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Comunicato da Gaza
- Subject: Comunicato da Gaza
- From: operazione colomba <operazione.colomba at libero.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Sun, 24 Feb 2002 22:26:46 +0100
ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII OPERAZIONE COLOMBA Corpo Civile e Nonviolento di Pace Via della Grotta Rossa n.6 47900 Rimini, Italia Tel. ++39 0541 751498 Fax. ++39 0541 751624 operazione.colomba at libero.it http://www.geocities.com/opcol COMUNICATO ALLA STAMPA GAZA, 19 FEBBRAIO 2002 Siamo arrivati a Gaza da Gerusalemme, ospiti di alcuni amici che ci accompagnano in giro a visitare "quello che è importante che vediate" come ci dicono loro. Non si può capire senza avere visto cosa è Gaza: alla fine della giornata siamo d'accordo con loro, senza parole. Questa è la zona più densamente popolata del mondo, una delle più povere, da più di un anno nessun palestinese può uscirne, da giorni è oggetto di bombardamenti quotidiani, è diventato un campo di concentramento lungo 40 km e largo 7, con più di un milione di abitanti . I 5000 israeliani che vivono qui superprotetti nei loro insediamenti usano il 40 per cento dell'acqua ed una quantità incomparabile di terra e di risorse in più dei palestinesi. Le ruspe non si fermano mai: distruggono case, divelgono oliveti e piantagioni palestinesi troppo vicine alle case dei coloni. Radono al suolo anche le case. Sei - sette tende al centro della città di Rafa sul confine con l'Egitto nella striscia di Gaza. Sotto la tenda ci sono diverse persone molti sono profughi già tre volte. Ci chiamano a prendere il te sotto la tenda, non hanno più niente, due sedie, un materasso ed una tessera per ottenere aiuti umanitari. Una signora ci implora di aiutarli a difendere i loro diritti. Profughi della guerra di indipendenza israeliana del '48 e nuovamente profughi della guerra dei sei giorni del '67. Nel Gennaio scorso alle 2 di notte tutti stavano dormendo e le forze dell'esercito israeliano li hanno fatti uscire in fretta di casa senza poter portare niente con sè , sono arrivati i buldozer ed hanno distrutto tutto. Per la sicurezza di Israele è necessario cacciare queste persone da casa loro per creare una fascia di sicurezza al confine con l'Egitto, è necessario cacciarle di casa di notte e sotto la pioggia, è necessario non permettere loro di prendere bagagli. Un ragazzino ci accompagna dove un tempo sorgeva la loro casa, ci fa cenno di seguirlo nei vicoli poco più larghi di un metro del campo profughi, ha con sè uno straccio bianco, senza questo i militari che ci guardano dalla torretta ci potrebbero sparare, racconta. I vicoli si aprono improvvisamente su un panorama di macerie, una porta rimane in piedi solitaria come ricordo di una casa che non c'è più, un ragazzo sdraiato sulle macerie con un cuscino sotto la testa dorme, all'ombra di un pezzo di muro rimasto in piedi, un bimbo riposa nella culla mentre la madre prepara il pane in un forno di fortuna. I bambini corrono su e giù per le macerie, noi non sappiamo cosa dire, ci vengono in mente le scuse del governo, " abbiamo abbattuto solo case disabitate": 70 in una sola notte. "Non è vero, come non è vero nè possibile che ci sia pace finchè delle persone come noi vivono così". Ci piacerebbe portare qui i nostri amici israeliani che difendono i diritti dei beduini cacciati dal deserto per far spazio ai coloni , ci hanno raccontato della loro impossibilità di incontrare i palestinesi e di quanto vorrebbero non lasciarli soli. A noi volontari dell'Operazione Colomba piacerebbe iniziare a vivere a fianco di queste persone, essere qui semplicemente per condividere per un po' la vita di questa gente segregata, vorremo far arrivare fuori da qui la loro sofferenza, vorremo dire che il terrorismo non si combatte con i bombardieri f-16 e con gli elicotteri da guerra ma con il riconoscimento dei diritti e della dignità di tutti, anche dei nemici. Vorremo anche essere strumento di contatto con chi dall'altra parte di questo muro (gruppi pacifisti israeliani e gente di buon senso) vuole sapere la verità e ci chiede di aiutarli a far finire l'ingiustizia. Capannini, Bettini, Pagliarani - per contattarci 00972055940773
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