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Chiamata alla Pace
- Subject: Chiamata alla Pace
- From: "Antonino Drago" <drago at unina.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Sat, 27 Apr 2002 17:11:42 +0200
CHIAMATA ALLA PACE
Dal 1982 le Associazioni e i
Movimenti italiani per la Nonviolenza e la Pace si sono rivolti ai
cittadini per invitarli a fare assieme politica attraverso un atto di
disobbedienza civile, l'obiezione alle spese militari; atto finalizzato
alla richiesta al Parlamento di un'alternativa al militare e alla sua
costruzione dal basso. Coloro che hanno creduto in questo tipo di risposta, dopo più di vent'anni di impegno, oggi possono ben dirsi soddisfatti per il lavoro compiuto e per i risultati ottenuti. L'elenco delle conquiste della Campagna OSM-DPN è lungo:
- La Corte Costituzionale ha emesso diverse sentenze (n° 53 del 1985, n° 113 del 1986 e soprattutto la n° 450 del 1989) con le quali si afferma che la difesa della Patria con le armi e quella senza armi sono equivalenti; cioè si afferma il diritto costituzionale di avere una difesa collettiva non armata.
- Il superamento del principio tributario per cui il contribuente non può decidere la destinazione delle proprie tasse: l'innovazione dell'8xmille per le Chiese ha fatto uscire dalla utopia giuridica la richiesta dell'opzione fiscale a favore della difesa non armata; tanto che nel 1989 l'on. Guerzoni e 80 deputati hanno presentato un progetto di legge per accoglierla nella legge italiana.
- La riforma 230/98 della legge 772/1972 sull'obiezione di coscienza. Essa contiene: 1) il riconoscimento dell'obiettore a semplice domanda; 2) l'invio degli obiettori in missioni di pace; 3) la istruzione e la sperimentazione della DPN. Durante la discussione di questa legge sono stati approvati dalla Camera tre odg che invitano il Governo a riconoscere l'opzione fiscale, a istituire un Istituto di Ricerca sulla DPN e a costituire Corpi Civili di Pace.
- Per la attuazione della precedente legge è stato istituito l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC), alle dipendenze dal Consiglio dei Ministri e quindi ben distinto dal Ministero della Difesa. Deve promuovere e realizzare il Servizio Civile degli obiettori di coscienza, compresa la DPN. In esso si può ben vedere la prima istituzione di DPN in Italia (e anche nel mondo).
- inizio dell'invio sistematico di obiettori in missioni di pace all'estero (Caschi Bianchi 2001)
- inizio del servizio volontario femminile (2001)
- Approvazione della legge 64/2001 che, quando avverrà la sospensione del servizio di leva, istituirà il Servizio Civile Nazionale, finalizzato anche alla difesa della Patria senza armi.
- L'abilitazione (con la stessa legge) dell'UNSC a ricevere somme da privati; il che apre la via alla legalizzazione della opzione fiscale.
- 230 miliardi di finanziamenti (2002) per il servizio civile, dei quali 400 milioni per la DPN (solo in Germania c'è un finanziamento statale simile, ma per un Servizio Civile di Pace gestito da enti privati).
Oggi l'obiettivo di una prima istituzione per l'alternativa all'esercito è stata ottenuta per legge, l'Italia è il primo Paese al mondo che ha compiuto il salto di qualità di ottenere la prima istituzione pubblica per la DPN. Solo in Germania c'è qualcosa di comparabile: da tre anni il Servizio Civile di Pace ha ottenuto un sostanzioso finanziamento dal Ministero della Cooperazione. Inoltre in un futuro non lontano il Parlamento Europeo potrebbe varare il Servizio Civile di Pace Europeo; mentre nel mondo si fa avanti questo progetto in generale.
Tutto ciò conferma la giustezza dell'obiettivo posto in Italia nei decenni passati: non quello di chiedere l'abolizione dell'esercito, ma quello della novità storica di una difesa alternativa all'esercito, da costruire attraverso una politica di iniziative convincenti all'interno di un processo di transarmo.
Si tratta allora di far passare la novità dai rapporti legali, ai rapporti reali nella società,; ma si tratta di darle gambe per farla crescere nella società. Dalla politica dei principi dobbiamo passare alla politica della costruzione sociale dell'alternativa. La quale non potrà venire dall'UNSC, che, se non ha il sostegno di una base attiva, resta un organismo burocratico. Infatti la vittoria italiana rischia di risultare platonica. Già per due anni l'UNSC è stato paralizzato dalla mancanza di finanziamenti e di personale; ora dalla molteplicità degli incarichi addossati al dott. Bertolaso (responsabile anche della Protezione Civile, che in Italia è ancora un semplice progetto dello Stato, senza strutture).
Questa è una situazione del tutto nuova; non più statica, di contrapposizione con i militari nella nostra totale impotenza istituzionale, ma dinamica, perché la cittadinanza di noi obiettori è stata riconosciuta in senso pieno, le istituzioni ci sono (almeno per un primo passo) e si tratta di entrare nel gioco sociale e politico di una lotta democratica che porti ad affermare le proposte storicamente più valide.
Oggi ogni cittadino che voglia la pace può compiere un atto impegnativo a tutti i livelli che contribuisca a questo nuovo obiettivo politico. Il cittadino può esprimere non solo un'opinione, può compiere non solo una disobbedienza civile che lo separa dall'organizzazione sociale esistente, non solo dare un contributo in danaro ad uno studio sulla DPN del futuro, ma può contribuire con parte del proprio operare nella società, in una delle tante forme che esprimono la sua appartenenza ad una programma differente dalla politica delle armi; una delle tante forme che possano caratterizzarlo con una precisa discriminante, quella che porta a distinguere coloro che scelgono la difesa non armata e coloro che scelgono la difesa armata.
In modo da poter dichiarare alla popolazione italiana che finalmente
IN ITALIA E' NATA L'ALTERNATIVA DELL'ESERCITO NON ARMATO,
perché, non solo c'è una legge e c'è un ufficio preposto ad essa, ma
C'È UN GRUPPO SOCIALE CHE NELLA SOCIETÀ PORTA AVANTI QUESTA POLITICA E SA COSTRUIRE UNA PRIMA RISPOSTA AI PROBLEMI DELLA PACE.
In questo nuovo senso politico oggi c'è bisogno di dare visibilità pubblica e rendere concreta la presenza collettiva di tutti coloro che in Italia hanno scelto la politica di pace. La recente iniziativa di Action for Peace in Palestina ha reso compartecipe tutto il mondo della capacità dell'interposizione nonviolenta anche in una zona di guerra dove si è superato ogni limite del diritto internazionale. Si tratta di costruire una base sociale per questo tipo di azioni e per le altre previste dalla DPN.
In definitiva c'è da prendere posizione collettiva per attualizzare la pace in maniera storica e propositiva; quindi non più come singole persone che compiono atti coraggiosi ed ammirevoli (obiezione all'esercito, andando anche in galera) e non più come enti privati (Associazioni varie per la Nonviolenza e la Pace, Enti di Servizio Civile) che svolgono una politica intelligente e propositiva nella società civile; ma come una significativa fetta della popolazione che ha fatto una scelta di fondo, che in Italia rappresenta una realtà sociale ormai insopprimibile, che è ormai consolidata da diverse esperienze anche in piena zona di guerra, che sa proporre un nuovo progetto di grande interesse pubblico al di sopra delle singole prospettive degli enti privati: progettare come risolvere i conflitti senza armi e attuare questo servizio pubblico.
In Italia ci sono stati circa 500.000 obiettori di coscienza; inoltre circa 20.000 sono stati obiettori alle spese militari. Ma questi numeri possono restare delle statistiche se non si concretizzano in una pratica costante nella vita pubblica. Perciò la proposta è di riproporre a queste persone l'impegno, che nel passato è stato temporaneo, in un impegno duraturo, che dia a ciascuno un indirizzo di lavoro collettivo per la pace e cooperi all'obiettivo che oggi è decisivo.
Inoltre questa proposta sorge naturale come continuazione della Campagna alle spese militari per la DPN, ormai in vista del traguardo (l'odg approvato dalla Camera nel 1998 invitava già il Governo a recepire l'opzione fiscale; oggi l'UNSC può ricevere donazioni da privati, quindi anche detrazioni di tasse; così la illegalità è ridotta ad semplice uno storno a capitoli di spesa dello Stato). Resta comunque la necessità di proseguire una politica collettiva nazionale per la pace che sia propositiva di grandi temi, in particolare che consolidi e sviluppi le conquiste ottenute, le prime nel mondo. Quindi l'idea è di ottenere al più presto la fine della vecchia Campagna OSM-DPN per passare a più che una nuova Campagna: una azione politica comune per costruire una nuova realtà dal basso.
Inoltre questa proposta si pone al di sopra delle differenze venute alla luce durante gli anni passati tra i vari Movimenti, Associazioni per la pace ed Enti di servizio civile: essa va al di là dei loro obiettivi particolari per dare un obiettivo di minimo ma che unificante, su cui siamo responsabili davanti alla popolazione italiana. Naturalmente ogni associazione e movimento resta autonomo nel suo specifico; sappiamo che per noi la diversità è ricchezza. La proposta è quella di dare un obiettivo pubblico comune, sul quale collaborare.
Anche perché il settore si sviluppa comunque, grazie alla abnegazione di chi ci lavora volontariamente: sono nati nuovi organismi appositi per la DPN: le PBI, la formazione nazionale alla nonviolenza, i BCP, la Rete dei Caschi Bianchi, i Berretti Bianchi. Ormai varie associazioni stanno realizzando nella società italiana una attiva politica per la DPN.
utilizzando anche l'UNSC che, per la prima volta, ha ricevuto un finanziamento sostanzioso (200 mila euro per la DPN, 2 milioni di euro per la formazione degli obiettori). La novità della nascita dell'alternativa all'esercito dovrà essere sancita dall'immersione dell'UNSC nel sostegno attivo al lavoro che si fa alla base, in modo che sia chiaro a tutti che la possibilità di realizzare la pace oggi passa per due possibilità, delle quali quella delle armi è una sola e non è la migliore.
