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Morire a 9 anni in Palestina
- Subject: Morire a 9 anni in Palestina
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Mon, 12 Aug 2002 17:25:10 +0200
Khan Yunis, (Striscia di Gaza) 10 agosto 2002 Cara Asmaar, ti conosco da meno di una settimana ma già posso dire che mi piaci. Quando sono stato in Congo ho visto molti bambini e bambine, ma purtroppo sono riuscito a conoscere pochissimi di loro. La povertà creava una distanza enorme tra me e loro. La mia condizione di privilegiato occidentale non mi ha mai permesso di conoscerli a fondo. Invece sento che con te è diverso. Non che tu non sia povera: tutt’altro! Ma la tua poverta’ non è una condizione di lontananza fra noi due. C’e’ come un’intesa tra di noi. Gli adulti qui nella Striscia di Gaza sono sempre contenti di sapere che siamo italiani. E’come un “lascia passare” che ci permette di entrare nel vostro mondo, nel dolore che provate per la vostra terra rubata, per le vostre case violate, per i tuoi giochi interrotti dai soldati... E forse questo “passe par tout” lo conosci anche tu, che hai solo 9 anni ma gia’ mi hai dato il permesso di entrare a piccoli passi nella tua vita. E’ bello vedere i bambini come te giocare nelle strade di Khan Yunis e di Qarara: sembra che basti pochissimo a farvi divertire. Se poi vedete uno di noi italiani subito ci venite incontro dicendo “Shalom! au ariu’?”. In italia dovro’ giurarlo che dei bambini palestinesi ci salutano dicendo “pace” nella lingua dei nemici dei loro genitori: nessuno mi credera’! Mi hanno spiegato che voi ragazzini confondete facilmente gli israeliani con gli stranieri in genere e quindi salutate ogni forestiero col saluto ebraico. I paradossi della violenza e l’innocenza di voi bambini: che dolce dissonanza! Sai dalla settimana scorsa, quando io, Michele e mia moglie Eva abbiamo visto quegli spari passarci sopra la testa, non mi do’ pace. Non riesco a credere che quei proiettili, che mi hanno cosi’ spaventato, ti hanno uccisa. Vedere degli spari e’ un po’ come vedere un film di guerra: all’inizio non fa tanta paura. Non sembra vero. Poi vedi gli altri intorno a te ripararsi dietro qualcosa allora capisci che la faccenda e’ seria. Anch’io mi sono nascosto dietro un cumulo di macerie e sabbia, insieme a Eva... abbiamo avuto paura. Ed ora siamo vivi. Probabilmente se qualcuno di noi fosse morto il nostro governo avrebbe fatto “un gran casino diplomatico” come solo noi grandi sappiamo fare! E forse il criminale che da quella torretta ti ha ucciso ora sarebbe in prigione o in una specie di castigo per gli adulti. Ma tu, non avendo uno Stato, non hai neanche un governo che ti possa difendere. Mi dispiace tanto sai che tu sia morta, l’abbiamo detto anche ai tuoi genitori al tuo funerale. La mamma era giu’, ma il babbo e’ stato molto forte e le diceva parole di conforto. C’era un sacco di gente, soprattutto anziani e bambini, tutti vestiti bene. Ci hanno offerto dei datteri e del caffe’. E’ stato al tuo funerale, la settimana scorsa, che ti ho visto per la prima volta. Il papa’ mi ha dato una foto di te in un piccolo manifesto in cui sei ritratta davanti ad una moschea. Sei diventata famosa sai? Quel manifesto e’ appeso su molte vie di Qarara e la gente ti chiama “martire”. Oggi l’ho visto con Eva dal taxi che ci riportava a casa dopo una notte passata in una famiglia di Qarara, che vive davanti agli insediamenti israeliani. Ci sono tantissimi altri manifesti in città’. Alcuni ritraggono giovani armati, altri mostrano un volto davanti ad una moschea e alla bandiera della Palestina. Non ti preoccupare non credo che i grandi ti celebreranno come celebrano i kamikaze o gli altri “eroi”... tu sei solo una bambina e per giunta non hai ucciso nessuno. Ma credo che per questo avrai un posto importante nel mio cuore. Sai vorrei proprio che si facesse giustizia circa quel soldato che ti ha ucciso. In fondo conosco l’ora e il posto e sono stato testimone, insieme ad altri italiani, degli spari che partivano dalla torretta che gia’ altre volte abbiamo visitato. Mi hanno detto che c’e’ un’associazione israeliana a cui mi posso rivolgere, ma sara’ difficile che riuscira’ a fare giustizia... i militari sono protetti da mille armature. Mentre tu avevi solo il tuo corpo. Ma io ci voglio provare lo stesso. Andro’ da questa associazione e parlero’ loro di te e di come sei morta. Credo che la nostra amicizia continuera’ per molto tempo. Nell’attesa di farti visita un giorno di persona ti mando un grande abbraccio Cecco Volontario Comunita' Papa Giovanni XXIII - Operazione Colomba Per contatti e informazioni: 0541751498 - evaovettina at yahoo.com
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