La nonviolenza e' in cammino. 324



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 324 del 27 dicembre 2001

Sommario di questo numero:
1. Alcune facili e amare considerazioni
2. bell hooks, un luogo di lotta
3. Alcune azioni nonviolente per la pace in Palestina ed Israele (parte
terza)
4. Tzvetan Todorov, sulla strada dell'inferno
5. Umberto Santino, ecomafie
6. Alcune riviste utili
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. ALCUNE FACILI E AMARE CONSIDERAZIONI
Proviamo ancora una volta a semplificare la descrizione di cio' che abbiamo
di fronte, di cio' in cui siamo immersi; per cercare di cogliere e dire se
non l'essenziale, almeno l'inconfutabile.
Primo: lo scatenamento della guerra cosiddetta "contro il terrorismo"
ovviamente non ha debellato e non debellera' il terrorismo, essendo essa
stessa terrorismo, apologia e pedagogia del terrorismo, magnificazione del
terrorismo.
Secondo: ha invece fatto a pezzi elementi fondamentali (nel senso delle
fondamenta, le strutture portanti) del diritto internazionale e della
civilta' giuridica tout court: dalle Costituzioni moderne alla Carta
dell'Onu alla Dichiarazione universale dei diritti umani, la guerra tutto ha
travolto e inabissato, ed ha restaurato una sola legge: quella della
giungla, secondo la quale chiunque ne abbia la forza e' abilitato a sbranare
e divorare chi di lui e' piu' debole.
Terzo: tutte le stragi sono seminagione di nuove stragi, l'uso dell'uccidere
trova sempre coorti di allievi, il delirio del potente che tutti vuole
uccidere per restare unico sopravvissuto (uno dei temi terribili e abissali
indagati da Elias Canetti nel suo capolavoro) genera cumuli vieppiu'
crescenti di nuove vittime e nuovi assassini, piu' vaste stragi e piu'
accaniti sterminatori, in un orrore senza limiti.
*
Le stragi terroristiche compiute dagli stati in nome della lotta al
terrorismo si sono aggiunte alle stragi terroristiche compiute da singoli
disperati e da gruppi criminali organizzati; altre se ne aggiungeranno, in
una ferale ferina catena in cui una sola cosa e' certa: che sono esseri
umani quelli che muoiono, e che sono esseri umani quelli che uccidono.
L'azione che toglie la vita ad un essere umano si chiama omicidio. Ed in
tutti i codici morali e giuridici, filosofici e religiosi, culturali e
linguistici, l'omicidio e' il crimine massimo.
Chiamiamo le cose con il loro nome: le guerre sono omicidi di massa; i
mandanti, i complici e gli esecutori di omicidi sono assassini. E' compito
di ogni persona ragionevole e di ogni ordinamento giuridico fare quanto
possibile per impedire le uccisioni, per mettere gli assassini in condizione
di non piu' nuocere all'umanita'.
*
Noi sappiamo tre cose.
La prima: che in base all'attuale disponibilita' di armamenti nel mondo vi
e' la concreta possibilita' che la civilta' umana possa essere distrutta.
La seconda: che e' compito di tutti gli esseri umani unirsi in un comune
impegno per impedire che questo accada.
La terza: che per salvare la civilta' umana occorre far cessare le guerre e
per questo occorre abolire gli eserciti e impedire l'uso, e quindi la
disponibilita', e quindi la produzione delle armi.
*
Anche questo noi sappiamo: che proprio perche' siamo su quello che
l'indimenticabile padre Balducci chiamava "crinale apocalittico" occorre che
l'umanita' faccia una scelta: se proseguire in questa folle corsa
all'autodistruzione, o se costruire un'alternativa fondata sul diritto e la
dignita' umana.
Questa alternativa, che dopo Auschwitz ed Hiroshima ci sembra necessaria ed
urgente, noi la chiamiamo nonviolenza.
Ed a costruirla pensiamo tutti gli esseri umani esser chiamati: convocati
come in un unico immenso parlamento del mondo. E di questo mette conto
discutere e per questo occorre agire: per impedire la distruzione
dell'umanita', per costruire una civile convivenza che tutti gli esseri
umani includa.
E il resto sono ciance, e mala arte di sicari.

2. MAESTRE. BELL HOOKS: UN LUOGO DI LOTTA
[Da bell hooks, Elogio del margine, Feltrinelli, Milano 1998, p. 63. bell
hooks (le iniziali minuscole sono una sua scelta), e' una delle principali
pensatrici femministe e antirazziste americane]
La lingua e' anche un luogo di lotta. Ero solo una ragazzina quando ho letto
le parole di Adrienne Rich, "questa e' la lingua dell'oppressore, ma ho
bisogno di parlarti".

3. INIZIATIVE. ALCUNE AZIONI NONVIOLENTE PER LA PACE IN PALESTINA ED ISRAELE
(PARTE TERZA)
[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riportiamo una
serie di comunicati concernenti varie iniziative nonviolente congiunte tra
israeliani e palestinesi per la pace e la convivenza]
2 dicembre: la posizione di Gush Shalom, all'indomani degli attentati
suicidi
Ce lo aspettavamo. Il che non rende tutto meno terribile.
L'interpretazione su chi sia il primo responsabile dei 14 mesi di ancora
maggiore violenza potrebbe differire (sono stati i lanciatori di pietre
palestinesi al Monte del Tempio il giorno seguente la visita non richiesta
nel settembre 2000, o forse la reazione eccessiva dei soldati israeliani, ad
aver innescato una reazione a catena dalle pietre, ai fucili, alle bombe) ma
su una cosa tutti possono concordare: ogni nuova ripresa della violenza e'
piu' cinica e piu' cieca.
Dieci giovani israeliani uccisi da un attacco suicida di Hamas a Gerusalemme
non aumenteranno la sensibilita' del paese verso la morte innocente di
cinque bambini palestinesi che camminavano accanto ad un ordigno
apparentemente innocuo, piazzato dall'esercito sulla loro strada verso la
scuola, al campo dei rifugiati di Khan Yunes.
E 15 passeggeri innocenti di un autobus a Haifa, feriti a morte in un'altra
terribile esplosione, non apriranno gli occhi degli israeliani sul fatto che
uccidendo il leader di Hamas Mahmoud Abu-Hunud una settimana fa, il nostro
esercito sta ponendo fine ad un tacito accordo tra Arafat e Hamas, che aveva
impedito questo tipo di attacchi suicidi negli ultimi mesi (le possibili
conseguenze dell'assassinio di Abu Hunud erano state discusse sui media in
modo abbastanza sincero appena una settimana fa, ma la gravita' degli orrori
di oggi sembra aver causato nella nostra societa' una sorta di amnesia
collettiva).
Come abbiamo appena sentito, come immediato passo di costrizione verso gli
abitanti palestinesi della Cisgiordania, e' ora espressamente vietato l'uso
delle strade - il culmine logico delle restrizioni negli spostamenti che
sono diventate sempre piu' forti durante l'anno passato. Una punizione
collettiva per un intero popolo. Milioni di persone stanno per essere
completamente rinchiuse nelle loro citta' o villaggi, mentre il semplice
andare nella comunita' vicina diventera' un atto criminale - un'offesa che,
come assicurato dall'esercito israeliano, potra' essere punito con la morte.
Misure ulteriori sono attese non appena Sharon ritornera' dagli Stati Uniti.
Una di queste servira' ad aumentare la sensibilita' dei palestinesi verso il
dolore degli israeliani? Fermera' il prossimo terrorista kamikaze, e quello
dopo ancora? O non fara' sorgere tra i giovani palestinesi ancora piu'
"eroi" arrabbiati e disperati, tanto da prendere su di se' la prossima
carica di esplosivo offerta da Hamas?
Nel frattempo, che cosa puo' fare un pacifista israeliano in giorni come
questi? Assisti all'emergenza senza fine su tutti i canali della tv
israeliana, al terribile scenario, alle reazioni politiche perfino troppo
facili da prevedere - finche' diventi triste e stanco e spegni il
televisore. Trovi una scusa per telefonare agli amici o ai familiari che
vivono vicino ai luoghi dove sono avvenuti gli ultimi attentati. E ripeti -
anche oggi, soprattutto oggi - che la causa profonda di tutto e'
l'occupazione, che la catena degli spargimenti di sangue non si spezzera'
senza la fine dell'occupazione, o almeno un passo chiaro e visibile in
quella direzione.
Adam Keller - Gush Shalom
Tel-Aviv, 2 dicembre 2001
*
Appello urgente: medico attivista Ahmad Maslamani detenuto
Il medico Ahmad Maslamani, 43 anni, sposato e padre di tre figli, impegnato
nel settore della sanita' e servizi sociali, e' stato arrestato lunedi 19
novembre 2001 a Beit-Hanina, Gerusalemme, ed e' detenuto da allora nel
centro Russian Compound. Il dottor Maslamani e' il direttore dell'unione dei
comitati per la salute in Palestina ed e' ben conosciuto per offrire
assistenza sanitaria a favore dei bambini e delle donne palestinesi che
vivono nelle aree piu' remote e povere.
Il Comitato Pubblico Contro la Tortura (in inglese, PCATI) condanna la
detenzione del medico Dr. Ahmad Maslamani che perdura ormai da piu' di due
settimane e chiede il suo immediato rilascio. PCATI chiedi a quanti lavorano
per i diritti umani di condannare la detenzione e chiedere il suo immediato
rilascio.
Per informazioni: PCATI, e-mail: pcati at netvision.net.il
*
Una lettera da Physicians for Human Rights contro l'ammissione della tortura
negli interrogatori richiesta dal Procuratore di Stato
Egregio Procuratore Arbel,
Le scrivo in risposta ai suoi commenti alla conferenza dell'Associazione of
the Public Law. Secondo quanto riportato dalla stampa, lei ha espresso il
suo sostegno alla nuova istituzione della tortura negli interrogatori dei
palestinesi da parte del GSS. Lei avrebbe anche argomentato che la nuova
realta' con la quale il mondo si sta confrontando dopo gli attacchi agli
Stati Uniti offre l'opportunita', per il GSS, di liberarsi dalle costrizioni
imposte dalla Corte Suprema a proposito dell'indebolimento dei confinati.
Sono stato profondamente turbato nell'apprendere che il Procuratore di
Stato - una delle funzioni di maggior rilievo nel sistema di applicazione
della legge in Israele - sostiene l'uso della tortura negli interrogatori.
Cio' e' contrario a numerose convenzioni internazionali, in particolare la
Convenzione contro la Tortura ed altri Trattamenti o Punizioni Crudeli,
Disumani o Degradanti (UN, 1984).
In aggiunta al contesto legale - che, come gia' osservato, proibisce l'uso
della tortura indipendentemente dalle circostanze - Physicians for Human
Rights, una organizzazione impegnata per il riconoscimento del diritto alla
salute, e' profondamente scioccata dalla volonta' di una persona, e in
particolare di qualcuno nella sua posizione, di acconsentire all'offesa
fisica e mentale degli esseri umani, da parte di qualsiasi autorita'
governativa.
Temo che i suoi commenti riflettano un fraintendimento sul ruolo del sistema
di applicazione della legge come contrappeso alle forze di sicurezza. Molti
governi, e certamente i governi degli stati occupanti, impiegano metodi
proibiti e violano i diritti umani. In ogni altra democrazia liberale,
comunque, il sistema di applicazione della legge serve a controbilanciare
l'influenza dei corpi di sicurezza, proteggendo la dignita' e i diritti dei
cittadini. Sembrerebbe che l'occupazione protratta di Israele abbia portato
ad un rovesciamento della bilancia da parte di tutte le autorita'
israeliane, incluso il sistema giudiziario.
I giudici della Corte Suprema hanno liberato Israele dall'ingiuria della
tortura, almeno ufficialmente. La prego di fare tutto quanto e' in suo
potere per far si' che la vergogna non venga nuovamente affermata.
Distinti saluti,
Tomer Feffer, Direttore Esecutivo di Physicians for Human Rights.
*
La trappola
Sharon parla ormai di un solo argomento: i territori occupati.
E' ormai abbastanza chiaro: il governo sta riducendo gli sforzi per
rinnovare i negoziati, e sta sabotando consapevolmente tutte le possibilita'
per la pace, al solo scopo di mantenere in piedi le colonie nei territori
occupati.
Molto sangue sara' versato per questo, mentre dozzine di industrie, che si
erano stabilite nelle aree occupate, stanno osservando gli eventi e
decidendo di partire per Israele.
Indubbiamente, molti dei coloni vorrebbero fare lo stesso, ma sono frenati
da ragioni economiche. Sono caduti in trappola.
Il governo dovrebbe pagare loro un adeguato compenso, cosi' da permettergli
di tornare a casa e costruire una nuova vita.
Gush Shalom
*
 Comunicato stampa di Gush Shalom
Venerdi 7 dicembre, in una cerimonia ufficiale al parlamento svedese, il
Premio Nobel alternativo per la pace e' stato consegnato a Gush Shalom
(Israeli Peace Bloc), nelle persone di Uri e Rachel Avnery.
Nella sua decisione la giuria afferma che "Gush Shalom e i suoi cofondatori
Uri e Rachel Avnery hanno mostrato la strada per la pace tra Israele e
Palestina, ed hanno lavorato per molti decenni con coraggio e dedizione a
promuovere la sua affermazione e il suo avanzamento".
La giuria onora i coniugi Avnery e tutti gli attivisti di Gush Shalom "per
la loro convinzione ed azione senza cedimento, nelle circostanze piu'
difficili e pericolose, a cui solo la pace e la fine del terrorismo possono
porre fine, attraverso la giustizia e la riconciliazione".
Come ogni anno, il premio e' stato suddiviso tra quattro personalita'. Gli
altri premiati sono l'organizzatore brasiliano della campagna contro il
nucleare, Trident Ploughshares; Leonardo Boff, Brasile, uno dei fondatori
della teologia della liberazione nell'America Latina; e il venezuelano Jose
Antonio Abreu.
*
Proteste di Peace Now di fronte all'ufficio di Sharon
Unisciti a noi per porre fine agli spargimenti di sangue.
Oggi, 3 dicembre, alle 20, il consiglio di gabinetto esteso si riunira' per
discutere la rimozione di Arafat ed altri mezzi visibili per un'azione
politica, incluso l'assassinio politico come per Barghoutti.
Noi non possiamo restare inattivi mentre il Primo Ministro e i suoi amici si
incontrano per discutere l'espansione del conflitto.
Ci incontreremo oggi per una manifestazione, di fronte all'ufficio del Primo
Ministro, durante l'incontro di gabinetto, con gli slogan:
- Gli assassinii portano solo attacchi terroristici
- Fermiamo il ciclo della violenza
- Bisogna continuare a parlare fino a che non ci sono piu' parole
*
3 Dicembre: l'obiettore di coscienza Omer Herrera e' stato condannato a 14
giorni
War Resisters' International e' stata informata oggi dall'organizzazione
israeliana New Profile, che l'obiettore di coscienza Omer Herrera, 26enne,
e' stato condannato il 2 dicembre a 14 giorni di prigione.
Omer Herrera, uno studente della citta' di Beer-Sheva, originario del
Guatemala, e' stato chiamato solo ora a prendere parte al regolare servizio
militare perche' e' immigrato in Israele all'eta' di 22 anni.
E' incarcerato nella Prigione Militare N. 4 a Tzrifin. L'obiezione di Omer
Herrera e' fondata sulla sua esperienza e su quella della sua famiglia in
Guatemala. Poiche' suo padre si era opposto pubblicamente al regime militare
guatemalteco, l'intera famiglia era stata perseguitata dall'esercito. Omer
stesso era stato arruolato a forza nelle forze armate, ma aveva rifiutato di
portare armi, indossare l'uniforme o di cooperare con l'esercito in
qualsiasi altro modo. Come risultato, era stato duramente torturato e, alla
fine, rilasciato.
L'obiezione di coscienza di Omer al servizio militare non e' strettamente
legata ad una posizione ideologica ma ad una reazione emotiva di fronte alla
violenza. In un suo recente scritto, descrive alcuni dei modi in cui la sua
famiglia e' stata perseguitata nel suo paese e conclude: "Dopo quello che ho
descritto, cosi' come molti altri, ho sviluppato una profonda repulsione ed
angoscia di tutto cio' che ha a che vedere con il militare in generale".
Al di la' di questo, ad Omer Herrera e' stata recentemente diagnosticata una
malformazione della spina dorsale, che potrebbe ben esimerlo dal servizio
militare. Comunque, per ragioni burocratiche, i medici militari si sono
rifiutati di riesaminare le sue condizioni di salute.
Ieri Omer Herrera ha rifiutato di essere arruolato. Per questo e' stato
condannato a 14 giorni di carcere.
War Resisters' International invita a scrivere lettere di sostegno a:
Omer Herrera, Military ID 7107698-9, Military Prison No. 4, Military postal
code 02507, IDF, Israel.
War Resisters' International chiede l'immediato rilascio di Omer Herrera e
di quanti sono imprigionati come obiettori di coscienza. War Resisters'
International invita inoltre ad inviare lettere di protesta alle autorita'
israeliane e alle ambasciate di Israele all'estero.
Andreas Speck - War Resisters' International.
Commander of Military Prison No. 4, Military Prison No. 4, Military postal
number 02507, IDF Israel, fax: ++972-3-957-52-76.
Fax e lettere possono essere inviate anche a:
Mr. Binyamin Ben-Eliezer, Minister of Defence, Ministry of Defence, 37
Kaplan st., Tel-Aviv 61909, Israel, e-mail: sar at mod.gov.il or
pniot at mod.gov.il, fax: ++972-3-696-27-57 / ++972-3-691-69-40 /
++972-3-691-79-15
Deborah Chassid, Commander of Induction Base, Tel-HaShomer, Military Postal
Code 02718, IDF, Israel, fax: ++972-3-737-60-52
Indirizzo dei media israeliani:
Ma'ariv, 2 Karlibach st., Tel-Aviv 67132, Israel, fax: ++972-3-561-06-14,
e-mail: editor at maariv.co.il
Yedioth Aharonoth, 2 Moses st., Tel-Aviv, Israel, fax: ++972-3-608-25-46
Ha'aretz (edizione in ebraico), 21 Schocken st., Tel-Aviv, 61001, Israel,
fax: ++972-3-681-00-12
Ha'aretz (edizione in inglese), 21 Schocken st., Tel-Aviv, 61001, Israel,
fax: ++972-3-512-11-56, e-mail: letters at haaretz.co.il
Jerusalem Post, POB 81, Jerusalem 91000, Israel, fax: ++972-2-538-95-27,
e-mail: news at jpost.co.il or letters at jpost.co.il
Jerusalem Report, fax: ++972-2-537-94-89
Radio (fax):
Kol-Israel ++972-2-531-33-15 and ++972-3-694-47-09
Galei Tzahal ++972-3-512-67-20
Televisioni (fax):
Channel 1 ++972-2-530-15-36
Channel 2 ++972-2-533-98-09
*
Dopo la dichiarazione di futura obiezione, negli anni della scuola "i
sessantadue" stanno mantenendo la loro promessa
L'obiettore Yair Khilou, un attivista diciottenne di un gruppo anarchico,
sta per essere imprigionato, infatti domani alle 9,30 sara' nella caserma di
Tel-Hashomer e rifiutera' di essere arruolato nell'esercito israeliano.
Yair e' tra i firmatari che hanno formulato la lettera aperta al primo
ministro Sharon all'inizio di settembre di quest'anno, sottoscritta da 62
giovani israeliani che hanno annunciato il loro rifiuto di cooperare con
l'esercito israeliano. Yair sara' il primo dei firmatari ad essere
incarcerato per le sue idee. Molti dei suoi compagni saranno con lui alla
caserma domani, per esprimergli il loro sostegno.
In una dichiarazione scritta da Yair Khilou, per spiegare la sua decisione
si legge: "Quando mi e' stato chiesto di entrare a far parte di un corpo
grande e violento come e' l'esercito israeliano, ho domandato in quale
attivita' questo corpo sia coinvolto e a chi serve. I miei genitori,
insegnanti e compagni di scuola mi potevano rispondere che l'esercito dello
stato e' necessario a preservare la mia sicurezza e quella dei cittadini
dello Stato di Israele. Mi e' stato detto: "Vorrei tanto che ci fosse
sicurezza per i cittadini e per me", ma ho trovato questa risposta
insoddisfacente. Non ho compreso come lo spazio ebraico puro, che lo Stato
di Israele cerca persistentemente di creare con la forza sin dalla sua
creazione, possa assicurare la nostra sicurezza. Non ho capito come la
repressione della resistenza palestinese da parte di Israele per mezzo del
terrorismo di stato - piu' crudele e a piu' vasta scala anche di quel
controterrorismo che esso provoca - serva la societa' di cui faccio parte.
Come puo' l'attivita' dello stato, portata avanti dall'esercito, beneficiare
me e quelli che mi sono cari? Lo sterile spazio ebraico creato dallo stato
di Israele e' un ghetto anche per i suoi residenti ebrei. Gli impedisce di
integrarsi all'interno del Medio Oriente. Nessuno e' al sicuro in questo
spazio - ne' gli ebrei ne' gli arabi".
Il Movimento New Profile si unisce ai firmatari della lettera dei 62 nel
sostegno alla decisione di Yair Khilou di rifiutare l'arruolamento
nell'esercito israeliano.
*
Protesta all'ambasciata americana di Tel-Aviv dopo che il fallimento di un
omicidio programmato ha provocato la morte di due bambini
La manifestazione si e' svolta come fiaccolata, martedi 11 dicembre, alle
sei del pomeriggio, con lo slogan "Essere arbitri - Non complici".
"Come risposta al cessate il fuoco proposto da Hamas e dalla Jihad islamica
durante l'ultima settimana di Ramadan, che coincide con quella della
festivita' ebraica di Chanuka, il nostro governo ha inviato i suoi missili
nel cuore dei territori autonomi palestinesi, in Hebron. Le fonti militari
spiegano che si trattava di un attacco specifico e programmato contro
terroristi ricercati", spiegava il testo di convocazione diffuso da Gush
Shalom. "Qualsiasi scusa venga data per lo spargimento di sangue di oggi da
parte dell'esercito o del governo, noi lo giudichiamo in base alle
conseguenze provocate. Questo atto di "autodifesa" - un atto che ha ormai
praticamente lo stesso significato della parola "vendetta" - provoca, dalla
parte opposta, quelli che hanno il medesimo interesse a proseguire il
conflitto. Sembra piuttosto che Sharon voglia proprio preparare la strada
per quelle "soluzioni" che sono possibili soltanto in una escalation di
guerra".
*
Il governo di Israele canta vittoria perche' l'Europa tace. La posizione di
Gush Shalom
La pioggia di quest'anno - sempre benvenuta, nonostante le difficolta' - non
e' mai stata cosi' bene accolta dalla popolazione palestinese. I piani di
lotta del governo israeliano per bombardare le autorita' palestinesi e
riportarle all'obbedienza non sono stati semplicemente interrotti dalla dura
pioggia e dai temporali che sono immediatamente seguiti. Ma la pioggia non
ha aiutato gli sfortunati che avevano bisogno di cure mediche proprio ora
che le citta' e i villaggi erano tagliati fuori da una nuova chiusura, con
blocchi ancora piu' impenetrabili su tutte le strade. (E forse non e' una
coincidenza che proprio in quella settimana molte donne abbiano partorito
prematuramente, e molte persone siano state ricoverate per attacchi
cardiaci...).
Nei territori nuovamente occupati di nord Ramallah, i soldati hanno fatto
irruzione nell'Ufficio Statistica palestinese, uno dei migliori condotti dai
ministri dell'autorita' palestinese, scrivendo oscenita' sui computers
rotti - e tutto per causa del terrorismo...
Il governo di Israele e' in un clima di vittoria, vittoria specialmente
perche' il mondo resta in silenzio. E' vero, alcuni capi di stato hanno
mormorato timide proteste, ma l'amministrazione statunitense ha dato al
governo di Israele pieno sostegno.
Si ha sempre l'impressione che il gioco di Sharon sia: usare ogni
opportunita' per risalire l'escalation del conflitto, e alla fine perdonare
la Palestina concedendo un centimetro dei territori occupati.
*
Noi andiamo avanti! 500 persone in protesta a Gerusalemme
Lunedi scorso, nella notte in cui Sharon si e' riunito nel suo gabinetto per
dichiarare guerra ad Arafat, una mobilitazione attraverso telefono ed e-mail
ha portato parecchie decine di attivisti a riunirsi in un picchetto dinanzi
all'ufficio del Primo Ministro gridando slogan di protesta nella fredda
notte israeliana.
La notte di sabato 8 dicembre i contestatori sono diventati quasi 500, di
fronte alla residenza ufficiale del Primo Ministro con lo striscione "Non
esistono soluzioni militari".
Peace Now, l'associazione promotrice, e' stata sostenuita da gruppi di Gush
Shalom, Ta'ayush, Yesh Gvul e Women for Peace. Le torce si sono accese e gli
striscioni hanno affermato: "L'occupazione ci sta uccidendo", "Riprendiamo
immediatamente i negoziati", "Rimuoviamo le cause, non i sintomi", "Quando
finira' l'occupazione, si fermera' lo spargimento di sangue", "Intervento
internazionale subito", "Solo la negoziazione puo' fermare il terrore",
"Evacuare i territori - riportare la sicurezza", "Basta con l'occupazione".
"One, two, three, four, we don't want another war", cioe' "Uno due tre
quattro, noi non vogliamo un'altra guerra", cantavano i giovani, e
"Assassinii e bombe - un invito per i suicidi", ed anche il buon vecchio
"Pace si' - Occupazione no".
Non c'e' stata nessuna reazione da oltre il muro. Il primo ministro si
trovava nella sua casa? Se si', gli era molto difficile ignorare quelle urla
all'unisono.
Al termine, due attivisti hanno innalzato un cartello con la vignetta di
Sharon che ride in cima ad un carro armato, fatta originariamente nel 1982.
Nel frattempo, i ragazzi hanno attaccato una canzone con nuove parole su una
musica militarista scritta durante la guerra del 1967: "Arik conquistera'
Gaza e Rafiah / i soldati ritorneranno in coffins...".
Haim Oron, del partito di opposizione Meretz Party, gia' Ministro
dell'Agricoltura, ha chiuso la manifestazione con una breve nota conclusiva:
"Sappiamo tutti che i bombardamenti e gli assassinii non possono raggiungere
nessun risultato reale. Siamo qui per chiedere la ripresa dei negoziati. E
sappiamo che cosa questo significa: liberare i territori, evacuare gli
insediamenti, riportare la pace tra i due stati, Israele e Palestina. C'e'
ancora una lunga lotta davanti a noi. Ci rivedremo di nuovo qui la prossima
settimana, allo stesso posto e alla stessa ora, sabato sera alle 7,30. Noi
andiamo avanti!".
*
Dobbiamo fermare quell'uomo!
Sul giornale israeliano Ha'aretz del 7 dicembre scorso e' comparso questo
annuncio di Gush Shalom:
"Con Sharon e' un'ossessione: fermare i palestinesi, metterli in ginocchio.
Non dimentichiamo la guerra in Libano.
Nel 1982 voleva "sterminare" l'OLP. Nel 2001 intende sradicare Arafat. Ha
sempre promesso di eliminare il terrorismo. Ottiene sempre il contrario.
Prima delle elezioni ha parlato di "sicurezza attraverso la pace". Guardiamo
quello che sta accadendo.
Prima che sia troppo tardi, dobbiamo fermare quell'uomo".
*
Un sondaggio sulle responsabilita'
E' in corso un sondaggio della CNN per capire chi, secondo la gente, ha
maggiori responsabilita' sull'arresto del processo di pace in Medio Oriente.
I risultati fino a questo momento (dopo 1862 voti) sono i seguenti:
Ariel Sharon 71%
Yasser Arafat 18%
George Bush 11%
Per votare, collegarsi al sito http://www.cnn.com/CNNI/Programs/qa/qa/
*
L'obiettore di coscienza Yair Halper condannato per la terza volta a 28
giorni di reclusione
War Resisters' International ha appreso oggi che l'obiettore di coscienza
Yair Halper e' stato nuovamente condannato a 28 giorni di carcere per aver
rifiutato l'arruolamento, dopo aver terminato la sua seconda sentenza il 9
dicembre scorso. Se si fa eccezione per due fine settimana di liberta', Yair
Halper e' in prigione dal 17 ottobre. Dovrebbe venire rilasciato il 3
gennaio 2002, ma potrebbe essere imprigionato immediatamente, ancora una
volta.
War Resisters' International chiede l'immediato rilascio di Yair Halper e di
tutti gli altri obiettori di coscienza imprigionati, e invita a scrivere
lettere di sostegno a Yair Halper, che e' attualmente detenuto nel carcere
militare n. 4. L'indirizzo e' il seguente:
Yair Halper, Military ID 7237405, Military Prison No 4, Military Postal
Number 02507, IDF Israel
War Resisters' International chiede inoltre di inviare lettere di protesta
alle autorita' israeliane e alle ambasciate di Israele all'estero. E'
particolarmente importante raggiungere la responsabile dell'arruolamento,
che decidera' se mantenere Yair Halper in carcere ancora una volta:
Deborah Chassid, Commander of Induction Base, Tel-Hashomer, Military Postal
Code 02718, IDF Israel, fax: ++972-3-737-60-52.
Indirizzi:
Commander of Military Prison No. 4, Military Prison No. 4, Military postal
number 02507, IDF Israel, fax: ++972-3-957-52-76
Fax e lettere possono essere inviate anche a:
Mr. Binyamin Ben-Eliezer, Minister of Defence, Ministry of Defence, 37
Kaplan st., Tel-Aviv 61909, Israel, e-mail: mailto:sar at mod.gov.il or
mailto:pniot at mod.gov.il, fax: ++972-3-696-27-57 / ++972-3-691-69-40 /
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Indirizzi dei media israeliani:
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Ha'aretz (edizione in ebraico), 21 Schocken st., Tel-Aviv, 61001, Israel,
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Galei Tzahal ++972-3-512-67-20
Televisioni (numeri di fax):
Channel 1 ++972-2-530-15-36
Channel 2 ++972-2-533-98-09
Iniziativa promossa dalla War Resisters' International, Conscientious
Objection and Conscription Documentation Centre, 5 Caledonian Road, London
N1 9DY, Britain, tel.: +44 20 7278 4040 * Fax: +44 20 7278 0444, e-mail:
concodoc at wri-irg.org, http://wri-irg.org

4. MAESTRI. TZVETAN TODOROV: SULLA STRADA DELL'INFERNO
[Da Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano
2001, p. 99]
L'autore del male si presenta sempre, ai propri occhi come rispetto ai suoi
prossimi, com un combattente del bene. Anche Hitler, divenuto ai nostri
occhi l'incarnazione del male puro, non vi ha mai fatto richiamo. Sulla
strada dell'inferno si trovano solo buone intenzioni.

5. MATERIALI. UMBERTO SANTINO: ECOMAFIE
[Il seguente testo di Umberto Santino abbiamo estratto da un suo piu' ampio
scritto dal titolo "I crimini della globalizzazione. Voci per un glossario",
disponibile integralmente nel sito del Centro siciliano di documentazione
"Giuseppe Impastato". Umberto Santino, fondatore e presidente del Centro, e'
il piu' grande studioso del fenomeno mafioso e fondamentale figura di
riferimento del movimento antimafia. Per contatti: Centro Siciliano di
Documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo,
e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it]
Il termine indica le attivita' di gruppi criminali organizzati dannose per
l'ambiente, come l'abusivismo edilizio, lo smaltimento illegale di rifiuti
tossici e nocivi, il traffico di opere d'arte e di reperti archeologici, il
commercio illegale di specie animali protette.
Le ricerche finora effettuate attraverso i rapporti annuali di Legambiente
riguardano l'Italia ma il fenomeno dell'ecomafia e piu' in generale della
criminalita' ambientale ha gia' varcato i confini nazionali e il modello di
saccheggio del territorio e delle risorse ambientali e' facilmente
esportabile su tutto il pianeta. Ma il saccheggio del territorio non e' una
peculiarita' della mafia e di altre organizzazioni criminali. Le loro
attivita' si inseriscono nell'opera di aggressione, depauperamento e
inquinamento del territorio, una vera e propria depredazione e distruzione
dell'ambiente, in cui sono coinvolte grandi imprese e istituzioni pubbliche
e che e' stata funzionale allo sviluppo del capitale globale, dalla fine
della seconda guerra mondiale a oggi.
L'ecomafia e' solo una sezione specifica di un'ecocriminalita'
istituzionalizzata e diffusa.
* In Italia
Sono state individuate tre filiere principali dell'ecomafia: il ciclo del
cemento (che si estenderebbe dalle attivita' estrattive alla produzione di
materiali per l'edilizia, ma andrebbe oltre comprendendo anche l'abusivismo
edilizio e gli appalti di opere pubbliche), il ciclo dei rifiuti (raccolta,
trattamento e smaltimento), il racket degli animali (la zoomafia). A questi
settori si e' aggiunto il traffico di opere d'arte e di reperti
archeologici, la cosiddetta archeomafia.
Le attivita' sono molto remunerative e presentano rischi molto ridotti dal
punto di vista penale. Legambiente per il 2000 ha stimato un giro d'affari
complessivo di 26 mila miliardi di lire, mentre i reati ambientali sono
considerati soltanto delle contravvenzioni, con pene lievi e tempi di
prescrizione ridotti: da 3 a 5 anni. I disegni di legge sull'introduzione
dei delitti ambientali finora non sono riusciti ad andare in porto.
Dal 1996 al 2000, stando ai dati forniti dalle forze dell'ordine, ci sono
stati 143.553 reati ambientali, sono state denunciate 76.406 persone e sono
stati effettuati 22.361 sequestri. Il 44,2% dei reati e' concentrato nelle
quattro regioni a forte presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e
Sicilia). I clan mafiosi implicati direttamente nel ciclo del cemento, dei
rifiuti e nel racket degli animali sono passati da 53 nel 1996 a 143 nel
2000.
L'abusivismo edilizio non e' opera solo delle organizzazioni criminali ma il
frutto di un'illegalita' diffusa su tutto il territorio nazionale, anche se
in gran parte concentrato nelle quattro regioni meridionali (con il 59,6%).
Negli ultimi cinque anni si calcola che le case abusive siano state 163.391,
per una superficie complessiva di 23 milioni di metri quadrati e un valore
immobiliare di oltre 20 mila miliardi di lire.
All'inizio e alla fine del ciclo ecomafioso ci sono le cave, usate prima per
ricavare materiali di costruzione e poi come depositi per rifiuti smaltiti
illecitamente.
Secondo i dati raccolti dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo
dei rifiuti, ogni anno in Italia vengono prodotti complessivamente circa 108
milioni di tonnellate di rifiuti, tra speciali e solidi urbani. Si calcola
che circa 35 milioni di tonnellate di rifiuti, soprattutto speciali, sono
smaltite illecitamente. Il mercato illegale avrebbe un fatturato annuo di
oltre 15 mila miliardi di lire.
Le organizzazioni criminali hanno uno stretto rapporto con i produttori di
rifiuti, offrendo servizi che presentano notevoli convenienze: abbattimento
dei costi, superamento di ostacoli burocratici, immediato deflusso dei
rifiuti. Lo smaltimento dei rifiuti spesso apre strade alla penetrazione dei
gruppi criminali in nuove aree, come il Centro-Nord: e' stata verificata la
formazione di un circuito criminale tra Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e
Campania.
Risulta che rifiuti tossici e nocivi sono stati versati in mare (e' il caso
dei Cantieri navali di Palermo: amianto), e sono stati utilizzati per
costruire strade e abitazioni.
Lo smaltimento illecito dei rifiuti nocivi non e' monopolio delle mafie.
Societa' commerciali e imprese, anche a partecipazione di capitale pubblico,
a volte lo gestiscono direttamente. Il caso piu' noto e' quello del
Petrolchimico di Porto Marghera, che ha smaltito illegalmente rifiuti nocivi
inquinando la laguna veneta, con effetti gravissimi per i lavoratori (c'e'
stato un numero imprecisabile di morti per cancro).
Tra i produttori di rifiuti non ci sono solo le imprese ma anche le
amministrazioni pubbliche. I rapporti tra queste ultime e i gruppi criminali
sono mediati da societa' di intermediazione commerciale perfettamente
legali.
Il giro d'affari del mercato italiano di animali selvatici e di specie
protette e' calcolato dall'Osservatorio permanente sulla Zoomafia della Lav
(Lega antivivisezione) in circa 510 miliardi di lire. In Campania e in
Sicilia il commercio illegale di fauna selvatica fattura circa 50 miliardi
l'anno ed e' controllato dalla criminalita' organizzata.
In Italia il giro d'affari delle scommesse legate ai combattimenti di cani
si aggirerebbe intorno ai mille miliardi di lire all'anno. Campania e
Sicilia si contendono il primato dei combattimenti.
Clan criminali sono anche coinvolti nelle corse clandestine di cavalli. Si
calcola che in Sicilia abbiano un giro d'affari di circa 200 miliardi.
Tra il 1994 e il 1999 sono stati recuperati in Italia 140.000 reperti
provenienti da scavi clandestini. Le regioni piu' colpite sono la Puglia, la
Sicilia e la Campania. Il mercato illegale di reperti archeologici e di
opere d'arte si e' da tempo globalizzato ed e' in particolare rivolto verso
gli Stati Uniti, che incettano il 40% delle opere d'arte italiane trafugate.
* Quadro internazionale
Nel periodo 1992-98 sono stati accertati in Europa 173 casi di traffico
illecito di materiali nucleari e fonti radioattive. Gia' precedentemente,
dopo il disastro ambientale di Seveso, materiali radioattivi erano stati
dispersi in vari paesi e recentemente un'inchiesta giudiziaria ha accertato
che la mafia siciliana, la 'ndrangheta e la banda della Magliana hanno
collaborato a un traffico di materiale nucleare proveniente dalla
dismissione di una centrale nell'ex Congo belga.
Da molti paesi industrializzati partono ogni anno milioni di tonnellate di
rifiuti verso i paesi dell'Africa e dell'Asia, considerati come le
pattumiere del mondo. Il traffico di rifiuti viaggia sulle stesse rotte del
traffico di armi. E' quanto avviene, per esempio, in Somalia: l'assassinio
di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin e' stato collegato a un'inchiesta che
stavano conducendo su questi intrecci. In Africa aree dell'ex Sahara
spagnolo, del Malawi, dello Zaire e del Mozambico sarebbero state utilizzate
per lo smaltimento di rifiuti. Anche i paesi ex comunisti vengono usati come
pattumiere. Queste operazioni sarebbero impossibili senza il coinvolgimento
delle istituzioni locali.
Un sistema impiegato per occultare grandi masse di rifiuti pericolosi e'
quello delle "carrette", cioe' navi fatiscenti che vengono fatte affondare.
Tra il 1979 e il 1995 nelle vicinanze delle coste italiane sono state
affondate 39 navi: ci sono state numerose denunce dei Lloyds di Londra che
hanno dovuto pagare i premi assicurativi.
Le organizzazioni criminali offrono un servizio alle grandi multinazionali,
impegnate nella gara concorrenziale e spinte a realizzare i maggiori
risparmi nello smaltimento dei rifiuti. Cio' significa che c'e' un rapporto
tra imprese produttrici di rifiuti e gruppi criminali in grado di
assicurarne regolarmente lo smaltimento, senza rischi per le imprese.
Tra i rifiuti smaltiti illecitamente ci sono anche i prodotti chimici
utilizzati per produrre droghe sintetiche.
Il traffico di fauna selvatica e di specie protette a livello mondiale
avrebbe un giro d'affari di 6-7 miliardi di dollari l'anno. Molti degli
Stati esportatori di animali, per esempio Bolivia, Colombia, Thailandia sono
anche coinvolti nel traffico di stupefacenti.
* Bibliografia
Camera dei Deputati - Senato della Repubblica, Le rotte delle ecomafie, Roma
2001.
Cianciullo Antonio - Fontana Enrico, Ecomafia, Editori Riuniti, Roma 1995.
Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, Proposta di documento sui
traffici illeciti e le ecomafie, 25 ottobre 2000.
Legambiente, Rapporti di vari anni.
O'Connor James, La seconda contraddizione del capitalismo: cause e
conseguenze, in "Capitalismo, Natura, Socialismo", n. 6, dicembre 1992.
Santino Umberto, Il ruolo della mafia nel saccheggio del territorio, in
Idem, Casa Europa, Centro Impastato, Palermo 1994, pp. 21-45.
Troiano Ciro, Zoomafia. Mafia, camorra & gli altri animali, Edizioni
Cosmopolis, Torino 2000.

6. ALCUNE RIVISTE UTILI
- "A. rivista anarchica", mensile, e-mail: arivista at tin.it, sito:
www.anarca-bolo.ch/a-rivista
- "Agape immaginaria", tel. 0121807514, e-mail:
ufficio at agapecentroecumenico.org
- "Amici dei lebbrosi", mensile dell'Associazione italiana amici di Raoul
Follereau, e-mail: info at aifo.it, sito: www.aifo.it
- "Avvenimenti", settimanale dell'altritalia, tel. 3482664186, e-mail:
avvenimenti at yahoo.it
- "Azione nonviolenta", rivista mensile fondata da Aldo Capitini nel 1964,
tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org
- "Carta", settimanale, tel. 0636005613, e-mail: carta at carta.org, sito:
www.carta.org
- "Cem mondialita'", mensile di educazione interculturale, tel. 0303772780,
sito: www.saveriani.bs.it/cem
- "Cir notizie", bollettino del Consiglio Italiano per i Rifugiati, sito:
www.cir-onlus.org
- "Critica liberale", mensile della Fondazione Critica Liberale, tel.
066867981.
- "Fondazione internazionale Lelio Basso", trimestrale edito dalla
Fondazione omonima, tel. 0668801468, e-mail: filb at iol.it, sito:
www.grisnet.it/filb
- "Gaia", trimestrale di ecologia, nonviolenza, tecnologie appropriate,
e-mail: info at ecoistituto.veneto.it
- "Germinal", quadrimestrale anarchico, tel. 040368096
- "Gli argomenti umani", mensile su sinistra e innovazione, e-mail:
redazione at gliargomentiumani.com, sito: www.gliargomentiumani.com
- "Il foglio", mensile di alcuni cristiani torinesi, e-mail:
antonello.ronca at libero.it, sito: www.ilfoglio.org
- "Il grandevetro", bimestrale di politica  e cultura, via Ferrer 1, 56029
S. Croce sull'Arno (PI)
- "La rivista del manifesto", mensile, tel. 0668892517, e-mail:
larivista at ilmanifesto.it, sito: www.larivistadelmanifesto.it
- "Le monde diplomatique", mensile, sito edizione italiana:
www.ilmanifesto.it/mondediplo/, sito edizione francese:
www.monde-diplomatique.fr
- "L'incontro", mensile, tel. 0115212000, e-mail: linc at marte.aerre.it
- "Manitese", mensile di Mani Tese, e-mail: manitese at manitese.it; sito:
www.manitese.it
- "Messaggero cappuccino", bimestrale dei cappuccini bolognesi-romagnoli,
e-mail: fraticappuccini at imolanet.com, sito: www.imolanet.com/fraticappuccini
- "Missione oggi", mensile dei missionari saveriani, e-mail:
missioneoggi at saveriani.bs.it, sito: www.saveriani.bs.it
- "Nicarahuac", bimestrale dell'Associazione Italia-Nicaragua, tel.
0221400944
- "Nigrizia", mensile dell'Africa e del mondo nero, e-mail:
redazione at nigrizia.it, sito: www.nigrizia.it
- "Notiziario CDP", notiziario del Centro di dcumentazione di Pistoia,
e-mail: giorlima at tin.it
- "Qualevita", bimestrale di riflessione e informazione nonviolenta, tel.
086446448, e-mail: sudest at iol.it
- "Quelli che solidarieta'", bimestrale, tel. 0761435930, e-mail:
giulio.vittorangeli at tin.it
- "Rocca", quindicinale della Pro Civitate Christiana, tel. 075813641,
e-mail: rocca at cittadella.org, sito: www.cittadella.org/rocca
- "Semi", trimestrale di agricolture, territorio, risorse, e-mail:
crocevia at inwind.it, sito: www.crocevia.org
- "Solidarieta'", periodico del movimento omonimo, tel. 0461983626, e-mail:
sol.tn at tin.it
- "UCT. Uomo citta' territorio", mensile del gruppo culturale omonimo, tel.
0461983496, e-mail: gruppo.uct at tin.it
- "Valori", mensile di economia solidale, finanza etica e ambiente, sito:
www.rivistavalori.it

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ;
per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ;
angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 324 del 27 dicembre 2001