In particolare la proposta è quella di:
1) lanciare un manifesto nazionale, con la scritta grossa di Chiamata alla Pace e con aspetto propositivo e costruttivo; invitando tutti i cittadini a compiere uno delle azioni indicate nel testo seguente.
2) Costituire una banca dati di coloro che rispondo alla chiamata; Peacelink è disposta ad allargare la sua precedente banca dati sui Volontari Antiguerra a coloro che risponderanno alla nuova gamma di possibilità di chiamarsi al di fuori della guerra
3) Nell'autunno prossimo organizzare a Roma nella Auletta del Parlamento, un convegno che pubblicizzi, alla popolazione italiana e al Parlamento, che l'alternativa è nata attraverso la risposta alla Chiamata di un gruppo sostanzioso di persone.
4) Organizzare (così come si fa in Germania da tre anni) un convegno nazionale di progettazione e programmazione della risposta non armata ai conflitti.
Questa allora è la proposta tentativa del testo ai cittadini, così come l'ha formulata la Campagna OSM-DPN:
"La campagna di Obiezione Fiscale alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta intende promuovere la realizzazione di quella difesa alternativa per la quale essa è iniziata nel 1982 e che è stata dichiarata legittima dalle sentenze della Corte Costituzionale e sancita con la legge 230/98. Il che consiste nel riconoscerci collettivamente nella serie di azioni che sin da oggi si possono fare per collegarci nella costruzione, da subito, di questo progetto e presentarci come punto di riferimento e di iniziativa davanti all'opinione pubblica. La serie di iniziative qui elencate, alle quali ognuno contribuisce per quel che può e come può, costituisce anche un percorso di formazione alla nonviolenza che parte dalle scelte quotidiane di coscienza e che ognuno può fare crescere a scelte pubbliche collettive. Per questo propone la seguente scheda che ognuno può compilare e mandare ad Angelo Cavagna, e-mail: gavci at iperbole.bologna.it.
Il sottoscritto...................................................................
nato a ................................. il .......................................
abitante a........................................ in via ......................
tel. ................................ e-mail .....................................
gruppo di riferimento....................................................
consapevole delle responsabilità civili e penali stabilite dalla legge a carico di chi dice il falso, si dichiara obiettore all'uso delle armi, in uno o più dei sensi seguenti:
( ) si impegna a partecipare a campagne di opinione e di azione contro l'eventuale invio di forze armate italiane in azioni di guerra che violino la Costituzione Italiana
( ) si impegna a non partecipare ad azioni militari in violazione della Costituzione Italiana e conseguentemente si impegna a rifiutare la chiamata alle armi
( ) si impegna a non utilizzare mai le armi anche in caso di guerra
( ) si impegna a non esercitarsi alla guerra
( ) si impegna, ove ricorra l'eventualità, a non partecipare ad attività lavorative finalizzate alla produzione o al commercio delle armi
() si impegna a promuovere la obiezione alle banche armate
( ) si impegna nella Campagna Obiezione alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta in uno dei seguenti modi:
( ) con un versamento volontario a favore e/o dell'Ufficio Nazionale del Servizio Civile, e/o al Fondo per la Pace per promuovere la Campagna, e/o ad una ONLUS che invia obiettori all'estero in missioni di pace;
( ) sottraendo al versamento delle imposte dovute sul reddito delle persone fisiche una quota determinata che contestualmente verserà e/o all'UNSC e/o al Fondo per la Pace;
( ) devolvendo l'8 per mille alla Chiesa o Cattolica o Valdese, ma chiedendo che essa destini questo finanziamento alle iniziative di DPN da esse individuate e già finanziate negli anni passati:
( ) si impegna a promuovere ovunque la cultura della nonviolenza e l'educazione alla pace;
( ) si impegna a sviluppare iniziative di Difesa Popolare Nonviolenta e di risoluzione nonviolenta dei conflitti;
( ) si dichiara disposto ad impegnarsi per una o più delle seguenti attività:
( ) sostenere economicamente progetti di servizio civile (eventuale alternativa fra due o più "settori" di intervento)
( ) partecipare a progetti di servizio civile in Italia (per 3 mesi, per 1 anno)
( ) partecipare a progetti di servizio civile in una ONG all'estero (per 1 anno, più anni)
( ) partecipare ad iniziative di interposizione nonviolenta (in generale o anche in uno dei prossimi anni)
Per la Campagna OSM-DPN
Antonino Drago
Tel. 081-7803697 fax 06 233242218 drago at unina.it
Aprile 2002
Antonino Drago
Tel. 081-7803697 fax 06 233242218 drago at unina.it
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