[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La nonviolenza e' in cammino. 324
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 324
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 28 Dec 2001 01:36:46 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 324 del 27 dicembre 2001 Sommario di questo numero: 1. Alcune facili e amare considerazioni 2. bell hooks, un luogo di lotta 3. Alcune azioni nonviolente per la pace in Palestina ed Israele (parte terza) 4. Tzvetan Todorov, sulla strada dell'inferno 5. Umberto Santino, ecomafie 6. Alcune riviste utili 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. ALCUNE FACILI E AMARE CONSIDERAZIONI Proviamo ancora una volta a semplificare la descrizione di cio' che abbiamo di fronte, di cio' in cui siamo immersi; per cercare di cogliere e dire se non l'essenziale, almeno l'inconfutabile. Primo: lo scatenamento della guerra cosiddetta "contro il terrorismo" ovviamente non ha debellato e non debellera' il terrorismo, essendo essa stessa terrorismo, apologia e pedagogia del terrorismo, magnificazione del terrorismo. Secondo: ha invece fatto a pezzi elementi fondamentali (nel senso delle fondamenta, le strutture portanti) del diritto internazionale e della civilta' giuridica tout court: dalle Costituzioni moderne alla Carta dell'Onu alla Dichiarazione universale dei diritti umani, la guerra tutto ha travolto e inabissato, ed ha restaurato una sola legge: quella della giungla, secondo la quale chiunque ne abbia la forza e' abilitato a sbranare e divorare chi di lui e' piu' debole. Terzo: tutte le stragi sono seminagione di nuove stragi, l'uso dell'uccidere trova sempre coorti di allievi, il delirio del potente che tutti vuole uccidere per restare unico sopravvissuto (uno dei temi terribili e abissali indagati da Elias Canetti nel suo capolavoro) genera cumuli vieppiu' crescenti di nuove vittime e nuovi assassini, piu' vaste stragi e piu' accaniti sterminatori, in un orrore senza limiti. * Le stragi terroristiche compiute dagli stati in nome della lotta al terrorismo si sono aggiunte alle stragi terroristiche compiute da singoli disperati e da gruppi criminali organizzati; altre se ne aggiungeranno, in una ferale ferina catena in cui una sola cosa e' certa: che sono esseri umani quelli che muoiono, e che sono esseri umani quelli che uccidono. L'azione che toglie la vita ad un essere umano si chiama omicidio. Ed in tutti i codici morali e giuridici, filosofici e religiosi, culturali e linguistici, l'omicidio e' il crimine massimo. Chiamiamo le cose con il loro nome: le guerre sono omicidi di massa; i mandanti, i complici e gli esecutori di omicidi sono assassini. E' compito di ogni persona ragionevole e di ogni ordinamento giuridico fare quanto possibile per impedire le uccisioni, per mettere gli assassini in condizione di non piu' nuocere all'umanita'. * Noi sappiamo tre cose. La prima: che in base all'attuale disponibilita' di armamenti nel mondo vi e' la concreta possibilita' che la civilta' umana possa essere distrutta. La seconda: che e' compito di tutti gli esseri umani unirsi in un comune impegno per impedire che questo accada. La terza: che per salvare la civilta' umana occorre far cessare le guerre e per questo occorre abolire gli eserciti e impedire l'uso, e quindi la disponibilita', e quindi la produzione delle armi. * Anche questo noi sappiamo: che proprio perche' siamo su quello che l'indimenticabile padre Balducci chiamava "crinale apocalittico" occorre che l'umanita' faccia una scelta: se proseguire in questa folle corsa all'autodistruzione, o se costruire un'alternativa fondata sul diritto e la dignita' umana. Questa alternativa, che dopo Auschwitz ed Hiroshima ci sembra necessaria ed urgente, noi la chiamiamo nonviolenza. Ed a costruirla pensiamo tutti gli esseri umani esser chiamati: convocati come in un unico immenso parlamento del mondo. E di questo mette conto discutere e per questo occorre agire: per impedire la distruzione dell'umanita', per costruire una civile convivenza che tutti gli esseri umani includa. E il resto sono ciance, e mala arte di sicari. 2. MAESTRE. BELL HOOKS: UN LUOGO DI LOTTA [Da bell hooks, Elogio del margine, Feltrinelli, Milano 1998, p. 63. bell hooks (le iniziali minuscole sono una sua scelta), e' una delle principali pensatrici femministe e antirazziste americane] La lingua e' anche un luogo di lotta. Ero solo una ragazzina quando ho letto le parole di Adrienne Rich, "questa e' la lingua dell'oppressore, ma ho bisogno di parlarti". 3. INIZIATIVE. ALCUNE AZIONI NONVIOLENTE PER LA PACE IN PALESTINA ED ISRAELE (PARTE TERZA) [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riportiamo una serie di comunicati concernenti varie iniziative nonviolente congiunte tra israeliani e palestinesi per la pace e la convivenza] 2 dicembre: la posizione di Gush Shalom, all'indomani degli attentati suicidi Ce lo aspettavamo. Il che non rende tutto meno terribile. L'interpretazione su chi sia il primo responsabile dei 14 mesi di ancora maggiore violenza potrebbe differire (sono stati i lanciatori di pietre palestinesi al Monte del Tempio il giorno seguente la visita non richiesta nel settembre 2000, o forse la reazione eccessiva dei soldati israeliani, ad aver innescato una reazione a catena dalle pietre, ai fucili, alle bombe) ma su una cosa tutti possono concordare: ogni nuova ripresa della violenza e' piu' cinica e piu' cieca. Dieci giovani israeliani uccisi da un attacco suicida di Hamas a Gerusalemme non aumenteranno la sensibilita' del paese verso la morte innocente di cinque bambini palestinesi che camminavano accanto ad un ordigno apparentemente innocuo, piazzato dall'esercito sulla loro strada verso la scuola, al campo dei rifugiati di Khan Yunes. E 15 passeggeri innocenti di un autobus a Haifa, feriti a morte in un'altra terribile esplosione, non apriranno gli occhi degli israeliani sul fatto che uccidendo il leader di Hamas Mahmoud Abu-Hunud una settimana fa, il nostro esercito sta ponendo fine ad un tacito accordo tra Arafat e Hamas, che aveva impedito questo tipo di attacchi suicidi negli ultimi mesi (le possibili conseguenze dell'assassinio di Abu Hunud erano state discusse sui media in modo abbastanza sincero appena una settimana fa, ma la gravita' degli orrori di oggi sembra aver causato nella nostra societa' una sorta di amnesia collettiva). Come abbiamo appena sentito, come immediato passo di costrizione verso gli abitanti palestinesi della Cisgiordania, e' ora espressamente vietato l'uso delle strade - il culmine logico delle restrizioni negli spostamenti che sono diventate sempre piu' forti durante l'anno passato. Una punizione collettiva per un intero popolo. Milioni di persone stanno per essere completamente rinchiuse nelle loro citta' o villaggi, mentre il semplice andare nella comunita' vicina diventera' un atto criminale - un'offesa che, come assicurato dall'esercito israeliano, potra' essere punito con la morte. Misure ulteriori sono attese non appena Sharon ritornera' dagli Stati Uniti. Una di queste servira' ad aumentare la sensibilita' dei palestinesi verso il dolore degli israeliani? Fermera' il prossimo terrorista kamikaze, e quello dopo ancora? O non fara' sorgere tra i giovani palestinesi ancora piu' "eroi" arrabbiati e disperati, tanto da prendere su di se' la prossima carica di esplosivo offerta da Hamas? Nel frattempo, che cosa puo' fare un pacifista israeliano in giorni come questi? Assisti all'emergenza senza fine su tutti i canali della tv israeliana, al terribile scenario, alle reazioni politiche perfino troppo facili da prevedere - finche' diventi triste e stanco e spegni il televisore. Trovi una scusa per telefonare agli amici o ai familiari che vivono vicino ai luoghi dove sono avvenuti gli ultimi attentati. E ripeti - anche oggi, soprattutto oggi - che la causa profonda di tutto e' l'occupazione, che la catena degli spargimenti di sangue non si spezzera' senza la fine dell'occupazione, o almeno un passo chiaro e visibile in quella direzione. Adam Keller - Gush Shalom Tel-Aviv, 2 dicembre 2001 * Appello urgente: medico attivista Ahmad Maslamani detenuto Il medico Ahmad Maslamani, 43 anni, sposato e padre di tre figli, impegnato nel settore della sanita' e servizi sociali, e' stato arrestato lunedi 19 novembre 2001 a Beit-Hanina, Gerusalemme, ed e' detenuto da allora nel centro Russian Compound. Il dottor Maslamani e' il direttore dell'unione dei comitati per la salute in Palestina ed e' ben conosciuto per offrire assistenza sanitaria a favore dei bambini e delle donne palestinesi che vivono nelle aree piu' remote e povere. Il Comitato Pubblico Contro la Tortura (in inglese, PCATI) condanna la detenzione del medico Dr. Ahmad Maslamani che perdura ormai da piu' di due settimane e chiede il suo immediato rilascio. PCATI chiedi a quanti lavorano per i diritti umani di condannare la detenzione e chiedere il suo immediato rilascio. Per informazioni: PCATI, e-mail: pcati at netvision.net.il * Una lettera da Physicians for Human Rights contro l'ammissione della tortura negli interrogatori richiesta dal Procuratore di Stato Egregio Procuratore Arbel, Le scrivo in risposta ai suoi commenti alla conferenza dell'Associazione of the Public Law. Secondo quanto riportato dalla stampa, lei ha espresso il suo sostegno alla nuova istituzione della tortura negli interrogatori dei palestinesi da parte del GSS. Lei avrebbe anche argomentato che la nuova realta' con la quale il mondo si sta confrontando dopo gli attacchi agli Stati Uniti offre l'opportunita', per il GSS, di liberarsi dalle costrizioni imposte dalla Corte Suprema a proposito dell'indebolimento dei confinati. Sono stato profondamente turbato nell'apprendere che il Procuratore di Stato - una delle funzioni di maggior rilievo nel sistema di applicazione della legge in Israele - sostiene l'uso della tortura negli interrogatori. Cio' e' contrario a numerose convenzioni internazionali, in particolare la Convenzione contro la Tortura ed altri Trattamenti o Punizioni Crudeli, Disumani o Degradanti (UN, 1984). In aggiunta al contesto legale - che, come gia' osservato, proibisce l'uso della tortura indipendentemente dalle circostanze - Physicians for Human Rights, una organizzazione impegnata per il riconoscimento del diritto alla salute, e' profondamente scioccata dalla volonta' di una persona, e in particolare di qualcuno nella sua posizione, di acconsentire all'offesa fisica e mentale degli esseri umani, da parte di qualsiasi autorita' governativa. Temo che i suoi commenti riflettano un fraintendimento sul ruolo del sistema di applicazione della legge come contrappeso alle forze di sicurezza. Molti governi, e certamente i governi degli stati occupanti, impiegano metodi proibiti e violano i diritti umani. In ogni altra democrazia liberale, comunque, il sistema di applicazione della legge serve a controbilanciare l'influenza dei corpi di sicurezza, proteggendo la dignita' e i diritti dei cittadini. Sembrerebbe che l'occupazione protratta di Israele abbia portato ad un rovesciamento della bilancia da parte di tutte le autorita' israeliane, incluso il sistema giudiziario. I giudici della Corte Suprema hanno liberato Israele dall'ingiuria della tortura, almeno ufficialmente. La prego di fare tutto quanto e' in suo potere per far si' che la vergogna non venga nuovamente affermata. Distinti saluti, Tomer Feffer, Direttore Esecutivo di Physicians for Human Rights. * La trappola Sharon parla ormai di un solo argomento: i territori occupati. E' ormai abbastanza chiaro: il governo sta riducendo gli sforzi per rinnovare i negoziati, e sta sabotando consapevolmente tutte le possibilita' per la pace, al solo scopo di mantenere in piedi le colonie nei territori occupati. Molto sangue sara' versato per questo, mentre dozzine di industrie, che si erano stabilite nelle aree occupate, stanno osservando gli eventi e decidendo di partire per Israele. Indubbiamente, molti dei coloni vorrebbero fare lo stesso, ma sono frenati da ragioni economiche. Sono caduti in trappola. Il governo dovrebbe pagare loro un adeguato compenso, cosi' da permettergli di tornare a casa e costruire una nuova vita. Gush Shalom * Comunicato stampa di Gush Shalom Venerdi 7 dicembre, in una cerimonia ufficiale al parlamento svedese, il Premio Nobel alternativo per la pace e' stato consegnato a Gush Shalom (Israeli Peace Bloc), nelle persone di Uri e Rachel Avnery. Nella sua decisione la giuria afferma che "Gush Shalom e i suoi cofondatori Uri e Rachel Avnery hanno mostrato la strada per la pace tra Israele e Palestina, ed hanno lavorato per molti decenni con coraggio e dedizione a promuovere la sua affermazione e il suo avanzamento". La giuria onora i coniugi Avnery e tutti gli attivisti di Gush Shalom "per la loro convinzione ed azione senza cedimento, nelle circostanze piu' difficili e pericolose, a cui solo la pace e la fine del terrorismo possono porre fine, attraverso la giustizia e la riconciliazione". Come ogni anno, il premio e' stato suddiviso tra quattro personalita'. Gli altri premiati sono l'organizzatore brasiliano della campagna contro il nucleare, Trident Ploughshares; Leonardo Boff, Brasile, uno dei fondatori della teologia della liberazione nell'America Latina; e il venezuelano Jose Antonio Abreu. * Proteste di Peace Now di fronte all'ufficio di Sharon Unisciti a noi per porre fine agli spargimenti di sangue. Oggi, 3 dicembre, alle 20, il consiglio di gabinetto esteso si riunira' per discutere la rimozione di Arafat ed altri mezzi visibili per un'azione politica, incluso l'assassinio politico come per Barghoutti. Noi non possiamo restare inattivi mentre il Primo Ministro e i suoi amici si incontrano per discutere l'espansione del conflitto. Ci incontreremo oggi per una manifestazione, di fronte all'ufficio del Primo Ministro, durante l'incontro di gabinetto, con gli slogan: - Gli assassinii portano solo attacchi terroristici - Fermiamo il ciclo della violenza - Bisogna continuare a parlare fino a che non ci sono piu' parole * 3 Dicembre: l'obiettore di coscienza Omer Herrera e' stato condannato a 14 giorni War Resisters' International e' stata informata oggi dall'organizzazione israeliana New Profile, che l'obiettore di coscienza Omer Herrera, 26enne, e' stato condannato il 2 dicembre a 14 giorni di prigione. Omer Herrera, uno studente della citta' di Beer-Sheva, originario del Guatemala, e' stato chiamato solo ora a prendere parte al regolare servizio militare perche' e' immigrato in Israele all'eta' di 22 anni. E' incarcerato nella Prigione Militare N. 4 a Tzrifin. L'obiezione di Omer Herrera e' fondata sulla sua esperienza e su quella della sua famiglia in Guatemala. Poiche' suo padre si era opposto pubblicamente al regime militare guatemalteco, l'intera famiglia era stata perseguitata dall'esercito. Omer stesso era stato arruolato a forza nelle forze armate, ma aveva rifiutato di portare armi, indossare l'uniforme o di cooperare con l'esercito in qualsiasi altro modo. Come risultato, era stato duramente torturato e, alla fine, rilasciato. L'obiezione di coscienza di Omer al servizio militare non e' strettamente legata ad una posizione ideologica ma ad una reazione emotiva di fronte alla violenza. In un suo recente scritto, descrive alcuni dei modi in cui la sua famiglia e' stata perseguitata nel suo paese e conclude: "Dopo quello che ho descritto, cosi' come molti altri, ho sviluppato una profonda repulsione ed angoscia di tutto cio' che ha a che vedere con il militare in generale". Al di la' di questo, ad Omer Herrera e' stata recentemente diagnosticata una malformazione della spina dorsale, che potrebbe ben esimerlo dal servizio militare. Comunque, per ragioni burocratiche, i medici militari si sono rifiutati di riesaminare le sue condizioni di salute. Ieri Omer Herrera ha rifiutato di essere arruolato. Per questo e' stato condannato a 14 giorni di