Catena di Sanlibero 114



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riccardo orioles <ricc at libero.it>
tanto per abbaiare - n.114
11  febbraio 2002
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Rai. Non male la proposta di Mimmo Lombezzi ("Kapucinski for
president"). Sentiamo:
< La mia soluzione per le nomine Rai: si prende uno dei piu' grandi
giornalisti viventi - Ryszard Kapucinski - e gli si affida lo scettro
dell'intera baracca, o quantomeno di tutta l'informazione, dandogli la
possibilita' di scegliere firme di chiara fama internazionale per Tg e
Speciali.
Questa soluzione avrebbe tre formidabili vantaggi:
1) porrebbe fine a vecchie e nuove lottizzazioni;
2) rafforzerebbe l'immagine Europea dell'Italia (che non e'
splendente);
3) renderebbe impossibili anomalie mediatiche tutte italiane.
Ad esempio, che fine ha fatto il filmato di Rai2 sugli scontri del G8?
Perche' per sei anni nessuna rete - ne' pubblica, ne' privata - ha mai
trasmesso l'ultima intervista a Borsellino?
Perche' un programma di successo come "Il fatto" di Biagi dovrebbe
essere spinto in seconda serata?
Ad un politico da' fastidio la satira, ad un altro gli sceneggiati
sulla mafia. Sara' necessario "normalizzare" anche Blob? >
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L'Odassea. Lui, poveretto, era partito per creare un governo che
durasse mill'anni. Un governo impresario, concreto, poche parole e
tanti fatti - non come i governi di quegli scalandrati dei politici.
Purtroppo, non tutti si sono dimostrati alla Sua altezza. Chi lo
ricatta per avere una poltrona in Rai, chi pretende la testa dei
giudici per non finire in galera, chi rosicchia e chi rubacchia. Nelle
regioni devoluscionate, in particolare, emerge tutt'una nuova classe di
rosicchiatori locali, che manco la prima repubblica si sognava. "E io -
sospira Lui - e io pago".
Altro che grande statista: qua gli tocca passare alla storia come una
sorta di superforlani.
Il simbolo di tutti costoro - che Gli impediscono di estrinsecare le
Sue eccelse qualita' di imprenditore-statista - non e' tuttavia uno
come Bossi (troppo da commedia dell'arte) o come Dell'Utri (troppo
foscamente scespiriano). E' invece - ne' troppo, ne' troppo poco - il
buon Odasso. Cosi' l'avventura di Berlusconi, che era cominciata come
una drammatica Odissea, alla fine s'e' trasformata - mediocremente - in
una Odassea.
* * *
Anche a Odasso (ah: massone pure lui, come il principale), tuttavia,
bisogna riconoscere qualcosa. Il povero Mohammed, per esempio, sarebbe
tranquillamente crepato di morbo epatico - nella Torino del post-novelli
- perche' extracommunitario marrocchino. Categorie per le quali non e'
prevista assistenza medica ne' diritto a campare. Grazie a Odasso,
invece, i notabili subalpini hanno deciso che il servizio sanitario
cittadino aveva bisogno urgente di una ripulitura d'immagine ("ladri
si', pero' umani") e, a titolo del tutto eccezionale, hanno deciso di
risparmiare la vita a Mohammed. "Purche' non diventi un'abitudine! -
bofonchiano tuttavia - E (la vita che ti regaliamo) non te l'andare a
bere!".
* * *
Ancora su Odasso: mi chiedo se significhi qualcosa il fatto che
stavolta, dopo Roma Ladrona e Milano Da Bere, il testimone
dell'intrallazzo sia finito in pugno alla perbenistica, riservata,
gerarchica, efficiente, cortesissima Torino.
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Il pizzo sulla mucca pazza. "La qualita' ha un prezzo": io governo non
so se la carne che ti vendo si lasci tranquillamente digerire oppure ti
mandi all'altro mondo. Se lo vuoi sapere, paga la gabella ("non
chiamiamolo ticket, per carita': sarebbe odioso") e salva la pelle.
Cosi' - estrapolando - mica ti garantisco che al passaggio a livello ti
abbasso le sbarre quando passa il treno. Paga l'apposita tassa
("contributo qualita' passaggio a livello") e vai sicuro. Senno', forse
passi e forse finisci sotto il treno. Idem per gli aeroporti (qui
l'hanno proposta seriamente). Una tassa sull'aria non si sa (a Milano
quasi quasi converrebbe); ma sull'acqua e sul pane ce ne sono state
parecchie a Napoli (e a Milano) ai tempi dei governatori spagnoli. Che,
tecnicamente, le chiamavano gabelle.
Ognuna di queste gabelle verra' docilmente accettata dai cittadini (o
