Sta nascendo Attac



CARTA D’INTENTI DI ATTAC ITALIA


I

Il mondo in cui viviamo è sempre più caratterizzato dalla diseguaglianza sociale, dal degrado ambientale, dalla negazione dei diritti dei popoli e dei più deboli. Aumenta il divario tra ricchi e poveri, peggiorano le condizioni di vita e di lavoro, aumenta l’esclusione sociale e l’emarginazione di intere aree del mondo, foriera di guerre e di violenze. Ciò comporta crescenti sofferenze umane, sociali, ambientali. L’accelerazione di questi fenomeni è l’effetto di un processo neoliberista di globalizzazione dell’economia che sconvolge i processi di produzione, le reti di protezione garantite dallo stato sociale, gli stili di vita. La competizione e il profitto sono diventati i valori fondanti della società, a scapito della solidarietà, dell’eguaglianza, della libertà, della cultura e della democrazia. E’ la stessa civiltà umana ad essere in pericolo. Il pensiero unico del mercato domina il panorama culturale internazionale. Solo chi vi si riconosce è considerato razionale. E’ razionale chi si piega ai dettami degli onnipotenti organismi sovranazionali, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, il Wto. E’ razionale chi accetta il voto, il responso, il gradimento delle Borse e del Mercato, assurti a veri regolatori universali. La ricchezza è l’unica via per accedere ai beni, anche quelli non mercificabili, patrimonio dell’umanità, fondamento della vita: dall’aria all’acqua, dalla salute, all’istruzione, alla previdenza, al lavoro. Al mercato e alle sue leggi vengono piegati l’ambiente e gli esseri umani. Il ruolo delle stesse istituzioni democratiche impallidisce e la politica diviene sempre più ancella dell’economia. La partecipazione democratica è sempre più impedita. Uno degli aspetti fondanti dei processi di globalizzazione è la trasformazione del sistema finanziario internazionale. Lo sviluppo dell’attività speculativa ha raggiunto livelli mai visti. La liberalizzazione dei mercati finanziari è completa e fuori controllo. In questo complesso scenario, sono gli interessi delle imprese multinazionali e della grande finanza internazionale a prevalere su quelli delle istituzioni democratiche, a scapito dell’economia reale e delle conquiste sociali dei lavoratori, colpiti da un peggioramento delle condizioni di lavoro, dall’aumento della precarietà e della disoccupazione e dallo smantellamento dei sistemi di protezione sociale. L’assenza di regole sui movimenti internazionali di capitale ha conseguenze drammatiche. Alla libera circolazione delle merci e dei capitali si contrappone la costruzione di sempre nuove barriere e confini alla libera circolazione degli uomini e delle donne, provenienti soprattutto dai paesi poveri del Sud del mondo. Il carattere autoritario ed antidemocratico che sottende a questi processi è ben espresso nella formula della “tolleranza zero”. La sicurezza sociale assume oggi un contenuto esclusivamente “poliziesco”.

II.

