[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Genova: le riflessioni, le proposte, i ricordi
- Subject: Genova: le riflessioni, le proposte, i ricordi
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Mon, 23 Jul 2001 02:53:11 +0200
Continua il "microfono aperto" di PeaceLink, tutto dedicato ai fatti di Genova. A.M. 22 luglio 2001 ore 16.49 Una lettera aperta a tutti i parlamentari democratici UNA LEGGE PER FORMARE E ADDESTRARE LE FORZE DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA E ALL'USO DELLA NONVIOLENZA Proposta di presentazione di una proposta di legge che preveda per tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie comunicative ed operative della nonviolenza Egregi signori, gia' in passato formulammo alle istituzioni italiane la proposta che nel curriculum formativo e nell'attivita' di aggiornamento delle forze dell'ordine venisse specificamente prevista la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie comunicative ed operative della nonviolenza. Rinnoviamo ancora una volta tale proposta, nuovamente sottoponendola anche alla vostra attenzione, e chiedendo a voi di voler redigere e presentare una proposta di legge in tal senso. Restando a disposizione per ogni informazione ed offrendo fin d'ora la piu' ampia collaborazione per quanto in nostro potere, distinti saluti, Peppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo 17.05CONDANNA PER L'AGGRESSIONE ALL'AVV. STEFANO PALMISANO DA PARTE DI DUE POLIZIOTTI ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO I G8 DI GENOVA Stefano Palmisano partecipava pacificamente alla manifestazione di sabato 21 luglio in qualità di membro del servizio legale del Genoa Social Forum - qualifica facilmente evidenziabile in quanto ben esposta sulla sua maglietta - quando veniva aggredito senza alcuna ragione da due poliziotti che gli hanno provocato profonde ferite alla testa, costringendolo ad un ricovero ospedaliero. L'avvocato Palmisano è difensore di diverse parti civili nel processo per l'affondamento della nave albanese Kader I Rades e nel procedimento per le morti e malattie al petrochimico di Brindisi; inoltre è impegnato professionalmente a sostenere le iniziative per ottenere la comunicazione ai cittadini di Brindisi, da parte della Prefettura, del piano di emergenza in caso di incidente nucleare, e nelle attività a tutela della salute di questo movimento: un giurista, quindi, che crede nel valore della Legge. Medicina Democratica esprime solidarietà a Stefano Palmisano e condanna l'aggressione gratuita da lui subita. La sua partecipazione al corteo di Genova, come quella di alcune migliaia di pugliesi, dimostrano quanto sia provocatoria l'accusa odierna del Capo del Governo italiano di connivenza del Genoa Social Forum con i violenti. Questi ultimi hanno inspiegabilmente potuto compiere ogni scorreria senza alcun ostacolo, mentre i manifestanti pacifici, come Palmisano, sono stati pestati senza alcuna ragione. Medicina Democratica mette in guardia l'opinione pubblica e le stesse forze di polizia circa l''uso antidemocratico che il Governo mostra di voler fare delle forze dell'ordine, snaturando il loro ruolo costituzionale e trasformandole in strumento di lotta politica come ai tempi del fascismo. La protesta contro la globalizzazione su misura dei paesi ricchi, e della parte ricca di ciascuno di loro, non solo ha avuto un grande successo di partecipazione, ma trova altresì dimostrazione della propria fondatezza nel risibile risultato dell'incontro G8 in un tema caro al nostro movimento, come l'elargizione finanziaria - infima peraltro rispetto al necessario - per i farmaci antiAIDS e antimalarici come se queste malattie non fossero causate - nel loro inarrestabile diffondersi - dalle scadute condizioni socio economiche dei popoli del terzo mondo. Anche il nostro Sud patisce gli effetti dei quella globalizzazione in termini di ricchezza, servizi e salute. Per questo Medicina democratica, che ha partecipato al GSF, ringrazia i molti pugliesi giunti a Genova e deplora le cariche delle forze dell'ordine contro i manifestanti preordinate dal Governo.
La sezione pugliese Dott. Maurizio Portaluri ore 19 Sono tornato da Genova, da questi due giorni pazzeschi. Per quel che ho visto e ascoltato (e che coincide, ho notato, con diversi articoli di giornali di vario orientamento) non c'e' stato paragone tra l'incoscienza di qualche piccolo gruppo di partecipanti sotto i vent'anni e la violenza della polizia. C'e' un salto di qualita', che gia' si preannunciava da Napoli e che adesso s'e' chiarito: vengono repressi i manifestanti propositivi e responsabili perche' sia chiaro a tutti, a chi c'era e a chi non c'era, che e' pericoloso contrastare i potenti. Eravamo moltissimi, ma chissa' quanti saremmo stati se gia' a Napoli non ci fossero stati pestaggi indiscriminati. Ora il messaggio, terroristico, e evidente questo tipo di globalizzazione deve continuare a comprimere la democrazia, ad affamare interi popoli e a peggiorare le nostre condizioni di vita e di lavoro. Tutto cio' che si potra' avere sara merce, di cui non si potra neanche indagare troppo la qualita'. Per questo processo non e prevista opposizione, ogni cambio di governo deve essere ininfluente (gia' si vede). La dichiarazione finale del vertice e anch'essa come una manganellata o una pallottola loro tireranno diritto. Ora bisognera' che non ci si illuda piu' di costruire un buon futuro senza impegno, con una semplice croce su una scheda elettorale. I genovesi sono stati per lo piu' solidali con noi, ci hanno dato bottiglie d'acqua e indicazioni, entrambe preziose. Salvatore De Rosa - Taranto ore 22:51 Ero a Genova da giovedì 19 a oggi, ho partecipato alle iniziative varie (corteo migranti il 19, corteo Piazza Manin il 20, assembla del 20 sera, corteo del 21...). Mi porto a casa, come molti credo, una grande angoscia nel cuore. Vorrei che potessimo avere momenti di scambio per capire cos'è successo ed evitare gli errori che credo ci siano stati e grossi. Scrivo a caldo e quindi non perfettamente lucido. Scrivo sapendo che porto solo una visione parziale perchè non ero dappertutto, ma vorrei che mettendo assieme le parzialità si scavasse nei fatti accaduti e si uscisse con più consapevolezza; sarebbe già un bel risultato. Da ciò che ho visto "direttamente" traggo delle considerazioni di questo tipo che sintetizzo perchè nel mare di e-mail ho paura che poi nessuno riesca a leggere e ascoltare gli altri: 1) In P.zza Manin venerdì stavamo fronteggiando un gruppo di Black Blok quando sono partiti decine di lacrimogeni, inutili a sloggiare i B.B. ma che han destato panico e fuggi fuggi; nel fumo i BB imperturbabili rovesciavano e incendiavano; altri piccoli episodi a cui ho assistito sono simili nella logica. ERGO, la polizia ha agito per alzare la tensione e coinvolgere tutti i manifestanti negli scontri, in modo da impaurire i più, sollecitare la ns violenza, confermare ai media che siamo un movimento pericoloso, far parlare di violenza e non dei ns contenuti, ecc. 2) La presenza di provocatori e gruppi che avrebbero agito violentemente su cose e persone era prevedibile anche se non si immaginava una capacità organizzativa siffatta. ERGO andava studiata una strategia di contromosse efficaci e varie alternative possibili e una struttura informativa, decisionale e logistica adeguata, oppure fatto un passo indietro (se non si è preparati allo scontro insegnano tutti i manuali di guerra e guerriglia, è meglio non farlo). 3) In P.zza Manin a fronteggiare i BB non c'erano gruppi di affinità organizzati ma decine di giovani impreparati che hanno alzato le braccia (e non fatto per esempio un cordone sottobraccio) per impedire di avanzare ai BB o per respingerli. Quando sono ripassati i poliziotti dopo la carica e ci hanno fronteggiato, una parte si è seduta per terra in sit-in, nell'incomprensione degli altri che non capivano perchè dovevamo impedire alla PS di passare di lì. ERGO non esisteva un sufficiente servizio d'ordine né una capacità o rete informativa puntuale e diffusa che avvisasse dell'arrivo dei BB o della polizia, che desse indicazioni coerenti di movimento o di azione, che coordinasse i vari gruppi e singoli impreparati o meno, che facesse tesoro delle passate esperienze di piazza (parlo del '68). L'improvvisazione, l'incoerenza e l'indecisione regnavano sovrani. 4) I Mass-Media di ogni tendenza parlano delle violenze e del morto mentre prima degli eventi si era ideato di assaltare la zona rossa per denunciare la violenza e arroganza dei potenti. ERGO le azioni delle tute bianche e dei gruppi di azione diretta NV sono state letetralmente "oscurate" dalla lucida capacità devastante dei Black Blok o come diavolo si chiamano. I vari gruppi non sono stati capaci di cambiare strategia e capire che le azioni primarie andavano rivolte ai BB per neutralizzarli, piuttosto che verso la zona rossa. Il GSF, essendo il gruppo organizzatore di tutto ciò ha, tra le molte capacità dimostrate, avuto una grave lacuna nel non prevedere le mosse sullo scenario in modo tale da organizzare un'autodifesa del corteo, una lucidità tattica e strategica che permettesse di cambiare i comportamenti in atto, senza accettare un terreno di scontro favorevole all'avversario sul piano materiale e simbolico. La sensazione che ho avuto nel sentire "il GSF non può garantire un servizio d'ordine, ognuno faccia per sé" (durante l'assemblea del 20) è che non ci fosse una linea sul "campo di battaglia", come c'era verso i "media", non ci fosse capacità di governare la piazza o almeno provarci e si fosse ormai alla mercè degli eventi. Ovviamente non so cosa si è discusso in quei giorni al vs interno e quindi spero di sbagliarmi. Ultimo e più delicato e sicuramente controverso: 6) Nelle assemblee e nei cortei ho sentito ripetere "polizia assassina" e cose simili e si è fatto un eroe del giovane morto. Le prime notizie davano come scontato che il giovane fosse stato ucciso a freddo, in realtà si è poi saputo e visto che faceva parte di un gruppo che stava frantumando una camionetta e i suoi occupanti e la reazione del carabiniere giovane e inesperto è stata di sparare. Da qui trarre la conclusione che lui o i suoi colleghi sono "assassini" mi pare assurdo. Capisco la rabbia, la rabbia per vedere ucciso un ns amico e compagno, la rabbia per le ingiustizie e per il trattamento che riceviamo per i ns ideali, e rispetto pure il dolore e la morte. Ma i ns ideali contemplano lo spaccare la testa a un carabiniere? Spaccare la testa a un carabiniere ieri era un atto rivoluzionario? Un passo verso il cambiamento di questo mondo? Il fatto che siamo arrabbiati, che siamo nel giusto, ecc. ci autorizza a spaccare la testa a un carabiniere? E' questo il mondo migliore che vogliamo? A mio avviso va criticato a fondo il comportamento della polizia per incapacità "voluta" di contenere i BB prima durante e dopo e di difendere un corteo pacifico. Va criticata per aver alzato il tiro e la repressione, va criticata per aver lasciato usare pistole a giovani inesperti, per aver caricato e manganellato anche chi non c'entrava nulla, per aver usato lacrimogeni non per disperdere i BB ma per creare caos nel corteo, ecc. ecc. e su questo le responsabilità ci sono e sono chiare, e sono responsabilità politiche. Vorrei che si avviasse un confronto vero e non a metà, sincero e approfondito, sulle strategie adottate, le logiche, gli errori fatti, uscendo da preconcetti e stereotipi e parlando col cuore. Un abbraccio Roberto Mazzini Reggio Emilia, 22 Luglio 2001 23 luglio ore 0.08 In attesa di confrontarci e coordinarci con le altre associazioni che hanno aderito al Genova Social Forum, sentiamo l'esigenza di esprimere immediatamente la nostra indignazione nei confronti delle affermazioni del Presidente del Consiglio tese a giustificare l'azione compiuta di notte dalla polizia nella sede del GSF. Esprimiamo totale solidarietà a tutte le persone colpite a tradimento e a freddo, al di fuori di ogni legalità, come anche a tutte le persone che in questi giorni hanno subito violenza. Troviamo di una gravità inaudita che la massima autorità di governo tenti di criminalizzare in pari modo quanti hanno operato con violenza distruggendo Genova, ponendosi come avversari diretti non solo delle istituzioni ma anche di tutto il movimento, e quanti hanno lavorato sui grandi problemi dell'umanità, che hanno camminato e manifestato insieme pacificamente per dimostrare che un mondo diverso è possibile. Per quanto concerne il comportamento nonviolento della nostra associazione e di tantissime altre, non abbiamo bisogno né di dimostrazioni né di difesa e riteniamo che il Presidente del Consiglio abbia offeso gravemente tutte le persone che da anni lavorano all'interno delle situazioni anche di guerra con la solidarietà e la loro condivisione diretta. Ma non è l'offesa che ci spinge a intervenire, quanto la grave preoccupazione politica che questo giudizio del capo del Governo fomenti una strategia della tensione di funesta memoria, tenendo conto anche della campagna allarmistica costruita già da prima del G8 e del comportamento delle forze dell'ordine nei giorni delle manifestazioni a Genova. Facciamo appello a tutte le associazioni e organizzazioni che hanno lavorato con trasparenza e nonviolenza, alle forze sindacali e politiche di trovare modalità congiunte per denunciare la pericolosità di questo modo di procedere del Presidente del Consiglio. Mariagrazia Bonollo - Vicenza Ass. Naz. "Beati i costruttori di pace" Padova, 22 luglio 2001 Per informazioni: uff.stampa 0348/2202662 ore 0.28 Siamo appena arrivati da Genova. Le mie parole a confronto delle immagini televisive non sono proprio nulla. Condivido in pieno, e non ho partecipato se non dall'esterno a Boccadasse, al corteo pacifico nonviolento e unitario di Sabato, all'appello fatto da Tonio dell'Olio. Era inevitabile, però, che, con la presenza di questi black blok e la connivenza delle forze dell'ordine con le violenze, sarebbe finita male. La giornata di venerdì l'ho passata correndo da una parte all'altra con i borsoni e tanta paura di incappare in uno scontro. A P.zza Manin c'è mancato poco che non prendevamo il resto... e poi sempre a correre fino a sera sino a quando abbiamo trovando un convento francescano che ci ha ospitato per la notte. La polizia dov'era a proteggerci? ...eppure la settimana scorsa a Bisceglie per un sit-in al Mc Donald erano più loro di noi... come mai non c'erano a P.zza Manin a difenderci e poi sono invece venuti a menarci? Sarebbe il caso di pensare altre forme di dissenso, e un controllo nonviolento dei partecipanti violenti, infiltrati e non, per non discriminare tutto il movimento. Pace forza e Gioia. Antonello Rustico - Bari - Pax Christi P.S.: Che si può fare a livello legale per ciò che è avvenuto alla sede del Gsf alla Scuola Diaz Sabato notte? Non è solo un problema di G8 ma si mette in seria discussione il clima "cileno" che si sta attuando. Noi che facciamo per manifestare il dissenso? A chi servono questi black blok? PS2: Ora i danni perchè non li pagano coloro chr volevano fare a tutti i "costi" il vertice? Qualcuno aveva detto di sospenderlo.....perchè non lo si è fatto?
- Prev by Date: per Carlo Giuliani, lettera a Repubblica
- Next by Date: Cosa muore al G-8
- Previous by thread: per Carlo Giuliani, lettera a Repubblica
- Next by thread: Cosa muore al G-8
- Indice: