Un colpo di stato



Ai mezzi d'informazione e ad alcuni altri destinatari interessati

Alcuni giorni fa il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha presentato
un esposto contro il governo italiano ed i suoi complici nell'attentato alla
Costituzione costituito dalla decisione di partecipare a una guerra illegale
e criminale.

A quell'esposto si sono associate persone e strutture democratiche da varie
parti d'Italia.

Con il seguente intervento il responsabile del "Centro di ricerca per la
pace" evidenzia alcunl elementi del contesto italiano in cui l'iniziativa si
situa.

Nota per la stampa a cura del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 12 novembre 2001

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 VIterbo
tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

* * *

INTERVENTO DI PEPPE SINI

Il governo dell'illegalita' e l'eversione dall'alto

UN COLPO DI STATO

Proviamo a riassumere alcuni fatti caratterizzanti la situazione italiana
odierna.

* Le recenti elezioni politiche, dopo le catastrofiche gesta dei governi
della precedente legislatura, hanno portato al potere una coalizione di
personaggi in rapporti con poteri occulti, mafia e corruzione, di persone di
formazione neofascista, di razzisti e teppisti responsabili di infamie
indicibili.

* Questo governo gestisce il G8 a Genova: ed e' un massacro (certo, anche
per l'irresponsabilita' degli organizzatori della contestazione).

* Il governo in questi mesi approva e fa approvare dalla sua maggioranza
parlamentare una serie di leggi stupefacenti, a dir poco scellerate e
criminogene: si legalizzano i reati, si ostruisce l'attivita' della
magistratura, si favoreggia sfacciatamente il boss della coalizione; e si
progetta la sistematica demolizione di quel che resta dei servizi pubblici e
dei diritti sociali, si preparano provvedimenti in aperta violazione di
diritti umani fondamentali. Si arriva al punto di proclamare che occorre
convivere con la mafia.

Poi avviene l'orrore dell'11 settembre, il mondo intero trema. A quelle
stragi segue lo scatenamento insensato di una guerra illegale e criminale,
che fa strame del diritto internazionale e della civilta' giuridica, azzera
l'Onu, aggiunge stragi alle stragi, e sta provocando un'escalation verso una
guerra mondiale che puo' mettere fine alla civilta' umana.

Il governo italiano non solo rinuncia ad impegnarsi per la pace e il diritto
internazionale, ma decide di avallare la guerra, e addirittura di prendervi
parte.

E qui si e' passati all'alto tradimento della Costituzione della Repubblica
Italiana che all'articolo 11 questa guerra e la partecipazione italiana ad
essa dichiara illegale e inammissibile.

Qui si e' passati al colpo di stato, che non cessa di essere tale per il
mero fatto che un pezzo di opposizione parlamentare insipiente o
irresponsabile o corrotta, e un capo dello Stato fedifrago, sono stati
complici del golpe; o per il mero fatto che un crimine analogo fu commesso
gia' due anni fa dal gabinetto D'Alema.

Questi ci sembrano essere i dati di fatto salienti della situazione italiana
attuale. E quest'ultima costellazione di fatti: la violazione della
Costituzione, la guerra, le stragi in corso, il pericolo per l'umanita'
intera, ci sembra essere dirimente e ineludibile.

* C'e' o no materia perche' il potere giudiziario intervenga contro i
golpisti?

* C'e' o no materia perche' il popolo italiano si levi in difesa della
legalita', della Costituzione, dell'ordinamento giuridico, dello stato di
diritto, delle istituzioni, della democrazia, della civile convivenza?

* C'e' o no materia per chiamare alla resistenza nonvioolenta contro la
guerra e in difesa delle leggi, e della fondamentale delle leggi italiane su
cui tutto il nostro ordinamento si regge, la Costituzione della Repubblica
Italiana?

* C'e' o no materia per chiedere l'impegno di tutte le persone di volonta'
buona per la salvezza delle vite umane innocenti in pericolo, e sono milioni
di vite umane; e per la salvezza dell'intera umanita' minacciata da una
guerra che puo' provocare una catastrofe planetaria?

Lo chiediamo a chi ci legge, ma per quanto ci riguarda lo sosteniamo ad alta
voce.

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 12 novembre 2001