Materiali informativi del 27.7.2001 su formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza



Alle persone e strutture che hanno espresso sostegno alla proposta di un
provvedimento normativo che preveda la formazione e l'addestramento delle
forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza

Ad alcune altre persone, strutture e mezzi d'informazione interessati

NUOVI MATERIALI INFORMATIVI DEL 27 LUGLIO 2001

A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DI FORMARE E ADDESTRARE IL PERSONALE DELLE FORZE
DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA ED ALL'USO DEI VALORI, DELLE TECNICHE E DELLE
STRATEGIE DELLA NONVIOLENZA

a cura del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, strada S. Barbara 9/E,
01100 Viterbo, tel. e fax 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

* * *

SOMMARIO

1. In evidenza
1.1. Varie lettere al Presidente della Repubblica
1.2. Sulla stampa nazionale la notizia dell'impegno del senatore Occhetto
per una proposta di legge

2. Alcuni ulteriori materiali
2.1. Un intervento del peace-researcher Giovanni Scotto di un anno fa
2.2. Un articolo del giornalista e saggista Francesco Comina

3. Alcuni strumenti per l'approfondimento
3.1. Per spunti di riflessione in Mohandas Gandhi, Aldo Capitini, Danilo
Dolci, Erich Fromm, Gene Sharp
3.2. Riflessioni sull'esperienza sudafricana della "Commissione per la
verita' e la riconciliazione"
3.3. Alcuni libri utili su forze dell'ordine e sicurezza pubblica
3.4. Alcuni autori di riferimento su istituzioni e democrazia
3.5. Alcuni studiosi italiani impegnati nell'educazione alla pace, ai
diritti ed alla legalita', e nella formazione alla nonviolenza

* * *

MATERIALI

1. In evidenza

1.1. Varie lettere al Presidente della Repubblica
Gia' alcune persone e strutture hanno aderito alla proposta di scrivere
lettere al Presidente della Repubblica per sollecitare la sua attenzione ed
il suo interessamento a sostegno della proposta

1.2. Sulla stampa nazionale la notizia dell'impegno del senatore Occhetto
per una proposta di legge
Sulla stampa nazionale e' cominciata ad apparire, seppur ancora senza
adeguato rilievo, la notizia dell'impegno espresso dal senatore Occhetto a
predisporre e presentare con tutti gli altri parlamentari disponibili una
proposta di legge per la formazione e l'addestramento delle forze
dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza

2. Alcuni ulteriori materiali

2.1. Un intervento del peace-researcher Giovanni Scotto di un anno fa
[Ridiffondiamo, ad un anno di distanza, un intervento di Giovanni Scotto
apparso sulla mailing-list "pace" della rete telematica pacifista Peacelink
il 24 luglio 2000, un anno fa. La drammatica vicenda cui si fa riferimento
e' l'uccisione avvenuta a Napoli, da parte di un agente, di un ragazzo in
motorino che non si era fermato all'alt. Giovanni Scotto e' ricercatore
presso il «Berghof Research Center for Constructive Conflict Management» di
Berlino; collabora con l'«Institute for Peace Work and Nonviolent Settlement
of Conflicts» di Wahlenau e con il «Centro studi difesa civile» di Roma. Tra
le principali opere in volume di Giovanni Scotto: con Emanuele Arielli, I
conflitti, Bruno Mondadori, Milano 1998; sempre con Emanuele Arielli, La
guerra del Kosovo, Editori Riuniti, Roma 1999]
Vorrei aggiungere alcune cose sulla proposta di offrire alle persone
impegnate nelle forze dell'ordine una formazione di base sui comportamenti
nonviolenti.
Il problema dell'abuso di potere da parte della polizia e' pressoche'
universale. Rattrista vedere come purtroppo il nostro paese non riesca ad
adottare le misure necessarie per qualificare le persone che pure incarica
di garantire l'ordine pubblico. Basta andare in Germania e si vede subito
che la situazione e' radicalmente diversa. Gli agenti di polizia - o almeno:
la stragrande maggioranza di loro - trattano le persone con rispetto, sempre
e senza nessuna eccezione (grande differenza con la prassi universalmente
diffusa in Italia di trattare con servilismo i potenti e con disprezzo
poveri e migranti). E' evidente che anche questi comportamenti non sono
dono naturale delle persone, ma possono e devono venire appresi.
Esistono anche esperienze pilota in altri paesi che varrebbe la pena
studiare piu' da vicino: in Israele il formatore alla nonviolenza Marshall
Rosenberg ha lavorato a lungo con agenti di polizia, in sud Africa Eldred de
Clerck, ex leader dell'organizzazione giovanile dell'ANC, oggi lavora come
formatore con i poliziotti ed effettua ricerche su questi temi. O andrebbero
ricordati i programmi di formazione ai diritti umani in El Salvador e in
Bosnia.
Chiaro che "non sono tutte rose e fiori", che come ricorda Peppe Sini ci
sono mascalzoni e brave persone, ovvero gente che persevera tranquillamente
nei propri abusi perche' ne trae un vantaggio personale e altri che fanno
cosi' perche' non sanno altrimenti.
Ma e' bene che lo teniamo in mente: se un ragazzo di diciassette anni e'
morto qualche giorno fa a Napoli, non e' solo l'atto criminale di un
singolo. Quell'uccisione e' il frutto di norme ambigue o sbagliate; di una
pratica atavica di disprezzo della dignita' e dei diritti dei cittadini;
dell'ignavia nella formazione e nell'aggiornamento dei funzionari di
pubblica sicurezza; della leggerezza nell'uso delle armi da fuoco; da
ultimo, della fragilita' psicologica di un individuo che ha premuto il
grilletto quando mai avrebbe dovuto farlo.
E non c'e' nemmeno uno di questi motivi che non potrebbe essere
neutralizzato e superato. Le risposte non sono difficili, qualsiasi persona
di buon senso potrebbe darle: migliorare le leggi; educare ai diritti umani;
offrire formazione e aggiornamento continui agli agenti di polizia, in
particolare addestrandoli a comportamenti nonviolenti; garantire sostegno
materiale e psicologico a chi svolge questo lavoro rischioso e
indispensabile; e infine togliere le armi dalle mani di chi non sa e non
vuol sapere che servono solo per legittima difesa.
La violenza della polizia in Italia e' una tragedia che si consuma con i
ritmi dello stillicidio. E' una tragedia silenziosa, si badi. In Italia
purtroppo c'e' bisogno di organizzarsi per rivendicare giustizia: pensiamo a
Ustica o alle stragi fasciste. I familiari delle persone uccise dalle forze
dell'ordine non hanno ancora un'associazione che li raggruppi e ne faccia
sentire la voce. Il motivo e' chiaro: perche' generalmente le vittime
vengono comunque da quella parte di societa' che non ha mai avuto voce.
Onorevoli deputati e senatori, signor presidente del consiglio, signor
ministro dell'interno, signori prefetti e questori: esaurito il cordoglio di
rito intendete acquietarvi e aspettare la "sorpresa" del prossimo morto?

