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I violenti non possono
- Subject: I violenti non possono
- From: "Olivier Turquet" <turquet at dada.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Wed, 25 Jul 2001 04:21:50 +0200
alcune righe ispirate dal momento presente. I violenti non possono Di Olivier Turquet, Movimento Umanista, direttore dell’Agenzia di Stampa Buone Nuove Gli avvenimenti di Genova dimostrano, casomai ce ne fosse bisogno, che i violenti non possono; non possono cambiare il mondo, non possono risolvere i problemi; possono (e vogliono) distruggere e complicare le situazioni, continuare impunemente a creare distruzione e disperazione per le persone, per i popoli, per l’intero pianeta. E quando parliamo di violenti stiamo parlando di tutti, perche’ nei violentisedicenti “rivoluzionari”, sedicenti “anarchici” (insulto per i migliori ideali
dell’Anarchia) riconosciamo lo specchio del Sistema violento che pretendono di combattere e a cui danno invece giustificazione per continuare la loro logica di repressione e di omologazione. Tutti i nonviolenti devono fare uno sforzo per chiarire il piu’ possibile che tra la violenza e la nonviolenza si e’ alzato un muro e che e’ necessaria l’unione e l’intelligenza di tutti i nonviolenti perche’ questo muro venga abbattuto e si apra il cammino verso una societa’ giusta, solidale, nonviolenta, veramente umana. Le “armi” di questa lotta rivoluzionaria sono gia’ patrimonio di un vasto movimento, composito, con varie voci e tendenze; l’unione di queste forze portera' necessariamente al miglioramento e all’invenzione di nuove “armi”, la loro messa in pratica nella vita di tutti i giorni, nell’azione comune, nella costruzione dei primi pezzi del nuovo mondo. Alcuni suggerimenti che, come umanista, mi sento di offrire all’attenzione di tutti: - praticare in ogni ambito l’atteggiamento umanista che possiamo riassumere in questi punti: 1. Si riconosce all'essere umano una posizione centrale sia come valore sia come preoccupazione; 2. si sostiene l'uguaglianza di tutti gli esseri umani; 3. si accettano e si valorizzano le diversita' personali e culturali; 4. si tende a sviluppare la conoscenza al di la' di quanto accettato, fino a quel momento, come verita' assoluta; 5. si sostiene la liberta' di professare qualunque idea e credenza; 6. si ripudia la violenza. - Lavorare a partire dalla base sociale, in ogni quartiere, villaggio, cittadina o metropoli. - Assumere un atteggiamento positivo, lavorando sempre per e non contro, acompagnando alla denuncia la proposta, cercando ciò che unisce e non ciò che divide. Questi elementi sono gia’ piu’ che sufficienti per la costruzione di un grande movimento nonviolento, rivoluzionario, di massa; in ogni caso credo si anche opportuno fare alcune considerazioni sui modi in cui portare avanti d’ora in poi qualunque lotta nonviolenta: - la nonviolenza deve fare sempre il vuoto alla violenza; questo significa cessare di fare manifestazioni con chi non chiarisce la propria scelta di campo; l’unione con questa gente non fa affatto la forza (vorrei ricordare a questo proposito la marcia per la nonviolenza Perugia-Assisi che prese una posizione precisa su questo tema e fu di conseguenza caratterizzata come una delle piu’ belle manifestazioni degli ultimi tempi). - La nonviolenza parte dalla base sociale e dalla vita di ognuno; quindi non va a cercare l’effetto mediatico ma priorizza il lavoro umile e sentito nei quartieri, nelle scuole, nelle universita’; un lavoro quotidiano, coerente, propositivo. - La nonviolenza e’ per tutti e di tutti; non e’ una complicata teoria di un’elite, e’ una pratica accessibile e condivisibile da tutti; in questo senso la nonviolenza e’ profondamente umanista perche’ si preoccupa di coinvolgere e di difendere i diritti anche di una sola persona. Ricevete un grande abbraccio di pace, forza e allegria Olivier { HYPERLINK "mailto:turquet at dada.it" }turquet at dada.it
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