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da repubblica del 25\07\01
- Subject: da repubblica del 25\07\01
- From: "giuseppe scano" <giuseppe_scano at hotmail.com> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Wed, 25 Jul 2001 20:06:03 +0200
Pagina 4 Bolzaneto, gli avvocati accusano "In quella caserma anche torture" Molte testimonianze di violenze nella stazione della celere alla periferia di Genova il caso ANAIS GINORI ---------------------------------------------------------------------------- ---- Nella caserma della celere di Bolzaneto, periferia popolare di Genova, sono stati portati quasi tutti i manifestanti fermati dalla polizia durante gli scontri di venerdì e sabato. Dopo qualche ora, gli arrestati venivano eventualmente trasferiti nelle carceri di Pavia o Alessandria. Bolzaneto è stato il carcere speciale del G8. Si è trasformato in «un centro degli orrori» secondo molte testimonianze raccolte dagli avvocati del Genoa Social Forum. «Abbiamo le prove che in quella caserma ci sono state sistematiche torture fisiche e psicologiche» è la loro denuncia. Dario Rossi, uno dei legali che sta preparando il libro bianco sulle violenze di Genova, precisa: «Su questo centro ci sarà una specifica causa collettiva per lesioni gravi». La caserma di Bolzaneto è la sede del reparto mobile di Genova che ha eseguito anche il blitz nella scuola Diaz sabato notte. Nel centro sono passati gran parte dei 280 arrestati durante il G8. Qui i manifestanti fermati venivano identificati prima di essere portati in prigione. «Per alcuni, la sedicente procedura di identificazione è durata anche 15 ore» dicono gli avvocati. «Notte da incubo a Bolzaneto» ha titolato ieri Le Monde. Vincent, militante del movimento francese Aarrg, ha raccontato al quotidiano: «Sono arrivato in questo deposito verso le 19 di sabato. C'erano decine di manifestanti. Sentivo ragazzi urlare. Alcuni infermieri portavano del ghiaccio per evitare gli ematomi. Uno dei poliziotti mi ha detto: "Vieni piccola merda di francese! Ti farò soffrire"». Vincent ha dodici punti di sutura sul cranio, il viso tumefatto. «Appena osavo urlare mi infierivano un colpo ancora più forte. Poi mi hanno fatto salire al primo piano e sono stato costretto a marciare in mezzo a due file di poliziotti che mi manganellavano». Verso le 3 del mattino, il ragazzo è stato rilasciato in autostrada, dopo aver dovuto firmare una dichiarazione di uscita con un falso orario: 23.30. Tutti i suoi documenti, i soldi e le carte di credito sono stati sequestrati. «Difficile immaginare tali comportamenti polizieschi in un paese dell'Unione europea» nota Le Monde. Le violenze nella caserma di Bolzaneto sono state confermate da molti dei primi detenuti rilasciati domenica dal carcere di Alessandria. «Dopo una giornata da Auschwitz, a Bolzaneto, siamo finalmente arrivati nel paradiso del carcere» ha detto un ragazzo di Napoli. Due manifestanti spagnoli hanno riferito pesanti torture al quotidiano El Paìs. «Calci e manganellate mentre dovevamo sfilare tra i poliziotti» hanno raccontato Adolfo Sesma e Luis Alberto Lorente, di Saragozza. «Ci hanno anche accusato di aver ucciso un agente: è stata una vera tortura psicologica pensare che potevamo essere anche incolpati di un omicidio». A Bolzaneto sono passati i militanti arrestati durante il blitz nella scuola Diaz. Laura Tartarini, avvocato di Genova, aggiunge: «Molte ragazze sono state minacciate di stupro». Gilberto Pagani partecipa alla squadra legale del Gsf e assiste alcuni di questi fermati. Anche lui ha raccolto numerose testimonianze sulle violenze subite nella caserma. «Presenteremo denuncia ma siamo certi dice che la Procura di Genova aprirà un procedimento d'ufficio per lesioni gravissime volontarie». Pagina 4 "Pestandoci inneggiavano a Pinochet" la testimonianza ---------------------------------------------------------------------------- ---- Evandro Fornasier, torinese, 39 anni, impiegato di banca e laureato in psicologia, è stato trasferito nella caserma di Bolzaneto sabato pomeriggio dopo essere stato fermato assieme a un gruppo di manifestanti dispersi dai lacrimogeni. Ecco il suo racconto: «Siamo stati uno ad uno scaraventati giù dal pullman in mezzo ad un gruppo di poliziotti che ci infierivano colpi di vario genere. Siamo stati tutti messi in grandi stanzoni in piedi con la faccia contro il muro, le gambe divaricate e le mani alzate. Per circa 15 ore siamo rimasti così. A turno entravano militari a usarci violenze di vario genere: sbatterci la testa contro il muro, calci sui testicoli, schiaffi, colpi al torace, gas urticante in faccia. E insulti continui: "comunisti di merda, froci" oppure "perché non chiamate Bertinotti o Manu Chao? Adesso, per cinque anni sono cazzi vostri". Ci facevano sentire con le suonerie dei cellulari "Faccetta nera", ci hanno cantato una litania che ho memorizzato: "uno due tre, viva Pinochet, quattro cinque sei, a morte gli ebrei, sette otto nove, il negretto non commuove, siegheil apartheid. Nello stanzone veniva buttato gas lacrimogeno in piccoli quantitativi. Al mattino, siamo stati portati, ammanettati due a due, al carcere di Alessandria. All'arrivo siamo stati tutti picchiati e manganellati come "di prassi" dicendoci "se fate i bravi non vi tocchiamo più". In tarda serata io ed altri siamo stati rilasciati per mancata convalida dell'arresto». ____________________ www.censurati.it www.misteriditalia.it Icq 6973768 oppure 328\6849962 giuseppe_scano [ at ] hotmail.com . ______________________-
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