carcere. War Resisters' International invita a scrivere lettere di sostegno a: Omer Herrera, Military ID 7107698-9, Military Prison No. 4, Military postal code 02507, IDF, Israel. War Resisters' International chiede l'immediato rilascio di Omer Herrera e di quanti sono imprigionati come obiettori di coscienza. War Resisters' International invita inoltre ad inviare lettere di protesta alle autorita' israeliane e alle ambasciate di Israele all'estero. Andreas Speck - War Resisters' International. Commander of Military Prison No. 4, Military Prison No. 4, Military postal number 02507, IDF Israel, fax: ++972-3-957-52-76. Fax e lettere possono essere inviate anche a: Mr. Binyamin Ben-Eliezer, Minister of Defence, Ministry of Defence, 37 Kaplan st., Tel-Aviv 61909, Israel, e-mail: sar at mod.gov.il or pniot at mod.gov.il, fax: ++972-3-696-27-57 / ++972-3-691-69-40 / ++972-3-691-79-15 Deborah Chassid, Commander of Induction Base, Tel-HaShomer, Military Postal Code 02718, IDF, Israel, fax: ++972-3-737-60-52 Indirizzo dei media israeliani: Ma'ariv, 2 Karlibach st., Tel-Aviv 67132, Israel, fax: ++972-3-561-06-14, e-mail: editor at maariv.co.il Yedioth Aharonoth, 2 Moses st., Tel-Aviv, Israel, fax: ++972-3-608-25-46 Ha'aretz (edizione in ebraico), 21 Schocken st., Tel-Aviv, 61001, Israel, fax: ++972-3-681-00-12 Ha'aretz (edizione in inglese), 21 Schocken st., Tel-Aviv, 61001, Israel, fax: ++972-3-512-11-56, e-mail: letters at haaretz.co.il Jerusalem Post, POB 81, Jerusalem 91000, Israel, fax: ++972-2-538-95-27, e-mail: news at jpost.co.il or letters at jpost.co.il Jerusalem Report, fax: ++972-2-537-94-89 Radio (fax): Kol-Israel ++972-2-531-33-15 and ++972-3-694-47-09 Galei Tzahal ++972-3-512-67-20 Televisioni (fax): Channel 1 ++972-2-530-15-36 Channel 2 ++972-2-533-98-09 * Dopo la dichiarazione di futura obiezione, negli anni della scuola "i sessantadue" stanno mantenendo la loro promessa L'obiettore Yair Khilou, un attivista diciottenne di un gruppo anarchico, sta per essere imprigionato, infatti domani alle 9,30 sara' nella caserma di Tel-Hashomer e rifiutera' di essere arruolato nell'esercito israeliano. Yair e' tra i firmatari che hanno formulato la lettera aperta al primo ministro Sharon all'inizio di settembre di quest'anno, sottoscritta da 62 giovani israeliani che hanno annunciato il loro rifiuto di cooperare con l'esercito israeliano. Yair sara' il primo dei firmatari ad essere incarcerato per le sue idee. Molti dei suoi compagni saranno con lui alla caserma domani, per esprimergli il loro sostegno. In una dichiarazione scritta da Yair Khilou, per spiegare la sua decisione si legge: "Quando mi e' stato chiesto di entrare a far parte di un corpo grande e violento come e' l'esercito israeliano, ho domandato in quale attivita' questo corpo sia coinvolto e a chi serve. I miei genitori, insegnanti e compagni di scuola mi potevano rispondere che l'esercito dello stato e' necessario a preservare la mia sicurezza e quella dei cittadini dello Stato di Israele. Mi e' stato detto: "Vorrei tanto che ci fosse sicurezza per i cittadini e per me", ma ho trovato questa risposta insoddisfacente. Non ho compreso come lo spazio ebraico puro, che lo Stato di Israele cerca persistentemente di creare con la forza sin dalla sua creazione, possa assicurare la nostra sicurezza. Non ho capito come la repressione della resistenza palestinese da parte di Israele per mezzo del terrorismo di stato - piu' crudele e a piu' vasta scala anche di quel controterrorismo che esso provoca - serva la societa' di cui faccio parte. Come puo' l'attivita' dello stato, portata avanti dall'esercito, beneficiare me e quelli che mi sono cari? Lo sterile spazio ebraico creato dallo stato di Israele e' un ghetto anche per i suoi residenti ebrei. Gli impedisce di integrarsi all'interno del Medio Oriente. Nessuno e' al sicuro in questo spazio - ne' gli ebrei ne' gli arabi". Il Movimento New Profile si unisce ai firmatari della lettera dei 62 nel sostegno alla decisione di Yair Khilou di rifiutare l'arruolamento nell'esercito israeliano. * Protesta all'ambasciata americana di Tel-Aviv dopo che il fallimento di un omicidio programmato ha provocato la morte di due bambini La manifestazione si e' svolta come fiaccolata, martedi 11 dicembre, alle sei del pomeriggio, con lo slogan "Essere arbitri - Non complici". "Come risposta al cessate il fuoco proposto da Hamas e dalla Jihad islamica durante l'ultima settimana di Ramadan, che coincide con quella della festivita' ebraica di Chanuka, il nostro governo ha inviato i suoi missili nel cuore dei territori autonomi palestinesi, in Hebron. Le fonti militari spiegano che si trattava di un attacco specifico e programmato contro terroristi ricercati", spiegava il testo di convocazione diffuso da Gush Shalom. "Qualsiasi scusa venga data per lo spargimento di sangue di oggi da parte dell'esercito o del governo, noi lo giudichiamo in base alle conseguenze provocate. Questo atto di "autodifesa" - un atto che ha ormai praticamente lo stesso significato della parola "vendetta" - provoca, dalla parte opposta, quelli che hanno il medesimo interesse a proseguire il conflitto. Sembra piuttosto che Sharon voglia proprio preparare la strada per quelle "soluzioni" che sono possibili soltanto in una escalation di guerra". * Il governo di Israele canta vittoria perche' l'Europa tace. La posizione di Gush Shalom La pioggia di quest'anno - sempre benvenuta, nonostante le difficolta' - non e' mai stata cosi' bene accolta dalla popolazione palestinese. I piani di lotta del governo israeliano per bombardare le autorita' palestinesi e riportarle all'obbedienza non sono stati semplicemente interrotti dalla dura pioggia e dai temporali che sono immediatamente seguiti. Ma la pioggia non ha aiutato gli sfortunati che avevano bisogno di cure mediche proprio ora che le citta' e i villaggi erano tagliati fuori da una nuova chiusura, con blocchi ancora piu' impenetrabili su tutte le strade. (E forse non e' una coincidenza che proprio in quella settimana molte donne abbiano partorito prematuramente, e molte persone siano state ricoverate per attacchi cardiaci...). Nei territori nuovamente occupati di nord Ramallah, i soldati hanno fatto irruzione nell'Ufficio Statistica palestinese, uno dei migliori condotti dai ministri dell'autorita' palestinese, scrivendo oscenita' sui computers rotti - e tutto per causa del terrorismo... Il governo di Israele e' in un clima di vittoria, vittoria specialmente perche' il mondo resta in silenzio. E' vero, alcuni capi di stato hanno mormorato timide proteste, ma l'amministrazione statunitense ha dato al governo di Israele pieno sostegno. Si ha sempre l'impressione che il gioco di Sharon sia: usare ogni opportunita' per risalire l'escalation del conflitto, e alla fine perdonare la Palestina concedendo un centimetro dei territori occupati. * Noi andiamo avanti! 500 persone in protesta a Gerusalemme Lunedi scorso, nella notte in cui Sharon si e' riunito nel suo gabinetto per dichiarare guerra ad Arafat, una mobilitazione attraverso telefono ed e-mail ha portato parecchie decine di attivisti a riunirsi in un picchetto dinanzi all'ufficio del Primo Ministro gridando slogan di protesta nella fredda notte israeliana. La notte di sabato 8 dicembre i contestatori sono diventati quasi 500, di fronte alla residenza ufficiale del Primo Ministro con lo striscione "Non esistono soluzioni militari". Peace Now, l'associazione promotrice, e' stata sostenuita da gruppi di Gush Shalom, Ta'ayush, Yesh Gvul e Women for Peace. Le torce si sono accese e gli striscioni hanno affermato: "L'occupazione ci sta uccidendo", "Riprendiamo immediatamente i negoziati", "Rimuoviamo le cause, non i sintomi", "Quando finira' l'occupazione, si fermera' lo spargimento di sangue", "Intervento internazionale subito", "Solo la negoziazione puo' fermare il terrore", "Evacuare i territori - riportare la sicurezza", "Basta con l'occupazione". "One, two, three, four, we don't want another war", cioe' "Uno due tre quattro, noi non vogliamo un'altra guerra", cantavano i giovani, e "Assassinii e bombe - un invito per i suicidi", ed anche il buon vecchio "Pace si' - Occupazione no". Non c'e' stata nessuna reazione da oltre il muro. Il primo ministro si trovava nella sua casa? Se si', gli era molto difficile ignorare quelle urla all'unisono. Al termine, due attivisti hanno innalzato un cartello con la vignetta di Sharon che ride in cima ad un carro armato, fatta originariamente nel 1982. Nel frattempo, i ragazzi hanno attaccato una canzone con nuove parole su una musica militarista scritta durante la guerra del 1967: "Arik conquistera' Gaza e Rafiah / i soldati ritorneranno in coffins...". Haim Oron, del partito di opposizione Meretz Party, gia' Ministro dell'Agricoltura, ha chiuso la manifestazione con una breve nota conclusiva: "Sappiamo tutti che i bombardamenti e gli assassinii non possono raggiungere nessun risultato reale. Siamo qui per chiedere la ripresa dei negoziati. E sappiamo che cosa questo significa: liberare i territori, evacuare gli insediamenti, riportare la pace tra i due stati, Israele e Palestina. C'e' ancora una lunga lotta davanti a noi. Ci rivedremo di nuovo qui la prossima settimana, allo stesso posto e alla stessa ora, sabato sera alle 7,30. Noi andiamo avanti!". * Dobbiamo fermare quell'uomo! Sul giornale israeliano Ha'aretz del 7 dicembre scorso e' comparso questo annuncio di Gush Shalom: "Con Sharon e' un'ossessione: fermare i palestinesi, metterli in ginocchio. Non dimentichiamo la guerra in Libano. Nel 1982 voleva "sterminare" l'OLP. Nel 2001 intende sradicare Arafat. Ha sempre promesso di eliminare il terrorismo. Ottiene sempre il contrario. Prima delle elezioni ha parlato di "sicurezza attraverso la pace". Guardiamo quello che sta accadendo. Prima che sia troppo tardi, dobbiamo fermare quell'uomo". * Un sondaggio sulle responsabilita' E' in corso un sondaggio della CNN per capire chi, secondo la gente, ha maggiori responsabilita' sull'arresto del processo di pace in Medio Oriente. I risultati fino a questo momento (dopo 1862 voti) sono i seguenti: Ariel Sharon 71% Yasser Arafat 18% George Bush 11% Per votare, collegarsi al sito http://www.cnn.com/CNNI/Programs/qa/qa/ * L'obiettore di coscienza Yair Halper condannato per la terza volta a 28 giorni di reclusione War Resisters' International ha appreso oggi che l'obiettore di coscienza Yair Halper e' stato nuovamente condannato a 28 giorni di carcere per aver rifiutato l'arruolamento, dopo aver terminato la sua seconda sentenza il 9 dicembre scorso. Se si fa eccezione per due fine settimana di liberta', Yair Halper e' in prigione dal 17 ottobre. Dovrebbe venire rilasciato il 3 gennaio 2002, ma potrebbe essere imprigionato immediatamente, ancora una volta. War Resisters' International chiede l'immediato rilascio di Yair Halper e di tutti gli altri obiettori di coscienza imprigionati, e invita a scrivere lettere di sostegno a Yair Halper, che e' attualmente detenuto nel carcere militare n. 4. L'indirizzo e' il seguente: Yair Halper, Military ID 7237405, Military Prison No 4, Military Postal Number 02507, IDF Israel War Resisters' International chiede inoltre di inviare lettere di protesta alle autorita' israeliane e alle ambasciate di Israele all'estero. E' particolarmente importante raggiungere la responsabile dell'arruolamento, che decidera' se mantenere Yair Halper in carcere ancora una volta: Deborah Chassid, Commander of Induction Base, Tel-Hashomer, Military Postal Code 02718, IDF Israel, fax: ++972-3-737-60-52. Indirizzi: Commander of Military Prison No. 4, Military Prison No. 4, Military postal number 02507, IDF Israel, fax: ++972-3-957-52-76 Fax e lettere possono essere inviate anche a: Mr. Binyamin Ben-Eliezer, Minister of Defence, Ministry of Defence, 37 Kaplan st., Tel-Aviv 61909, Israel, e-mail: mailto:sar at mod.gov.il or mailto:pniot at mod.gov.il, fax: ++972-3-696-27-57 / ++972-3-691-69-40 / ++972-3-691-79-15 Indirizzi dei media israeliani: Ma'ariv, 2 Karlibach st., Tel-Aviv 67132, Israel, fax: ++972-3-561-06-14, e-mail: editor at maariv.co.il Yedioth Aharonoth, 2 Moses st., Tel-Aviv, Israel, fax: ++972-3-608-25-46 Ha'aretz (edizione in ebraico), 21 Schocken st., Tel-Aviv, 61001, Israel, fax: ++972-3-681-00-12 Ha'aretz (edizione in inglese), 21 Schocken st., Tel-Aviv, 61001, Israel, fax: ++972-3-512-11-56, e-mail: letters at haaretz.co.il Jerusalem Post, POB 81, Jerusalem 91000, Israel, fax: ++972-2-538-95-27, e-mail: news at jpost.co.il or letters at jpost.co.il Jerusalem Report, fax: ++972-2-537-94-89 Radio (numeri di fax): Kol-Israel ++972-2-531-33-15 and ++972-3-694-47-09 Galei Tzahal ++972-3-512-67-20 Televisioni (numeri di fax): Channel 1 ++972-2-530-15-36 Channel 2 ++972-2-533-98-09 Iniziativa promossa dalla War Resisters' International, Conscientious Objection and Conscription Documentation Centre, 5 Caledonian Road, London N1 9DY, Britain, tel.: +44 20 7278 4040 * Fax: +44 20 7278 0444, e-mail: concodoc at wri-irg.org, http://wri-irg.org 4. MAESTRI. TZVETAN TODOROV: SULLA STRADA DELL'INFERNO [Da Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001, p. 99] L'autore del male si presenta sempre, ai propri occhi come rispetto ai suoi prossimi, com un combattente del bene. Anche Hitler, divenuto ai nostri occhi l'incarnazione del male puro, non vi ha mai fatto richiamo. Sulla strada dell'inferno si trovano solo buone intenzioni. 5. MATERIALI. UMBERTO SANTINO: ECOMAFIE [Il seguente testo di Umberto Santino abbiamo estratto da un suo piu' ampio scritto dal titolo "I crimini della globalizzazione. Voci per un glossario", disponibile integralmente nel sito del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato". Umberto Santino, fondatore e presidente del Centro, e' il piu' grande studioso del fenomeno mafioso e fondamentale figura di riferimento del movimento antimafia. Per contatti: Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it] Il termine indica le attivita' di gruppi criminali organizzati dannose per l'ambiente, come l'abusivismo edilizio, lo smaltimento illegale di rifiuti tossici e nocivi, il traffico di opere d'arte e di reperti archeologici, il commercio illegale di specie animali protette. Le ricerche finora effettuate attraverso i rapporti annuali di Legambiente riguardano l'Italia ma il fenomeno dell'ecomafia e piu' in generale della criminalita' ambientale ha gia' varcato i confini nazionali e il modello di saccheggio del territorio e delle risorse ambientali e' facilmente esportabile su tutto il pianeta. Ma il saccheggio del territorio non e' una peculiarita' della mafia e di altre organizzazioni criminali. Le loro attivita' si inseriscono nell'opera di aggressione, depauperamento e inquinamento del territorio, una vera e propria depredazione e distruzione dell'ambiente, in cui sono coinvolte grandi imprese e istituzioni pubbliche e che e' stata funzionale allo sviluppo del capitale globale, dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi. L'ecomafia e' solo una sezione specifica di un'ecocriminalita' istituzionalizzata e diffusa. * In Italia Sono state individuate tre filiere principali dell'ecomafia: il ciclo del cemento (che si estenderebbe dalle attivita' estrattive alla produzione di materiali per l'edilizia, ma andrebbe oltre comprendendo anche l'abusivismo edilizio e gli appalti di opere pubbliche), il ciclo dei rifiuti (raccolta, trattamento e smaltimento), il racket degli animali (la zoomafia). A questi settori si e' aggiunto il traffico di opere d'arte e di reperti archeologici, la cosiddetta archeomafia. Le attivita' sono molto remunerative e presentano rischi molto ridotti dal punto di vista penale. Legambiente per il 2000 ha stimato un giro d'affari complessivo di 26 mila miliardi di lire, mentre i reati ambientali sono considerati soltanto delle contravvenzioni, con pene lievi e tempi di prescrizione ridotti: da 3 a 