Partiamo per il Pakistan il 30 Ottobre - con le donne afghane contro la guerra e il terrorismo



Donne in nero
tl.348-3921465 - 06-69950217 fax 06-69950200
email lmorgantini at europarl.eu.int
 
 
Ciao,
vi allego l'appello per la nostra prima partenza (vorremmo farne altre) per
il Pakistan.
Grazia a Stefania Cherchi, Din Piacenza, per averci lavorato e sono sicura
che non me ne vorrà se ho aggiunto, tagliato e cambiato un po' di cose
Cristina Cattafesta, Din Milano, si occuperà di alcune questioni
organizzative, informazioni visti, prenotazione viaggio ect ect.
email cristina.cattafesta at telecomitalia.it
tel. 02-2890995 -  333-6868938
 
Vi abbraccio
 
Luisa Morgantini


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"PER ESSERE IL CUORE PENSANTE DELLA BARACCA"
Partiamo per il Pakistan per intrecciare i fili della tenerezza e della
solidarietà con le donne afghane

Adesso il mondo impazzito di dolore e di paura si butta nella folle
avventura della guerra. Incapaci di identificare e assicurare alla
giustizia i responsabili della strage di New York, gli uomini più potenti
del pianeta decidono di sparare nel mucchio, di schiacciare una parte del
mondo nella speranza che, nel bagno di sangue, anche i terroristi rimangano
uccisi. Ci dicono che solo la guerra potrà cancellare la violenza
terrorista dalla storia, ma noi sappiamo, che in ogni guerra è la povera
gente a pagare il prezzo più alto,  e che violenza porta nuova violenza.
E' da molti anni diciamo che la guerra non può essere considerata un mezzo
per raggiungere un fine, perché è la fine di tutti i mezzi e di tutti i
fini, l'abdicazione della ragione, il crollo della civiltà. Sappiamo e
diciamo che per fare la pace bisogna preparare la pace, sradicare la
povertà, le ingiustizie.

Due anni fa abbiamo conosciuto le donne che, in Afghanistan, lavoravano per
costruire una possibilità di vita migliore per donne e bambini del loro
paese schiacciato dall'oppressione integralista dei talebani. Minute nel
corpo ma tremendamente forti nella volontà, le nostre amiche organizzano
scuole clandestine in una situazione in cui si puo' morire lapidate per
aver mostrato in pubblico un pezzetto di pelle.
Noi donne in nero, ci siamo fatte portavoce del loro grido di dolore,
abbiamo lavorato e lottato insieme a loro, e le abbiamo invitate in Italia
perché tutti sapessero cosa stava succedendo laggiù. Speravamo di poterle
accompagnare nel cammino verso una vita migliore, e invece, ora, si abbatte
anche su di  di loro la furia cieca della vendetta internazionale. A decine
di migliaia i profughi afghani si riversano nei paesi vicini e trovano le
frontiere chiuse, quando riescono a passare vengono lasciati   morire di
stenti e di malattie invece che di bombe.
 E la prima vittima della nuova guerra, come sempre, è la speranza.
Noi donne in nero, continuiamo testarde a tenere aperte strisce di futuro e
di speranza, a costruire ponti di pace e di relazioni cosi' come  abbiamo
fatto e continuiamo a fare con le donne di Palestina, Israele, Serbia,
Bosnia, Kossovo e altri "luoghi difficili" di conflitto e di dolore,
vogliamo essere fisicamente vicine alle nostre sorelle afghane in questo
momento di grande pericolo. Vogliamo condividere la paura e le sofferenze
di un popolo che non ha alcuna colpa nella strage dell'11 settembre, che
non occulta terroristi e non finanzia massacri, che paga il prezzo più alto
per l'oppressione dei talebani.
Per questo andremo in Pakistan dal 30 Ottobre al 6 Novembre con una prima
delegazione di donne, abbiamo chiesto a donne parlamentari, giornaliste e
alle donne che in questi anni hanno lavorato con le donne afghane di venire
con noi.
Le nostre amiche ci stanno aspettando, con noi ci saranno anche delegazioni
dalla Spagna, dalla Francia e dagli Stati Uniti, incontreremo uomini e
donne che vivono da anni nei campi profughi, abbandonati dalla comunità
internazionale, con loro manifesteremo il nostro rifiuto alla guerra, al
terrorismo, manifesteremo il nostro bisogno di libertà/liberazione.
Ancora una volta la nostra presenza nei luoghi del conflitto vuole essere
un monito e una pressione sulla Comunità Internazionale per dire che c'è un
alternativa alla violenza e alla povertà, che bisogna cessare la guerra, la
produzione delle armi, che bisogna sostenere e dare asilo a chi fugge
dall'orrore e dalla violenza.
Ancora una volta per dire:  Fuori la guerra dalla storia.

Donne in Nero
tel. 348-3921465
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