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Genova non ti riconosco più, by Giulio Masi
- Subject: Genova non ti riconosco più, by Giulio Masi
- From: Miriam - AltrEconomia <miriam at altreconomia.it>
- Date: Wed, 18 Jul 2001 17:23:12 +0800
Genova con gli occhi di un genovese di Giulio Masi Persino il mare, in questa vigilia di G8, sembra completamente diverso... Saranno le nuvole che stamattina coprono Genova, sarà quest¹aria irreale, sarà... Ma come appare Genova agli occhi di un genovese? Abbiamo fatto un giro per le strade della città, ai margini della famigerata zona rossa. Ore 11: partiamo dalla stazione di Genova Brignole; l¹atrio è deserto, sono aperte solo la tabaccheria, l¹edicola e un bar. Di solito a quest¹ora la stazione è gremita di gente... E¹ strano: neanche i clochard sono presenti... Oggi la stazione è abitata solo dalle forze dell¹ordine e da pochi dipendenti. Continuiamo il nostro viaggio e risaliamo verso l¹unica via di comunicazione tra Levante e Ponente cittadino. La strada che porta da Brignole a Manin è letteralmente presidiata da carabinieri e polizia. In giro poche persone, i negozi sono chiusi e c¹è un silenzio irreale. Qualche passante ricorda di aver visto queste scene circa cinquant¹anni fa. Proseguendo da Manin arriviamo a Spianata Castelletto, uno dei punti da cui si gode il panorama cittadino: guardiamo e un sentimento strano ci arriva alla gola. Non si può fare a meno di pensare che cosa potrebbe accadere dopodomani. Scendiamo da Castelletto attraverso i viali che portano a Principe, al limite consentito della zona transitabile. Alla stazione più importante della città (Principe) incontriamo qualche tassista ma soprattutto uno spiegamento delle forze dell¹ordine mai visto prima. Ci fermiamo e chiediamo se possiamo entrare, ce lo permettono e guadagniamo l¹atrio principale: anche qui, siamo verso mezzogiorno, è completamente deserto. Una donna chiede a un agente se si può avvicinare a un posto di telefono pubblico... I tabelloni degli arrivi e delle partenze tacciono, nessun treno è previsto per oggi. Ci rimettiamo in viaggio e costeggiamo il limite ovest della zona rossa: gli accessi ai vicoli sono murati e anche le fessure sono state accuratamente coperte. Guardiamo per terra: i tombini sono saldati. La metropolitana è protetta da una cinta di ferro e grate che ne impediscono l¹accesso. Ci avviamo a prendere la sopraelevata percorribile per l¹ultimo giorno, le uscite intermedie sono sbarrate. E¹ mezzogiorno passato da un pezzo e non incontriamo che pochi veicoli. Sotto di noi, nel porto, scorgiamo le navi albergo e un incrociatore attraccato che mostra il suo bel cannone puntato verso la città... Più avanti c¹è l¹area dell¹Expo presidiata solo dalle forze dell¹ordine. Da questo punto in poi la zona industriale del porto sembra trasformata in un¹enorme piazza d¹armi con annesso campo militare. Concludiamo il nostro giro a punta Vagno, sede dei dibattiti del Gsf: qui si riacquista il contattto con la realtà e finalmente incontriamo della gente. Siamo abituati a vedere una Genova ben diversa, magari sonnacchiosa e sorniona ma questa è veramente una città che non conosciamo, o meglio che non conosciamo più, e viene voglia di intonare ³ma se ghe pensu² per rivedere la nostra Genova, la Superba.
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