica della selvaggia Scozia. A rivelarlo ieri, in un'intervista pubblicata sul quotidiano 'Sunday Mail' è stato proprio uno degli "insegnanti" dei guerriglieri afghani che negli anni Ottanta combatterono i russi supportati dagli americani e dagli inglesi. Ken Connor, eroe dei corpi speciali inglesi fu incaricato di organizzare i vari campi di addestramento e per farlo senza il coinvolgimento dell'esercito nazionale dovette perfino rassegnare le dimissioni da quest'ultimo". Ma vediamo cos'altro ha rivelato Ken Connor al Sunday Mail: "Gran parte dell'infinita ricchezza dei Bin Laden - afferma - è stata costituita da finanziamenti della Cia stanziati per la costituzione di un governo "amico" afghano che combattesse la guerra per conto degli Stati Uniti". "Oggi il presidente Bush - osserva Ken Connor - forse si starà chiedendo quanto è costato veramente all'America l'addestramento dei futuri soldati di Bin Laden". Annotano Franca Rame e Dario Fo nel loro bollettino telematico: "Anni fa gli Stati Uniti usarono e finanziarono Saddam e i Talebani per combattere i propri nemici, oggi, con la stessa spregiudicatezza, ci si allea con alcuni signori della guerra e regimi criminali pur di abbattere i Talebani. Questa è la classica politica che determina immancabilmente un irreversibile clima di instabilità e alimenta il terrorismo di domani".
23 settembre - "Gli Usa non escludono le armi nucleari"
"Gli Usa non escludono uso di armi nucleari. Il segretario alla Difesa americano, Donald Rumsfeld, non ha escluso il ricorso alle armi nucleari nel conflitto contro i terroristi. L'affermazione è stata fatta da Rumsfeld durante un'intervista televisiva. Rispondendo ad una domanda, il ministro ha detto che quest'opzione non è stata esclusa". (23/09/01 RAI Televideo)
Ottobre
7 ottobre - Bush ordina l'attacco militare
Alle 18.39 del 7 ottobre 2001 l'agenzia Reuter dà la prima informazione a livello mondiale sull'attacco Usa a cui Blair dà subito sostegno inviando aerei britannici. "Il popolo afghano conoscerà la generosità del popolo americano", dice il presidente Bush alle 19, ora italiana nella conferenza stampa subito dopo l'attacco. Studi per la Pace pubblica una ricerca per documentare la non legittimità dell'intervento militare. Il saggio è su Internet all'indirizzo: http://www.studiperlapace.it/conferenze/iusadbellum.html
11 ottobre - Lettera ai pacifisti dei leader dell'Ulivo e l'"ufficio delle bugie"
Sulla Repubblica dell'11/10/01 appare la "Lettera aperta ai pacifisti" firmata da Francesco Rutelli, Piero Fassino, Giuliano Amato, Massimo D'Alema, Lamberto Dini. In essa si esprime l'appoggio alla guerra in Afghanistan e si dà anche una legittimazione giuridica all'azione di Bush: "Si poteva agire diversamente? Crediamo di no. Riteniamo si fosse giunti a un punto tale da rendere necessaria un'azione di forza che fosse in grado di colpire le centrali logistiche del terrore e di isolare il regime talebano. Voi dite che l'azione è in sé illegittima perché "espressamente vietata dalla Carta delle Nazioni Unite". E' una posizione contraddetta dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu e dalle parole stesse del Segretario generale, Kofi Annan, il quale esprimendo sostegno all'iniziativa americana ha parlato esplicitamente di "legittima difesa" richiamando l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite". Sulla base di queste parole, PeaceLink impiega diversi giorni per compiere una scrupolosa ricerca, utilizzando le competenze di Sabrina Fusari, professionista nel campo delle traduzioni, e di Francesco Iannuzzelli, esperto di ricerca su Internet. Vengono analizzati i testi in inglese presenti sul sito dell'ONU, a cui i leader dell'Ulivo (ammesso che li abbiano letti) fanno riferimento. I testi rintracciati vengono inseriti sul sito di PeaceLink e posti in pubblica consultazione. Da essi non emerge la legittimazione dell'Onu o di Kofi Annan all'intervento armato Usa. La lettera alla Repubblica in ciò si rivela una manipolazione della verità, firmata da cinque autorevoli personaggi politici e fabbricata chissà da chi.
