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PKK "TERRORISTA" ?! - UN PRIMO MAGGIO TESISSIMO IN TURCHIA -
- Subject: PKK "TERRORISTA" ?! - UN PRIMO MAGGIO TESISSIMO IN TURCHIA -
- From: "azad" <ass.azad at libero.it>
- Date: Wed, 1 May 2002 14:16:44 +0200
AGGIORNAMENTOAL 1. MAGGIO (Vedi anche Il Manifesto di oggi, pag. 10) Il Comitato dei rappresentanti permanenti dell'Ue, riunito a Bruxelles, ha annunciato ieri l'inclusione del Pkk nell'elenco delle organizzazioni considerate "terroristiche" dall'UE. Questa decisione diverrà definitiva il 2 maggio, se non perverrà nessuna obiezione da uno dei quindici governi. Per questo oggi i kurdi sono mobilitati in decine di città europee dopo le manifestazioni del 1. maggio. A Roma sono presenti in piazza San Giovanni, dove dal palco sindacale è prevista una forte denuncia della decisione europea da parte del gruppo "Modena City Ramblers" prima della prevista esecuzione del loro recente brano "Newroz". Poi i kurdi dalle 17 alle 21 di oggi, e ancora dalle 8 alle 20 di domani 2 maggio, presidieranno palazzo Chigi. Stanno giungendo molte adesioni all'appello che riproduciamo qui sotto, lanciato inizialmente da Azad, Assopace, Donne in nero e Giuristi democratici. Nel frattempo il Turkish Daily News di oggi cita una fonte ufficiale Usa, che ammette che la decisione è stata indotta da un pressante "lobbying" anglo-americano. Un diplomatico spagnolo (che rappresenta quindi il paese presidente di turcno della Ue) assicura al giornale che anche il Dhkp-c (partito della sinistra turca al quale appartiene la maggioranza dei detenuti suicidi per fame) sarà incluso giovedì nella versione definitiva della lista, così come l'organizzazione basta Askatasuna e il FPLP palestinese. Sono riportate le dichiarazioni di Osman Ocalan, fratello di Abdullah e membro della leadership del Pkk e poi del nuovo partito Kadek: "Questa decisione europea punta a scoraggiare il dialogo ed a costringerci a riprendere le armi. Noi vogliamo la pace, ma se ci tolgono ogni libertà abbiamo il diritto e la legittimazioen alla resistenza, e siamo pronti a riprenderla. L'Europa, e dietro di essa gli Stati Uniti, sono responsabili per ciò che potrà accadere". In Turchia le manifestazioni del 1. maggio (che in quel paese non è festività, ma giorno di sciopero e di lotta) sono fortemente caratterizzate dalla presenza kurda e del partito Hadep, pari alla metà dei ben 200.000 manifestanti che stanno sfilando a Istanbul. Forti manifestazioni anche ad Adana, Ankara e in tutte le metropoli turche, mentre ogni manifestazione è vietata a Mersin (città turca con forte presenza kurda, teatro di una cruenta repressione del Newroz il 21 marzo) e in tutte le città kurde con l'eccezione di Antep, dove stanno manifestando in 20.000. Si regisrano scontri e arresti a Dersim (in turco Tunceli) e nella metropoli kurda di Diyarbakir, dove gruppi di giovani stanno presidiando il palazzo del governatore per protesta contro il divieto. -------------------------------------------------------------------------------- L'UE INCLUDE IL PKK FRA LE ORGANIZZAZIONI TERRORISTICHE: UNA DECISIONE IRRESPONSABILE E PERICOLOSA La decisione assunta oggi a Bruxelles dai rappresentanti permanenti dell'Unione europea di includere nella lista delle organizzazioni terroristiche il Pkk, cioè il primo movimento di liberazione che abbia rinunciato unilateralmente da anni alla lotta armata, è un atto irresponsabile di realpolitik che rischia di estendere l'incendio mediorientale. L'Europa si è piegata alle pressioni e al ricatto delle forze che premono per una dinamica di guerra e devastazione che investirà proprio l'area kurda, e che vede nella Turchia uno dei suoi capisaldi e nella volontà di dignità e di pace del popolo kurdo un potente ostacolo. Considerare terrorista il partito di Abdullah Ocalan, già dichiarato perseguitato e rifugiato politico dalla magistratura italiana, equivale a condannare al rimpatrio e alla tortura decine di migliaia di profughi, a mettere fuori legge l'impegno civile degli esuli, a suggellare con un sigillo europeo le prigioni in cui sono sepolti vivi migliaia di prigionieri politici, a condannare in blocco il percorso di liberazione in cui, come attestano le recenti corali manifestazioni del Newroz, si riconosce un intero popolo. La messa al bando del Pkk, che ha chiuso la sua esperienza politica il 4 aprile, e non del Congresso per la libertà e la democrazia del Kurdistan (Kadek) che ne ha assunto l'eredità, è solo un ipocrita artificio. Oltre al rischio di una successiva, automatica criminalizzazione del nuovo partito, che eredita lo stesso gruppo dirigente e corpo militante dell'antico, nessuno può pensare che il popolo kurdo accetti una cesura nella sua storia. Questa decisione, che non è passata per nessuna istituzione rappresentativa italiana o europea, diverrà definitiva il 2 maggio se nessuno dei quindici governi porrà il veto, o almeno avanzerà un dubbio e chiederà un ripensamento. Il governo italiano deve quindi uscire dal silenzio e comportarsi in coerenza con le ripetute e unanimi deliberazioni parlamentari in favore di un dialogo e di una soluzione politica, impensabili se si criminalizza una delle parti in causa. Per questo è necessario che tutti i movimenti della società civile, le organizzazioni che si battono per la pace, il diritto di asilo e i diritti umani, i parlamentari e i giuristi democratici, uniscano la loro voce alla protesta della diaspora kurda che già nel pomeriggio del 1. Maggio si diffonderà in tutta Europa. Primi firmatari: Associazione Azad, Associazione per la pace, Donne in nero, Coordinamento giuristi democratici, Servizio civile internazionale, Associazione Rosa Luxemburg, Convenzione permanente donne contro le guerre Studenti di sinistra e Comitato Kurdistan (Fi) Ciac e Coordinamento Pace e solidarietà (Pr) Per ulteriori adesioni: tel 06.42013576, fax 06.42013799, E-mail uiki.onlus at tin.it La comunità kurda di Roma dà appuntamento per il concerto sindacale del 1. maggio sotto la statua di S. Francesco in piazza San Giovanni, dove la denuncia della decisione europea verrà dalla voce dei "Modena City Ramblers" prima dell'esecuzione del brano "Newroz", e poi, dalle 17 alle 21, davanti a palazzo Chigi, dove il presidio continua per l'intera giornata del 2 maggio dalle 8 alle 20.
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