2.2. Un articolo del giornalista e saggista Francesco Comina
[Riproduciamo un editoriale di Francesco Comina per "Il Mattino di Bolzano";
ringraziamo di cuore Francesco Comina per avercelo segnalato, e per averci
segnalato altresi' che "a Bolzano sta per partire un laboratorio per la
gestione nonviolenta dei conflitti, gestito da Pax Christi ma sostenuto,
finanziato e attivato dal Comune". Francesco Comina, giornalista e saggista,
pacifista nonviolento, e' impegnato nel movimento di Pax Christi. Nato a
Bolzano nel 1967, laureatosi con una tesi su Raimundo Panikkar, giornalista,
collabora a varie riviste. Opere di Francesco Comina: Non giuro a Hitler,
Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2000. Ha partecipato alla
redazione del libro di AA. VV., Le periferie della memoria;, ed a AA.VV.,
Giubileo purificato]
Diciamocelo. La violenza torna a dividere la destra e la sinistra come non
si era mai visto dai tempi della dialettica fra comunisti e fascisti. Il
muro di Berlino riappare imponente a separare due culture, due modi di
rappresentare la societa', due politiche.
C'e' la convinzione di chi ritiene che la violenza possa essere uno
strumento che garantisce l'ordine sociale perche' e' convinto ancora che
l'umanita' sia soggetta al moto tempestoso della guerra di tutti contro
tutti; e c'e' chi ritiene che il pluralismo debba fare i conti con il
conflitto e il dissenso culturale e che bisogna impegnarsi affinche' tale
conflitto non degeneri in guerriglia e possa essere gestito con metodi
nonviolenti.
Le scene di Genova sono scolpite negli occhi di chi ha visto e puo'
testimoniare cosa e' accaduto. E tutti - proprio tutti - concordano: a
Genova qualcosa non torna, la furia della repressione pareva orchestrata da
un comando piu' grande; i poliziotti caricavano con un cinismo terribile,
gettando addosso ai giovani aggressioni verbali gratuite: "Ci davano delle
puttane - hanno detto alcune ragazze di parrocchia scese con la rete di
Lilliput - ci urlavano che i nuovi fascisti sono tornati e che noi eravamo
delle nullita'...". E ancora, altre testimonianze ricordano i momenti delle
cariche con i famigerati Black bloc che fuggivano ai lati della strada e la
polizia che si gettava con tutta la sua potenza contro gli inermi e li
accusavano di essere loro i fomentatori dell'odio.
Qualcosa non torna hanno detto anche l'altroieri sera durante una raccolta
di testimonianze i referenti del "Bolzano social forum".
Ieri "Repubblica" ha pubblicato la testimonianza di un poliziotto che
denuncia la "notte cilena" della perquisizione nella sede del Gsf a cui ha
partecipato lui stesso: "A dirigere (l'operazione ndr) - spiega il
poliziotto - c'erano i vertici dello Sco e dirigenti dei Nocs (...) E' stata
una follia. Sia per le vittime che per la nostra immagine (...) Quella notte
in questura c'era chi bestemmiava perche' se la notizia fosse arrivata alle
orecchie dei ventimila in partenza alla stazione di Brignole, si rischiava
un'insurrezione". Accusa: "Nella polizia c'e' ancora tanto fascismo, c'e' la
sottocultura di tanti giovani facilmente influenzabili". E afferma: "Quello
che e' accaduto nella scuola e poi continuato qui a Bolzaneto, e' stata una
sospensione dei diritti, un vuoto della Costituzione".
I manifestanti se ne sono resi conto immediatamente. Oggi la Germania chiede
spiegazioni sulla repressione e, soprattutto, vuole sapere che ne e' dei
"desaparecidos", i ragazzi che non sono ancora tornati a casa. E vengono in
mente davvero - con le debite distanze - le storie inquietanti del dissenso
strozzato nel sangue di certi Paesi latinoamericani, come l'Argentina della
Plaza de Mayo, oppure il Guatemala della dittatura raccontata in "Nunca mas"
dal vescovo ammazzato Gerardi.
Torna la lettura che sul principio della violenza ha fatto il grande
filosofo italiano Italo Mancini con il suo libro "Il pensiero negativo e la
nuova destra" (Mondadori). Il percorso culturale della destra e' segnato
dall'estasi dell'ordine, che non ammette il confronto, il dissidio, il
conflitto culturale. Mancini segna il passo con i pensatori che fanno da
sfondo a questo pensiero oscuro della guerra come "salute etica dei popoli"
(Hegel), o "volonta' di potenza" (Nietzsche), o ancora come "entusiasmo per
il massacro" (de Sade).
Ma questo percorso oggi non giova a nessuno. In una Europa unita dal crollo
delle vecchie ideologie del passato, "strategie cilene" non hanno piu'
alcuna possibilita' di farsi largo nell'interdipendenza del diritto e
nell'attenzione delle istituzioni preposte al controllo della democrazia
internazionale.
Resta il problema della violenza, quella rivoltosa dei gruppi che scoppiano
di noia e devastano le citta' (la violenza da stadio che si travasa nelle
manifestazioni pubbliche) e quella sistemica delle forze dell'ordine educate
alla pedagogia dello scontro, della rabbia, della negazione dell'altro.
Su questo dobbiamo lavorare tutti. Le istituzioni hanno tanta strada da fare
per togliere i residui "fascisti", come li ha chiamati il poliziotto
dissenziente intervistato da "Repubblica". Nei giorni scorsi e' giunta,
attraverso il movimento nonviolento, la notizia che Achille Occhetto sta
lavorando su un disegno di legge di formazione delle forze dell'ordine alle
tecniche nonviolente. Bene.
Ma anche il governo (forse e' ingenuo crederlo) e' chiamato da un pressante
battere della responsabilita' verso la vita di tanti giovani e liberi
cittadini, a che ci si tolga di torno, una volta per tutte, questa cultura
della prepotenza, dell'antagonismo e del cinismo e si cominci a discutere
davvero sulle sorti di un mondo ammalato, diviso, lacerato e ingiusto.
E questa non e' eresia sovversiva filocomunista - come ci accompagna il
ritornello fazioso di Berlusconi - ma e' un dato di fatto che parla con la
bocca dei missionari ricurvi a raccogliere le vite stroncate dall'inedia nel
tempo della globalizzazione dei mercati.

3. Alcuni strumenti per l'approfondimento

3.1. Per spunti di riflessione in Mohandas Gandhi, Aldo Capitini, Danilo
Dolci, Erich Fromm, Gene Sharp

MOHANDAS GANDHI
Profilo: è il fondatore della nonviolenza. Nato a Portbandar in India nel
1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne
il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed
elaborò le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 tornò in India e divenne uno
dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal
colonialismo britannico. Guidò grandi lotte politiche e sociali affinando
sempre più la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di
organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu
assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed è tale la
grandezza di quest'uomo che una volta di più occorre ricordare che non va
mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed
alcuni aspetti discutibili -che pure vi sono- della sua figura, della sua
riflessione, della sua opera.
Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un
politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente
religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non
fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e
alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei
esperimenti con la verità. In italiano l'antologia migliore è Teoria e
pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verità,
vol. I, Sonda, Torino-Milano 1991; Villaggio e autonomia, LEF; l'
autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la libertà, Newton
Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civiltà occidentale e
rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, LEF.
Altri volumi sono stati pubblicati da Comunità: la nota e discutibile
raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di
verità; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio
credo, il mio pensiero, e La voce della verità. Altri volumi ancora sono
stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della
drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati
pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?,
in "Micromega" n. 2 del 1991.
Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma,
Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino;
il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi
cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti,
Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri:
Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi
in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Una importante testimonianza
è quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia
cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti
nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri utili
disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer,
Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel,
Louis Fischer. Un'agile introduzione è quella di Ernesto Balducci, Gandhi,
ECP. Una interessante sintesi è quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi,
Anterem, Roma.

ALDO CAPITINI
Profilo: Aldo Capitini è nato a Perugia nel 1899, antifascista e
perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative
per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il più
grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia.
Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti è (a cura di
Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini,
Lacaita, Manduria 1977; recentemente è stato ripubblicato il saggio Le
tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di
scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano
1991; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996. Presso
la redazione di "Azione nonviolenta" sono disponibili e possono essere
richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non più reperibili in libreria
(tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il
potere di tutti, 1969). Negli anni '90 è iniziata la pubblicazione di una
edizione di opere scelte; sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla
nonviolenza, e un volume di Scritti filosofici e religiosi.
Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del
sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si
veda: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Fabrizio Truini,
Aldo Capitini, ECP, S. Domenico di Fiesole 1989; Tiziana Pironi, La
pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb,
Bologna 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia
intellettuale di Aldo Capitini, BFS, Pisa 1998; Antonio Vigilante, La realtà
liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia
1999.

DANILO DOLCI
Profilo: Danilo Dolci è nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova
nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza
di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale
(Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente
contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignità.
Sociologo, educatore, è tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza
nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997.
Opere di Danilo Dolci: una antologia degli scritti di intervento e di
analisi è Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di
poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di
riflessione più recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988;
La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996.
Opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze
1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'
opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, ECP, S.
Domenico di Fiesole 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza.
Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes,
Napoli 2000.

ERICH FROMM
Profilo: psicoanalista (Francoforte 1900 - Locarno 1980), collaboratore
della scuola di Francoforte, esule in America, nella sua riflessione unisce
analisi e suggestioni di Marx, Freud, della tradizione ebraica e cristiana,
del buddhismo zen.
Opere di Erich Fromm: segnaliamo tra le principali: Fuga dalla libertà,
Comunità; Dalla parte dell'uomo, Astrolabio; Il linguaggio dimenticato,
Garzanti; Psicoanalisi della società contemporanea, Comunità; L'arte di
amare, Il Saggiatore; Psicoanalisi dell'amore, Newton; Marx e Freud,
Garzanti; La rivoluzione della speranza, Bompiani; La crisi della
psicoanalisi, Mondadori; Anatomia della distruttività umana, Mondadori;
Avere o essere?, Mondadori; Grandezza e limiti del pensiero di Freud,
Mondadori; La disobbedienza, Mondadori. Fromm ha anche curato il volume di
AA. VV., L'umanesimo socialista, Rizzoli.
Opere su Erich Fromm: Rainer Funk, Erich Fromm. La vita e il pensiero,
Massari Editore.

GENE SHARP
Profilo: è nato nell'Ohio (USA) nel 1928. Ha insegnato in diverse università
e dirige istituti e programmi di ricerca per le alternative nonviolente nei
conflitti e nella difesa.
Opere di Gene Sharp: Politica dell'azione nonviolenta, Edizioni Gruppo
Abele, Torino 1985-1997; quest'opera in tre volumi è un testo di riferimento
fondamentale per chiunque operi in situazioni di conflitto e intenda
adottare le tecniche della nonviolenza o promuovere la teoria-prassi
nonviolenta. Di Sharp in italiano è disponibile anche Verso un'Europa
inconquistabile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989.

3.2. Riflessioni sull'esperienza sudafricana della "Commissione per la
verita' e la riconciliazione"
Segnaliamo due libri fondamentali:
- Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta, Manifestolibri, Roma
1999;
- Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001.

3.3. Alcuni libri utili su forze dell'ordine e sicurezza pubblica
- Romano Canosa, La polizia in Italia dal 1945 ad oggi, Il Mulino, Bologna
1976;
- Franco Fedeli, Sindacato di polizia, Sapere, Milano-Roma 1975;
- Franco Fedeli, Polizia e democrazia, Edizioni Studio Tesi, Pordenone 1978;
- Giancarlo Lehner, Dalla parte dei poliziotti, Feltrinelli, Milano 1978;
- Guido Corso, L'ordine pubblico, Il Mulino, Bologna 1979;
- Annibale Paloscia, Storia della Polizia, Newton Compton, Roma 1989;
- Annibale Paloscia, Polizia oltre la Riforma, Editalia, Roma 1992;
- Luigi Ferrajoli, Diritto e ragione, Laterza, Roma-Bari 1996;
- Vincenzo Ruggiero, Delitti dei deboli e dei potenti, Bollati Boringhieri,
Torino 1999;
- Salvatore Palidda, Polizia postmoderna, Feltrinelli, Milano 2000.

3.4. Alcuni autori di riferimento su istituzioni e democrazia

NORBERTO BOBBIO
Profilo: Bobbio è nato a Torino nel 1909, antifascista, filosofo della
politica e del diritto, è autore di opere fondamentali sui temi della
democrazia, dei diritti umani, della pace. E' uno dei più prestigiosi
intellettuali italiani del Novecento.
Opere di Norberto Bobbio: per la biografia (che si intreccia con decisive
vicende e cruciali dibattiti della storia italiana di questo secolo) si
vedano il volume di scritti autobiografici De Senectute, Einaudi, Torino
1996; e l'Autobiografia, Laterza, Roma-Bari 1997; tra i suoi libri di
testimonianze su amici scomparsi (alcune delle figure più alte dell'impegno
politico, morale e intellettuale del Novecento) cfr. almeno Maestri e
compagni, Italia civile, Italia fedele, tutti presso l'editore Passigli. Per
la sua riflessione sulla democrazia cfr. Il futuro della democrazia; Stato,
governo e società; Eguaglianza e libertà; tutti presso Einaudi. Sui diritti
umani si veda L'età dei diritti, Einaudi. Sulla pace si veda Il problema
della guerra e le vie della pace, Il Mulino, varie ristampe; Il terzo
assente, Sonda, Torino 1989; Una guerra giusta?, Marsilio, Venezia 1991;
Elogio della mitezza, Linea d'ombra, Milano 1994. A nostro avviso
indispensabile è anche la lettura di Politica e cultura, Einaudi; Profilo
ideologico del Novecento, Garzanti, Teoria generale del diritto,
Giappichelli. Di Bobbio recentemente e' stato pubblicato il
volume-conversazione con Maurizio Viroli, Dialogo intorno alla repubblica,
Laterza, Roma-Bari 2001.
Opere su Norberto Bobbio: segnaliamo almeno Enrico Lanfranchi, Un filosofo
militante, Bollati Boringhieri, Torino 1989; Piero Meaglia, Bobbio e la
democrazia: le regole del gioco, ECP; S. Domenico di Fiesole 1994; Tommaso
Greco, Norberto Bobbio, Donzelli, Roma 2000.

RALF DAHRENDORF
Profilo: sociologo e politologo, nato ad Amburgo nel 1929, una delle voci
più prestigiose della cultura liberale. Riportiamo anche la seguente scheda
dall'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche (Emsf): "Sociologo
e uomo politico tedesco, Ralf Gustav Dahrendorf e' nato ad Amburgo nel 1929.
Ha insegnato filosofia presso molte universita', e' stato membro del
Parlamento europeo (1969-70) e della Commissione delle Comunita' europee
(1970-74). Dal 1974 al 1983 e' stato direttore della London School of
Economics succedendo a Karl Popper. E' attualmente rettore del St. Anthony's
College di Oxford. Dal l993 e' Lord d'Inghilterra. Esponente del
neoliberalismo, Dahrendorf critica il liberalismo classico che, nel suo
esasperato individualismo, ha ignorato alcuni problemi di equita' sociale
che vanno impostati, senza limitare l'iniziativa economica del singolo che
e' la molla del progresso sociale. Per Dahrendorf la societa' deve offrire a
tutti pari opportunita', in modo che gli uomini possano diventare diversi
per loro scelta e in forza del diritto e non a spese di altri: lo scopo
dell'uguaglianza deve essere una diseguaglianza consapevole. Fiducioso,
diversamente da Marx, nelle possibilita' del capitalismo di rinnovarsi
dall'interno, Dahrendorf ritiene che l'eccesso di partecipazione a tutti i
livelli di decisione porti ad una sorta di paralisi: i rappresentanti dei
vari gruppi sociali, come delegati, non possono prendere decisioni autonome
in modo rapido ed efficace. Dahrendorf attribuisce un ruolo positivo al
conflitto sociale, che egli analizza con l'ausilio della teoria marxista e
della sociologia americana".
Opere di Ralf Dahrendorf: segnaliamo particolarmente Classi e conflitto di
classe nella società industriale, Laterza, Bari 1963; Homo sociologicus,
Roma 1966; La nuova libertà, Torino 1977; La libertà che cambia, Bari 1981;
Quadrare il cerchio, Laterza, Roma-Bari 1995 (e' un breve testo che
raccomandiamo particolarmente). L'Emsf segnala come particolarmente
rilevanti anche: Marx in Perspective, 1953; Essays in the Theory of Society,
1968; Uscire dall'utopia, Bologna, 1971; Konflikt und Freiheit, 1972; (con
G. Sartori) Il cittadino totale, 1977; Intervista sul liberalismo e
l'Europa, Roma-Bari, 1979; Al di la' della crisi, Roma-Bari, 1984; Pensare e
fare politica, Roma-Bari, 1985; Per un nuovo liberalismo, Roma-Bari, 1988;
Il conflitto sociale della modernita', Roma-Bari, 1989; 1989: Riflessioni
sulla rivoluzione in Europa, Roma-Bari, 1990.

GIUSEPPE DE LUTIIS
Profilo: nato a Pescara nel 1941, sociologo e storico, è uno dei più
autorevoli studiosi del terrorismo e dell'eversione antidemocratica.
Opere di Giuseppe De Lutiis: Attacco allo Stato (1982); Storia dei servizi
segreti in Italia (1984, 1991); ha curato La strage. L'atto d'accusa dei
giudici di Bologna (1986); Perché Aldo Moro (1988); Venti anni di violenza
politica in Italia (1992); Il lato oscuro del potere (1996).

LUIGI FERRAJOLI
Profilo: nato a Firenze nel 1940, giudice tra il 1967 e il 1975, dal 1970 è
docente universitario.
Opere di Luigi Ferrajoli: tra i lavori più recenti segnaliamo
particolarmente la monumentale monografia Diritto e ragione, Laterza 1989,
giunta alla terza edizione; il saggio La sovranità nel mondo moderno,
Laterza 1997; e La cultura giuridica nell'Italia del Novecento, Laterza
1999.

STEFANO RODOTA'
Profilo: nato a Cosenza nel 1933, giurista, docente, già parlamentare,
membro di comitati europei sulla bioetica e la società dell'informazione.
Presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali.
Opere di Stefano Rodotà: tra i suoi lavori recenti si veda in particolare
Repertorio di fine secolo, Laterza 1992; (a cura di), Questioni di bioetica,
Laterza (recentemente ristampato); Tecnologie e diritti, Il Mulino 1995;
Tecnopolitica, Laterza 1997. Volumetti più agili sono Quale Stato, Sisifo,
Roma 1994; Libertà e diritti in Italia, Donzelli, Roma 1997.

UMBERTO SANTINO
Profilo: ha fondato e dirige il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe
Impastato" di Palermo. Da decenni uno dei militanti democratici più
impegnati contro la mafia ed i suoi complici. È uno dei massimi studiosi di
questioni concernenti i poteri criminali, i mercati illegali, i rapporti tra
economia, politica e criminalità.
Opere di Umberto Santino: La violenza programmata, L'impresa mafiosa, Gabbie
vuote, presso Angeli, Milano; Dietro la droga, Edizioni Gruppo Abele,
Torino; L'antimafia difficile, La borghesia mafiosa, Casa Europa, La mafia
come soggetto politico, Sicilia 102, Oltre la legalità, presso il Centro
siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo; La mafia
interpretata, La democrazia bloccata, L'alleanza e il compromesso, presso
Rubbettino, Soveria Mannelli; Storia del movimento antimafia, Editori
Riuniti, Roma; La cosa e il nome, Rubbettino, Soveria Mannelli.

GUSTAVO ZAGREBELSKY
Profilo: nato nel 1943, docente universitario, costituzionalista.
Opere di Gustavo Zagrebelsky: tra i suoi lavori recenti segnaliamo
particolarmente Il diritto mite (1992); Il "crucifige" e la democrazia
(1995); entrambi presso Einaudi.

3.5. Alcuni studiosi italiani impegnati nell'educazione alla pace, ai
diritti ed alla legalita', e nella formazione alla nonviolenza

LUIGI CIOTTI
Profilo: nato a Pieve di Cadore nel 1945, sacerdote, animatore a Torino del
Gruppo Abele. Impegnato contro l'emarginazione, per la pace, contro i poteri
criminali. Ha promosso numerosissime iniziative. Riportiamo la seguente piu'
ampia scheda biografica dalla Enciclopedia multimediale delle scienze
filosofiche: "Luigi Ciotti nasce il 10 settembre 1945 a Pieve di Cadore
(BL), emigra con la famiglia a Torino nel 1950. Nel 1966 promuove un gruppo
di impegno giovanile, che prendera' in seguito il nome di Gruppo Abele,
costituendosi in associazione di volontariato e intervenendo su numerose
realta' segnate dall'emarginazione. Fin dall'inizio, caratteristica
peculiare del gruppo e' l'intreccio dell'impegno nell'accompagnare e
accogliere le persone in difficolta' con l'azione educativa, la dimensione
sociale e politica, la proposta culturale. Nel 1968 comincia un intervento
all'interno degli istituti di pena minorili: l'esperienza si articola in
seguito all'esterno, sul territorio, attraverso la costituzione delle prime
comunita' per adolescenti alternative al carcere. Terminati gli studi presso
il seminario di Rivoli (TO), Ciotti nel 1972 viene ordinato sacerdote dal
cardinale Michele Pellegrino: come parrocchia, gli viene affidata "la
strada". Sulla quale, in quegli anni, affronta l'irruzione improvvisa e
diffusa della droga: apre un Centro di accoglienza e ascolto e, nel 1974, la
prima comunita'. Partecipa attivamente al dibattito e ai lavori che portano
all'entrata in vigore, nel 1975, della legge n. 685 sulle tossicodipendenze.
Da allora, la sua opera sul terreno della prevenzione e del recupero
rispetto alle tossicodipendenze e dell'alcolismo non si e' mai interrotta.
E' invitato in vari Paesi (Gran Bretagna, USA, Giappone, Svizzera, Spagna,
Grecia, ex Jugoslavia) per tenere relazioni e condurre seminari sul tema ed
e' chiamato per audizioni presso il Parlamento europeo. Nei primi anni
Ottanta segue un progetto promosso dall'Unione internazionale per l'infanzia
in Vietnam. Sempre sul piano internazionale, promuove programmi di
cooperazione sul disagio giovanile e per gli ex detenuti in alcuni Paesi in
via di sviluppo. Nel 1982, contribuisce alla costituzione del Coordinamento
nazionale delle comunita' di accoglienza (CNCA), presiedendolo per dieci
anni: al coordinamento, oggi, aderiscono oltre 200 gruppi, comunita' e
associazioni. Nel 1986 partecipa alla fondazione della Lega italiana per la
lotta all'AIDS (LILA), nata per difendere i diritti delle persone
sieropositive, di cui e' il primo presidente. Nel marzo 1991 e' nominato
Garante alla Conferenza mondiale sull'AIDS di Firenze, alla quale per la
prima volta riescono a partecipare le associazioni e le organizzazioni non
governative impegnate nell'aiuto e nel sostegno ai malati. Nel marzo 1995
presiede a Firenze la IV Conferenza mondiale sulle politiche di riduzione
del danno in materia di droghe, tra i cui promotori vi e' il Gruppo Abele.
Nel corso degli anni Novanta intensifica l'opera di denuncia e di contrasto
al potere mafioso dando vita al periodico mensile "Narcomafie", di cui e'
direttore responsabile. A coronamento di questo impegno, dalle sinergie tra
diverse realta' di volontariato e di un costante lavoro di rete, nasce nel
1995 "Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", un network che
coordina oggi nell'impegno antimafia oltre 700 associazioni e gruppi sia
locali che nazionali. Sin dalla fondazione, "Libera" e' presieduta da Luigi
Ciotti. Il I luglio 1998 riceve all'Universita' di Bologna la laurea honoris
causa in Scienze dell'educazione; Ciotti accoglie il conferimento del titolo
accademico come un riconoscimento significativo dell'opera di tutto il
Gruppo Abele. Alle attivita' del Gruppo Abele, di cui Ciotti e' tuttora
presidente, attendono oltre trecentocinquanta persone che si occupano di:
accoglienza, articolata in due servizi di pronto intervento a Torino; in
otto comunita' che ospitano persone con problemi di tossicodipendenza, di
alcolismo o malate di AIDS; in un servizio di accoglienza notturno per
persone senza fissa dimora. Il gruppo Abele ha anche promosso e gestito
l'esperienza di una "Unita' di strada" a Torino, la seconda attivata in
Italia; lavori di tipo artigianale, informatico, agricolo, condotti
attraverso la costituzione di cooperative sociali e di uno specifico
progetto Carcere e Lavoro; interventi di cooperazione internazionale in
Costa d'Avorio, Guatemala, Messico; iniziative culturali, informative,
educative, di prevenzione e formazione, che si svolgono attraverso
l'Universita' della Strada, l'Universita' Internazionale della Strada, il
Centro Studi, documentazione e ricerche, l'Ufficio Stampa e comunicazione,
la casa editrice EGA, la libreria Torre di Abele, le riviste "Animazione
sociale" e "Narcomafie", l'Ufficio Scuola. Luigi Ciotti e' stato piu' volte
membro del Consiglio Presbiteriale ed e' attualmente membro del Consiglio
Pastorale della Diocesi di Torino. Da alcuni anni tiene corsi di formazione
presso la Scuola per vigili urbani di Torino e provincia. Nei primi anni
Ottanta e' stato docente presso la Scuola superiore di polizia del ministero
dell'Interno. Giornalista pubblicista dal 1988, Ciotti e' editorialista e
collabora con vari quotidiani e periodici (tra cui: La Stampa, L'Avvenire,
L'Unita', Il Manifesto, Il Sole-24 Ore, il Mattino, Famiglia Cristiana,
Messaggero di Sant'Antonio, Nuovo Consumo), scrive su riviste specializzate
per operatori sociali e insegnanti, interviene su testate locali".
Opere di Luigi Ciotti: tra le sue pubblicazioni segnaliamoChi ha paura delle
mele marce?, Ega-Sei, Torino 1992; Persone, non problemi, Ega, Torino 1994;
Terra e cielo, Mondadori, Milano 1998.

ANTONINO DRAGO
Profilo: nato a Rimini nel 1938, docente di storia della fisica all'
Università di Napoli, impegnato nei movimenti nonviolenti.
Opere di Antonino Drago: Scuola e sistema di potere: Napoli, Feltrinelli,
Milano 1968; Scienza e guerra (con Giovani Salio), EGA, Torino 1983; L'
obiezione fiscale alle spese militari (con G. Mattai), EGA, Torino 1986; Le
due opzioni, La Meridiana, Molfetta; La difesa e la costruzione della pace
con mezzi civili, Qualevita, 1997; Atti di vita interiore, Qualevita 1997.

ALBERTO L'ABATE
Profilo: nato a Brindisi nel 1931, docente universitario; amico di Aldo
Capitini, impegnato nel Movimento Nonviolento, nella Peace Research, nell'
attività di addestramento alla nonviolenza, nelle attività della diplomazia
non ufficiale per prevenire i conflitti. Ha collaborato alle iniziative di
Danilo Dolci e preso parte a numerose iniziative nonviolente. Come
ricercatore e programmatore socio-sanitario è stato anche un esperto dell'
ONU, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ha
promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina, ed è
impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione".
Opere di Alberto L'Abate: segnaliamo almeno Addestramento alla nonviolenza,
Satyagraha, Torino 1985; Consenso, conflitto e mutamento sociale, Angeli,
Milano 1990; Prevenire la guerra nel Kossovo, La Meridiana, Molfetta 1997;
Kossovo: una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999.

GIULIANA MARTIRANI
Profilo: nata a Napoli nel 1945, meridionalista, docente universitaria di
geografia politica ed economica e di politica dell'ambiente, fa parte del
direttivo dell'International Peace Research Association (IPRA), è membro di
Pax Christi, del MIR, e collabora con numerose altre esperienze pacifiste,
ecologiste, della solidarietà, nonviolente.
Opere di Giuliana Martirani: La geografia come educazione allo sviluppo e
alla pace, Dehoniane; Sviluppo, ambiente, pace, Emi; Progetto Terra, Emi; A
scuola dai poveri, Cittadella; La geografia della pace, Edizioni Gruppo
Abele; Gea, un pianeta da amare, Edizioni Gruppo Abele; Facciamo politica!,
Edizioni Qualevita; La civiltà della tenerezza, Paoline, Milano 1997.

ENRICO PEYRETTI
Profilo: una delle più prestigiose figure della cultura della pace,
animatore di iniziative di pace e per la nonviolenza. Scrive sul mensile "Il
foglio" di Torino, sul quindicinale "Rocca" di Assisi, sul mensile "Azione
nonviolenta".
Opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di là del "non uccidere", Cens,
Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La
politica è pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe
Grande, Torino 1999. E' diffusa attraverso la rete telematica una sua
Bibliografia di casi storici di difesa senza guerra.

GIULIANO PONTARA
Profilo: nato a Cles (Trento) nel 1932, vive e lavora in Svezia dal 1953,
docente di filosofia all'Università di Stoccolma e alla IUPIP di Rovereto, è
impegnato nella peace research e nei movimenti nonviolenti.
Opere di Giuliano Pontara: Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino,
Bologna 1974; Il satyagraha, Movimento Nonviolento, Perugia 1983; Filosofia
pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e politica
nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future,
Laterza, Roma-Bari 1995; La personalità nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo
Abele, Torino 1996; Breviario per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano
1998. Ha curato (premettendovi un importante saggio introduttivo) l'
antologia di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi,
Torino (nel 1996 ne è apparsa una nuova edizione in una collana economica).

GIOVANNI SALIO
Profilo: nato a Torino, segretario dell'IPRI (Italian Peace Research
Institute), si occupa da diversi anni di ricerca, educazione e azione per la
pace.
Opere di Giovanni Salio: Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?,
Movimento Nonviolento, Perugia; Scienza e guerra (con Antonino Drago), EGA,
Torino 1982; IPRI, Se vuoi la pace educa alla pace, EGA, Torino 1983; Le
centrali nucleari e la bomba, EGA, Torino 1984; IPRI, I movimenti per la
pace, EGA, Torino 1986-1989; Progetto di educazione alla pace, EGA, Torino
1985-1991; Le guerre del Golfo, EGA, Torino 1991; Il potere della
nonviolenza, EGA, Torino 1995.

GIOVANNI SCOTTO
Profilo: ricercatore presso il «Berghof Research Center for Constructive
Conflict Management» di Berlino; collabora con l'«Institute for Peace Work
and Nonviolent Settlement of Conflicts» di Wahlenau e con il «Centro studi
difesa civile» di Roma.
Opere di Giovanni Scotto: con Emanuele Arielli, I conflitti, Bruno
Mondadori, Milano 1998; sempre con Emanuele Arielli, La guerra del Kosovo,
Editori Riuniti, Roma 1999.

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Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. e fax 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Viterbo, 27 luglio 2001