(AI) Operazione Colomba - documento Genoa Public Forum



I civili non sono vittime, sono costruttori di 
pace

Iniziamo l’intervento con due appelli che ci 
arrivano dai nostri 
compagni in Cecenia e nella repubblica 
democratica del Congo, ÿ.

Your Excellency !

We appeal to you and all leaders of participating 
nations of the Genoa 
summit of July 21-22, 2001, to raise the 
following issue.
As citizens of the Russian Federation our 
conscience and sense of 
responsibility compel us to draw   your attention 
to the tragic events 
currently taking place in the North Caucasus, 
were witness the daily 
violation of basic human rights: life, health, 
and security. Already 
for the 20-month military actions have been 
taking place in Chechnya 
and nearby regions, bringing death and suffering 
to hundreds of 
thousands of people. This is serious threat to 
the future of the North 
Caucasian Region as well as the democracy in 
Russia.
Both sides in the military conflict commit grave 
violations of human 
rights as well as international humanitarian law. 
However, casualties 
to the civil population and the  material damage 
perpetrated by the 
Russian troops are by far the greater. What is 
being done in Chechnya 
is against Russian constitutional law as well as 
international treaties 
cosigned by Russia.
Under the guise of the officially 
called ÿstruggle with terrorism” in 
Chechnya there was initiated wide-scale military 
actions aimed at the 
whole population of the Republic. That is a 
cynical policy turning a 
military campaign into genocide and inflicting 
mass destruction of life 
and property. In response to the action of 
Chechen armed troops the 
Russian forces respond by terrorizing the 
peaceful population by 
shelling and bombardment of the settlements and 
subsequent violence and 
plunder during ÿzachistky” (raids). Hundreds of 
corpses have been found 
showing signs of torture and execution after 
being detained by the 
Russian military.
If we are to struggle with terrorism and 
establish peace and stability 
in the region all of this makes exactly the 
opposite.
In the refugees camps on the territory of 
Ingushetia the situation is 
absolutely desperate. Russian authorities trying 
to push the refugees 
back to Chechnya, stop the food supply from 
federal budget and prevent 
the incoming of humanitarian help from foreign 
and international 
organizations. Russian high-ranking military 
officers threaten military 
actions in Ingushetia.
As representatives of the Russian public from the 
committee For 
Termination of War and Establishing Peace in 
Chechen Republic we 
realize that to influence Russian authorities is 
primarily the task of 
Russian citizens ourselves. But we also believe 
that the world 
community should not observe impartially such a 
tragedy or limit it to 
empty declarations.
In this situation it is absolutely necessary to 
demand from the Russian 
Federation to stop immediately the violence in 
Chechen Republic. And 
really this conflict can be solved only by 
political measures, witch 
are not possible without peace talks between the 
legitimate leadership 
of Chechen Republic and Russian Federation.
This year at the end of March the members of the 
committee For 
Termination of War and Establishing Peace in 
Chechen Republic appealed 
to President of the Russian Federation V. Putin 
and President of 
Chechen Republic of Ichkeria A. Maskhadov to 
begin peace talks 
immediately and without preconditions. In May we 
got positive response 
from A. Maskhadov but as yet, have not got any 
reply from the President 
of Russia.
We appeal to you to raise most decisively at the 
Genoa summit the 
question of gross violations of Human Rights in 
Chechen Republic.
We appeal to you to put before President V. Putin 
the question of the 
necessity to immediately begin peace talks 
between Russia and Chechen 
President A. Maskadov.
We appeal to you to insist on immediate access of 
the international 
observers to the conflict zone and restoration of 
the legitimate 
humanitarian aid to the forced refugees.

You’re sincerely
On behalf of the members of the All-Russian 
National Committee for 
Termination of War  and Establishing Peace in 
Chechen Republic


ANNEX
1. Copy of the appeal by the Committee for 
Termination of War and 
Establishing Peace in Chechen republic to 
President of the Russian 
Federation V. Putin and Chechen President 
Mashkadov.
2. Copy of the appeal by President A. Mashkadov 
to the Committee for 
Termination of War and Establishing Peace in 
Chechen republic.
3. Information about the Committee for 
Termination of War and 
Establishing Peace in Chechen republic.


 Al di lÿ di ciÿ che della guerra in Congo si sa, 
c'ÿ  una realtÿ di 
violenza strutturale che da ogni parte colpisce 
un unico obiettivo: i 
civili!

Quello che a prima vista si capisce di questa 
guerra ÿ che un piccolo 
paese ha occupato una parte quattro o cinque 
volte piÿ grande del paese 
vicino.

La realtÿ delle cose ÿ assai piÿ complessa: 
Interhamwue (Hutu 
ruandesi), May May (ribelli congolesi alle forze 
ruandesi occupanti), 
RCD (Rassemblÿment Congolÿse pour la Dÿmocratie, 
ribelli al governo di 
Kinshasa, appoggiati dai ruandesi) e forze 
occupanti ruandesi di Kagame.

Ognuna delle parti in conflitto, non combatte 
l'altra parte su un 
fronte piÿ o meno definito, ma ÿ venuta a crearsi 
una situazione tale 
per cui le uniche vittime sono i civili. Per 
garantire la propria 
sopravvivenza (i militari non ricevono lo 
stipendio da anni) ogni banda 
armata saccheggia i villaggi creando 
un'insicurezza che fa sÿ che 
migliaia di persone, dalla campagna all'interno 
del paese, si riversino 
nelle baraccopoli nella periferia di Bukavu. Le 
campagne, che sono la 
principale fonte di sostentamento del paese, sono 
praticamente 
abbandonate. 

La vita nella cittÿ non presenta grandi 
prospettive: tra gli abitanti e 
i dÿplacÿs (i rifugiati dalle campagne) coloro 
che riescono a 
guadagnare un po' di soldi da qualsiasi attivitÿ 
commerciale, vendita 
di bestiame o del raccolto, di notte vengono 
derubati (e a volte 
durante i furti incontrano la morte) dai militari 
affamati che hanno 
informatori civili nei mercati della cittÿ. 

Tra le conseguenze di questa guerra, ÿ sorta la 
piaga della 
malnutrizione infantile (l'alimento base ÿ il 
Bugali, una sorta di 
polenta di manioca che non contiene nessuna 
sostanza nutritiva, e 
riso). All'ospedale e in un centro nutrizionale, 
abbiamo visto bambini 
con i classici sintomi della malnutrizione: 
gambe, guance e pancia 
gonfie, pelle rovinata e sguardi spenti...

Il fenomeno degli "enfants de la rue", ÿ uno dei 
piÿ impressionanti in 
cittÿ. Molte famiglie non riescono ad occuparsi 
dei figli (la scuola 
pubblica costa 2,5 $ al mese, ma molte famiglie 
non riescono a pagare 
questa cifra per tutti i bambini della casa), e 
cosÿ i bambini 
finiscono in strada alla ricerca di un piccolo 
lavoretto al mercato, di 
un facile furtarello, della caritÿ di un ricco...

Dormono nei camion abbandonati e nei mercati; e 
la notte spesso la 
polizia fa dei rastrellamenti nei mercati e porta 
in carcere tutti i 
bambini che trova. Se dopo qualche giorno nessuno 
viene a reclamarli, 
viene loro fatta la proposta di diventare 
soldati: l'idea di avere 
un'arma, una divisa e la possibilitÿ di prendere 
quello che si vuole 
nelle "visite notturne" alle abitazioni civili, ÿ 
una proposta che fa 
gola a molti bambini. Il problema ÿ che per 
congedarsi dall'esercito ÿ 
necessario avere un permesso quasi impossibile da 
ottenere, e quindi 
molti bambini-soldato sono spinti alla 
diserzione, con la costante 
paura di essere braccati e arruolati di nuovo con 
la forza.

Tra i civili, oltre ai bambini, le vittime piÿ 
colpite dalla guerra 
sono le donne, che sono quelle che maggiormente 
subiscono le 
conseguenze del disfacimento sociale. Nei 
villaggi, ma anche in cittÿ, 
le donne sono spesso vittime di violenze sessuali 
ad opera dei militari 
che irrompono nelle case per rubare qualcosa. Nei 
reparti psichiatrici 
molte sono le donne ricoverate per problemi 
psicologici causati dalle 
violenze ricevute. 

Spesso i civili in generale, a causa delle 
percosse inferte durante i 
furti, restano traumatizzati fisicamente e 
psicologicamente.

 

La "Sociÿtÿ Civile", un'organizzazione che 
raccoglie i membri del ceto 
medio della cittÿ, e la chiesa sono stati 
protagonisti di una reazione 
all'occupazione ruandese, durante il primo anno 
di guerra. La cittÿ, 
tutta unita, si rifiutava di collaborare con gli 
invasori, manifestando 
in modo aperto il loro rifiuto. Questa 
straordinaria forza di 
opposizione nonviolenta si ÿ perÿ sfibrata col 
tempo, fino a scomparire 
del tutto: gli occupanti hanno trovato i loro 
emissari congolesi, 
cittadini di Bukavu che amministrano la propria 
cittÿ per conto di un 
paese straniero. 

Dopo trenta anni di regime di Mobutu, durante i 
quali ÿ stata distrutta 
la coscienza civile degli individui, il popolo ha 
accettato anche 
quest'ultimo affronto, rinunciando ad essere 
soggetto politico capace 
di produrre un cambiamento. L'unica 
preoccupazione ÿ quella di 
sopravvivere alla giornata. 

Chi vuole cambiare questo stato di cose h