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Le scorribande del blocco nero - dal resto del carlino del 24\07\2001
- Subject: Le scorribande del blocco nero - dal resto del carlino del 24\07\2001
- From: "giuseppe scano" <giuseppe_scano at hotmail.com> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Wed, 25 Jul 2001 17:59:10 +0200
La denuncia "Per 3 giorni abbiamo segnalato le tute nere alle forze dell'ordine" GENOVA, 24 LUGLIO 2001 - Per tre giorni i guerrieri urbani più violenti, i black block tedeschi, hanno distrutto, hanno smontato inferriate per ricavarne spranghe, hanno occupato locali, si sono perfino riforniti di strumenti di aggressione prelevandoli dal famoso furgone filmato da un elicottero della polizia. Per tre giorni l'assessore provinciale all'edilizia scolastica, al patrimonio e all'istruzione Eugenio Massolo (nella foto), esponente diessino ed ex preside, ha implorato inutilmente un intervento delle forze dell'ordine. Sabato i pugnaci e organizzatissimi squatter se ne sono andati soddisfatti delle loro scorribande. Nessuno si è sognato di fermarli. L'amministratore ripercorre la sequenza degli avvenimenti con attonita pacatezza: «Il 19 abbiamo consegnato ai Cobas l'area Se.Di. di Quarto. Avevamo autorizzato l'uso di una palestra, sul piazzale avevamo montato un tendone. Alla sera la custode ci telefona segnalandoci che c'è grande agitazione fra i saccopelisti perché piove e non riescono a ripararsi. Alle 23 decidiamo di aprire una seconda palestra e il teatro per ospitarli. Ma gli squatter tedeschi non si accontentano. Forzano la porta dell'asilo nido e della scuola materna e ci si insediano. Avverto il 113. Arrivano quattro pattuglie dei carabinieri che non intervengono. Mi spiegano che non vogliono fomentare gli animi». E' solo l'inizio di una vicenda che valica i limiti dell'assurdo. «Il 20 mattina assieme ai responsabili del servizio edilizia e del servizio patrimonio e a un funzionario del patrimonio facciamo un sopralluogo. I germanici hanno fatto a pezzetti tutto quello che hanno trovato nell'asilo e nella materna e hanno smontato gli arredi della palestra per trasformarli in spranghe. Non contenti, hanno divelto la cancellata di ferro per dotarsi di altri strumenti di offesa. Noi ce ne facciamo consegnare una decina e le chiudiamo a chiave in un ripostiglio. Chiedo ai Cobas di fare la loro parte. Mi sembrano impauriti. Durante il giorno, quello dell'uccisione di Carlo Giuliani, c'è un via vai frenetico, molti escono e rientrano armati. Nella notte la custode ci richiama perché vede parecchie luci accese nel palazzo dei servizi che avrebbe dovuto essere vuoto. Immediatamente avverte la Prefettura e il 112 dei carabinieri. Si sente rispondere che non può intervenire nessuno. I black block invadono tutto il primo e il secondo piano, fracassando tutto quello che trovano sul loro cammino». Sembra che l'assessore fatichi a credere al suo stesso racconto: «La mattina del giorno 21 alle 10 chiamo il capo di gabinetto della Questura. Segnalo che stanno riarmandosi e che si dirigono verso il luogo nel quale si concentra la manifestazione. Mi chiedono quanti sono. Rispondo che possono essere 500 e 600 persone. Alle 10 e 30 una consistente colonna della polizia sosta davanti all'edificio, che è isolato e facilmente circondabile. Si pigliano schiamazzi e insulti, qualche lancio di oggetti e se ne vanno. Alle 12 e 15 segnalo l'accaduto al capo di gabinetto del Prefetto, la dottoressa Frediani». Si precipitano a Quarto? «No, Non accade nulla. Alle 14 richiamo. Riparlo con la Frediani chiedendole spiegazioni e mi sento rispondere che l'intervento è tecnicamente poco opportuno. Alle 16 e 30 Marta Vincenzi, la presidente della Provincia, denuncia, con un documento scritto consegnato alla funzionaria della Prefettura, il comportamento delle forze dell'ordine chiedendo che intervengano almeno per impedire le ultime distruzioni quando gli squatters tedeschi torneranno a riprendersi auto, furgoni e tende per ritornare in Germania. Alla sera guardo i tg e faccio un salto sulla poltrona. Ricorda il famoso filmato della polizia sul furgone che va a rifornirsi di armi? Si accosta proprio al nostro tendone, nell'area Se.Di. di Quarto». Come è andata a finire? «Che si sono ripigliati le salmerie e se ne sono andati durante la notte. Nelle stesse ore c'è stata la perquisizione dell'Istituto psico pedagodico Pertini, la scuola di mia figlia. Per terra abbiamo trovato di tutto, perfino denti e ciocche di capelli. La polizia se n'è andata lasciando tutte le porte sfondate. Mi pare curioso che non abbia presidiato l'edificio. Abbiamo dovuto farlo noi con i nostri agenti...». Genova si aggiunge ai tanti misteri d'Italia.
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