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Appello ai parlamentari: ritornano i mercanti di morte
- Subject: Appello ai parlamentari: ritornano i mercanti di morte
- From: "Massimo Paolicelli" <max_paolicelli at hotmail.com> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Fri, 08 Feb 2002 23:09:32 +0100
Appello ai parlamentari: Ritornano i mercanti di morte Chiediamo a tutte le realtà della società civile, agli enti locali, alle personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, delle religioni e delle istituzioni... di firmare l'appello che Pax Christi Italia e l'Associazione Obiettori Nonviolenti stanno diffondendo in queste ore a difesa della legge 185 per il controllo democratico del commercio di armi. E' l'estremo tentativo di difendere una legge ottenuta grazie all'impegno di alcune associazioni che, negli anni 80, diedero vita al cartello "Contro i mercanti di morte". E' sconcertante notare la convergenza di consensi da destra e a sinistra su queste modifiche. Per maggiori informazioni sulla legge, sul testo di modifica, sull'iter parlamentare delle modifiche proposte, sugli appuntamenti che ci diamo per impedire il "ritorno dei mercanti morte" vi invitiamo a visitare il sito www.paxchristi.it. Per ricevere gli aggiornamenti sulle adesioni e sulle iniziative che intraprenderemo vi chiediamo di segnalare il vostro indirizzo e-mail a info at paxchristi.it. Shalom, Tonio e Massimo ---------------------------------------------------------------------- Ritornano i mercanti di morte Appello ai parlamentariIl Parlamento italiano sta discutendo un disegno di legge d'iniziativa governativa (Atto Camera 1927) in materia di industria della difesa.
Il progetto prevede la ratifica dell'accordo quadro sottoscritto dall'Italia e da altri cinque Paesi europei il 27 luglio 2000 per "facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la difesa" ed è stato già licenziato dalle Commissioni III e IV della Camera dei Deputati in data 30 gennaio 2002.
Tale accordo imporrebbe il "tempestivo adeguamento della nostra normativa" e infatti 10 dei 14 articoli che compongono il testo proposto sono volti a modificare la legge n. 185 del 1990 che disciplina attualmente l'import-export di armi nel nostro Paese.
La novità più rilevante è costituita dall'introduzione di un nuovo tipo di autorizzazione per il commercio delle armi, la "licenza globale di progetto", riferita ai programmi intergovernativi o industriali congiunti ai quali le imprese partecipano e ai quali non si applicheranno più le norme sulle trattative contrattuali, rendendo meno trasparenti e controllabili tutte le operazioni.
Anche le norme sulle attività bancarie relative a questo nuovo tipo di "licenza globale" verranno modificate, non essendo più notificate al Ministero del Tesoro e da questo autorizzate, e non comparendo più nello specifico capitolo dell'annuale Relazione al Parlamento.
In questo modo, in nome della "razionalizzazione", della "competitività" e della "identità europea" verrà stravolta una legge ritenuta da tutti "severa e rigida" e che ha fatto del nostro Paese uno dei più avanzati al mondo per aver provveduto a regolare il commercio delle armi nel rispetto dei diritti umani, della promozione della pace e della trasparenza. Ricordiamo che quella legge fu ottenuta grazie all'impegno tenace della Campagna "Contro i mercanti di morte" (ACLI, MLAL Mani Tese, Missione Oggi, Pax Christi).
Anche il riferimento al "Codice di condotta dell'Unione Europea per le esportazioni di armi" (che non è assolutamente vincolante) costringerebbe l'Italia a rinunciare alla propria normativa nazionale che in questo verrebbe peggiorata.
Troviamo peraltro paradossale che mentre da un lato si vuole combattere una guerra totale contro il terrorismo, dall'altro si allargano le maglie del controllo della vendita delle armi con tutti i rischi che ne conseguono.
Chiediamo pertanto ai parlamentari di votare contro questo disegno di legge che costituisce un passo indietro per la pace e la giustizia.
Chiediamo che l'Italia si faccia promotrice a livello internazionale di un'iniziativa volta a una maggiore severità nel controllo del commercio di armi e a un maggiore impegno nella prevenzione dei conflitti.
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