sudditi, o audience, o insomma come cavolo preferiscono chiamarsi
oggigiorno) italiani, i quali ignorano ormai completamente il fatto
d'avere un diritto intrinseco a non crepare di mucca pazza o a non
finire sotto un treno, ne' sospettano piu' che i governi stiano al
mondo proprio per tutelare la pelle dei cittadini.
La giovane sventurata che ora combatte contro la mucca pazza (e contro
i giornalisti) a Trapani, e' vittima in realta' dei suoi concittadini
siciliani - e in particolare, con un piu' alto tasso d'incivilta',
trapanesi - che non si sono mai curati delle macellerie clandestine
della mafia e degli affari mafiosi in generale. Clandestine per modo di
dire, perche' c'era chi le denunciava gia' quindici anni fa: ma ne' le
autorita' di governo ne' il buon popolo siciliano erano interessati a
salvare la vita di quella povera ragazza, ne' di alcuna altra vittima
del sistema produttivo mafioso. Ora, naturalmente, "grandiose indagini
contro le macellerie clandestine". Chiudere la stalla (mafiosa) dopo
che sono impazziti i buoi.
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Fascisti. Il saluto romano ora si fa al contrario. A palma in su,
mendicando. ("A berlusco', che ciai 'na portrona?").
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Sttt... Non fare rumore che svegli Ciampi.
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Un finlandese a Roma. Il Foglio di Ferrara, come contributo alla lotta
antinflazione, passa da 0,77 a un euro. "Per abolire i centesimi, come
in Finlandia". In realta', altro che centesimi: ogni anno Il Foglio si
sbafa bei milioni di euro come contributo statale in quanto organo di
un fantomatico partito ("Della Giustizia Giusta", o qualcosa del
genere) che in realta' non esiste ma che pur non esistendo ha avuto la
forza - come il Cavaliere di Calvino, che nonostante l'inesistenza
combatteva grazie alla forza di volonta' e alla fedelta' alla causa -
di farsi assegnare un contributo ad personam con un'apposita
scandalosissima leggina.
Ferrara, non sei un finlandese. Sei un portoghese.
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Zitto, tu. In Sicilia, appello post-morettiano di alcuni intellettuali
perche' "si ricominci a parlare di cultura di sinistra". L'appello e'
firmato fra gli altri da Mario Centorrino, docente universitario a
Messina. Pochi anni fa, un ragazzo che faceva la tesi con lui (si
chiamava Antonello Mangano) oriento' la sua ricerca nella ricostruzione
dei rapporti fra mafia, massoneria e baronato universitario a Messina.
Scoppio' uno scandalo. Centorrino ritiro' immediatamente la propria
firma dalla tesi del ragazzo, lasciandolo scoperto e esposto a ogni
ritorsione.
Comincia proprio in questi giorni a Messina, nell'indiffernza generale
(il quotidiano locale ne parla molto poco) il processo seguito
all'operazione "Panta rei" (collusioni fra mafia, massoneria e baronato
universitario). Il ragazzo Antonello Mangano, che dopo la laurea e'
rimasto (ovvviamente) disoccupato, e' impegnato in un suo povero e
onesto sito d'informazione antimafiosa che si chiama Terre Libere.
Nessuno l'ha cercato per partecipare al Grande Dibattito sulla sinistra.
E' stato invitato invece il professor Centorrino, a fare il solone
della sinistra, e non solo di quella baronale e consociativa cui
appartiene ma anche di quella non-ipocrita e civile che si vorrebbe
finalmente costruire.
A chi daranno retta i post-morettiani che (ora) discutono, al povero
ragazzo Antonello che ha attaccato il meccanismo mafia-baroni a
Messina, o all'importante professor Centorrino che invece l'ha difeso?
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Giornalisti. Una ragazza, vittima di una tragedia, invoca la privacy
per non essere identificata. I giornali annuiscono virtuosamente. Ed
ecco come la trattano:
"Una studentessa ventiquattrenne, di San Gimignano, che frequenta
Scienze Biologiche a Camerino";
"Ha dato l'esame di Biologia Generale alla Facolta' di via Carducci,
voto ventiquattro";
"Abita in una palazzina a due piani blu al numero 44 di via Firenze".
Piu' identificata di cosi'! I "colleghi" responsabili - i cui nomi
diamo qui col preciso intento di sputtanarli - sono: Gero Tedesco,
Francesco Massaro e Tano Gullo. (Ah: non cercate la povera ragazza a
Camerino o in via Firenze o a Biologia: i nomi dei luoghi io li ho
cambiati).
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Europa. Stavolta il patto di ferro lo facciamo con gl'inglesi
(l'accordo Blair-Berlusconi), e dunque viva l'Asse Roma-Londra, viva il
camerata albionico, abbasso la perfida Teutone, e vietato naturalmente
ascoltare radio Berlino. (A proposito: bisogna spiegare a D'Alema che
non c'e' piu' bisogno di un Tony Blair italiano, ce n'e' gia' uno).
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Svizzera. "Italiani mandolinari fatto legge per fare skappare briganti.
Kol kavolo noi prendere voi sul serio un'altra volta. Blokkare akkordo
bilaterale subito und anzi folere nostri soldi indietro. Und tenere
mani in buona vista kuando foi afficinare frontiera svizzera.
(Frankobollo di kuesta lettera essere a karico fostro)".
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Spagna. A Compostela, dove un tempo don Santiago Matamoros (San Giacomo
Ammazzamori) incitava i fedeli castigliani a far fuori quanti piu'
musulmani possibile, le autorita' europee si sono riunite per prendere
misure contro gli emigranti clandestini, per lo piu' musulmani.
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Milosevic. Fra i suoi sostenitori, Bossi e Dini. Bossi per farsi
riconoscere la Padania e Dini per l'affare Telekom.
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Pianeta. Le foto dei ragazzi uccisi quando noi eravamo ragazzi, nel
Mille e Novecento e Sessantotto. Gli studenti di un paese, quell'anno,
avevano un governo molto animale e avevano deciso di approfittare delle
Olimpiadi per fare dimostrazioni di piazza e far vedere a tutti che
anche la' in Messico c'era chi si ribellava. Il governo mando' i
soldati. Sui giornali uscirono reportage piu' o meno come questi
dell'estate a Genova: si sapeva che i soldati erano stati brutali, ma
non si riusciva a ricostruire quanto. In questi casi si scrive "un
numero imprecisato di morti e feriti" e si va il piu' possibile sul
colore.
I morti, risulta ora, furono piu' di trecento. Un fotografo messicano
e' riuscito a nascondere per piu' di trent'anni (sempre tenuto d'occhio
dai militari) due rullini di fotografie. Si e' fidato a tirarle fuori
soltanto adesso. Repubblica, in Italia, ne ha ripreso qualcuna. Un
liceale quasi sorridente, intatto - salvo che per la tempia sfondata -
nella morte. Una ragazza composta nel vestitino Anni Sessanta, ma col
sangue che le cola da dentro. Ferite quadrangolari, precise, senza
rimorsi; da baionetta. Chi le ha inferte, ha dormito tranquillamente -
"professionalmente" - quella sera. Una Scuola Diaz primordiale (molto
piu' feroce, certo; eppero', ideologicamente omogenea) di trent'anni
fa.
Trent'anni fa, nell'ottobre di quell'anno. Panaiota ed io eravamo
giovani (Istituto di Fisica, l'autunno, i primi calcolatori) e poi
siamo invecchiati attraversando un casino di cose fra cui il
sessantotto. I nostri coetanei di quel giorno - di quelle foto - non
sono invecchiati mai.
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Palestina-Israele. Il governo Sharon dichiara di essere ufficialmente
disponibile a bombardare, per rappresaglia, zone residenziali abitate
da civili.
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Arafat come il rabbino del villaggio, coi fucili puntati addosso e i
soldati che gli urlano "Balla!".
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Sicilia. Venticinque miliardi di lire stanziati dalla regione per
pagare una campagna pubblicitaria quadriennale della Saatchi & Saatchi
sul tema "Quant'e' bella la Sicilia".
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Cronaca. Ostia. Colf nigeriana violentata e massacrata di botte dal
datore di lavoro italiano, un imprenditore cinquantenne.
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Cronaca. Anzio. Giovane disabile percosso da un  gruppo di quattro
ragazzi fra i sedici e i diciotto anni. L'episodio e' cominciato
all'interno di un supermercato, dove i quattro hanno cominciato a
schernire a voce alta la loro vittima ed e' proseguito fuori, dove il
disabile e' stato inseguito per alcuni minuti mentre cercava di
fuggire, raggiunto, immobilizato (i passanti che si fermavano sono
stati invitati a "farsi gli affari loro") e picchiato. I quattro
aggressori, identificati, sono tutti a piede libero.
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Cronaca. Vigevano. Sessantenne arrestato per una serie di rapine contro
diversa agenzie della stessa banca. "Sono loro i banditi - ha
dichiarato ai poliziotti - Mi hanno rovinato". L'anziano abitava in un
camper da quando, in seguito a un mutuo non pagato, la banca gli aveva
portato via la casa.
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Cronaca. Roma. Dibattito al comune: e' il caso di eliminare i
sanpietrini? Pro: i sampietrini ci sono solo a Roma; per metterli ci
vogliono operai molto esperti; in caso di disordini, sono una carta a
favore dei dimostranti. Contro: i sampietrini ci sono solo a Roma; per
metterli ci vogliono operai molto esperti; in caso di disordini, sono
una carta a favore dei dimostranti.
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E il Giappone? Non c'e' piu' un giapponese, a Roma, che non sia
perlomeno biondo. I giapponesini d'antan, quelli a plotoni di cento in
grisaglia e sorrisi e con la bandierina dell'hotel in testa, ormai si
vedono solo a San Pietro o al Pantheon e sospetto molto che in realta'
siano reclutati per motivi d'immagine dal Comune. Tutti gli altri ormai
sono ragazzi "occidentali", fra i venti e i quarant'anni, rigorosamente
trendly e con la plasticosa soavita' facciale d'un cubista di Rimini.
Occhiali neri (trendly anche quelli) nelle belle giornate: i giapponesi
di Andrea Pazienza, se mai Pazienza ne avesse disegnati. Si muovono
come se volessero dimenticare qualcosa.
Molti eoni d'anni fa, probabilmente, un'impressione simile dovevano
farla, a Tebe d'Egitto o a Stonehenge, coloro che provenivano da
Atlantide (per lavoro, per studio; chi lo sa. Atlantide a quei tempi
era il posto piu' techno del pianeta) e anch'essi si muovevano con la
medesima malinconia disinvolta, la stessa mimesi inconsapevole di chi
aspetta, ormai senza troppa emozione, la notizia dell'inabissamento del
proprio mondo. Un giorno sulle banchine di Tebe approdera' una trireme
e ne sbarchera' la notizia "Atlantide non c'e' piu'. Abbiamo navigato
sopra un oceano". E l'atlantideo, ormai egizianizzato nel costume e nei
gesti, ascoltera' la notizia stringendo appena appena (da tempo
metabolizzati i sentimenti) gli occhi.
Qualcosa di simile ora. Giappone, misteriosa Atlantide dei tempi nostri.
Uscire da una guerra nucleare, niente risorse e credito, niente di
niente. Reinventare le tecnologie e il mercato (il patron della Sony,
poeticissimo, che abbozza i marketing con la spietata levita' di chi
stia componendo un haiku), giapponesizzare - culturalmente - vasti
scantinati del mondo. La Qualita' Totale, lo Stato-Azienda, il
Partito-camera-di-compensazione (ma senza mai uno sbandamento, mai un
Di Pietro). Tenere a galla ogni giorno, per tre generazioni successive,
quattro isole e ottanta milioni d'abitanti a pura forza di maestria e
di volonta'. E infine un giorno accorgersi, improvvisamente, che tutto
sta franando (e potrebbero, se lo volessero, calcolarne esattamente il
giorno e l'ora e il momento) perche', nella modernizzazione generale,
non ci si era curati di modernizzare il pilastro che stava sotto a
tutto e reggeva tutto quanto. Le banche.
Le banche del Giappone sono tuttora banche medievali, soggette al
potere politico (e spesso alle yakuza) e da costui manovrate in cento
logorantissime fazioni. L'industria e' in mano alla banca, la banca e'
in mano al suo debitore (politico o yakuza o altro) che non potra'
pagarla mai, e il tutto gorgoglia e ribolle nelle profondita' come un
vulcano. "In calo la borsa di Tokio..." e' la prima notizia, da
parecchi mesi, della giornata. Il giapponese di Roma o di Milano,
ascoltandola sul suo hi-fi ultimo modello, sa benissimo che cosa questa
notizia significhi, e che cosa significhera' - inesorabilmente - un
giorno o l'altro. E si ossigena i capelli.
(Spero che tutto questo basti a soddisfare il tizio che quasi ogni
settimana, noiosamente, mugugna: "Bene, amico. Ma, e il Giappone?").
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Protestanti.

