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Catena di SanLibero 75
- Subject: Catena di SanLibero 75
- From: <ricc at libero.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Thu, 28 Jun 2001 12:00:53 +0200
________________________________________ riccardo orioles <ricc at libero.it> tanto per abbaiare 21 maggio 2001 - n.75 ________________________________________ Questa e' l'ultima lettera, credo, di Paolo Borsellino ed e' indirizzata a una delle tante insegnanti che richiedevano la sua presenza nelle scuole per parlare coi ragazzi della lotta alla mafia. Nella prima parte della lettera, che ometto, il magistrato continua a scusarsi con la professoressa per il ritardo a rispondere ed elenca diffusamente e umilmente tutte le ragioni che gli hanno impedito di rispondere prima. Ripropongo questa lettera oggi per due precisi motivi. In primo luogo, perche' il nome di Borsellino e' di quelli che, per ordine superiore, verranno raramente mentovati da giornali e televisioni nei prossimi anni: percio' uno dei nostri compiti, qui ed ora, e' quello di ricordare ai ragazzi che in Italia e' vissuto Paolo Borsellino. In secondo luogo, perche' adesso e' il momento di ricordare formalmente qual era il punto di vista tecnico di Borsellino e Falcone sulla mafia: "La mafia (Cosa Nostra) e' una organizzazione criminale, unitaria e verticisticamente strutturata"; "il conflitto con lo Stato con cui Cosa Nostra e' in sostanziale concorrenza (hanno lo stesso territorio e si attribuiscono le stesse funzioni) e' risolto condizionando lo Stato dall'interno". Entrambi questi punti di vista vengono oggi rinnegati e diversi organi giudiziari (a partire dalla Cassazione), negando l'unitarieta' dell'organizzazione mafiosa, hanno gia' assolto numerosi imputati che, seguendo il punto di vista di Borsellino e Falcone, sarebbero stati invece duramente condannati. Ciascuna istituzione, naturalmente, ha il diritto di fare nel proprio ambito le scelte che crede e, nell'arco di queste scelte, di individuare una strada. Diritto loro. A patto che sia chiaro che con Falcone e Borsellino non c'e' proprio piu' niente a che vedere. * * * Palermo, 19 luglio 1992. "Gentilissima" professoressa, uso le virgolette perche' le ha usate Lei nello scrivermi, non so se per sottolineare qualcosa, e "pentito" mi dichiaro e dispiaciutissimo per il disappunto che ho causato agli studenti del Suo Liceo per la mia mancata presenza all'incontro di Venerdi' 24 gennaio. Oggi non e' per certo il giorno piu' adatto per risponderLe perche' frattanto la mia citta' si e' di nuovo barbaramente insanguinata ed io non ho piu' tempo da dedicare neanche ai miei figli, che vedo raramente poiche' dormono quando esco da casa ed al mio rientro, quasi sempre in ore notturne, li trovo nuovamente addormentati. Ma e' la prima domenica, dopo almeno tre mesi, che mi sono imposto di non lavorare e non ho difficolta' a rispondere, pero' in modo telegrafico, alle sue domande. 1) Sono diventato giudice perche' nutrivo grandissima passione per il diritto civile ed entrai in magistratura con l'idea di diventare un civilista, dedito alle ricerche giuridiche e sollevato dalla necessita' di inseguire i compensi dei clienti. La magistratura mi appariva la carriera per me piu' percorribile per dare sfogo al mio desiderio di ricerca giuridica non appagabile con la carriera universitaria per la quale occorrevano tempo e santi in paradiso. Fui fortunato e divenni magistrato nove mesi dopo la laurea (1964) e fino al 1980 mi occupai soprattutto di cause civili, cui dedicavo il meglio di me stesso. E' vero che nel 1975, per rientrare a Palermo, ove ha sempre vissuto la mia famiglia, ero approdato all'Ufficio Istruzione Processi Penali, ma ottenni l'applicazione, anche se saltuaria, ad una sezione civile e continuai a dedicarmi soprattutto alle problematiche dei diritti reali, delle (...) legali, delle divisioni ereditarie ecc. Il 4 maggio 1980 uccisero il Capitano Emanuele Basile ed il Cons. Chinnici volle che mi occupassi io dell'istruzione del relativo procedimento. Nel mio stesso ufficio frattanto era approdato, provenendo anche egli dal Civile, il mio amico d'infanzia Giovanni Falcone e sin da allora capii che il mio lavoro doveva essere un altro. Avevo scelto di rimanere in Sicilia ed a questa scelta dovevo dare un senso. I nostri problemi erano quelli dei quali avevo preso ad occuparmi quasi casualmente, ma, se amavo questa terra, di essi dovevo esclusivamente occuparmi. Non ho piu' lasciato questo lavoro e da quel giorno mi occupo pressoche' esclusivamente di criminalita' mafiosa. E sono ottimista poiche' vedo che verso di essa i giovani, siciliani e no, hanno oggi una attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni sino ai quarant'anni. Quando questi giovani saranno adulti avranno piu' forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta. 2) La Dia e' un organismo investigativo formato da elementi dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, e la sua istituzione si propone di realizzare il coordinamento fra queste tre strutture investigative che, fino ad ora, con lodevoli ma scarse eccezioni, hanno agito senza assicurare un reciproco scambio di informazioni ed una auspicabile razionale divisione dei compiti loro istituzionalmente affidati in modo promiscuo e non coordinato. 3) La mafia (Cosa Nostra) e' una organizzazione criminale, unitaria e verticisticamente strutturata, che si contraddistingue da ogni altra per la sua caratteristica di "territorialita'". Essa e' suddivisa in "famiglie", collegate tra loro per la comune dipendenza da una direzione comune (Cupola), che tendono ad esercitare sul territorio la stessa sovranita' che su esso esercita, deve esercitare, legittimamente, lo Stato. Cio' comporta che Cosa Nostra tende ad appropriarsi delle ricchezze che si producono o affluiscono sul territorio principalmente con l'imposizione di tangenti (paragonabili alle esazioni fiscali dello Stato) e con l'accaparramento degli appalti pubblici, fornendo al contempo una serie di servizi apparenti rassembrabili a quelli di giustizia, ordine pubblico, lavoro ecc., che dovrebbero essere forniti esclusivamente dallo Stato. E' naturalmente una fornitura apparente perche' a somma algebrica zero, nel senso che ogni esigenza di giustizia e' soddisfatta dalla mafia mediante una corrispondente ingiustizia. Nel senso che la tutela dalle altre forme di criminalita' (storicamente soprattutto dal terrorismo) e' fornita attraverso l'imposizione di altra e piu' grave forma di criminalita'. Nel senso che il lavoro e' assicurato ad alcuni (pochi) togliendolo ad altri (molti). La produzione ed il commercio della droga, che pur hanno fornito Cosa Nostra dei mezzi economici prima indispensabili, sono accidenti di questo sistema criminale e non necessari alla sua perpetuazione. Il conflitto inevitabile con lo Stato con cui Cosa Nostra e' in sostanziale concorrenza (hanno lo stesso territorio e si attribuiscono le stesse funzioni) e' risolto condizionando lo Stato dall'interno, cioe' con le infiltrazioni negli organi pubblici che tendono a condizionare la volonta' di questi perche' venga indirizzata verso il soddisfacimento degli interessi mafiosi e non di quelli di tutta la comunita' sociale. Alle altre organizzazioni criminali di tipo mafioso (camorra, 'ndrangheta, Sacra Corona Unita ecc.) difetta la caratteristica della unitarieta' ed esclusivita'. Sono organizzazioni criminali che agiscono con le stesse caratteristiche di sopraffazione e violenza di Cosa Nostra, ma non ne hanno l'organizzazione verticistica ed unitaria. Usufruiscono inoltre in forma minore del "consenso" di cui Cosa Nostra si avvale per accreditarsi come istituzione alternativa allo Stato, che tuttavia con gli organi di questo tende a confondersi. Paolo Borsellino ________________________________________ Italia. Il magistrato di Brescia ha deciso l'archiviazione del procedimento contro i giudici di Mani Pulite, indagati per attentato agli organi istituzionali per l'invito a comparire rivolto nel 94 all'allora presidente del Consiglio Berlusconi. Questi sosteneva di avere perso il governo a causa della mala figura fattagli fare dai giudici; Maroni ha pero' testimoniato che la Lega aveva deciso di far cadere il governo Berlusconi gia' quindici giorni prima che i giudici milanesi mandassero il loro invito a comparire. Cosi', grazie alla testimonianza di un leghista, Borrelli e compagnia bella non sono finiti sotto processo per la colpa di avere indagato Berlusconi. Gli e' andata bene. Stavolta. ________________________________________ Italia. Il presidente della Federazione editori, Mario Ciancio, e' stato sostituito da Luca di Montezemolo. Ciancio, proprietario di tutti i quotidiani siciliani e diversi altri, e' socio di Cesare Romiti. Era diventato presidente degli editori grazie a una larga intesa con l'apporto determinante sia di Romiti che del gruppo Caracciolo. Montezemolo, la cui principale caratteristica consiste nella sua parentela con la famiglia Agnelli, era stato protagonista di una buffa storia di ministero offerto, accettato e rifiutato con Berlusconi; la vicenda, unitamente ad alcune esternazioni dell'avvocato Agnelli, e' stata interpretata dalla stampa come un'adesione del gruppo Agnelli al nuovo regime e sembrava essersi risolta in una bolla di sapone. Ufficialmente, Montezemolo aveva alla fine declinato l'offerta di Berlusconi in seguito alle proteste del popolo ferrarista che non voleva assolutamente rinunciare ai suoi insostituibili talenti. In realta', la vera trattativa si e' svolta - discretamente - su altri piani, e la poltrona per cui Montezemolo (e dunque il gruppo Agnelli) in realta' correva era quella di coordinatore dell'editoria dei grandi gruppi industriali. Questo obiettivo e' stato conseguito, ed era un obiettivo importante, anche se i giornali hanno ovviamente relegato nelle pagine interne l'avvenimento. Quale ruolo ha avuto Romiti in questa trattativa? E' stato Romiti a convincere il suo socio Ciancio a farsi da parte? In cambio di che cosa? Ciancio e' sempre lo stesso Ciancio che a suo tempo si rifiuto' di pubblicare sul suo giornale i necrologi delle vittime della mafia, e che rimprovero' davanti a un boss mafioso un proprio cronista colpevole di averne parlato male? Oppure e' un altro Ciancio, democratico e civile, con cui i Romiti, gli Agnelli e i Berlusconi possono tranquillamente trattare da pari a pari? Quante domande non si trovano, amici miei, sui giornali... ________________________________________ Segnaletiche. In Sicilia si vota ancora, fra qualche settimana, per le regionali. Tutte le citta' siciliane sono tappezzate di foto segnaletiche, ma in formato dieci metri per quattro e senza impronte digitali, di minacciosi signori che intimano di essere votati. ________________________________________ Ad Agrigento, in Sicilia, plebiscitato il politico che s'era costruito la villa (intestata a sua suocera) esattamente nel mezzo dei templi greci. Mi par di vedere tutta la popolazione maschile della citta' che si dirige in corteo, col piccone in spalla e cantando "Andiamo- andiam...", verso i templi e cominciare metodicamente a sbriciolarli alla talebana. Quanta buona area edificabile sprecata. ________________________________________ A Trapani, in Sicilia, eletto il figlo di Craxi. Nel secolo scorso, nella stessa citta', venne plebiscitariamente eletto un certo Nunzio Nasi, che i magistrati accusavano di essere il mandante dell'omicidio Notarbartolo (il primo omicidio mafioso "moderno", legato agli affari del Banco di Sicilia). Nel secolo nostro, la provincia di Trapani e' nota per essere stata (indagini di Chinnici, Ciaccio Montalto e Falcone) la provincia col piu' alto numero di sportelli bancari e di logge massoniche coperte; nonche' dei massimi imprenditori mafiosi, i cugini Salvo di Salemi. ________________________________________ Estate. E' il momento di comprare gli occhiali da sole. Su tutti i giornali e le televisioni escono spontaneamente e contemporaneamente dei bellissimi servizi (servizi giornalistici, non pubblicita') in cui si presentano con grande entusiasmo i principali modelli delle principali aziende che producono occhiali da sole. Tutti i servizi si concludono con l'esortazione a non comprare occhiali da sole sulle bancarelle, perche' non sono di marca e fanno male. ________________________________________ Inverno. Metano piu' caro, quest'inverno: la regione Sicilia, che ha capito un sacco di cose, ha deciso di imporre un "pizzo" dieci lire al metro cubo su tutto il metano che attraversa il suo territorio per arrivare nel resto d'Italia dall'Algeria. ________________________________________ Vaticano. Il cardinal Ratzinger manda a dire i principali problemi di morale cattolica con cui il nuovo governo, piu' amico del precedente, si dovra' confrontare. Aborto, scuole dei preti, divorzio e omosessuali sono temi su cui, dal governo della provvidenza, si attendono segnali chiari. Per completezza, sua eminenza ha aggiunto anche una noticina sulla masturbazione, atto "oggettivamente grave" che necessita evidentemente di qualche attenzione da parte delle autorita' civili e religiose. Immagino dunque che il nuovo ministro dell'Istruzione Popolare non manchera' di mobilitare insegnanti e studenti contro il pericolo delle seghe. ________________________________________ Cronaca. Roma. Un uomo sulla cinquantina, un piccolo imprenditore romano, ha rapinato di venti milioni con un coltello da cucina il direttore del Banco Ambroveneto, al Labaro. Ottenuta la somma, ha gettato il coltello ed e' scoppiato in lacrime. Si ritiene sia una vittima dell'usura. ________________________________________ Cronaca. Roma. Un ragazzo cingalese di dodici anni e' stato minacciato per diversi mesi da alcuni compagni di scuola e sottoposto ad ogni sorta di angherie perche' era "nero". Alla fine, gli altri ragazzini della classe si sono mobilitati per difendere il loro amico. I giovani razzisti hanno fatto intervenire dei loro amici, delinquenti comuni, che hanno sequestrato il "nero" e uno dei ragazzi che lo difendevano e li hanno picchiati a sangue, costringendoli a inginocchiarsi e a rivelare i nomi degli altri ragazzi antirazzisti della scuola. Coltelli, spranghe, croci celtiche e viva Lazio. I giovani (ma non tutti giovani) delinquenti alla fine sono stati fermati dalla polizia. Nessuno degli insegnanti e' intervenuto ("Non ci siamo accorti di niente") per tutti i mesi in cui e' durata la persecuzione. ________________________________________ Pro-internet. Danimarca. Il governo danese ha annunciato una legge in base alla quale sara' possibile scaricare legalmente file musicali dall'internet, a condizione di farne uso personale e di non dare i materiali scaricati ad altri. Proteste della Federazione internazionale dell'industria discografica, che si e' dichiarata "scioccata" dall'annuncio dei danesi. ________________________________________ Anti-internet. Spagna. Le Cortes (il Parlamento spagnolo) stanno per approvare una "Legge sul commercio elettronico" che, se arrivera' ad entrare in vigore, potra' fare da modello (negativo) per l'intera Europa. La legge spagnola considera infatti qualunque scambio di informazioni sull'internet come una attivita' in se' intrinsecamente economica, soggetta dunque - con gli opportuni adattamenti - alla legislazione che regola le attivita' delle aziende commerciali. In particolare viene considerata attivita' commerciale quella di chi mette comunque informazioni in rete, anche gratis. A partire da questo principio-base, si richiede la registrazione di ogni singolo sito web, sia esso il portale di un grande quotidiano o la pagina amatoriale di un hobbysta. La multa prevista per gli inadempienti supera i centocinquanta milioni di lire ed e' facile capire come una sanzione del genere spazzi via senza appello tutti i siti volontaristici e senza fini di lucro di associazioni, studenti, ricercatori e semplici cittadini desiderosi di usare l'internet per esprimersi e per comunicare. Nemmeno le e-mail, in presenza di un qualsiasi contenuto informativo, sfuggono alla griglia prevista dalla legge: il che fa piazza pulita delle newsletter, dei newsgroup e di tutti gli altri stumenti "leggeri" che da sempre costituiscono il segmento piu' partecipato e creativo della rete. ________________________________________ Tesi. L'universita' della Virginia ha messo a punto un software che consente di verificare se in un documento - ad esempio una tesi di laurea... - vi siano capoversi copiati da altri testi presenti in rete. Il problema e' sorto quando i professori si sono accorti che in molti casi gli studenti si limitavano a un paziente lavoro di cut&paste di materiali recuperati sull'internet, montandoli poi in modo da presentarsi rapidamente agli esami con tesi "proprie". L'Universita' ha deciso che d'ora in avanti sara' consentito copiare non piu' di qualche centinaio di parole per tesi: un quantitativo superiore fara' scattare il software ed annullare l'elaborato. Non e' stata tuttavia sviluppata una release specifica per il monitoraggio delle pubblicazioni - fondamentali ai fini della carriera - presentate dal corpo docente... ________________________________________ Mercato. Si "automobilizzano" i processori. Non si e' ancora risolto lo scontro Intel-Amd sul nuovo processore-standard dei Pc home. Ormai da quasi un anno i Pentium della Intel subiscono la concorrenza sempre piu' incisiva dei nuovi processori Amd, che si collocano piu' a o meno nella stessa fascia di prestazioni ma con tendenza a una maggiore economicita'. I problemi della prima generazione di Pentium 4, (surriscaldamento, ecc.) hanno dato un insperato vantaggio iniziale agli Amd che hanno potuto aprire una prima breccia in un mercato fino a due anni fa completamente monopoplizzato (a parte la nicchia Apple-Motorola) da Intel. Questo vantaggio non si e' ridotto, o si e' ridotto di poco, anche dopo che la Intel e' riuscita a regolarizzare le prestazioni dei Pentium e a renderli affidabili per il medio utente. Da quel momento in poi la guerra e' stata combattuta per diversi mesi pubblicizzando gli incrementi della velocita' di clock, il dato piu' immediatamente percepibile (anche se in se' non risolutivo) dall'utente finale. Fin qui, niente di nuovo. La novita' e' invece che, alla fine di uno scontro sostanzialmente privo di risultati, la Intel e' passata a una vera e propria guerra dei prezzi riducendo sensibilmente i prezzi dei propri processori: la Amd ha subito reagito annunciando a propria volta una riduzione dei prezzi. Entrambe le aziende negano ufficialmente l'intenzione di dar vita a una guerra dei prezzi "che non converrebbe a nessuno". Fatto sta che per la prima volta una concorrenza di tipo "automobilistico" si manifesta in un settore - quello dei processori di base - in cui finora le uniche emozioni commerciali erano venute dalle nicchie laterali (palmari, stazioni grafiche, ecc.) ma mai dal corpo principale del mercato. Qualcosa si muove nel cuore hardware della new economy... ________________________________________ Giuseppe wrote: <Ciao Riccardo, leggo la tua rubrica regolarmente e come messinese, mi da' certamente un po' di sostegno, di voglia di combattere, di non vendermi al nemico. Tu conosci la ns. realta' e sai che non e' facile fare impresa in Sicilia e men che meno a Messina dove a parte Universita', Comune, Provincia, Policlinico ed Arsenale non puoi vendere a nessuno; e ciascuno di questi soggetti negli anni ha avuto i riflettori puntati addosso e la propria brava dose di copertura da parte dei fratelli massoni. Adesso, con un risultato bulgaro come l'en plein siciliano, dove sbattiamo la testa? Io le mutande non me le calo ma non posso fare a meno di pensare che una persona su due tra quelle che incontro ha consegnato la mia azienda, la mia sanita', la mia scuola, i miei giudici (quei pochi che erano rimasti) ad un manifesto. Ed hai voglia di leggere micromega, antimafiaduemila, tanto per abbaiare, e di scendere in piazza per levarti dalle palle i tir che appiattiscono pedoni in pieno centro citta' e bucano i polmoni perche' ai padroni di Messina fa comodo che passino da li'... una persona su due della nostra Sicilia, della mia Messina ha scelto cosi'.> ________________________________________ Posta in ritardo/ 1. Leonardo (che allora aveva 18 anni, e adesso piu' o meno trenta e chissa' come la pensa ora) wrote: <La criminalita' organizzata e' oggi piu' agguerrita che in passato. Le recenti vicende di Milano (vedi Duomo connection) dimostrano che la "piovra" ha ormai esteso i suoi tentacoli alle regioni dell'Italia settentrionale. Convinto che sia dovere morale se non giuridico di ogni cittadino contribuire alla lotta contro la piaga malavitosa, mi permetto di suggerire una iniziativa coraggiosa e giusta insieme. Recentemente, sono state raccolte firme in segno di solidarieta' ai militari italiani impegnati nel conflitto del Golfo Persico. Io propongo la raccolta di firme contro la mafia; se vorrete considerare la mia proposta, saro' lieto di apporre la mia firma accanto alle altre.> * * * Caro Leonardo, grazie innanzitutto della tua proposta, che giro volentieri ai lettori. Personalmente, non credo molto alle raccolte di firme, che a volte finiscono per essere un modo "facile" per mettersi la coscienza in pace rispetto a un problema duro, o magari per strumentalizzarlo ai propri fini di parte, com'e' avvenuto per le firme "di solidarieta'" ai militari che tu citi. Le donne e gli uomini che conducono la lotta alla mafia hanno bisogno di fatti, non di altre parole, specialmente ora che lo Stato si e' schierato apertamente contro di loro. Fatti, puo' significare molte cose: ed anche semplicemente far bene il proprio lavoro quotidiano, nella propria vita, rischiando (quando ce n'e' bisogno) quel che c'e' da rischiare, dando sempre i nomi esatti alle cose, e svergognando a gran voce chi invece questi nomi li vuol cambiare. Questo e' piu' che sufficiente per cancellare qualunque tipo di mafia dalla faccia della terra, se facciamo tutti cosi'. ________________________________________ Posta in ritardo/ 2. Caro Orazio, hai perfettamente ragione. I cavalieri sono il frutto di una precisa configurazione, in termini sempre piu' oligarchici, del sistema economico-sociale che, nelle specifiche condizioni date, assume per avventura "anche" caratteristiche "mafiose". Dissento da te solo su un punto, che pero' e' centrale: "anche se non fossero stati mafiosi". Non avrebbero potuto non esserlo; esattamente come la Fiat o l'Ansaldo, nella congiuntura del 1914, non avrebbero potuto non essere interventisti; o come un mercante di Liverpool, nel diciassettesimo secolo, non avrebbe potuto non essere un mercante di schiavi. La mafia, cioe', non e' piu' una patologia del sistema ma una sua componente strutturale. Questo e' il motivo per cui il sistema politico-mafioso non solo si estende al resto d'Italia, ma tende anche a imporsi come modello nazionale. Parallelamente, e' anche il motivo per cui le esperienze dei movimenti antimafiosi siciliani non solo tendono a uscire dai confini regionali ma si propongono sempre piu' come modello organizzativo e politico globale. Cosi', se da un lato un operatore del sistema di potere "locale" come, p.es., Salvo Ando' puo' assumere un peso notevole nel sistema di potere nazionale, dall'altro esperienze di movimento "locali" come il Coordinamento Antimafia o I Siciliani possono venire in larga parte riprese da movimenti d'opposizione - come la Rete - a livello nazionale. Il discorso vale anche in ambiti piu' specialistici: nel mio campo, che e' il giornalismo, c'e' per esempio un filo nettissimo di continuita' (anche sul piano delle scelte tecniche-organizzative) fra I Siciliani di Giuseppe Fava, I Siciliani dell'84-85 e Avvenimenti di adesso (1992): il che, oltre che ai sentimenti personali che puoi immaginare, m'induce a ritenere d'essere in presenza di un dato innovatore, e significativo. E' possibile individuare con precisione gli aspetti che contengono - abbiamo visto che dal lato del potere il fatto nuovo e' dato dall'integrazione "mafiosa" - l'elemento di novita' dell'opposizione "siciliana", della sua politica e cultura, e delle sue forme organizzative? Ritengo di si', ed e' anzi il mio lavoro di questi anni. Abbiamo dimostrato che si puo' fare politica senza ideologie - un termine che Marx aborriva - e senza tuttavia scadere nei qualunquismi; che l'oppposizione puo' essere condotta direttamente non solo contro le sovrastrutture ideologico-culturali del sistema di potere, ma direttamente contro le sue strutture portanti economiche e sociali, col massimo di concretezza e di radicalita'; che questa opposizione puo' essere confortata da una solidarieta' popolare vasta e attiva, molto piu' che nel caso di un'opposizione ideologicamente connotata; che essa puo' essere gestita al di fuori dei modelli organizzativi verticistici e "professionali" attualmente in uso in tutte le forze politiche, le progressiste comprese. E siamo appena ai primi passi, alle prime - spesso maldestre - esplorazioni. Ti ringrazio di avermi scritto. Affettuosamente. ________________________________________ E' stato silenziosamente scarcerato, e altrettanto silenziosamente reincarcerato, Francesco Giammusso, esponente del clan Santapaola e assassino di Giuseppe Fava. Alcuni giornali - ma pochi - hanno dato questa notizia nelle pagine interne; la maggior parte l'ha ignorata del tutto. "Italia, quanta vergogna - e quanto debito per l'avvenire". ________________________________________ Riepilogo IV Voi non potete capire cos'era la vita in quel momento. I cannoni dei carri puntati sulle case i camion dei soldati per i viali gli alberi del corso netti nel nero dell'incendio. Quando una sera ho sentito i passi pesanti salire per le scale e la porta percossa da colpi inesorabili voi non potete capire cosa ho provato allora. E sono salito sulla loro macchina nera e li ho portati da quelli che conoscevo. Dopo, poi che tutto fu finito, non potevo dimenticare gli occhi che ho svegliato di notte con voce d'amico. Ma non e' stata colpa mia, vi dico! Non e' stata colpa mia. ________________________________________ Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche semplicemente per liberarsene, basta scrivere a ricc at libero.it -- Fa' girare. "A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe Fava)________________________________________
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