5 anni. I disegni di legge sull'introduzione dei delitti ambientali finora non sono riusciti ad andare in porto. Dal 1996 al 2000, stando ai dati forniti dalle forze dell'ordine, ci sono stati 143.553 reati ambientali, sono state denunciate 76.406 persone e sono stati effettuati 22.361 sequestri. Il 44,2% dei reati e' concentrato nelle quattro regioni a forte presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). I clan mafiosi implicati direttamente nel ciclo del cemento, dei rifiuti e nel racket degli animali sono passati da 53 nel 1996 a 143 nel 2000. L'abusivismo edilizio non e' opera solo delle organizzazioni criminali ma il frutto di un'illegalita' diffusa su tutto il territorio nazionale, anche se in gran parte concentrato nelle quattro regioni meridionali (con il 59,6%). Negli ultimi cinque anni si calcola che le case abusive siano state 163.391, per una superficie complessiva di 23 milioni di metri quadrati e un valore immobiliare di oltre 20 mila miliardi di lire. All'inizio e alla fine del ciclo ecomafioso ci sono le cave, usate prima per ricavare materiali di costruzione e poi come depositi per rifiuti smaltiti illecitamente. Secondo i dati raccolti dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, ogni anno in Italia vengono prodotti complessivamente circa 108 milioni di tonnellate di rifiuti, tra speciali e solidi urbani. Si calcola che circa 35 milioni di tonnellate di rifiuti, soprattutto speciali, sono smaltite illecitamente. Il mercato illegale avrebbe un fatturato annuo di oltre 15 mila miliardi di lire. Le organizzazioni criminali hanno uno stretto rapporto con i produttori di rifiuti, offrendo servizi che presentano notevoli convenienze: abbattimento dei costi, superamento di ostacoli burocratici, immediato deflusso dei rifiuti. Lo smaltimento dei rifiuti spesso apre strade alla penetrazione dei gruppi criminali in nuove aree, come il Centro-Nord: e' stata verificata la formazione di un circuito criminale tra Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Campania. Risulta che rifiuti tossici e nocivi sono stati versati in mare (e' il caso dei Cantieri navali di Palermo: amianto), e sono stati utilizzati per costruire strade e abitazioni. Lo smaltimento illecito dei rifiuti nocivi non e' monopolio delle mafie. Societa' commerciali e imprese, anche a partecipazione di capitale pubblico, a volte lo gestiscono direttamente. Il caso piu' noto e' quello del Petrolchimico di Porto Marghera, che ha smaltito illegalmente rifiuti nocivi inquinando la laguna veneta, con effetti gravissimi per i lavoratori (c'e' stato un numero imprecisabile di morti per cancro). Tra i produttori di rifiuti non ci sono solo le imprese ma anche le amministrazioni pubbliche. I rapporti tra queste ultime e i gruppi criminali sono mediati da societa' di intermediazione commerciale perfettamente legali. Il giro d'affari del mercato italiano di animali selvatici e di specie protette e' calcolato dall'Osservatorio permanente sulla Zoomafia della Lav (Lega antivivisezione) in circa 510 miliardi di lire. In Campania e in Sicilia il commercio illegale di fauna selvatica fattura circa 50 miliardi l'anno ed e' controllato dalla criminalita' organizzata. In Italia il giro d'affari delle scommesse legate ai combattimenti di cani si aggirerebbe intorno ai mille miliardi di lire all'anno. Campania e Sicilia si contendono il primato dei combattimenti. Clan criminali sono anche coinvolti nelle corse clandestine di cavalli. Si calcola che in Sicilia abbiano un giro d'affari di circa 200 miliardi. Tra il 1994 e il 1999 sono stati recuperati in Italia 140.000 reperti provenienti da scavi clandestini. Le regioni piu' colpite sono la Puglia, la Sicilia e la Campania. Il mercato illegale di reperti archeologici e di opere d'arte si e' da tempo globalizzato ed e' in particolare rivolto verso gli Stati Uniti, che incettano il 40% delle opere d'arte italiane trafugate. * Quadro internazionale Nel periodo 1992-98 sono stati accertati in Europa 173 casi di traffico illecito di materiali nucleari e fonti radioattive. Gia' precedentemente, dopo il disastro ambientale di Seveso, materiali radioattivi erano stati dispersi in vari paesi e recentemente un'inchiesta giudiziaria ha accertato che la mafia siciliana, la 'ndrangheta e la banda della Magliana hanno collaborato a un traffico di materiale nucleare proveniente dalla dismissione di una centrale nell'ex Congo belga. Da molti paesi industrializzati partono ogni anno milioni di tonnellate di rifiuti verso i paesi dell'Africa e dell'Asia, considerati come le pattumiere del mondo. Il traffico di rifiuti viaggia sulle stesse rotte del traffico di armi. E' quanto avviene, per esempio, in Somalia: l'assassinio di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin e' stato collegato a un'inchiesta che stavano conducendo su questi intrecci. In Africa aree dell'ex Sahara spagnolo, del Malawi, dello Zaire e del Mozambico sarebbero state utilizzate per lo smaltimento di rifiuti. Anche i paesi ex comunisti vengono usati come pattumiere. Queste operazioni sarebbero impossibili senza il coinvolgimento delle istituzioni locali. Un sistema impiegato per occultare grandi masse di rifiuti pericolosi e' quello delle "carrette", cioe' navi fatiscenti che vengono fatte affondare. Tra il 