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Cosa accadde un anno fa a Genova? Ricostruzione storica
- Subject: Cosa accadde un anno fa a Genova? Ricostruzione storica
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Thu, 18 Jul 2002 17:46:57 +0200
Cari amici,
ad un anno di distanza dal G8 di Genova invio una ricostruzione di quei giorni e della scia di sangue e polemiche che ne è seguita. Ricordo a tutti che sul sito http://www.peacelink.it è presente l'ultimo editoriale con il resoconto dell'incontro recente a Genova con i poliziotti, "un anno dopo", organizzato da PeaceLink e da Altreconomia.
Alessandro Marescotti
Volontario dell'informazione - PeaceLink
Luglio 2001
18 luglio - Rapporto dei servizi segreti in vista del G8 di Genova
"E' stato segnalato che alcuni membri torinesi di Forza Nuova costituirebbero un nucleo di 25-30 militanti fidati da infiltrare tra i gruppi delle Tute Bianche allo scopo di confondersi tra i manifestanti anti-G8. Tale gruppo, in possesso di armi da taglio, avrebbe come obiettivo principale colpire, nel caso in cui si dovessero verificare incidenti, i rappresentanti delle forze dell'ordine, screditando contestualmente l'area antagonista di sinistra anti-G8". Questo c'è scritto a pagina 34 dell'ordinanza di servizio distribuita prima del G8 di Genova a tutti i funzionari delle forze dell'ordine e delle forze armate che presidiano il capoluogo ligure. Il documento (oltre 200 pagine a firma del questore di Genova Francesco Colucci) viene presentato venerdì 13 luglio dal capo della polizia Di Gennaro al ministro degli interni Scajola. Si tratta di un documento riservato di cui prende visione il giornalista Paolo Colonnello, il quale ne riferisce il contenuto sul quotidiano La Stampa del 18 luglio 2001. Il documento segnala anche "l'uso di computer portatili, radio ricetrasmittenti, nonché telecamere per trasmettere" in tempo reale immagini sui circuiti Internet; si fa esplicito riferimento alla comunicazione via SMS per coordinare la piazza e all'"interesse nel settore delle telecomunicazioni" dei movimenti antiglobalizzazione. Sempre su La Stampa del 18 luglio Guido Ruotolo (già giornalista del Manifesto) riferisce di "telefonate anonime, minacce neppure tanto velate" e titola "dagli estremisti telefonate di minaccia ai pacifisti del movimento". "Insomma, una parte del movimento antiglobalizzazione che si sta concentrando a Genova vuole gli scontri con le forze di polizia e in queste ore si sta "avvertendo" la maggioranza del Genoa Social Forum a non frapporre ostacoli alla loro scelta".
20-21 luglio - Genova: guerriglia dei black bloc ma la polizia manganella i pacifisti
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http://www.peacelink.it/genova/index.html
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22 luglio - Genova: blitz della polizia e pestaggi
"La polizia sta sfondando il portone, stanno facendo irruzione". E' mezzanotte a Genova. E nelle due scuole (la media Giovanni Pascoli e l'elementare Armando Diaz) di via Cesare Battisti, la prima occupata dal centro stampa e dai servizi sanitario e legale del Gsf e l'altra adibita a centro di accoglienza e casa della radio ufficiale del contro G8, Radio Gap, sta per andare in scena il blitz delle forze dell'ordine. Nel press-center si trovavano alcuni medici del servizio sanitario, giornalisti dell'ufficio stampa e ragazzi feriti durante le manifestazioni del giorno precedente. "La polizia ha cominciato a controllare i documenti - racconta un medico - poi ha sfasciato i computer e i telefoni". "Dormivo quando mi hanno svegliato a manganellate. Un colpo mi ha scarnificato il braccio destro, scoprendo l'osso", ha detto Lorenzo Guadagnucci, giornalista economico del quotidiano nazionale Carlino-Nazione-Giorno. Quello che accade dentro la scuola Diaz è tenuto lontano dagli occhi di tutti. I giornalisti non vengono fatti entrare, gli avvocati del Genoa Social Forum restano fuori, stessa sorte viene riservata ad un gruppo di parlamentari che esibiscono invano il tesserino. "Ho chiesto al capo della Digos di Genova - racconta il portavoce del Genoa Social Forum Vittorio Agnoletto - di farmi vedere il mandato di perquisizione e lui mi ha risposto di passare più tardi, dopo una mezz'ora. Quello che è accaduto è una cosa non solo vergognosa ma al di fuori della Costituzione". Nel frattempo all'esterno, un folto cordone di polizia si posiziona di fronte agli ingressi delle due scuole. Passano soltanto gli infermieri trasportando barelle con i feriti. Alla fine il bilancio sarà di 66 persone medicate nei vari ospedali genovesi, 12 delle quali ricoverate. Un bilancio molto più alto delle dichiarazioni della polizia che, a blitz concluso, parlava