Quattro mesi dopo, a febbraio del 2002, apparirà uno scoop del New York Times: il Pentagono avrebbe creato un "ufficio delle bugie" per presentare la politica Usa in una luce positiva, anche attraverso notizie false. Questo il compito dell'Ufficio di influenza strategica. Lo staff, secondo indiscrezioni raccolte dal New York Times negli ambienti del ministero della difesa, avrebbe operato "elaborando dei piani" finalizzati alla diffusione di informazioni, "anche false", allo scopo di influenzare l'opinione pubblica e i politici "in paesi amici e ostili". Ma il quotidiano newyorkese segnala anche il pericolo disinformazione: le agenzie di stampa potrebbero far rimbalzare anche in patria le notizie false create ad hoc per l'estero. E la legge vieta, sia all'ente di spionaggio sia al Pentagono, di svolgere attività di propaganda sul suolo statunitense.
14 ottobre - Marcia per la pace da Perugia ad Assisi
La marcia è un successo che va oltre ogni previsione. Il corteo diviene una "serpente umano" che congiunge Perugia ad Assisi: non si era mai visto nella storia della Marcia. Ecco cosa appare sulla stampa il giorno dopo.
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Sondaggi: la guerra perde consensi
Il sito di Repubblica realizza un sondaggio on line dal quale risulta che il 48% dei lettori dell'edizione telematica sono sempre stati contrari ai bombardamenti, il 48% sono sempre stati favorevoli, il 4% erano favorevoli ma, visto quel che sta succedendo, hanno cambiato idea. Il sito dell'Unità fa un sondaggio simile e - a dispetto della posizione filointerventista della maggioranza dei DS - emerge un 62% nettamente contrario alla partecipazione italiana all'intervento militare.
Novembre
4 Novembre - A Taranto cerimonia militare e bandiera pacifista
Le bandiere della pace con i colori dell'arcobaleno e uno striscione del Taranto Social Forum vengono esposti durante la cerimonia ufficiale del 4 novembre: davanti al naso delle autorità e del picchetto militare.
La manifestazione si svolge con il massimo ordine e in modo assolutamente pacifico. La manifestazione era stata pianificata con consulenza di un legale al fine di non incappare nei divieti di vecchie norme fasciste attualmente in vigore, ossia gli articoli 18 e 24 del T.U.L.P.S. (R.D. 773/1931) e dagli articoli 19 28 del Regolamento di attuazione approvato con R.D. n.635/1940.
Il 4 novembre pacifista a Piacenza viene impedito invece dal questore. Un gruppo composto da venti donne in nero manifestano nella centrale piazza Cavalli durante la cerimonia militare. Le donne indossano tutte una pettorina nera, ognuna con una lettera, e compongono la scritta "Stop alle bombe", proprio sotto il naso di soldati, ufficiali e autorità varie. Immediatamente interviene il questore con altri due agenti della Digos che per tre volte intimano di sciogliere quella che definiscono una "manifestazione non autorizzata".
7 novembre - Politici che non ha fatto il militare (ma approvano la guerra)
Il giornalista Marco Galluzzo sul Corriere della Sera pubblica l'elenco dei politici che - favorevoli all'intervento militare - non hanno indossato l'uniforme. Il ministro della Difesa Antonio Martino venne riformato per "ridotte attitudini militari". Il ministro degli Esteri Renato Ruggiero quindici giorni prima di indossare l'uniforme cadde dagli sci a Roccaraso e ottenne l'esonero. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto pochi giorni di Car (Centro addestramento reclute) e poi è ritornato a casa. Francesco Rutelli si dichiarò obiettore di coscienza. Il ministro degli Interni Claudio Scajola si appellò ad una sinusite cronica e tanto bastò per non fare il soldato. Il ministro Umberto Bossi, "nipote di inabile", ha saputo invece sfruttare una vecchia leggina che ad una moltitudine di italiani sbadati è forse inavvertitamente sfuggita.
10 novembre - Minoritaria la manifestazione pro-Usa a Roma
La manifestazione pro-Usa - organizzata da Giuliano Ferrara e dal Polo delle libertà - raccoglie a Roma 30 mila persone. Il corteo pacifista che si svolge in contemporanea sempre a Roma raccoglie una folla tre volte superiore. Come mai il Polo manifesta? Per evidenziare un'oceanica adesione alle parole d'ordine di Bush, che non raccolgono invece la maggioranza nell'opinione pubblica, nonostante la massiccia campagna propagandistica del 90% dei mass media. E come mai la manifestazione parallela vince largamente su quella del Polo? La spiegazione la dà un sondaggio del Corriere della Sera del 9/11/01. Rivela infatti che il "no alla guerra" è trasversale e tocca tutti gli schieramenti politici. Documenta un appoggio limitato al 37% degli italiani per quanto riguarda la partecipazione delle nostre Forze Armate alle azioni militari. Tale appoggio (ripartito fra sinistra, centro e destra) è minoritario a sinistra e nel centrosinistra (22% sul totale di quell'elettorato), limitato al centro (33% sul totale di quell'area politica) e si attesta su un nient'affatto plebiscitario 59% nell'ambito dell'elettorato di destra e centro-destra. Buoni segnali arrivano per i pacifisti: raccolgono consensi a sinistra (64 votanti su 100), al centro (39 votanti su 100) e anche a destra (26 votanti su 100): la media è del 44% sull'opinione pubblica globale.
Il 10 novembre Fassino e Rutelli non partecipano alla manifestazione pro-Usa ma incontrano a Taranto i vertici militari per esprimere sostegno alla missione di guerra in Afghanistan. La Lega Obiettori di Coscienza ricorda che Francesco Rutelli è stato obiettore di coscienza e ha usufruito della legge 772/72 che consentiva un'alternativa al servizio militare. Secondo la legge (attualmente mutata nella 230/98) "gli obiettori sono coloro che per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alle libertà di pensiero, opponendosi all'uso delle armi, non accettano l'arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi armati dello Stato" (articolo 1). La Lega Obiettori di Coscienza si attiva presso l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile e al Ministero della Difesa per chiedere la revoca dello status di obiettori di coscienza a tutti i parlamentari che hanno svolto servizio civile alternativo alla leva e che approvano l'intervento italiano guerra, scrivendo anche agli ex obiettori filo-interventisti le seguenti parole: "Se volete la guerra dovete anche essere disposti a combatterla". Francesco Rutelli sale sulla portaerei Garibaldi che, quando era parlamentare radicale, aveva combattuto strenuamente fino a denunciare alla Procura l'arbitraria trasformazione da portaelicotteri a portaerei senza l'autorizzazione del Parlamento.
11 novembre - sondaggio telematico dell'Unità
Alle ore 18 dell'11 novembre 2001 sul sito del quotidiano DS L'Unità www.unita.it avevano votato 5769 persone per il seguente sondaggio: "Navi e uomini: anche l'Italia darà il suo appoggio militare alla guerra. Sei d'accordo?" Le risposte sono le seguenti: 63,9% neanche per sogno; 9,5% prima voglio sapere dove come quando; 12,7% sì, a malincuore; 12,4% certo, facciamo parte dell'alleanza; 1,4% non ho deciso. Da notare: uno stesso utente non poteva votare più volte altrimenti compariva il messaggio: "Non si può votare due volte per lo stesso sondaggio".
18 novembre - Partono le navi italiane da Taranto (il 55% non approva)
A Taranto si realizza una catena umana contro la guerra. Dal ponte girevole pende uno striscione con la scritta "l'Italia ripudia la guerra". Le differenti anime del movimento antiguerra si "sintonizzano" sulla frequenza di Primavera Radio e di Popolare Network per evitare di accavallare gli slogan. Interviste e musica in diretta vengono diffuse dagli altoparlanti della manifestazione. A Taranto, nei giorni precedenti alla partenza delle navi italiane per la guerra, era stato realizzato un sondaggio d'opinione ponendo la seguente domanda: "L'Italia parteciperà alla guerra: lei è d'accordo?" Il 45% degli intervistati aveva risposto di essere d'accordo con la partecipazione italiana alla guerra e il 55% si era dichiarato contrario.
Dicembre
Afghanistan: talebani in fuga ma non disarmati
Valerio Pellizzari sul Messaggero dell'8 dicembre traccia un quadro realistico della cosiddetta "sconfitta" dei talebani: "In fuga 50 mila talebani: impossibile disarmarli. A molti non resta che il banditismo. Intanto le donne si tengono il burqa mentre gli uomini rinviano il taglio della barba. L'armata del rnullah Omar ancora poche settimane fa, secondo le stime degli americani, poteva contare su cinquantamila uomini. Disarmare cinquantamila uomini oggi in Afghanistan è un'impresa impossibile. Perché le forze dei vincitori, quelle dell'Alleanza del Nord e quelle che hanno assediato Kandahar, sono numericamente inferiori. Ci sono più mani che devono deporre i fucili di quante mani possano fisicamente raccoglierli, chiuderli nei depositi, vigilare che non vengano portati via, venduti. E in ogni caso nessun afghano cede mai con rassegnazione la sua arma. La Conferenza di Bonn ha dato un'immagine di diplomazia convenzionale, di soluzione politica bene avviata, quando invece in questo momento il Paese è completamente frantumato. Le strade sono abbandonate ai banditi e alle rapine dei talebani in fuga, le frontiere sono praticamente senza controllo".
Bin Laden sfuggirà a bombe e rastrellamenti: la guerra di Bush deve fare a meno del colpo trionfale per cui era stata ordinata.
10 dicembre - Giornata dei diritti umani (e delle armi biologiche)
Nella giornata dei diritti dell'uomo alcuni Premi Nobel si esprimono contro la guerra in Afghanistan. Ad esempio Jody Williams, che nel 1997 ha vinto il Premio Nobel per la pace come leader del movimento internazionale per la proibizione delle mine anti-uomo, non è d'accordo con gli interventi militari. "Abbiamo dedicato la nostra vita, il nostro lavoro, alla ricerca di soluzioni diverse. In questo momento, sull'onda di una vittoria apparente, la gente viene spinta a credere che la violenza è una risposta adeguata al terrorismo. Io temo che, nel lungo periodo, capiremo che non è così".
Nel frattempo, nonostante l'emergenza terrorismo, gli Stati Uniti affossano la Conferenza delle Nazioni Unite sulle armi biologiche. Washington non vuole il rafforzamento delle misure di controllo previste dalla Convenzione per il bando delle armi e sostiene che l'introduzione di meccanismi di verifica creerebbe un "falso senso di sicurezza". Gli Stati Uniti avevano preannunciato la loro opposizione al protocollo aggiuntivo già a luglio.
14 dicembre - Giornata di digiuno per la pace
La giornata era stata indetta dal Papa durante l'Angelus del 18 novembre. Numerose adesioni di associazioni impegnate per la pace, a partire da Pax Christi.
20 dicembre - Afghanistan 3.767 morti civili (Usa 3.234)
Per la prima volta una ricerca indipendente condotta dal professore Marc Herold dell'Università del New Hampshire negli Usa cerca di dare un quadro più preciso, ed il risultato è assai più drammatico di quanto reso noto fino ad ora. I risultati di questa ricerca sono stati resi pubblici dal quotidiano inglese The Guardian del 20 dicembre. Basato su documenti, rapporti, spacci di agenzia, testimonianze dirette fornite da personale Onu e giornalisti di tutto il mondo il professore Herold stima che almeno 3.767 civili sono morti tra il 7 ottobre e il 10 dicembre sotto le bombe Usa. In media 67 persone, tra donne, uomini e bambini al giorno.
