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ricc.orioles@emergenza
- Subject: ricc.orioles@emergenza
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Mon, 24 Jun 2002 08:01:42 +0200
Diffondo su nove liste questo importante messaggio sulla lotta nonviolenta alla violenza mafiosa. Enrico Peyretti ----- Original Message ----- From: <ricc at libero.it> To: <a.marescotti at peacelink.it>; <adami at mat.uniroma1.it>; alfredo <law.galasso at flashnet.it>; <provincia-re at gazzettadireggio.it>; <antimafiaduemila at antimafiaduemila.com>; <antonella at censurati.it>; <arnone at intsv.com>; aurelio <angelini at mbox.unipa.it>; biagguerrera <officine at pop.tau.it>; <bstan at libero.it>; <c.gubitosa at peacelink.it>; centroimp <csdgi at box1.tin.it>; <cittainsieme at bigfoot.com>; <clfava at libero.it>; <e.bellavia at repubblica.it>; <enrico.peyretti at tin.it>; <ettore.mas at libero.it>; <eymerich at tin.it>; fr.petruzzella <petru at sicilia.com>; <gbenzoni at tin.it>; <ingroia at tin.it>; <ListaSinistra at yahoogroups.com>; <luigi.manconi at iworks.it>; <marainid at mclink.it>; <MArcidiacono at rcs.it>; <Marco_Schiavone at bmc.com>; <mistrett at clipper.ens.fr>; <muoci at yahoo.it>; nando <tistou at tin.it>; <narcomafie at tin.it>; <omicronweb at tiscali.it>; < Sent: Saturday, June 22, 2002 7:13 PM Subject: ricc.orioles@emergenza > Caro amico, cittadino e/o collega, > > mi dispiace di disturbarti con questo caldo (q ui in Sicilia ne fa di piu', e non solo atmosferico). La situazione e' > questa: ho aiutato un gruppo di amici catanesi a fare un giornale antimafia nella loro citta'. Il distributore si e' > rifiutato di mandarlo in edicola perche' "non mi posso mettere contro Ciancio". Ciancio e' il monopolista locale (non > solo locale...) dell'informazione. Per dare un'idea, basta dire che a Catania di quotidiani in edicola viene esposto > solo il suo; qualunque altra testata va richiesta all'edicolante perche' la tira fuori. > > Non sto a romperti le scatole con le solite storie di mafia, di liberta' d'informazione ecc. perche' fa davvero troppo > caldo. Ti chiedo solo, formalmente, di informarti e poi di prendere posizione. Questo appello e' pubblico (lo sarebbe, > se non fossimo cosi' fiochi): puoi, e forse devi, farlo circolare. > Non credo che una storia del genere sia solo una faccenda locale. Secondo me, e' una di quelle poche cose su cui > uno deve essere - pubblicamente - o favorevole o contrario. Come diceva il Presidente Toto': "Siamo uomini o > caporali?" > > Riccardo Orioles > ricc at libero.it, 333.7295392 > > (PS.: faccio giornalismo antimafia da piu' di vent'anni, e nessuno ha mai potuto dire niente sulla mia indipendenza e > liberta' dai poteri (tutti). Non rimuovere l'appello che ti faccio, perche' stiamo difendendo delle parole - > "giornalismo", "giornalista" - che altrove non costano niente ma qui sono molto care, e le stiamo difendendo anche > per te) > > > A seguire: la prima parte della mia e-zine che riprende l'articolo di "Controvento" censurato dai distributori di > Ciancio. Il giornale sta venendo distribuito in queste ore da gruppi di giovani e amici del volontariato. > > ________________________________________ > riccardo orioles <ricc at libero.it> > tanto per abbaiare > 24 giugno 2002 n.132 > ________________________________________ > > A Catania hanno quel maledetto vizio (non dico tutti) di far giornali antimafia: cosi', quando degli amici mi hanno > chiesto di progettargli e firmargli una cosa che si chiama "Controvento", e che doveva andare in edicola oggi, io > disciplinatemente ho obbedito e alla fine - ah, il vizio! - m'e' anche scappato di fargli un piccolo articolo su una > faccenda di Ciancio. Che e', come sapete, il padrone dell'unico giornale ammesso a Catania (gli altri, compresa > Repubblica, non vengono nemmeno esposti), nonche' di altri giornali sparsi in tutto il sud. L'amministratore di uno > di questi giornali, un certo Ursino, ha avuto dei guai giudiziari; il giornale di Ciancio li ha nascosti e io - in > quell'articoletto - li ho raccontati. Ma adesso abbiate un attimo di pazienza e leggetevi l'articoletto. > * * * > Tre nomi nascosti ai lettori. Perché? > "Appalti. Il Pm: 25 a giudizio". E' il titolo dell'articolo de "La Sicilia" (venerdì 14 giugno 2002, pag. 24) su un caso > di giudiziaria catanese: tangenti al Garibaldi, indagini, rinvii a giudizio chiesti dai Pm Marino e Puleio. > Il titolo, per quanto povero, è corretto. L'articolo no. Il redattore (anonimo) evita infatti di dare l'elenco dei > venticinque personaggi di cui e' stato chiesto il rinvio a giudizio, e in particolare nasconde al lettore il nome di > Giuseppe Ursino, manager di primo piano nel settore editoriale per conto del gruppo Ciancio, di cui amministra la > "Gazzetta del Mezzogiorno". > Allo stesso gruppo appartengono il redattore che ha scritto il pezzo, il caposervizio che l'ha passato, il > caporedattore che ha dato l'ok e infine il direttore: che in questo caso coincide fisicamente col proprietario del > gruppo editoriale in questione. Non è la situazione ideale per far cronaca, d'accordo: ma insomma. > Per completezza, bisogna osservare che quello di Ursino non è il solo nome censurato dall'articolo in questione. > Dal pezzo di cronaca sono infatti spariti altri nomi dell'establishment catanese, fra cui quelli di Giuseppe Cicero e > Ignazio Sciortino: il primo è vicino a un politico citato nell'affaire e il secondo è parente d'un magistrato coinvolto > in (legittime) polemiche relative giusto al Pm Marino. > Correttezza avrebbe voluto che, nel rispetto della presunzione d'innocenza, questi nomi - che erano altrettante > notizie - venissero citati. Il lettore in fondo lo paga, il giornale. > * * * > Letto? Bene. I ragazzi del giornale vanno in tipografia, si fanno stampare il giornale, lo impacchettano e lo portano > dal distributore - certo Barone - per mandarlo in edicola. A questo punto, sorpresa: il distributore legge il giornale, > si ferma sull'articolo che avete letto un momento fa, sobbalza e dichiara che lui contro Ciancio non si mette: e > quindi non distribuisce il giornale. > Ok. Adesso io sono molto incazzato, non per la storia in se' ma perche' speravo che in vent'anni a Catania qualche > piccola cosa fosse cambiata. Siccome fra i nostri lettori ci sono, fra gli altri, autorevoli dirigenti del sindacato dei > giornalisti, visto che siamo qua segnalo questo caso anche a loro. A Catania, un editore come Ciancio - quello che > difendeva i cavalieri e vietava di pubblicare i necrologi delle vittime di mafia - fa ancora quello che cazzo vuole. > Siccome, in quest'episodio, io sono stato personalmente danneggiato, chiedo all'ufficio legale del sindacato di > provvedere lui a farmi avere i danni civili dal distributore. E siccome, oltre me giornalista censurato qui siamo stati > danneggiati - come cittadini - tutti, chiedo agli amici del sindacato (e agli altri autorevoli esponenti politici che ci > stanno leggendo) cosa intendano fare per dare una mossa al monopolio dell'informazione a Catania, che ieri era > colluso coi cavalieri e oggi chissa' con chi. Aspetto fiduciosamente una risposta. > ________________________________________ > > . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . > > ________________________________________ > Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche semplicemente > per liberarsene, basta scrivere a ricc at libero.it -- Fa' girare. > "A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe Fava) > ________________________________________ > > >
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