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Le crisi del capitalismo
- Subject: Le crisi del capitalismo
- From: Davide Musso - AltrEconomia <musso at altreconomia.it>
- Date: Mon, 16 Jul 2001 18:05:45 +0800
GENOVA - Uno degli interventi più applauditi al Public Forum di questo pomeriggio è stato quello di Walden Bello, sociologo filippino dell'associazione Focus on the global south di Bangkok, uno dei principali luoghi di elaborazione e riferimento intellettuale dei movimenti anti-globalizzazione. Walden Bello ha delineato le sei crisi del capitalismo moderno. "La prima - ha detto - è una crisi di legittimazione. La globalizzazione lanciata 20 anni fa aveva come scopi la diminuzione della povertà e delle disuguaglianze, ma anche la liberalizzazione della circolazione dei capitali, per far sì che la ricchezza si muovesse da un capo all'altro della terra. Ma questo non si è verificato: ne è una prova la miseria provocata dalla crisi dei mercati asiatici. Negli ultimi due o tre anni questa crisi di legittimazione ha investito la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e l'Organizzazione mondiale del commercio. La seconda crisi è quella dell'ordine multilaterale mondiale. Gli ultimi anni hanno visto l'aumento dell'egemonia statunitense, grazie a istituzioni appositamente create: quelle di Bretton Woods, le Nazioni Unite e il G7. Gli Stati Uniti hanno usato queste istituzioni multilaterali per imporre la propria egemonia. Terza crisi quella delle alleanze militari internazionali, create perché il mondo accettasse la presenza militare Usa. Oggi notiamo una resistenza a questa presenza militare utilizzata per gli interessi degli Stati Uniti. Quarta crisi quella della democrazia d'élite, che ha sempre prodotto diseguaglianze. Lo dimostrano le crisi delle democrazie liberali sia nei Paesi del Sud che in Europa e negli stati Uniti. Quinta crisi è quella del capitalismo stesso perché il capitalismo tende a trasformare ogni risorsa in prodotto di scambio. E infine la sesta crisi, quella strutturale del sistema produttivo: siamo in un periodo di crisi economica e di superproduttività. Viviamo in un mondo letteralmente pieno di cose, di beni. A causa di queste sei crisi - ha concluso Walden Bello - noi viviamo in un periodo altamente instabile, ma l'establishment globale fa di tutto per nascondere agli occhi del mondo quello che sta accadendo. E' per questo che cercano di farci passare come violenti o come persone che non capiscono i problemi. Ma noi, nonostante le nostre incredibili differenze, siamo un unico movimento: è stato detto a Seattle e ribadito a Praga. Per questo dobbiamo portare avanti questo movimento ma anche fornire delle alternative". (dm)
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