Quando: mercoledi' 20, dalle 15 alle 17. Dove: al computer. Proposta:
"corteo web" per il decennale di Mani Pulite (tutti sul sito
www.giustizia.it). Promotori: vari comitati di sostegno ai magistrati.
Contatti: info at conigiudici.it, net_giustizia at hotmail.com.

Quando: sabato 23 mattina. Dove: a Roma (Campidoglio). Proposta:
assemblea antimafia (a seguire: assemblea nazionale di Libera).
Promotori: Palermo Anno Uno. Contatti: palermoannouno at libero.it

Quando: sabato 23 pomeriggio. Dove: a Milano (Palavobis). Proposta:
Giornata della Legalita'. Promotori: Micromega, Omicron, Societa' Civile
e altri. Contatti: 02.8392338, 02.8356459(fax),
micromegaforum at katamail.com.

Quando: domenica 24 sera. Dove: ognuno a casa propria. Proposta:
asteniamoci tutti dalle reti Mediaset per dare un segnale di protesta
rilevabile all'Auditel. Promotori: Movimento Nonviolento piemontese.

Quando: alla svelta. Dove: idealmente, sempre a piazza Navona. Proposta:
restiamo in contatto e andiamo avanti. Promotori: ulivisti (ottimisti)
vari. Contatti: www.litaliademocratica.com.

Tutto ciclostilato in proprio, e senza dalemi. Ale'!
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Beppe Sini <nbawac at tin.it> wrote:
< Ai molti amici che sperperano tempo e parole a leggere ed a replicare
sdegnati agli scritti dei propagandisti piu' ignobili e ridicoli della
guerra (con cio' peraltro diffondendoli ulteriormente), vorrei
rivolgere l'esortazione a smettere di farlo: abbiamo tanto di quel
lavoro da fare, e sono tante le cose utili e importanti da sapere, e
c'e' da discutere di cose di grande momento ed urgenza, ed infine
potendo scegliere tra Kafka da un lato, e i tamburini del terrorismo di
stato dall'altro, davvero vi e' chi preferisce star a leggere e
discutere i laudatori dell'omicidio? Davvero vi e' chi preferisce
dedicare due ore dello scarso suo tempo alla prosa che inneggia alle
stragi piuttosto che a Virginia Woolf o a Cervantes? Possibile che
abbiate gia' letto tutto, e non vi resti altro da leggere che i
proclami dei nipotini di Hitler?  Suvvia. >
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Persone. Morto Michele Pantaleone che combatte' per la Sicilia contro
la mafia, ai tempi in cui i siciliani avevano ancora i coglioni.
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Non so chi sia Anna. Ma - firmati "Le compagne e i compagni" - da
Napoli sono arrivati questi versi.

< In memoria di Anna

E rimanemmo in silenzio
tra le voci che si inseguono
e non hanno un suono
ma con ancora la forza
di rompere la gabbia
e la voglia di gridare
la nostra rabbia
contro cio' che distrugge
le nostre vite
contro cio' che ti ha
portato via da noi
con te stretta
nel nostro abbraccio >



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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc at libero.it -- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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