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[CdS] I nuovi muri e le tre promesse dei Grandi
- Subject: [CdS] I nuovi muri e le tre promesse dei Grandi
- From: Marco Trotta <mrta at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Tue, 10 Jul 2001 23:00:47 +0200
_[Ripostato da: Corriere della Sera - http://www.corriere.it ]____________ [http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=PRIMA_PAGINA&doc=AMM] Martedì 10 Luglio 2001 I nuovi muri e le tre promesse dei Grandi di KOFI ANNAN* I risultati del G8 di Genova avranno effetti su milioni di vite al di là dei confini dei Paesi protagonisti del vertice. Vale la pena, perciò, ricordare gli accordi firmati dagli otto Grandi, insieme con altri capi di Stato e di governo, durante il Millennium Summit delle Nazioni Unite in settembre. Vorrei sottolineare tre degli impegni presi: frenare e cominciare a invertire le tendenze di diffusione dell'Aids entro il 2015; dimezzare, entro la stessa data, la proporzione della popolazione mondiale che vive in condizioni di estrema povertà, vale a dire con un reddito inferiore a un dollaro al giorno; non risparmiare sforzi per salvare l'umanità "dal pericolo di vivere in un pianeta irrimediabilmente inquinato dalle attività umane e le cui risorse non basteranno più alle necessità di tutti". Soltanto dall'anno trascorso, dall'ultimo vertice G8, la piaga dell'Aids ha assunto proporzioni ancora più spaventose. In Africa è diventato uno dei principali ostacoli allo sviluppo. E ora si sta diffondendo con una velocità impressionante nell'Europa dell'Est, in Asia e nei Caraibi. Mai come oggi è stato a tutti evidente che la reazione del mondo è assolutamente insufficiente e inefficace rispetto alla portata di una sfida che è diventata globale. Per questo, la mia priorità assoluta è la guerra alla malattia. Una guerra che può essere vinta soltanto se stringiamo un'ampia alleanza, nella quale gli sforzi dei governi nazionali - sia a livello locale sia internazionale - si riescono a coordinare con la società civile, il settore privato e le fondazioni filantropiche. Le Nazioni Unite hanno calcolato che, per affrontare la prevenzione e la cura dell'Aids nei Paesi con reddito basso o medio, devono essere raccolti tra i sette e i dieci miliardi di dollari ogni anno. Questa cifra è più di cinque volte superiore rispetto a quanto viene destinato oggi tra istituzioni locali e internazionali. L'Aids coinvolge ricchi e poveri, ma i poveri sono molto più vulnerabili davanti alla prima aggressione dell'infezione e poi molto meno attrezzati ad affrontare la malattia. E questo vale per la maggior parte dei problemi che oggi affliggono il mondo, dai conflitti fino alle modificazioni del clima. Per tutto ciò, non dobbiamo mai perdere di vista il nostro grande obiettivo di fondo: ridurre la povertà. Ho grande fiducia negli sforzi e negli impegni presi dai Paesi del G8, e da altri Stati donatori, per ridurre il debito estero dei Paesi in via di sviluppo. Sono anche soddisfatto perché ho visto affermarsi il ruolo dell'Assistenza ufficiale allo sviluppo e ho visto estendersi quei provvedimenti che aprono i mercati dei Paesi ricchi ai prodotti delle 49 nazioni più povere del mondo. Ma dobbiamo fare molto di più. Ci sono ancora molti ostacoli che limitano la capacità dei Paesi meno avanzati di trarre vantaggi dal commercio internazionale. Uno di questi "muri" è costituito da quei prodotti dei Paesi sviluppati che sono fortemente sovvenzionati e rendono impossibile qualsiasi naturale concorrenza, in modo particolare nel settore agricolo. L'eliminazione di queste barriere dipende da decisioni e misure che solo il G8 è in grado di adottare. Soltanto se i Grandi accettano tale sfida, diventa reale la speranza che gli impegni presi al Millennio Summit possano venir rispettati. Il nostro prossimo summit, a Johannesburg, si concentrerà invece sulla difesa dell'ambiente e sullo sviluppo sostenibile, un nodo cruciale per la sopravvivenza della nostra specie. Da qui passa il futuro dei nostri figli e nipoti: la loro possibilità di aspirare a una vita più sana e felice. Sono pochi i governi che hanno dato a questi temi la priorità, come si erano impegnati a fare durante la Conferenza sulla Terra del 1992. Chiedo con urgenza ai Paesi del G8 di mostrarsi pronti al cambiamento e di intraprendere tutti i passi necessari alla preparazione di Johannesburg. *Segretario generale dell'Onu __________________________________________________________________________ -- pck-redazione at peacelink.it: La lista della redazione di PeaceLink
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