Il numero delle vittime non tiene conto di quelli che sono deceduti dopo essere stati feriti, dei profughi morti per la fame e il freddo, né dei militari (le vittime tra le forze militari, secondo alcuni esperti, che basano le loro stime sugli effetti di bombardamenti a tappeto del passato, parlano di almeno 10 mila morti). Esclusi da questo macabro conto anche le centinaia di prigionieri uccisi a Mazar-i-Sharif, a Qala-i-Janghi, a Kandahar.
E' un documento del tutto unico nel suo genere i cui aggiornamenti si trovano sul sito http://pubpages.unh.edu/-mwherold/afghanciv.htm Il testo viene stampato e diffuso da Altreconomia (http://www.altreconomia.it) con il titolo: "Bombardamenti in Afghanistan. le vittime civili".
Scrive Dario Fo: "Strano paese il nostro, dove la sinistra ha in gran parte sostenuto la guerra in Afghanistan, raccomandando però il senso della misura e il rispetto dei civili e poi se n'è stata zitta davanti ai più che previsti massacri".
31 dicembre 2001 - in Calabria e a Roma per dire no la guerra
Si tiene in Calabria e parte da Locri l'annuale marcia per la Pace di fine anno di Pax Christi per giungere a Gerace (www.peacelink.it/users/paxchristi/marcialocri.htm). Contemporaneamente davanti a Palazzo Chigi si celebra l'altro Capodanno per dare voce ai civili e ai profughi palestinesi, kurdi, afghani, argentini, irakeni, serbi, kossovari. E' la voce di chi "rifiuta radicalmente la guerra, la discriminazione, il razzismo ed ogni forma di terrorismo, incluso quello degli stati e delle loro alleanze", dicono gli organizzatori (Al Awda, Azad, Confederazione Cobas, Donne in nero, Prc, Senzaconfine, Villaggio globale). E-mail: senzaconfine at libero.it
Gennaio 2002
1 gennaio - Giornata Mondiale della Pace
Giovanni Paolo II celebra la Giornata Mondiale della Pace. Nel suo messaggio afferma: "Esiste un diritto a difendersi dal terrorismo. E un diritto che deve, come ogni altro, rispondere a regole morali e giuridiche nella scelta sia degli obiettivi che dei mezzi. L'identificazione dei colpevoli va debitamente provata, perché la responsabilità penale è sempre personale e quindi non può essere estesa alle nazioni, alle etnie, alle religioni, alle quali appartengono i terroristi".
18 gennaio - Da Peshawar: "Siamo fra le persone più disgraziate del mondo"
La storia della guerra in Afghanistan è legata all'azione esemplare di varie organizzazioni umanitarie, come ad esempio Medici Senza Frontiere o Emergency. Soccorrono le vittime. Gli aerei Usa lanciano bombe a grappolo e pacchi di viveri, ambedue di colore giallo, oppure pacchi viveri su campi minati. Il 18 gennaio giunge la testimonianza di Farhat Rehman, responsabile progetto AIFO a Peshawar in Pakistan: "La temperatura è di 10 gradi sotto zero, siamo qui da una settimana. Fino ad ora abbiamo fatto tremila chilometri per renderci conto delle condizioni delle persone più disgraziate del mondo. Abbiamo visto i rifugiati al di là della linea di controllo sul confine: malati, moribondi, partorienti; senza vestiti, senza cibo, senza riparo, senza medicine. Lavoro con i rifugiati da molti anni e sono coinvolta nelle operazioni di soccorso fin dall’inizio della guerra, i più colpiti sono in genere le donne, i disabili, i bambini, ma la situazione al confine e nei campi è assolutamente impossibile da spiegare. E’ difficile credere che siano ancora vivi, non capisco come facciano ad essere ancora vivi". Intanto gli Usa bombardano senza raggiungere l'obiettivo dichiarato all’inizio della guerra: arrestare (o uccidere) Bin Laden e sradicare il terrorismo.
RICOSTRUZIONE STORICA A CURA DI:
Alessandro Marescotti
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