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[TESTIMONIANZE] - A 52 anni non ho mai visto tanta violenza
- Subject: [TESTIMONIANZE] - A 52 anni non ho mai visto tanta violenza
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Fri, 27 Jul 2001 13:28:07 +0200
Genova, sabato 21, verso le 16. Eravamo in sei, partiti prestoper partecipare alla manifestazione. Siamo arrivato fino a Nervi per le strade dell'Appennino, evitando l'autostrada. Eravamo, credo, a metà del corteo. Fermi sotto il sole, dai palazzi i genovesi ci buttavano acqua per rinfrescarci, a un certo punto, lungo il cammino, una chiesa ha suonato le campane a festa, era ricoperta di cartelli anti-global. Si avanza, piano ma si avanza. Da amici, via telefono, abbiamo notizia di scontri, non so se alla fine o all'inizio del corteo. Siamo in corso Italia, il corteo è pacifico. A sinistra il mare, a destra muri e strade laterali che danno sul corso; ogni due o tre, a cinquanta metri dall'innesto su corso Italia, maree di poliziotti in assetto antisommossa che attendono. Finché a un certo punto il corteo si ferma, a destra, da una strada laterale, un po' indietro rispetto a noi, i poliziotti stanno arrivando di corsa verso il viale, davanti sta succedendo qualcosa, voci dicono che il corteo è stato spezzato, c'è una battaglia in corso, adesso vediamo benissimo le parabole dei lacrimogeni, poi guardiamo a destra, e su in alto a trenta metri, a monte, su uno spiazzo a terrazza che dà su corso Italia , un gruppo di poliziotti che aspetta. Guardiamo dietro di noi, anche indietro il corteo è spezzato, i manifestanti hanno visto la polizia e si sono fermati. Siamo tesi, nervosi. Perché è chiaro che siamo in trappola, davanti la polizia, dietro la polizia, a destra le case, a sinistra, più in alto rispetto alla strada di una decina di metri, qualche villetta, protetta da muri a secco, che dall'altra parte guarda giù verso il mare. Qualcuno va a parlamentare con i poliziotti, inutile, non parlano, stanno muti, nel loro equipaggiamento da robcop, o da zombi, parte qualche provocazione, qualche sasso, "fermi, fermi!" grida qualcuno, poi il finimondo. Un attacco bestiale da davanti e da dietro, sulla folla piovono lacrimogeni, da quel piazzale di destra alto sulla strada, dagli elicotteri che si abbassano a 50 metri, dalla polizia che carica sparando candelotti ad altezza d'uomo. Lì non c'è scelta, o scappi o te ne esci con la testa rotta, ma il corteo è immenso, e il rischio di schiacciarsi a vicenda, presi dal panico, maledettamente reale. Chi indugia, chi accenna a una qualche difesa viene preso a manganellate sulla testa, sulla schiena, in faccia, sulle braccia, con una violenza che io, a 52 anni, con un passato di decine e decine di manifestazioni, non ho mai visto prima. S., S. e S. chissà dove, R., M. e io schiacciati da una massa di persone che cerca di fuggire dalle cariche e dal fumo dei lacrimogeni, irritanti come non ne ho mai sentiti nel passato, ti lasciano intontito, con i polmoni a pezzi, gli occhi bruciati che non ci vedi più, la pelle irritata, non c'è limone che tenga, ti fa male, non ce la fai a respirare. Storditi dal fumo, alcuni di noi si arrampicano frenetici sul muretto a secco, ce la fanno ad aprire un varco tra i fili della recinzione della villetta, in un centinaio o forse più corriamo verso il cortile della casa, il proprietario apre le porte e ci fa entrare tutti. Che sia benedetto, ci ha soccorsi, ci ha dato da bere, ci ha salvati. R., M. e io ci sediamo, siamo tutti e tre più o meno interi. Un'ora dopo un avvocato del Genoa Social Forum ci dice che possiamo scendere, a mani alzate, non ci faranno niente. Andate verso destra, dice, verso Nervi, tornate indietro, il corteo, ormai spezzato in tronconi, è stato disperso. Invece non è finita per niente. Mentre camminiamo, sentiamo dietro di noi le camionette della polizia e un battaglione di poliziotti che battono i bastoni sullo scudo. Ci giriamo, improvvisamente li vediamo correre, dove cazzo corrono, ci vogliono massacrare? corrono verso un gruppo in fondo, davanti a noi, sparano altri lacrimogeni, tra poco ci verranno addosso, un elicottero si abbassa in modo da spingere, con il moto delle pale, i fumogeni lontani dai poliziotti e contro di noi. E' micidiale il rumore sempre più forte del rotore delle pale, dietro le spalle sento venirmi addosso un vento acre e caldo, fumo, carte, bottiglie di plastica vuote, oggetti che si sollevano. Mi metto a correre. A destra potrei scendere al mare, ma c'è lo sbarco degli incursori con i gommoni, fanno prima sbarcare l'ufficiale medico della croce rossa, poi col megafono intimano lo sgombero dei bagni sul lungomare. Non c'è niente da fare, sento il passo picchiato con forza sull'asfalto dei poliziotti dietro di me, sento colpi secchi, una coppia isolata che stava correndo viene aggredita a manganellate e a calci, anch'io sono isolato, terrorizzato, mi fermo, alzo le mani, "sono disarmato" urlo, un poliziotto mi passa di fianco urlando anche lui qualcosa, batte violentemente il manganello su un palo di ferro, poi, forse vedendo i miei capelli bianchi, passa via. S.B.
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