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traduzioni Law
- Subject: traduzioni Law
- From: "Fabri Bellini" <ibrizie at hotmail.com> (by way of Francesca <francesca at peacelink.it>)
- Date: Tue, 18 Jun 2002 22:51:06 +0200
ISRAELE CONTINUA A NEGARE IL COLLOQUIO CON UN LEGALE AI DETENUTI PALESTINESI (13 giugno 2002) Nuove e vecchie misure israeliane hanno causato un significativo peggioramento riguardo al rispetto dei diritti dei detenuti palestinesi. L'ordine militare 1500, stabilito il 5 aprile, provvede a negare il colloquio dell'avvocato con il detenuto palestinese, per un periodo iniziale di diciotto giorni, rinnovabile fino ad un totale di novanta. Altri tre ordini militari stabiliti hanno lo scopo di estendere il periodo senza poter contattare un avvocato. Anche quando una visita puo' essere fatta ai detenuti palestinesi, gli avvocati affrontano numerose difficolta' a causa dei numerosi check-point e posti di blocco sono limitati nelle loro liberta' di movimento verso la corte militare dell'insediamento di Beit El. In diversi casi, le guardie israeliane hanno aperto il fuoco sugli avvocati. Non c'e' uno spazio dedicato agli avvocati per incontrare i detenuti, prima che essi compaiano di fronte a un giudice militare. Gli avvocati palestinesi, visitando la corte militare in Beit El non possono accedere ai servizi di fotocopiatura ostacolandoli nel loro lavoro perche' li rende incapaci di fotocopiare fascicoli e documenti. Inoltre non hanno nemmeno accesso ai servizi di traduzione, mentre i documenti sono spesso solo disponibili in ebraico. Ai cancelli del centro di detenzione di Ofer gli avvocati devono aspettare molte ore. Sono soggetti a molestie e perquisizioni corporali. Agli avvocati palestinesi viene frequentemente negato il colloquio con i detenuti e i processi vengono svolti di notte. Tra l'altro gli avvocati non hanno accesso alle liste dei detenuti che devono essere processati il giorno seguente e c'e' stato un numero di casi in cui i detenuti palestinesi sono stati giudicati e processati senza la presenza dei loro legali. Gli avvocati palestinesi riportano, in molti casi, il rifiuto dei permessi di visita per "ragioni di emergenza" in particolare alle prigioni di Hadarim e Asqualan. Questa misura e' usata come pretesto per negare effettivamente il colloquio con un legale. Un detenuto e' piu' vulnerabile quando gli viene negato ogni contatto col mondo esterno durante il periodo iniziale di detenzione, e particolarmente quando l'isolamento coincide con l'interrogatorio. Nei mesi recenti Law ha ricevuto numero crescente di report sulla tortura e il maltrattamento durante gli interrogatori. Conseguentemente la legge e la pratica che regolano questo periodo iniziale di detenzione sono particolari motivi di preoccupazione. La legge internazionale protegge i diritti fondamentali dei detenuti. L'art. 72 della quarta convenzione di Ginevra richiede che i detenuti "siano assistiti da un qualificato avvocato o legale nella loro scelta, che dovrebbe essere in grado di visitarli liberamente ed accedere a tutte le facilitazioni per preparare la difesa". Gli arresti arbitrari e la detenzione sono chiaramente proibiti dall'art. 9 (1) della convenzione internazionale per i diritti civili e politici che afferma che nessuno puo' essere soggetto ad arresti arbitrari o detenzione, mentre l'articolo 10 (1) afferma che tutte le persone private della loro liberta' devono essere trattate con umanita' e con rispetto per la loro dignita' di persona umana. L'art. 9 (3) richiede che in caso di crimini la persona arrestata o detenuta deve essere prontamente portata difronte al giudice o ad altro ufficiale autorizzato dalla legge ad esercitare il potere giudiziario. I ritardi non possono eccedere i pochi giorni. La detenzione prima del processo dovrebbe essere un'eccezione e durare il meno possibile. Inoltre l'art. 9 (5) dichiara che "chiunque sia stato vittima di un arresto fuori legge deve avere il diritto alla compensazione". Law e' seriamente preoccupata circa il destino di migliaia di prigionieri palestinesi che sono ancora in custodia, senza accusa o custodia, senza accusa o processo, spesso sotto ordini di detenzione amministrativa che puo' sempre essere rinnovata a tempo indefinito. C'e' una forte evidenza che la maggioranza di questi detenuti siano stati arbitrariamente detenuti e che migliaia di palestinesi siano stati raggirati, umiliati, maltrattati e tenuti in degradanti condizioni a modo di punizione collettiva. Law inoltre chiede al governo di Israele di assicurare i diritti dei detenuti in accordo con le leggi internazionali sui diritti umani. Tra l'altro, Law chiede alla comunita' internazionale, in particolare ai membri di stato dell'Unione Europea, di assicurare che Israele rispetti la quarta convenzione di Ginevra e verificare gli obblighi legali. [LAW: Societa' Palestinese per la Protezione dei Diritti Umani e l'Ambiente e' un'organizzazione non governativa che si dedica al rispetto dei diritti umani attraverso la difesa legale. Law e' affiliata alla Commissione Internazionale dei Giuristi (ICJ), la Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) e l'Organizzazione Mondiale contro la Tortura (OMCT)] Per contatti: LAW - The Palestinian Society for The Protection of Human Rights and the Environment PO BOX 20873, Jerusalem Tel +972-2-5833530 / Fax +972-2-5833317 E-mail: law at lawsociety.org / Website: www.lawsociety.org ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ SILWAL: UNITA' SPECIALE ISRAELIANA UCCIDE IL PADRE E FERISCE IL FIGLIO [13 giugno 2002] Questa mattina, le forze speciali israeliane hanno fatto incursione nella casa della famiglia al-Rajabi nelle vicinanze di Silwal a Gerusalemme Est uccidendo Khader al-Rajabi e ferendo suo figlio. Law chiede alle autorita' israeliane di investigare le circostanze degli eventi e riportare i colpevoli difronte alla giustizia. Secondo le ricerche di Law una grande unita' di forze speciali israeliane sono entrate nella casa alle sei di questa mattina. Fahmi al-Rajabi ha detto che suo fratello Zuhair tornando a casa questa mattina ha visto un gran numero di truppe israeliane. Appena arrivato a casa ha serrato la porta. Forze speciali hanno cercato di forzare l'entrata colpendo la porta con un grosso martello. A quel punto Zuhair ha aperto la porta immediatamente. Quando suo fratello Hazim (28 anni) si e' avvicinato alla porta, le forze israeliane gli hanno sparato due volte al petto. Ha perso molto sangue prima dell'arrivo dell'ambulanza circa un'ora dopo. Hazim e' stato portato all'ospedale di Hadassah. Fahmi al-Rajabi ha detto: "Ho cercato di trascinare mio fratello ferito lontano dalle truppe israeliane ma i soldati non me l'hanno permesso." Fahmi al-Rajabi ha detto poi che le truppe israeliane hanno picchiato suo padre, Khader al-Rajabi. "Alcuni membri delle unita' speciali lo hanno spinto contro un angolo e gli altri due gli hanno compresso l'addome finche' e' spirato". L'unita' speciale ha lasciato la casa alle sette. La famiglia lo ha portato immediatamente all'ospedale di al-Maqasset. All'arrivo i dottori hanno detto che era gia' morto. Secondo dei testimoni alcuni membri dell'unita' speciale israeliana hanno anche sparato gas lacrimogeni dentro al palazzo che consiste in tre appartamenti e ospita 38 persone, di cui 14 bambini. Quando usati impropriamente i lacrimogeni diventano una forma letale di munizioni, e sparargli dentro spazi chiusi o tirargli direttamente contro degli individui e' una chiara violazione dei principi internazionali che necessiterebbero di un rafforzamento. Law condanna fortemente l'uccisione e il ferimento di Khader al-Rajabi e di suo figlio Hazim. Questo e' un atto arbitrario e irrispettoso contro la vita umana e i principi che riguardano l'uso di una forza letale. L'uso di tale forza era assolutamente non necessario e sproporzionato, per di piu' poteva essere evitato. L'art. 147 della Quarta Convenzione di Ginevra classifica le uccisioni volontarie come un grave abuso della Convenzione. Israele e' legalmente responsabile degli atti dei suoi agenti, ed e' obbligato ad assicurare che gli agenti aderiscano alla Convenzione in modo da processarli per aver commesso tali abusi. I membri dell'unita' speciale israeliana, se giudicati colpevoli, sono soggetti a sanzioni. Inoltre tutti gli stati firmatari della Quarta Convenzione di Ginevra hanno il dovere e l'obbligo di investigare e processare gli individui responsabili di tali crimini, chiunque essi siano. [LAW: Societa' Palestinese per la Protezione dei Diritti Umani e l'Ambiente e' un'organizzazione non governativa che si dedica al rispetto dei diritti umani attraverso la difesa legale. Law e' affiliata alla Commissione Internazionale dei Giuristi (ICJ), la Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) e l'Organizzazione Mondiale contro la Tortura (OMCT)] Per contatti: LAW - The Palestinian Society for The Protection of Human Rights and the Environment PO BOX 20873, Jerusalem Tel +972-2-5833530 / Fax +972-2-5833317 E-mail: law at lawsociety.org / Website: www.lawsociety.org +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ I DETENUTI PALESTINESI SONO AMMESSI AGLI ESAMI FINALI [16 giugno 2002] Domani, piu' di cento studenti palestinesi si sottoporranno al loro esame finale, in vari centri di detenzione israeliani. I ragazzi palestinesi detenuti sono stati ammessi agli esami finali in classi assegnate da Israele nei centri dove si svolgono gli interrogatori o dove vengono tenuti, in seguito alla campagna arbitraria israeliana di arresti di massa, iniziata il 29 marzo 2002. Il caso segue la petizione degli avvocati di Law, petizione che riguarda Azew Bishara portata davanti alla Corte Suprema di Israele, in modo da permettere agli studenti palestinesi detenuti di sottoporsi agli esami finali. Gli esami si svolgeranno in classi create appositamente nei centri di detenzione, in particolare al centro di dentenzione di Ofer a Beitunia. La petizione richiedeva anche il permesso ai detenuti palestinesi di studiare sui libri e la richiesta di un coordinamento con il Ministero Palestinese dell'Educazione. L'educazione e' un diritto basilare, essenziale per lo sviluppo di tutte le societa'. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stabilisce nell'art. 26 (1) che "chiunque ha diritto all'educazione". Il diritto all'educazione e' protetto dall'art. 50 della Quarta Convenzione di Ginevra la quale afferma che si deve "facilitare il lavoro di tutte le istituzioni che si dedicano alla cura ed educazione dei bambini". L'art. 28 del Corpo dei Principi dell'Onu per la protezione di tutte le persone sotto ogni forma di detenzione o di arresto (UNGA 43/173) stabilisce che una persona detenuta "deve avere il diritto di ottenere entro i limiti delle risorse disponibili, ragionevoli quantita' di materiale culturale, di informazione ed educazione in modo da garantire l'educazione nel luogo di detenzione". L'art. 77 dell'Onu sullo standard delle regole di base per il trattamento dei prigionieri stabilisce che "si debba provvedere all'educazione dei prigionieri qualora essi ne necessitino" ed inoltre "che l'educazione dei prigionieri sia integrata nel sistema educazionale di tale stato, in modo che dopo il loro rilascio possano continuare la loro educazione senza difficolta'". Sebbene Law accetta la decisione della Corte Suprema di Israele, Law e' profondamente preoccupata per le varie complicazioni causate dalle misure israeliane messe in atto nei Territori Occupati Palestinesi che contribuiscono a violare il diritto all'educazione. Gli studenti palestinesi dei Territori Occupati incontreranno difficolta' domani in vista dell'esame finale. L'attuale assedio israeliano e le varie invasioni hanno impedito agli insegnanti e studenti palestinesi di raggiungere i centri di educazione. Un certo numero di scuole palestinesi sono state occupate e trasformate in avamposti militari. Il corso degli studi e' quindi stato sospeso in molte scuole della Cisgiordania. Per di piu' molte scuole sono state chiuse per periodi prolungati. Anche un numero rilevante di scuole elementari cosi' come quelle superiori, incluse quelle private e quelle dell'UNRWA nei Territori Occupati, sono state danneggiate dai frequenti bombardamenti israeliani. Tra l'altro un elevato numero di ragazzi e di studenti palestinesi sono stati arrestati. Law percio' si appella alla comunita' internazionale per dimostrare la sua preoccupazione concernente il diritto all'educazione e per sostenere gli obblighi legali della legge internazionale in modo da garantire il rispetto dei diritti umani. [LAW: Societa' Palestinese per la Protezione dei Diritti Umani e l'Ambiente e' un'organizzazione non governativa che si dedica al rispetto dei diritti umani attraverso la difesa legale. Law e' affiliata alla Commissione Internazionale dei Giuristi (ICJ), la Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) e l'Organizzazione Mondiale contro la Tortura (OMCT)] Per contatti: LAW - The Palestinian Society for The Protection of Human Rights and the Environment PO BOX 20873, Jerusalem Tel +972-2-5833530 / Fax +972-2-5833317 E-mail: law at lawsociety.org / Website: www.lawsociety.org
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