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(AI) Operazione Colomba - documento Genoa Public Forum
- Subject: (AI) Operazione Colomba - documento Genoa Public Forum
- From: carlo.gubitosa at bbs.olografix.org
- Date: Fri, 20 Jul 2001 11:57:25 +0200
- Organization: Metro Olografix
I civili non sono vittime, sono costruttori di pace Iniziamo l’intervento con due appelli che ci arrivano dai nostri compagni in Cecenia e nella repubblica democratica del Congo, ÿ. Your Excellency ! We appeal to you and all leaders of participating nations of the Genoa summit of July 21-22, 2001, to raise the following issue. As citizens of the Russian Federation our conscience and sense of responsibility compel us to draw your attention to the tragic events currently taking place in the North Caucasus, were witness the daily violation of basic human rights: life, health, and security. Already for the 20-month military actions have been taking place in Chechnya and nearby regions, bringing death and suffering to hundreds of thousands of people. This is serious threat to the future of the North Caucasian Region as well as the democracy in Russia. Both sides in the military conflict commit grave violations of human rights as well as international humanitarian law. However, casualties to the civil population and the material damage perpetrated by the Russian troops are by far the greater. What is being done in Chechnya is against Russian constitutional law as well as international treaties cosigned by Russia. Under the guise of the officially called ÿstruggle with terrorism” in Chechnya there was initiated wide-scale military actions aimed at the whole population of the Republic. That is a cynical policy turning a military campaign into genocide and inflicting mass destruction of life and property. In response to the action of Chechen armed troops the Russian forces respond by terrorizing the peaceful population by shelling and bombardment of the settlements and subsequent violence and plunder during ÿzachistky” (raids). Hundreds of corpses have been found showing signs of torture and execution after being detained by the Russian military. If we are to struggle with terrorism and establish peace and stability in the region all of this makes exactly the opposite. In the refugees camps on the territory of Ingushetia the situation is absolutely desperate. Russian authorities trying to push the refugees back to Chechnya, stop the food supply from federal budget and prevent the incoming of humanitarian help from foreign and international organizations. Russian high-ranking military officers threaten military actions in Ingushetia. As representatives of the Russian public from the committee For Termination of War and Establishing Peace in Chechen Republic we realize that to influence Russian authorities is primarily the task of Russian citizens ourselves. But we also believe that the world community should not observe impartially such a tragedy or limit it to empty declarations. In this situation it is absolutely necessary to demand from the Russian Federation to stop immediately the violence in Chechen Republic. And really this conflict can be solved only by political measures, witch are not possible without peace talks between the legitimate leadership of Chechen Republic and Russian Federation. This year at the end of March the members of the committee For Termination of War and Establishing Peace in Chechen Republic appealed to President of the Russian Federation V. Putin and President of Chechen Republic of Ichkeria A. Maskhadov to begin peace talks immediately and without preconditions. In May we got positive response from A. Maskhadov but as yet, have not got any reply from the President of Russia. We appeal to you to raise most decisively at the Genoa summit the question of gross violations of Human Rights in Chechen Republic. We appeal to you to put before President V. Putin the question of the necessity to immediately begin peace talks between Russia and Chechen President A. Maskadov. We appeal to you to insist on immediate access of the international observers to the conflict zone and restoration of the legitimate humanitarian aid to the forced refugees. You’re sincerely On behalf of the members of the All-Russian National Committee for Termination of War and Establishing Peace in Chechen Republic ANNEX 1. Copy of the appeal by the Committee for Termination of War and Establishing Peace in Chechen republic to President of the Russian Federation V. Putin and Chechen President Mashkadov. 2. Copy of the appeal by President A. Mashkadov to the Committee for Termination of War and Establishing Peace in Chechen republic. 3. Information about the Committee for Termination of War and Establishing Peace in Chechen republic. Al di lÿ di ciÿ che della guerra in Congo si sa, c'ÿ una realtÿ di violenza strutturale che da ogni parte colpisce un unico obiettivo: i civili! Quello che a prima vista si capisce di questa guerra ÿ che un piccolo paese ha occupato una parte quattro o cinque volte piÿ grande del paese vicino. La realtÿ delle cose ÿ assai piÿ complessa: Interhamwue (Hutu ruandesi), May May (ribelli congolesi alle forze ruandesi occupanti), RCD (Rassemblÿment Congolÿse pour la Dÿmocratie, ribelli al governo di Kinshasa, appoggiati dai ruandesi) e forze occupanti ruandesi di Kagame. Ognuna delle parti in conflitto, non combatte l'altra parte su un fronte piÿ o meno definito, ma ÿ venuta a crearsi una situazione tale per cui le uniche vittime sono i civili. Per garantire la propria sopravvivenza (i militari non ricevono lo stipendio da anni) ogni banda armata saccheggia i villaggi creando un'insicurezza che fa sÿ che migliaia di persone, dalla campagna all'interno del paese, si riversino nelle baraccopoli nella periferia di Bukavu. Le campagne, che sono la principale fonte di sostentamento del paese, sono praticamente abbandonate. La vita nella cittÿ non presenta grandi prospettive: tra gli abitanti e i dÿplacÿs (i rifugiati dalle campagne) coloro che riescono a guadagnare un po' di soldi da qualsiasi attivitÿ commerciale, vendita di bestiame o del raccolto, di notte vengono derubati (e a volte durante i furti incontrano la morte) dai militari affamati che hanno informatori civili nei mercati della cittÿ. Tra le conseguenze di questa guerra, ÿ sorta la piaga della malnutrizione infantile (l'alimento base ÿ il Bugali, una sorta di polenta di manioca che non contiene nessuna sostanza nutritiva, e riso). All'ospedale e in un centro nutrizionale, abbiamo visto bambini con i classici sintomi della malnutrizione: gambe, guance e pancia gonfie, pelle rovinata e sguardi spenti... Il fenomeno degli "enfants de la rue", ÿ uno dei piÿ impressionanti in cittÿ. Molte famiglie non riescono ad occuparsi dei figli (la scuola pubblica costa 2,5 $ al mese, ma molte famiglie non riescono a pagare questa cifra per tutti i bambini della casa), e cosÿ i bambini finiscono in strada alla ricerca di un piccolo lavoretto al mercato, di un facile furtarello, della caritÿ di un ricco... Dormono nei camion abbandonati e nei mercati; e la notte spesso la polizia fa dei rastrellamenti nei mercati e porta in carcere tutti i bambini che trova. Se dopo qualche giorno nessuno viene a reclamarli, viene loro fatta la proposta di diventare soldati: l'idea di avere un'arma, una divisa e la possibilitÿ di prendere quello che si vuole nelle "visite notturne" alle abitazioni civili, ÿ una proposta che fa gola a molti bambini. Il problema ÿ che per congedarsi dall'esercito ÿ necessario avere un permesso quasi impossibile da ottenere, e quindi molti bambini-soldato sono spinti alla diserzione, con la costante paura di essere braccati e arruolati di nuovo con la forza. Tra i civili, oltre ai bambini, le vittime piÿ colpite dalla guerra sono le donne, che sono quelle che maggiormente subiscono le conseguenze del disfacimento sociale. Nei villaggi, ma anche in cittÿ, le donne sono spesso vittime di violenze sessuali ad opera dei militari che irrompono nelle case per rubare qualcosa. Nei reparti psichiatrici molte sono le donne ricoverate per problemi psicologici causati dalle violenze ricevute. Spesso i civili in generale, a causa delle percosse inferte durante i furti, restano traumatizzati fisicamente e psicologicamente. La "Sociÿtÿ Civile", un'organizzazione che raccoglie i membri del ceto medio della cittÿ, e la chiesa sono stati protagonisti di una reazione all'occupazione ruandese, durante il primo anno di guerra. La cittÿ, tutta unita, si rifiutava di collaborare con gli invasori, manifestando in modo aperto il loro rifiuto. Questa straordinaria forza di opposizione nonviolenta si ÿ perÿ sfibrata col tempo, fino a scomparire del tutto: gli occupanti hanno trovato i loro emissari congolesi, cittadini di Bukavu che amministrano la propria cittÿ per conto di un paese straniero. Dopo trenta anni di regime di Mobutu, durante i quali ÿ stata distrutta la coscienza civile degli individui, il popolo ha accettato anche quest'ultimo affronto, rinunciando ad essere soggetto politico capace di produrre un cambiamento. L'unica preoccupazione ÿ quella di sopravvivere alla giornata. Chi vuole cambiare questo stato di cose h
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