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La nonviolenza e' in cammino. 286
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 286
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 12 Nov 2001 14:41:53 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 286 del 12 novembre 2001 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini, un colpo di stato 2. Calendario delle iniziative contro la guerra 3. Alessandro Marescotti, l'opposizione alla guerra e' maggioritaria in Italia 4. Appello per un corpo civile di pace 5. Azione cattolica italiana, settore giovani: per non ammalarci di odio 6. Emergency e' tornata a Kabul 7. Mao Valpiana, inchiodato a una croce 8. Hevi Dilara, a nome di un popolo negato 9. Domenico Jervolino, l'universita' per la globalizzazione della pace e dei diritti umani 10. "Azione nonviolenta" di novembre 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. PEPPE SINI: UN COLPO DI STATO Proviamo a riassumere alcuni fatti caratterizzanti la situazione italiana odierna. - Le recenti elezioni politiche, dopo le catastrofiche gesta dei governi della precedente legislatura, hanno portato al potere una coalizione di personaggi in rapporti con poteri occulti, mafia e corruzione, di persone di formazione neofascista, di razzisti e teppisti responsabili di infamie indicibili. - Questo governo gestisce il G8 a Genova: ed e' un massacro (certo, anche per l'irresponsabilita' degli organizzatori della contestazione). - Il governo in questi mesi approva e fa approvare dalla sua maggioranza parlamentare una serie di leggi stupefacenti, a dir poco scellerate e criminogene: si legalizzano i reati, si ostruisce l'attivita' della magistratura, si favoreggia sfacciatamente il boss della coalizione; e si progetta la sistematica demolizione di quel che resta dei servizi pubblici e dei diritti sociali, si preparano provvedimenti in aperta violazione di diritti umani fondamentali. Si arriva al punto di proclamare che occorre convivere con la mafia. Poi avviene l'orrore dell'11 settembre, il mondo intero trema. A quelle stragi segue lo scatenamento insensato di una guerra illegale e criminale, che fa strame del diritto internazionale e della civilta' giuridica, azzera l'Onu, aggiunge stragi alle stragi, e sta provocando un'escalation verso una guerra mondiale che puo' mettere fine alla civilta' umana. Il governo italiano non solo rinuncia ad impegnarsi per la pace e il diritto internazionale, ma decide di avallare la guerra, e addirittura di prendervi parte. E qui si e' passati all'alto tradimento della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 11 questa guerra e la partecipazione italiana ad essa dichiara illegale e inammissibile. Qui si e' passati al colpo di stato, che non cessa di essere tale per il mero fatto che un pezzo di opposizione parlamentare insipiente o irresponsabile o corrotta, e un capo dello Stato fedifrago, sono stati complici del golpe; o per il mero fatto che un crimine analogo fu commesso gia' due anni fa dal gabinetto D'Alema. Questi ci sembrano essere i dati di fatto salienti della situazione italiana attuale. E quest'ultima costellazione di fatti: la violazione della Costituzione, la guerra, le stragi in corso, il pericolo per l'umanita' intera, ci sembra essere dirimente e ineludibile. - C'e' o no materia perche' il potere giudiziario intervenga contro i golpisti? - C'e' o no materia perche' il popolo italiano si levi in difesa della legalita', della Costituzione, dell'ordinamento giuridico, dello stato di diritto, delle istituzioni, della democrazia, della civile convivenza? - C'e' o no materia per chiamare alla resistenza nonvioolenta contro la guerra e in difesa delle leggi, e della fondamentale delle leggi italiane su cui tutto il nostro ordinamento si regge, la Costituzione della Repubblica Italiana? - C'e' o no materia per chiedere l'impegno di tutte le persone di volonta' buona per la salvezza delle vite umane innocenti in pericolo, e sono milioni di vite umane; e per la salvezza dell'intera umanita' minacciata da una guerra che puo' provocare una catastrofe planetaria? Lo chiediamo a chi ci legge, ma per quanto ci riguarda lo sosteniamo ad alta voce. 2. CALENDARIO DELLE INIZIATIVE CONTRO LA GUERRA [Ovviamente le iniziative di pace di seguito segnalate sono quelle di cui siamo venuti a conoscenza e che ci sembrano caratterizzate da due scelte precise: I. la nonviolenza; e II. la difesa dei diritti umani, del diritto internazionale, della legalita' costituzionale] Lunedi 12 novembre - in Italia: inizia il digiuno a staffetta contro la guerra e per la finanziaria di pace; per contatti: gavci at iperbole.bologna.it - in Italia: sciopero nelle scuole, in difesa della scuola pubblica e del diritto allo studio, per una cultura della pace e della dignita' umana. - a Bolzano: inizia la settimana della pace mondiale attraverso la scienza vedica Maharishi. Dal 12 al 18 novembre, presso il centro Harmoniae, via Portici 21. Durante la settimana della Pace Mondiale i membri del Partito della legge naturale dell'Alto Adige propongono una serie di conferenze su alcuni aspetti della scienza e delle tecnologie vediche Maharishi, per una Pace profonda e duratura. Per contatti: gbertarelli at hotmail.com - a Faenza: alle ore 20,45 in via Laghi 85, riflessione sulla scienza con Sindoni e Tiezzi. - a Ferrara: alle ore 17 in piazzetta mlunicipale 2, incotnro con padre Kizito Sesana, sulla situazione in Sudan. - a Firenze: alle ore 21 presso la parrocchia in via Mimose 14, incontro di denuncia sulle "banche armate". - a Mestre (VE): alle ore 17,30 presso il Centro Culturale Candiani: "Percorsi di pace, per capire, riflettere, scegliere", con Maria Turchetto (Universita' di Venezia), Alberto L'Abate (Universita' di Firenze), Elisabetta Bartuli (Universita' di Venezia; conduce Alberto Vitucci ("La nuova Venezia"). - a Roma: alle ore 17, presso la scuola comunale dell'infanzia "Paola Biocca", via Galvani 4b, a due anni dalla scomparsa di Paola: tavola rotonda su "La societa' civile di fronte al terrorismo e alla guerra". Introduce: Fabrizio Battistelli (segretario generale dell'Archivio Disarmo), intervengono: Andrea Purgatori (giornalista), Mario Giro (Comunita' di Sant'Egidio), Dacia Maraini (scrittrice); partecipano: Ilaria Angeli (Franco Angeli editore), Lucia e Dario Biocca, Raffaella Bolini (Arci), Luca De Fraia (Campagna Sdebitarsi), Nicoletta Dentico (Medici senza Frontiere), Luis Germani (Centro Gino Germani), Giulio Marcon (ICS), Francesco Petrelli (Movimondo), Jeffrey Rowland (World Food Programme), Domitilla Senni (Greenpeace), Nino Sergi (Intersos), Giancarlo Tenaglia (Campagna italiana contro le mine), Maura Viezzoli (Cisp). Per informazioni: Archivio Disarmo (archidis at pml.it). - a Roma: alle ore 20,30 in via Passino 47, mostra e incontro conviviale di solidarieta' con il popolo palestinese. - a Verona: alle ore 20,45, presso la Casa per la Nonviolenza (via Spagna 8, vicino alla Basilica di San Zeno, tel. 0458009803), incontro su: "Islam, nonviolenza, cristianesimo: guerra santa e guerra giusta tra teologia e storia"; introduce: prof. Claudio Cardelli (storico, del Movimento Nonviolento); intervengono: Mohamed Guerfi (imam di Verona), don Sergio Pighi (Comunita' dei Giovani); coordinano: Mao Valpiana ("Azione nonviolenta") e Alberto Tomiolo (Verona citta' possibile). - a Viterbo: alle ore 21 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo per preparare nuove iniziative contro la guerra. * Martedi 13 novembre - a Barletta: alle ore 20,30 in via Municipio 14, iniziativa di sostegno a Emergency. - a Bologna: presso il Centro Poggeschi, in via Guerrazzi 14, alle ore 18, XIII seminario di educazione alla mondialita' promosso da Caritas, Centro Poggeschi e Centro Documentazione Mondialita'. Info: tel. 051220435 e 0516569422, e-mail: poggeschi.cdm at libero.it - a Cesena: alle ore 21 in vicolo della stazione 52, proiezione di un video sull'Iraq di padre Benjamin. - a Collegno (TO): iniziativa di Amnesty International. - a Milano: alle ore 21 in via Ollearo 5, incontro di preparazione al viaggio in Nicaragua. - a Modena: alle ore 17,30 in via Emilia Ovest 101, dialogo con Enzo Tiezzi su "Sviluppo: a che prezzo?". - a Viadana: alle ore 21, al cinema Lux, S .Matteo delle Chiaviche, film "Il mestiere delle armi" di Ermanno Olmi. Per informazioni: Associazione Resistenza e Pace, tel. 0522454832, e-mail: ass-rep at libero.it, in rete: www.lilliput.it - a Viterbo: iniziativa del Centro di ricerca per la pace. Per informazioni: nbawac at tin.it * Mercoledi 14 novembre - a Beinasco (TO): iniziativa di Amnesty International. - a Bologna: in via Mascarella 35/a, alle ore 20, sara' effettuata una raccolta di fondi per sostenere l'organizzazione di donne profughe afgane ''HAWCA'' con sede in Pakistan. Per informazione: Bottega del commercio equo e solidale "Potosi", via Mascarella 35/a, Bologna. tel. e fax: 0516390960, e-mail: potosi2001 at inwind.it - a Fano: tutti i mercoledi dalle ore 18 alle ore 19, in piazza XX settembre, iniziativa di Rete Lilliput e MIR contro la guerra. Per contatti: lucben at libero.it - a Mariano Comense: alle ore 21 all'auditorium di via Trieste, assemblea del social forum Brianza. - a Mestre (VE): alle ore 17 presso il Centro Culturale Candiani, conferenza su "I movimenti radicali nel mondo mussulmano: genesi, evoluzione e crisi"; interverrano Mario Nordio (Universita' di Venezia) e Vincenzo Pace (Universita' di Padova), promuove il Centro Pace del Comune di Venezia, tel.0412747645-2747653. - a Milano: in via Ollearo 5 alle ore 21, incontro con Darwin Padou. - a Orte (VT), al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, sesto incontro del corso di educazione alla pace. - a Padova: alle ore 17,30 in via Roma 37, iniziativa sulla finanza etica e l'impresa sociale. - a Reggio Emilia: alle ore 21 in via Vincenzi 10, iniziativa per i diritti degli immigrati. - a Roma: dalle ore 15 alle ore 18 presso l'Archivio Immigrazione incontri su razzismo e mass-media per docenti e studenti. Per informazioni: tel. 066876897. - a San Martino in Rio: cena di solidarieta' con i bambini di strada di Bolivia e Brasile. - a Torino: a palazzo nuovo, alle ore 18, dibattito su "Potere, droga, oro nero, armi". - a Verona: al circolo Pink, alle ore 21, riunione del coordinamento antirazzista "Cesar K.". Per contatti: pinkverona at tiscalinet.it * Giovedi 15 novembre - a Bologna: presso la sala Walter Benjamin, via del Pratello 53, alle ore 21, "ATTAC Bologna" presenta "Tesi sul movimento globale", serata di discussione e confronto sul futuro del movimento con Sandro Mezzadra (Universita' di Bologna). Info: attacbo at virgilio.it - a Brescia: alle ore 20,30 in via Piamarta 9, dibattito con don Albino Bizzotto. - a Lecco: alle ore 20,30 all'Istituto don Guanella in via Amendola, dibattito su "Banche armate: come opporsi?". - a Pordenone: alla casa Zanussi convegno sul dialogo tra ebrei e cattolici. Per informazioni: tel. 0434524070. - a Roma: alle ore 21, presso il Cipax, in via Ostiense 152b, incontro con Roberto Baggio, della Direzione Nazionale del Movimento Sem Terra su: "MST, WTO e guerra. La lotta del Movimento Sem Terra in Brasile nell'attuale situazione internazionale". - a Roma: al centro sociale La Torre, in via Bertero 13, iniziativa a sostegno del progetto "L'osteria a Calcutta". Per informazioni: tel. 0665741387, e-mail: osteriacalcutta at libero.it - a Torino: alle ore 20,30, presso il Centro Studi Sereno Regis, via Garibaldi 13, laboratorio della nonviolenza e osservatorio Internazionale: "Islam e fondamentalismo in Asia centrale", interviene Marco Buttino. - a Treviso: alle 20,45 in via Battisti 20, Sabina Siniscalchi presenta "Social Watch 2001". * Venerdi 16 novembre - in Italia: sciopero dei lavoratori metalmeccanici - ad Alessandria: alle ore 21, presso la Camera del lavoro (via Cavour 27, tel. 0131308217), proposta di dibattito, di immagini e di testimonianze su "Popoli negati, popoli di troppo". Per avviare un percorso di riflessione, intrecciando la questione kurda con altre grandi questioni, in particolare l'esperienza zapatista. Presentazione del video: "Newroz 2001, osservatori di pace in Turchia", e del video "Aqui estamos", sulla marcia zapatista dal Chiapas a Citta' del Messico. - a Busto Arsizio: alle ore 21 in via Pozzi 7, riflessione sull'islam con Davide Bernocchi. - a Carrara: alle ore 17 Giulietto Chiesa presenta il libro "Afghanistan anno zero". Per informazioni: tel. 058572193. - a Como: alle ore 21 nell'Aula Magna dell'Universita' (via Castelnuovo 7), convegno promosso dal Coordinamento comasco per la pace su "Addio alle armi. La nonviolenza come pratica e progetto di liberta'". - a Feltre: all'Hangar, seminario sull'acqua. - a Marghera (VE): alle ore 17, al Teatro Aurora, "Venezia per la vita: la campagna per l'abolizione della pena di morte nel mondo". - a Molfetta: alle ore 19 alla Fabbrica di S. Domenico, incontro con Vincenzo Caruso di Emergency. Per contatti: scuoladipace.dontonino at tin.it - a Palermo: inizia il convegno internazionale su Danilo Dolci. Per contatti: info at cppp.it, www.cppp.it, segreteria at danilodolci.net, www.danilodolci.net - a Roma: al centro sociale La Torre, in via Bertero 13, prosegue l'iniziativa a sostegno del progetto "L'osteria a Calcutta". Per informazioni: tel. 0665741387, e-mail: osteriacalcutta at libero.it - a Trieste: alle ore 18 in via Trento 8, primo seminario del ciclo "Chi ha paura della scienza?". - a Viterbo: alle ore 17 presso la sala conferenze della Camera di Commercio, conferenza di Amnesty International "Non sopportiamo al tortura", interverra' il presidente della sezione italiana di Amnesty, Marco Bertotto. * Sabato 17 novembre - si riunisce il gruppo di lavoro sulla nonviolenza della Rete di Lilliput. La sede e' ancora da definire, per contatti: segreteria at retelilliput.org, puglipas at interfree.it - a Carugate: partita antirazzista allo stadio don Bosco alle ore 20,30. - a Feltre: all'Hangar, seminario su Porto Alegre. - a Imola: alle ore 14 in via Tirassegno 1, seminario sulla gobalizzazione del social forum. - a Marghera (VE): ore 9, in Piazzale Concordia, "Operazione nocciolina", campagna nazionale per l'autosviluppo, promosso da Mani tese in cooperazione con le associazioni contadine locali salvadoregne. Per informazioni: tel. 0412747645, e-mail: lucapozzato at libero.it - a Milano: ore 16, in via Marco d'Agrate 11, festa di compleanno della casa per la pace. - a Palermo: prosegue il convegno internazionale su Danilo Dolci. - a Torino: alle ore 17,30 presso la libreria Abba, via Maddalene 46B, "Musica dal silenzio: San Giovanni della Croce e l'Islam", musiche di Federico Mompou, canta Graziella Ricupero, a cura di Claudio Canal; info: tel. 011531264, e-mail: claunal at libero.it - a Viadana: alle ore 20,30, Galleria G. Bedoli: incontro pubblico "Storie di migranti: donne e uomini, cittadini del mondo". Per informazioni: Associazione Resistenza e Pace, tel. 0522454832, e-mail: ass-rep at libero.it, in rete: www.lilliput.it * Domenica 18 novembre - a Lodi: dalle ore 9 alle ore 17 presso la sala congressi della Banca popolare di Lodi, piazza Polenghi Lombardo, terza assemblea nazionale della Convenzione permanente delle donne contro la guerra. - a Palermo: si conclude il convegno internazionale su Danilo Dolci. - a Viterbo: alle ore 16 presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" incontro di formazione alla nonviolenza. * Lunedi 19 novembre - a Viterbo: alle ore 21 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo per preparare nuove iniziative contro la guerra. * Martedi 20 novembre - a Viterbo: iniziativa del "Centro di ricerca per la pace". * Mercoledi 21 novembre - a Napoli: incontro per costituire un forum sociale universitario, presso la Facolta' di Lettere e Filosofia, via Porta di Massa 1, alle ore 11,30. Per ulteriori informazioni contattare: uniforum at libero.it - a Orte (VT), al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, settimo incontro del corso di educazione alla pace. * Giovedi 22 novembre - a Torino: presso il Centro Studi Domenico Sereno Regis, via Garibaldi 13, alle ore 20,30: "La politica dell'azione nonviolenta secondo Gene Sharp: teorie del potere", con Enrico Peyretti e Carla Toscano. Per informazioni: tel. 011532824. - a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" iniziativa contro il razzismo. * Venerdi 23 novembre - a Milano: alle ore 19-23 presso la Camera del lavoro in corso Porta Vittoria 43, dibattito contro la guerra, verso Porto Alegre 2002. Partecipano: Bernard Cassen (presidente Attac Francia, vicedirettore de "Le monde diplomatique"), Toni Negri (filosofo), Mario Agostinelli (Cgil Lombardia), Marco Bersani (Attac Italia), Jose' Luis Del Roio (Forum Mondiale delle Alternative), Sabina Siniscalchi (segretaria di Mani Tese); presiede: Nicola Nicolosi (segr. Cgil Lombardia); introduce: Giorgio Riolo (Associazione Culturale Punto Rosso). Per informazioni e contatti: puntorosso at puntorosso.it - a Torino, all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, Where The Eagles Fly, in collaborazione con Zonta Torino Due, promuove "donne di pace", incontro inter-religioso con le piu' importanti rappresentanti femminili delle diverse culture per imparare a condividere i profondi messaggi che ogni religione ci insegna e per superare le barriere culturali e razziali. Un lungo week-end di seminari esperienziali per capire come il messaggio d'amore che porta in se' ogni credo puo' realizzarsi sul terreno comune della solidarieta' attraverso l'impegno nel sociale. Questo incontro interreligioso promosso da Where The Eagles Fly, contribuira' al finanziamento della campagna Unicef-Zonta International per la vaccinazione contro il tetano materno e neonatale in Nepal. Per informazioni: www.siberianshamanism.com - a Verbania: alle ore 21, a Palazzo Flaim, assemblea-dibattito sulla proposta di legge per la formazione delle Forze dell'Ordine secondo i principi e la prassi della nonviolenza. Introduce: on. Laura Cima, del Gruppo Verdi alla Camera, membro della Commissione Esteri. Intervengono: Davide Melodia, gia' Segretario del Movimento Nonviolento e della Lega per il Disarmo Unilaterale; Gabriele Ghezzi, dirigente nazionale del S.I.U.L.P.; Gianni Barbacetto della redazione del settimanale "diario". Per informazioni: tel. 0323404220, 032380347, e-mail: paolo.caruso at libero.it, verdi.verbano at virgilio.it * Sabato 24 novembre - a Bologna: al teatro Arena del sole, via Indipendenza 44, inizio alle ore 9, prima giornata nazionale della finanza etica e solidale. Per contatti: info at finanza-etica.org - a Milano: alle ore 10-13,30 presso la Camera del lavoro in corso Porta Vittoria 43, prosegue il dibattito contro la guerra, verso Porto Alegre 2002. Partecipano: Vittorio Agnoletto (Genoa Social Forum), Cristophe Aguiton (Attac Francia), Carla Casalini ("il manifesto"), Giulietto Chiesa (giornalista, saggista), Giorgio Cremaschi (Sinistra Sindacale-Fiom Piemonte), Giulio Girardi (teologo della liberazione), Emilio Molinari (Punto Rosso - Comitato italiano acqua). Per informazioni e contatti: puntorosso at puntorosso.it - a Torino: all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, prosegue l'iniziativa "donne di pace". - a Torino: alle ore 17,30 presso la libreria Abba, via Maddalene 46B, "Afghanistan, paese di poesia": testi raccontati e interpretati da Claudio Canal, audizione di musiche dall'Afghanistan; info: tel. 011531264, e-mail: claunal at libero.it - a Verona: con inizio alle ore 11 presso la casa della nonviolenza in via Spagna 8, riunione dei collaboratori di "Azione nonviolenta". Per informazioni: e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org - a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" iniziativa contro la guerra. * Domenica 25 novembre - In Italia: iniziativa di pace dell'Azione cattolica, settore giovani, con raccolta di fondi per la riduzione del debito dei paesi impoveriti. - a Torino: all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, si conclude l'iniziativa "donne di pace". - a Verona: con inizio alle ore 10,30 presso la casa della nonviolenza in via Spagna 8, riunione del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento. Per informazioni: e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org - a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" consueto incontro settimanale di formazione alla nonviolenza. 3. SONDAGGI. ALESSANDRO MARESCOTTI: L'OPPOSIZIONE ALLA GUERRA E' MAGGIORITARIA IN ITALIA [Alessandro Marescotti e' presidente di Peacelink, la piu' importante rete telematica pacifista italiana. Per contatti: e-mail: a.marescotti at peacelink.it, sito: www.peacelink.it] Il "no alla guerra" e' trasversale e tocca tutti gli schieramenti politici. Lo ha rivelato un sondaggio d'opinione pubblicato venerdi dal "Corriere della Sera" che documenta un appoggio limitato al 37% degli italiani per quanto riguarda la partecipazione delle nostre Forze Armate alle azioni militari. Tale appoggio (ripartito fra sinistra, centro e destra) e' minoritario a sinistra e nel centrosinistra (22% sul totale di quell'elettorato), limitato al centro (33% sul totale di quell'area politica) e si attesta su un nient'affatto plebiscitario 59% nell'ambito dell'elettorato di destra e centro-destra. Buoni segnali arrivano per i pacifisti: raccolgono consensi a sinistra (64 votanti su 100), al centro (39 votanti su 100) e anche a destra (26 votanti su 100): la media e' del 44% sull'opinione pubblica globale. E' il segnale che il movimento per la pace ha radici non solo a sinistra ma anche al centro e nel centro-destra. La cultura dei diritti umani, messa in crisi da questa guerra, e' ormai patrimonio che travalica singole identita' politiche. Il "no alla guerra" e' quindi trasversale e non puo' essere bollato come antiamericanismo o come complicita' con il terrorismo: le accuse ai pacifisti si ripercuotono come un boomerang su qualunque parte politica le lanciasse. Spetta ora a noi saper gestire intelligentemente questa partita e tenere in scacco i sostenitori della guerra facendo leva sulle forti contraddizioni e i deficit di consenso entro cui su muovono e su cui rischiano di inciampare e cadere rovinosamente. 4. INIZIATIVE. APPELLO PER UN CORPO CIVILE DI PACE [Questo appello si trova nel sito di Peacelink (www.peacelink.it)] Vi proponiamo di riflettere sulla creazione di un Corpo Civile di Pace, come impegno in risposta alle situazioni di conflitto presenti in molti paesi del mondo. Migliaia di persone sono morte nell'attentato di New York e Washington, mentre in Afghanistan continuano a morirne molte altre per la fame, il freddo, il terrore e le malattie, che hanno colpito il paese ancora prima delle azioni militari. Sono tutte vittime civili: lavoratori, anziani, donne e bambini. Noi, come civili, affermiamo il diritto di stare accanto a chiunque subisca violenza, difendendoci e difendendo gli altri con strumenti nonviolenti. Per questo vi invitiamo a collaborare con impegno, per la ricerca comune di una via d'uscita alle situazioni di guerra. Vogliamo sottolineare la necessita' di una risposta concreta al dramma dei popoli coinvolti nelle guerre, per organizzare e dare voce alla miriade di gruppi e di singole persone, coinvolti o intenzionati a coinvolgersi in azioni e progetti di riconciliazione. Vorremmo inoltre avviare un dibattito politico per la creazione da parte dell'Unione Europea e degli Stati membri, di un Corpo Civile di Pace, auspicato anche dal Parlamento Europeo sin dal 1999 con la risoluzione n. A4-0047/99. Proponiamo un "arruolamento" al Corpo Civile di Pace come assunzione piena di responsabilita' rispetto ai "venti di guerra" e alle decine di conflitti sparsi per tutto il mondo. I nominativi raccolti verranno consegnati al Presidente della Repubblica Ciampi e al Presidente dell'Unione Europea Prodi, e le persone che daranno la loro adesione verranno inserite in una "rete" di contatti per agire su tre ambiti: - Ambito personale: Verranno fatti circolare testi, documenti e materiale informativo per approfondire le questioni relative alla Difesa Popolare Nonviolenta e all'intervento civile in zone di conflitto. - Ambito sociale: Promuoveremo iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento dell'opinione pubblica sulle tematiche della difesa civile. - Ambito politico: Lavoreremo affinche' il Corpo Civile di Pace Europeo divenga finalmente una realta', interagendo con le istituzioni e con i rappresentanti politici. Ma per fare tutto questo c'e' bisogno anche del tuo aiuto. Se sei interessato ad affermare insieme a noi che e' davvero possibile un altro modello di difesa, civile e non militare, preventivo e non repressivo, disarmato e nonviolento, inserisci i tuoi dati e partecipa alle nostre attivita'. Questa iniziativa e' promossa dall'Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, dall'Associazione PeaceLink e dall'Associazione Per la Pace. Hanno aderito: Manitese, Movimento Nonviolento, Centro di Ricerca per la pace di Viterbo, Agesci Umbria. Collegandosi all'indirizzo sito http://db.peacelink.it/corpidipace e' possibile aderire on line e sottoscrivere la "dichiarazione di arruolamento" per partecipare alle iniziative che verranno organizzate nei prossimi mesi attorno ai temi della difesa civile. Per Informazioni: Associazione Papa Giovanni XXIII, Giovanni Grandi: tel. 3482488126, e-mail: giograndi at libero.it; Associazione PeaceLink, Francesca Ciarallo: tel. 3492258341, e-mail: francesca at peacelink.it; Associazione per la Pace, Davide Berruti: tel. 3356512166, e-mail: davideberruti at yahoo.it 5. RIFLESSIONE. AZIONE CATTOLICA ITALIANA, SETTORE GIOVANI: PER NON AMMALARCI DI ODIO [Dalla presidenza nazionale del settore giovani dell'Azione Cattolica Italiana (giovani at azionecattolica.it) riceviamo e diffondiamo] Abbiamo imparato a contare i giorni a partire dalla tragedia dell'11 settembre. Da allora sempre piu' forte parlano le armi, sempre piu' capillarmente viene diffuso il terrore. Molti uomini, di giorno in giorno piu' prigionieri dell'odio, sembrano abituarsi all'idea che solo spargendo nuovo sangue si potra' risolvere il conflitto; solo eliminando l'altro, il diverso, il nemico, si raggiungera' la pace. Come giovani di Azione Cattolica ci rendiamo conto di non essere immuni dal contagio di questa atroce illusione, ma sentiamo anche di dover reagire ad essa. Consapevoli della debolezza dei nostri mezzi, come pure delle contraddizioni di un certo pacifismo strumentale, riteniamo doveroso continuare a dare il nostro contributo alla pace soprattutto con la preghiera e il sacrificio. Dopo aver dedicato il mese di ottobre alla preghiera per la pace e aver promosso nelle piazze d'Italia l'incontro di migliaia di giovani sul tema "Nessuno escluso", il 25 novembre prossimo, domenica in cui la Chiesa si rivolge a Cristo chiamandolo Re, sara' per noi un giorno di preghiera e di digiuno. Pregheremo perche' nessuno perda la propria umanita' in questo tempo di crescente barbarie. Pregheremo per non ammalarci di odio, convinti che chiunque odia e' omicida (1 Gv 3,15). Pregheremo perche' la volonta' di giustizia e di pace di tante persone si purifichi e si rafforzi. Certi che solo da maggior giustizia puo' nascere la pace, quel giorno raccoglieremo fondi per l'iniziativa di remissione del debito estero dei Paesi poveri, voluta dalla Chiesa italiana, con la speranza che si ritrovino le vie della politica e del dialogo. 6. ESPERIENZE. EMERGENCY E' TORNATA A KABUL [Dal "Giornale di Emergency" (per contatti: e-mail: ketty at emergency.it; sito: www.emergency.it) diffondiamo questo messaggio diffuso sabato 10 novembre] Da parecchie settimane lo dicevamo: appena le condizioni di sicurezza lo renderanno possibile torniamo a Kabul. Ma i frequenti contatti con il nostro staff locale, impegnato a "tenere pronto" l'ospedale e a "censire" le vittime del conflitto ricoverate negli ospedali locali ci hanno convinto che non si poteva aspettare che le condizioni fossero sicure per andare a Kabul. Emergency offre assistenza chirurgica specializzata e gratuita, e ora la popolazione civile ne ha piu' che mai bisogno: gli ospedali locali, tranne quello militare ovviamente, sono ormai senza medicinali, che comunque sono di norma a pagamento, cosi' come le cure mediche. Quindi mercoledi mattina Gino, Kate e Koko Jalil, con Fabrizio e Alberto hanno lasciato Anabah diretti nella capitale. Un viaggio difficile, ci hanno poi raccontato, sotto un bombardamento ininterrotto. Una gomma bucata cambiata a una velocita' da Formula Uno. Una telefonata brevissima dal satellitare per dire "Abbiamo passato il fronte; tra un paio d'ore dovremmo essere a Kabul". Poi la telefonata tanto attesa: "Siamo in ospedale, tutto bene, e' in perfette condizioni". E poi basta. Un click, i satellitari vanno spenti per motivi di sicurezza. Iniziano le operazioni per poter avviare quanto prima l'attivita' clinica. Tramite il sito internet vi terremo aggiornati: i "nostri inviati", una volta tolto il camice, troveranno il tempo per scriverci, per farci sentire piu' vicini. Intanto la bandiera bianca e rossa di Emergency e' tornata a sventolare sull'alta torre dell'acqua a fianco dell'ospedale: anche questo, piu' che mai, e' uno straccio di pace. 7. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: INCHIODATO A UNA CROCE [Mao Valpiana e' il direttore di "Azione nonviolenta", la rivista del Movimento Nonviolento. Per contatti: azionenonviolenta at sis.it, www.nonviolenti.org] Il comizio conclusivo del Presidente del Consiglio in Piazza del Popolo si e' concluso con la frase: "Dio benedica gli Stati Uniti, Dio benedica l'Italia". La folla ha applaudito. Io ho avuto un attimo di smarrimento. Poco dopo sono entrato in una chiesa a controllare: Dio era sempre li', inchiodato ad una croce, sanguinante, fustigato, nel volto l'espressione di un povero cristo che ha paura di morire, che chiede aiuto ad un'umanita' che l'ha deriso, tradito, abbandonato. Non mi sembrava avesse l'intenzione di benedire nessun esercito, nessuna bandiera; stava solo promettendo il paradiso ad un condannato a morte come lui. Mi sono rassicurato e sono uscito: la folla stava ancora applaudendo. Il calendario dice che oggi e' il 10 novembre del 2001, dopo Cristo. C'e' qualcosa che non va... 8. TESTIMONIANZE. HEVI DILARA: A NOME DI UN POPOLO NEGATO [Dall'associazione Azad (per contatti: ass.azad at libero.it) riceviamo e diffondiamo il testo dell'intervento pronunciato da Hevi Dilara a nome del Partito dei Lavoratori del Kurdistan nella sessione su "Popoli, migranti e diritti negati" del forum antiliberista svoltosi a Roma fra l'8 e il 10 novembre. Di Hevi Dilara, autorevole rappresentante del popolo kurdo in Italia, ricordiamo anche l'impegnativo intervento pronunciato in occasione della marcia Perugia-Assisi per la nonviolenza del 24 settembre 2000] Io sarei una "terrorista". Il Dipartimento di Stato degli USA ha inserito nella lista dei "nemici dell'umanita'" il partito a nome del quale vi parlo, il PKK, che rappresenta la speranza e l'umanita' di un intero popolo. Questo mio intervento sarebbe un reato negli Stati Uniti, ma anche in Gran Bretagna o in Germania, dove per aver parlato come me sono stati arrestati nell'ultimo anno settantuno miei compagni. Il governo del paese in cui sono nata, la Turchia, in nome della guerra comune ha inviato ai governi europei una lista nera di 147 "terroristi". Non so se c'era anche il mio nome. Tre giorni fa a Colonia un dirigente del PKK incluso in quella lista e' stato arrestato. L'accusa e' "aver accreditato un'immagine pacifica del PKK". Cioe': essersi battuto per la strategia di pace e convivenza annunciata tre anni fa dal piu' noto fra i rifugiati politici in Italia, fra le vittime del terrorismo internazionale in Kenya e fra i condannati a morte in Turchia: il nostro presidente Abdullah Ocalan. E' strano il rovesciamento dei concetti, specie in tempo di guerra. I militari italiani combatteranno in Afghanistan fianco a fianco con quelle squadre speciali il cui nome suona sinistro in Turchia: "Ozel Tim". Sono coloro che sette anni fa torturarono in una cella me e mio padre, uno davanti all'altra. Sono coloro che una settimana fa hanno ucciso sulla porta di casa Burhan Kocar, dirigente del partito Hadep, e tre giorni fa hanno sparato sui corpi di detenuti gia' morenti per fame a Istanbul. Sono il simbolo del terrorismo di Stato che da quindici anni insanguina il mio paradiso, il Kurdistan. Il paradosso continua. Davanti a se' i militari turchi e italiani avranno milizie islamiste simili a quelle che in Turchia negli anni '90, armate dal governo come squadre della morte con il nome di Hizbullah, hanno massacrato migliaia di intellettuali e militanti politici e sindacali. Io sono qui per denunciare, a nome di un popolo negato, l'uso strumentale che si fa del termine "terrorismo" per continuare a negarlo. Sono qui per denunciare il terrore di Stato che sospinge nelle metropoli turche milioni di profughi e li affida, per raggiungere l'Europa, alla stessa mafia di Stato che commercia l'eroina e le armi convenzionali e nucleari. Sono qui per riaffermare che questo terrore non si sconfigge con le bombe, ma con il dialogo e la democrazia che noi rivendichiamo da troppi anni. Neppure oggi, mentre nella mia terra permangono leggi d'emergenza e cinquemila militari turchi tornano a invadere il Kurdistan irakeno, abbiamo chiesto a nessuna alleanza internazionale di bombardare Ankara o Istanbul. Le bombe alimentano rabbia, paura e guerra. La giustizia non scende dai cieli ne' con le bombe ne' con gli aerei-bomba: puo' solo salire dalla terra, dal grido delle vittime. I nostri esuli hanno aperto negli ultimi mesi tutte le manifestazioni per la pace e i diritti dei popoli, da Genova a Napoli, da Perugia a Roma. Senza alcuna contraddizione, hanno anche manifestato in Campidoglio in solidarieta' con il popolo americano all'indomani dell'attentato di New York. Anche sabato prossimo saremo in piazza con voi. Noi siamo gli indios d'Europa, come gli zapatisti sono i kurdi d'America. Ma abbiamo in piu' la sventura di essere vicini all'epicentro del potere e delle tensioni mondiali, il Medio oriente. Se la guerra si estendera', i kurdi ne saranno ancora fra le prime vittime, come gia' nel '91 con la guerra del Golfo. Noi lottiamo per esistere in pace e dignita'. La nostra Intifada si chiama Serhildan, ed ha lo stesso significato della parola palestinese: camminare a testa alta. Lottiamo contro una globalizzazione che nega i kurdi, i palestinesi, gli indios, che nega interi continenti, ma anche bisogni e soggetti qui in occidente. Lottiamo per esistere liberi e uguali, non per schiacciare altri popoli. Abbiamo ricostruito sulle macerie identita' e istituzioni nazionali, ma non siamo nazionalisti. Sappiamo che la liberta' e' indivisibile, che nessuno e' libero se accanto a lui un altro essere umano e' oppresso. Per questo abbiamo proposto una soluzione democratica e federativa per la Turchia e per tutto il Medio oriente. Come voi, vogliamo globalizzare i diritti e le liberta'. Lo dicevamo gia' a Firenze: noi non chiediamo la vostra solidarieta', ma vi proponiamo un'alleanza. Noi rappresentiamo un grande e antico popolo. Voi siete una minoranza, in quella minoranza del pianeta che e' il Nord del mondo. Il vostro progetto non puo' camminare senza le gambe della maggioranza oppressa. Ma la nostra proposta di pace e dignita' solo a voi, in questa parte del mondo, puo' guardare con speranza e con fiducia. 9. RIFLESSIONE. DOMENICO JERVOLINO: L'UNIVERSITA' PER LA GLOBALIZZAZIONE DELLA PACE E DEI DIRITTI UMANI [Domenico Jervolino, docente di filosofia del linguaggio all'Universita' di Napoli, e' da decenni uno dei protagonisti in Italia dell'impegno culturale e civile piu' rigoroso e generoso. Per contatti: djervol at tin.it] La crescita di un movimento contro la globalizzazione capitalistica (con le drammatiche conseguenze che essa ha per la maggior parte dell'umanita'), e per l'universalizzazione della solidarieta' e dei diritti, e' uno degli avvenimenti piu' significativi di questi ultimi mesi in Italia e nel mondo. A un prezzo altissimo (la vita del giovane Giuliani, l'inaudito scatenarsi a Napoli e a Genova di una repressione tuttora impunita) questo movimento e' gia' riuscito a incidere nella realta' italiana, facendo scoprire a una nuova generazione il valore dell'agire politico. Quanto poi e' accaduto negli Stati uniti l'11 settembre, col manifestarsi di una oscura forma di violenza terroristica nutrita non solo di fanatismo pseudoreligioso ma anche di potenti mezzi finanziari e tecnologici che certamente non la accreditano a parlare e ad agire a nome delle masse povere e sfruttate del Terzo mondo, ci conferma tragicamente che ormai l'orizzonte dell'agire politico e' mondiale, al punto che nessuno puo' piu' pensare di tirarsene fuori. Se gli avvenimenti di questi giorni ci parlano di una nuova barbarie, occorre interrogarsi sulle sue radici e sui rimedi che non possono certamente consistere in comportamenti che generino nuove sofferenze e altre vittime innocenti. Purtroppo questa e' stata la scelta delle grandi potenze che governano il mondo, coalizzate attorno all'unica superpotenza sopravvissuta, che hanno scelto ancora una volta la via troppo semplice della guerra piuttosto che avere il coraggio di affrontare le contraddizioni della globalizzazione, come sarebbe necessario anche solo per garantire il bene primario della sicurezza per tutti gli abitanti del pianeta terra. Il primato consegnato alla politica di guerra mette in evidenza il deficit di democrazia a livello mondiale e nei singoli stati: i cittadini nulla possono esprimere o decidere in merito alle vicede tragiche dell'11 settembre, mentre sempre piu' rimangono coperte le proposte e i bisogni provenienti da movimenti che da tempo - da Seattle a Genova - rappresentano soggettivita' diverse collettivamente rivolte a trasformare un mondo in grande difficolta'. Difficolta' evidenti e che coinvolgono tutti, ed in egual misura, i cittadini del pianeta e che sono rese drammatiche dalla dimensione, questa si' globale, dei problemi che ci si pongono dinnanzi: l'acutizzarsi delle crisi ambientali, cui forum e accordi internazionali, costantemente disattesi, non riescono a dare risposta; la condizione di una perenne conflittualita' non piu' solo regionale derivante dalla gestione e dal controllo delle risorse energetiche; un relativo benessere nei paesi occidentali che sembra generare spazi crescenti di poverta' e sfruttamento nel resto del mondo. Tutto cio' impone, a nostro parere, un ripensamento complessivo del modello di sviluppo che caratterizza il mondo occidentale. La risposta immediata, realmente asimmetrica rispetto ai fondamentalismi islamici, sarebbe quella di portare pace in Palestina ed Israele, porre termine all'embargo contro l'Iraq, interrompere i bombardamenti ed avviare progetti di aiuto duraturo per il popolo afghano. In realta', rimane fermo il presupposto che ogni cambiamento nei processi irruenti di mondializzazione rimane legato alla capacita' di costruire democrazia, nuova e sostantiva, negli ambienti reali delle situazioni da noi vissute. A fronte del fallimento storico della sinistra e' questo oggi un impegno di ricerca teorica e pratica assolutamente indispensabile. In tal senso, non e' possibile dimenticare che concreti percorsi di costruzione di pratiche e discorsi democratici nuovi e sostantivi provengano da realta' solo apparentemente lontane dalla nostra quale quella brasiliana di Porto Alegre. Di tali esperienze si deve far tesoro e da esse e' possibile partire - anche criticamente - per costruire nei luoghi nei quali lavoriamo e viviamo spazi di dibattito e di azione democratica. In questa situazione c'e' sicuramente una responsabilita' particolare per chi opera nel campo delle istituzioni culturali ed educative. All'inizio di un nuovo anno accademico, mentre l'universita' e' coinvolta da processi di trasformazione che, ribaditi e aggravati dalle previsioni della finanziaria, sono ispirati nella loro "filosofia" di base dal "pensiero unico" del mercato e da un neoliberismo di cui si incominciano gia' a intravedere i limiti, e' lecito chiedersi se il nuovo movimento contro la globalizzazione e la guerra riuscira' a incidere in profondita' in un'istituzione che in passato si e' rivelata spesso refrattaria ai cambiamenti veri. Riuscira' l'universita' in quanto tale a mettersi in discussione come luogo di produzione e di riproduzione di saperi, di cultura, di gerarchie sociali e culturali, il cui funzionamento non e' certo privo di rapporti coi problemi posti dalla globalizzazione e dalla guerra? Riusciranno tutti coloro che nell'universita' vivono e operano non solo a partecipare ai nuovi movimenti (che coinvolgono certamente in modo ampio le giovani generazioni e quindi la componente studentesca) ma anche a discutere cio' che si studia, si ricerca, s'insegna, come lo si fa, o quello che non si fa e si dovrebbe invece fare per aprirsi a una domanda sociale di cultura e di formazione che e' anch'essa virtualmente "globale"? Riusciranno soprattutto i docenti ad uscire da forme consolidate di apatia e di afasia? Per affrontare questi interrogativi proponiamo, proseguendo un discorso che gia' si e' avviato in settembre e che e' stato positivamente recepito dall'assemblea nazionale del forum sociale italiano a Firenze, la sperimentazione a Napoli e in ogni altra sede di un forum sociale dell'universita' (con la partecipazione di studenti, docenti, lavoratori dell'universita' e della ricerca) per giungere poi eventualmente ad un appuntamento nazionale. Per discutere di questi problemi e organizzare insieme un progetto di presenza nell'universita' napoletana, incontriamoci mercoledi 21 novembre presso la Facolta' di Lettere e Filosofia, via Porta di Massa 1, alle ore 11,30. Per ulteriori informazioni contattare: uniforum at libero.it Firmatari: - Docenti e ricercatori: Carlo Amirante, Gianfranco Borrelli, Antonio Carrano, Domenico Iervolino, Gordon Poole, Francesco Rubino, Giosue' Scotto di Santillo (CNR). Dottorandi: Stefania Achella, Lorenzo Altieri, Alessandro Arienzo, Dario Caruso, Isadora D'Aimmo. - Personale tecnico: Claudio De Pietro Rosa d'Elia, Savina Ferla, Rosa Maiello, Maria Minozzi, Lucio Terracciano. Studenti: Dario Bello, Oliviero Genovese, Luca Iervolino, Francesco Minisci, Federica Miralto, Irene Viparelli. 10. RIVISTE. "AZIONE NONVIOLENTA" DI NOVEMBRE [Riceviamo e diffondiamo. Per contatti: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org] E' uscito il numero di Novembre di "Azione Nonviolenta", la rivista mensile del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964. E' possibile chiederne una copia omaggio, scrivendo una e-mail a: azionenonviolenta at sis.it "Azione Nonviolenta" e' un mensile di 28 pagine, di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. L'abbonamento annuo e' di 40.000 lire da versare sul ccp n. 10250363 intestato a: Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. L'archivio di tutti gli articoli pubblicati negli ultimi anni e' disponibile nel sito www.nonviolenti.org In questo numero: - Tante guerre, sante e giuste, ma una sola pace, quella vera (di Mao Valpiana); - Fra guerra e terrorismo c'e' una terza via: la nonviolenza (di Nanni Salio); - Elmetti in redazione per censurare dubbi e critiche alla guerra (di Beppe Muraro); - Ho marciato da Perugia ad Assisi con altri trecentomila (di Fulvio Cesare Manara); - Appello dei Premi Nobel per la Pace "La vita umana e' sacra" (IFOR); - Una risata vi seppellira' (in internet): quando la guerra diventa barzelletta (di Alberto Tomiolo); - Dalla parte delle vittime civili di una guerra incivile (di Gino Strada). E poi le consuete rubriche di: Educazione (Angela Marasso); Musica (Paolo Predieri); Storia (Sergio Albesano); Economia (Paolo Macina); Cinema (Flavia Rizzi); Notizie; Libri (Silvia Nejrotti); Lettere; Appuntamenti (Stefano Guffanti). 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 286 del 12 novembre 2001
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