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La nonviolenza e' in cammino. 293
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 293
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 19 Nov 2001 03:36:37 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 293 del 19 novembre 2001 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini, l'alternativa 2. Una lettera di Gerard Lutte 3. Elettra Deiana, gli aquiloni di Peshawar 4. Antonio Tabucchi, inseguiti dai nostri fantasmi 5. Benito D'Ippolito, d'improvviso 6. Calendario delle iniziative di pace 7. Per studiare la globalizzazione: da Donald Woods Winnicott a Virginia Woolf 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. IL PUNTO. PEPPE SINI: L'ALTERNATIVA Di una medesima natura sono la guerra e il terrorismo: recare a taluni la morte, ad altri infondere una tale paura che li pietrifichi e li induca alla sottomissione servile. Le armi non solo strappano la luce del giorno alle loro vittime dirette, ma negano altresi' la dignita' del pensare agli armigeri come ai sopravvissuti. L'uso delle armi e' sempre denegazione di umanita'. E massime dopo Auschwitz ed Hiroshima chi ancora adora le armi e l'arte dell'uccidere si fa con cio' stesso nemico non solo di altri ma di se stesso, e sbrana l'umanita' propria e l'umanita' intera. Esiste un'alternativa, e solo essa puo' salvare il mondo: distruggere le armi, promuovere la pace e la giustizia in necessario sinolo, costruire diritto e diritti, riconoscimento di dignita' e solidarieta' operante nelle relazioni tra i popoli come tra le persone. Chiamiamo questa scelta nonviolenza. 2. TESTIMONI. UNA LETTERA DI GERARD LUTTE [Gerard Lutte e' un maestro di pace e di solidarieta'; di origine belga, da molti anni in Italia, docente universitario di psicologia dell'età evolutiva, ha partecipato a Roma alla vita e alle lotte degli abitanti di una borgata di baraccati e di un quartiere popolare e ad un lavoro sociale con i giovani più emarginati; collabora con movimenti di solidarietà ed esperienze di accoglienza; ha promosso iniziative mirate e concrete di solidarietà internazionale dal basso e di auto-aiuto, con particolar riferimento alla situazione centroamericana, di impegno di liberazione con i giovani e soprattutto le bambine e i bambini di strada. Tra le opere di Gérard Lutte: Quando gli adolescenti sono adulti. I giovani in Nicaragua, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Sopprimere l'adolescenza?, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Psicologia degli adolescenti e dei giovani, Il Mulino, Bologna 1987; Dalla religione al vangelo, Kappa, Roma 1989; Cinquantanove ragazze e ragazzi di strada con G. L., Principesse e sognatori nelle strade in Guatemala, Kappa, Roma 1994 (e' stata recentemente pubblicata una seconda edizione aggiornata). Per contatti: gerardlutte at tin.it] Care amiche ed amici, a quest'ora saro' gia' in viaggio verso il Guatemala e prima della partenza volevo mandarvi un affettuoso saluto. In Guatemala, da due anni sono tornati al potere gli assassini, i responsabili del genocidio che e' costato la vita a piu' di duecentomila persone. I "soldati di razza", come Rai Due chiama i superkiller, addestrati in campi di terroristi nello stato della Virginia, distruggevano in modo sistematico tutto cio' che era vita, persone umane, animali, campi di mais. Circondavano i villaggi indigeni, bruciavano vivi nelle scuole i bambini, violentavano le donne e le ragazze, schiacciavano contro i muri i bambini piccoli, strappavano dal ventre delle donne incinte il loro frutto perche' volevano distruggere fino al seme della vita. Dietro loro c'erano gli Stati Uniti e la complicita' dei paesi europei, quelli che oggi si presentano come i difensori dei diritti umani. Sabato, durante il dibattito sui bambini di strada svoltosi a Roma, Arturo Paoli, splendida persona di quasi novant'anni, ci parlava della contraddizione delle nostre societa' occidentali, cosi' civili e democratiche ma il cui benessere deriva della morte di milioni di persone nel Terzo Mondo non solo nelle guerre, ma anche per la fame. Gli assassini sono al potere non solo in Guatemala, ma nel mondo intero. E con il nostro comodo silenzio, la nostra rassegnazione, siamo complici, il nostro benessere e' macchiato dal sangue degli innocenti, proclamiamo come Caino che non siamo responsabili dei nostri fratelli. Pero' nelle parole di Arturo Paoli e di Giulio Girardi sabato sera, nella presenza di tanti giovani, nelle manifestazioni di Genova e di sabato scorso contro la guerra, ci sono segni di speranza, di giusta e necessaria ribellione, di amicizia con gli ultimi del pianeta. Ed e' questo messaggio di amicizia che diro' da parte vostra alle ragazze e ragazzi di strada, la vostra solidarieta' non e' una narcisistica elemosina, perche' e' inserita in una lotta per costruire una societa' diversa che rispetti i piu' deboli. "Soldati di razza", superbombardieri e superbombe, tremende armi di distruzione, non dimostrano la forza dell'occidente, ma la sua intrinseca debolezza. La guerra, manifestazione dell'oppressione, e' il cancro che porta alla morte la nostra civilta' di morte. La vita e la speranza sono nell'amicizia, nei gruppi delle ragazze e ragazzi di strada che vivono l'amicizia. Ed io, entrato nell'anticamera della pensione che si chiama "fuori ruolo", vorrei ricordare alle mie studentesse e studenti, la loro responsabilita' oggi verso il pianeta, il loro dovere di opporsi a chi opprime e fa la guerra. Ricordo loro che la felicita' e' solo l'amicizia, non la carriera, i soldi, il potere. E' questo il mio augurio prima di partire per le strade del Guatemala. Un abbraccio. 3. RIFLESSIONE. ELETTRA DEIANA: GLI AQUILONI DI PESHAWAR [Elettra Deiana, parlamentare, ha recentemente incontrato in Pakistan le organizzazioni democratiche ed umanitarie delle donne afghane. Per contatti con Elettra Deiana: deiana_e at camera.it; questo intervento e' apparso sul sito della rivista femminista "Marea" (www.marea.it) e su altri siti; ringraziamo la direttrice di "Marea", Monica Lanfranco (mochena at village.it), per avercelo trasmesso] Il burqua e' una copertura totale, una sorta di tenda circolare e sigillata montata sul corpo di una donna. Una fatwa dei Taleban ne rende obbligatorio l'uso fuori di casa e le donne che non si attengono rigidamente all'imposizione rischiano pene terribili e infamanti. Il re Zahir Shah, sul trono dal 1933 al 1973, anno in cui venne deposto da un colpo di Stato di militari filosovietici, aboli' l'obbligo del burqua. E' anche per questa ragione non secondaria che le attiviste della Rawa (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan) e molte intellettuali afghane impegnate in esilio nella resistenza contro il regime di Kabul, considerano positivamente, sia pure tra molti distinguo, il fatto che all'ex re ormai in eta' assai avanzata sia dato l'incarico di condurre la fase della transizione post bellica. Al di la' dell'ingombro e del fastidio che l'obbligo del burqua arreca all'esistenza quotidiana delle donne, il significato simbolico di questo abbigliamento e' inequivocabile, cosi' denso di suggestioni e riferimenti a una rappresentazione del mondo dominata da una concezione patriarcale misogina fino all'annientamento del genere femminile. Cosa che nell'Afganistan dei Taleban non e' soltanto una metafora ma la condizione materiale in cui e' vissuta, e continua a vivere anche sotto le bombe occidentali, la parte femminile della societa' afghana. Il burqua visualizza in modo estremo quella segregazione femminile che, in forme piu' o meno accentuate, piu' o meno misogine e sessuofobiche, ha segnato la storia dei sistemi sociali di tipo patriarcale. Il confinamento delle donne in spazi separati, in luoghi domestici e privati, sottratti alla vista esterna, la rigida divisione degli spazi interni da quelli esterni, del "dentro" e del "fuori" della vita sociale e dunque la divisione sessuale dei ruoli, il controllo maschile sui corpi femminili, la riduzione di quei corpi a macchine fattrici di progenie maschili: a tutto questo allude il burqua. In Afghanistan le donne sono sempre prigioniere, murate e rese invisibili nelle loro case, che devono avere le finestre oscurate. Gli uomini che non provvedono adeguatamente a questo sono puniti. Il burqua porta all'esterno la prigionia del "dentro", e' esso stesso un "dentro" estremo e totale, una forma di cancellazione simbolica che traumatizza e ferisce l'umanita' femminile. Ma, malgrado tutto, in Afghanistan non l'ha affatto annientata. Molte donne in tutti questi anni, in condizione di clandestinita' nel proprio Paese e a rischio continuo della propria vita nei campi profughi, sulla frontiera col Pakistan, hanno costruito reti di resistenza, rapporti di solidarieta' con altre donne, canali di trasmissione di un pensiero critico e libero, rivolto in particolare alle bambine - il futuro di quel Paese martoriato. Queste donne rappresentano oggi, sia pure nella indubbia piccolezza numerica della loro esperienza, una delle parti piu' vive e dinamiche della societa' afghana. In particolare le donne appartenenti al gruppo politico Rawa, infaticabili attiviste della dignita' e della liberta' femminile, impegnate da anni in una durissima resistenza contro il fondamentalismo islamista e oggi in prima fila nel denunciare i danni disastrosi che la guerra occidentale produce sul piano materiale e su quello politico e culturale. In Afghanistan e nell'intera regione. Basti pensare all'impatto negativo che la guerra degli USA potra' avere su un'intera generazione di giovani maschi musulmani, in quella e in altre aree del mondo, sui processi di formazione della loro identita' individuale e collettiva, in societa' ancora cosi' segnate dalla preminenza del valore simbolico dell'essere maschi, del virilismo guerriero, della suggestione identitaria che l'appello islamista alla Jihad puo' suscitare di fronte a una guerra cosi' violenta e disastrosa, cosi' egualmente segnata da una speculare supponenza identitaria. Ci sono luoghi in cui la globalizzazione produce contraddizioni acute ed estreme, un intreccio, all'apparenza insensato, tra la potenza tecnologica insita nell'ipermodernita' in cui viviamo e l'oscuro, ancestrale potere patriarcale che si esercita sui corpi delle donne, sulle menti dei fanciulli, su tutte le piu' diverse consuetudini sociali. L'Afghanistan e' un luogo veramente estremo, ai confini del mondo. La' le contraddizioni diventano esse stesse estreme, acuminate come punte di pugnale e investono brutalmente l'esistenza quotidiana di donne e di uomini. Anche di uomini, nelle pieghe piu' segrete, nei desideri piu' intimi. L'Afghanistan e' abitato non soltanto da donne costrette a diventare invisibili nel burqua ma anche da uomini che non possono radersi o tagliarsi la barba e da bambini che non possono giocare con gli aquiloni. Una fatwa imposta dal regime di Kabul lo vieta e impone la chiusura di tutti i negozi che vendono aquiloni. Perche' volano in alto nel cielo, assecondano e rappresentano aneliti di liberta', sogni infantili di felicita'. E in Afghanistan non c'e' posto per la felicita'. Neanche per un'illusione di felicita' racchiusa nel piccolo volo di un aquilone. I Taleban dominano impugnando da veri guerrieri i kalashnikov d'ordinanza e ostentano barba e copricapi confezionati secondo la legge islamista. L'Islam, il Corano, la fede musulmana non hanno molto a che vedere con le fatwa islamiste di Kabul. Non piu' di quanto crociate e conversioni forzate ebbero a che vedere col Vangelo e la fede cristiana. Anche se va ricordata, ancora una volta, la fulminante critica femminista a tutte le grandi religioni monoteiste, fondate sulla "parola di Dio", sulla "rivelazione di Dio agli uomini" e percio' stesso a rischio di suggestioni fondamentaliste. Esse hanno infatti immanente il rischio della torsione integralista, del diventare strumento di potere nelle mani di gruppi di uomini che riescono ad arrogarsi il diritto esclusivo di parlare in nome del loro Dio per fini che con la fede non hanno niente o hanno poco a che vedere. Il fondamentalismo islamista e' il frutto appunto di un processo di questo tipo, anch'esso pero' soprattutto un prodotto della modernizzazione e della globalizzazione. E' un'ideologia che si impossessa su molti piani della tradizione culturale e religiosa dell'Islam e la fa diventare un'arma micidiale al servizio di progetti politici, strategie di egemonia, tattiche di controllo del territorio di gruppi e elites che mirano a impossessarsi del potere e competono per il potere. Basti pensare alla vicenda che ha insanguinato l'Algeria nel decennio che abbiamo alle spalle, ai proclami di guerra santa che si moltiplicano in Medio Oriente e non solo, alle convulsioni dinastiche che incombono in molti Paesi arabi. Foraggiato, alimentato, vezzeggiato dagli Usa e dai servizi segreti occidentali al tempo della guerra fredda con l'Urss e dell'invasione sovietica dell'Afghanistan, il fondamentalismo islamista ha assunto oggi una propria autonomia politica e nei padrini di ieri ha individuato i nemici di oggi, nelle sofferenze planetarie prodotte dal mercato globale la fonte di legittimazione di tutte le proprie strategie e il camuffamento delle vere intenzioni che presiedono alle loro azioni terroristiche. La guerra spietata condotta dagli Stati Uniti e dal codazzo dei loro alleati contro l'Afganistan, i bombardamenti che uccidono la popolazione inerme e colpiscono obiettivi civili di fondamentale importanza per la sopravvivenza di donne e bambini potranno avere ragione del regime dei Taleban, far piazza pulita degli studenti guerrieri di Kabul, snidare il nemico numero uno (oggi) degli Stati Uniti, quell'Osama Bin Laden, che i Taleban proteggono e che ai Taleban ha offerto non pochi sostegni e aiuti di ogni tipo. Ma tutto cio' non significhera' affatto il declino e men che meno la fine del fondamentalismo islamista, che rischia di diventare - o e' gia' diventato - l'altra faccia del Nuovo Ordine Mondiale voluto dagli Usa e dall'intero Occidente. Faccia non meno ripugnante e altrettanto pericolosa, un gigantesco ingombro frapposto ai processi di emancipazione e liberazione umana, un alibi per misure liberticide che potranno far regredire, in tutto il mondo, a cominciare da quell'Occidente che se ne fa vanto, ma dimentica di quante lotte e sofferenze sociali esse siano il frutto, la coscienza e le conquiste civili. In quella piccola parte di societa' afghana che abbiamo incontrato nella nostra missione in Pakistan, nei campi profughi nella zona di Peshawar, dove e' radicata l'iniziativa di Rawa e di Hawca (Humanitarian Assistance for the women and children of Afghanistan), una ong composta in maggioranza da profughe afghane, la parola e l'agire di molte donne fa ordine. Un ordine "altro", antitetico a quello imposto dal regime di Kabul, che scaturisce proprio dall'esistenza di indicibili contraddizioni di genere - tra la parte femminile e quella maschile dell'ordine sociale - e dalla scelta delle donne di porsi consapevolmente al centro di esse per cercare di risolverle a partire da se' e dalla solidarieta' col proprio genere. Cosi' nel Paese dove le donne sono costrette al silenzio piu' totale - una fatwa proibisce loro di indossare scarpe con i tacchi perche' i Taleban non vogliono udirne il rumore - la parola di molte donne contro il regime risuona tagliente come una lama e produce nuovi luoghi mentali, nuovi spazi pratici di liberta' e autonomia. Anche per gli uomini ovviamente, non pochi dei quali solidarizzano con le donne di Rawa e Hawca e le aiutano a fondo nella loro impresa. O le appoggiano, come un mullah aperto al mondo, che e' a capo del campo profughi di Nowshera e che ha permesso alla Rawa la costituzione di un'intera scuola femminile, contrassegnata, nella sobria poverta' dei luoghi e dei mezzi a disposizione, da una passione femminile per l'apprendimento che lascia veramente di stucco. Nel loro rischioso aprire piccole scuole clandestine in case private in Afghanistan, nel battersi nei campi perche' le famiglie permettano alla bambine di studiare, le donne hanno continuato a trasmettere la lingua, la cultura, la storia del proprio Paese, l'amore per il proprio Paese. Hanno compiuto opera di civilizzazione delle relazioni umane e sociali contro gli effetti devastanti della furia fondamentalista. E' poco ma e' gia' moltissimo, il segno concreto di un altro mondo possibile, come il movimento no global va dicendo, dove le donne possono lasciare nell'armadio il burqua e le bambine hanno diritto a essere curate e a imparare, dove tra i sessi c'e' solidarieta', scambio, rispetto. E dove i bambini e le bambine possono giocare con gli aquiloni. A Peshawar, una sera, il cielo ne era pieno e dalle terrazze piccole mani ne guidavano il volo. Allora ho capito il perche' di quella fatwa che a leggerla mi era sembrata grottesca. Anche in Afghanistan i bambini giocano con gli aquiloni e inseguono i loro sogni. Che possano farlo in futuro dipende oggi molto dalle donne di quel Paese ma certo anche da quanto la volonta' politica della parte pacifista dell'Occidente incidera' nelle dinamiche politiche di questa fase storica. 4. RIFLESSIONE. ANTONIO TABUCCHI: INSEGUITI DAI NOSTRI FANTASMI [Antonio Tabucchi e' scrittore e docente universitario. Questo intervento e' apparso sul quotidiano "L'Unita'" del 12 novembre] La fantascienza sembra avercela fatta: e' diventata realta'. Le immagini degli aerei che si infilavano nelle Torri di New York non appartenevano a un film catastrofista di effetti speciali, di cui il cinema hollywoodiano e' stato prodigo, ma erano vere. Superarle, per quel tipo di cinema, d'ora in poi sara' difficile. Ma la fantascienza pare essersi installata anche nella politica, nella vita comune, nelle coscienze delle persone. Esempio: gli Stati Uniti fabbricano mostri e poi pretendono che l'Europa li aiuti a distruggerli. Nel suo gabinetto politico da dottor Caligari, l'America del dopoguerra ha fabbricato vari Frankenstein in giro per il mondo: Pinochet in Cile, i colonnelli in Grecia, Suharto in Indonesia, lo Scia' in Iran che poi ha prodotto Khomeini, Saddam in Irak che era un utile alleato contro Khomeini, i talebani in Afghanistan che erano utili contro l'Unione Sovietica. Quando alcune di queste creature si rivoltano contro lo scienziato, gli Stati Uniti le bombardano, come nel film di King Kong gli aerei bombardano King Kong. Con la differenza che Bin Laden e' un prodotto americano, e' un made in Usa esattamente come il McDonald e, ahime', pare sia esportato un po' dappertutto nel globo. E del McDonald e' senz'altro piu' nocivo, anche gli anti-global lo riconosceranno. Bombardare l'Afghanistan, nascondiglio di Bin Laden, sara' la buona soluzione contro il terrorismo o non sara' che dopo tante bombe e tante vittime innocenti ce lo ritroveremo sano e salvo come Saddam Hussein? Se l'Europa sembra non aver riflettuto a sufficienza su questo difficile dilemma, l'Italia, dal canto suo, non ci ha pensato su' due volte. Il governo italiano, munito anche delle credenziali delle massime istituzioni dello Stato, tanto ha fatto e tanto ha brigato che e' riuscito a entrare in una guerra per la quale non era stato richiesto il suo diretto intervento militare. E' un po' come se gli Stati Uniti avessero "esaudito" lo spasmodico desiderio di Berlusconi di partire per il fronte. Ce l'abbiamo fatta, ci hanno accettato in guerra!, sembrava dicessero i volti dei ministri che alla Camera assistevano al risultato di una votazione pressoche' unanime. Il Parlamento aveva votato compatto, come auspicava il presidente della Repubblica: finalmente l'Italia in guerra. Ma ho l'impressione che il sentimento degli italiani non corrisponda esattamente alle scelte belliche del Parlamento. Le persone comuni sanno che il terrorismo non si combatte con le guerre, ma con un'accorta politica internazionale, con interventi di polizia, con la trasparenza finanziaria, con i servizi di sicurezza. Mi chiedo: ma la Cia, che in questi ultimi cinquant'anni quando ha voluto attuare ha attuato come le pareva, e' andata in pensione? Quello che e' inquietante nel nostro Paese e' la rapidita' con cui si e' imposto il pensiero unico dopo l'ascesa al potere di Berlusconi. In Europa i cittadini discutono, manifestano, dissentono. In Italia e' vietato: i dissidenti sono segnati a dito come negli "Achtung banditi!" che apparivano nei bandi repubblichini. Del resto la matrice e' quella. Se i politici della sinistra non sono capaci di dirlo, sara' bene ricordarlo ai cittadini che sulla guerra nutrono piu' dubbi che sicurezze: molti dei Soloni che vi accusano di vigliaccheria o di stare dalla parte del nemico sono degli ex fascisti, o hanno vicende oscure e pendenze giudiziarie, e sono difesi dall'immunita' parlamentare. Rispedite le accuse al mittente. La guerra e' un fatto antico, appartiene alla specie umana. Se volete riflettere sulla guerra, sulle guerre, con la vostra testa, fatelo, e' vostro fondamentale e sacrosanto diritto. Come si sa le guerre, che per alcuni di solito producono degli svantaggi, per altri possono perfino essere vantaggiose. Per esempio, calamitando l'attenzione dell'opinione pubblica, possono risultare una vantaggiosa distrazione per un governo che abbia il progetto di far passare una serie di leggi di discutibilissima correttezza costituzionale, anzi, che della Costituzione si possono far beffe. Fatte, approvate e controfirmate celermente mentre la guerra infuria e i cittadini italiani guardano sul teleschermo le imprese belliche, le leggi la fanno in barba, e il Tricolore sventola. E a proposito del Tricolore, che e' una bandiera di cui personalmente vado fiero, a me piacerebbe di piu' che nella situazione storica in cui si trova questo Paese, piuttosto che fosse consigliato alle famiglie di tenere in casa la nostra bandiera, si consigliasse di comprare due libri, il primo grande e il secondo piccolo (di formato), ma entrambi grandi di contenuto: "La Divina Commedia" e "La Costituzione Repubblicana". Ritengo che un'idea di "italianita'", se cosi' posso dire, si trovi piu' in quei due testi che in una bandiera, e la mia esperienza di professore universitario grazie alla quale posso affermare che pochi (davvero pochi) studenti li hanno letti, mi fa ritenere che siano ignoti a una buona parte dei cittadini italiani. Forse un'educazione a un maggior sentimento dell'unita' nazionale, a un'appartenenza storica, culturale e sociale comuni, potrebbe cominciare proprio dalla lettura del poema che ha fondato l'Italia linguisticamente e dagli articoli del popolo sovrano che l'hanno fondata come Paese finalmente libero e democratico dopo alcuni secoli di spartizioni, divisioni, occupazioni, dittature. Analogamente, mi piacerebbe la proposta di un parlamentare di un qualche partito consapevole, che a differenza di quell'esponente di Alleanza Nazionale che vorrebbe che il governo regalasse a ogni neonato italiano il Tricolore, proponesse di fargli spedire per posta una Costituzione, seppure in un'edizione sobria e molto economica. A guisa di auspicio, di piccolo vitalizio ideale e morale: benvenuto, bambino, che questo libriccino ti accompagni nella vita, e' quanto di meglio istituzionalmente e politicamente questo Paese ha saputo fare. E se non lo volesse fare il governo, potrebbe incaricarsene lo Stato. Del resto sarebbe una spesa modesta: quanti bambini possono mai nascere in Italia in un anno? In confronto alle spese di certi uomini d'affari che per scendere in politica hanno inondato le famiglie italiane con la loro lussuosa "biografia" a colori, sarebbe una spesa irrisoria. Quanto al Tricolore e agli oltre duemila (per ora) volontari in partenza per "missioni d'attacco", secondo l'espressione del ministro della Difesa, ci auguriamo che non debba avvolgere nessuna bara di ritorno. Di solito nelle guerre succede: e' la loro logica. 5. RIFLESSIONE. BENITO D'IPPOLITO: D'IMPROVVISO [Benito D'Ippolito e' un collaboratore abituale di questo foglio] L'uomo solo che d'improvviso la pioggia coglie furiosa in un giorno scolorito di freddo, nel fango che subito stende il suo tappeto di botole e l'ombrello non vale a ripararlo. L'uomo solo che ha molto camminato soffiandosi parole smozzicate per allentare la fatica, la presa a morsi nel petto della fatica, e la pioggia come un'ombra infinita. L'uomo solo che sente di lontano il brontolio degli uccelli alto lucenti che sul capo gli defecano la morte e si chiede qualcosa che anch'io sento ma non so dire se non come urlo e strazio. L'uomo solo, le bombe dal cielo il grande gioco delle folgori e del nulla che odora di carne, di carne bruciata e la pioggia la pioggia che stende quest'ombra infinita. 6. CALENDARIO DELLE INIZIATIVE DI PACE [Ovviamente le iniziative di pace di seguito segnalate sono quelle di cui siamo venuti a conoscenza e che ci sembrano caratterizzate da due scelte precise: I. la nonviolenza; e II. la difesa dei diritti umani, del diritto internazionale, della legalita' costituzionale] Lunedi 19 novembre - a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti: miriamsil at libero.it - a Milano: alle ore 21, presso il Circolo della Stampa, Sala Bracco, incontro su "media e guerre dimenticate"; intervengono i giornalisti: Maso Notarianni (Afghanistan); Luca Vido (Tibet); Angelo Ferrari (Corno d'Africa e Sudan); Enrico Fovanna (Kurdistan). La serata ha il patrocinio di Emergency (presente in sala Teresa Strada), associazione a cui andranno i proventi della serata benefica, a offerta libera, e quelli delle vendite dei libri. - a Roma: "Scritti d'Africa. Bibliografia cronologica della letteratura africana edita in Italia dal 1913". Presentazione del volume pubblicato dall'Isiao (Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente). Alle ore 19 presso la Casa delle Culture, via di san Crisogono 45, a Roma. Una iniziativa di: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente, Casa delle culture e Gruppo Scritti D'Africa. Info: 06328551. - a Viterbo: alle ore 21,30 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo per preparare nuove iniziative contro la guerra. * Martedi 20 novembre - a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti: miriamsil at libero.it - a Milano: incontro sull'Afghanistan, con Cristina Cattafesta, di Emergency-Donne in Nero, di ritorno dal Pakistan; alle 20,30 presso la Casa per la Pace, in via Marco d'Agrate 11 (tel. 0255230332, e-mail: casapace at tiscalinet.it, sito: www.web.tiscali.it/casapace). - a Viterbo: iniziativa del "Centro di ricerca per la pace". * Mercoledi 21 novembre - a Bologna: presso lo Spazio Sociale Studentesco, via Belmeloro 1/e, alle ore 21, riunione del Gruppo di lavoro Scuola e formazione del Bologna Social Forum. - a Fano: tutti i mercoledi dalle ore 18 alle ore 19, in piazza XX settembre, iniziativa di Rete Lilliput e MIR contro la guerra. Per contatti: lucben at libero.it - a Genova: consueta manifestazione settimanale dalle ore 18 alle ore 19 in silenzio sui gradini del palazzo Ducale. Per contatti: norma.b at libero.it - a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti: miriamsil at libero.it - a Padova: alle ore 20,30 presso la sala del Teatro Parrocchiale S. Carlo in via Guarnieri (Arcella) incontro con il teatro palestinese "Inad". il "Teatro Inad" e' un gruppo di attori professionisti palestinesi proveniente da Beit Jala, citta' dei Territori Autonomi Palestinesi. Faranno una tournee in varie parti d'Italia offrendo al pubblico italiano i loro spettacoli (uno per ragazzi delle scuole elementari e medie ed uno per adulti) e la loro esperienza cosi' importante e cosi' difficile. Per informazioni: tel. 0498755116, fax: 0498755714, e-mail: etimos at etimos.it, sito: www.etimos.it - a Viterbo: aula 2 della Facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi della Tuscia, via del Paradiso 47, ore 17,30. L'impresa e la finanza etica. Intervengono: Mario Persio, consulente aziendale, autore di Etica e impresa, Franco Angeli; Pierre Di Toro, ordinario di Strategia e Politica aziendale, facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi della Tuscia; Giuseppe Di Francesco, c.d.a. di Banca Popolare Etica. Promotore: Gruppo soci di Viterbo della Banca Popolare Etica, c/o Caritas diocesana, piazza Dante 2, Viterbo, tel. 0761303171 (mercoledi mattina). * Giovedi 22 novembre - a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti: miriamsil at libero.it - a Napoli: incontro per costituire un forum sociale universitario, presso la Facolta' di Lettere e Filosofia, via Porta di Massa 1, alle ore 11,30. Per ulteriori informazioni contattare: uniforum at libero.it - a Oristano: alle ore 18 presso la Sala Consiliare del Comune di Oristano, in Piazza Eleonora d'Arborea, tavola rotonda su "La pace nel mondo: ostacoli e proposte per la sua costruzione con metodi nonviolenti", con Teresina Andria (Missionaria Saveriana), Fawzi (dell'Associazione Sardegna-Palestina) e un rappresentante di Emergency. Promuove il Forum per la pace di oristano, per contatti: lapergamena at tiscalinet.it - a Roma: tutti i giovedi il GSI (Gruppo di Solidarieta' Internazionale) e la Comunita' di San Leone testimonieranno il proprio impegno contro al guerra. Per contatti: via Boccea 60, 00167 Roma, tel. 066633448 (dalle ore 16,30), e-mail: grupposolidarietainternazionale at hotmail.com - a Torino: presso il Centro Studi Domenico Sereno Regis, via Garibaldi 13, alle ore 20,30: "La politica dell'azione nonviolenta secondo Gene Sharp: teorie del potere", con Enrico Peyretti e Carla Toscano. Per informazioni: tel. 011532824. - a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" iniziativa contro il razzismo, partecipano Dino Frisullo e rappresentanti delle comunita' straniere in Italia. * Venerdi 23 novembre - a Cazzago S. Martino: alle 20,30 presso la biblioteca di Cazzago S. Martino verra' presentato il libro curato da Francesco Ongaro per l'associazione "Apassoduomo" con il patrocinio del Comune, che raccoglie testimonianze sui giorni del g8 a Genova, dal titolo "Tra ancora e mai piu'". Per informazioni: info at apassoduomo.org - a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti: miriamsil at libero.it - a Milano: alle ore 19-23 presso la Camera del lavoro in corso Porta Vittoria 43, dibattito contro la guerra, verso Porto Alegre 2002. Partecipano: Bernard Cassen (presidente Attac Francia, vicedirettore de "Le monde diplomatique"), Toni Negri (filosofo), Mario Agostinelli (Cgil Lombardia), Marco Bersani (Attac Italia), Jose' Luis Del Roio (Forum Mondiale delle Alternative), Sabina Siniscalchi (segretaria di Mani Tese); presiede: Nicola Nicolosi (segr. Cgil Lombardia); introduce: Giorgio Riolo (Associazione Culturale Punto Rosso). Per informazioni e contatti: puntorosso at puntorosso.it - a Oristano: presso la Pinacoteca Comunale di Via S. Antonio, mostra sulle cause e situazioni delle diverse aree mondiali afflitte da conflitti armati. Ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20. - a Orte (VT): al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, settimo incontro del corso di educazione alla pace. - a Parma: presso Teatro Due, ore 20,30, forum aperto su: "Informazione e manipolazioni mediatiche"; partecipano: il regista Enrico Giardino, Pierluigi Sullo (caporedattore di "Carta"), il fisico Marcello Cini e il fotografo Carlo Cerchioli. L'iniziativa e' nell'ambito del Festival di cinema scientifico Prix Leonardo - che dal 21 al 24 Novembre a Palazzo Soragna, Parma, prevede la proiezione continua, a ingresso libero, di filmati scientifici inediti provenienti da televisioni o laboratori o registi indipendenti di tutto il mondo. Info: Fondazione Medikinale via Gramsci 14, Parma, tel. 0521985886, e-mail: info at prixleonardo.org - a Torino, all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, Where The Eagles Fly, in collaborazione con Zonta Torino Due, promuove "donne di pace", incontro inter-religioso con le piu' importanti rappresentanti femminili delle diverse culture per imparare a condividere i profondi messaggi che ogni religione ci insegna e per superare le barriere culturali e razziali. Un lungo week-end di seminari esperienziali per capire come il messaggio d'amore che porta in se' ogni credo puo' realizzarsi sul terreno comune della solidarieta' attraverso l'impegno nel sociale. Questo incontro interreligioso promosso da Where The Eagles Fly, contribuira' al finanziamento della campagna Unicef-Zonta International per la vaccinazione contro il tetano materno e neonatale in Nepal. Per informazioni: www.siberianshamanism.com - a Verbania: alle ore 21, a Palazzo Flaim, assemblea-dibattito sulla proposta di legge per la formazione delle Forze dell'Ordine secondo i principi e la prassi della nonviolenza. Introduce: on. Laura Cima, del Gruppo Verdi alla Camera, membro della Commissione Esteri. Intervengono: Davide Melodia, gia' Segretario del Movimento Nonviolento e della Lega per il Disarmo Unilaterale; Gabriele Ghezzi, dirigente nazionale del S.I.U.L.P.; Gianni Barbacetto della redazione del settimanale "diario". Per informazioni: tel. 0323404220, 032380347, e-mail: paolo.caruso at libero.it, verdi.verbano at virgilio.it - a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" iniziativa contro le manipolazioni genetiche, partecipa Andrea Ferrante. * Sabato 24 novembre - in tutta Italia: Il 24 novembre decine di associazioni e organizzazioni non profit celebrano il Buy Nothing Day, la Giornata Mondiale del Non Acquisto. Dal 1992 la Giornata vede coinvolte centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo nel piu' grande sciopero del consumo che la societa' occidentale abbia mai conosciuto. Sono decine le associazioni e i gruppi che quest'anno in Italia celebrano questa giornata. Per informazioni: bnd2001italy at terre.it, www.terre.it/bnd2001italy, www.retelilliput.it, www.unimondo.it/bilancidigiustizia. Portavoce: Umberto Di Maria, Terre di mezzo, tel. 0248953031; Amalia Navoni, coordinamento Nord Sud e Nodo di Milano Rete di Lilliput, amalia.navoni at rvm.inet.it; Silvia Marastoni, gruppo consumo critico del Milano social forum, tel. 3487160563; Caterina Azzoni, gruppo consumo critico del Milano social Forum, 3290834882; Roberto Brambilla, coordinatore del gruppo di lavoro tematico (della Rete di Lilliput Nazionale) "Impronta ecologica", r.brambilla at mclink.it, tel. 0396908533; Davide Barillari, associazione Tatavasco, tel. 029504678; don Gianni Fazzini, Movimento Bilanci di Giustizia, tel. 0415381479. - a Bologna: al teatro Arena del sole, via Indipendenza 44, inizio alle ore 9, prima giornata nazionale della finanza etica e solidale. Per contatti: info at finanza-etica.org - a Bologna: in occasione della Giornata del non acquisto, iniziativa in piazza di Porta Ravegnana dalle 10,30 alle 17,30. Saranno distribuite anche delle ricette per l'autoproduzione di detersivi, dolci, ecc. come alternative all'acquisto. Info: www.contropiani2000.org/bsf/cs/giornata_non_acquisto.htm - a Brescia: in programma manifestazione nazionale per i diritti degli immigrati. - a Limonaia di Campi Bisenzio (FI): alle ore 16,30 incontro "Uniti per difendere i nostri ideali di legalita', di soidarieta' e di democrazia", presieduto da Antonino Caponnetto e Carla Pertini, partecipano: Giancarlo Caselli, Felice Casson, Luigi Ciotti, Piero Grasso, Antonino Ingroia, Paolo Sylos Labini, Mario Almerighi, Giorgio Bongiovanni, Salvatore Calleri, Adriano Chini, Vannino Chiti, Michele Del Gaudio, Vitaliano Della Sala, Alfredo Galasso, Peter Gomez, Giuseppe Lavorato, Vito Lo Cicero, Saverio Lodato, Adriana Musella, Enza Panebianco, Luca Tescaroli, Marco Travaglio, Elio Veltri, Nichi Vendola. Organizzato da: Associazione "Viva Jospin", Comitato per la Costituzione "Piero Calamandrei", tel. 055244430, fax 0552342713. - a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti: miriamsil at libero.it - a Milano: alle ore 10-13,30 presso la Camera del lavoro in corso Porta Vittoria 43, prosegue il dibattito contro la guerra, verso Porto Alegre 2002. Partecipano: Vittorio Agnoletto (Genoa Social Forum), Cristophe Aguiton (Attac Francia), Carla Casalini ("il manifesto"), Giulietto Chiesa (giornalista, saggista), Giorgio Cremaschi (Sinistra Sindacale-Fiom Piemonte), Giulio Girardi (teologo della liberazione), Emilio Molinari (Punto Rosso - Comitato italiano acqua). Per informazioni e contatti: puntorosso at puntorosso.it - a Oristano: presso la Pinacoteca Comunale di Via S. Antonio, mostra sulle cause e situazioni delle diverse aree mondiali afflitte da conflitti armati. Ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20. - a Rimini: training di formazione nonviolenta con le Peace Brigades International. Colonia Stella Maris, via Regina Margherita, 18, Marebello di Rimini. Il corso e' a numero chiuso (massimo 30 partecipanti), occorre dare conferma al piu' presto a Daniele Aronne: tel. 0541751498, cell. 3494419638, e-mail: operazione.colomba at libero.it - a Torino: all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, prosegue l'iniziativa "donne di pace". - a Torino: alle ore 17,30 presso la libreria Abba, via Maddalene 46B, "Afghanistan, paese di poesia": testi raccontati e interpretati da Claudio Canal, audizione di musiche dall'Afghanistan; info: tel. 011531264, e-mail: claunal at libero.it - a Trento: Sala Video, Centro Santa Chiara, via Santa Croce 67, incontro su "Dieci anni di cooperazione con il sud est Europa: bilancio, critiche, prospettive". Programma della giornata: ore 9-9,30: introduzione e saluti; 9,30: Bilancio critico dei dieci anni di intervento non governativo: esperienze, errori, lezioni (Mauro Cereghini, Osservatorio sui Balcani); ore 10: Tre casi studio: Pec-Peja, Mostar, Macedonia; ore 10,45 pausa; ore 11: discussione (interventi preordinati e liberi); ore 13: pranzo; ore 14,30: L'emergenza e oltre l'emergenza (Loris Defilippi, Medici Senza Frontiere); Il rapporto tra comunita' e il ruolo della diplomazia popolare (Giulio Marcon, Consorzio Italiano di Solidarieta'); Agire per l'autosviluppo locale (Tonino Perna, Universita' di Messina); ore15,30: pausa; ore 15,45-17,30: discussione (interventi preordinati e liberi); ore 17,30: conclusioni (Michele Nardelli, Osservatorio sui Balcani). Per ulteriori informazioni: tel. 0464424230, fax: 0464424299, e-mail: segreteria at osservatoriobalcani.org, sito: www.osservatoriobalcani.org - a Verona: con inizio alle ore 11 presso la casa della nonviolenza in via Spagna 8, riunione dei collaboratori di "Azione nonviolenta". Per informazioni: e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org - a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" iniziativa contro la guerra, partecipano una rappresentante delle Donne in nero, Peppe Sini, Giulio Vittorangeli. * Domenica 25 novembre - In Italia: iniziativa di pace dell'Azione cattolica, settore giovani, con raccolta di fondi per la riduzione del debito dei paesi impoveriti. - a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti: miriamsil at libero.it - a Oristano: presso la Pinacoteca Comunale di Via S. Antonio, mostra sulle cause e situazioni delle diverse aree mondiali afflitte da conflitti armati. Ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20. - a Rimini: training di formazione nonviolenta con le Peace Brigades International. Colonia Stella Maris, via Regina Margherita, 18, Marebello di Rimini. Il corso e' a numero chiuso (massimo 30 partecipanti), occorre dare conferma al piu' presto a Daniele Aronne: tel. 0541751498, cell. 3494419638, e-mail: operazione.colomba at libero.it - a Torino: all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, si conclude l'iniziativa "donne di pace". - a Verona: con inizio alle ore 10,30 presso la casa della nonviolenza in via Spagna 8, riunione del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento. Per informazioni: e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org - a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" alle ore 16 consueto incontro settimanale di formazione alla nonviolenza. * Lunedi 26 novembre - a Viterbo: alle ore 21,30 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo. * Mercoledi 28 novembre - a Bologna: presso il TPO di Via Lenin, 3, alle ore 21, assemblea generale del Bologna social forum. Info: www.contropiani2000.org/bsf/assemblea/odg.php - a Roma: "Ricerca archeologica e antropologica nella valle del Sankarani (Mali), con Samou Camara (Universite' de Paris 1). Alle ore 17 presso il Museo Civico di Zoologia, via Ulisse Aldovrandi 18, a cura dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente nell'ambito degli "Incontri con l'Africa". * Venerdi 30 novembre - a Orte (VT): al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, settimo incontro del corso di educazione alla pace. - a San Domenico di Fiesole (FI): ore 21, alla Badia Fiesolana: "La nonviolenza non e' un'utopia", mons. Luigi Bettazzi. L'iniziativa e' promossa dal Centro studi economico-sociali di Pax Christi e dalla Fondazione Ernesto Balducci. Per informazioni e iscrizioni: tel/fax: 0552374505. * Sabato primo dicembre - a Bracciano: dibattito sulla pace promosso da "Terra e liberta'". Info: 0699849054. - a Sant'Anastasia (NA): manifestazione dedicata alla cultura africana e raccolta fondi per la realizzazione di progetti in Africa. Per contatti: a.tim at inwind.it - a Tavarnuzze (FI): alla "Casa per la Pace", via Quintole per le Rose,131/133: ore 9,30: saluto di mons. L. Bettazzi; ore10: "I diritti minacciati tra situazione interna e internazionale", prof. U. Allegretti, universita' di Firenze; ore 11: "I diritti del lavoro", prof. G.Ghezzi, universita' di Bologna; ore12: discussione; pausa pranzo; ore 15: "I diritti dei migranti", prof. C. Corsi, universita' di Firenze; ore16,30: "Le minacce al diritto alla salute", prof. C. Pellicano', presidente Fondazione E. Balducci. L'iniziativa e' promossa dal Centro studi economico-sociali di Pax Christi e dalla Fondazione Ernesto Balducci. Per informazioni e iscrizioni: tel/fax: 0552374505. * Domenica 2 dicembre - a Bologna: alle ore 9,30, presso la Cisl Emilia Romagna, in via Milazzo 16, assemblea di "Chiama l'Africa". Per contatti: sito: www.chiamafrica.it, e-mail: info at chiamafrica.it, tel. 065430082. - a Sant'Anastasia (NA): si conclude la manifestazione dedicata alla cultura africana e raccolta fondi per la realizzazione di progetti in Africa. Per contatti: a.tim at inwind.it - a Tavarnuzze (FI): alla "Casa per la Pace", a via Quintole per le Rose,131/133: ore 9,30: "diritto alla cultura e all'educazione" (prof. G. Codrignani); ore 10,30: discussione; ore 11,30: conclusioni, prof. U. Allegretti. L'iniziativa e' promossa dal Centro studi economico-sociali di Pax Christi e dalla Fondazione Ernesto Balducci. Per informazioni e iscrizioni: tel/fax: 0552374505. - a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" consueto incontro settimanale di formazione alla nonviolenza. * Lunedi 3 dicembre - a Viterbo: alle ore 21,30 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo. * Martedi 4 dicembre - a Roma: prosegue il ciclo di incontri dei "Martedi dell'Africa" presso la libreria Odradek. * Mercoledi 5 dicembre - a Perugia: con la collaborazione del Comune, alle ore 17 nella Sala della Biblioteca di Palazzo Penna, presentazione del libro di Pietro Polito, L'eresia di Capitini, Stylos 2001. Del libro, di Capitini, della nonviolenza nel mondo attuale discorreranno con i presenti l'autore (ricercatore del Centro Sereno Regis di Torino), Enrico Peyretti (figura storica del pacifismo cattolico italiano), e Mario Martini (docente di filosofia morale nella Universita' di Perugia). Promuove l'iniziativa l'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini, capitini at tiscalinet.it - a Viterbo: aula 2 della Facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi della Tuscia, via del Paradiso 47, ore 17. L'esperienza di Banca Etica e le prospettive del terzo settore. Intervengono: Pierre Di Toro, Universita' della Tuscia; Alessandro Messina, associazione Lunaria di Roma; Cesare Frassineti, c.d.a. di Banca Popolare Etica. Partecipano rappresentanti del terzo settore viterbese. Promotore: Gruppo soci di Viterbo della Banca Popolare Etica, c/o Caritas diocesana, piazza Dante 2, Viterbo, tel. 0761303171 (mercoledi mattina). * Venerdi 7 dicembre - a Parma: incontro sul tema "battere il terrorismo: c'e' un'alternativa alla guerra", alle ore 21 nella sala convegni dell'Hotel Stendhal. Interverranno Gianni Rinaldini, segretario CGIL Emilia-Romagna, F. Dradi, segretario regionale Legambiente, Jacopo Venier, responsabile Esteri del PdCI, Ali Rashid Khalil, della Delegazione palestinese in Italia. All'assemblea hanno assicurato la loro presenza numerose Comunita' d'immigrati. Per informazioni: pdcipr at libero.it - a Orte (VT): al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, ottavo incontro del corso di educazione alla pace. * Mercoledi 12 dicembre - a Roma: "Mersa Gawasis, Aaqiq e Adulis: tre approdi antichi lungo la costa africana del Mar Rosso", con Rodolfo Fattowich (Istituto Universitario Orientale). Alle ore 17 presso il Museo Civico di Zoologia, via Ulisse Aldovrandi 18, a cura dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente nell'ambito degli "Incontri con l'Africa". Info: 06328551. * Mercoledi 19 dicembre - a Viterbo: aula 2 della Facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi della Tuscia, via del Paradiso 47, ore 17. L'esperienza della finanza cooperativistica e solidale nella provincia di Viterbo. Promotore: Gruppo soci di Viterbo della Banca Popolare Etica, c/o Caritas diocesana, piazza Dante 2, Viterbo, tel. 0761303171 (mercoledi mattina). 7. MATERIALI. PER STUDIARE LA GLOBALIZZAZIONE: DA DONALD WOODS WINNICOTT A VIRGINIA WOOLF * DONALD WOODS WINNICOTT Profilo: grande pediatra e psicoanalista infantile (1896-1971). * CHRISTA WOLF Profilo: nata nel 1929, è considerata la maggiore scrittrice tedesca contemporanea; femminista e pacifista. Opere di Christa Wolf: segnaliamo almeno Il cielo diviso, Edizioni e/o, poi Mondadori; Riflessioni su Christa T., Mursia; Cassandra, Edizioni e/o; Premesse a Cassandra, Edizioni e/o. * DONALD WOODS Profilo: giornalista bianco sudafricano, amico e biografo di Steve Biko; a sua volta perseguitato dal regime razzista cui sfuggì con un'avventurosa fuga, esule, impegnato contro l'apartheid. Opere di Donald Woods: Biko, Sperling & Kupfer, Milano 1988; In cerca di guai, Frassinelli, Milano 1988. * STUART J. WOOLF Profilo: storico inglese (e primo traduttore inglese delle opere di Primo Levi). Opere di Stuart J. Woolf: (a cura di), Il fascismo in Europa, Laterza, Roma-Bari 1984. * VIRGINIA WOOLF Profilo: scrittrice tra le più grandi del Novecento, nacque a Londra nel 1882, promotrice di esperienze culturali ed editoriali di grande rilievo, oltre alle sue opere letterarie scrisse saggi di cui alcuni fondamentali per una cultura della pace. Morì suicida nel 1941. Opere di Virginia Woolf: le sue opere sono state tradotte da vari editori, un'edizione di Tutti i romanzi (in due volumi, comprendenti La crociera, Notte e giorno, La camera di Jacob, La signora Dalloway, Gita al faro, Orlando, Le onde, Gli anni, Tra un atto e l'altro) è stata recentemente pubblicata in una collana ultraeconomica dalla Newton Compton di Roma. Tra i saggi due sono particolarmente importanti per una cultura della pace: Una stanza tutta per sé, Newton Compton, Roma 1993; Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1987. Oper e su Virginia Woolf: fondamentale la biografia scritta da Quentin Bell, Virginia Woolf, Garzanti, Milano 1974. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 293 del 19 novembre 2001
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