Di contro a questo scenario, nella società civile mondiale si profilano, da Seattle in poi, segni evidenti di ripresa dell’opposizione al neoliberismo e di ricerca di progettualità alternativa. Gli uomini e le donne non sono cifre e un grande e composito movimento si ripresenta ogniqualvolta i potenti, responsabili del disastro mondiale, tentano di riunirsi dentro i loro palazzi blindati, contestandone alle radici le politiche e la legittimità. Questo movimento si è incontrato in una grande occasione di lavoro e di festa nel gennaio 2001 a Porto Alegre, in Brasile. Ha dato vita al Forum Sociale Mondiale e ha mostrato a tutti che un altro mondo è possibile. Perché la cultura, la politica, la partecipazione e la democrazia sono risorse, al pari dell’acqua, dell’aria e della terra, delle quali occorre riappropriarsi dal basso e metterle a disposizione di un’etica nuova che componga l’universalità dei diritti con la diversità delle culture. La necessità di imporre un controllo democratico sulle logiche neoliberiste, che oggi guidano il sistema mondiale, è all’origine della nascita dell’associazione francese Attac (Action pour une taxation des transactions financières pour l’aide aux citoyens), che raccoglie singoli cittadini, sindacati nazionali e territoriali, associazioni di volontariato, Ong, giornali, comunità locali. Un’associazione che ha riscosso un grande successo (gli iscritti in Francia sono ormai 30 mila) e che si è rapidamente estesa anche in altri paesi europei e in continenti come l’Africa, le Americhe e l’Asia.
Gli obiettivi di Attac sono:
1. La creazione di un movimento di autoeducazione popolare orientato all’azione contro le politiche neoliberiste promosse da organizzazioni internazionali come il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale, l’Organizzazione mondiale del commercio; 2. La promozione di alternative concrete. La prima di queste misure è la Tobin Tax, che prende il nome dall’economista americano James Tobin, premio Nobel per l’economia. L’adozione di questa misura fiscale, un’imposta anche minima sulle transazioni valutarie riuscirebbe a:
disincentivare gli investimenti di breve periodo e la speculazione;
rendere le transazioni trasparenti. L’istituzione di questa tassa permetterebbe infatti di monitorare i flussi di denaro, contribuendo così a combattere l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco; favorire il ripristino del primato della politica sull’economia. In un epoca in cui i governi hanno progressivamente abdicato dal controllo delle loro economie, questa proposta rappresenterebbe un’importante e significativa inversione di rotta; ridistribuire il gettito fiscale in maniera più equa tra le diverse componenti sociali; raccogliere risorse. A seconda della formula adottata, la Tobin Tax potrebbe produrre un gettito annuale di miliardi di dollari, da destinarsi a politiche di lotta alla povertà nazionali e internazionali.
Una misura di giustizia, dunque, sempre più urgente anche in Italia.

3. La costruzione di campagne internazionali per: colpire i paradisi fiscali, combattere la generalizzazione dei fondi pensione, promuovere il controllo dei lavoratori delle banche sulle operazioni finanziarie nell’interesse dei cittadini, sostenere le mobilitazioni sociali per la tutela ambientale, l’annullamento del debito, i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici contro lo strapotere delle multinazionali, la libera circolazione e i diritti dei migranti

III.

Anche in Italia abbiamo assistito al dispiegarsi di diverse esperienze, dai movimenti contro la guerra, ai tanti coordinamenti sorti contro il Wto, dalle mobilitazioni contro le biotecnologie e gli ogm, alla difesa della biodiversità e dei saperi e delle culture indigene, alla marcia mondiale delle donne ecc. Dalle campagne contro il lavoro minorile alle lotte per la cancellazione del debito internazionale, dalle alternative concrete legate alla cooperazione sociale, al commercio equo e solidale, alla finanza etica, alla contestazione della legittimità delle grandi istituzioni finanziarie, dalle lotte per i diritti dei migranti alle battaglie ecologiste per la salute, l’ambiente e i diritti dei popoli. E’ un proliferare di gruppi, forum, reti portatrici di grandi potenzialità e tuttavia ancora troppo frammentate, scarsamente comunicanti tra loro, con un’insufficiente capacità di incidere sulle scelte politiche locali e nazionali. A tutto ciò occorre dare una risposta adeguata, e la nascita di Attac Italia è pensata come un contributo in questa direzione. Nell’epoca della globalizzazione neoliberista “tutto si tiene” e ogni lotta territoriale è immediatamente proiettata in una dimensione planetaria. La nascita di Attac Italia e il suo immediato collegamento con le associazioni Attac di altre nazioni garantiscono la comprensione globale delle grandi contraddizioni e la possibilità di un’azione coordinata e incisiva per il loro superamento. Nel contempo, Attac Italia è l’occasione per mettere in movimento e in relazione figure sociali diverse tra loro, ma egualmente capaci di concorrere alla trasformazione sociale e al cambiamento culturale: il mondo del lavoro, le realtà giovanili e studentesche, i movimenti contadini, l’ambientalismo radicale, l’associazionismo solidale, le differenze di genere, il mondo dei migranti, l’indigenismo ecc. Attac Italia vuole essere un’associazione democratica e aperta, trasversale e il più possibile pluralistica, composta da individui e forze sociali diversi: associazioni, ong, sindacati, testate giornalistiche, movimenti della società civile, singoli cittadini. Vuole contribuire a rinnovare la partecipazione politica democratica e favorire lo sviluppo di nuove forme organizzative della società civile, sul piano locale con la creazione di comitati locali diffusi su tutto il territorio nazionale e su quello globale attraverso il collegamento e la collaborazione con la rete internazionale di Attac e gli altri movimenti sociali. Si tratta semplicemente di riappropriarci del nostro mondo.