[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La nonviolenza e' in cammino. 345
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 345
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 8 Feb 2002 05:54:03 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 345 dell'8 febbraio 2002 Sommario di questo numero: 1. Il 24 febbraio una giornata di protesta 2. Un appello promosso da oltre cento docenti universitari fiorentini 3. Nasce il comitato di parlamentari "La legge e' uguale per tutti" 4. Un appello di avvocati e giuristi in difesa dell'indipendenza della magistratura 5. Jeff Halper, come non si e' fatta la pace in Palestina 6. Stefano Baldini, invasi gli uffici dell'ong Crocevia a Gerusalemme 7. Il documento finale del secondo Forum sociale mondiale svoltosi a Porto Alegre 8. Arianna Marullo, un ricordo di Michele Cordaro 9. Riletture: Jean Baumgarten, Lo yiddish 10. Riletture: Leo Rosten, The joys of yiddish 11. Riletture: Isaac B. Singer, Gimpel l'idiota e I due bugiardi 12. Riletture: Juergen Moltmann, Teologia della speranza 13. Riletture: Karl Rahner, Corso fondamentale sulla fede 14. Riletture: Paul Tillich, Lo spirito borghese e il kairos 15. Riletture: Domenico De Salvia, Paolo Crepet (a cura di), Psichiatria senza manicomio 16. Riletture: Laura Forti (a cura di), L'altra pazzia 17. Riletture: Luigi Onnis, Giuditta Lo Russo (a cura di), La ragione degli altri 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento 19. Per saperne di piu' 1. UN APPELLO. IL 24 FEBBRAIO UNA GIORNATA DI PROTESTA [Riceviamo e volentieri diffondiamo. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo si associa all'iniziativa] Tutti coloro che sono persuasi del fatto che il governo diretto da Silvio Berlusconi, proprietario di tre reti televisive operanti su tutto il territorio nazionale, e di un settore importante della stampa e dell'editoria del nostro paese, e' illegittimo ai sensi della legge n. 361 del 30 marzo 1957 e contrario allo spirito della Costituzione repubblicana, e che il cosiddetto conflitto di interessi di cui si discute attualmente in Parlamento potrebbe essere risolto soltanto con la cessione integrale di tutte le sue reti o col suo ritiro dalla scena politica, sono invitati a partecipare ad una prima giornata di protesta contro la situazione del tutto anomala che si e' venuta a determinare in Italia rispetto alle altre nazioni democratiche del mondo occidentale; giornata di protesta consistente nell'astensione completa dall'uso delle reti Mediaset (Rete 4, Canale 5, Italia 1) che un gruppo di persone aderenti al Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR) - Movimento Nonviolento delle regioni Piemonte e Valle d'Aosta, o vicine ad esso, hanno deciso di indire per domenica 24 febbraio in tutto il paese. Facciamo in modo che questa astensione sia tale da risultare evidente dalle ordinarie misurazioni degli ascolti. Tutti coloro (gruppi, associazioni, singole persone) che intendono rispondere affermativamente al nostro appello sono pregati di voler comunicare la loro adesione all'uno o all'altro dei seguenti indirizzi (o anche, naturalmente, ad entrambi): indirizzo elettronico: unadomenicasenza at libero.it ; indirizzo postale: Comitato "Una domenica senza" presso il MIR - Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13, Torino 10122. Primi firmatari dell'appello: Giorgio Cingolani, Angela Dogliotti Marasso, Beppe Marasso, Giuliano Martignetti, Enrico Peyretti, Renato Solmi, Piercarlo Racca, Paolo Candelari, Michelangelo Lanza, Pasqualina Gilardi, Luca Cerutti, Luciano Cambellotti, Carolina Pozzo, Mauro Maurino, Il gruppo Pax Christi di Torino, Giuliana Martirani, Alex Zanotelli, Antonio Caputo, Francesco Ciafaloni, Brunello Mantelli, Federico Repetto. Torino, 3 febbraio 2002 2. INIZIATIVE. UN APPELLO PROMOSSO DA OLTRE CENTO DOCENTI UNIVERSITARI FIORENTINI [Sia pur in ritardo, e scusandocene, volentieri diffondiamo il seguente appello. Per adesioni: orn at unifi.it] Diceva Alexis de Tocqueville che nei paesi democratici le persone non possono fare a meno di un forte potere giudiziario e della liberta' di informazione. Gli avvenimenti degli ultimi giorni suonano come un campanello d'allarme: il rapporto tra potere politico e magistratura e' sottoposto a una pericolosa distorsione istituzionale. Mai prima nella storia della Repubblica si sono visti tanti magistrati preoccupati per le sorti dell'autonomia del potere giudiziario. Inoltre, tra meno di un mese il Consiglio di Amministrazione della RAI sara' sostituito e il governo Berlusconi prendera' possesso della quasi totalita' dei mezzi di informazione. Questi due eventi gravissimi sarebbero da soli sufficienti a giustificare una forte preoccupazione per il futuro della democrazia in Italia. Ma giustizia e informazione non sono casi isolati. La democrazia si sta rapidamente degradando anche in altri campi. Il razzismo esplicito di almeno una parte della maggioranza e' confermato dal disegno di legge sull'immigrazione. L'attacco allo statuto dei lavoratori apre la strada ai licenziamenti facili. L'indebolimento della scuola pubblica minaccia il diritto primario alla conoscenza. Mentre imputati "eccellenti" tentano in ogni