Headlines Johannesburg 28-08-02



A: <c.gubitosa at peacelink.it> "Carlo Gubitosa"
Da: sjs.headlines at sjcuria.org

HEADLINES da Johannesburg -- WSSD, 3 giorno
-- Notizie dall'apostolato sociale della Compagnia di Gesù -- 28 agosto 2002
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* Sradicare la povertà e promuovere una buona governance "come se la gente fosse davvero importante"

L'arcivescovo Renato Raffaele Martino, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York e capo dei sette delegati vaticani al Summit sullo sviluppo sostenibile, è stato intervistato da Martin Maier SJ (Germania). Anticipando l'intervento che terrà all'assemblea plenaria della prossima settimana, l'arcivescovo Martino ha indicato nello sradicamento della povertà la principale questione sul tavolo a Johannesburg e il prerequisito di qualsiasi sviluppo. Ha quindi sollevato il problema dell'acqua, elemento vitale per tutti, ma a cui tre miliardi di persone hanno accesso limitato -- nonostante tutta l'acqua che si spreca nei Paesi sviluppati! Un terzo punto riguarda l'agricoltura e le aree rurali: ci sono milioni di contadini che non hanno altra prospettiva se non lasciare la campagna per le città, causando il fenomeno delle megalopoli circondate da bidonville. Piccole iniziative a sostegno dei contadini, dei braccianti e delle aree rurali potrebbero significare molto. La Chiesa cattolica è in effetti la più grande agenzia di sviluppo del mondo: cristiani, suore e preti che lavorano nei Paesi in via di sviluppo offrono un contributo che vale miliardi, anche se non viene contabilizzato: ospedali, scuole, centri di azione sociale. La Chiesa è pertanto un partner esperto e assai valido per lo sviluppo sostenibile. In gennaio il Papa ha parlato con l'arcivescovo Martino del Summit e ha auspicato una conversione ecologica, che è del tutto cristiana e corrisponde al primo principio della Dichiarazione di Rio: "L'uomo è al centro di tutte le riflessioni e dell'impegno per lo sviluppo". Al centro della Creazione, noi siamo custodi, non proprietari, riceviamo il grande dono di Dio in prestito per conservarlo integro e consegnarlo alle generazioni future. Perciò abbiamo bisogno di una conversione ecologica. Presso le Nazioni Unite, la Santa Sede non è esclusivamente cattolica, non difendiamo solo le posizioni cattoliche, ma principi morali comuni e validi per tutti gli uomini: la difesa della vita, la difesa della famiglia, lo sviluppo integrale.

La Rete internazionale dei gesuiti per lo sviluppo (IJND) ha presentato il primo di tre seminari a Nasrec (il quartiere fieristico dove si svolge il Global Forum organizzato dalla società civile). "Una buona governance, come se la gente fosse davvero importante" condotto da Prakash Louis SJ (India), con i contributi di Muhigirwa Ferdinand SJ (R. D. del Congo) e Bernard Lestienne SJ (Brasile). Il concetto di buona "governance" fu introdotto negli anni Ottanta dalla Banca Mondiale a vantaggio del sistema di mercato. I suoi scopi erano: mantenere l'ordine, assicurare la distribuzione e fornire infrastrutture, tutte cose giuste in sé, ma che non portano necessariamente un beneficio alle persone. La maggioranza degli abitanti del mondo ha bisogno di una buona "governance" fondata sulla partecipazione, il decentramento, la trasparenza contro la corruzione, e la responsabilità di tutte le parti interessate (le comunità, i governi, la società civile, le imprese). Questa buona "governance" porta alla giustizia sociale, richiede uno sviluppo sostenibile e assicura il rispetto delle identità culturali. Ma le parti interessate devono interagire su basi di equità e rispetto -- valori che sembrano mancare nel Summit in corso.

Mercoledì il Summit ha probabilmente toccato un momento critico: nessuna informazione filtra dai negoziati intergovernativi, andati avanti a porte chiuse fino alle tre di, notte, lasciando gli altri partecipanti al Summit all'oscuro di quanto accade, nell'impossibilità di offrire spunti e giustamente preoccupati per le concessioni e i passi indietro. Il tono delle ONG si fa più pesante e stridente, il ritmo di lavoro dei comitati si fa più incalzante e il lavoro di predisposizione di strategie più affannoso. Il Summit si trascina di incontro in incontro mantenendo un profilo piuttosto basso, e chi nutre speranze più alte resta deluso, preoccupato e con la tentazione di ribellarsi. Allo stesso tempo, i padiglioni fieristici di Nasrec si riempiono di musiche e danze più che di ragionamenti e discorsi, e sono molti i contatti e gli scambi al di là delle lingue, delle culture e delle nazionalità. "Non ti senti scoraggiata?" abbiamo chiesto a una giovane delegata. Prontamente ha risposto: "Fino alla mezzanotte del giorno in cui il Summit finisce, continuerò ad andare in giro bussando a tutte le porte". [HL20828]
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Direttore: Michael Czerny SJ
Redattore: Francesco Pistocchini <sjs.headlines at sjcuria.org>
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