Riflessioni sul G8



...  Giro per le strade, parlo con gli amici, 
discuto con mio padre,
e l`impressione che ho ÿ sempre quella di una 
grande
disinformazione.
Tutti d`accordo sulla minaccia della 
globalizzazione economica.
Sul danno che i piccoli negozianti subiscono di 
fronte all`attacco
delle multinazionali del commercio. Sul degrado 
ambientale che
la corsa al consumo produce nelle sue mille forme 
palesi o
subdolamente nascoste. Sulle difficoltÿ nel 
lavoro, sul costo della
vita, sulla vergogna dei bambini e non solo, 
sfruttati nei Paesi a
basso costo di manodopera.

La contestazione per loro perÿ finisce qui. 
Il "popolo di Genova"
rimane etichettato dalla paura di atti di 
violenza che secondo loro
sicuramente succederanno, non importa dire che lo 
stesso
Movimento rigetta queste manifestazioni di 
stupiditÿ terrorista e
che non puÿ esser per nulla coinvolto in esse; 
visto che "popolo
di Seattle" ha sempre l`immagine, ai loro occhi, 
di vetrine infrante
e molotov scagliate con rabbia, e nulla sanno del 
grosso lavoro
che ci sta dietro, di educazione radicale, di 
educazione alla pace,
di educazione ad un concetto diverso di vita 
sociale e di
consapevolezza profonda della propria 
interdipendenza, globale
e per questa volte intendendo il termine in modo 
positivo, gli uni
con gli altri in questo pianeta che ci ospita e 
che rimane pur
sempre unico alloggio dell`umano.

...  Una grossa disinformazione: perchÿ nessuno 
ha detto loro
come stanno veramente le cose, se non in termini 
generici e
magari perbenisti, magari permeati da un concetto 
di "caritÿ",
falsamente cristiana o pure laica perÿ sempre 
basata non su
equazioni di paritÿ tra i popoli ma di elemosina 
dal ricco verso il
povero, e quasi sempre ricercando nella soluzione 
del teorema la
possibilitÿ di un valore positivo in termini 
economici o di potere.
Equazione che falsa i termini e ridefinisce le 
incognite, un po`
come quando a scuola si cercava di barare nei 
compiti in classe
quando il problema era difficile da risolvere...

...  E leggo il contributo di padre Zanotelli 
(negli "approfondimenti"
sul sito di Altrinformazione) che dal suo "sud" 
di cui condivide la
povertÿ lancia a noi. Una lunga riflessione che 
parte da lontano,
dalla radicalitÿ di un messaggio cristiano via 
via stravolta e
dispersa, nelle varie epoche storiche, dalle 
forze di potere di cui
anche la stessa Chiesa ne ÿ stata responsabile. 
Stravolgimenti e
recuperi, desideri di una societÿ giusta e 
difficoltÿ nel
concretizzarne il sogno, potenza 
dell`universalitÿ della vita e
potere che contrasta la libertÿ dell`essere.
E mi si ÿ riacceso il ricordo delle tante volte 
in cui da giovane
partecipavo, lottavo, speravo nella costruzione 
di un mondo
migliore. Si sa, da ragazzi si ÿ pieni di ideali 
ma sembrano
manchino i mezzi per realizzarli, da adulti poi 
l`abitudine della
quotidianitÿ soffoca o perlomeno diluisce gli 
ideali di un tempo; e
allora occorre il trucc di restare un po` bambini 
per conservare il
gusto della speranza e l`apertura visiva verso la 
veritÿ delle cose.

...  Avere occhi che guardano lontano, ecco quel 
che serve;
guardare e intuire ciÿ che avviene al di lÿ delle 
proprie necessitÿ
o comoditÿ di tutti i giorni; scorgere negli 
avvenimenti del mondo
il segno di un progresso che investe l`umano 
oltre le incognite e
la sofferenza del contingente. Migliaia di anni 
son serviti per
forgiare l`uomo nella nostra attuale civiltÿ, e 
la stessa Terra nel
suo complesso probabilmente agisce, liberando gli 
anticorpi
necessari alla sua sopravvivenza. Tra i segni di 
questo tempo io
vedo anche la forza meravigliosa di aggregazione 
delle tante
realtÿ associative che si son date appuntamento a 
Genova: gli
stessi nomi degli intervenuti ai dibattiti che si 
stanno svolgendo,
son nomi conosciuti e affidabili nel loro lavoro 
di ricerca di una
soluzione di convivenza e di armonia nel mondo. 
Forse ÿ
davvero un periodo epocale ciÿ che stiamo vivendo 
in questi
giorni, e se i media cercano soprattutto lo 
spettacolo rischiano di
farsi sfuggire l`occasione di raccontarne 
l`importanza e la
singolaritÿ. Ma chissÿ, forse anche qui ci 
vogliono occhi
particolari per scoprirne tutti gli aspetti.

...  "Le cose piÿ vere son sempre nascoste. 
L`essenziale ÿ
invisibile ai nostri occhi" (da"Il Piccolo 
Principe - Antoine de Saint
Exupery)


Roberto Del Bianco
Associazione PeaceLink