solo di una decina di feriti. I fatti più gravi accadono dentro il dormitorio. La versione della polizia è che il primo agente entrato sarebbe stato aggredito con una coltellata andata a vuoto. In seguito quell'agente verrà indagato dalla magistratura: il suo racconto non convince i magistrati, che vi scorgono diverse incongruenze. E tuttavia da lì scatta la durissima reazione delle forze dell'ordine. La versione dei noglobal è esattamente contraria: "Stavamo dormendo tranquillamente, ci hanno assaliti, picchiati e arrestati". Per Agnoletto l'obiettivo del blitz era la documentazione filmata raccolta dal Genoa Social Forum su quanto accaduto nei due giorni di scontri. "Loro vogliono quella documentazione - spiega - noi però l'abbiamo già inviata a una rete televisiva nazionale". Gli arrestati vengono portati nella caserma di Bolzaneto dove subiscono violenze su cui tuttora indaga la magistratura. Vengono arrestati e picchiati anche alcuni noglobal di Taranto che erano rimasti in un campeggio e non avevano partecipato alla manifestazione per evitare di essere coinvolti negli scontri. "La gestione politica delle due giornate di Genova è stata di una impressionante superficialità. Si è passati dalle preoccupazioni per le fioriere e i panni stesi a una strategia militare sconcertante e ambigua che ha lasciato impuniti i violenti e ha colpito con durezza i pacifisti, che ha difeso la “zona rossa” della Genova “dei grandi” e ha lasciato inerme la Genova dei cittadini normali. (...) Lo straordinario, immenso corteo di sabato, le centomila persone che sono sfilate mentre intorno infuriava una delle più terribili guerriglie urbane mai conosciute dal nostro paese testimoniano l'enorme potenzialità progettuale che si annida in quei giovani. (...) Non ci doveva essere spazio per i black bloc. La polizia li ha lasciati fare". Questo scrive il giornalista Giovanni De Luna su La Stampa di Torino (versione on line del 22/7/01).
Agosto 2001
"Se la prendevano sempre con la gente disarmata"
Il mese di agosto è occupato in Italia dall'acceso dibattito sui fatti di Genova che, anziché placarsi, si alimenta con nuove rivelazioni o con autorevoli conferme che tengono campo sia nel dibattito quotidiano sia nei grandi giornali nazionali, come testimonia ad esempio l'articolo di Alessandra Pieracci su La Stampa del 6 agosto, titolato: "Al G8 la polizia si vendicava" e in cui si citano le parole di un magistrato della Procura di Genova: "Nelle riprese tv non si è mai visto un poliziotto o un carabiniere affrontare un black block armato di spranga, se la prendevano sempre con gente disarmata".
Acquista consensi l'iniziativa di Peppe Sini (del Centro di Ricerca per la Pace tel. e fax: 0761/353532) finalizzata a proporre l'addestramento alla nonviolenza per i poliziotti. Peppe Sini scrive ai parlamentari: "Da anni sosteniamo la necessità che tutti i membri delle forze dell'ordine siano formati e addestrati alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie interpretative, comunicative ed operative della nonviolenza. Crediamo che sia necessario che al più presto si faccia una legge a tal fine, che stabilisca che nel curriculum formativo e nell'aggiornamento di tutto il personale delle forze dell'ordine, istituzionalmente preposto alla sicurezza pubblica ed alla protezione dell'incolumità di tutte le persone, sia prevista la formazione alla nonviolenza. Chiediamo al parlamento italiano di prendere coscienza della necessità e dell'urgenza di questo provvedimento. Lo diciamo da anni, non si può più attendere."
Settembre 2001
Berlusconi: "Sinistra insensibile alla povertà del Sud del mondo"
Alla 65' Fiera del Levante il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi afferma: "Una sola volta mi sono sentito in imbarazzo durante i giorni del G8 nel confronto con gli altri, ed è quando ci siamo confrontati sulla percentuale di aiuto ai paesi poveri: ho dovuto leggere la nostra quota, lo 0,13% del Pil. Eravamo di gran lunga i peggiori e questo nonostante gli impegni presi in sede OCSE cinque anni fa di stanziare lo 0,7% del Pil. Mi chiedo se questa caduta verticale di attenzione alla povertà nel Sud del mondo fosse il risultato di cinque anni di retorica della sinistra. Per quanto ci riguarda ci impegneremo per aumentare la nostra quota".
Ma Berlusconi non terrà fede alle sue parole. Infatti, poche settimane dopo, nella stesura della legge Finanziaria la quota di aiuto ai paesi poveri non aumenterà ma rimarrà invariata: sempre lo 0,13% del Pil. Ad evidenziarlo sarà la campagna "Sbilanciamoci" (www.lunaria.org/sbilanciamoci) che ogni anno elabora una "controfinanziaria".
a.marescotti at peacelink.it
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