Le crisi del capitalismo



GENOVA - Uno degli interventi più applauditi al Public Forum di questo
pomeriggio è stato quello di Walden Bello, sociologo filippino
dell'associazione Focus on the global south di Bangkok, uno dei principali
luoghi di elaborazione e riferimento intellettuale dei movimenti
anti-globalizzazione. Walden Bello ha delineato le sei crisi del capitalismo
moderno. 
"La prima - ha detto - è una crisi di legittimazione. La globalizzazione
lanciata 20 anni fa aveva come scopi la diminuzione della povertà e delle
disuguaglianze, ma anche la liberalizzazione della circolazione dei
capitali, per far sì che la ricchezza si muovesse da un capo all'altro della
terra. Ma questo non si è verificato: ne è una prova la miseria provocata
dalla crisi dei mercati asiatici. Negli ultimi due o tre anni questa crisi
di legittimazione ha investito la Banca mondiale, il Fondo monetario
internazionale e l'Organizzazione mondiale del commercio.
La seconda crisi è quella dell'ordine multilaterale mondiale. Gli ultimi
anni hanno visto l'aumento dell'egemonia statunitense, grazie a istituzioni
appositamente create: quelle di Bretton Woods, le Nazioni Unite e il G7. Gli
Stati Uniti hanno usato queste istituzioni multilaterali per imporre la
propria egemonia. Terza crisi quella delle alleanze militari internazionali,
create perché il mondo accettasse la presenza militare Usa. Oggi notiamo una
resistenza a questa presenza militare utilizzata per gli interessi degli
Stati Uniti. 
Quarta crisi quella della democrazia d'élite, che ha sempre prodotto
diseguaglianze. Lo dimostrano le crisi delle democrazie liberali sia nei
Paesi del Sud che in Europa e negli stati Uniti. Quinta crisi è quella del
capitalismo stesso perché il capitalismo tende a trasformare ogni risorsa in
prodotto di scambio. E infine la sesta crisi, quella strutturale del sistema
produttivo: siamo in un periodo di crisi economica e di superproduttività.
Viviamo in un mondo letteralmente pieno di cose, di beni. A causa di queste
sei crisi - ha concluso Walden Bello - noi viviamo in un periodo altamente
instabile, ma l'establishment globale fa di tutto per nascondere agli occhi
del mondo quello che sta accadendo. E' per questo che cercano di farci
passare come violenti o come persone che non capiscono i problemi. Ma noi,
nonostante le nostre incredibili differenze, siamo un unico movimento: è
stato detto a Seattle e ribadito a Praga. Per questo dobbiamo portare avanti
questo movimento ma anche fornire delle alternative". (dm)