1979 e il 1995 nelle vicinanze delle coste italiane sono state affondate 39 navi: ci sono state numerose denunce dei Lloyds di Londra che hanno dovuto pagare i premi assicurativi. Le organizzazioni criminali offrono un servizio alle grandi multinazionali, impegnate nella gara concorrenziale e spinte a realizzare i maggiori risparmi nello smaltimento dei rifiuti. Cio' significa che c'e' un rapporto tra imprese produttrici di rifiuti e gruppi criminali in grado di assicurarne regolarmente lo smaltimento, senza rischi per le imprese. Tra i rifiuti smaltiti illecitamente ci sono anche i prodotti chimici utilizzati per produrre droghe sintetiche. Il traffico di fauna selvatica e di specie protette a livello mondiale avrebbe un giro d'affari di 6-7 miliardi di dollari l'anno. Molti degli Stati esportatori di animali, per esempio Bolivia, Colombia, Thailandia sono anche coinvolti nel traffico di stupefacenti. * Bibliografia Camera dei Deputati - Senato della Repubblica, Le rotte delle ecomafie, Roma 2001. Cianciullo Antonio - Fontana Enrico, Ecomafia, Editori Riuniti, Roma 1995. Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, Proposta di documento sui traffici illeciti e le ecomafie, 25 ottobre 2000. Legambiente, Rapporti di vari anni. O'Connor James, La seconda contraddizione del capitalismo: cause e conseguenze, in "Capitalismo, Natura, Socialismo", n. 6, dicembre 1992. Santino Umberto, Il ruolo della mafia nel saccheggio del territorio, in Idem, Casa Europa, Centro Impastato, Palermo 1994, pp. 21-45. Troiano Ciro, Zoomafia. Mafia, camorra & gli altri animali, Edizioni Cosmopolis, Torino 2000. 6. ALCUNE RIVISTE UTILI - "A. rivista anarchica", mensile, e-mail: arivista at tin.it, sito: www.anarca-bolo.ch/a-rivista - "Agape immaginaria", tel. 0121807514, e-mail: ufficio at agapecentroecumenico.org - "Amici dei lebbrosi", mensile dell'Associazione italiana amici di Raoul Follereau, e-mail: info at aifo.it, sito: www.aifo.it - "Avvenimenti", settimanale dell'altritalia, tel. 3482664186, e-mail: avvenimenti at yahoo.it - "Azione nonviolenta", rivista mensile fondata da Aldo Capitini nel 1964, tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org - "Carta", settimanale, tel. 0636005613, e-mail: carta at carta.org, sito: www.carta.org - "Cem mondialita'", mensile di educazione interculturale, tel. 0303772780, sito: www.saveriani.bs.it/cem - "Cir notizie", bollettino del Consiglio Italiano per i Rifugiati, sito: www.cir-onlus.org - "Critica liberale", mensile della Fondazione Critica Liberale, tel. 066867981. - "Fondazione internazionale Lelio Basso", trimestrale edito dalla Fondazione omonima, tel. 0668801468, e-mail: filb at iol.it, sito: www.grisnet.it/filb - "Gaia", trimestrale di ecologia, nonviolenza, tecnologie appropriate, e-mail: info at ecoistituto.veneto.it - "Germinal", quadrimestrale anarchico, tel. 040368096 - "Gli argomenti umani", mensile su sinistra e innovazione, e-mail: redazione at gliargomentiumani.com, sito: www.gliargomentiumani.com - "Il foglio", mensile di alcuni cristiani torinesi, e-mail: antonello.ronca at libero.it, sito: www.ilfoglio.org - "Il grandevetro", bimestrale di politica e cultura, via Ferrer 1, 56029 S. Croce sull'Arno (PI) - "La rivista del manifesto", mensile, tel. 0668892517, e-mail: larivista at ilmanifesto.it, sito: www.larivistadelmanifesto.it - "Le monde diplomatique", mensile, sito edizione italiana: www.ilmanifesto.it/mondediplo/, sito edizione francese: www.monde-diplomatique.fr - "L'incontro", mensile, tel. 0115212000, e-mail: linc at marte.aerre.it - "Manitese", mensile di Mani Tese, e-mail: manitese at manitese.it; sito: www.manitese.it - "Messaggero cappuccino", bimestrale dei cappuccini bolognesi-romagnoli, e-mail: fraticappuccini at imolanet.com, sito: www.imolanet.com/fraticappuccini - "Missione oggi", mensile dei missionari saveriani, e-mail: missioneoggi at saveriani.bs.it, sito: www.saveriani.bs.it - "Nicarahuac", bimestrale dell'Associazione Italia-Nicaragua, tel. 0221400944 - "Nigrizia", mensile dell'Africa e del mondo nero, e-mail: redazione at nigrizia.it, sito: www.nigrizia.it - "Notiziario CDP", notiziario del Centro di dcumentazione di Pistoia, e-mail: giorlima at tin.it - "Qualevita", bimestrale di riflessione e informazione nonviolenta, tel. 086446448, e-mail: sudest at iol.it - "Quelli che solidarieta'", bimestrale, tel. 0761435930, e-mail: giulio.vittorangeli at tin.it - "Rocca", quindicinale della Pro Civitate Christiana, tel. 075813641, e-mail: rocca at cittadella.org, sito: www.cittadella.org/rocca - "Semi", trimestrale di agricolture, territorio, risorse, e-mail: crocevia at inwind.it, sito: www.crocevia.org - "Solidarieta'", periodico del movimento omonimo, tel. 0461983626, e-mail: sol.tn at tin.it - "UCT. Uomo citta' territorio", mensile del gruppo culturale omonimo, tel. 0461983496, e-mail: gruppo.uct at tin.it - "Valori", mensile di economia solidale, finanza etica e ambiente, sito: www.rivistavalori.it 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 324 del 27 dicembre 2001
- Prev by Date: esempi di virus porno-pacifisti :-)
- Next by Date: marcia per la pace 31 dicembre 2001 a Locri (RC)
- Previous by thread: esempi di virus porno-pacifisti :-)
- Next by thread: marcia per la pace 31 dicembre 2001 a Locri (RC)
- Indice: