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La nonviolenza e' in cammino. 302
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 302
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 28 Nov 2001 05:47:41 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 302 del 28 novembre 2001 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini, ma cosa sara' mai questa nonviolenza di cui sento tanto parlare 2. Verbale del primo incontro del gruppo di lavoro tematico della Rete di Lilliput sulla nonviolenza 3. Giuliana Sgrena, donne a Kabul 4. Mao Valpiana, il 14 dicembre digiuniamo insieme 5. Monica Lanfranco, due nuove liste in rete 6. Letture: Gloria Origgi, Introduzione a Quine 7. Letture: Ignacio Ramonet, Marcos. La dignita' ribelle 8. Letture: Chiara Zamboni, La filosofia donna 9. Riletture: Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa 10. Riletture: Erving Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione 11. Riletture: Lev Tolstoj, Perche' la gente si droga? e altri saggi su societa', politica, religione 12. Alcune iniziative di pace da oggi a domenica 2 dicembre 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento 14. Per saperne di piu' 1. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: MA COSA SARA' MAI QUESTA NONVIOLENZA DI CUI SENTO TANTO PARLARE La nonviolenza e' un cosi' vasto campo di esperienze e riflessioni, di ricerche e di pratiche, di tensioni e riconoscimenti, che chiunque pensi di poter dire una parola definitiva su di essa con cio' stesso ne perde il senso fondamentale: di apertura infinita all'altro, a quel tu-tutti di capitiniana memoria. La nonviolenza ha piu' dimensioni, e non e' riducibile ad alcuna di esse: e' certo un insieme di valori morali; e' certo un insieme di tecniche deliberative e d'azione; e' certo un insieme di strategie ermeneutiche, relazionali e comunicative, di chiarimento e trasformazione interiore, interpersonale, sociale e politica; e' certo anche un progetto di societa' liberata, egualitaria, solidale, fondata sulla dignita' di tutti. Ma se la si riduce ad una sola di queste dimensioni, se ne perde l'essenza, che e' nella sua capacita' di collegare dimensioni e disposizioni diverse, e diversi soggetti e bisogni, in un infinito colloquio corale. La nonviolenza non e' dogmatica, ma rigorosa si'; e' rigorosa, ma non e' dogmatica; essa si definisce contestualmente, nel suo concreto porsi all'opera per contrastare la violenza, l'ingiustizia e la menzogna; essa s'invera nel conflitto, nella gestione del conflitto, e laddove occorra nel suscitamento stesso del conflitto; ma opera attraverso una particolare modalita' di conflitto, che e' insieme lotta e cooperazione, confronto e dialogo, alla ricerca di un comune convergere verso il comune interesse dell'umanita'. La nonviolenza non e' un'ideologia in piu', non e' una "ideologia di ricambio"; essa e' compatibile con varie ideologie religiose e laiche, trascendenti ed immanenti, idealiste e materialiste; la nonviolenza e' semplicemente una proposta di rigorizzazione intellettuale, di illimpidimento morale, di azione sociale: invita a prendere sul serio i nostri pensieri, a pensarli profondamente e criticamente, e ad istituire una coerenza tra cio' che pensiamo, cio' che diciamo, cio' che facciamo (pare niente, ed e' tutto li'), coscienti che esistono altri soggetti senzienti e pensanti ed e' coi loro pensieri e le loro esistenze che interloquiscono i nostri pensieri e la vita nostra, e' dei loro pensieri che i nostri si nutrono in scambio fecondo; invita ad esser coscienti del nostro agire, ed a fare solo quelle azioni che il nostro giudizio morale ritiene buone, consapevoli che solo agendo bene si migliora il mondo, e che ognuno e' responsabile di tutto; invita ad esser consapevoli del fatto che ogni azione come ogni omissione interagiscono in quel gran corpo o sistema di equilibri e squilibri che e' la societa' e che quindi si e' sempre coinvolti nella sorte comune e tanto vale prenderne coscienza e dunque agire nel nostro medesimo piu' profondo interesse di esseri umani, che e' l'interesse comune dell'umanita' intera. La nonviolenza e' coscienza che alla violenza devi opporti tu. La nonviolenza e' coscienza che all'ingiustizia devi opporti tu. La nonviolenza e' coscienza che alla menzogna devi opporti tu. La nonviolenza e' coscienza che la verita', la giustizia, la pace non verranno da se', sei tu che devi costruirle. Tu insieme ad altri, come te, diversi da te. La nonviolenza e' un'opera e un appello: che chiama te, che di te ha bisogno. 2. MATERIALI. VERBALE DEL PRIMO INCONTRO DEL GRUPPO DI LAVORO TEMATICO DELLA RETE DI LILLIPUT SULLA NONVIOLENZA [Ringraziamo Pasquale Pugliese per avercelo trasmesso. Per contatti: puglipas at interfree.it; per contatti con la Rete Lilliput: segreteria at retelilliput.org] Fin dal primo confronto tra i partecipanti emerge da parte di tutti una ricchezza di interessi, contenuti ed aspettative rispetto ad un gruppo tematico lillipuziano specifico sulla nonviolenza. La ricchezza e' data anche dalle diverse provenienze, esperienze e formazioni personali. Sono presenti, infatti, sia membri di associazioni "storiche" della nonviolenza, per esempio Beati i costruttori di pace, Movimento Nonviolento, Pax Christi, Mir, e moltissimi altri che provengono da altre associazioni o che aderiscono singolarmente alla Rete. Ci sono contributi meditati e gia' disponibili per altri, e attese portate in modo molto spontaneo da chi ha una storia piu' recente di approccio alla nonviolenza, e sente il bisogno di approfondire. Sinteticamente riportiamo di seguito : - alcune posizioni emerse dal dibattito iniziale; - sottogruppo 1) quale contributo puo' dare la Rete contro la guerra (non soltanto quella in corso); - sottogruppo 2) una metodologia nonviolenta per tutti i temi su cui la Rete e' impegnata. * Dal dibattito iniziale su Rete Lilliput e nonviolenza: - Dalla teoria alla prassi. Si sente il bisogno che la Rete compia un passo avanti per trasformare la propria scelta nonviolenta in una proposta politica praticabile, credibile, ampia, che possa venire presentata all'esterno e condivisa con il maggior numero di persone e associazioni, senza perdere la propria specificita'. - Un piano di lungo respiro. Pasquale Pugliese (Lilliput Reggio Emilia e Movimento Nonviolento) presenta le linee generali del documento che ha condiviso in e-mail pochi giorni prima della riunione, ed e' l'abbozzo di un piano di lavoro che la rete potrebbe fare proprio e prevede, in modo consequenziale con il documento approvato a Faenza, la costituzione di un GAN (Gruppo di Azione Nonviolenta) in ogni nodo Lilliput, composto da persone realmente disponibili a formarsi sulla nonviolenza da un punto di vista sia teorico che della prassi, secondo un approccio sistemico di critica alla realta' e contemporaneamente di messa in discussione della propria capacita' di stare creativamente nel conflitto. I GAN, cosi' formati, potranno passare all'azione e, nel giro di alcuni anni, si avra' in Italia la disseminazione di una cultura di nonviolenza attiva, che sa confrontarsi tanto con i grandi temi quanto con la violenza strutturale insita nelle nostre citta'. Propone inoltre un gruppo di traduzione per rendere disponibili in italiano i materiali stranieri piu' interessanti sulla nonviolenza. - Necessita' di formazione e di approfondimento teorico. Diversi interventi convergono sul bisogno di una formazione diffusa, a diversi livelli. Nuclei teorici da approfondire: significati diversi della nonviolenza, rapporto con la religiosita' e il laicismo, differenza tra pacifismo e nonviolenza, la visione gandhiana... Aspetti metodologici: come lavorare in gruppo, come svolgere una riunione, come mettere in atto strategie nonviolente nelle azioni di piazza e non solo, privilegiando il dialogo, lo scambio con la gente alla quale si intende parlare ("il corteo non crea dialogo"). Aspetti di formazione della persona: per ciascuno, l'occasione di riflettere su che cosa implica nella vita personale la scelta della nonviolenza, sulla propria capacita' di accettare e trasformare il conflitto. - Il bisogno di agire in concreto. Il richiamo alla formazione suscita il timore che siano necessari tempi troppo lunghi prima di agire. La freschezza, l'entusiasmo, il desiderio di impegnarsi di tanti, soprattutto giovani, rischiano cosi' di venire dispersi. Si tratta di trovare un compromesso tra la voglia (e l'urgenza) di rispondere agli eventi e il bisogno di una maggiore preparazione. - Azione e formazione, di pari passo. La formazione e' molto importante ma non e' un discrimine per l'azione. La pratica della nonviolenza puo' incominciare da subito, a livelli diversi di impegno, di coinvolgimento e di rischio proporzionati alla propria realta', e puo' essere sempre praticata, anche da gruppi molto piccoli e in assenza di una preparazione teorica inossidabile, purche' i gruppi si misurino con le loro reali capacita' e potenzialita', sapendo bene che cosa vogliono fare, a chi stanno parlando, perche' e per dire che cosa, e come possono fare fronte ad eventuali ostacoli alla loro azione. - Alcune indicazioni per l'azione. Si oscilla, spesso, tra due rischi contrapposti e perfettamente speculari: l'inazione, perche' ci si sente impreparati, e l'impulso a buttarsi in modo poco preciso e con scarsa consapevolezza.Il richiamo e' a lavorare in profondita', con tempestivita' e correttezza, senza preoccuparsi troppo dei numeri (tot persone in piazza...) o del riscontro mediatico. Si tratta, per Lilliput, di porsi in modo preciso e riconoscibile, con iniziative aperte a chiunque (Social Forum e non solo) ma capaci di reggersi di per se', anche se le adesioni sono poche. La massima attenzione va rivolta al momento della progettazione cercando di prefigurare che effetti si avranno, lavorando insieme sui propri testi per sottoporli a verifica, chiedendosi se le tecniche adottate hanno davvero la capacita' di ottenere i risultati desiderati, se suscitano nella gente reazioni di avvicinamento, indifferenza o ripulsa, se sono i modi piu' giusti per intavolare un dialogo e per suscitare dei dubbi in quelle "terze parti" del conflitto che sappiamo essere decisive per il mantenimento o la trasformazione della situazione attuale. - Mettere in rete le iniziative contro la guerra, innanzitutto mettendole a disposizione di altri attraverso il sito internet, poi arrivando a indicare alcune - poche - campagne o attivita' o momenti di attenzione che possano essere condivisi a livello nazionale, per una maggiore incisivita'. - Rete Lilliput e social forum locali. C'e' confronto, le esperienze sono diverse e si sono sviluppate localmente, a seconda della situazione. In alcune citta' Lilliput fa parte del Social Forum (es. Bologna), in altre non aderisce al Social Forum ma si fanno riunioni congiunte, nelle quali la separazione e' sperimentata come presupposto per un ascolto reciproco attento (es. La Spezia, Pesaro), in altre ancora si hanno cammini separati (es. Milano). * Sottogruppo 1. Il contributo della Rete Lilliput contro la guerra Si stabilisce di: -condividere al massimo le esperienze dei nodi locali, nel sottogruppo e, da domani, utilizzando la rete informatica; - fare proprie azioni promosse da singole associazioni aderenti (es. lo "straccio di pace" proposto da Emergency). Iniziative e campagne per tutta la Rete Lilliput: 1) Il rilancio della campagna Banche armate; 2) La preparazione di una nuova campagna di obiezione alle spese militari (OSM), affidata in prima battuta a Stefano Guffanti e a Roberto Minervino, che verificheranno la possibilita' di una proposta a diversi livelli di impegno e di rischio, il piu' possibile ampia e semplice, da presentare a tutti i nodi della Rete. 3) Un momento di silenzio in tutte le piazze, sabato 24 novembre alle ore 18, durante la Giornata del non acquisto, con le candele accese. Obiettivi di lavoro: - Il massimo impegno per instaurare il dialogo con chi ha posizioni favorevoli alla guerra, sia nell'opinione pubblica, sia nei partiti politici o in altri gruppi organizzati. - Non dimenticare le "guerre dimenticate", oscurate dalla situazione in Afghanistan. - Portare l'attenzione sui contenuti della finanziaria attuale per quanto riguarda le spese militari. Chiara di Milano ha gia' preparato materiale al riguardo, con il gruppo "Guerre e pace", e lo mettera' a disposizione di tutti. Modalita' di azione da riprendere, iniziative gia' in programma e aperte alla rete: - I momenti di silenzio nelle piazze, contro la guerra e le guerre. - Il digiuno a staffetta promosso inizialmente da Beati i costruttori di pace e da Pax Christi. - Proseguire il lavoro dell'Osservatorio politico, interpellando i parlamentari locali che hanno votato l'ingresso dell'Italia in guerra e chiedendo di motivare il loro voto. - La via crucis Pordenone-Aviano, promossa annualmente da Beati i costruttori di pace, che quest'anno sara' in versione "piu' laica" proprio perche' possa aprirsi ad una partecipazione vasta e significativa. Impegni possibili: - istituire un tavolo interno alla Rete sui Corpi civili di pace; - preparare un convegno sulle missioni di pace dell'Italia all'estero negli ultimi trent'anni, magari intitolandolo provocatoriamente "Articolo 11"; - lavorare sul tema del razzismo, cercando il confronto sia con gli stranieri nelle nostre citta', sia con i concittadini che hanno nei loro confronti posizioni diverse, dall'accoglienza al desiderio di espulsione. * Sottogruppo 2. Una metodologia nonviolenta per tutti i temi su cui la Rete Lilliput e' impegnata. Durante la discussione della mattinata sono emerse le seguenti esigenze di carattere generale: - scegliere vie praticabili politicamente da chiunque; - e' importante avere gli strumenti culturali per riconoscere il conflitto; - e' necessaria una formazione permanente alla nonviolenza; - c'e' esigenza di chiarezza a livello teorico, sia in ambito laico sia in ambito religioso, sul concetto di nonviolenza e sui suoi metodi; - e' necessaria una comunicazione chiara; - e' necessaria una cultura ed una identita' nonviolenta condivisa e riconoscibile; - sono necessari metodi, strumenti e tecniche, sia dal lato pratico sia da quello culturale, per la pratica della nonviolenza; - e' necessario un coordinamento efficace; - e' necessario il metodo nonviolento soprattutto all'interno della stessa Rete Lilliput; - e' necessario proporre cose praticabili ed efficaci; - fare le cose che siamo "capaci" di fare. Sono emersi i seguenti quesiti: - quali sono le aspettative della rete Lilliput nei confronti del gruppo di lavoro tematico sulla nonviolenza? - come scongiurare il rischio di diventare gli "aristocratici della nonviolenza"? - come utilizzare al meglio questo strumento "nuovo" che e' il metodo nonviolento? - come confrontarsi con l'urgenza posta dalla attuale guerra in Afghanistan? - posta la pregiudiziale della nonviolenza, come comunicare al meglio? Sono stati messi in evidenza i seguenti fattori: - il mondo della nonviolenza e' esso stesso solcato da conflitti e da violenza verbale; - l'area nonviolenta effettiva e' molto piu' diffusa dei movimenti nonviolenti storici; - in questo momento molte persone hanno voglia di mettersi in gioco; - esiste sul versante della nonviolenza un elevato ritardo culturale; - il metodo viene solitamente lasciato in secondo piano rispetto all'urgenza del fare. Sono state avanzate le seguenti proposte: - mettere in atto azioni dirette nonviolente attraverso una rete di GAN locali; - mettere a disposizione un compendio di tecniche e strumenti nonviolenti; - organizzare risposte pratiche alle esigente di cui sopra. * Sulla base di quanto emerso nella mattinata - Si ribadisce l'importanza dei quattro punti programmatici usciti dall'incontro di Faenza. Obiettivo di questo gruppo di lavoro deve essere: - sostenere i nodi locali che formeranno GAN, nella dimensione intellettuale, emotiva e pratica; - dare adeguati input formativi; - indicare idonee figure di formatori, ad esempio stilandone una lista; - tradurre materiale formativo a disposizione su siti web in lingua straniera. Emerge il problema di non creare due livelli di formazione nei nodi locali (GAN e resto del nodo); l'opportunita' della costituzione di GAN deve essere una crescita per tutto il nodo, senza che il GAN assuma l'orientamento di una aristocrazia; il GAN che si formera' deve essere uno strumento di crescita per tutti i componenti del nodo. Come si rapportera' il GAN con il resto del nodo? Si sottolinea l'importanza della formazione, effettuata in profondita', perche' una tale formazione e' la sede idonea per riflessioni personali e per la creazione di relazioni migliori soprattutto per gruppi come i nodi locali della rete Lilliput. Ci sono eventi formativi/informativi differenziati per loro natura: le conferenze, che possono coinvolgere anche centinaia di persone, e i training, che per essere efficaci si rivolgono al massimo a qualche decina di persone. Si propone di organizzare il processo formativo a cascata, strutturando una rete di formatori; formando i formatori, disseminando e diffondendo la formazione alla nonviolenza nella rete Lilliput in orizzontale. Mauro si rende disponibile per traduzioni dall'inglese e dal francese di materiale formativo in internet. La scelta nonviolenta di Lilliput e' strategica, quindi deve in qualche modo coinvolgere tutti i componenti di ogni nodo locale. Si propone che questo gruppo di lavoro si dia delle scadenze precise, a beneficio della efficacia del proprio lavoro; anche considerato il fatto che la formazione nonviolenta a medio termine dovrebbe estendersi a tutto il movimento. Si propone la nonviolenza nell'attivita' pratica della Rete Lilliput. Si propone la stesura per il gruppo di lavoro tematico sulla nonviolenza di una agenda di lavoro (obiettivi/tempi), selezionando le priorita'. A proposito del rapporto tra GAN e resto del nodo locale, si propone che il GAN si ponga in ogni nodo locale come gruppo di elaborazione, portando al resto del nodo in specifici incontri pubblici la sintesi del proprio lavoro. Inoltre si sottolinea come a diversi livelli di impegno personale, tutto il nodo possa partecipare proficuamente alle azioni dirette nonviolente proposte dal GAN locale, come minimo come spettatore simpatizzante, cosa che in certe occasione si rivela di fondamentale utilita'. Viene ribadita l'importanza dell'elaborazione di idonei input formativi, con tracce dei contenuti e lista di formatori a disposizione. Si ripropone l'importanza di un calendario per il gruppo di lavoro tematico sulla nonviolenza. Viene evidenziato come non sia facile reperire alcuni libri sulla nonviolenza, e si propone di compilare una bibliografia con indicazioni per il reperimento. Si evidenzia la necessita' di usufruire durante gli incontri del gruppo di lavoro tematico sulla nonviolenza di un facilitatore per condurre al meglio la riunione. Inoltre si propone che sia la stessa Rete Lilliput ad organizzare un corso per formatori per i nodi di tutta Italia, per innescare l'effetto a cascata della formazione. Si pone il grosso problema della selezione dei formatori e dei partecipanti al corso per formatori. Si pone l'alternativa se sia meglio a proposito della formazione e dell'effetto cascata organizzare a partire dal livello nazionale o dal livello del nodo locale: e' un interrogativo da porre alla rete Lilliput nella sua globalita'. Viene segnalato materiale idoneo per percorsi formativi: Corso di Hildegard Goss-Mayer, stampato in Burundi, "Cos'e' la nonviolenza". Luciano Capitini puo' mettere a disposizione il testo e se stesso. Si fa presente a proposito della figura del facilitatore che non e' detto che serva in ogni occasione. Si specifica la diffusa esigenza, per quanto riguarda la nonviolenza, di percorsi formativi, di creare contatti, di fare esperienza pratica. Si propone come strumento di lavoro per il gruppo di lavoro tematico sulla nonviolenza la metodologia del forum (newsgroup) in internet, aperto ai contributi ed alla navigazione di chiunque. Si rileva il rischio per la formazione di proporsi come autoreferenziale; per sfuggire ad un tale rischio e' necessario finalizzare la formazione all'ingresso nel conflitto ed alla sua trasformazione in senso nonviolento. Partire cioe' dalla formazione per arrivare all'azione, portando "simpatia" nel senso etimologico del termine verso gli agenti di questa azione. Si rimanda al documento di Pasquale Pugliese. Si evidenzia la necessita' di diffondere tale documento, e di stimolare e raccogliere i relativi commenti. Si propone di organizzare due giornate di studio sulla nonviolenza a livello nazionale. * Priorita' e linee d'azione Al termine della discussione vengono individuate le seguenti priorita' e linee d'azione: - richiamarsi al documento di Faenza ed ai quattro punti ivi riportati; - dare notizia della riunione; - porre la questione ad ogni nodo sulla scelta tra input formativo dal livello nazionale o da quello locale; - innescare un effetto cascata nella formazione alla nonviolenza; - utilizzare su internet oltre alla mailing list, un forum (newsgroup) aperto alla navigazione di chiunque; - viene approvato il documento programmatico di Pasquale Pugliese sulla proposta della creazione in ogni nodo locale della Rete Lilliput di un Gruppo di Azione Nonviolenta; - si predisporra' una lista aperta di esperti per la formazione alla nonviolenza; - si predisporra' una traccia per i percorsi formativi sulla nonviolenza; - si tradurrano materiale formativi disponibili in internet; - il gruppo di lavoro tematico sulla nonviolenza si riunira' con scadenze prefissate; - si promuoveranno GAN al livello dei nodi locali della Rete Lilliput; - si organizzera' una due giorni della Rete Lilliput sulla nonviolenza; - si raccoglieranno, allo scopo di diffonderle e metterle a disposizione dei nodi Lilliput locali, tecniche, strumenti, metodi nonviolenti. 3. TESTIMONIANZE. GIULIANA SGRENA: DONNE A KABUL [Giuliana Sgrena e' una prestigiosa giornalista e saggista (e militante pacifista e femminista) che si trova attualmente a Kabul. Questo articolo e' apparso sul quotidiano "Il manifesto" del 27 novembre] Due ragazze con il burqa ci chiedono un passaggio in macchina. Dicono di essersi fidate perche' c'era una donna a bordo, ma sicuramente non l'avrebbero fatto solo quindici giorni fa. Anche questo e' un segno del cambiamento in corso a Kabul insieme alle antenne paraboliche, alle cassette di film indiani, alle immagini di donne con lunghe chiome bionde guardate con curiosita' morbosa da giovani che si accalcano davanti alle vetrine e alle barbe rasate. Anche se le donne continuano a portare il burqa. Persino quelle che si battono per la sua eliminazione e oggi dovrebbero, autorizzazioni permettendo, manifestare davanti la sede delle Nazioni Unite a Kabul. Proprio nel giorno in cui a Bonn si apre la conferenza sull'Afghanistan dove la loro voce non potra' essere ascoltata. Gia' la scorsa settimana le militanti dell'Unione delle donne dell'Afghanistan avevano indetto una manifestazione per rivendicare i diritti delle donne, ma alla fine avevano dovuto accontentarsi di qualche apparizione alla spicciolata per strada perche' le nuove "autorita'" avevano avanzato problemi di sicurezza. Anche i mujahidin dell'Alleanza del nord (ridenominata Fronte unito) non sono molto teneri con le donne - alcune di loro sono state picchiate perche' lavoravano per occidentali -, pur non arrivando alle aberrazioni dei taleban. Le due donne che abbiamo incontrato all'uscita dell'ex-ambasciata sovietica dove si sono rifugiati oltre 20mila profughi, sono tra le poche donne di Kabul che in questi anni hanno potuto lavorare. Anche loro sono sfollate, si sono rifugiate qui per sfuggire ai combattimenti che per anni hanno bersagliato la zona a nord della capitale. In macchina alzano il velo, "cosi' almeno possiamo guardarci in faccia", commentano con una certa civetteria. Da due anni sono impegnate presso il campo profughi come educatrici sanitarie per donne e bambini grazie a un progetto di "Safe the children". Sono molto giovani: Aziza ha vent'anni e Chabnam 19, entrambe gia' sposate, matrimoni combinati. Ma Aziza non e' soddisfatta e anche il fatto che ne parli con degli estranei e' sorprendente. Si e' sposata sette mesi fa e dopo appena uno il marito e' partito per l'Iran in cerca di lavoro e lei e' costretta a vivere con la famiglia di lui. Quando scende dalla macchina gli uomini di casa si affacciano curiosi e un po' minacciosi, come se la stessero aspettando. Ma lei sembra disinteressarsene e cammina disinvolta tra la polvere con le sue scarpe con tacco alto di vernice bianca, l'unica parte del corpo visibile sotto il burqa. Negli anni dei taleban (dal 1996 al 2001) le donne hanno potuto lavorare solo in casi eccezionali e solo a contatto con altre donne. Se il lavoro era cosi' rigidamente limitato, il problema della scuola era risolto con il divieto per le ragazze di studiare e la sanita' era un dramma. All'inizio gli ospedali erano chiusi alle donne, poi sono stati ricavati degli spazi a loro dedicati soprattutto per i problemi ginecologici. Tre anni fa a Kabul avevamo trovato una situazione estremamente drammatica: nel reparto di ginecologia di un ospedale le donne venivano dimesse un'ora dopo il parto - e si trattava di situazioni complicate altrimenti non avrebbero certamente fatto ricorso alla clinica - per lasciare il posto ad altre in attesa, a volte gia' con le doglie, su panche di legno. La strada che porta all'ospedale Rabia Balkhi e' affollatissima, frotte di donne con il burqa alzato si accalacano contro il portone di ferro che separa la strada dal cortile dell'unico ospedale destinato alle donne di Kabul. Ce n'e' un altro, ma solo per problemi ginecologici. Questo invece tratta tutte le malattie e c'e' anche un reparto chirurgico. Un grande edificio un po' lugubre ma abbastanza pulito, suddiviso in piccole stanze dove ci sono sette/otto letti, ambulatori, sala operatoria, 65 medici, di cui cinque maschi, per 250 degenti. Shamsia, camice bianco e velo trasparente viola, e' una delle chirurghe. E' arrivata all'ospedale solo due anni fa, appena finiti gli studi. Ha frequentato all'univerisita' di Kabul l'unica facolta' rimasta aperta alle donne, quella di medicina, indispensabile visto che le pazienti possono essere assistite solo da medici donne. Anche se in questo ospedale si fa una eccezione per i cinque medici maschi. Rahima Zaifar Sfanzerai, direttrice dell'ospedale, e' medico internista. Dicono di non aver avuto molti problemi per il loro lavoro nell'ospedale, i loro problemi con i taleban erano quelli di tutte le donne afghane. E ora? Per loro non e' cambiato nulla dall'arrivo dell'Alleanza del nord a Kabul, ma sperano in un cambiamento. E sono in attesa dei risultati di Bonn, anche se, dice Rahima, l'Onu ha gia' fallito altre volte nel tentativo di trovare una soluzione per l'Afghanistan. Che cosa si aspettano? "Un governo rappresentativo di tutti che possa portare la pace", dice Rahima, mentre Shamsia assente. Con la partecipazione anche dei taleban? "Devono partecipare tutti tranne i gruppi armati che hanno combattuto per 23 anni (sia i taleban che i mujahidin) distruggendo il paese, sono loro i responsabili della catastrofe, quindi devono restare fuori dal governo". Un'utopia, anche se contrariamente ad altre donne, come quelle del Rawa che contestano tutti i fondamentalismi, loro non pensano ad un governo laico, ma islamico: "siamo un paese musulmano e l'oppressione della donna non dipende dal Corano". Sperano invece che torni il re deposto, Zahir Shah. Ma non e' troppo anziano? "Non conta l'eta', conta l'esperienza, le capacita' intellettuali". E le donne? "Le donne sono oltre il 50% della popolazione e devono avere una partecipazione garantita di almeno il 25 per cento nei luoghi di decisione". E Rahima, come altre afghane, contesta la rappresentativita' delle donne che partecipano alla Conferenza di Bonn: "non sono presenti donne che hanno vissuto in Afghanistan in questi anni, loro hanno vissuto fuori dal paese". E il burqa? Per loro non e' la priorita', come lo e' invece l'educazione e il lavoro, affermano con una certa insofferenza rispetto a chi vede nel burqa il simbolo dell'oppressione. Naturalmente non lo portavano prima dell'arrivo dei taleban, ma ora e' diventato drammaticamente un modo per garantirsi la sicurezza. E c'e' da giurarci che non saranno certo i mujahidin a garantire la liberta' delle donne a non portare il burqa. 4. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: IL 14 DICEMBRE DIGIUNIAMO INSIEME [Mao Valpiana e' il direttore di "Azione nonviolenta", la rivista del Movimento Nonviolento fondata da Aldo Capitini; per contatti: azionenonviolenta at sis.it] Aderiamo all'invito, rivolto dal papa a cattolici e persone di buona volonta', ad osservare venerdi 14 dicembre una giornata di digiuno durante la quale "pregare con fervore Dio perche' conceda al mondo una pace stabile, fondata sulla giustizia, e faccia si' che si possano trovare adeguate soluzioni ai molti conflitti che travagliano il mondo". L'Avvento dei cristiani e il Ramadam dei musulmani entrano cosi' in reciproca relazione. Digiuniamo insieme, in modo conviviale, per una meditazione comune rivolta alla pace. Troviamoci a Verona venerdi 14 dicembre, dalle ore 13 alle 14 (digiuno del pasto) e dalle ore 19 alle 20 (digiuno della cena), alla Casa per la Nonviolenza, in via Spagna 8 (vicino alla Basilica di San Zeno) per leggere e commentare insieme testi di Gandhi, Lanza del Vasto e Aldo Capitini sul digiuno e la nonviolenza. L'invito e' rivolto a tutti, laici e religiosi, credenti e non credenti. "Il digiuno e' un esercizio per non avere fame. E' semplice, basta concentrare l'attenzione sulle ragioni del digiuno. Il digiuno e' l'arma favorita dei nonviolenti, perche' l'aggressivita' naturale ha le sue radici nella fame; la fame da' i denti al lupo e lo getta contro la preda. L'aver fame esaspera gli istinti aggressivi. Dunque il digiuno li placa" (Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto - Shantidas). Chi lo desidera potra' versare il denaro corrispettivo dei pasti non consumati, per sostenere iniziative nonviolente. E' un modo concreto per opporsi alla guerra: se vuoi la pace, finanzia la pace. 5. INFORMAZIONE. MONICA LANFRANCO: DUE NUOVE LISTE IN RETE [Monica Lanfranco, giornalista e saggista, e' animatrice della rivista telematica femminista "Marea". Per contatti: e-mail: mochena at village.it, sito: www.marea.it] Invio queste due notizie circa l'apertura di due liste di servizio. La prima e' marea-news, attivata per comunicare le iniziative della rivista "Marea"; la seconda e' Lisistrata, lista di discussione della Convenzione di donne contro le guerre. Per iscriversi a marea-news mandare un messaggio vuoto a questo indirizzo: marea-news-subscribe at yahoogroups.com Per iscriversi a lisistrata mandare un messaggio vuoto a questo indirizzo: lisistrata-subscribe at yahoogroups.com 6. LETTURE. GLORIA ORIGGI: INTRODUZIONE A QUINE Gloria Origgi, Introduzione a Quine, Laterza, Roma-Bari 2000, pp. 174, lire 18.000. Una puntuale presentazione della riflessione di Willard Van Orman Quine, conoscere la quale - almeno in alcuni dei suoi temi e problemi e interrogazioni portanti - potrebbe fare un sacco di bene a ogni persona che si occupa di linguaggio e di ragionamenti (e quindi a ogni persona tout court). 7. LETTURE. IGNACIO RAMONET: MARCOS. LA DIGNITA' RIBELLE Ignacio Ramonet, Marcos. La dignita' ribelle, Asterios, Trieste 2001, pp. 80, euro 7,5, lire 14.522. Il direttore de "Le Monde diplomatique" conversa col subcomandante dell'Ezln. Un piccolo libro prezioso, da leggere d'un fiato. 8. LETTURE. CHIARA ZAMBONI: LA FILOSOFIA DONNA Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai Colli 1997, pp. 160, lire 14.000. Percorsi di pensiero femminile dalle mistiche del medioevo, alle dame francesi del Seicento, a Simone Weil, Hannah Arendt, Luce Irigaray, Julia Kristeva, Virginia Woolf, il pensiero della differenza. 9. RILETTURE. DIETRICH BONHOEFFER: RESISTENZA E RESA Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa, Bompiani, Milano 1969, nuova edizione (notevolmente ampliata) Paoline, Cinisello Balsamo 1988, pp. 576, lire 28.000. Le lettere e gli scritti dal carcere del grande teologo che resistette al nazismo e dai nazisti fu assassinato. Un testimone e un pensatore fondamentale. 10. RILETTURE. ERVING GOFFMAN: LA VITA QUOTIDIANA COME RAPPRESENTAZIONE Erving Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino, Bologna 1969, 1997, pp. 328, lire 24.000. Non solo un classico della sociologia, ma un libro che realmente aiuta la nostra capacita' di attenzione, di comprensione e di comunicazione. 11. RILETTURE. LEV TOLSTOJ: PERCHE' LA GENTE SI DROGA? E ALTRI SAGGI SU SOCIETA', POLITICA, RELIGIONE Lev Tolstoj, Perche' la gente si droga? e altri saggi su societa', politica, religione, Mondadori, Milano 1988, pp. 764, lire 15.000. Una raccolta di scritti pubblicistici di intervento religioso, sociale e politico di Tolstoj tra il 1890 e il 1910. Una lettura viva, da proseguire con altri scritti tolstoiani coevi e con i tre bei volumi che Pier Cesare Bori ha dedicato a questo periodo e a questi temi dell'azione del grande scrittore russo. 12. ALCUNE INIZIATIVE DI PACE DA OGGI A DOMENICA 2 DICEMBRE [Ovviamente le iniziative di pace di seguito segnalate sono quelle di cui siamo venuti a conoscenza e che ci sembrano caratterizzate da due scelte precise: I. la nonviolenza; e II. la difesa dei diritti umani, del diritto internazionale, della legalita' costituzionale] Mercoledi 28 novembre - a Bologna: come ogni settimana dall'inizio di settembre dalle ore 18 alle 19 in Piazza Nettuno le Donne in nero manifestano contro la guerra portando le parole delle donne afgane. Info: draghettan at libero.it, o anche: patriciat at libero.it - a Bologna: aula Poeti, palazzo Hercolani, Strada Maggiore 45, alle ore 11.30, icontro con Giulietto Chiesa. - a Bologna: presso la Sala Consiliare Falcone e Borsellino del Centro Civico del Quartiere Reno. via Battindarno 123, alle ore 17,30, incontro su "Il lavoro nell'economia globale", con Francesco Garibaldo. Info: Silvia.Zamboni at comune.bologna.it - a Bologna: presso "La Ragnatela" via S. Donato 18/2 (a 100m della Porta S. Donato), dalle ore 20 cena mexicana/cilena; dalle ore 22 festa latina. Per informazione: Bottega del commercio equo e solidale "Potosi", tel/fax: 0516390960, e-mail: potosi2001 at inwind.it - a Bologna: presso il TPO di Via Lenin, 3, alle ore 21, assemblea generale del Bologna social forum. Info: www.contropiani2000.org/bsf/assemblea/odg.php - a Bolzano: alle ore 20,30, Kolpinghaus, via Ospedale vecchio, incontro-dibattito su "Le radici della guerra sono nella politica?", con Lidia Menapace e Giorgio Vaccari. Promuove il Comitato per la difesa e il rilancio della Costituzione. - a Faenza: dibattito sulla globalizzazione alle ore 20 in via S. Biagio 47. - a Genova: alle ore 16 presso lo Spazio Informagiovani di Palazzo Ducale si svolgera' l'incontro "Una voce per i bambini dell'Afghanistan" con la partecipazione di R. Salinari (Presidente di Terre des Hommes Italia e della Federazione Internazionale Terre des Hommes), A. Simonazzi (Save The Children Italia) e R. Farina di Emergency. Sono previsti inoltre interventi di T. Benettolo (Presidente nazionale Arci) e di D. Calzoni (Presidente nazionale Arciragazzi), M. R. Cutillo (ManiTese, referente europea della Global March) e di operatori di Organizzazioni Non Governative impegnate in Italia ed all'estero. Le organizzazioni internazionali Terre des Hommes (Marcia Bianca contro lo sfruttamento), Save The Children (una delle prime organizzazioni internazionali a favore dell'infanzia, attiva sin dagli anni 20), Medici senza Frontiere (Premio Nobel 1999 per la Pace), Emergency (l'associazione impegnata nella gestione di due ospedali in Afghanistan), ManiTese (Global March, oggi dedicata al tema dell'educazione), Arci, sono infatti impegnate da molto tempo in Afghanistan o in progetti internazionali con azioni di denuncia, sostegno, aiuto e sviluppo. Per informazioni: Comune di Genova, direzione Servizi alla Persona, tel. 0105577371, e-mail: legge285 at comune.genova.it - a Genova: alle ore 17 in via Balbi 5 incontro con l'illustre teologo Hans Kung. - a Genova: come ogni settimana i pacifisti si ritroveranno per un'ora di silenzio contro la guerra, dalle 18 alle 19, sui gradini del palazzo ducale. - a Milano: alle ore 18 alla libreria Feltrinelli "Conversazioni sull'infanzia". - a Milano: alle ore 19, in via della Signoria 3, incontro sulla cultura albanese. - a Milano: alle ore 20 incontro con Pat Patfoort (una delle piu' note studiose della nonviolenza con una lunga esperienza come trainer a livello internazionale), presso la Casa per la pace, via Marco D'Agrate 11 (metro Corvetto, bus 95). - a Prato: piazza S. Maria delle Carceri a Prato ospita la tenda di Abramo, presso la quale sosteranno i diciassette digiunatori che aderiscono alla proposta lanciata da Pax Christi e Beati i Costruttori di Pace. - a Roma: "Ricerca archeologica e antropologica nella valle del Sankarani (Mali)", con Samou Camara (Universite' de Paris 1). Alle ore 17 presso il Museo Civico di Zoologia, via Ulisse Aldovrandi 18, a cura dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente nell'ambito degli "Incontri con l'Africa". - a Roma: alla Locanda Atlantide in via Lucani 22, alle ore 18 incontro con Sandro Portelli sull'altra America; alle ore 22 Sarina Aletta canta Brecht contro la guerra. - a Verona: veglia di preghiera e marcia per liberare le ragazze schiave e sfruttate. L'Associazione Papa Giovanni XXIII, da anni impegnata nel soccorso e nella liberazione delle ragazze costrette con la forza a prostituirsi, invita a fare oggi una giornata di digiuno che si concludera' con una veglia di preghiera e una marcia attraverso i luoghi piu' malfamati di Verona assieme ad alcune delle vittime liberate. Ritrovo alle ore 21.00 in via Dalla Bona (vicino alla Stazione di Porta Nuova). Per informazioni: tel. 3482488109. - a Verona: Gianni Franceschini mette in scena l'ultimo testo dello psichiatra veronese Vittorino Andreoli: "San Zen che pianze". Al Teatro Camploy di Verona (via Cantarane) alle ore 21. Il 28, 29 e 30 novembre. Posto unico lire 15.000. - a Viterbo: presso il circolo "Orizzonti" in via Mazzini alle ore 20,30 incontro di formazione alla nonviolenza. * Giovedi 29 novembre - a Bari: alle ore 19 in corso Sonnino 23 riunione del gruppo di lavoro rifugiati. - a Bologna: presso il TPO, viale Lenin, 3, alle ore 21, presentazione del libro Obbligo di referto, a cura dei Sanitari del Genoa Social Forum. Con Mariella Saviotti, Anna Rosa Scaramelli, Giovanni Brescia (medico). Info: tel. 3286963812, e-mail: nivea at iol.it - a Bologna: presso la parrocchia Don Giovanni Bosco, via Bartolomeo M del Monte (ex via Genova) 14, alle ore 21, percorso di educazione alla mondialita'. Info: Amici dei Popoli, tel. 051460381, fax 051451928, e-mail: info at amicideipopoli.org, sito: www.amicideipopoli.org - a Bologna: presso la sede della associazione culturale Punto Rosso (info: puntorossobologna at libero.it), in Via San Carlo 42, dalle ore 21 alle 23, incontro su "Impatto delle biotecnologie sull'economia", con Piero Cavina. - a Gubbio: incontro per sviluppare progetti di pace nelle scuole. Per informazioni: gruppo per la pace di Gubbio; Commissione pari opportunita' di Gubbio. - a Lesa: alla sala Pertini sul lungolago mostra di fotografie di Sebastiao Salgado, il grande fotografo brasiliano rappresenta il nostro presente: una umanita' in cammino spinta dalla miseria, dall'intolleranza, dalla guerra. Giovedi: ore 9-12. - a Milano: in corso porta nuova 32 alle ore 16 inizia il corso sull'India della Libera Universita' delle Donne. - a Milano: alle 21,30 in viale Monza 255 video su Usa e mercato delle armi. - a Prato: piazza S. Maria delle Carceri a Prato ospita la tenda di Abramo, presso la quale sosteranno i diciassette digiunatori che aderiscono alla proposta lanciata da Pax Christi e Beati i Costruttori di Pace. - a Rho: alle ore 21 presso il centro civico di via Giusti, assemblea del social forum. - a Rimini: alle ore 2& alla Sala degli Archi, Giancarlo Lannutti presenta "Storia della Palestina". - a San Giovanni in Persiceto: incontro con Gina Gatti e Amnesty International alle ore 20,30. - a Verona: Gianni Franceschini mette in scena l'ultimo testo dello psichiatra veronese Vittorino Andreoli: "San Zen che pianze". Al Teatro Camploy di Verona (via Cantarane) alle ore 21. Il 28, 29 e 30 novembre. Posto unico lire 15.000. * Venerdi 30 novembre - in tutta la Toscana: iniziative nell'anniversario dell'abolizione della tortura e della pena di morte nel Granducato di Toscana il 30 novembre 1786. - a Baronissi: poeti contro la guerra. Info: tel. 089951621. - a Bologna: presso la sede della associazione culturale Punto Rosso (info: puntorossobologna at libero.it), in Via San Carlo 42, dalle ore 21 alle 23, incontro sul commercio etico e la finanza etica, con Matteo Morozzi. - a Feltre: ad Hangarzone incontro su "'Global war?" con Franco Berardi. - a Genova: al Teatro Carlo Felice serata per la liberta' e la pace dedicata a Fabrizio De Andre', conduce Gianni Mina'. - a Imola: alle ore 20,45 presso i padri cappuccini in via Villa Clelia 16, proiezione del film "Il tempo dei cavalli ubriachi". - a Orte (VT): al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, settimo incontro del corso di educazione alla pace. - a Prato: piazza S. Maria delle Carceri a Prato ospita la tenda di Abramo, presso la quale sosteranno i diciassette digiunatori che aderiscono alla proposta lanciata da Pax Christi e Beati i Costruttori di Pace. - a Ruvo di Puglia: auditorium del liceo Tedone, ore 17,30, incntro con Isidoro Mortellaro e la comunita' palestinese. - a Salerno: poeti contro la guerra. Info: tel. 089951621. - a San Domenico di Fiesole (FI): ore 21, alla Badia Fiesolana: "La nonviolenza non e' un'utopia", mons. Luigi Bettazzi. L'iniziativa e' promossa dal Centro studi economico-sociali di Pax Christi e dalla Fondazione Ernesto Balducci. Per informazioni e iscrizioni: tel/fax: 0552374505. - a Torre di pordenone: alla casa del popolo alle ore 20,45 incotnro con Erri De Luca e Alessandro Sabiucciu. - a Verona: Gianni Franceschini mette in scena l'ultimo testo dello psichiatra veronese Vittorino Andreoli: "San Zen che pianze". Al Teatro Camploy di Verona (via Cantarane) alle ore 21. Il 28, 29 e 30 novembre. Posto unico lire 15.000. * Sabato primo dicembre - in varie citta' d'Italia: iniziative per la giornata mondiale contro l'Aids. Info: www.lila.it - ad Alfonsine: inizia e prosegue fino al 9 dicembre un ciclo di iniziative per l'Africa. - a Baronissi: poeti contro la guerra. Info: tel. 089951621. - a Bologna: marcia della dignita' per i migranti: ore 15, piazza XX Settembre (autostazione), corteo fino a piazza del Nettuno sotto la Tenda della Dignita'. Testimonianze delle comunita' dei migranti, immagini, musiche, sapori e al tramonto apertura del Ramadan. - a Bracciano: dibattito sulla pace promosso da "Terra e liberta'". Info: 0699849054. - a Cagliari: all'Alkestis di via Loru due film di Liana Badr, alle ore 20,30. - a Firenze: Villa Medicea di Castello, Accademia della Crusca, ore 10-18: presentazione del "Dizionario della liberta'"con numerosi illustri relatori. - a Gemona: alle ore 20,30, al Centro Salcons, incontro sul tema: "Islam, un dialogo (im)possibile?", con Giuliano Zatti, Faten Chabarek, Giorgio Zanin. - a Imola: corso di cucina multietnica alle ore 15 in via Aldrovandi 31. - a Lesa: alla sala Pertini sul lungolago mostra di fotografie di Sebastiao Salgado, il grande fotografo brasiliano rappresenta il nostro presente: una umanita' in cammino spinta dalla miseria, dall'intolleranza, dalla guerra. Sabato: ore 9-12 e 15-18. - a Modena: seminario sul welfare alla sala Spontini dalle 10 alle 16. - a Modena: alle ore 16, al Foro Boario, Facolta' di Economia e Commercio dell'Universita' degli Studi di Modena, iniziativa promossa dai Giuristi Democratici, con il patrocinio della Provincia. "Diritto alla guerra o guerra al dirittto? L'uso legittimo della forza nel diritto internazionale". Partecipano: Fausto Gianelli, Bruno Desi, Fabio Marcelli, Giuseppe Ugo Rescigno, Simone Scagliarini. Segreteria organizzativa: Giuristi Democratici, Modena, tel. 0536324472, fax 0536325517. - a Monza: in largo Mazzini dalle 14,30 iniziativa per la pace. - a Prato: piazza S. Maria delle Carceri a Prato ospita la tenda di Abramo, presso la quale sosteranno i diciassette digiunatori che aderiscono alla proposta lanciata da Pax Christi e Beati i Costruttori di Pace. - a Quargnento: alle ore 21, Salone della Pro Loco, serata di solidarieta' con le vittime delle guerre, della fame, dell'ingiustizia sociale. Partecipa Ivana Stefani di ritorno dal Pakistan. Proiezione di video, distribuzione di materiale di contro informazione, prodotti della Bottega del commercio equo solidale. A cura di Rete di Lilliput, Associazione Comunicando, Associazione Giovani di Quargnento, Rete Radie' Resch, Pro Loco Quadringentum. Info: Giandomenica Daziano, tel. 0131217397, Cristina Rossi, tel. 0131778449, Maria Teresa Gavazza, tel. 0131219638, e-mail teregav at tin.it - a Roma: giornata di solidarieta' con i rom di via Gordiani, dalle roe 16. Info: tel. 3473701037. - a Rossano Calabro Scalo: alle ore !7 nella sala della Comunita' Montana presentazione del libro di Ettore Masina, Il prevalente passato (edito da Rubbettino, Soveria Mannelli 2001); con Gianni Novello, Piero Fantozzi, Giacomo Paniccia, Tonino Perna, Fulvio Mazza, e naturalmente Clotilde ed Ettore. - a Salerno: poeti contro la guerra. Info: tel. 089951621. - a Santa Maria La Longa: alle ore 9-18 in via don Orione 2, iniziativa per Emergency. - a Sant'Anastasia (NA): manifestazione dedicata alla cultura africana e raccolta fondi per la realizzazione di progetti in Africa. Per contatti: a.tim at inwind.it - a Tavarnuzze (FI): alla "Casa per la Pace", via Quintole per le Rose 131/133, incontro sui diritti minacciati, con L. Bettazzi, U. Allegretti, G. Ghezzi, C. Corsi, C. Pellicano'. L'iniziativa e' promossa dal Centro studi economico-sociali di Pax Christi e dalla Fondazione Ernesto Balducci. Per informazioni e iscrizioni: tel/fax: 0552374505. - a Torino: dalle ore 9,30 festa per la nuova bottega equa e solidale in via S. Donato 43. - a Torino: alle ore 15, presso il Centro Studi Sereno Regis, via Garibaldi 13, conferenza di Carla Ravaioli sul tema "La recessione economica: un'opportunita' per l'ambiente?". info: e-mail: regis at arpnet.it, sito: www.arpnet.it/regis * Domenica 2 dicembre - a Baronissi: poeti contro la guerra. Info: tel. 089951621. - a Bologna: alle ore 9,30, presso la Cisl Emilia Romagna, in via Milazzo 16, assemblea di "Chiama l'Africa". Per contatti: sito: www.chiamafrica.it, e-mail: info at chiamafrica.it, tel. 065430082. - a Lesa: alla sala Pertini sul lungolago mostra di fotografie di Sebastiao Salgado, il grande fotografo brasiliano rappresenta il nostro presente: una umanita' in cammino spinta dalla miseria, dall'intolleranza, dalla guerra. Domenica: ore 10-12 e 15-18. - a Salerno: poeti contro la guerra. Info: tel. 089951621. - a Santa Maria La Longa: alle ore 9-18 in via don Orione 2, iniziativa per Emergency. - a Sant'Anastasia (NA): si conclude la manifestazione dedicata alla cultura africana e raccolta fondi per la realizzazione di progetti in Africa. Per contatti: a.tim at inwind.it - a Tavarnuzze (FI): alla "Casa per la Pace", a via Quintole per le Rose 131/133, prosegue l'incontro sui diritti minacciati, con G. Codrignani, U. Allegretti. L'iniziativa e' promossa dal Centro studi economico-sociali di Pax Christi e dalla Fondazione Ernesto Balducci. Per informazioni e iscrizioni: tel/fax: 0552374505. - a Viterbo: alle ore 16 presso il centro sociale "Valle Faul" consueto incontro di formazione alla nonviolenza. 13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 14. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 302 del 28 novembre 2001
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