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Rilfessioni su Genova, Lilliput e CTM
- Subject: Rilfessioni su Genova, Lilliput e CTM
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Fri, 27 Jul 2001 03:01:08 +0200
Ciao a tutti, sono stato a Genova tutta la settimana del vertice e ho vissuto attimo per attimo cio' che e' accaduto in queste giornate. Sono tornato a casa carico di immagini, di volti, di rumori, di parole che si mischiano alle sensazioni che ho provato di gioia e di paura, di entusiasmo e di tensione. Confesso che faccio una fatica enorme a scrivere tutto cio' che mi passa per la testa e ho deciso come prima cosa di fare silenzio per alcuni giorni e di ascoltare le altre voci. Adesso provo a mettere ordine ai miei pensieri e faccio lo sforzo di condividerli. Vorrei prima di tutto dire grazie a tutti voi. Indipendentemente da cio' che e' accaduto e da cio' che accadra', ho vissuto la straordinaria bellezza di sentirmi parte di un movimento autentico, commercio equo e CTM, fatto di persone e volti di una ricchezza infinita che non mi hanno fatto mai pensare di essere solo in alcuno dei tragici momenti di Genova. Inizio la mia riflessione con una immagine che mi porto dietro. Pochi mesi fa venne a farci visita Julia Castro di CIAP (produttori del Peru) e ho avuto l'occasione di scambiare due parole con lei mentre l'ho accompagnata a vedere le nostre bellissime Dolomiti trentine. Ricordo che in quella occasione le raccontai della preparazione del controvertice di Genova e della preoccupazione seria che come CTM e commercio equo abbiamo per il grado di esposizione e quindi per la responsabilita' che sentiamo nei confronti di tutto cio' che ruota attorno al movimento: soci lavoratori, volontari, simpatizzanti, produttori del sud, clienti. In risposta alla mia inquietudine Julia ha iniziato a raccontarmi la sua storia. Della bimba che l'attendeva a casa e che accolse a poche settimane di vita dopo che i genitori naturali furono uccisi dagli squadroni paramilitari in Peru. Degli amici massacrati in molti anni di lotta nel tentativo pianificato dal Governo peruviano di eliminare una generazione di leader e di pensatori annullando cosi' la forza del movimento di opposizione in Peru'. Mi ha raccontato una serie di fatti da rabbrividire con la serenita' e la forza morale che forse solo una donna del sud che ha incarnato nel suo dna la sofferenza secolare di un popolo e' in grado di comunicare. Con quello che e' successo in questi giorni con la sofferenza fisica e morale che abbiamo provato, come movimento forse abbiamo la possibilita' di essere piu' vicini ai nostri produttori e alle lotte che quotidianamente affrontano in condizioni drammatiche. Dico questo perche' dobbiamo prendere esempio da loro adesso piu' che mai. Adesso che ci risvegliamo e ci siamo accorti di essere in un paese dove la democrazia e' stata pericolosamente minata e attaccata. Dove non sara' come prima perche', come ha ben sottolineato Giorgio, c'e' stato un cambiamento nella cultura politica della gestione delle forme di dissenso nel nostro paese. Da Genova portiamo un bagaglio di esperienze notevole, di cose positive e di ammonimenti su cui molti sono gia' intervenuti e quindi pongo l'accento solo su alcune questioni. La strategia di tensione e criminalizzazione iniziata a Genova rappresenta un duro attacco alla democrazia del nostro paese ed evidentemente alle idee e ai contenuti delle nostre istanze. E' una strategia che offende le realta' come la nostra che operano da sempre avendo incarnato nel proprio agire quotidiano valori come giustizia, solidarietà, non violenza e trasparenza. Dobbiamo quindi essere vigili e responsabili in questo momento delicato per la storia del nostro movimento e del nostro paese. Abbiamo bisogno di far calare la tensione e di far emergere tutta la potenzialità di stile e di contenuti di cui siamo portatori. Non possiamo rinunciare a denunciare le violenze di Genova e probabilmente del dopo Genova come dovere morale e civile perche' crediamo nel valore della democrazia e quindi riteniamo imprescindibile la tutela dei diritti umani e di libertà di espressione. Abbiamo tuttavia bisogno di prendere le distanze da ogni forma di violenza, della polizia come di quella parte del movimento che non ci rappresenta (non abbiamo martiri!). Dobbiamo quindi ribadire la nostra imprescindibile scelta di non violenza e avviare una seria riflessione sulle modalità di partecipazione nelle mobilitazioni. La trasparenza e il dialogo dovranno essere la nostra forza anche per ristabilire la credibilita' nei confronti delle istituzioni e in particolare delle forze dell'ordine. Credo sia estremamente importante confermare l'importanza del cammino all' interno della Rete di Lilliput quale ambito di confronto e unità con le realtà che condividono idee, progetti e valori che perseguiamo. A Genova abbiamo fatto degli errori come Genoa Social Forum e come Lilliput. Le incertezze organizzative e decisionali sono esplose il 20 mettendo in evidenza l'inadeguatezza nel gestire la 'piazza' della nostra area, forse per cultura e tradizione, e forse definitivamente il tramonto di una modalità di partecipazione che e' ben lontana dall'ottenere quel grado di 'contagio' della cittadinanza che cerchiamo attorno alle nostre campagne. Sono stati messi in evidenza i limiti organizzativi di Lilliput e qui, ma lo sappiamo gia' da tempo, e' importante compiere una scelta sull' organizzazione della rete e la definizione delle responsibilita' a partire dal Tavolo Intercampagne. Faccio sinceramente fatica ad esprimere un giudizio sulla opportunita' il 21 di non scendere in piazza. Ho vissuto la tensione di quelle ore angosciose nelle quali una decisione doveva essere presa con 80.000 persone gia' a Genova nel pieno smarrimento e un numero indefinito, in quel momento, che stavano per arrivare da tutta Italia. Possiamo dire quello che vogliamo ma una scelta sul fatto di esserci il 21 e' stata presa anche dalle persone stesse che nonostante tutto hanno preso treno e pullman e sono venute a Genova. Sono convinto che sia stata data una prova di grande responsabilita' e se avevamo bisogno di misurare la forza dell'area moderata, e di Lilliput in particolare, abbiamo avuto un ottimo riscontro in termine di numeri e di stile di partecipazione. A questo punto dobbiamo far valere il valore aggiunto di Lilliput e di tutte le realta' ad essa legate: in termini di contenuti, modalita' di azione e persone senza paura di creare rotture. Una considerazione sul forum pubblico. Pensando ai problemi che gli organizzatori hanno dovuto affrontare credo si sia trattato di un piccolo miracolo la sua buona riuscita. Certo se dovessimo guardare al valore assoluto degli interventi penso che si doveva pretendere molto di piu' soprattutto in termini di elaborazione di strategie alternative da percorrere. Mi pare comunque che l'apporto fornito da Lilliput sia stato tra i piu' interessanti soprattutto laddove si e' dato spazio ai rappresentanti delle organizzazioni del sud e alle donne. Devo dire che ho avuto anche io la sensazione che il forum rimanesse comunque uno strumento lontano dalla gente comune e purtroppo dall'interesse dei mass media. Concludo questo mio intervento sottolineando il fatto che e' stato fatto un cammino estremamente positivo da parte delle rete e in esso e' stato importante l'apporto del commercio equo e solidale. Abbiamo creato, seppur in modo non omogeneo sul territorio italiano, una notevole attenzione da parte della gente e una certa attesa che ci carica di responsabilita'. A noi tutti e insieme accogliere la sfida. Roberto Barbiero
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