[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
No news
- Subject: No news
- From: carta <carta at carta.org>
- Date: Mon, 5 Aug 2002 15:08:09 +0200
Apocalypse No Fra pochi giorni, a Johannesburg, le sirene torneranno a suonare. Annunciano nuvole nere: la più grave delle minacce incombe sul pianeta. La Terra è ferita, l'aria irrespirabile, il mare e il cibo contaminati, il deserto avanza mentre scompaiono foreste millenarie e i fiumi inaridiscono. È così da qualche decennio, ma il suono delle sirene diventa puntualmente più simile a quello delle campane di legno, quelle dei poveri, che non all'urlo lancinante che sarebbe necessario a svegliare le coscienze di miliardi di persone. Dieci anni, oggi, sono un'eternità. Rio accese grandi speranze e raccolse gli impegni più seri che si fossero visti. Gli esiti di quelle promesse sono sotto gli occhi di tutti, quest'Almanacco ne racconta appena qualcuno. Certo, il destino della terra non si decide nei summit: ogni giorno l'Arabia saudita, influente membro della Commissione diritti umani delle Nazioni unite, vende un milione e mezzo di barili di petrolio agli Stati uniti ricevendone in cambio armi per milioni di dollari. Le guerre del petrolio impazzano, e presto arriveranno quelle dell'acqua. Come spieghiamo più avanti, l'appuntamento sudafricano potrebbe farci fare un salto indietro di decenni, rispetto a Rio, anche se viene dedicato allo "sviluppo sostenibile". L'aggettivo, per quel che valgono gli aggettivi, segna il punto di arrivo di molti anni di battaglie ambientaliste, ma è proprio in questi dieci anni che ha rivelato tutta l'ambiguità e l'inefficacia dell'analisi che lo sostiene. L'accelerazione globale dell'economia liberista, la guerra permanente, il dominio dei mercati sulle persone hanno mostrato quanto l'idea stessa di sviluppo sia astratta e indistinguibile da quella di "crescita". Pochi mesi prima di lasciarci, Pierre Bordieu ricordava come un tempo negli Usa si dicesse 'quel ch'è buono per la Ford, è buono per tutti'. Alla Ford novecentesca si è sostituita una generica nozione di economia, con gli addentellati di sempre, crescita e sviluppo. Il risultato non cambia. Mai come oggi, però, è stato chiaro quanto quell'affermazione sia falsa. A Johannesburg dovrebbero andare a spiegarlo, tra gli altri, quegli indigeni della Colombia che, all'annuncio dell'ennesima diga che avrebbe portato lavoro e progresso per tutti, risposero che fermare la corrente di un fiume è come ostruire le vene di una persona: prima o poi la persona si ammala, e la malattia si diffonde. Tutto quello che non si dirà a Johannesburg, ve lo raccontiamo nel nuovo numero di Carta, in edicola per tre settimane dal 8 al 28 agosto, che è un numero monografico di 80 pagine. Con i contributi di Sergio Baffoni, Paolo Cacciari, Lim Li Ching, Francisco Coloane, Luca Colombo, fabrizio Fabbri, Jacopo Fo, Gary Gardner, Cathleen Kneen, Andrea Masullo, Vincenzo Masi, Emilio Molinari, Anne Mosness, Vincenzo Naso, Marco Paolini, Tonino Perna, Antonio Tricarico, Titta Vadalà. E un reportage fotografico di Mario Boccia. www.carta.org Se avete indirizzi nuovi ai quali inviare la news letter o non volete più riceverla scrivete a carta at carta.org
- Prev by Date: Taranto: come progettare un lavoro ecosostenibile
- Next by Date: datteri iracheni contro l'embargo e la guerra
- Previous by thread: Taranto: come progettare un lavoro ecosostenibile
- Next by thread: No news
- Indice: