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la guerra della coca - news dalla Bolivia
- Subject: la guerra della coca - news dalla Bolivia
- From: "Ana Maria Bertoldo" <abertol at pino.cbb.entelnet.bo> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Mon, 21 Jan 2002 19:08:24 +0100
Caro Alessandro,
ho preparato questo scritto sulla situazione attuale qui nella nostra zona
di Cochabamba, la piu' "calda" della Bolivia, in quanto territorio di
coltivazione della coca.
Vedi se puo' essere interessante per il vostro sito.
Grazie e cari saluti
Anna Maria
RIESPLODE LA GUERRA DELLA COCA: MORTI E FERITI A SACABA
Erano stati torturati e trascinati lungo i sentieri con una corda al collo; avevano il cranio fracassato ed erano seminudi.
Questo mercato era stato chiuso dalle forze dell’ordine, in applicazione di un Decreto Supremo del giovane Presidente Jorge Quiroga, che vieta appunto la vendita della coca nei mercati campesini e il suo trasporto fuori dalle aree delimitate, decreto che, secondo la “Defensora del Pueblo” Ana Maria Campero, sarebbe incostituzionale.
Nell’intento di liberare il mercato e di ristabilire l’ordine, fra esplosioni, spari, lanci di lacrimogeni, di pietre e di sassi, si sono fatte le prime due vittime fra i campesinos.
Il che ha fatto esplodere la rabbia dei dimostranti che, giovedi’ scorso, 17 gennaio, hanno bloccato per protesta la strada Cochabamba S.Cruz de la Sierra, impedendo cosi’ la circolazione di persone e merci nell’unica strada degna di questo nome di tutta la Bolivia, la via che, da nord-ovest a sud-est, collega La Paz a Santa Cruz.
Altro intervento delle forze dell’ordine, altri scontri con bombe, dinamite, armi da fuoco.
Bilancio: 3 morti fra i campesinos e 4 fra le forze dell’ordine, una cinquantina di feriti, alcuni in gravi condizioni, ed un numero imprecisato di prigionieri.
Per un paio di giorni sara’ tregua, ma lunedi’, se non si troveranno mediazioni accettabili da ambo le parti, si ricomincera’.
E’ difficile pero’ immaginare quali siano le soluzioni, e diventa sempre piu’ difficile credere che la rivendicazione dei cocaleros rivesta un aspetto puramente economico, visto che hanno rifiutato l’offerta del Governo di un compenso di 200 dollari al mese per tutti i coltivatori di coca che si fossero resi disponibili a praticare coltivazioni alternative.
Duecento dollari al mese, decisamente di piu’ di quanto non renda la coltivazione del “cato” di foglie per famiglia, ritenuto una quantita’ irrinunciabile dal movimento dei cocaleros.
Cochabamba, 19 gennaio 2002
Anna Maria Bertoldo
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