modo di evitare i processi, la giustizia sociale viene incrinata e impedita. Invitiamo tutta la cittadinanza a manifestare contro gli attacchi mossi alla democrazia. Costruiamo insieme l'opposizione a questo governo. Giovedi 24 gennaio, alle ore 17, corteo cittadino che parte dall'Universita' di Firenze in piazza San Marco per raggiungere il Palazzo di Giustizia. I docenti universitari promotori dell'iniziativa: Bruno Accarino, Paolo Albani, Paolo Baldeschi, Luciano Barbi, Edi Bastianelli, Sergio Bernini,Luciana Brandi, Mario Caciagli, Salvatore Califano, Andrea Cantini, Claudio Chiuderi, Mario Citroni, Vittore Collina, Marcello Colocci, Enzo Collotti, Maria Luisa Dalla Chiara, Claudio De Boni, Ornella De Zordo, Elena Del Panta, Donatella della Porta, Francesco Dessi', Tommaso Detti, Anna Di Biagio, Gianfranco Di Pietro, Mario Domenichelli, Franca Drago, Keir Elam, Roberto Falciani, Maria Fancelli, Siro Ferrone, Riccardo Francovich, Ivan Garofalo, Paul Ginsborg, Sergio Givone, Giovanni Gozzini, Patrizia Grimaldi, Mario Labate, Egidio Landi Degli Innocenti, Giuliana Laschi, Mirella Loda, Antonella Lucarelli, Alberto Magnaghi, Pierandrea Mando', Paolo Marrassini, Marco Massa, Liborio Mattina, Simonetta Monechi, Alessandro Moscadi, Massimo Mugnai, Emanuele Narducci, Giuseppe Nicoletti, Fiamma Nicolodi, Giancarlo Paba, Franco Pacini, Alessandro Pagnini, Marco Palla, Raffaele Paloscia, Maria Carla Papini, Francesco Pardi, Franca Pecchioli, Paolo Pecile, Franco Piperno, Alessandro Pizzorno, Annamaria Polvani, Enzo Pranzini, Riccardo Pratesi, Andrea Proto Pisani, Paola Pugliatti, Elena Pulcini, Gianpasquale Santomassimo, Ayse Saracgil, Aldo Schiavone, Alessandro Serpieri, Simonetta Soldani, Andrea Stefanini, Rita Svandrlik, Paola Tabet, Paolo Trovato, Gabriele Turi, Bruno Vecchio, Elisabetta Vezzosi, Stuart Woolf. Le adesioni possono essere inviate alla professoressa Ornella De Zordo: orn at unifi.it 3. INIZIATIVE. NASCE IL COMITATO DI PARLAMENTARI "LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI" [Sia pur in ritardo, e scusandocene, volentieri diffondiamo. Per contatti: legirandole at tiscali.it] Si e' costituito oggi a Roma il Comitato "La legge e' uguale per tutti", composto da parlamentari dell'Ulivo. Questo il testo che annuncia la nascita del nuovo Comitato. "La legge e' uguale per tutti. Noi parlamentari della Repubblica crediamo che questo principio sia fondamento della liberta' dei cittadini. Scolpito nei nostri tribunali, esso viene oggi calpestato da chi ha il governo del Paese. Vengono fatte leggi per salvare i potenti dai processi in cui sono imputati; si intimidiscono i giudici che fanno il loro dovere; si progetta il ritorno all'immunita' parlamentare. Per difendere quel principio, perche' la giustizia sia al servizio dei cittadini, garantisca i loro diritti e non dia spazio ai furbi; per testimoniare la nostra determinazione a batterci fino in fondo per la democrazia e la legalita' repubblicana; noi ci costituiamo nel comitato "La legge e' uguale per tutti" e invitiamo tutti ad aderirvi e a manifestare con noi il 2 febbraio a Roma". * "Una volta un giudice giudico' chi aveva dettato le leggi. Prima cambiarono il giudice; e subito dopo la legge" (Fabrizio de Andre', Sogno n. 2) Il Comitato ha deciso di indire una manifestazione nazionale a Roma per il 2 febbraio alle ore 16 in piazza Farnese. La presentazione alla stampa del Comitato e della manifestazione avverra' presso la Sala Stampa della Camera dei deputati mercoledi 23 gennaio alle ore 12. Questi i parlamentari promotori del Comitato: Giuseppe Ayala, Alessandro Battisti, Daria Bonfietti, Francesco Bonito, Renato Cambursano, Mario Cavallaro, Nando dalla Chiesa, Loredana Depetris, Tana de Zulueta, Anna Donati, Giuseppe Fanfani, Maurizio Fistarol, Elvio Fassone, Paolo Gentiloni, Roberto Giachetti, Giovanni Kessler, Carlo Leoni, Marina Magistrelli, Pierluigi Mantini, Roberta Pinotti, Gabriella Pistone,Vincenzo Siniscalchi, Albertina Soliani, Patrizia Toia, Giampaolo Zancan. Il Comitato ha indicato il proprio portavoce in Nando dalla Chiesa. 4. UN APPELLO DI AVVOCATI E GIURISTI IN DIFESA DELL'INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA [Riceviamo e volentieri diffondiamo] Le Associazioni Iniziativa democratica forense e il Coordinamento nazionale giuristi democratici hanno partecipato alla inaugurazione dell'Anno giudiziario nel distretto della Corte D'Appello di Napoli. Dopo aver ascoltato gli interventi del Procuratore Generale, del Presidente del Consiglio dell'Ordine di Napoli e del Rappresentante del C.S.M., data la parola al Rappresentante del Ministero di Giustizia si sono allontanati dalla Sala della cerimonia. Con questo atto di protesta le associazioni hanno inteso difendere i valori costituzionali di uguaglianza dei cittadini innanzi alla legge e dell'indipendenza della magistratura contro i quotidiani attacchi a questi fondamentali principi di democrazia e liberta', che provengono dai poteri economici e politici dominanti. Non si puo' accettare una giustizia condizionata da interessi di parte; non si puo' accettare l'idea di imputati eccellenti e intoccabili; non si puo' accettare l'attacco all'indipendenza della Magistratura e alla obbligatorieta' dell'azione penale; non si puo' accettare la continua svalorizzazione della funzione giurisdizionale. La generale esigenza di una giustizia piu' efficiente, piu' rapida, soprattutto piu' giusta, che l'avvocatura e gli operatori del diritto esprimono, deve comprendere anche la indipendenza del potere giudiziario, l'uguaglianza della legge per tutti, il rispetto delle funzioni di chi interpreta e applica la legge (magistrati e avvocati in primo luogo). Le associazioni hanno esercitato il diritto di esprimere il dissenso e di manifestare liberamente le opinioni, diritto costituzionalmente garantito. L'iniziativa a difesa dei principi costituzionali verra' sostenuta attraverso la costituzione di un'assise per la difesa della democrazia e della giustizia, aperta alla partecipazione di tutti i cittadini, delle componenti del mondo del diritto, dell'associazionismo, della cultura e di tutti coloro che credono nei valori costituzionali. Iniziativa democratica forense Coordinamento nazionale giuristi democratici 5. INFORMAZIONE. JEFF HALPER: COME NON SI E' FATTA LA PACE IN PALESTINA [Jeff Halper insegna antropologia alla Ben Gurion University in Israele. E' coordinatore del "Movimento israeliano contro le demolizioni" (Icahd) e direttore della rivista critica "News from within", pubblicata dall'Alternative Information Center. In gennaio e' stato arrestato dalla polizia israeliana mentre protestava contro la demolizione di 58 case a Rafah da parte dei tank di Sharon. Questo articolo abbiamo ripreso dal quotidiano "Il manifesto" del 17 gennaio] Come prima cosa, crei grandi aspettative. Strette di mano di fronte alla Casa Bianca. Una retorica di pace ("Basta con la guerra. Basta con i bagni di sangue"). Elezioni, il diritto di avere una propria bandiera. Poi, incontri segreti, vertici, cene, trattati di pace, accordi quadro, promesse, benefici futuri sbandierati di fronte a bocche affamate. Altre strette di mano, altri "gesti". Poi crei un quadro di pace che ti garantisca una superiorita' negoziale. Prendi leggi internazionali, convenzioni dei diritti umani, risoluzioni dell'Onu e, per dare la giusta misura, arruoli come "mediatore" il tuo alleato strategico, la maggiore potenza mondiale, la stessa che ti rifornisce di armi. Poi, mentre ad Oslo, Washington, Parigi, il Cairo, Wye Plantation, Stoccolma, Amman, Camp David, Sharm el Sheik parli di pace, crei una situazione sul campo che ti garantisca un controllo permanente e pregiudichi la riuscita dei negoziati. Nei sette anni seguiti alla firma degli accordi di Oslo fai in modo di: 1. Smembrare la West Bank in tre aree "A, B e C", dando all'Autorita' palestinese pieno controllo di solo il 18% di territorio e un controllo formale del 61%; dividere la piccola striscia di Gaza in "aree gialle, bianche, blu e verdi", fornendo a 6.000 coloni il controllo del 40% del territorio e confinando un milione di palestinesi nella porzione restante; separare completamente Gerusalemme est dalla societa' palestinese. 2. Espropriare 200 chilometri quadrati di fattorie e pascoli ai legittimi proprietari palestinesi per costruire i tuoi insediamenti, le tue autostrade, le tue infrastrutture. 3. Sradicare circa 80.000 ulivi e altri alberi da frutto che si trovano sulla strada dei tuoi progetti di costruzione, gettando nella miseria i contadini e trasformandoli in lavoratori a giornata per il tuo mercato del lavoro. 4. Costruire circa 30 nuovi insediamenti, fra cui intere citta' come Kiryat Sefer e Tel Zion, oltre alle decine gia' esistenti nei Territori occupati su cui stai gia' negoziando, e costruire 90.000 nuove unita' abitative a Gerusalemme est solo per la tua popolazione. 5. Demolire piu' di 1.200 case dello stesso popolo con cui stai trattando la pace. 6. Raddoppiare la tua popolazione di coloni portandola fino a 400.000 unita', decidendo senza accordo con la controparte che il 90% degli insediamenti rimarranno comunque sotto la tua sovranita'. 7. Avviare la costruzione di 480 chilometri di autostrade e "strade di congiungimento" tra i tuoi insediamenti, trasformando il futuro territorio del tuo partner di pace in un arcipelago di minuscole isole disconnesse e impedendo di fatto la nascita di un'economia autonoma e competitiva. 8. Imporre un "blocco" permanente per impedire a coloro a cui hai sottratto la terra di trovare lavoro nel tuo sistema economico, perche' hai scoperto che i lavoratori rumeni e thailandesi sono meno costosi e piu' docili. Nel far cio', impedisci loro di entrare a Gerusalemme, dove sono ubicati i luoghi a loro piu' sacri. 9. Sfruttare le loro risorse naturali in modo unilaterale, drenando il 25% dell'acqua del tuo paese dalle falde acquifere dei tuoi vicini, lasciati a morire di sete per mesi. 10. Distruggere le loro campagne e i loro territori, soffocando il loro ambiente con massicci insediamenti e autostrade per i tuoi deserti urbani e industriali. Poi aspetti che la tua occupazione diventi irreversibile e completa, che le due economie siano definitivamente sotto il tuo controllo - con tutte le reti elettriche, le autostrade e le infrastrutture urbane. Poi annunci che la tua concezione di pace e' "separazione", e rinchiudi i tuoi vicini in un pugno di piccoli isolotti, spazzando via ogni residua speranza che essi avevano in un futuro migliore, in un paese degno di questo nome e in un'identita' effettiva. Continui a rafforzare il tuo controllo, riducendo lo spazio vitale, umiliandoli e molestandoli finche' non esplode la rivolta. Poi racconti al mondo la tua versione dei fatti: quanto hai cercato di negoziare, quanto sei stato "generoso", quanto volevi la pace, e quanto sei dispiaciuto che "loro" non l'hanno voluta. Racconti come "loro" hanno lanciato pietre contro le tue buone intenzioni, come "loro" non sono partner leali per fare la pace, come "loro" non sono pronti per la pace. Cosi', finche' non si decidono a porre fine alle violenze e a ritornare a qualche tavolo negoziale che ti permetta innanzitutto di consolidare il tuo controllo, dovrai ricorrere alla forza - forza difensiva naturalmente, perche' sono "loro" gli aggressori. Le armi americane piu' all'avanguardia, i cecchini e i blocchi, la distruzione di migliaia di ettari di terra agricola e di centinaia di case... Fintantoche' non recepiranno il massaggio. 6. UN APPELLO. STEFANO BALDINI: INVASI GLI UFFICI DELL'ONG CROCEVIA A GERUSALEMME [Dalla ong italiana Centro Internazionale Crocevia (e-mail: crocevia at croceviaterra.it) riceviamo e diffondiamo] Stasera, mercoledi 6 febbraio 2002, soldati e polizia israeliani hanno fatto irruzione negli uffici condivisi dalla ong palestinese Land Research Center (LRC) di Gerusalemme e da quella italiana Centro Internazionale Crocevia (CIC) di Roma, che da anni portano avanti nei Territori Occupati programmi di sviluppo agricolo, finanziati dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, dall'Unione Europea, dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Pisa, dal comune di Quarrata e da vari altri enti ed associazioni italiani. Dopo aver prelevato tutta la documentazione e i computers, caricati su un camion, senza dare nessuna spiegazione del fatto e non permettendo ad alcuno di avvicinarsi, hanno messo i sigilli alle porte e se ne sono andati. Gran parte della documentazione sequestrata e' relativa ai progetti in fase di attuazione dal CIC e dal LRC, finanziati dall'Unione Europea, dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Pisa, dal Comune di Quarrata e da altri enti e associazioni italiani. Le stesse attrezzature sono state acquistate con i fondi di tali progetti. Il LRC e' una diramazione dell'Arab Studies Society, organizzazione non governativa palestinese fondata da Faisal Husseini, che fa capo all'Orient House, ed ha come obiettivi quelli di proteggere la terra palestinese dalle confische, sostenere le attivita' agricole in risposta alle violazioni commesse dalle autorita' israeliane, mantenere i legami tra la Gerusalemme araba e il resto dei territori palestinesi. Le sue azioni di cooperazione con il CIC sono avviate da oltre 10 anni e sono basate sul finanziamento di attivita' agricole, sul miglioramento delle tecniche di coltivazione e allevamento e su una vasta azione legale nei confronti delle violazioni israeliane sulla questione della terra. E' da pochi mesi avviata in Italia una campagna del CIC a sostegno della lotta legale contro gli espropri. Ormai da molti mesi il personale del LRC non ha possibilita' di operare nella sede centrale di Gerusalemme per il blocco dei permessi e i forti impedimenti alla libera circolazione. Per portare avanti le azioni previste nei vari progetti siamo stati costretti ad aprire varie sedi distaccate in varie parti dei Territori Occupati. La chiusura degli uffici del LRC e del CIC rappresenta un ennesimo tentativo di bloccare la presenza di associazioni palestinesi nella parte araba di Gerusalemme e al tempo stesso vuole colpire chi porta avanti interventi di resistenza contro l'espropriazione delle terre palestinesi da parte dell'autorita' militare israeliana, quasi sempre volta all'espansione degli insediamenti israeliani nei Territori Occupati. Solo in ottobre e' stato definitivamente raso al suolo il Centro di Sviluppo dell'allevamento bovino allestito a Tulkarm nell'ambito di un progetto promosso dal CIC in cooperazione con il Ministero dell'Agricoltura Palestinese e con il LRC, cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano. Ancora non abbiamo definito una linea di azione per questa ennesima violazione, pur avendo tempestivamente avvisato dell'accaduto il Consolato d'Italia a Gerusalemme. Nel frattempo vogliamo con questo primo comunicato informare quanti piu' possibile, tra enti, associazioni e singoli cittadini che in questi anni hanno avuto modo di conoscere il LRC e le attivita' portate avanti con tale organismo. Per questo vi chiediamo di intervenire per protestare presso le autorita' israeliane competenti chiedendo la riapertura degli uffici del LRC e del CIC in Abu Obidah street, 4 East Jerusalem e la restituzione di tutta la documentazione e delle attrezzature sequestrate. I messaggi di protesta devono essere trasmessi al Ministro della Sicurezza Interna Israeliana, Uzi Landau (sar at mops.gov.il), all'Ambasciata Israeliana a Roma (info-coor at roma.mfa.gov.il), all'Ambasciata Italiana a Tel Aviv, Ambasciatore G. Gavarai (italemb at netvision.net.il ), fax 00972-3-6095068, al Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme, Console G. Ghisi(congeru at netvision.net.il), all'ufficio della Cooperazione Italiana, Direttore A. Aloi ( utl at itcoop.jer.org). Riteniamo il Governo israeliano responsabile per ogni danno e perdita subiti a seguito dell'irruzione. Comunicheremo tempestivamente le decisioni prese in merito, sperando di avere il sostegno maggiore da parte di voi tutti. Da Gerusalemme, per il CIC, Stefano Baldini 7. DOCUMENTAZIONE IL DOCUMENTO FINALE DEL SECONDO FORUM SOCIALE MONDIALE SVOLTOSI A PORTO ALEGRE [Dal sito di Peacelink (www.peacelink.it) riprendiamo e diffondiamo (in una traduzione decisamente inadeguata) il testo del documento finale del Forum sociale mondiale tenutosi a Porto Alegre nei giorni scorsi. Questo testo ci sembra significativo non solo per i tanti obiettivi condivisibili che propone, ma anche per le ingenuita', le contraddizioni, le ambiguita', le reticenze, l'incapacita' di un'analisi autocritica, il silenzio su fatti gravissimi e scelte necessarie, ed insomma i non pochi aspetti a nostro avviso assolutamente incondivisibili. Con tutto cio' ci pare utile proporlo alla riflessione e al giudizio di tutti i nostri interlocutori, che sapranno apprezzarne il molto di buono, criticarne il non poco di dubbio e respingerne motivatamente quel che c'e' di erroneo e inaccettabile] Resistenza al neoliberismo, al militarismo, alla guerra: per la pace le la giustizia sociale 1) Di fronte al continuo deterioramento nelle condizioni di vita dei popoli, noi, movimenti sociali del mondo intero, ci siamo incontrati in decine di migliaia nel Secondo Forum sociale mondiale di Porto Alegre. Siamo qui a dispetto dei tentativi di spezzare la nostra solidarieta'. Ci incontriamo di nuovo per continuare le nostre lotte contro il neoliberismo e la guerra, per confermare gli accordi dello scorso Forum e riaffermare che un altro mondo e' possibile. 2) Siamo diversi donne e uomini, adulti e giovani, popoli indigeni, contadini e urbani, lavoratori e disoccupati, senza casa, anziani, studenti, persone di ogni credo, colore, orientamento sessuale. L'espressione di questa diversita' e' la nostra forza e la base della nostra unita'. Siamo un movimento di solidarieta' globale, unito nella nostra determinazione di lottare contro la concentrazione della ricchezza, la proliferazione della poverta' e delle ineguaglianze e la distruzione della nostra terra. Stiamo costruendo alternative, utilizzando modi creativi per promuoverle. Stiamo costruendo una ampia alleanza a partire dalle nostre lotte e dalla resistenza a un sistema che e' fondato sul patriarcato, il razzismo e la violenza, che privilegia gli interessi del capitale sui bisogni e le aspirazioni dei popoli. 3) Questo sistema produce il dramma quotidiano di donne e bambini e anziani che muoiono di fame, dell'assenza di cure sanitarie, e di malattie che potrebbero essere prevenibili. Intere famiglie sono obbligate a lasciare le loro case a causa delle guerre, dell'impatto del "megasviluppo", della mancanza di terra e in presenza di disastri ambientali, disoccupazione, attacchi ai servizi pubblici e distruzione della solidarieta' sociale. Al Sud come al Nord forti lotte e resistenze stanno nascendo per far valere la dignita' della vita. 4) L'11 settembre ha segnato una svolta drammatica. Dopo gli attacchi terroristici, che condanniamo assolutamente, cosi' come condanniamo tutti gli altri attacchi sui civili in altre parti del mondo, il governo degli Stati Uniti e i suoi alleati hanno lanciato una massiccia operazione militare. In nome della "guerra al terrorismo" vengono attaccati in tutto il mondo i diritti civili e politici. Con la guerra contro l'Afghanistan, in cui sono stati usati anche metodi terroristici, e con le nuove che si preparano, ci troviamo di fronte a una guerra globale permanente, scatenata dal governo degli Usa e dai suoi alleati per stabilire ed estendere il loro dominio. Questa guerra rivela l'altra faccia del neoliberismo, la piu' brutale e inaccettabile. L'Islam viene demonizzato, mentre il razzismo e la xenofobia vengono deliberatamente diffusi. La stessa informazione e i mass media prendono attivamente parte a questa campagna bellicista che divide il mondo tra il "bene" e il "male". L'opposizione a questa guerra e' uno degli elementi costitutivi dei nostri movimenti. 5) La situazione di guerra ha ulteriormente destabilizzato il Medioriente, fornendo il pretesto per un'ulteriore repressione del popolo palestinese. Di fronte all'occupazione brutale di Israele, un compito urgente del nostro movimento e' quello di mobilitare la solidarieta' per il popolo palestinese e la sua lotta all'autodeterminazione. Questo e' vitale per la sicurezza collettiva di tutti i popoli della regione. 6) Allo stesso tempo, anche nuovi eventi confermano l'urgenza delle nostre lotte. In Argentina la crisi finanziaria causata dal fallimento degli aggiustamenti strutturali del Fondo monetario internazionale e il debito crescente hanno fatto precipitare la crisi sociale e politica. Questa crisi ha prodotto proteste spontanee delle classi lavoratrici e della classe media, una repressione che ha causato morti, cambiamenti nel governo e nuove alleanze tra gruppi sociali diversi. Con la forza dei "cacerolasos" il popolo ha potuto assicurarsi la soddisfazione dei principali bisogni di base. 7) Il collasso della multinazionale Enron e' un esempio della bancarotta dell'economia "del casino'" e della corruzione degli uomini d'affari e dei politici. I lavoratori sono rimasti senza impiego e senza pensioni. Nei paesi in via di sviluppo questa multinazionale impegnata in attivita' fraudolente e i suoi progetti hanno cacciato la popolazione dalle loro terre aumentando smisuratamente i prezzi dell'elettricita' e dell'acqua. 8) Il governo degli Stati Uniti nel suo sforzo di proteggere gli interessi delle grandi imprese, ha abbandonato con arroganza i negoziati di Kyoto sul riscaldamento globale, il trattato sui missili antibalistici, la convenzione sulla biodiversita', la conferenza dell'Onu sul razzismo e l'intolleranza, e il confronto per ridurre la fornitura di armi leggere, dimostrando ancora una volta che l'unilateralismo degli Stati Uniti fa saltare i tentativi di trovare soluzioni multilaterali ai problemi globali. 9) A Genova il G8 ha completamente fallito nella sua pretesa di governo globale. Di fronte a una massiccia mobilitazione e resistenza, hanno risposto con la violenza e la repressione, denunciando come criminali coloro che avevano osato protestare. Ma non sono riusciti a intimidire il nostro movimento. 10) Tutto cio' avviene nel contesto di una recessione globale. Il modello economico neoliberista distrugge i diritti, le condizioni e i livelli di vita dei popoli. Usando ogni mezzo per proteggere i loro dividendi, le mulitinazionali licenziano, riducono i salari e chiudono fabbriche, spremendo fino all'ultimo i lavoratori. I governi di fronte a questa crisi economica rispondono con la privatizzazione, il taglio delle spese sociali e una riduzione permanente dei diritti di lavoratori e lavoratrici. Questa recessione dimostra il fatto che le promesse neoliberiste di crescita e prosperita' sono una bugia. 11) Il movimento globale per la giustizia sociale e la solidarieta' si trova di fronte a enormi sfide: la sua lotta per la pace e la sicurezza collettiva impone di misurarsi con la poverta', le discriminazioni, il dominio, e la creazione di una societa' sostenibile alternativa. I movimenti sociali condannano con forza la violenza e il militarismo quali strumenti di risoluzione dei conflitti; la promozione di guerre di bassa intensita' e le operazioni militari del Plan Colombia come parte dell'iniziativa regionale andina, il piano Puebla Panama, il commercio di armi e la crescita delle spese militari, gli embarghi economici contro i popoli e nazioni, in particolare contro Cuba e Iraq, e la crescente repressione nei confronti di sindacalisti e attivisti. Noi sosteniamo le lotte dei sindacati e dei lavoratori del settore informale, come uno strumento essenziale per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita, l'effettivo diritto di organizzarsi, il diritto di sciopero, il diritto alla contrattazione collettiva a diversi livelli e per conquistare l'uguaglianza salariale e delle condizioni di lavoro tra donne e uomini. Rifiutiamo la schiavitu' e lo sfruttamento dei bambini. Sosteniamo le lotte dei lavoratori e dei sindacati contro la flessibilita', l'esternalizzazione del lavoro e i licenziamenti, e chiediamo nuovi diritti internazionali per i lavoratori e le lavoratrici delle multinazionali e delle loro fornitrici, in particolare il diritto alla liberta' sindacale e alla contrattazione collettiva. 12) Le politiche neoliberiste creano ulteriore miseria e insicurezza. Esse hanno aumento in maniera impressionante il traffico e lo sfruttamento sessuale di donne e bambini che condanniamo con forza. Poverta' e insicurezza portano anche alle migrazioni e a milioni di esseri umani e' negata la dignita', la liberta', i diritti. Percio' noi chiedimamo il diritto alla liberta' di movimento, il diritto all'integrita' fisica e a uno statuto legale per tutti e tutte i lavoratori e le lavoratrici migranti. Sosteniamo i diritti dei popoli indigeni e l'applicazione dell'articolo 169 Oil nel quadro delle leggi nazionali. 13) Il debito estero dei paesi del Sud e' stato gia' pagato piu' volte. Il debito, illegittimo, ingiusto e fraudolento, funziona come uno strumento di dominio, toglie ai popoli i loro fondamentali diritti umani con il solo scopo di aumentare l'usura internazionale. Chiediamo la cancellazione incondizionata del debito e la riparazione dei debiti storici, sociali ed ecologici. I paesi che chiedono il rimborso del debito hanno intrapreso lo sfruttamento delle risorse naturali e intellettuali del Sud. 14) Acqua, terra, cibo, foreste, semi, la cultura e le identita' dei popoli sono beni comuni dell'umanita' per le generazioni presenti e future. E' essenziale conservare la biodiversita'. I popoli hanno il diritto a un cibo sano e stabile, libero da organismi geneticamente modificati. La sovranita' alimentare a livello nazionale, regionale e locale e' un diritto umano fondamentale; in questo senso costituiscono richieste fondamentali la riforma agraria e l'accesso dei contadini alla terra. 15) Il vertice di Doha ha confermato l'illegitimita' del Wto. La presunta "agenda per lo sviluppo" adottata in realta' difende solo gli interessi delle multinazionali. Con il lancio di un nuovo round il Wto si sta avvicinando al suo obiettivo di trasformare ogni cosa in merce. Per noi, cibo, servizi pubblici, agricoltura, salute, istruzione e i geni non sono in vendita. Inoltre rifiutiamo il brevetto di qualsiasi forma vivente. L'agenda del Wto viene estesa a livello continentale attraverso gli accordi di libero commercio e investimenti. Organizzando proteste come le grandi dimostrazioni contro l'Alca, i popoli hanno rifiutato questi accordi che rappresentano una ricolonizzazione e la distruzione di valori fondamentali, sociali, economici, culturali e ambientali. 16) Noi vogliamo rafforzare il nostro movimento attraverso azioni e mobilitazioni comuni per la giustizia sociale, per il rispetto dei diritti e delle liberta'; per la qualita' della vita, l'uguaglianza, la dignita' e la pace. Lottiamo: - Per la democrazia: i popoli hanno il diritto di conoscere e criticare le decisioni dei loro governi, specialmente quando riguardano istituzioni internazionali. I governi devono essere responsabili di fronte ai loro popoli. Mentre sosteniamo la diffusione della democrazia elettorale in tutto il mondo, sottolineiamo la necessita' di una democratizzazione degli stati e delle societa' e la lotta contro la dittatura; - Per l'abolizione del debito estero e la sua riparazione; - Contro le attivita' speculative: chiediamo l'introduzione di tasse specifiche, come la Tobin tax, e l'abolizione dei paradisi fiscali; - Per il diritto all'informazione; - Contro la guerra e il militarismo, contro le basi e gli interventi militari stranieri, e la sistematica escalation di violenza. Noi scegliamo di privilegiare il negoziato e la soluzione non violenta dei conflitti; - Per una Unione europea democratica e sociale, basata sui bisogni di lavoratori, lavoratrici, popoli europei, sulla necessita' della collaborazione e della solidarieta' con i popoli dell'est e del sud; - Per i diritti dei giovani, il loro accesso a una istruzione pubblica, gratuita e socialmente autonoma e l'abolizione del servizio militare obbligatorio. Per gli anni a venire organizzeremo collettivamente mobilitazioni come: Anno 2002: - 8 marzo: giornata internazionale delle donne; - 17 aprile: giornata internazionale delle lotte contadine; - primo maggio: giornata dei lavoratori e delle lavoratrici; - 12 ottobre: il grido degli esclusi; - 16 ottobre: giornata dell'alimentazione. Altre mobilitazioni globali avranno luogo: - 15-16 marzo a Barcellona, Vertice Ue; - 18-22 marzo Monterrey (Messico), conferenza Onu sul finanziamento allo sviluppo; - 17-18 maggio, Madrid, vertice latinoamerica, Caraibi, Europa; - 31 maggio, giornata internazionale di azione contro il militarismo e per la pace; - 12 giugno, Roma (Italia), vertice mondiale dell'alimentazione; - 22-23 giugno, Siviglia, vertice Ue; - Luglio, Toronto e Calgary (Canada) vertice G8; - 22 luglio, Stati Uniti, campagna contro la Coca Cola; - Settembre, Johannesburg (Sudafrica), Rio+10; - Ottobre, Quito (Equador), Forum sociale continentale "Una nuova integrazione e' possibile" e forum sociali continentali e regionali in altri continenti; - Novembre: Cuba, Secondo incontro emisferico contro l'Alca; - Dicembre, Copenaghen, Danimarca, vertice Ue. Anno 2003: - Aprile, Buenos Aires Argentina vertice Alca; - Giugno, Tessalonica Vertice Ue; - WTO, FMI e Banca Mondiale si incontreranno da qualche parte, qualche giorno. E saremo li. 4 febbraio 2002 8. MEMORIA. ARIANNA MARULLO: UN RICORDO DI MICHELE CORDARO [Arianna Marullo, dottoressa in Beni Culturali, collabora da molti anni con il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ed ha preso parte a numerose iniziative di pace, di solidarieta' e per i diritti] Quasi due anni fa e' scomparso il professor Michele Cordaro, direttore dell'Istituto Centrale di Restauro; per sei anni aveva insegnato storia del restauro nella facolta' di Conservazione dei Beni Culturali a Viterbo, dispensando i suoi preziosi insegnamenti agli studenti, compresa l'autrice di questo breve ricordo. Capitai un po' per caso un po' per curiosita' in questa facolta' che apriva quell'anno i battenti; gia' dall'ultimo anno del liceo avevo deciso di intraprendere l'attivita' di restauratrice, presso una bottega o meglio presso la scuola dell'Istituto Centrale di Restauro. La prima lezione di storia del restauro si svolse in un'aula talmente piccola che, pur essendo solo una trentina di persone, ci trovammo tutti accalcati attorno al professore (in quel periodo capitava spesso di scoprire all'ultimo momento che l'aula assegnata era in realta' gia' occupata e che bisognava trovarne una libera). Non si sedette alla cattedra ma inizio' a parlarci passeggiando su e giu' per l'aula durante tutta la lezione; entro' subito nel vivo della materia parlandoci del restauro del Cenacolo di Leonardo che allora si iniziava. Cercavo diligentemente di prendere appunti ma era impossibile non lasciarsi trascinare dalle sue parole e trovarsi quindi profondamente assorti a seguire le sue parole ed il suo passeggiare. In un quarto d'ora ci aveva gia' conquistato ed alla seconda lezione eravamo tutti presenti, come d'altronde sarebbe stato per tutto il resto del corso. Le sue lezioni sempre interessantissime e ricche di esempi che rendevano immediatamente chiari anche gli argomenti piu' controversi, mi aprivano un mondo nuovo. Il restauro dunque non era solo il paziente gesto manuale, la pulizia o il trasporto di un affresco, la lacuna diligentemente integrata ad acquerello, era invece soprattutto diagnosi, riconoscimento dell'opera d'arte e dei suoi materiali costitutivi, della valenza storica intrinseca nell'opera stessa, la scoperta delle dinamiche del deterioramento e dei fattori di rischio. Tra i tanti ricordi di questo straordinario insegnante, le sue battute, le visite a chiese e musei, a cantieri e laboratori di restauro, l'ultimo incontro nel suo ufficio all'Istituto Centrale di Restauro, quando mi incoraggio' ad iniziare la tesi su una chiesa di Tuscania, tra tutti un ricordo mi e' particolarmente caro. Si avvicinava la fine del corso di storia del restauro, era un maggio particolarmente caldo quell'anno e le lezioni, che si protraevano fino alla fine del mese, iniziavano alle quattordici per terminare alle sedici. Le tapparelle chiuse per consentire la visione delle immancabili diapositive lasciavano filtrare solo pochi pesanti raggi di sole. Nel silenzio e nel caldo dell'ora si sentiva solo la voce piana di Cordaro che descriveva gli effetti della risalita capillare, o forse della gelivita'. Gli occhi chiusi, continuava a parlare, ed ogni tanto il discorso sembrava affievolirsi, come se fosse scivolato per un attimo nel sonno senza interrompere il fluire delle parole e la loro coerenza, quasi un flusso di coscienza, un'emanazione di saggezza, un placido Buddha. 9. RILETTURE. JEAN BAUMGARTEN: LO YIDDISH Jean Baumgarten, Lo yiddish, Giuntina, Firenze 1992, pp. 128, lire 15.000. Apparsa originariamente nella collana "Que sais-je?" delle Presses Universitaires de France, e' una buona agile introduzione alla lingua, la letteratura e la cultura ebraica in yiddish. 10. RILETTURE. LEO ROSTEN: THE JOYS OF YIDDISH Leo Rosten, The joys of yiddish, McGraw-Hill Book Company, New York 1968, Pocket Book (Simon & Schuster), New York 1970, pp. 576. In forma di dizionario e' una festa di storielle umoristiche yiddish. Non sappiamo se sia stato tradotto in italiano. 11. RILETTURE. ISAAC B. SINGER: GIMPEL L'IDIOTA E I DUE BUGIARDI Isaac B. Singer, Gimpel l'idiota, Longanesi, Milano 1966, Mondadori, Milano 1980, pp. 382; Idem, I due bugiardi, Longanesi, Milano 1965, Mondadori, Milano 1982, pp. 272. Due raccolte di stupendi racconti di uno dei piu' grandi scrittori del Novecento, tra le figure piu' grandi della letteratura yiddish. 12. RILETTURE. JUERGEN MOLTMANN: TEOLOGIA DELLA SPERANZA Juergen Moltmann, Teologia della speranza, Queriniana, Brescia 1970, 1981, pp. 392. Uno dei libri piu' belli della teologia cristiana del Novecento. 13. RILETTURE. KARL RAHNER: CORSO FONDAMENTALE SULLA FEDE Karl Rahner, Corso fondamentale sula fede, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1977, 1990, pp. 600, lire 32.000. E' una delle opere piu' conosciute e studiate del grande teologo cattolico. 14. RILETTURE. PAUL TILLICH: LO SPIRITO BORGHESE E IL KAIROS Paul Tillich, Lo spirito borghese e il Kairos, Doxa, Roma 1929, pp. 168. Nella traduzione di Antonio Banfi una grande opera del teologo protestante tra i massimi pensatori del Novecento. 15. RILETTURE. DOMENICO DE SALVIA, PAOLO CREPET (A CURA DI): PSICHIATRIA SENZA MANICOMIO Domenico De Salvia, Paolo Crepet (a cura di), Psichiatria senza manicomio, Feltrinelli, Milano 1982, pp. 432. Una tempestiva mappa delle esperienze di assistenza psichiatrica in Italia subito dopo le leggi 180 e 833 del '78. La cui lettura raccomandiamo particolarmente a chi non ha vissuto quella temperie, quell'impegno, quelle salde ragioni. 16. RILETTURE. LAURA FORTI (A CURA DI), L'ALTRA PAZZIA Laura Forti (a cura di), L'altra pazzia, Feltrinelli, Milano 1975, 1979, pp. 360. Una raccolta di saggi e interviste che documentano le varie esperienze e riflessioni in ambito psichiatrico di intervento terapeutico nel rispetto e la promozione della dignita' delle persone, e di opposizione alla violenza delle istituzioni e delle pratiche negatrici della dignita' umana delle persone sofferenti. Davvero da rileggere, o leggere per la prima volta. 17. RILETTURE. LUIGI ONNIS, GIUDITTA LO RUSSO (A CURA DI): LA RAGIONE DEGLI ALTRI Luigi Onnis, Giuditta Lo Russo (a cura di), La ragione degli altri, Savelli, Roma 1979, pp. 672. Un'antologia che documenta storia, teoria e pratiche della psichiatria democratica, solidale e liberante in Italia e nel mondo. A nostro parere un libro che meriterebbe di essere ristampato. 18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 19. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 345 dell'8 febbraio 2002
- Prev by Date: spot contro la lobby delle armi
- Next by Date: Messaggio dalla Palestina (The Center for Conflict Resolution & Reconciliation-CCRR)
- Previous by thread: spot contro la lobby delle armi
- Next by thread: Messaggio dalla Palestina (The Center for Conflict Resolution & Reconciliation-CCRR)
- Indice: