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La nonviolenza e' in cammino.283
- Subject: La nonviolenza e' in cammino.283
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 9 Nov 2001 03:17:34 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 283 del 9 novembre 2001 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini, l'ora della resistenza nonviolenta 2. Calendario delle iniziative contro la guerra 3. Emergency: uno straccio di pace 4. Amelia Alberti, un piccolo proponimento 5. Silvano Tartarini, l'Italia e' in guerra e il diritto e' in lutto 6. Farid Adly, da Acquedolci per la pace 7. Mao Valpiana, la guerra di oggi e la nonviolenza di domani 8. Diana Dimonte, il commercio equo e soldale per la pace 9. Davide Melodia, nuovi lutti attendono 10. Norma Bertullacelli, da Genova contro la guerra 11. La scomparsa di Ernst Gombrich, un maestro 12. Giuseppe Di Lello, il governo della malavita 13. Giulio Vittorangeli, la dignita' dei morti 14. Letture: Luciano Gallino, Il costo umano della flessibilita' 15. Letture: Leone Ginzburg, Scritti 16. Letture: Leandro Rossi, Paulo Freire profeta di liberazione 17. "COS in rete" di novembre 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento 19. Per saperne di piu' 1. IL PUNTO. PEPPE SINI: L'ORA DELLA RESISTENZA NONVIOLENTA I fatti sono i seguenti: un gruppo criminale realizza l'11 settembre una abominevole strage in piu' localita' americane, con l'intento - e' ragionevole supporre - di scatenare una conflagrazione mondiale. La piu' grande potenza mondiale scatena una guerra contro un popolo poverissimo, gia' vittima di una guerra devastante ed oppresso da una feroce dittatura. Alle stragi compiute dai terroristi nuove stragi di innocenti si aggiungono per mano degli eserciti. La guerra scatenata e' palesemente illegale e criminale, ma per convenienze diversificate ma convergenti vari stati del mondo la avallano, e l'Onu non sa opporsi. Ignoti poteri criminali scatenano una nuova ondata terroristica con gli attentati che utilizzano le spore di antrace. In varie parti del mondo si approfitta degli attentati dell'11 settembre e della guerra in corso, e del fatto che tutta l'attenzione dei mass-media e' concentrata su questo, per commettere altri crimini giganteschi forti dell'indifferenza, dell'ipocrisia e della complciita' altrui. Le massime autorita' del nostro paese in violazione della Costituzione della Repubblica Italiana avallano la guerra e decidono che l'Italia partecipi all'intervento armato stragista in corso. Questa serie di eventi puo' scatenare una conflagrazione mondiale: che per l'appunto e' ragionevole supporre fosse l'obiettivo dei terroristi dell'11 settembre, se quegli attentati hanno una matrice effettivamente connotata prevalentemente dal fanatismo omicida, suicida e onnicida. * Occorre dunque fermare la guerra. Ed occorre fermarla subito per tre ragioni precise: - salvare tantissime vite innocenti; - impedire una catastrofe che puo' mettere in pericolo la civilta' umana e la stessa biosfera; - ripristinare la vigenza del diritto internazionale, della civilta' giuridica, delle relazioni internazionali fondate sui principi sanciti dallaCarta delle Nazioni Unite. * Come si puo' fermare la guerra? Con la forza della legalita' e della nonviolenza. Con la forza della legalita': in Italia con la forza cogente della Costituzione che questa guerra proibisce categoricamente. Poiche' il governo, con la complicita' di una abborracciata quanto insipiente maggioranza parlamentare e con l'insensato avallo del capo dello Stato, ha violato la Costituzione e si e' reso complice di crimini di guerra e di crimini contro l'umanita', occorre che la magistratura persegua i responsabili di questa vera e propria eversione dall'alto. Subito, con la massima tempestivita' ed il massimo rigore. L'ora e' gravissima. Con la forza della nonviolenza: finche' l'esecutivo, il parlamento ed il capo dello Stato non recederanno dal crimine commesso, occorre disporci ad essere noi, cittadini italiani, popolo sovrano, ad impegnarci in difesa dello stato di diritto, in difesa della legalita' costituzionale, in difesa del diritto internazionale, in difesa della Carta dell'ONU, in difesa degli esseri umani che nei prossimi giorni verranno assassinati dalla guerra, in difesa dell'umanita' in pericolo. Occorre la scelta della nonviolenza, la limpidezza della nonviolenza, la forza della nonviolenza. Non possiamo limitarci alle suppliche e nemmeno alle iniziative meramente simboliche, per quanto visibili e partecipate esse possano essere; occorre passare all'azione diretta nonviolenta, alla disobbedienza civile, allo sciopero generale. - L'azione diretta nonviolenta per bloccare la macchina bellica italiana, la produzione di armi, la catena di comando di un governo fuorilegge; - la disobbedienza civile per impedire ai potenti fedifraghi ed anomici di avvalersi di una complicita' diffusa, fosse pure solo per omissione, fosse pure solo come passivita'; - lo sciopero generale per difendere la democrazia con la forza della democrazia; per difendere lo stato di diritto con la forza del diritto. * Dinanzi a un governo fellone e fuorilegge, e' l'ora della resistenza nonviolenta. Si', e' l'ora della resistenza nonviolenta. 2. CALENDARIO DELLE INIZIATIVE CONTRO LA GUERRA [Ovviamente le iniziative di pace di seguito segnalate sono quelle di cui siamo venuti a conoscenza e che ci sembrano caratterizzate da due scelte precise: la nonviolenza e la difesa della legalita'] Venerdi 9 novembre - sciopero generale contro la guerra indetto da varie organizzazioni sindacali - a Roma: Forum antiliberista, nell'ex mattatoio del quartiere Testaccio, ore 10: sessione plenaria: Saperi, culture, educazione, lotta globale nella societa' della comunicazione; ore 12 sessione plenaria: Contro il dominio delle multinazionali fra proprieta' intellettuale e privatizzazione; ore 15: gruppi di lavoro; ore 17: sessione plenaria: No al dumping ed ai paradisi fiscali. Per la funzione sociale delle relazioni commerciali; ore 19: sessione plenaria: Per il salario e il lavoro. Per la globalizzazione dei diritti. - ad Acquapendente (VT): presso la biblioteca comunale con inizio alle ore 14,30 quinto incontro del corso di educazione alla pace. - a Taranto: alle ore 17,30 nell'aula magna dell'Istituto Righi, in via Dante, incontro dibattito: "La guerra permanente: quali rischi per Taranto?". Introduzione: Salvatore De Rosa (Attac Taranto). Relazioni di: Alessandro Marescotti (PeaceLink) e Tonino Camuso (Osservatorio Balcani). Seguira' il dibattito. - a Bagnarola (BO): alle ore 15, in parrocchia, incotnro di preghiera per il missionario dehoniano rapito nelle Filippine padre Beppe Pierantoni. - a Bologna: alle ore 17,30 in piazza Nettuno, manifestazione cittadina contro la guerra e la decisione del governo italiano di parteciparvi. - a Vignate: alle ore 21 presso il centro polifunzionale sdi, in via Marconi, assemblea cittadina aperta a tutti per tentare di creare un coordinamento per la pace. * Sabato 10 novembre - a Roma: Forum antiliberista, nell'ex mattatoio del quartiere Testaccio, ore 10: Spettacolo sulle lotte contadine, "Cantata per Melissa"; ore 11: sessione plenaria: Per la sovranita' alimentare. Dal lavoro della terra al lavoro per un'altra societa'; ore 13 sessione plenaria: Relazione dei gruppi di lavoro, presentazione del documento di chiusura, risoluzione sulla guerra economica, sociale e militare. - a Roma: manifestazione nazionale contro la guerra promossa dal Roma Social Forum: ore 15, corteo da piazza Esedra; ore 19, in piazza Bocca della verita' concerto spettacolo. - ad Acquedolci (ME): L'Associazione Culturale Mediterraneo pomuove un presidio per la pace in piazza Municipio con inizio alle ore 16. - a Bologna: alle ore 15 in piazza Nettuno: "L'acqua e' un bene privato? L'istruzione e la sanita' possono essere considerate merci?": manifestazione locale in contemporanea alla giornata di apertura del vertice WTO. Organizza il nodo bolognese della rete di Lilliput in collaborazione con il Bologna Social Forum. - a Bassano del Grappa: alle ore 17 presso il centro sociale Stellarossa riunione delle associazioni venete contro la guerra (per informazioni: www.venetocontrog8.net). - a Volterra, alle ore 10 presso il Centro Studi Santa Maria Maddalena, convegno su: "Gli organismi geneticamente modificati: quali rischi per la salute?", promuove l'associazione Nicaragua Nicaraguita. - a Mestre (VE): alle ore 15 presso il Centro Culturale Candiani seminario su "Migrazioni: diritto alla casa e modelli di accoglienza", promosso dalla Pastorale Sociale del Lavoro, giustizia e pace. Per informazioni: tel.041906480. - A Mestre, alle ore 18 in piazza Ferretto fiaccolata in occasione dell'Anno internazionale del volontariato. Organizza il Centro di servizi del volontariato. Per nformazioni: tel. 041931720, e-mail: centroservizi.venezia at tin.it * Domenica 11 novembre - a Viterbo: alle ore 16 presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" incontro di formazione alla nonviolenza. - a Favaro Veneto (VE): alle ore 14,30 all'Auditorium del Consiglio di Quartiere dibattito su "Quale pace? Il Mondo tra guerre e terrorismi". Interverranno: Alessandro Sabiucciu (Assessore al Lavoro della Provincia di Venezia), Giannina Dal Bosco (Donne in nero), Carlo Campana (Emergency). Presenti le comunita' islamiche, palestinesi, Kurda, Tunisina, Senegalese veneziane. A conclusione, concerto di giovani studenti del Conservatorio di Venezia. Organizza l'Associazione per la pace. Info: tel. 041970310, e-mail: michela.vitturi at tin.it. - a Quarrata, alle ore 17, Anfiteatro della Casa della Cultura: "Payman", monologo che racconta la vita di Payman, donna del Sud Kurdistan (Kurdistan iracheno). di e con Annet Henneman. - a Vittorio Veneto: alle ore 10 in localita' La Crosetta, raduno di alpinisti ed ambientalisti in difesa dell'antica Foresta del Cansiglio. * Lunedi 12 novembre - a Roma: alle ore 17, presso la scuola comunale dell'infanzia "Paola Biocca", via Galvani 4b, a due anni dalla scomparsa di Paola: tavola rotonda su "La societa' civile di fronte al terrorismo e alla guerra". Introduce: Fabrizio Battistelli (segretario generale dell'Archivio Disarmo), intervengono: Andrea Purgatori (giornalista), Mario Giro (Comunita' di Sant'Egidio), Dacia Maraini (scrittrice); partecipano: Ilaria Angeli (Franco Angeli editore), Lucia e Dario Biocca, Raffaella Bolini (Arci), Luca De Fraia (Campagna Sdebitarsi), Nicoletta Dentico (Medici senza Frontiere), Luis Germani (Centro Gino Germani), Giulio Marcon (ICS), Francesco Petrelli (Movimondo), Jeffrey Rowland (World Food Programme), Domitilla Senni (Greenpeace), Nino Sergi (Intersos), Giancarlo Tenaglia (Campagna italiana contro le mine), Maura Viezzoli (Cisp). Per informazioni: Archivio Disarmo (archidis at pml.it). - a Verona: alle ore 20,45, presso la Casa per la Nonviolenza (via Spagna 8, vicino alla Basilica di San Zeno, tel. 0458009803), incontro su: "Islam, nonviolenza, cristianesimo: guerra santa e guerra giusta tra teologia e storia"; introduce: prof. Claudio Cardelli (storico, del Movimento Nonviolento); intervengono: Mohamed Guerfi (imam di Verona), don Sergio Pighi (Comunita' dei Giovani); coordinano: Mao Valpiana ("Azione nonviolenta") e Alberto Tomiolo (Verona citta' possibile). - a Viterbo: alle ore 21 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo per preparare nuove iniziative contro la guerra. - a Mestre (VE): alle ore 17,30 presso il Centro Culturale Candiani: "Percorsi di pace, per capire, riflettere, scegliere", con Maria Turchetto (Universita' di Venezia), Alberto L'Abate (Universita' di Firenze), Elisabetta Bartuli (Universita' di Venezia; conduce Alberto Vitucci ("La nuova Venezia"). * Martedi 13 novembre - a Viterbo: iniziativa del Centro di ricerca per la pace. * Mercoledi 14 novembre - a Orte (VT), al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, sesto incontro del corso di educazione alla pace. - a Mestre (VE): alle ore 17 presso il Centro Culturale Candiani, conferenza su "I movimenti radicali nel mondo mussulmano: genesi, evoluzione e crisi"; interverrano Mario Nordio (Universita' di Venezia) e Vincenzo Pace (Universita' di Padova), promuove il Centro Pace del Comune di Venezia, tel.0412747645-2747653. * Giovedi 15 novembre - a Roma: alle ore 21, presso il Cipax, in via Ostiense 152b, incontro con Roberto Baggio, della Direzione Nazionale del Movimento Sem Terra su: "MST, WTO e guerra. La lotta del Movimento Sem Terra in Brasile nell'attuale situazione internazionale". - A Torino: alle ore 20,30, presso il Centro Studi Sereno Regis, via Garibaldi 13, laboratorio della nonviolenza e osservatorio Internazionale: "Islam e fondamentalismo in Asia centrale", interviene Marco Buttino. * Venerdi 16 novembre - ad Alessandria: alle ore 21, presso la Camera del lavoro (via Cavour 27, tel. 0131308217), proposta di dibattito, di immagini e di testimonianze su "Popoli negati, popoli di troppo". Per avviare un percorso di riflessione, intrecciando la questione kurda con altre grandi questioni, in particolare l'esperienza zapatista. Presentazione del video: "Newroz 2001, osservatori di pace in Turchia", e del video "Aqui estamos", sulla marcia zapatista dal Chiapas a Citta' del Messico. - a Como: alle ore 21 nell'Aula Magna dell'Universita' (via Castelnuovo 7), convegno promosso dal Coordinamento comasco per la pace su "Addio alle armi. La nonviolenza come pratica e progetto di liberta'". - a Marghera (VE): alle ore 17, al Teatro Aurora, "Venezia per la vita: la campagna per l'abolizione della pena di morte nel mondo". - a Palermo: inizia il convegno internazionale su Danilo Dolci. * Sabato 17 novembre - a Milano: ore 16, in via Marco d'Agrate 11, festa di compleanno della casa per la pace. - a Marghera (VE): ore 9, in Piazzale Concordia, "Operazione nocciolina", campagna nazionale per l'autosviluppo, promosso da Mani tese in cooperazione con le associazioni contadine locali salvadoregne. Per informazioni: tel. 0412747645, e-mail: lucapozzato at libero.it - a Palermo: prosegue il convegno internazionale su Danilo Dolci. 3. APPELLI. EMERGENCY: UNO STRACCIO DI PACE [Dal sito di Emergency (www.emergency.it) riprendiamo e diffondiamo questa proposta] Siamo pericolosamente vicini alla guerra. Questo vuol dire che degli italiani potrebbero anche uccidere dei civili, la maggior parte dei quali donne e bambini e, a loro volta, essere uccisi. Siamo sicuri che molti di noi non vogliono che cio' accada. Noi vogliamo poter dire che siamo contrari, e vogliamo che chiunque ci veda sappia che siamo contrari alla guerra. Per farlo useremo un pezzo di stoffa bianco: appeso alla borsetta o alla ventiquattrore, attaccato alla porta di casa o al balcone, legato al guinzaglio del cane, all'antenna della macchina, al passeggino del bambino, alla cartella di scuola... Uno straccio di pace. E se saremo in tanti ad averlo, non potranno dire che l'Italia intera ha scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. Sappiamo che molti sono favorevoli a questa entrata in guerra. Vogliamo che anche quelli che sono contrari abbiano voce. Emergency chiede l'adesione di singoli cittadini, ma anche comuni, parrocchie, associazioni, scuole e di quanti condividono questa posizione. Diffondere questo messaggio e' un modo per iniziare. 4. PROPOSTE. AMELIA ALBERTI: UN PICCOLO PROPONIMENTO [Amelia Alberti e' presidente del circolo verbano di Legambiente, per contatti: lambient at tiscalinet.it] Ho deciso di siglare tutte le mie lettere con l'art. 11 della Carta Costituzionale. E' un piccolo proponimento, quasi un "fioretto", come si faceva da bambini. 5. RIFLESSIONE. SILVANO TARTARINI: L'ITALIA E' IN GUERRA E IL DIRITTO E' IN LUTTO [Silvano Tartarini e' uno degli animatori dell'esperienza dei Berretti Bianchi, per contatti: bebitartari at bcc.tin.it] Il nostro Paese e' in guerra e noi nonviolenti siamo in lutto. Vorremmo spiegare perche'. Il nostro Presidente della Repubblica ha detto che "L'Italia vuole la pace, ma la pace bisogna difenderla". Siamo d'accordo. Evidentemente, non siamo d'accordo sul come difenderla. Noi non crediamo che la guerra difenda la pace. Di piu', crediamo che la pace non ci sia sul pianeta e vada costruita. Non e', in definitiva, la stessa cosa che voleva l'articolo 11 della nostra Costituzione? La nostra ferma intenzione non e' la stessa dei nostri Padri Costituenti? Ecco perche' porteremo il lutto. Non solo perche' non vogliamo la guerra, perche' non crediamo che la guerra sia una risposta, anzi pensiamo che la guerra sia un nonsenso, una nonrisposta, un continuare la violenza senza fermarla, e non vogliamo un mondo carico di odio e di violenza, ne' pensiamo che sommando morti a morti si ottenga la pace e la giustizia; ma anche perche' crediamo fermamente che sia nostro dovere difendere i valori su cui e' nata la nostra Repubblica. Quindi, difenderemo il diritto al rifiuto della guerra sancito dalla nostra Carta Costituzionale. Inoltre, la nonviolenza non e' passivita'. Se qualcuno distrugge le nostre case, noi crediamo che non sia giusto fare altrettanto, ma questo non vuol certo dire che noi lo lasceremo fare. Vogliamo il diritto alla sicurezza nostra e di tutti e vogliamo fermare ogni mano violenta e vogliamo che sia fatta giustizia. E se non ci sono oggi gli strumenti internazionali di giustizia e di difesa della pace, questo non vuol dire che non sia possibile costruirli da subito. Noi non siamo orgogliosi del premio Nobel dato all'Onu, poiche' oggi, purtroppo, e' sempre piu' una scatola vuota, di volta in volta usata dai potenti del mondo, ma non cesseremo per questo di batterci per una Onu veramente rappresentativa della volonta' dei popoli e finalmente democratica. I nonviolenti e i pacifisti, da anni, richiedono questo e per questo lavorano. Ne' siamo rimasti passivi nell'attesa. Siamo andati nelle zone di conflitto quando erano attraversate dalla guerra, in Iraq, in Bosnia, in Cecenia, in Kossovo, in Serbia, in Congo e altrove e siamo andati sempre a costruire pace, in difesa dei valori della nostra umanita' calpestata da violenze e guerre ovunque. E sono anni che lavoriamo perche' la Comunita' Internazionale abbia un Corpo Civile di Pace come richiesto dal Parlamento Europeo con risoluzione n. A4-0047/99. Questa risoluzione fu accolta come raccomandazione anche dal nostro Parlamento nazionale, che oggi a stragrande maggioranza ha votato la guerra. Dunque, siamo in lutto perche' il diritto e' in lutto, ma continueremo a pensare fermamente che un mondo migliore e' possibile, e a lottare per averlo. 6. INIZIATIVE. FARID ADLY: DA ACQUEDOLCI PER LA PACE [Farid Adly, prestigioso giornalista, presiede l'associazione culturale Mediterraneo. Per contatti: ass.cult.mediterraneo at katamail.com] Anche nel nostro piccolo centro, un comune del messinese, la gente si mobilita contro la guerra. L'Associazione Culturale Mediterraneo ha accolto questo spirito ed ha indetto un presidio in piazza Municipio, per sabato 10 novembre alle ore 16. Faremo una raccolta di firme sul testo seguente. Abbiamo deciso anche di aderire all'iniziativa di Emergency di portare un fazzoletto bianco (in mano, all'antenna della macchina, al guinzaglio del cane, alla carrozzina del bambino, allo sterzo della bicicletta, alla borsetta, al balcone di casa, alla finestra, etc.) in segno di avversione alla guerra. * Per la pace e la nonviolenza, contro il terrorismo e contro la guerra. A due mesi dagli atroci attentati di New York e Washington, che hanno causato migliaia di vittime innocenti, ad oltre un mese dall'inizio dei bombardamenti angloamericani sull'Afghanistan, che a loro volta hanno causato altre migliaia di vittime innocenti, e dopo l'entrata dell'Italia in guerra, non possiamo ignorare il pericolo che minaccia l'umanita'. In questo momento, in cui con maggiore evidenza si affacciano alla nostra coscienza tutti i motivi retorici e nefasti della guerra, non possiamo restare in silenzio. Vogliamo esprimere la nostra grave preoccupazione per la scelta del Governo e del Parlamento di offrire uomini e mezzi del nostro Paese per il prosieguo della guerra in territorio afgano. La nostra contrarieta' deriva dal dettato costituzionale che all'art. 11 "ripudia" la guerra come strumento per la risoluzione di qualsiasi controversia. Proprio in questi giorni il Capo dello Stato ha impegnato la sua parola a difesa dei valori della Costituzione. Vorremmo che, coerentemente, se ne traessero tutte le conseguenze. D'altra parte anche i conflitti piu' recenti (Iraq, Kosovo...) hanno ampiamente dimostrato quanto la guerra non risolve i problemi ma li trascina nel tempo o li aggrava. Tanto piu' questo conflitto sembra concedere nuovi argomenti, consensi e spazi d'azione al terrorismo che dice di voler debellare. In questo caso poi, ci sembra che continuino ad essere ignorate le organizzazioni internazionali, che restano la strada maestra indicata dai padri che sottoscrissero la Carta delle Nazioni Unite. Infine rinnoviamo il nostro disappunto per la decisione della partecipazione italiana alla guerra in quanto tale decisione avviene nel momento in cui il conflitto ha ampiamente e tristemente dimostrato di non riuscire a risparmiare la vita dei civili che abitano l'Afghanistan e che subiscono cosi' un doppio conflitto. Anche questa guerra e' un atto di terrorismo: lo vogliamo dire senza mezzi termini. Essa risponde alla stessa logica: semina anch'essa morte e distruzione, annienta alla radice la civilta' delle relazioni umane, della convivenza tra i popoli, della condivisione con gli altri dell'umanita' che e' in noi. Come il terrorismo, anch'essa non rispetta nessuna regola, nessuna convenzione tra gli Stati, nessun trattato internazionale; non diversamente dal terrorismo, cela la verita' dei fatti e delle ragioni che armano le sue strategie. Chiediamo l'immediata cessazione dei bombardamenti e di ogni altra operazione di guerra in Afghanistan. Chiediamo che il nostro Paese si dissoci dalla guerra e che sviluppi in tutte le sedi ogni possibile iniziativa per la pace, l'assistenza delle popolazioni profughe dell'Afghanistan, la soluzione della questione palestinese, la fine dell'embargo contro l'Iraq. 7. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: LA GUERRA DI OGGI E LA NONVIOLENZA DI DOMANI [Mao Valpiana e' il direttore di "Azione nonviolenta", il mensile del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini. Per contatti: azionenonviolenta at sis.it] "Noi dobbiamo dire no alla guerra ed essere duri come pietre. La nonviolenza e' il varco attuale della storia" (Aldo Capitini). Vado subito al nocciolo della questione. Quali alternative alla guerra propone oggi la nonviolenza? E' la domanda che mi sento fare ogni qual volta manifesto il mio dissenso dal voto del Parlamento di mercoledi 7 novembre, che ha approvato la partecipazione dell'Italia alla guerra in Afghanistan. Non voglio eludere nessuna obiezione seria che viene fatta alla nonviolenza. Si dice che essa e' assolutamente inefficace se usata con i terroristi. Certo, oggi le proposte della nonviolenza sono solo teoriche, perche' per anni, per decenni, non le si e' dato nessun credito. Tutte le energie, tutti i finanziamenti, tutta la politica e' stata indirizzata a preparare esclusivamente la macchina bellica, che infatti oggi e' pronta e aggressiva, con portaerei, bombe, truppe, elicotteri, carri armati; tutto ben organizzato e costruito in anni e anni. E dopo aver speso migliaia di miliardi nell'apparato tecnico-scientifico-militare e non aver mai investito nemmeno una lira nella preparazione nonviolenta, si viene a chiedere a noi nonviolenti una soluzione della tragedia in corso? La convulsione storica che stiamo vivendo non e' scoppiata improvvisamente, come un terremoto, ma e' cresciuta per decenni, nei quali nulla si e' fatto per evitarne l'esplosione, ne' per preparare una valida alternativa. E' come trovarsi davanti ad un incendio devastatore senza aver mai fatto prevenzione e senza avere in mano neppure un bicchiere d'acqua per spegnerlo. Che si puo' fare? Nulla, solo scappare. Oggi, per rispondere al terrorismo internazionale, di pronto c'e' solo lo strumento militare; ma si deve avere la consapevolezza che quello strumento portera' alle estreme conseguenze; se i terroristi alzeranno il livello della sfida, la risposta dovra' adeguarsi, e dalle armi chimiche, si passera' alle armi nucleari, con le conseguenze che si possono immaginare: la tragedia delle torri gemelle rischia di essere moltiplicata per mille. Tutti noi nonviolenti sentiamo l'urgenza di fare qualcosa. Sentiamo l'insufficienza del solo mettere a verbale il nostro no. In un regime che compatto ha votato per l'intervento militare e' gia' molto esprimere il dissenso, ma il nonviolento sente che questo non basta. E quindi lavoriamo incessantemente per far avanzare la progettualita' nonviolenta. Quali sono le nostre proposte? Finanziare istituti di ricerca per la risoluzione nonviolenta dei conflitti internazionali; istituire, reclutare ed addestrare Corpi Civili di Pace per la prevenzione dei conflitti; avviare un processo di democratizzazione dell'ONU; dotare l'Onu di una polizia internazionale; favorire processi di integrazione con i paesi a rischio; sostenere i gruppi dissidenti dei regimi dittatoriali; creare una rete di monitoraggio nelle aree a rischio di crisi; avviare passi di disarmo unilaterale e preparare forme di difesa nonviolenta; investire in diplomazia e favorire processi di pacificazione, di riconciliazione, di convivenza; controllare il commercio di armamenti, bandire la produzione di armi chimiche, batteriologiche, nucleari. E allora siamo qui a proporre, seriamente, a tutte le forze politiche che dicono di aver votato con disagio a favore della guerra, che da subito prendano in considerazione le nostre proposte, sulle quali lavoriamo da decenni; se non sono applicabili da subito, serviranno almeno ad evitare la prossima tragedia. Sono le stesse proposte che facemmo al tempo della guerra del Golfo; rimasero lettera morta, perche' - si disse allor a- in quel momento servivano i raid aerei. Se dieci anni fa, oltre ai raid aerei, si fosse almeno iniziato a preparare un'alternativa, forse la crisi di oggi potrebbe essere affrontata al 95% con mezzi militari e al 5% con mezzi nonviolenti. Sarebbe gia' molto, perche' forse la crisi successiva (fra qualche anno) vedrebbe l'80% di intervento militare e il 20% di intervento nonviolento, e cosi' via... ma invece siamo ancora al 100% di micidiali strumenti militari. E la nonviolenza viene solo ridicolizzata, o criminalizzata. E' penoso dover giustificare la propria obiezione di coscienza. Dopo duemila anni di cristianesimo tocca ancora a chi rifiuta la guerra spiegarne i motivi. E ogni volta ti senti chiedere: ma voi nonviolenti cosa fareste? Lasciate impuniti gli assassini? Se non li fermi con le armi, cosa fai? Niente? Allora sei complice... Ecco il punto: si da' sempre per certo (quasi fosse una verita' assoluta) che le bombe siano efficaci, che la guerra sia risolutiva. Ma e' vero? Questa guerra, come tutte le guerre, e' un'avventura senza ritorno. Il primo possibile risultato e' quello di aumentare l'area di consenso attorno al terrorismo fondamentalista, di procurargli nuovi alleati, di radicalizzare nuove pericolose contrapposizioni. La guerra e' come una valanga, al sua passare travolge tutto e tutti. Uccide anche cio' che vorrebbe difendere. Divide, spezza, annienta. Con la guerra scompare la speranza. E poi muoiono gli uomini, le donne, i bambini. Gia', i bambini, le vittime piu' numerose delle guerre moderne. Quand'ero bambino pensavo che la guerra fosse una cosa d'altri tempi, da libri di storia; e che io una guerra non l'avrei mai vista. In realta' erano passati solo vent'anni dalla fine della seconda guerra mondiale, c'era gia' l'equilibrio del terrore e stava scoppiando la guerra del Viet Nam. Con il brusco risveglio dell'adolescenza ho scoperto che nel mondo di guerre ce n'erano tante, ma comunque erano tutte lontane e riguardavano gli americani, i russi o i cinesi. Sono bastati pochi anni e ho visto quattro guerre che hanno coinvolto direttamente l'Italia: il Golfo, la Bosnia, il Kosovo, l'Afghanistan. La guerra, ormai, non e' piu' un tabu'. Credevamo che i moniti "mai piu' Auschwitz" e "mai piu' Hiroshima" fossero definitivi. E invece ci siamo sbagliati. Pensavamo che la nostra Costituzione impedisse la guerra, ma non e' vero (qualcuno dovrebbe proporre un emendamento per sostituire, all'articolo 11, la parola ripudia con la parola ammette: sarebbe piu' serio!). Si gioca con le parole, cambiando il nome alle cose: una pioggia di bombe viene chiamata "liberta' duratura". Ma la guerra, come disse Gandhi, resta il piu' grande crimine contro l'umanita'. Si dice che questa guerra e' totalmente diversa dalle altre, che e' una guerra di nuovo tipo, la prima guerra del nuovo secolo. Ogni guerra ha la sua giustificazione, netta, chiara, indiscutibile. Si sa che la guerra e' dolorosa, e la si presenta come sacrificio necessario (e' anche costosa, preparatevi a pagare...): non la si puo' dare vinta ai terroristi. Se non sei con la Patria, sei con il nemico. Il bene contro il male; la democrazia contro la dittatura, la civilta' contro il terrorismo. Per vincere la guerra ci vuole un paese unito, stretto attorno alla sua bandiera, a stelle e strisce o tricolore, fate voi; e allora tutti in piazza a tifare per la guerra. Sara' anche una nuova guerra, ma i metodi sono proprio vecchi, quelli della politica di sempre. Le armi per difendere Dio, patria e famiglia: gia' visto. Voglio concludere con qualche domanda che questa volta voglio porre io a chi e' convinto della bonta' di tale "operazione militare": quando finira' questa guerra? chi firmera' il trattato di resa? quando si potra' dire, ecco abbiamo vinto? chi potra' assicurare che dal giorno dopo non ci saranno piu' attentati? dopo la vittoria, avremo la pace, o dovremo continuare a preparare la guerra? fino a quando, per la nostra sicurezza, dovremo finanziare giganteschi apparati bellici, e quanto dovremo ancora attendere per dare credito alla nonviolenza? L'opposizione integrale alla guerra e' il fondamento costitutivo del Movimento Nonviolento. Fra tanti dubbi e incertezze, questo almeno e' un punto fermo. 8. RIFLESSIONE. DIANA DIMONTE: IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE PER LA PACE [Diana Dimonte e' impegnata nell'associazione Mani Unite per il commercio equo e solidale. Cura una rubrica settimanale sul nostro notiziario. Per contatti: diana.dimonte at tin.it] Ci avviciniamo al Natale, mentre una nuova guerra e' ancora in corso, e la paura del terrorismo sembra espandersi, e non solo negli Stati Uniti. All'ultima assemblea del Consorzio Ctm altromercato del 27-28 ottobre ci siamo aggiornati sulle varie iniziative a carattere politico e sociale che Ctm sta attuando, e alcuni interventi hanno riportato l'attenzione sui tragici avvenimenti in atto in Afghanistan e negli USA, invitando le organizzazioni del commercio equo a mantenere alta l'attenzione. Quello che segue e' un breve testo - uscito recentemente su alcuni quotidiani e gia' presentato su questo foglio - che puo' ben rappresentare la posizione di molti attivisti del commercio equo e solidale, e senz'altro del Consorzio Ctm altromercato. Numerosi sono i testi e gli appelli a favore della cessazione dei bombardamenti in Afghanistan recentemente usciti (anche dalla sede delle Nazioni Unite), e questo e' uno fra i tanti che troviamo particolarmente significativo. * E' tempo di parlare di pace Occorre sconfiggere il terrorismo. Ed e' indispensabile individuare, catturare e punire i responsabili dell'atroce attentato dell'11 settembre, per il quale ribadiamo con la massima convinzione la nostra solidarieta', piena, sincera e fattiva, agli Stati Uniti d'America, tuttora colpiti dal vile ricorso alla guerriglia batteriologica. Ma proprio l'obiettivo prioritario della lotta al terrorismo impone oggi a ciascuno di noi una riflessione pacata e consapevole su quanto e' avvenuto in queste ultime settimane e sui rischi gravissimi di allargamento del conflitto in atto, senza limiti temporali e territoriali. E' giusto chiedersi se la guerra sia lo strumento piu' efficace per debellare il terrorismo. Dopo diverse settimane di bombardamenti in Afghanistan, cresce il numero delle vittime civili, del tutto innocenti, mentre il problema dei profughi e' gia' diventato una vera e propria emergenza umanitaria di enormi proporzioni. E' tempo di restituire la parola alla politica, alla diplomazia internazionale. Occorrono gesti e atti politici che parlino a tutto il mondo arabo con parole di pace e cooperazione, al fine di svuotare i serbatoi dell'odio, dell'integralismo e del terrore. E' tempo di revocare unilateralmente l'embargo economico all'Iraq. E' tempo di dare uno stato sovrano al popolo palestinese e piena sicurezza a Israele, due fatti che potrebbero cambiare il corso della storia, interrompere un'iniqua carneficina e privare Bin Laden di strumentali argomenti di propaganda. Per ottenere questi risultati e' necessario rilanciare il ruolo dell'Unione Europea nell'ambito e in accordo con le istituzioni internazionali, a iniziare dalle Nazioni Unite. Ma occorre ragionare senza il fragore delle armi, senza che scorrano le immagini delle vittime innocenti e dei profughi. E' indispensabile anzitutto far giungere alle popolazioni colpite gli aiuti umanitari. Chiediamo dunque un'immediata sospensione dei bombardamenti. Antonio Tabucchi, Moni Ovadia, Khaled Fouad Allam, Luciano Canfora, Margherita Hack e Predrag Matvejevic 9. RIFLESSIONE. DAVIDE MELODIA: NUOVI LUTTI ATTENDONO [Davide Melodia, storico riferimento della nonviolenza in Italia, quacchero, e' tra i collaboratori abituali di questo foglio. Per contatti: melody at libero.it] Sette novembre 2001: il Parlamento repubblicano, democraticamente, ha dichiarato guerra ad un popolo sconosciuto. Nuovi, eppur antichi lutti attendono l'italica gioventu' addestrata alla moderna guerra, laggiu' tra le pietre aride e le nevi proditorie afgane. Sette novembre 2001: non andremo a riesumare l'antica funerea fascia esteriore per mostrare il dolore, ma fasceremo, anzi abbiamo gia' fasciato, da oggi, il cuore che sanguina per la ferita profonda ed incurabile inferta a tutta l'umanita' da un Paese che amava la Pace. Sia maledetto, da oggi, il sette novembre 2001. 10. ESPERIENZE. NORMA BERTULLACELLI: DA GENOVA CONTRO LA GUERRA [Norma Bertullacelli e' impegnata nella rete controg8; per contatti: norma.b at libero.it] Mercoledi, alle 19 esatte, nel momento in cui il senato votava la partecipazione diretta dell'Italia alla guerra, i pacifisti che avevano appena concluso l'ora in silenzio per la pace sui gradini del palazzo ducale di Genova, hanno simulato la morte per alcuni minuti. Hanno sottolineato che per la terza volta in dieci anni un governo calpesta il dettato costituzionale, che recita all'art. 11 "L'Italia ripudia la guerra". Hanno anche espresso il loro profondo dissenso nei confronti dell'atteggiamento dell'opposizione parlamentare che, attraverso il vergognoso metodo dellle astensioni incrociate, ha fornito una insperata quanto gratuita legittimazione al governo Berlusconi. 11. OMAGGI. LA SCOMPARSA DI ERNST GOMBRICH, UN MAESTRO Pochi giorni fa e' deceduto a Londra Ernst Hans Gombrich, aveva 92 anni, era nato a Vienna nel 1909. Come pochi altri indimenticabili maestri a molti di noi ha insegnato a vedere; e questo ancora ci ha insegnato: lo splendore della dignita' umana, e la capacita' di scandagliarla senza lasciarsene abbagliare. Attoniti e commossi e reverenti lo salutiamo con un profondo inchino. Grazie, sir Gombrich, per tutto quanto ha avuto la liberalita' di donarci, e per l'amabilita' con cui lo ha fatto. 12. RIFLESSIONE. GIUSEPPE DI LELLO: IL GOVERNO DELLA MALAVITA [Giuseppe Di Lello, attualmente parlamentare europeo, e' stato uno dei magistrati del pool antimafia di Antonino Caponnetto, con Falcone, Borsellino e Guarnotta. Questo intervento e' apparso sul quotidiano "Il manifesto" del 3 novembre] La rimozione di Tano Grasso da commissario antiracket dovrebbe aver chiarito alla opposizione di centrosinistra che non e' piu' tempo di scherzare sulla tenuta democratica del paese, ormai sempre piu' delegittimato all'estero non certo per fantomatici complotti, ma per cio' che e', che fa e che dice, mentre in patria sembra non correre seri rischi a causa di una opposizione incerta e sempre sull'orlo dell'inciucio. Il governo che si e' insediato come conseguenza costituzionale delle elezioni politiche del 13 maggio scorso rappresenta, difende e promuove gli interessi della malavita nelle sue varie articolazioni, disgiunte o complementari, da quella armata a quella dei colletti bianchi, passando attraverso tutte le forme concrete di accumulazione criminale nella sua accezione non necessariamente formale o di diritto penale. Le attivita' di rappresentanza, difesa e promozione vanno dal "riassetto" normativo alla guerra diretta contro quelle figure istituzionali che potrebbero arrecare danni e fastidi alla comune causa criminale. Si sta cincischiando troppo sulla "opposizione responsabile" e si sta anche ripiombando in prassi consociative giustificate dalla guerra al terrorismo internazionale. Ricordiamo agli smemorati come per un lungo periodo, a cavallo tra gli anni '70 e '80, sotto l'incalzare del terrorismo domestico, lo stato italiano non abbia mosso un dito contro le organizzazioni criminali che ebbero il tempo di crescere e radicarsi in potenza militare, politica ed economica. Smettiamola di ricorrere a pericolosi eufemismi come quello della "illegalita'" perche' al governo Berlusconi non si puo' (e ancor meno si potra') rimproverare di agire illegalmente dato che sta demolendo preventivamente, e all'interno delle prassi costituzionali, il sistema di regole formali: le leggi dei primi cento giorni sulle grandi opere pubbliche, sull'edilizia privata, sul rientro anonimo dei capitali, sulle rogatorie internazionali, permetteranno ai gruppi criminali di agire nella piena legalita'. Prendiamo l'imminente rientro e la conseguente disponibilita' di denaro rilavato dallo sporco di mafia, droga, corruzione, evasione fiscale e immettiamolo negli appalti per le grandi opere pubbliche o nella sanatoria siciliana per gli scempi delle coste e riflettiamo sulla virtuosa sinergia di queste leggi che faranno da volano a consensi e potere per il blocco politico-affaristico del centro destra e del gruppi criminali: come ai vecchi tempi delle correnti andreottiane e gavianee e delle corrispondenti famiglie mafiose e camorriste. Quando le modifiche normative non sono sufficienti a superare gli ostacoli perche' le circostanze richiedono che gli "amici" vengano rassicurati subito, non ci si puo' contentare di affermazioni rassicuranti alla Lunardi sulla necessita' di una "convivenza" (o, perche' no, "connivenza"), ma si rimuove Tano Grasso. Sembra averlo ammesso anche il ministro dell'interno (secondo Guido Ruotolo sulla "Stampa": "L'ho dovuto fare perche' me lo chiedevano i miei amici di Forza Italia in Sicilia"), ma l'ammissione e' superflua. Tano Grasso, infatti, da' un fastidio enorme alle organizzazioni criminali perche' coniugava la sua efficiente attivita' istituzionale con una politica di contrasto basata sull'associazionismo, su una crescente risposta di massa degli imprenditori e commercianti al racket. In pendenza di una campagna elettorale in Sicilia, con il rinnovo di importanti consigli comunali tra i quali Palermo ed altri capoluoghi di provincia, bisognava fugare ogni dubbio sulla "scelta di campo" e non si poteva certo attendere la scadenza del mandato di Tano Grasso: da qui la rimozione che taglia gli artigli ad un pezzo di antimafia reale, fatta del protagonismo di gruppi sociali e, se lasciato crescere, capace di incidere a fondo nella realta' mafiosa. Bisogna suonare la sveglia all'opposizione "realistica" del centrosinistra e la sfida deve ora partire da Palermo e dalla Sicilia: in campagna elettorale bisognera' riparlare soprattutto di mafia e di interessi del blocco politico-mafioso. 13. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: LA DIGNITA' DEI MORTI [Giulio Vittorangeli e' una delle figure di riferimento nella solidarieta' internazionale per rigore intellettuale e morale. Su questo foglio cura una rubrica settimanale di approfondimento. Per contatti: giulio.vittorangeli at tin.it] Non abbiamo mai nutrito molto simpatia verso le forme di identificazione nazionalistica, del resto basta vedere quello che e' accaduto, ed accade, nell'ex Jugoslavia. Questo non ci ha impedito di riconoscerci nei valori fondamentali della Costituzione repubblicana italiana (peraltro largamente disattesi dai nostri governanti), nata dalla Resistenza come momento di salvezza per una patria violentata dal nazifascismo. Anche da questo nasce il rifiuto della guerra che e' un'aperta violazione della legalita' costituzionale. Ora abbiamo un Presidente della Repubblica che, in nome del sentimento ultra-patriottico e del buonsenso nazionale, vuole un tricolore per ogni famiglia. Ma le nostre bandiere sono irrimediabilmente listate a lutto davanti all'uccisione di tanti innocenti in Afghanistan, a causa di un conflitto che crede di estirpare il terrorismo con le bombe. Non solo, ma nel dilagare di tanta retorica patriottica, il presidente Ciampi e' tornato a riproporre la "pari dignita'" di tutti i morti riferendosi ai "ragazzi di Salo'": "Bisogna guardare alle motivazioni di certe scelte sbagliate"; finendo con l'appoggiare la destra nei suoi revisionismi storici. "Perche' lo chiamano revisionismo storico? Chi scrive e pensa queste cose e' in perfetta continuita' col passato. Pensa e scrive che la guerra nazista e l'occupazione tedesca, a Roma come in Europa, erano normali, che l'anomalia stava in chi resisteva. Pensa e scrive che la criminalita' stava negli improvvisati attentati partigiani, la legalita' nella rappresaglia dei buoni soldati del Reich" (Luigi Pintor). Le parole pesano, soprattutto se a pronunciarle e' il Presidente della Repubblica. Per questo non dobbiamo mai stancarci di ripetere (oggi piu' che mai, dato che abbiamo al governo ministri post, ex o ancora fascisti) che c'e' una profonda differenza fra le ragioni di chi e' morto combattendo per la democrazia e per l'uguaglianza, e quelle di chi e' morto per Hitler; non solo, ma anche la differenza tra chi andava a "cercar la bella morte", e chi non voleva morire e ha corso il rischio e pagato il prezzo, perche' lo riteneva necessario e inevitabile. Anche i partigiani hanno sparato e ucciso; ma bisogna leggere con quanta intensita' Carla Capponi scrive (nel suo libro "Con cuore di donna" edito da Il Saggiatore), senza rinnegare e senza pentirsi, della sofferenza di dover ricorrere a una pratica cosi' infine aliena alle ragioni della sua scelta politica e morale, come la violenza. C'e' un gioco molto sporco nel rivendicare l'equivalenza dei morti, perche' finisce per produrre sempre anticomunismo e quasi mai antifascismo: i fascisti avevano "valori", i partigiani avevano solo "ideologie". Dove l'ideologia e' presentata come appartenenza identitaria a priori, fissata una volta per tutte, anziche' come esito provvisorio di una ricerca personale di valori e di senso; come se si diventasse comunisti, liberali, fascisti, cattolici allo stesso modo imponderabile in cui si diventa juventini, interisti, romanisti o laziali. Pensiamo alla delibera della Regione Lazio (di alcuni mesi fa) sulla verifica del contenuto dei testi scolastici di storia; mossa dalla straordinaria idea che i testi sono "contaminati" dal marxismo. Ora, a parte che il marxismo non e' ancora un pensiero vietato, restiamo di stucco dopo che per decenni abbiamo detto il contrario per la scarsa chiarezza antifascista, i silenzi di stampo nazionalista e religioso. Dove sta, nei testi scolastici, il massacro fascista di milleduecento etiopici uccisi per un attentato fallito a Graziani? Dove sono i dodicimila sloveni ammazzati dagli italiani prima delle foibe? Quanto sono equidistanti i libri fra i crociati e gli arabi, fra la Chiesa e le streghe? Ma nazionalismo e cattolicesimo sono senso comune, quindi non inquinano. E' la continuazione dell'altra straordinaria idea berlusconiana, secondo cui l'Italia e' stata governata per cinquant'anni dai comunisti. Un'idea ridicola, ma a cui milioni di italiani hanno creduto e non hanno affatto riso. Il solo fatto che la sinistra esista (per quanto frantumata, dispersa in gracili minoranze, in crisi profonda, politica e strategica) oscura l'orizzonte intero. In realta', la destra non ha prodotto storiografia decente neanche sui temi che le sono piu' cari, come le foibe (su questo, su Porzus o sul triangolo della morte le ricerche le hanno fatte gli Istituti della Resistenza o storici antifascisti) perche' le servivano soprattutto come arma per un "uso pubblico della storia". Delle foibe non gli interessa granche', gli servono solo per contrapporle (mettiamo) alle Fosse Ardeatine, in una specie di partita doppia che azzera i conti e li chiude per sempre. Voi dite le Ardeatine, noi diciamo le foibe; voi dite Shoah, noi diciamo Stalin, ecc. Una gigantesca chiamata di correo: non potete dirci colpevoli perche' lo siete anche voi, lo siamo tutti e quindi nessuno. A questo serve la falsa obiettivita' revisionista, a persuaderci che gli orrori del passato erano naturali e inevitabili, a farci accogliere come tali anche quelli del presente e del futuro. Tutto cio' pero' non ci esime dall'interrogarci sul perche' sono state compiute azioni orribili anche dalla nostra parte. Il fatto che sia esistito Hitler non ci fa sentire autorizzati a chiudere il discorso su Stalin. Ha scritto Rossana Rossanda: "Il nazismo ha costruito nel Terzo Reich l'ordine che voleva imporre anche all'Europa, purificandola dal comunismo e dalle scorie biologicamente inferiori o degenerate, il cui prototipo e' l'ebreo; e' stato quello che voleva essere. Il comunismo e' contraddizione fra intento e realta': voleva essere liberatorio ed e' stato totalitario, intrinsecamente repressivo, perseguendo ossessivamente quel che riteneva il nemico interno, milioni di persone. Percorso esemplarmente incoerente, eterogenesi dei fini" ("La rivista del manifesto", n. 16, aprile 2001). Se c'e' una specificita' del Novecento e' che in questo tempo e' esistito un movimento reale che agli orrori voleva mettere fine. Il crimine di cui viene accusato non e' quello di avere fallito e di essersi troppe volte trasformato nel proprio contrario; il suo crimine, il crimine che rende il nostro secolo tanto piu' pericoloso degli altri, e' di averci provato. Conclusione, l'unica arma contro il revisionismo e' accettare il dolore, e trarne la capacita' di conoscere e spiegare senza bisogno di alibi e giustificazioni; dobbiamo sforzarci di farlo, perche' qui sta infine la differenza. Non ci sembra che la destra provi sofferenza nel parlare di Auschwitz, Marzabotto o dei bambini afgani. 14. LETTURE. LUCIANO GALLINO: IL COSTO UMANO DELLA FLESSIBILITA' Luciano Gallino, Il costo umano della flessibilita', Laterza, Roma-Bari 2001, pp. 96, lire 9.000. Un agile opuscolo del grande sociologo che demolisce i sofismi dell'ideologia dominante e smaschera il contenuto oppressivo e rapace della cosiddetta "flessibilita'". 15. LETTURE. LEONE GINZBURG: SCRITTI Leone Ginzburg, Scritti, Einaudi, Torino 1964, 2000, pp. 568, lire 48.000. Finalmente ripubblicata la raccolta degli scritti del grande intellettuale ed eroe antifascista. Una straordinaria lezione civile. 16. LETTURE. LEANDRO ROSSI: PAULO FREIRE PROFETA DI LIBERAZIONE Leandro Rossi, Paulo Freire profeta di liberazione, Qualevita, Torre dei Nolfi (AQ) 1998, pp. 192, lire 20.000. Un'ottima monografia sul grande educatore; richiedibile direttamente alla casa editrice (una delle migliori case editrici dell'area nonviolenta), tel. 086446448, o anche 3495843946, e-mail: sudest at iol.it 17. RIVISTE IN RETE. "COS IN RETE" DI NOVEMBRE [Dall'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini (capitini at tiscalinet.it) riceviamo e diffondiamo] Nell'ultimo aggiornamento di novembre del "COS in rete", www.cosinrete.it, per la nonviolenza attiva e la difesa della pace si parla della storica scelta della nonviolenza attiva, dei pacifisti consumisti, di Perugia-Assisi e Assisi-Porto Alegre, di ragione e pace e altro; per il controllo dal basso e il potere di tutti si parla di piazza e potere, di controllo pubblico e privato, di bin Laden, Islam e petrolio, di gravidanza e poverta', dei problemi del tempo libero e altro; per la religione aperta si parla dell'Osservatore troppo romano e altro; per il fascismo si parla di fascisti e bin Laden, della legge fascista sull'immigrazione e altro. 18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 19. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 283 del 9 novembre 2001
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