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[ATTAC] INFORMAZIONE 03 - TAMBURI DI GUERRA
- Subject: [ATTAC] INFORMAZIONE 03 - TAMBURI DI GUERRA
- From: Salvatore De Rosa <nautarea at libero.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Thu, 27 Sep 2001 14:49:03 +0200
---------- Da: "Granello di Sabbia" <redazione at attac.org> Organizzazione: ATTAC Risposta: "Granello di Sabbia" <redazione at attac.org> Data: Sun, 23 Sep 2001 12:30:05 +0200 A: <granello.di.sabbia at attac.org> Oggetto: [ATTAC] INFORMAZIONE 03 - TAMBURI DI GUERRA Rinvio da: granello.di.sabbia at attac.org Data rinvio: Sun, 23 Sep 2001 12:30:59 +0200 GRANELLO DI SABBIA (n°02) Bollettino elettronico settimanale di ATTAC Venedì 21-09-2001 ______________________________ Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia possibile. Numero di abbonati attuali: 386 Per abbonarsi o cancellarsi: <http://attac.org/listit.htm> Per leggere il Granello più comodamente e per stamparlo su carta Format RTF http://attac.org/attacinfoit/attacinfo03.zip Format PDF http://attac.org/attacinfoit/attacinfo03.pdf ____________________________________________________________ Indice degli argomenti 1 - Contro la guerra contro il terrorismo Il sanguinoso attacco terroristico su Washington e New York, che ha causato migliaia di vittime, non fa che confermare la necessità di una modifica radicale delle relazioni internazionali, oggi basate sull' arroganza dei potenti e sulla distruzione delle condizioni di vita di miliardi di esseri umani in tutto il pianeta. L'azione terroristica si colloca nella stessa logica delle guerre imperialistiche, ne è l' immagine speculare (.) di ATTAC Italia. 2 - Proposte sulla Tobin Tax. Alla domanda dei ministri dei Verdi in seno al governo belga, lo sappiamo, la tassa Tobin è stata inscritta nel programma della presidenza belga (della Commissione europea. N.d.T.). Per essere precisi, la presidenza belga si è impegnata a verificare "in concertazione con la Commissione europea, nella misura in cui uno studio può essere realizzato e ritenuto opportuno, la fattibilità e le eventuali condizioni di una tassa sui flussi di capitali speculativi". Ecco alcune proposte delle vice Primo Ministro belga. 3 - Sorprendenti paradisi, il grande bucato Sabato 6 ottobre, muniti di scatole di detersivo e di recipienti per il bucato, a piedi, in auto, in treno, convergeremo con i nostri amici tedeschi, francesi, olandesi, verso Lussemburgo e la sua facciata dietro cui si nascondono il denaro sporco, il denaro grigio che qui ritrova una "purezza" che gli consente di rientrare nel grande "gioco" della speculazione mondiale. Saremo accolti dagli amici di ATTAC Lussemburgo, per un'animazione festosa nel centro della città, prima e dopo la nostra passeggiata educativa. 4 - Di fronte all'FMI, alla Banca Mondiale e all'OMC: giustizia mondiale! Il Comitato Svizzero dell'appello di Bangkok, il CETIM, il COTMEC, Solidarités, i Verdi di Ginevra e ATTAC Svizzera chiamano ad una manifestazione di fronte l'OMC il 30 settembre 2001, in solidarietà con le mobilitazioni contro l'FMI e la Banca Mondial3 a Washington nella stessa giornata, e come prima protesta contro il lancio di un ciclo di negoziati dell'OMC a Doha, nel Qatar, dal 9 al 13 novembre prossimo. 5 - Giù le mani dai viventi La confederazione contadina rifiuta gli OGM in agricoltura e nell' agroalimentare: per i suoi detrattori ciò ritornerebbe a tagliare irrimediabilmente "benefici e progressi scientifici dovuti all' ingegneria genetica". Opporsi secondo questi stessi detrattori significa: avvicinarsi all'oscurantismo, inebriarsi di paure ancestrali e, di conseguenza, rigettare la ricerca. ______________________________ 1 - Contro la guerra contro il terrorismo ____________________________________________________________ di Attac Italia Il sanguinoso attacco terroristico su Washington e New York, che ha causato migliaia di vittime, non fa che confermare la necessità di una modifica radicale delle relazioni internazionali, oggi basate sull' arroganza dei potenti e sulla distruzione delle condizioni di vita di miliardi di esseri umani in tutto il pianeta. L'azione terroristica si colloca nella stessa logica delle guerre imperialistiche, ne è l' immagine speculare. La stessa ingiustizia sociale, che pure rappresenta l'acqua in cui nuota il pesce del terrorismo, non riesce più a spiegarne le ragioni e il senso, così enorme è la sua forza distruttiva, la sua potenza militare e la sua avversione alla convivenza civile. In questi termini, l'attentato terroristico di New York rappresenta, non un crimine contro la civiltà, intesa come luogo di rappresentazione dei valori occidentali, in primis il mercato, ma un crimine contro l'umanità, tutta l'umanità. Con la dichiarazione di guerra mondiale da parte di Bush, supportata da tutti i paesi della Nato, i paesi occidentali scelgono però un'altra strada: quella della riproposizione della guerra, non tanto come mezzo per risolvere le controversie internazionali, ma come strumento di dominio dell'Occidente sul resto del mondo, della "civiltà" (capitalistica) contro la barbarie, dei privilegi dei più forti contro i più deboli. Questa strategia è resa particolarmente evidente dalla scelta della Nato di attivare l'articolo 5 del suo trattato e quindi di considerare l'offesa agli Usa come un atto di guerra contro tutto il Patto militare. Con quella scelta l'Alleanza militare più vecchia del pianeta si pone al servizio della guerra lanciata da George Bush jr., allineandosi alle esigenze politico-militari degli Stati Uniti, mettendo nel conto bombardamenti e rappresaglie su popolazioni altrettanto inermi, escludendo "de facto" un possibile ruolo dell'Onu. Una nuova missione In questo modo si punta a ridefinire, compiutamente e dopo la scomparsa dell'Urss, una nuova "missione" per l'Occidente. Un obiettivo a cui gli Stati Uniti e i loro alleati hanno lavorato sin dal crollo del muro di Berlino dell'89 e dalla guerra del Golfo del 1991, anche se allora le condizioni internazionali non permettevano ancora di aggirare l'esistenza e il ruolo dell'Onu, che fu necessaria per avallare sul piano istituzionale l'aggressione militare contro l'Iraq (e creando le condizioni per la propria progressiva emarginazione). Con la guerra del Kosovo questa strategia è stata allargata alla Nato. Con i bombardamenti su Belgrado e il contemporaneo vertice di Washington dell'aprile 1999 l'Alleanza Atlantica ha mostrato a tutto il mondo il suo nuovo ruolo di braccio armato della globalizzazione politica ed economica, di garante della "sicurezza" in funzione degli interessi occidentali. Un ruolo esplicitato attraverso una forza militare pronta a intervenire senza limitazioni geografiche ed esautorando completamente l'ONU e la sua missione fondativa (mediazione dei conflitti e garanzia della pace). Una trasformazione finalizzata a costituire il braccio armato della globalizzazione capitalistica, con la Nato, a guida statunitense, incaricata di presidiare, prevenire e punire le conseguenze disastrose del dominio del mercato su scala mondiale. La prima conseguenza di tale strategia è stata un generale riarmo dei paesi Nato che vede nella proposta di scudo spaziale la punta emergente di un nuovo assetto geopolitico che travolge i precedenti trattati interrnazionali sul disarmo nucleare controllato e tenta di dare alla Nato una nuova forma di onnipotenza militare. Nella stessa direzione vanno il sabotaggio da parte degli Stati Uniti del trattato ABM che regolava la riduzione degli armamenti Russia-America, la violazione del trattato sulla non-proliferazione dei tests atomici e tutta la nuova politica di Bush di rigetto della messa al bando sia delle armi batteriologiche e chimiche, sia delle mine antipersona, sia delle armi all'uranio impoverito. Per tutti questi motivi riteniamo che la delegittimazione del nuovo ordine mondiale passi anche attraverso la delegittimazione della Nato, strumento di morte e sanguisuga di risorse (rispetto ad un possibile riequilibrio dei rappporti Nord-Sud del mondo), se pensiamo ad esempio che basterebbe il 3% della spesa complessiva richiesta dallo scudo spaziale per risolvere il problema dell'acqua potabile sul pianeta. La zona rossa mondiale Decidendo di trasformare l'atto terroristico in un atto di guerra la Nato non solo individua il suo nuovo nemico e quindi la sua nuova missione - rigiustificando quindi la propria esistenza, anche dal punto di vista delle spese militari - ma realizza anche una trasformazione della propria funzione. La guerra contro il terrorismo è infatti una guerra "anomala", impropria, non prevede lo scontro fra stati avversi, quanto piuttosto tra un potere militare di proporzioni enormi e un nemico invisibile, che può insinuarsi ovunque, anche dentro il cuore dell'Occidente. E' una guerra, quindi, che punta a sospendere le garanzie, i diritti, a criminalizzare il dissenso e a demonizzare la critica. Le rappresaglie contro gli immigrati oggi, le accuse di connivenza al movimento antiglobalizzazione, ne sono il più chiaro esempio. In questo senso l'Alleanza non è più e non solo il "gendarme mondiale" , il braccio armato della globalizzazione, ma si configura direttamente come uno "spazio di civiltà" all'interno del quale bisogna collocarsi per godere di buona reputazione a livello mondiale, per far parte dei buoni del pianeta. Con questo passaggio, l'Alleanza atlantica definisce una vera e propria Zona Rossa mondiale: chi sta dentro è salvo, chi sta fuori è un paria, un giuda, un nemico, invisibile o meno, da colpire e da estirpare. Il terrorismo è nemico della politica Allo stesso modo i terroristi, con le loro azioni, uccidono non solo vite umane, ma la politica stessa, cercando di sgombrare il campo della contesa da attori scomodi come il movimento antiglobalizzazione, per rimanere da soli nella loro folle sfida contro il dominio occidentale. Con il loro potenziale distruttivo e criminale, i terroristi si rendono autonomi e inconciliabili con chiunque si batta alla luce del sole e nel rispetto della vita umana per la trasformazione del mondo. Il terrorismo è direttamente un nemico del movimento antiglobalizzazione. Contro la guerra e contro il terrorismo" diventa quindi una parola d' ordine inevitabile e importante: oltre alla sua normale attività, il movimento è caricato quindi del compito di dimostrare che un nuovo mondo è possibile e che questo può rappresentare una nuova civiltà, l' unica risorsa possibile per impedire che la barbarie avanzi e vinca La settimana di iniziative in vista del vertice di Napoli è l' occasione perché il movimento costruisca una campagna più generale contro la Nato e contro le politiche militari dei paesi del G8 che ne concretizzano l'azione: gli interventi militari mascherati da "operazioni umanitarie", "missioni di pace", o "rappresaglie"; la presenza delle basi militari USA, Nato e italiane in decine di aree del nostro territorio, con conseguenze dirette sulle popolazioni che le abitano (o che subiscono l'azione distruttiva degli aerei che da lì partono); il progressivo riarmo italiano ed europeo, che vede ogni anno l'aumento delle spese militari e la costruzione di sistemi d'arma sempre più avanzati e costosi (come il caccia Eurofighter e la portaerei già in fase di progettazione). Più specificamente dovrà porre l'attenzione sulle scelte della prossima finanziaria nella quale già si profila l'aumento esponenziale delle spese militari ed il conseguente taglio delle spese sociali e previdenziali: due facce della stessa medaglia. La stessa Tobin tax, nella sua pretesa di porsi al servizio della spesa sociale e contro le multinazionali finanziarie che si nascondono dietro il ricco mercato delle armi, ha una funzione democratica e di contrasto al militarismo economico. In particolare proponiamo una campagna di informazione e discussione su scudo stellare e scioglimento della Nato ed una campagna politica di pratiche dal basso ed iniziative anche parlamentari contro le spese militari, saldandola con la mobilitazione contro le politiche di precarizzazione e di taglio alle spese sociali. Nelle manifestazioni che in questi giorni si stanno tenendo in molte città contro il terrorismo dobbiamo saper tenere ferme le ragioni della nostra opposizione alla Nato e alle politiche militari come necessario complemento della nostra radicale opposizione al terrorismo stesso. Attac-Italia per informazioni comunicazione at attac.org ______________________________ 2 - Proposta sulla tassa Tobin ____________________________________________________________ Di Isabelle Durant (Vice-primo ministro belga) Alla domanda dei ministri dei Verdi in seno al governo belga, lo sappiamo, la tassa Tobin è stata inscritta nel programma della presidenza belga (della Commissione europea. N.D.T.). Per essere precisi, la presidenza belga si è impegnata a verificare "in concertazione con la Commissione europea, nella misura in cui uno studio può essere realizzato e ritenuto opportuno, la fattibilità e le eventuali condizioni di una tassa sui flussi di capitali speculativi": E' noto altresì che la pressione dei ministri Verdi (sostenuti dai socialisti) ha condotto il ministro delle finanze ad aggiornare l'ordine del giorno del Consiglio informale Ecofin di Liegi. Bisogna anche sapere che cosa si cerca concretamente di ottenere sotto la presidenza belga. A questo proposito la vice-primo ministro belga Isabelle Durant (Ecologisti) ha scritto il 3 settembre scorso una lettera al primo ministro ed ai ministri delle finanze, per esporre ciò che dovrebbe essere secondo i Verdi belgi l'obiettivo della presidenza al Consiglio di Liegi. I propositi sono i seguenti:"E' tempo di promuovere degli avanzamenti decisivi e concreti in direzione dell'adozione di una tassa di tipo Tobin. Il dibattito su questo soggetto in occasione del Consiglio europeo informale dei ministri dell'economia e della finanza, che si terrà a Liegi il 22 e 23 settembre 2001, deve contribuirvi. Davanti all'abbondanza della letteratura relativa ad una tassa di tipo Tobin, è tempo di superare lo stadio delle riflessioni generali e di dar loro un carattere operativo. Gli impegno della presidenza belga dovrebbero vertere in special modo sui seguenti elementi: 1.La presidenza belga veglierà a rendere pubblici le principali conclusioni del dibattito che il Consiglio informale Ecofin di Liegi consacrerà alla tassa di tipo Tobin. In effetti è indispensabile chiarire agli occhi dell'opinione pubblica europea lo stato attuale delle riflessioni dei diversi Stati membri su questo argomento. 2. Nel caso, la presidenza belga domanderà al Consiglio, nel più breve tempo, di incaricare la Commissione europea di realizzare uno studio relativo all'instaurazione di una tassa Tobin. In caso contrario, la presidenza belga prenderà da sola l'iniziativa di domandare alla Commissione la realizzazione di questo studio. L'indagine realizzata dalla Commissione europea dovrà essere oggetto di un piano d'azione preciso. In particolare, questo piano d'azione dovrebbe prevedere: a) la necessità di prendere in conto le proposte più recenti formulate sul soggetto, in special modo le proposte dei professori Paul SPAHN e Rodney SCHMIDT, che hanno formulato delle varianti o delle precisazioni utili al dibattito, particolarmente riguardo alla possibilità di instaurare una "tassa a doppio tasso". b) la necessità di far vertere lo studio sull'insieme delle modalità tecniche e politiche pertinenti, specialmente l'identificazione del fatto generatore della tassa, la determinazione del monte di tassazione, la determinazione dell'aliquota di tassazione, la stima del prodotto delle entrate generate, l'autorità responsabile dell'applicazione e del controllo, l'istituzione che deve beneficiare del ricavato della tassa. c) un lasso di tempo sufficientemente ravvicinato per la presentazione di questo studio al Consiglio Ecofin, nel caso, un rapporto intermedio dovrebbe essere disponibile per il Consiglio europeo di Laeken in dicembre 2001: il punto dovrebbe ugualmente essere messo all'ordine del giorno del Consiglio di primavera a Barcellona. 3. Il dibattito su una tassa di tipo Tobin è indissociabile da quello sui paradisi fiscali. L'UE ha già mostrato il suo interesse e la sua preoccupazione riguardo a questa problematica, per la quale possiede una competenza diretta ma limitata al suo territorio. D'altronde bisogna constatare che i lavori in materia sono entrati in letargo in seno all'OCDE. Da qui, sarebbe opportuno e coerente che la presidenza belga avesse ugualmente a cuore di riattivare i lavori su questa questione in seno alla suddetta organizzazione internazionale.". Contattare : Stany Grudzielski. Ufficio della Vice-Primo Ministre, Ministre de la Mobilité et des Transports, Isabelle Durant stany.grudzielski at vici.fgov.be Ulteriori informazioni su questo soggetto : 1- Démontage d'une manipulation. James Tobin, la taxe Tobin et ATTAC http://attac.org/fra/asso/doc/doc67.htm 2-Congrès européen citoyen http://attac.org/cec ______________________________ 3 - Sorprendenti paradisi, il grande bucato di ATTAC Lussemburgo ____________________________________________________________ Agire per sopprimere i paradisi fiscali Giornata di mobilitazione nella città di Lussemburgo per la soppressione dei paradisi fiscali, su appello del Polo europeo di resistenza- coordinamento di Esch sur Alzette. Aderiscono: ATTAC Liegi; ATTAC Bruxelles; ATTAC Namur; ATTAC Brema; ATTAC Nancy; ATTAC Metz; ATTAC Lussemburgo; ATTAC Strasburgo; ATTAC Epinal. L'operazione "il grande bucato" si inserisce in un ciclo di iniziative, nel quadro di una campagna più generale su scala europea (che ha preso l'avvio a Monaco, nel dicembre 2000, per proseguire con "l'accerchiamento" di Jersey del 9 giugno 2001). ATTAC è un movimento di educazione popolare orientato all'azione e ritiene che tutti i cittadini e le cittadine del mondo abbiano il diritto di capire ciò che accade nel mondo. Capire, ad esempio, come funzionano i paradisi fiscali: l'isola di Man, il Liechtenstein, le isole Anglo-Normanne, la Svizzera, le Isole Caiman, Andorra, Lussemburgo; lottare contro di essi e contro il riciclaggio del denaro sporco vuol dire opporsi ad una globalizzazione senza regole; significa pretendere che gli stati esercitino i controlli necessari per regolare i flussi dei capitali internazionali. La situazione attuale è caratterizzata dall'assenza di un controllo democratico sulla sfera finanziaria, dopo l'attribuzione dell' indipendenza alle Banche centrali e alla BCE (banca centrale europea), in base all'art. 107 del trattato di Maastricht. Nel corso degli ultimi venti anni la pressione fiscale sui redditi da lavoro, in Europa, è salita dal 35% al 41%, mentre la tassazione dei redditi da capitale è diminuita. Questa doppia evoluzione si è accentuata a partire dal '90, a seguito della decisione unanime, dei paesi dell'UE, di consentire la libera circolazione dei capitali, senza decidere, al contempo, un' armonizzazione fiscale per quanto concerne la tassazione dei capitali e dei redditi che ne derivano. Ovviamente, i possessori di capitali hanno cercato di ottimizzare i loro guadagni, scegliendo gli stati con una fiscalità a loro più favorevole. Per restare attraenti, di fronte a capitali sempre più mobili, la maggior parte degli stati si sono impegnati in una corsa al ribasso della tassazione dei redditi da capitale. Molto spesso si è deciso di aumentare, al contrario, la pressione fiscale sui redditi da lavoro, fattore molto meno mobile rispetto al capitale! I paradisi fiscali, con il loro segreto bancario, i loro ostacoli giuridici e la loro fiscalità debole o nulla, svolgono un ruolo determinante in questo gioco al ribasso della tassazione sui capitali. L'obiettivo primario della politica fiscale è (o dovrebbe essere) fornire ai pubblici poteri le risorse necessarie a finanziarie l' accesso paritario di tutti i cittadini ai diritti sociali e collettivi che sono loro riconosciuti. La politica fiscale di un governo esprime la realtà delle sue scelte politiche molto più di qualsiasi lungo discorso. Gli strumenti di controllo e di regolazione si rivelano sempre più inadatti a garantire il rispetto delle leggi. Le frontiere sono cadute, ma non per le amministrazioni fiscali, doganiere e giudiziarie, impegnate in una sorta di "110 metri ad ostacoli con la palla al piede" di fronte a speculatori fraudolenti. Non ci si può attendere che i predatori lascino andare il loro "osso" facilmente. I pirati sparirono soltanto quando il mondo si accordò per imporre le leggi marittime. La fiscalità non è né una questione tecnica, né un problema complesso. E' una materia totalmente politica che deve essere presa in carico dai cittadini; senza giustizia fiscale, non ci può essere giustizia sociale. Un nuovo equilibrio politico e sociale è necessario, di fronte alle ipocrisie ed allo stallo in cui versa il dossier europeo sull' armonizzazione fiscale dei redditi da capitale. La presidenza belga dell'UE è un'occasione per costruire tale nuovo equilibrio nella più ampia unità. Per disciplinare democraticamente l'armonizzazione fiscale del capitale, l'UE dovrebbe emanare una direttiva vincolante che abolisca il segreto bancario e obblighi gli stati ad una maggiore trasparenza sui redditi derivanti da operazioni finanziarie. Noi manifesteremo pacificamente e festosamente a Lussemburgo città, per denunciare i paradisi fiscali, la fuga dei capitali verso i centri off-shore e per impegnare i nostri governi a prendere decisioni che frenino e ostacolino realmente la criminalità finanziaria. Ogni giorno la glorificazione dei piccoli eroi dell'impresa, del dio denaro, del capitalismo senza frontiere e senza limiti, del profitto fine a se stesso, ci ricorda che la lotta contro il "vitello d'oro" resta una difficile ma necessaria battaglia da combattere per i cittadini e per i movimenti. Viviamo in un mondo sempre più auto-referenziale? E il nostro ruolo qual è? Costruire un'altra Europa per un'altra globalizzazione. Un'altra fiscalità per un'economia al servizio dell'uomo. Per maggiori informazioni contattare: grandelessive at attac.org http://attac.org/luxembourg ______________________________ 4 - Di fronte all'FMI, alla Banca Mondiale e all'OMC : giustizia mondiale ! ____________________________________________________________ di Julien Lusson GINEVRA 30 SETTEMBRE 2001. Il Comitato Svizzero dell'Appello di Bangkok, il CETIM, il COTMEC, Solidarités. I Verdi di Ginevra e ATTAC Svizzera chiamano ad una manifestazione di fronte all'OMC il 30 settembre , in solidarietà con le mobilitazioni contro l'FMI e la Banca Mondial3 a Washington nella stessa giornata, e come prima protesta contro il lancio di un ciclo di negoziati dell'OMC a Doha, nel Qatar, dal 9 al 13 novembre prossimo. ATTAC Francia si associa ed incoraggerà i Comitati più vicini a partecipare. Il 10 novembre prossimo, il lancio della Conferenza Ministeriale sarà segnato da numerose manifestazioni in tutto il mondo. Il 30 settembre, la Svizzera romanda si mobilita contro l'OMC, in parallelo alle manifestazioni organizzate a Washington intorno all' appello di molte organizzazioni e reti, tra cui la rete "50 years is enough" di lotta contro il debito ( a condizione, evidentemente, che le riunioni tra queste due istituzioni finanziarie siano mantenute e che le mobilitazioni non siano completamente impedite: tenuto conto dell'attualità, tutto resta incerto). Le riunioni dell'FMI e della Banca Mondiale, riunioni autunnali di queste istituzioni, saranno in effetti segnate da importanti manifestazioni. Da parecchi anni, le critiche di cui sono oggetto hanno mobilitato sempre più persone. Dal 1999 al 2000, le manifestazioni passavano da meno di un migliaio di persone a più di 15.000. Quest'anno sono attese più di 50.000 persone, secondo i servizi di polizia americani - che, secondo il loro capo di Washington, Charles Ramsey, in quest'occasione saranno fortemente mobilitati e la "città non brucerà". E' pur vero che la dinamica crescente del movimento di contestazione della globalizzazione neo liberista semina l'inquietudine tra gli alti dignitari delle istituzioni Ricordiamo che l'annuale riunione della Banca Mondiale, prevista in giugno a Barcellona, è stata annullata in seguito alle mobilitazioni. Anche questa volta, la riunione inizialmente prevista per durare 4 giorni è stata ridotta a 2, a causa delle manifestazioni e "dei rischi di eccessi". Questa inquietudine si accompagna ad un discorso che, da una parte tende a delegittimare e criminalizzare la contestazione con tutti i mezzi, e dall'altra parte a posizionarsi come vittime mentre pretendono di "cercare il dialogo", evitando di pronunciarsi sui problemi di fondo: annullamento del debito e riconoscimento della sua illegittimità, revisione dei loro principi di funzionamento.e continuando dogmaticamente - e impunemente - ad imporre degli aggiustamenti strutturali delle economie sulla base della priorità delle esportazioni, la diminuzione degli aiuti sociali e la privatizzazione delle attività, a dispetto delle catastrofi sociali che generano. Lo stesso vale per l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Nel novembre 1999, costretta dalle sue molteplici contraddizioni, della quale fanno parte le numerose contestazioni, a mettere fine alla Conferenza ministeriale di Seattle, ha deciso di ricominciare a .Doha, nel Qatar, paese perlomeno inaccessibile alle manifestazioni di massa. Stesso argomento: la necessità di proteggersi "dalle manifestazioni violente". Stessa strategia: ignorare i problemi di fondo - conseguenze delle liberalizzazioni sistematiche e della mercificazione di tutti i settori di attività, accrescimento delle disuguaglianze e assenza di redistribuzione, assenza di democrazia e gravi problemi ecologici.. - e continuare a lavorare secondo gli stessi principi e la stessa logica. Innegabilmente, la stessa logica neoliberista continua ad animare queste istituzioni. Tuttavia se l'FMI e la BM sono stati travolti al loro interno, su questo terreno, dalla crisi finanziaria del 1997, l' OMC non sembra aver conosciuto altre perturbazioni che non fossero esterne: non si è visto nascere nessun dibattito al suo interno - voglio dire tra gli attori principali dell'OMC - sulla validità dei principi che reggono il suo funzionamento, i suoi accordi e la sua meccanica. Il mercato mondiale vi serve da religione, e la privatizzazione sistematica e più ampia possibile da vangelo! Le forti tensioni che esistono tra le grandi potenze commerciali, Stati Uniti ed Europa in testa, vertono sui settori da sacrificare e non sui fondamenti di questi sacrifici. Ma non è per semplice analogia di pensiero che queste istituzioni si trovano d'accordo: esse agiscono in concerto nel cuore di un sistema finanziario e commerciale internazionale, la cui evoluzione attuale serve gli interessi degli attori più forti nell'economia mondiale: grandi potenze industriali e finanziarie delle principali multinazionali. Esse partecipano, di fatto, ad un inquadramento giuridico che accompagna il mantenimento del tasso di profitto delle grandi società a discapito degli attori "in coda". Questi ultimi anni, la BM ha firmato un memorandum di accordi con l'OMC e, a questo titolo partecipa pienamente e regolarmente all'Agenda Incorporata, questo processo di negoziati permanenti sulla liberalizzazione dei settori interessati dagli accordi dell'OMC. Oggi vuole essere un attore sempre più centrale dei negoziati commerciali sulle basi avviate a Marrakech nel 1994. In quanto all'FMI, i suoi piani di aggiustamento strutturale ne hanno fatto da lungo tempo un attore importante nelle questioni commerciali mondiali, poiché anch'essi raccomandano la liberalizzazione del commercio e degli scambi. Dal 1981 al 1994 hanno coinvolto 75 paesi in questo modo. Secondo l'organizzazione britannica "Bretton Woods Project" sono, dal 1995, il 65% di tutte le operazioni di aggiustamento che hanno costretto a riformare le politiche commerciali e i assi di cambio dei paesi interessati nel senso di un maggiore adattamento al mercato mondiale. Il 30 settembre 2001 sarà dunque l'occasione di guardare nello stesso tempo queste tre istituzioni, e mettere in evidenza la convergenza delle critiche contro queste politiche, iniziate quasi 20 anni fa da queste istituzioni. Permetterà di dimostrare che negli Stati Uniti come in Europa, si alzano delle voci per difendere, tutte insieme, altri orientamenti per l'economia mondiale e per reclamare un sistema internazionale giusto, equilibrato ed ugualitario, per dire che un mondo che ne domina un altro non è mai un mondo libero. Giustizia mondiale, ecco la parola d'ordine! Permetterà ugualmente di preparare la manifestazione del 10 novembre a Ginevra, manifestazione di grande ampiezza contro l'OMC e che sarà accompagnate da una moltitudine di altre manifestazioni dovunque nel mondo. Una delegazione di ATTAC Francia parteciperà a questa manifestazione del 30 settembre: I gruppi locali vicini alla frontiera svizzera, come tutti quelli che desiderano parteciparvi, sono naturalmente invitati - anzi incoraggiati - ad aderire numerosi. ______________________________ 5 - Giù le mani dai viventi ____________________________________________________________ Dalla Confederazione contadina La confederazione contadina rifiuta gli OGM in agricoltura e nell' agroalimentare: per i suoi detrattori ciò ritornerebbe a tagliare irrimediabilmente "benefici e progressi scientifici dovuti all' ingegneria genetica". Opporsi secondo questi stessi detrattori significa: avvicinarsi all'oscurantismo, inebriarsi di paure ancestrali e, di conseguenza, rigettare la ricerca. Conclusioni molto riduttive e sempliciste che fanno solo una caricatura della nostra posizione di rifiuto agli OGM e ai brevetti sui viventi. Se il dibattito è appassionante e si vedono opporsi diversi attori della società civile sulla necessità di autorizzare l'importazione o la coltura di questo o quell'OGM, è perché si tratta di un'importante questione della società civile che merita un quadro di consultazione largamente più democratica e trasparente. I consumatori europei nella loro schiacciante maggioranza rifiutano gli OGM qualunque sia il livello di presenza (soglia di tolleranza) nell'alimentazione. Essi si interrogano sui loro interessi e sui rischi (in particolare tossicologici) che questi prodotti possono indurre per la loro salute. Le organizzazioni di difesa dell'ambiente e dei ricercatori dello stato hanno dimostrato a più riprese i rischi ecologici irreversibili legati alla propagazione non programmata dei geni, particolarmente i danni ad una biodiversità strapazzata. Gli agricoltori che rimangono il primo anello della catena alimentare, rifiutano una tecnologia che non apporti alcun vantaggio dimostrato, ma c'è chi li pianta sotto il giogo delle grandi firme agroalimentari, come nel caso degli USA e del Canada. L'obbiettivo di queste potenti società transnazionali è d'ordine finanziario: conquistare e sviluppare i mercati delle sementi e dell' agroalimentare, per imporre le loro tecnologie genetiche. Le proteste della protezione dell'ambiente o della soddisfazione dei bisogni alimentari nel mondo non sono che grossolane lusinghe! L'interdizione degli OGM non serve da sola a porre fine allo sviluppo esponenziale dell'agricoltura industriale. Al contrario, le loro autorizzazioni condanneranno a breve termine l'agricoltura contadina, duratura e solidale. E' verso questo tipo d'agricoltura che la Confederazione contadina chiama la ricerca pubblica ad orientare le sue ricerche per rispondere a delle domande sociali ben chiare. Ed è questa agricoltura che è fonte di progressi, sia per i contadini sia per tutta la popolazione. Brevetto e appropriazione dei viventi. Se lo sviluppo dell'ingegneria genetica negli anni 80 permette la modificazione dell'informazione genetica degli organismi viventi, rende anche possibile il brevetto di questi stessi organismi viventi. E' su questi organismi con patrimonio genetico modificato (OGM) che furono depositati i primi brevetti sui viventi del 1980 negli USA, con l'autorizzazione del deposito del brevetto su un batterio. Il sistema dei brevetti si estende dunque a poco a poco sull'insieme degli organismi viventi (animali, vegetali.). Se l'identificazione di un gene o di una catena di geni è considerata come una scoperta (non brevettabile), l'evidenziazione della sua funzione è considerata come un intervento e permette, con questo titolo, la deposizione di un brevetto. Attraverso giochi di prestigio semantici, i brevetti hanno cambiato la loro vocazione iniziale. La battagli per il dominio del patrimonio genetico è cominciata: oggi 9364 brevetti coprono 126672 geni e sequenze genetiche. La sorte riservata da Monsanto a tutti i biopirati della Terra. Monsanto a S. Luis ha reso pubblici i risultati dell'azione legale ingaggiata contro un agricoltore del Kentucky che aveva confessato di avere seminato sul suo terreno e venduto ai suoi vicini dei semi di soia transgenica RoundUp Ready usciti dal suo raccolto. L'agricoltore è stato condannato a pagare alla Monsanto una multa di 35000 dollari. Dopo Monsanto ha ingaggiato 500 procedure giuridiche di questo tipo per dei casi di pirataggio sulle sementi transgeniche. Gli agricoltori incriminati, ritiene la Monsanto, infrangono la legislazione americana sui brevetti, coloro che comprano sementi transgeniche non possono riutilizzare i semi del loro raccolto. Gli OGM possono sfamare il mondo e preservare i popoli dalla fame? No, poiché fame e assenza di sicurezza alimentare sono legate alle disfunzioni dell'economia di mercato, dell'accesso all'alimentazione e della sua distribuzione. Per la FAO, il nutrimento è disponibile, e l' argomento è il pretesto che le qualità transgeniche permettono migliori rendimenti e favoriscono la capacità di produzione dei paesi poveri è largamente contraddetta dagli studi indipendenti condotti sul terreno. D'altronde gli OGM sono proposti sono destinati quasi esclusivamente all'esportazione o all'alimentazione del bestiame e sono concepiti per esprimere il loro potenziale di produzione in una agricoltura industriale utilizzando massicciamente intrants. La promozione degli OGM dunque non migliora per niente la copertura dei bisogni alimentari essenziali delle popolazioni più esposte alla fame. Resteranno una tecnologia fuori dalla portata dei piccoli contadini. Il caso del riso dorato. La società Astra Zeneca con dei rappresentanti dei laboratori pubblici svizzeri annunciano la messa a punto di un riso geneticamente modificato arricchito al beta-carotene per sopperire alle carenze di vitamina A delle popolazioni dei paesi asiatici, denominato "riso dorato". Questa soluzione miracolosa è un vero imbroglio. Per raggiungere i 750 microgrammi di vitamina A, un adulto deve consumare ogni giorno 2,27 kg di riso secco! Questo riso si rivela dunque totalmente inadatto, meglio le soluzioni non-OGM suscettibili di eliminare queste carenze localmente, rispettando la biodiversità e preferendo la consumazione di piante ricche di vitamina A. Gli OGM presentano dei rischi per la salute e l'ambiente? Si, poiché la manipolazione genetica può indurre dei cambiamenti nel funzionamento delle piante e provocare la sintesi di nuovi prodotti tossici nell'alimentazione ed anche la diffusione a larga scala di geni resistenti a degli antibiotici (come la penicillina) correntemente usata per la cura di uomini ed animali. Inoltre i controlli di tossicità o i test sugli alimenti derivati dagli OGM sono quasi sempre incompleti o perfino inesistenti. La maggior parte delle piante transgeniche commercializzate sono concepite per produrre o tollerare pesticidi o insetticidi. I residui di questi pesticidi dunque tendono ad accumularsi all'interno della catena alimentare e ad avere degli effetti tossici a lungo termine. Inoltre l'inquinamento genetico può favorire l'apparizione di nuove specie kjhvskjòh (vera minaccia per la biodiversità). L'affare Arpad Pustzai Biochimico inglese che aveva alimentato dei topi per 10 giorni con delle patate transgeniche comandanti la produzione di lactine. Si riscontrano degli effetti deleteri sul sistema immunitario e digestivo dei roditori. Due giorni dopo aver comunicato i suoi risultati alla stampa, il ricercatore è licenziato dal suo laboratorio (riposo forzato). Il caso del mais Starlink Il governo americano a bloccato le esportazioni del mais Starlink d' Aventis, per il quale è proibito il consumo umano perché è riconosciuto come allergenico (contenendo la proteina Cry9c) Varietà di colza più resistenti. Tre varietà di colza transgenica si sono rapidamente trasformate in superavventizie nelle terre aperte del Canada. Concepite per resistere a tre tipi differenti di erbicidi, le tre varietà dopo diverse pollinizzazioni incrociate hanno creato delle nuove generazioni di colza resistenti a tutto ciò che esiste sul mercato degli erbicidi. Questa situazione obbliga i contadini ad usare erbicidi totali in tutte la loro culture. Confederazione contadina http://www.confederatiopaysanne.fr Hanno tradotto questo numero: Luisa Ferrari, Dario Martelli, Silvia Pozzi, Patrizia Rosa Rosa per contatti: redazione at attac.org --- Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia redazione at attac.org Riproduzione autorizzata previa citazione e segnalazione del "Granello di Sabbia - ATTAC - http://attac.org/"
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