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I ricordi di Porto Alegre - la seconda puntata
- Subject: I ricordi di Porto Alegre - la seconda puntata
- From: "Yukari Saito" <yukaris at tiscalinet.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Tue, 12 Feb 2002 15:35:03 +0100
Torniamo a Porto Alegre. A proposito dell'aria respirabile di quella citta' di cui ho accennato ieri, dimenticavo di descrivere la "piccolezza" dei loro taxi. Mi ha colpito molto il fatto che la maggioranza di essi e' di piccola cilindrata, spesso a 3 porte. Forse in Italia non e' concepibile, figuriamoci in Giappone dove spesso tra i sedili anteriori e quelli posteriori c'e' addirittura un divisore in plastica. Da noi vince, purtroppo, la diffidenza. Comunque, non vedo perche' una Fiat Uno a cinque porte non vada bene come autoveicolo di taxi. Che ne dite? Un altro fatto riguardo all'ambiente e il traffico, di certo non esclusivo di questa citta' ma sempre rilevante, e' i mezzi pubblici molto efficienti e ben organizzati. Ci sono i pulmini da 21 posti e i bus grandi, e dalle 6 fino alle 22 passano abbastanza frequentemente. Ma la cosa che mi ha fatto saltare di gioia e' stata i persorsi scritti non solo sul fronte ma anche ai fianchi dei pulmini - dipinti sulla carrozzeria - che ci consentono riconoscerli da lontano. Questi piccoli accorgimenti che sembrano di poco conto, ma spesso agevolano la vita dei cittadini. In effetti, andando in giro per la citta', che ha un milione e mezzo di abitanti, non si sente quella frustrazione e il nervosismo tipici delle grandi citta' italiane. Perfino durante la manifestazione dell'apertura del SFM, mentre il nostro lunghissimo e chiassoso corteo attraversava la citta' bloccando il traffico d'ora di punta, si sentiva suonare nessun clacson degli automibisti ne' dei camionisti se non per un evidente segno di simpatia. Pareva che avessero una pazienza da vendere, ma sono probabilmente di carattere piu' tranquilli grazie all'efficienza nell'eliminare le inconvenienze che causano le frustrazioni della vita quotidiana. Ma ora, parliamo del Bilancio partecipativo. Ci sono stati numerosi incontri sul tema, seminari, conferenze e workshop, spesso in corso anche contemporaneamente. (I workshop dove si esponevano dei risultati e problemi sarebbero stati forse quelli piu' interessanti, ma erano senza traduzione, soltanto in lingua portoghese che purtroppo non conosco.) Il primo tra questi a cui ho partecipato e' stato quello organizzato dalla citta' di Porto Alegre, dallo Stato di Rio Grande do Sul e dalla citta' di San Paolo. (nel pomeriggio del 1 febbraio) Si spiegava il meccanismo e funzionamenti Q&A sui risultati ottenuti e i problemi irrisolti. (Riguardo ai dettagli, ho diversi materiali maggiorparte in portoghese, che posso mandarvi sulla richiesta). Da notare che anche la citta' di San Paolo ha da poco adottato il bilancio partecipativo. Cio', se si avra' un successo, potra' offrire un valido esempio dell'esportabilita' del Bilancio partecipativo anche in una grande metropoli (la citta' di San Paolo da sola ha una popolazione equivalente a quella dell'intero stato Rio Grande do Sul, cioe' di oltre 10 milioni e, come si sa, ha un sacco di problemi di emarginazioni sociali). Nello Stato di Rio Grande do Sul, invece, pare che la cosa stia funzionando abbastanza bene anche se i problemi non gli mancano.Ogni cittadino che ha piu' di 16 anni (l'eta' votante in Brasile) viene invitato
a discutere sui bilanci pubblici. E si vota sulla priorita' dei problemi a cui verra' speso il denaro pubblico. Il sistema nel suo complesso e' un po' meno semplice di queste dieci parole, misto della democrazia diretta e quella rappresentativa. Ma il suo spirito fondamentale, credo che si possa riassumere in poche parole: la trasparenza assoluta, la lotta all'esclusione (insistenza sull'inclusione) e un'apertura massima al dialogo. Una democrazia dal basso nel senso che ai cittadini viene lasciato il controllo delle situazioni. Qualche esempio significativo: Le assemblee pubbliche dove chiunque cittadino che vuole puo' partecipare (il numero in crescita: nel 2001 sono stati 735 allemblee pubbliche municipali tenute con 378.000 partecipanti che registra l'aumento di 34,5% rispetto al 2000 e 100% rispetto al 1999) non sono soltanto per decidere sulla priorita' degli investimenti e su progetti di lavoro ma si occupano di un controllo continuo dei lavori in corso. Quindi non solo i bilanci preventivi ma anche quelli consultivi vengono messi in discussione. Anzi, si organizzano perfino una gita in pulman per andare a verificare i lavori in corso. Questa trasparenza, direi totale grazie ai controlli continui da parte dei cittadini, elimina per forza la possibilita' delle corruzioni tra gli amministratori e le imprese. (Vi sembra poco?) Io avrei detto che valeva la pena di provarci anche noi soltanto per questo, visto che non sono bastate le mani pulite per disintossicare la sociteta' dalle corruzioni. Ma, il piu' bel frutto del Bilancio partecipativo e', forse, qualcosa altro che si nasce in ognuno di cittadini. Di questo, parla Iria Charão, l'assessore speciale al bilancio partecipativo, il braccio destro dell'attuale Governatore dello Stato Rio Grande do Sulsin dall'inizio della sua amministrazione della citta' di Porto Alegre (1989- ).
Grazie all'aiuto di un paio di amici giornalisti, sono riuscita a intervistarla privatamente. Domani, spero di poter riprodurre per voi almeno una parte del dialogo. Ciao, yukari
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