testimonianza da Gerusalemme



da www.carta.org
Da Alberto Zoratti 29/3/2002
autore: - lingua: It
Un aggiornamento da parte di Alberto Zoratti, da Gerusalemme, alle ore 18
locali: "L'attentato della scorsa sera e' diventato l'alibi, per il governo
Sharon, per sferrare un attacco senza precedenti non solo all'Anp, ma anche
all'intera popolazione palestinese. Dopo la conferenza stampa di Ariel
Sharon e del ministro della difesa israeliano, in cui si sottolineava come
nessuno sia immune a questa guerra, le truppe e i tank con la stella di
Davide sono entrati in Ramallah oggi stesso: un'azione militare che sembra
essere oramai un punto di non ritorno rispetto ad una situazione di guerra
guerreggiata.
In tutto questo la delegazione di Action for Peace si trova in una
situazione molto delicata: cercare di mantenere un ruolo di collegamento,
ponte tra le punte avanzate della società palestinese ed israeliana, ma
nello stesso tempo denunciare fortemente quello che ha tutte le sembianze di
essere un vero e proprio genocidio.
Le iniziative portate avanti nella mattinata di oggi hanno voluto rimarcare
questo aspetto, sia nel presidio all'Orient House, dove una delegazione di
circa 200 persone e' stata duramente caricata dalle forze di polizia
israeliane (un arresto e tre feriti), sia nell'appoggio alla manifestazione
delle Donne in Nero in piazza Paris, a Gerusalemme Ovest, contrapposta ad un
minuscolo presidio di coloni caratterizzati da bandiere gialle e da cartelli
minacciosi. Ed e' proprio in manifestazione che è giunta la notizia
dell'ennesimo attentato compiuto da una ragazza di 16 anni in un
supermercato, notizia preceduta dalle sirene delle ambulanze e delle jeep
militari che hanno interrotto un'atmosfera sospesa, quasi irreale.
I lavori della delegazione, l'impegno e la volontà di fare di ognuno di noi
si scontra con una realtà estremamente complessa, che non puo' essere
risolta in maniera semplice e manichea. In aggiunta alle ragioni politiche
di una popolazione oppressa da parte di uno stato occupante, che e' arrivato
a non rispettare più di 60 risoluzioni Onu, si sono sedimentati drammi
umani, che si esprimono nell'odio dichiarato e nell'intolleranza anche verso
di noi, nello sguardo di alcuni dei famigliari delle vittime dell'attentato
di Netanya incrociato all'aeroporto di Tel Aviv.
Israele non e' il paese delle certezze, né degli  eserciti della salvezza,
chiunque venga qua per pensare di prendere in mano la situazione per
ricondurla alla ragionevolezza compie un enorme errore umano e politico.
Stiamo imparando giorno dopo giorno che un contributo serio verso non tanto
una ricomposizione del conflitto, ma almeno per compiere alcuni passi in
direzione della pace non può essere fatto altro che assieme a Palestinesi ed
Israeliani, mettendo in minoranza non tanto le ragioni degli uni o degli
altri, ma appoggiando chi tra loro vuole la pace rispetto al partito,
trasversale ed eterogeneo, di chi vuole la guerra. La costruzione di Reti,
anche qui, associato a forti iniziative di protesta e di denuncia,
rispondendo alla domanda di pace che non ha e non deve avere né patria né
bandiera".
Nello

change the world before the world changes you because  another world is
possible

www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm